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Autore: Oggetto: Come affrontare la discesa

Livello Fausto Coppi




Posts: 1924
Registrato: May 2007

  postato il 04/06/2007 alle 21:06
Ciao a tutti,
sono un grande appassionato di ciclismo visto e praticato, però ho un gran difetto: sono assolutamente incapace di andare in discesa per vari motivi. A parte la gran paura delle macchine, che mi spinge a una prudenza incredibile (e questo è più un pregio che un difetto), non sono proprio capace di affrontare in maniera decente dal punto di visto tecnico nessun tipo di discesa, in più, forse un po' per la paura mi irrigidisco e sono quasi fermo per cui arrivo in fondo alle discese con i crampi alle mani per quanto ho tirato i freni. Qualcuno di voi sa consigliarmi come imparare la tecnica per affrontare bene una discesa? Grazie a tutti. Ciao.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2432
Registrato: Jan 2005

  postato il 04/06/2007 alle 22:38
hai posto un domandone.

io personalmente in discesa ci so andare, e anche decisamente bene, però è difficile spiegare come togliersi di dosso un pò di timori.

innanzi tutto è normalissimo avere paura, senza di essa si fanno cose da incoscienti, quindi la paura è una cosa che deve essere sempre presente in un discesista.

prima regola. mani basse, mai sui freni, in questo modo si abbassa il baricentro e si controlla meglio.

dal mero punto di vista tecnico, ti posso consigliare di fare delle prove su discese che conosci molto bene per iniziare. e dicendo conosci bene intendo ogni buchetto dell'asfalto, ogni tombino, ogni sasso, ogni millimetro di curva: insomma, più o meno come un motociclista sul circuito dei test.

se le curve non sono dei veri e propri tornanti, inizia a studiare le traiettorie migliori da pennellare, allargando in entrata, stringendo al massimo in mezzo e riallargando in uscita. evita movimenti bruschi sulla bici, specialmente i colpi improvvisi che molti danno quando effettuano l'ingresso in curva. molto meglio una guida fluida, risulta più efficace. se arrivi da un rettilineo a forte velocità, inizia la frenata con sufficiente anticipo, ma senza pinzare troppo, la decelerazione deve essere graduale, alza leggermente il busto e tira fuori il ginocchio, proprio come i motociclisti. entra in piega portando dentro la curva il peso del corpo, ed in particolare della spalla interna, lentamente, ma in modo sicuro, senza ripensamenti. le prime volte limita le pieghe, poi prova pian piano a spingerti sempre un po' oltre. io personalmente dico che fino a circa 45° o poco più si possa piegare, oltre diventa molto difficile.

se invece ti trovi ad affrontare tornanti, tieni sempre presenti i discorsi sullo spostamento del peso e sulla decelerazione graduale e dolce, e tieni conto che la cosa migliore è entrare molto larghi, chiudere al massimo in mezzo al tornante e in quel preciso istante, quando si comincia a tirare su la bicicletta, mollare totalmente i freni, in questo modo si riesce a uscire dalla curva con una bella velocità. è importantissimo per poter fare questo, riuscire a capire prima ancora di affrontare la piega, quanta frenata sia necessaria. se il calcolo è esatto si riesce a mollare i freni a metà curva e uscire veloci, altrimenti se si entra troppo veloci, la piega risulta minore, il rilascio dei freni ritardato e la velocità di uscita inferiore. quindi in fin dei conti, meglio entrare un po' più piano per guadagnare molta più velocità in uscita.

queste sono le cose che mi vengono in mente per ora, se vuoi altri consigli chiedi pure senza esitare, il falco di cicloweb è ben lieto di rispondere

in bocca al lupo per le tue pieghe e ricorda: casco in testa ben allacciato, pieghe al limite solo su asfalto asciutto, prudenza sempre, grinta e concentrazione!!!

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Under 23




Posts: 18
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  postato il 04/06/2007 alle 23:14
Con tutto quello che ho detto sul casco qualcuno mi ucciderà vedondomi postare su questo thread.
La mia domanda è molto semplice, come si capisce qual'è il limite dell'angolo di piega?
Voglio dire, nella mia totale inesperienza e incapacità fino a qualche tempo fa affrontavo le curve con una certa piega, pochissima ma c'era.
Poi (tenendo presente che ho una mtb) sotto lo pioggia, una curvetta (nemmeno in discesa) a 20 km/h, ho provato a farla (pianissimo, piegando pochissimo) e la bici è andata giù proprio senza nemmeno provare a fare la curva, scivolata e basta.
Quest'esperienza mi ha fatto riconsiderare parecchie cose sulle curve in bici, diciamo che per i primi tempi mi sembrava che sarei caduto alla minima inclinazione, adesso già mi sento più sicuro e una (certa qual minima) piega la faccio, ma la domanda è (più teorica che pratica visto che non ho intenzione di provarlo questo limite, come ho detto io in discesa vado pianissimo, nei rettilinei poi quasi mi fermo) come si capisce il limite?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/06/2007 alle 23:57
ah, il limite andrebbe chiesto ai fisici...

andando a naso, penso sia diverso da persona a persona, e le variabili in gioco sono il baricentro (determinato dal peso e dalla geometria del mezzo meccanico, dal peso e dalla posizione del ciclista), il coefficente d'attrito, la velocità, la forza centrifuga che viene generata ecc...

più semplicemente il limite è in ognuno di noi, è una cosa che ti senti dentro, è dettato dall'esperienza e dalla sicurezza in noi stessi e dalla sensibilità e padronanza della bici.

il limite, una volta superato...

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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Livello Giro di Svizzera




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  postato il 05/06/2007 alle 00:19
giustissimo qll che dici EugeRambler, ma mi sa che finchè resta la paura, uno non riuscirà mai a fare una discesa come si deve!!
secondo me è proprio il non aver paura che ti rende un "discesista"!
e dominare la paura non penso si riesca....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2007 alle 00:26
la paura di cascare per terra deve esserci, sempre!
altrimenti si finisce per fare cazzate.
ovvio, la paura non deve paralizzare, ma soltanto evitare di compiere scemenze.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2007 alle 00:32
Originariamente inviato da EugeRambler

io personalmente in discesa ci so andare, e anche decisamente bene, però è difficile spiegare come togliersi di dosso un pò di timori.



Anche perchè essendo fermo in salita, da qualche parte deve pur andar bene!!!!

No dai.. a parte gli scherzi... io in discesa sono un pippone! proprio perchè ho paura.. ma da quando ho iniziato sono migliorato parecchio... in realtà più prendi confidenza col mezzo, più migliori.. certo non sarò mai un Savoldelli o un Vittone, però diciamo che adesso non sono ignobile! Vedrai Leone, che è tutta una questione di confidenza con la bici!

 

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Livello Giro di Svizzera




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  postato il 05/06/2007 alle 09:55
secondo me se si ha paura di cadere non si riuscirà mai a scendere bene!!!
bisogna essere sciolti sulla bici, e concentrarsi su ogni traettoria da prendere......e non pensare che si può cadere!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2007 alle 09:56
Secondo me bisogna prendere confidenza con il mezzo.
Poi pian pianino si migliora.

 

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Chi non indossa il casco non ha nulla nella testa che valga la pena proteggere.
If you don't have the balls to brake late then that is your problem. L.H. to K.R.

 
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Livello Classica San Sebastian




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  postato il 05/06/2007 alle 10:26
Purtroppo ho lo stesso problema di Leone delle Fiandre... da quando vado in bici da corsa sono una lumaca in discesa, in particolare quando c'è un po' di sconnesso divento rigido e mi accorgo (anche dai pedoni che mi sorpassano ) di andare veramente come una vecchietta

e dire che in Mountain Bike non ero (e non sono) così male, anche su sterrato: probabilmente è che ancora non faccio mio il mezzo, o comunque non ho la sensazione di stabilità e quindi mi manca tranquillità.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2007 alle 10:27
Originariamente inviato da Mithrandir

Purtroppo ho lo stesso problema di Leone delle Fiandre... da quando vado in bici da corsa sono una lumaca in discesa, in particolare quando c'è un po' di sconnesso divento rigido e mi accorgo (anche dai pedoni che mi sorpassano ) di andare veramente come una vecchietta

e dire che in Mountain Bike non ero (e non sono) così male, anche su sterrato: probabilmente è che ancora non faccio mio il mezzo, o comunque non ho la sensazione di stabilità e quindi mi manca tranquillità.


Io andavo più piano in MTB!!!
Ovviamente il paragone ce l'ho solo sull'asfalto.
Mi sembrava infatti che la forcella ammortizzata davanti mi facesse perdere stabilità, in bdc mi sento molto più sicuro a scendere.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/06/2007 alle 10:32
Originariamente inviato da EugeRambler
...e ricorda: casco in testa ben allacciato, pieghe al limite solo su asfalto asciutto, prudenza sempre, grinta e concentrazione!!!

Hai dimenticato: "Faro acceso, anche di giorno..."

Euge, in compagnia mi chiamano "Il Falco" (dopo "Bitossi", naturalmente), e siccome è uno dei pochi terreni in cui mi sento forte, avrei elaborato una tattica per la Kobram... di cui vorrei discutere in privato, of course...

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 05/06/2007 alle 14:55
Originariamente inviato da Mithrandir

Purtroppo ho lo stesso problema di Leone delle Fiandre... da quando vado in bici da corsa sono una lumaca in discesa, in particolare quando c'è un po' di sconnesso divento rigido e mi accorgo (anche dai pedoni che mi sorpassano ) di andare veramente come una vecchietta

e dire che in Mountain Bike non ero (e non sono) così male, anche su sterrato: probabilmente è che ancora non faccio mio il mezzo, o comunque non ho la sensazione di stabilità e quindi mi manca tranquillità.


Il fatto che tu sia (al contrario del sottoscritto) un buon biker, ti deve tirare su...è solo questione di abitudine.
Mi spiego: non sono certo un fenomeno delle discese, ma sono migliorato moltissimo e ti dico come.

Comincia con una discesa facile, un bel rettilineo e un asfalto decente.
Devi avere il coraggio di farlo tutto a uovo, senza toccare i freni, raggiungere i 70 all'ora. Stai tranquillo, devi solo guardare che non ci siano buche o sassi (che cmq ai 70 all'ora puoi evitare, se hai una vista normale).
La differenza con la mtb è questa, ai 70 all'ora con le ruote grasse si rischia veramente l'osso del collo.
Ho detto 70, ma anche i 60 vanno bene.
Ti dico questo anche per un altro motivo: se freni in rettilineo, i pattini si surriscaldano e curva dopo curva le frenate si allungano.
Se non freni, hanno tempo di raffreddarsi e anche se fai 20 km di discesa non sentirai peggioramenti significativi.

Poi prova i tornanti.
Se l'asfalto non è rovinato, in un tornante con pendenza minore del 10% NON PUOI scendere sotto i 20 all'ora. Devi farcela.
Non toccare i freni se sei molto piegato. MAI.
Cerca di sfruttare il più possibile la larghezza della sede stradale: se c'è strada libera devi proprio allargarti e poi stringere...
Se ce la fai, nei tornanti non perderai più di quanto non si possa recuperare con un po' di rilancio (che è bene fare, così non si addormentano le gambe).

E veniamo alle curve intermedie: sono la cosa più difficile.
Bisogna saperle leggere, in fondo le curve si somigliano un po' tutte.
Devi capire: questo tipo di curva si fa ai 50 senza frenare, questa è meglio entrare più piano, questa "S" si taglia...
Nelle curve cieche non conviene stringere, ma entrare piano e accelerare sempre rimanendo sul bordo strada, così se arriva una macchina non devi fare manovre per evitarla (si spera).

Eugerambler è stato molto più preciso di me.
Tutte cose sacrosante quelle che ha detto, mi sa anche che è molto più bravo di me in discesa (e non solo).
La cosa più importante è la continuità: non bisogna fare due curve rischiando l'osso del collo e il resto della discesa con la tremarella, ma mantenere sempre una buona velocità.
In questo modo ti posso assicurare che terrai dietro a tutti i discesisti "normali".
Per diventare il nuovo Savoldelli temo che dovremo aspettare la prossima vita

 

____________________
Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Classica San Sebastian




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  postato il 05/06/2007 alle 18:37
Originariamente inviato da cassius

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Purtroppo ho lo stesso problema di Leone delle Fiandre... da quando vado in bici da corsa sono una lumaca in discesa, in particolare quando c'è un po' di sconnesso divento rigido e mi accorgo (anche dai pedoni che mi sorpassano ) di andare veramente come una vecchietta

e dire che in Mountain Bike non ero (e non sono) così male, anche su sterrato: probabilmente è che ancora non faccio mio il mezzo, o comunque non ho la sensazione di stabilità e quindi mi manca tranquillità.


Il fatto che tu sia (al contrario del sottoscritto) un buon biker, ti deve tirare su...è solo questione di abitudine.
Mi spiego: non sono certo un fenomeno delle discese, ma sono migliorato moltissimo e ti dico come.

Comincia con una discesa facile, un bel rettilineo e un asfalto decente.
Devi avere il coraggio di farlo tutto a uovo, senza toccare i freni, raggiungere i 70 all'ora. Stai tranquillo, devi solo guardare che non ci siano buche o sassi (che cmq ai 70 all'ora puoi evitare, se hai una vista normale).
La differenza con la mtb è questa, ai 70 all'ora con le ruote grasse si rischia veramente l'osso del collo.
Ho detto 70, ma anche i 60 vanno bene.
Ti dico questo anche per un altro motivo: se freni in rettilineo, i pattini si surriscaldano e curva dopo curva le frenate si allungano.
Se non freni, hanno tempo di raffreddarsi e anche se fai 20 km di discesa non sentirai peggioramenti significativi.

Poi prova i tornanti.
Se l'asfalto non è rovinato, in un tornante con pendenza minore del 10% NON PUOI scendere sotto i 20 all'ora. Devi farcela.
Non toccare i freni se sei molto piegato. MAI.
Cerca di sfruttare il più possibile la larghezza della sede stradale: se c'è strada libera devi proprio allargarti e poi stringere...
Se ce la fai, nei tornanti non perderai più di quanto non si possa recuperare con un po' di rilancio (che è bene fare, così non si addormentano le gambe).

E veniamo alle curve intermedie: sono la cosa più difficile.
Bisogna saperle leggere, in fondo le curve si somigliano un po' tutte.
Devi capire: questo tipo di curva si fa ai 50 senza frenare, questa è meglio entrare più piano, questa "S" si taglia...
Nelle curve cieche non conviene stringere, ma entrare piano e accelerare sempre rimanendo sul bordo strada, così se arriva una macchina non devi fare manovre per evitarla (si spera).

Eugerambler è stato molto più preciso di me.
Tutte cose sacrosante quelle che ha detto, mi sa anche che è molto più bravo di me in discesa (e non solo).
La cosa più importante è la continuità: non bisogna fare due curve rischiando l'osso del collo e il resto della discesa con la tremarella, ma mantenere sempre una buona velocità.
In questo modo ti posso assicurare che terrai dietro a tutti i discesisti "normali".
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WOW, grazie... metterò in pratica
non oggi però, che dopo una giornata di sole (e io ero in ufficio) adesso sta venendo giù il diluvio

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2007 alle 12:15
Il mio problema è anche nelle discese che conosco bene, ma in realtà penso che per lo più sia dovuto alla paura delle macchine e alla mancanza di fiducia nella stabilità della ciclo. Non ho la pretesa d diventare una savoldelli, ma mi piacerebbe fare le discese divertendomi, dopo tanta fatica in salita...
 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 06/06/2007 alle 12:24
io me la cavo...diciamo quasi alla Vittone....quando è tutto asciutto, se c'è anche un minimo di umido mi caco sotto per benino

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2007 alle 12:31
Io non sono assolutamente un drago in discesa, ma negli anni ho imparato a limitare i danni...

in primo luogo occorre essere "elastici", ossia bisogna fare in modo che la paura non renda il nostro corpo rigido come un baccalà. Se questo accade è impossibile prendere pieghe o cose del genere.

Poi ho imparato a gestire la frenata. Quando arrivo al tornante, opero con il freno davanti e mi aiuto con quello dietro. Invece se tieni sempre frenata la ruota posteriore finisci che ti si blocca e provi quella terribile sensazione di andare fuori, che poi ti condiziona per il resto della discesa.

Inoltre: occhi bene aperti e concentrazione. Molti in discesa si rilassano ma il rischio è sempre in agguato. Quindi sempre ben svegli anche se dopo una bella salita viene voglia di lasciarsi andare.

Il mio handicap più grave è che non riesco a mollare nelle discese strette, quelle da una carreggiata e mezzo dove è sempre facile trovare una macchina che viene in senso contrario e se ne sta a centro strada... lasciandoti spazio solo tra lei e la fossetta, magari dove trovi foglie e ghiaino.

In corsa invece trovo difficoltà nei sorpassi, anche perchè vedo un sacco di gente che sulla bici in discesa ci sta peggio di me ma non sa guidare. Per cui vedi questi idioti che fanno un rettilineo a velocità folle e in vista del tornante praticamente inchiodano e lo affrontano irrigiditi a passo d'uomo. Tu gli sei dietro e tocca pure a te inchiodare per non finirgli addosso. Anche in discese pedalabili se ti trovi davanti gente così scordati pure di recuperare quelli davanti.

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2007 alle 12:37
Una cosa brutta, che ho notato alle GF, è che tanta gente affronta le salite "fuori giri" e una volta scollinati non ha la giusta lucidità per affrontare la discesa e prende dei rischi notevoli e inutili vista la posta in palio.

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 06/06/2007 alle 13:58
Originariamente inviato da Andrea_Web

Una cosa brutta, che ho notato alle GF, è che tanta gente affronta le salite "fuori giri" e una volta scollinati non ha la giusta lucidità per affrontare la discesa e prende dei rischi notevoli e inutili vista la posta in palio.


Non le affronta "fuori giri"...è che se le salite non le fai mai in allenamento poi in gara patisci alla grande.
Arrivi in cima che non sai manco come ti chiami.
E oltre a ciò, per andare un po' in discesa ci vuole anche un po' di pratica...che si acquisisce solo facendo le salite!!

 

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Livello Herman Van Springel




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  postato il 06/06/2007 alle 15:38
Anch'io dopo una caduta bella tosta nella discesa da S. Polo dei Cavalieri a Tivoli qualche anno fa scendo come una lumaca: già essendo piccolo di statura e leggero vado piano, ma io veramente esagero tanto che i miei amici della squadra minacciano sempre di tagliarmi prima o poi i freni.
Solo in alcune discese che conosco ormai come le mie tasche vado un po' più sciolto.
Forse ripetendo fino alla noia queste discese alla fine riuscirò a vincere la paura e a scendere un po' meglio: pensare che prima della caduta anche se non ero un kamikaze riuscivo a scendere senza perdere troppo dai miei amici.

 

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"Per quanto l'uomo sogni di valere, il difficile è
rimanere con i piedi per terra"

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/06/2007 alle 15:43
l'importante è rialzarsi sempre dopo le cadute, e una volta ripresa la bici, evitare di pensarci troppo. 3 mesi fa sono caduto malamente facendomi parecchio male, ma oggi vado già più forte di prima...anzi, ora vado a provare la mia discesa test in vista della kobram

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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Livello Giro di Svizzera




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  postato il 06/06/2007 alle 15:47
è proprio la paura che frena.....
 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 06/06/2007 alle 15:52
Che ne dite della tecnica di allargare il ginocchio della gamba interna alla curva? Ho visto che molti pro lo fanno e anch'io ho provato diverse volte, ma con tutta franchezza non so dire se aiuta o meno.
 
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Livello Giuseppe Saronni




Posts: 685
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  postato il 06/06/2007 alle 15:57
a me oltre i 60 km/h subentra una fobia: ho il terrore che mi esca la ruota davanti....

 

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IL CINGHIALE DEL PEDALE

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6314
Registrato: Jun 2005

  postato il 06/06/2007 alle 16:12
Bella domanda e difficile risposta.
A me la discesa piace e anche tanto però a gennaio mi sono straiato nella discesa di Levo e da allora sono rigido, soprattutto nelle curve a destra, però tendo a migliorare.
Un anziano (oltre 60 anni) mi a visto scendere nella prima discesa della Medio Fondo Stockalper (Anche lui era in gara) e m'ha detto: "Ragazzo si vede che sei caduto. Sei troppo rigido. Ricorda che le curve si fanno con il corpo e la bici segue. Rilassati e vedrai che pian piano andrà meglio".
Per me sta cosa è verissima.

Il ginocchio serve ma se si è rigidi serve a nulla.

 

[Modificato il 06/06/2007 alle 16:15 by stress]

____________________
"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jan 2005

  postato il 06/06/2007 alle 17:29
se uno ha la sicurezza di buttare dentro il peso nelle pieghe il ginocchio è un ulteriore e fondamentale aiuto, soprattutto nelle curve veloci.
se uno è rigido e non proietta il corpo nella curva, allora serve a poco.

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

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Livello Moreno Argentin




Posts: 376
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  postato il 06/06/2007 alle 20:06
Secondo me è una cosa di istinto. Io guido la moto (la prima un gilera SP 125 e le altre tutte suzuki 750) da oltre 10 anni, e devo dire che a differenza di alcuni miei amici che vanno solo in bici, la cosa mi ha aiutato. Forse sarà anche la natura che aiuta in questi casi, ognuno ha le proprie caratteristiche.
Comunque ti consiglio vivamente, soprattutto se hai un pò di timore; di aiutarti anche un pò col corpo, perchè mettendolo all'interno della curva tendi ad inclinare meno la bici, e quindi a rischiare di meno di cadere.

 
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Moderatore




Posts: 3577
Registrato: Oct 2006

  postato il 06/06/2007 alle 20:51
Io sono tornato ultimamente a usare la mtb, e devo dire che la ruota larga da' effettivamente più sicurezza.
Per quello che posso dire io è importantissima la posizione in sella, e la conoscenza della discesa. Su una mtb è fondamentale la mano sul freno davanti, due dita le tengo sempre (tanto non c'è molta scelta sull'altezza da scegliere). In genere alterno l'azione sui freni per non surriscaldare troppo (il classico fischio) e per non rovinare il copertone, ma uso sempre il posteriore per ultimo per "aggiustare" (se ce n'è bisogno) l'ingresso in curva. Nelle frenate molto brusche mi alzo sui pedali e sposto il peso da una ruota a un'altra, per assicurare una migliore efficacia. E' importante in questi casi la distribuzione del peso sui pedali, e anche l'alimentazione: se ho speso troppo a volte sento dei tiranervi e dei tremiti al tallone; non sono pericolosi, ma possono deconcentrare leggermente.
In curva apro il più possibile all'ingresso e nella seconda parte o riapro oppure chiudo decisamente (a seconda della curva, dell'asfalto e dell'assenza di ostacoli). Faccio molta attenzione ad evitare polvere e punti sporchi di asfalto.
Non sono un grande discesista per via del fisico (scalatore secco), ma credo che con una strada chiusa alle auto potrei sicuramente andare più forte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/06/2007 alle 22:17
Io non me intendo molto, ma in che modo il materiale di telaio e forcella può influenzare la stabilità in discesa? Cioè, che differenza c'è tra una bici tutta in alluminio, una in alluminio con forcella in carbonio e una tutta in carbonio, quando si affronta una discesa?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/06/2007 alle 08:09
...l'unica paura in discesa per me è il bagnato...quando la strada è umida soffro di Bassite acuta riferita alla discesa del San Carlo nel 2006

 

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  postato il 08/06/2007 alle 20:17
A proposito di bagnato e discesa..
l'altro giorno mi son trovato sotto un temporale terrificante e mi sono riparato sotto la tettoia di un benzinaio. Al ritorno ho dovuto affrontare una lunga discesa (ero arrivato a un paesino di media montagna), ma la strada era allagata in una maniera incredibile. Parlare di acquaplanning è davvero riduttivo. Non potevo frenare più di tanto perchè mi partivano via entrambe le ruote, non potevo prendere velocità perchè la bici era incontrollabile. Quando ero costratto a frenare, mi alzavo sui pedali cercando di variare la distribuzione del peso per evitare sgommate pericolose (soprattutto sul posteriore), ma a quel punto col peso tutto in avanti la bici sbandierava pericolosamente.
Insomma...condizioni limite. Ringrazio il fatto che c'erano poche curve e ad ampio raggio (ma precedute da una lunghissima discesa dritta dritta), e che non siano spuntate macchine.
ps: io comunque sulla mia mtb ho tolto il forcellone ammortizzato, ne avevo più svantaggi che altro. Così è più leggera, e (quasi, vedi sopra ) in ogni situazione ho un controllo molto buono.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/06/2007 alle 12:52
e se facendo lo sborone dicessi che in discesa si va così?

 

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  postato il 29/06/2007 alle 13:06
C.AZZ che piega rambler!!! Me Cojoni!!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/06/2007 alle 13:07
Originariamente inviato da robby

C.AZZ che piega rambler!!! Me Cojoni!!!!


e sicuramente stavo già tirando su la bici, perchè avevo i freni ormai mollati!

 

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  postato il 29/06/2007 alle 13:08
Alla faccia Euge!!!!
Ti meriti un voto il più in stilosità

 

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  postato il 29/06/2007 alle 13:17
Originariamente inviato da EugeRambler

e se facendo lo sborone dicessi che in discesa si va così?


complimenti

solo una perplessità:
andavi così forte perchè ti eri zavorrato riempiendo le tasche all'inverosimile o andavi così forte perche avendo rapinato un rifornimento e infilato la refurtiva nelle tasche della maglia avevi gli organizzatori alle calcagna?

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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  postato il 29/06/2007 alle 13:37
Grande Euge!!! Ma durante la GF ti sei dato anche alla raccolta differenziata della plastica?

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/06/2007 alle 13:44
Originariamente inviato da W00DST0CK76

Grande Euge!!! Ma durante la GF ti sei dato anche alla raccolta differenziata della plastica?


esatto, non avendo trovato un bidone, mi sono tenuto tutto in tasca.
sulla salita del croce d'aune ad un rifornimento al volo ho preso un bicchiere di succo di frutta e vedendo che c'era un bidone alla fine del rettilineo, me lo sono tenuto in mano, mi sono fermato e l'ho buttato via. tanto ormai non avevo velleità di classifica.

e cmq la zavorra che avevo nelle tasche era lì perchè quella testona di valeria non voleva mangiare e bere, e allora ai rifornimenti prendevo la roba per due e poi la obbligavo ad alimentarsi.

 

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  postato il 29/06/2007 alle 14:12
Originariamente inviato da EugeRambler

e cmq la zavorra che avevo nelle tasche era lì perchè quella testona di valeria non voleva mangiare e bere, e allora ai rifornimenti prendevo la roba per due e poi la obbligavo ad alimentarsi.


Ti chiameremo il discesista gentiluomo

Complimenti per la piega!

 

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  postato il 29/06/2007 alle 19:25
A volte penso che la mia broccaggine in discesa possa dipendere anche dal fatto che quando sono in bici non porto le lenti da vista. Devo farmi fare un paio di occhiali da sole graduati (quelle fotocromatiche di Euge sono una gran figata), magari così potrei avere una migliore reattività.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 01/07/2007 alle 11:58
Ma Euge... ok, questa è la foto della piega. Ma quella scattata due secondi dopo con la caduta dov'è? Scherzo ovviamente. Da discesista diciamo smaliziato (date le esperienze motociclistiche, quando affronto curve con velocità un pò sostenuta e in presenza di staccate il mio cervello non è che ragioni + di tanto ...), posso dire che l'impostazione è pressochè perfetta. Bravo !!!

Rispondo anche ad un precedente post in cui Leone chiedeva se il telaio della bici può fare la differenza: io sono passato da un telaio completamente in ad uno full carbon ad uno in alluminio scandium con carro e forcella in carbonio. Sinceramente devo dire che in discesa questo è il miglior compromesso provato, dato che il full carbon lo trovavo troppo ballerino per via del peso troppo ridotto, mentre quello in alluminio troppo rigido sulle staccate, sembrava che avessi i sassi sotto le mani anzichè il manubrio ... Comunque sono solo opinioni personalissime derivate da esperienze personali. C'è gente che con il full carbon ci andrebbe anche in bagno, mentre io preferisco il compromesso detto prima.
Un altro componente del mezzo che ho trovato fare la differenza sono i cerchi: sulla full carbon avevo un paio di cerchi a spalla alta, e sinceramente mi trovavo bene solamente quando affrontavo percorsi lunghi in pianura, ma sia in discesa che in salita mi non mi piacevano. Sono passato così ad un paio di Campagnolo a spalla media, e con questi mi trovo veramente bene in ogni condizione.

 
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