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Autore: Oggetto: Ma come!

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 01/06/2007 alle 19:02
Tutti a dire che il ciclismo e il doping sono fratelli siamesi….

Tanti beccaccini, anche qui, pronti a deridere o considerare qualunquista chi, come me, dice che il ciclismo fa esattamente quello che fan tutti, nelle medesime dimensioni e che il problema del doping non è risolvibile (ammesso, per astrazione, che lo possa essere) in uno sport solo…..

Troppi, sempre pronti a cavalcare la ridicola procura del Coni, espressione di un Ente che nel doping e col doping ci ha marciato a 360°, dal grottesco fino all’atteggiamento d’odor di mafia, quando s’accanisce con veemenza verso il solo ciclismo (eletto agnello sacrificale per sua autoctona vocazione avicola), evitando in maniera grossolana e/o criminosa, di riservare gli stessi atteggiamenti verso gli altri sport….

Troppi a gridare fiducia verso la magistratura che applica una legge (376/2000), solo per un tassellino (perché tale è a livello numerico) come il ciclismo……

Troppi che esigon pentimenti con relative lacrime di ipocrisia e/o coccodrillo, verso quei polli che si chiaman corridori…..


Ma come!

I giornali, con la Gazza (che è in attesa di entrare nella lista delle aziende produttrici di carta igienica a basso costo) in testa, ancor non l’han scritto eppure…..

Leggete qui, sono gli unici, per ora, a rompere un poco quel muro di silenzio denso di significati…..


Fonte: tgcom


La Cassazione "punisce" la Juve sul doping

La Cassazione riserva una doccia gelata alla Juventus del vecchio corso. In ultimo grado di giudizio, infatti, è stata ribaltata la sentenza di assoluzione per Antonio Giraudo e Riccardo Agricola, emanata dalla Corte d'Appello in merito al caso doping. La Suprema Corte ha ritenuto che la somministrazione di sostanze dopanti sia punibile come frode sportiva, ma il reato contestato è comunque caduto in prescrizione.


La stangata non era in programma, per questo è più dolorosa, maggiormente fastidiosa. I due interessati e l'ambiente bianconero consideravano ormai chiuso il capitolo sul caso doping, archiviato dall'assoluzione di Antonio Giraudo e Riccardo Agricola nel processo d'appello. Una sentenza arrivata il 14 dicembre 2005, accolta con entusiasmo dall'ex amministratore delegato della Juventus e dal medico sociale, e ora 'rivoltata' come un guanto dalla pronuncia della Corte di Cassazione, ultimo grado della giustizia ordinaria. La teoria della precedente decisione era che l'abuso di doping poteva anche essere deprecabile, ma che il fatto non era punito dalla legge come reato. L'atto numero 21324 della Suprema Corte, invece, giudica con durezza una pratica di questo tipo e, accogliendo il ricorso presentato dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello, sentenzia che "l''extraneus' che somministra ai partecipanti alla competizione, sostanze atte ad alterarne le prestazioni, e che fraudolentemente mira a menomare o ad esaltare le capacità atletiche del giocatore, pone in essere una condotta che consiste in un espediente occulto per fare risultare una prestazione diversa da quella reale, in un artifizio capace di alterare il genuino svolgimento della competizione, con palese violazione dei principi di lealtà e di correttezza: per l'effetto, gli atti posti in essere, sono agevolmente riconducibili alla nozione di atti fraudolenti".

Più semplicemente, la Seconda sezione penale della Cassazione ha disposto che quello perpetuato da Giraudo e Agricola venga considerato reato e ricada sotto la fattispecie della frode sportiva. Ciò non comporta pene per gli interessati, in quanto è già sopraggiunta la prescrizione. Nessuna modifica sostanziale della situazione, quindi, ma un'importante inversione di tendenza e di giudizio di merito. Anzi, la Cassazione va anche oltre, ipotizzando che lo stesso reato possa essere ascritto ai giocatori che assumono sostanze vietate. "Nulla autorizza a ritenere, a priori, che l'atleta dopato debba essere considerato la vittima della fattispecie incriminatrice - si legge nella sentenza -. Una rigorosa interpretazione della norma non consente di escludere, sempre a priori, la loro punibilità, salvo l'accertamento in fatto della consapevolezza della illecita assunzione e/o somministrazione".


E ancora....

Fonte: Paolo Ziliani per www.paoloziliani.it

Ziliani rincara la dose: "E' ufficiale, la Juve di Vialli, Del Piero e Ravanelli era dopata!"


Peruzzi; Ferrara, Vierchowod, Torricelli, Pessotto; Conte (Jugovic dal 43’), Paulo Sousa (Di Livio dal 57’), Deschamps; Del Piero, Vialli, Ravanelli (Padovano dal 67’). Allenatore: Lippi. Ricordate questa formazione? È la Juventus che il 22 maggio 1996 vinse la prima e unica Champions League della sua storia (su quella dell’Heysel, meglio stendere un velo pietoso) battendo in finale a Roma, ai calci di rigore, l’Ajax di Van Gaal, Van der Sar, Davids e Litmanen. Giocatore più, giocatore meno, è lo stesso squadrone che dal ’94 al ’98 – nell’era del “Lippi-1” – sbaragliò il campo in Italia vincendo 3 scudetti su 4: nel 94-95 (il 23°), nel 96-97 (il 24°) e nel 97-98 (il 25°). Ebbene: per chi si fosse perso l’ultima puntata del romanzaccio brutto del Processo-Doping alla Juve retta, già allora, dai signori Moggi, Giraudo e Bettega, con il rampante Lippi in panchina, telenovela che in questi giorni ha visto scrivere, finalmente, la parola FINE, la notizia è: QUELLA JUVE ERA DOPATA. Al di là di ogni ragionevole dubbio, la Corte di Cassazione ha stabilito, nero su bianco, in data 29 maggio 2007, che la Juventus di Lippi e del dottor Agricola, la Juventus del fantastico tridente Del Piero-Vialli-Ravanelli (forse la più bella Juve degli ultimi 20 anni), attuò, dal ’94 al ’98, “un disegno criminoso per alterare le gare attraverso la somministrazione illecita di farmaci”, in pratica dopando i giocatori sia con sostanze proibite, sia somministrando farmaci leciti su atleti sani in modo immotivato. Unico fatto non provato: la somministrazione di eritropoietina (Epo). In pratica, la Corte di Cassazione ha stabilito in via definitiva che la Juventus, nelle persone di Antonio Giraudo, amministratore delegato, e Riccardo Agricola, responsabile dello staff medico, commise in modo continuato, per 4 stagioni, il reato di frode sportiva violando la legge 401 dell’ 89. Sentenza definitiva che aggrava quella del Tribunale che come ricorderete aveva condannato solo il medico Agricola assolvendo con formula dubitativa Giraudo. Per la cronaca: grazie all’avvenuta prescrizione del reato – sopraggiunta lo scorso 1 aprile 2007 – la Juve, pur colpevole, non può più essere punita.

Ma c’è di più. Secondo i giudici della Corte di Cassazione, anche i giocatori (citiamo testualmente) “non possono essere considerati semplici vittime” dell’operato della società. In pratica, è difficile credere – così almeno pensano i giudici – che le pratiche-doping del dottor Agricola, così lunghe, sistematiche e pesanti, siano state portate avanti senza che i giocatori si rendessero conto di quanto stava loro accadendo. E insomma, delle due l’una: o quella Juventus era una squadra di giocatori tonti, al limite dell’insufficienza mentale, che non si accorgevano di essere vittime di spericolati e scriteriati trattamenti medici, da Peruzzi a Vialli, da Ferrara e Paulo Sousa, da Deschamps a Del Piero; oppure l’allegra combriccola dei giocatori juventini, quelli che sfilarono tremebondi in tribunale balbettando “non ricordo”, era complice, e consenziente, delle sconsiderate pratiche di Agricola & Company.

Proprio questa, a nostro avviso, è la novità vera che i giudici della Corte di Cassazione hanno introdotto nelle loro motivazioni. A questo punto, gli sportivi italiani (e perché no?, anche i tifosi juventini) si attendono una netta, precisa e chiara presa di posizione da parte dei campioni bianconeri di allora: Vialli e Del Piero, Ravanelli e Di Livio, Ferrara e Paulo Sousa devono spiegare, appunto, se ai tempi in cui la Juventus li dopava – com’è ormai accertato e stabilito – loro sapevano ed erano consenzienti, oppure no: nel qual caso, sono stati vittime di spericolati trattamenti, cavie di immorali esperimenti, che non avevano alcuna giustificazione medica e che hanno messo a grave repentaglio la loro salute e la loro vita (a proposito: siamo proprio sicuri che tra la gratuita e sistematica somministrazione di anti-depressivi praticata alla Juve e le disavventure capitate, l’estate scorsa, a un ex giocatore, ora dirigente, non ci sia alcun nesso?). Insomma: fossimo in loro, saremmo quantomeno arrabbiati (eufemismo) con i signori Giraudo e Agricola.

Il sipario che la Corte di Cassazione ha fatto calare sul vergognoso feuilletton ristabilisce, se non altro, alcune verità. La prima è che i 3 scudetti vinti dalla Juventus di Lippi tra il ’94 e il ’98 sono scudetti fasulli, diremmo anzi disonorevoli, di cui la Juve si dovrebbe vergognare e che dovrebbe restituire; scudetti che restano negli Albi d’Oro solo per prescrizione del reato, ma dai quali qualunque sportivo dotato di un minimo senso morale dovrebbe prendere le distanze (lo stesso dicasi, naturalmente, per la Champions League e la Coppa Intercontinentale vinte dalla Juventus nel 1996: trofei che andrebbero restituiti, con tante scuse, all’Ajax e al River Plate, e cioè ai loro legittimi vincitori morali). La seconda verità è che la Juventus che Umberto Agnelli decise di affidare chiavi in mano, nell’estate del ’94, alla leggendaria Triade composta dai gentiluomini Moggi, Giraudo e Bettega, è stata per 12 anni – 12 anni lunghi e bui - la Casa degli Orrori del calcio italiano, il luogo dove venivano perpetrati, messi a punto e realizzati i più orrendi “delitti sportivi” che mente umana abbia mai concepito. Dai giocatori dopati agli arbitri telecomandati, una vergogna senza fine, una vergogna senza limiti, una vergogna che nessuna sentenza di condanna potrà mai cancellare.

Coraggio! Per 12 anni ci hanno rifilato un polpettone avvelenato. Oggi che i giudici ce lo hanno messo nero su bianco, almeno non facciamo finta di niente...


Bene, non qui, ma altrove, ho sempre sostenuto che il “Processo alla Juve” , era, di fatto, un processo al calcio, perché non ho mai pensato che le consorelle della pelota fossero anime candide....
Resta il fatto, che nell’unico blitz delle autorità sulle società di calcio, in quel di Torino, sono stati requisiti nelle sedi juventine 284 farmaci, tutti sprovvisti di ricette, ed una quarantina, coperti da certificati, nelle sedi granata. Il tutto, a somma degli eventuali destinatari, ovvero gli atleti maggiorenni delle due società, in un numero non superiore alle sessantacinque unità…

Per fare un confronto: nell’iper-dibattuto ed iper-reclamizzato blitz di Sanremo al Giro, furono requisiti, su 160 ciclisti circa, 89 farmaci.

La matematica, a volte, è significativa, anche per chi tendenzialmente l’odia come me…..

Saluti.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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  postato il 01/06/2007 alle 19:12
L'articolo di Ziliani è molto crudo, anche se non credo - come ha detto Morris - che l'Ajax di Van Gaal e il River Plate del '96 fossero immacolati, così come chi è arrivato dietro la Juventus in quei campionati.

Però, ecco, evidentemente l'orco doping non ha una faccia sola... magari questa storia servirà per fare aprire gli occhi a più gente.

 

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  postato il 01/06/2007 alle 19:12
Chissà se altri scriveranno la notizia oppure resteranno sempre vigili a captare il più insignificante vociferare proveniente dal mondo del cicllismo?

 

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  postato il 01/06/2007 alle 19:13
in quella juve correvano tutti come cavalli. la chiamavano la juve operaia.
non che nelle altre squadre non facessero niente, ma ho l'impressione (è solo un impressione, quindi, ovviamente potrei sbagliarmi del tutto) che il buon "agricola" non prescrivesse solo aspirine. mi ricordo che del piero e vialli in un paio di anni raddoppiarono la loro muscolatura. ve lo ricordate il vialli smilzo della samp (io ero piccolino, ma un po' me lo ricordo) o il del piero magrolino dei primi anni?

ciò detto pur pensando che nel calcio ci si dopa e come se ci si dopa io non credo che si raggiungano i livelli raccontati da un Jesus Manzano o da altri; ma potrei sbagliarmi per carità (non mi assalite, è una mia impressione). Ci vorrebbe un pentito di quelli importanti (mi ricordo che era uscito un libro di un giocatore dell'Olympique Marsiglia che raccontava come tutti i giocatori prima della finale contro il Milan di coppa campioni fossero dopati), ma l'omertà del calcio è dieci volte tanto quella del ciclismo...

 
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  postato il 01/06/2007 alle 19:19
Originariamente inviato da Alepphe

in quella juve correvano tutti come cavalli. la chiamavano la juve operaia.
non che nelle altre squadre non facessero niente, ma ho l'impressione (è solo un impressione, quindi, ovviamente potrei sbagliarmi del tutto) che il buon "agricola" non prescrivesse solo aspirine. mi ricordo che del piero e vialli in un paio di anni raddoppiarono la loro muscolatura. ve lo ricordate il vialli smilzo della samp (io ero piccolino, ma un po' me lo ricordo) o il del piero magrolino dei primi anni?


Ma infatti è stato dimostrato l'uso di Epo, basta leggersi le perizie, molto molto significative.
Il paragone poi con altre squadre proprio non regge perchè la forza di quella Juve, per chi se la ricorda, era proprio la corsa, il fisico, che caso no?

 

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  postato il 01/06/2007 alle 19:21
David, la sentenza finale dice: "Unico fatto non provato: la somministrazione di eritropoietina (Epo)".

 

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  postato il 01/06/2007 alle 19:27
Originariamente inviato da Morris

La seconda verità è che la Juventus che Umberto Agnelli decise di affidare chiavi in mano, nell’estate del ’94, alla leggendaria Triade composta dai gentiluomini Moggi, Giraudo e Bettega, è stata per 12 anni – 12 anni lunghi e bui - la Casa degli Orrori del calcio italiano, il luogo dove venivano perpetrati, messi a punto e realizzati i più orrendi “delitti sportivi” che mente umana abbia mai concepito. Dai giocatori dopati agli arbitri telecomandati, una vergogna senza fine, una vergogna senza limiti, una vergogna che nessuna sentenza di condanna potrà mai cancellare.






Quanto è vera e terribile questa cosa.


Non speravo fosse ancora in rete, ma mi ricordavo di aver visto un pezzo di una puntata di Report sul doping Juve.

http://www.report.rai.it/ram/vid20030930.ram

dovete avere Real Player per vedere lo streaming. Enjoy!

 

[Modificato il 01/06/2007 alle 19:37 by Alepphe]


 
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  postato il 01/06/2007 alle 19:45
Originariamente inviato da Alepphe

Ci vorrebbe un pentito di quelli importanti (mi ricordo che era uscito un libro di un giocatore dell'Olympique Marsiglia che raccontava come tutti i giocatori prima della finale contro il Milan di coppa campioni fossero dopati), ma l'omertà del calcio è dieci volte tanto quella del ciclismo...


Pochi sanno che Harald "Toni" Schumacher, portiere della Germania due volte seconda ai Mondiali negli anni '80, pubblico nel 1988 circa (non ricordo bene l'anno) un libro in cui svelava incredibili retroscena sul doping nel calcio, facendo anche nomi (ricordo - per la felicità di Marco83 - che tra quelli citati uno dei più gettonati era Briegel).

La carriera di Schumacher finì nell'istante esatto in cui il libro arrivò nelle librerie.

 
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  postato il 01/06/2007 alle 19:52
Beh, per quanto riguarda gli arbitri telecomandati.. non crediate (crediamo) che la juventus fosse l'unica...credo proprio che anche Milan (con i dirigenti co.co.co condannati), Inter (con il controllo sulle intercettazioni) e le maggiori squadre non fossero poi troppo da meno.
E per il doping nel calcio...c'è sempre stato e c'è ancora, ha ragione Zeman. Eliminare gli Agricola e dire che è tutto pulito è una solenne cretinata.

In ogni caso questo non ci serva a dire che siamo vittime..il problema nel ciclismo esiste. E molto più che nel calcio, ne sono convinto. Nel calcio devi correre per un'ora e mezza, e chi corre di più fa 4-5000 metri. Vuol dire 40 volte un campo di calcio, e una media dei 3 km all'ora. Fanno solo quello, poi doccia etc etc.
Non devono farsi migliaia di km in 3 settimane, e centinaia ogni giorno, dalle 5 alle 7 ore in bicicletta, dislivelli di migliaia di metri, sprint e attacchi. Obiettivamente il rischio doping è molto maggiore nel ciclismo, e questa cosa è evidente anche agli occhi dell'opinione pubblica. Poi c'è da aggiungere che tutti hanno fatto qualche partitella e sono arrivati alla fine più o meno arzilli, mentre mediamente 1 persona su 10 usa la bici per giri seri, di decine di km (almeno). Se un ragazzo di 15 anni gioca a calcio tutto il pomeriggio a luglio è normale, se prende la bici e fa 40-50 km lo guardano come un marziano. L'idea di fondo è che la bicicletta sia molto più faticosa dei 4 calci al pallone (e in genere lo è), quindi l'assunto ciclismo=doping è più familiare del pallone=doping.
Stesso discorso si può fare sostituendo il ciclismo con l'atletica (e in certi casi il nuoto).

 
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  postato il 01/06/2007 alle 19:54
Desmoblu, Pirlo - che non è un faticatore - nelle semifinali contro il Bayern Monaco di Champions League ha corso più di 11000 metri (undici-mila metri, undici km; lo scrivo più volte per far capire che non c'è alcuno zero in più) a partita.
Lo stesso Inzaghi, uno che siamo abituati a pensare come un attaccante che vivacchia a ridosso dell'area di rigore, in una delle semifinali (mi pare quella di ritorno) ha fatto 9.5 km.
Altro che 3-4000 metri.

Smettiamola di credere che il doping sia più importante dove si fa più fatica.
C'è il doping per gli sport di fatica e c'è il doping per gli sport "balistici".

 

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Livello Tour




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  postato il 01/06/2007 alle 19:54
Originariamente inviato da Monsieur 40%

David, la sentenza finale dice: "Unico fatto non provato: la somministrazione di eritropoietina (Epo)".


La questione è lunga e tecnica ma l'uso di Epo è stato provato eccome, la Cassazione non è potuta entrare nel merito di questa parte della sentenza finale, solo per questo si dice che "non è stata provata la somministrazione di Epo".

 

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  postato il 01/06/2007 alle 19:56
Il vero problema è che nel calcio l'interesse è altissimo, dato questo si tende coprire tutte le prove.
 
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  postato il 01/06/2007 alle 20:01
Originariamente inviato da desmoblu

In ogni caso questo non ci serva a dire che siamo vittime..il problema nel ciclismo esiste. E molto più che nel calcio, ne sono convinto. Nel calcio devi correre per un'ora e mezza, e chi corre di più fa 4-5000 metri. Vuol dire 40 volte un campo di calcio, e una media dei 3 km all'ora. Fanno solo quello, poi doccia etc etc.
Non devono farsi migliaia di km in 3 settimane, e centinaia ogni giorno, dalle 5 alle 7 ore in bicicletta, dislivelli di migliaia di metri, sprint e attacchi. Obiettivamente il rischio doping è molto maggiore nel ciclismo, e questa cosa è evidente anche agli occhi dell'opinione pubblica. Poi c'è da aggiungere che tutti hanno fatto qualche partitella e sono arrivati alla fine più o meno arzilli, mentre mediamente 1 persona su 10 usa la bici per giri seri, di decine di km (almeno). Se un ragazzo di 15 anni gioca a calcio tutto il pomeriggio a luglio è normale, se prende la bici e fa 40-50 km lo guardano come un marziano. L'idea di fondo è che la bicicletta sia molto più faticosa dei 4 calci al pallone (e in genere lo è), quindi l'assunto ciclismo=doping è più familiare del pallone=doping.
Stesso discorso si può fare sostituendo il ciclismo con l'atletica (e in certi casi il nuoto).


Ma poi scusami: ma sai che dopo una maratona (quindi 42 km e qualcosa) gli atleti hanno dei tempi di recupero altissimi?
Mi stai comparando la corsa a piedi con la bicicletta?

I 15 km/h in bici li tengono tutti, magari per un'ora e non per quattro, ma li tengono tutti.
Non è così per la corsa a piedi. Già andare a 8 km/h a piedi, per un'ora, è complicatissimo.

Sono due sforzi differenti.
290 km della Sanremo non sono paragonabili a 42 km (e qualcosa) di maratona. Proprio per niente.

 

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  postato il 01/06/2007 alle 20:19
Beh, i 5000 metri di corsa erano la media dei giocatori del Milan nella finale di Champions' :-)

Comunque non sto paragonando ciclismo e atletica, sto dicendo che sono entrambi sport di estrema fatica e che quindi per l'opinione pubblica (l'omino con la pancia e la moglie che gira l'insalata, per rimanere nello stereotipo) è più facile (probabile? logico?) che ci si dopi per correre 290 km su una bici o 42 km a piedi, piuttosto che per tirare calci a un pallone.
Questo è il mio pensiero.
Se poi questa convinzione è supportata da dati più o meno precisi (i blitz nel ciclismo, i record cancellati nell'atletica, i centometristi-armadio, gli ostacoloculturisti, le donne un po' mascoline nelle vasche dell'ex Germania divisa) la frittata è fatta.

 
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  postato il 01/06/2007 alle 20:20
Originariamente inviato da desmoblu

Beh, i 5000 metri di corsa erano la media dei giocatori del Milan nella finale di Champions' :-)


Compreso Dida, ovviamente.

P.S.: Ovvio che questa frittata, se incentivata ed avvalorata dalla cattiva informazione (spesse volte fatta per precise scelte: viste le amicizie e gli interessi di tanti, troppi editori) dei più "autorevoli" quotidiani e organi di informazione, diventi una frittatona. È questa disinformazione che dobbiamo combattere: notato che nessuno parla della sentenza contro-Juve e ieri addirittura Sport Time di Sky parlava dei controlli a sorpresa fatti a Riccò-Simoni-Di Luca-Mazzoleni? Non appiattiamoci ai livelli esistenti, cerchiamone (visto che le strade per trovarli ci sono) di nuovi.

 

[Modificato il 01/06/2007 alle 20:25 by Monsieur 40%]

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 01/06/2007 alle 20:21
Ha ragionee monsieur. Alle ultime olimpiadi mi pare di avere sentito un medico (dal monte credo) che disse che da una maratona si esce stremati e si deve recuperare con molto tempo. Inoltre ha detto che un atleta può correre max 2 maratone l'anno a buon livello (e solo 1 al max) vedi i vari atleti ne fanno una buona ed un'altra poco meno, poi magari si impegnano ma non a tutta, in corse da 10.000 o 1/2 maratone, sempre comunque come preparazione. Pensare che nel calcio si corre forse 80.000 - 9.000 a partita, con spesso 2 partite (ad alto livello) a settimana. E' vero che ci sono momenti in una partita nei quali si è fermi (ma comunque in piedi) o si cammina, ma ci sono momenti di scatti velocissimi e quelli si che si sentono, per non parlare di eventuali tempi supplementari. Questo non per dire che i calciatori siano dopati, ma che anche il clcio è molto duro e poi bisogna avera sempre in ogni momento una buona potenza di tiro. Comunque nella corsa a piedi la fatica per i muscoli è maggiore.

 

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  postato il 01/06/2007 alle 20:42
Eh, sulla fatica nella corsa a piedi ne so qualcosa... l'altro giorno ho corso una gara sui 4000 ed è stata tosta.
Comunque Monsieur, certo che non ci si ferma alle pappette dei media.. ti stavo solo spiegando il mio pensiero (e a occhio e croce siamo d'accordo).
A proposito di maratona, l'altro giorno c'è stata quella dell'Everest. Bellissima, ma per correre a quelle altitudini devi essere davvero in forma incredibile.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/06/2007 alle 20:51
oggi su repubblica se ne parlava: "doping, fu un disegno criminoso", articolo di marco travaglio.
 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 01/06/2007 alle 22:14
Originariamente inviato da desmoblu

Eh, sulla fatica nella corsa a piedi ne so qualcosa... l'altro giorno ho corso una gara sui 4000 ed è stata tosta.
Comunque Monsieur, certo che non ci si ferma alle pappette dei media.. ti stavo solo spiegando il mio pensiero (e a occhio e croce siamo d'accordo).
A proposito di maratona, l'altro giorno c'è stata quella dell'Everest. Bellissima, ma per correre a quelle altitudini devi essere davvero in forma incredibile.


e a che razza di quota correvano

 

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  postato il 01/06/2007 alle 22:23
Partiva dai 5356 (campo base) e finiva ai 3446 metri s.l.m.
E' stata vinta con un tempo di qualche secondo inferiore alle 4 ore.
Ecco qui:


(fonte delle foto: repubblica.it)

 

[Modificato il 01/06/2007 alle 22:39 by Monsieur 40%]


 
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Esordiente




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  postato il 01/06/2007 alle 22:37
HO appena stampato l'articolo di zilian..adesso ne faccio un bel po' di copie..
molto casualmente lunedi quando saro' in universita' ne sparpagliero' un po' in giro..
invito tutti a seguire il mio esempio


NO AL CALCIO..SI ALLO SPORT.
SI AL CICLISMO
SI AL GIRO D'ITALIA

 
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  postato il 01/06/2007 alle 22:49
hehe...scusa Monsieur, avevo dimenticato la fonte
(grazie per l'aggiunta)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/06/2007 alle 22:53
Originariamente inviato da nzefilippo

SI AL CICLISMO
SI AL GIRO D'ITALIA


Intanto benvenuto!!

Bravissimo Morris, ottimo come sempre

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/06/2007 alle 23:17
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Desmoblu, Pirlo - che non è un faticatore - nelle semifinali contro il Bayern Monaco di Champions League ha corso più di 11000 metri (undici-mila metri, undici km; lo scrivo più volte per far capire che non c'è alcuno zero in più) a partita.
Lo stesso Inzaghi, uno che siamo abituati a pensare come un attaccante che vivacchia a ridosso dell'area di rigore, in una delle semifinali (mi pare quella di ritorno) ha fatto 9.5 km.


ma come vengono calcolati i km che fa un calciatore?
Teniamo conto che i 90 minuti di gioco non sono mai effettivi, e 11 km sono più o meno 100 volte il campo da una parte all'altra.

E un arbitro quanti km fa?

 

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  postato il 01/06/2007 alle 23:22
Originariamente inviato da antonello64

ma come vengono calcolati i km che fa un calciatore?


Suppongo con qualche sensore trigonometrico nelle telecamere (un po' come il calcolo della distanza della barriera, etc.).
Ci sarebbe anche il contapassi, in effetti, ma non credo che i calciatori giochino con un contapassi.

E un arbitro quanti km fa?


Non lo so, ma devi calcolare che un arbitro si ferma pressoché sempre ai limiti delle due aree di rigore, e quindi son già 32 metri in meno di corsa verticale. Poi, se ha gli assistenti, anche lateralmente si muove pochissimo. È vero, forse il moto è più perpetuo, ma suppongo che più di 6 km a partita un arbitro non ne faccia (a noi ci facevano allenare sulla distanza di 3800 metri per il "lungo" e 1 km per il "corto", quindi...).

 

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 02/06/2007 alle 00:46
impossibile, dov'è finito lo stile gggiuventus?
 
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Livello Freccia Vallone




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  postato il 02/06/2007 alle 11:54
La juve chiede i danni al mafioso Moggi e Giraudo(scappato in Inghilterra).
ERA ORA!!!!!!!!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/06/2007 alle 11:59
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da antonello64

ma come vengono calcolati i km che fa un calciatore?


Suppongo con qualche sensore trigonometrico nelle telecamere (un po' come il calcolo della distanza della barriera, etc.).
Ci sarebbe anche il contapassi, in effetti, ma non credo che i calciatori giochino con un contapassi.

E un arbitro quanti km fa?


Non lo so, ma devi calcolare che un arbitro si ferma pressoché sempre ai limiti delle due aree di rigore, e quindi son già 32 metri in meno di corsa verticale. Poi, se ha gli assistenti, anche lateralmente si muove pochissimo. È vero, forse il moto è più perpetuo, ma suppongo che più di 6 km a partita un arbitro non ne faccia (a noi ci facevano allenare sulla distanza di 3800 metri per il "lungo" e 1 km per il "corto", quindi...).


non so in quale categoria ma è stato calcolato che l'arbitro fa 13-14 km a partita.........

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/06/2007 alle 15:34
...ma in genere non fa più di una partita a settimana....
E soprattutto, va tenuto conto che gli arbitri corrono soltanto, i giocatori fanno un milione di altri movimenti....
E se anche gli arbitri fossero dopati??'

 

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  postato il 02/06/2007 alle 15:37
Originariamente inviato da simone89

non so in quale categoria ma è stato calcolato che l'arbitro fa 13-14 km a partita.........


Non so perché ma non ce lo vedo Mario che faceva 13-14 km a partita, al massimo 1,3-1,4

 
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  postato il 02/06/2007 alle 15:38
Bè, oddio, l'arbitro corre soltanto, sì, ma deve avere tutta la lucidità del mondo per poter vedere, decidere, e fischiare in tempo (che spesso equivale ad un secondo al massimo).

Questo "idealmente", si sa, perché nella realtà l'arbitro spesso sa già a favore di chi fischiare...

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 02/06/2007 alle 15:39
Originariamente inviato da simone89

non so in quale categoria ma è stato calcolato che l'arbitro fa 13-14 km a partita.........


Non so dove tu abbia letto un simile dato.
Se ciò corrispondesse a verità, i primi a dover essere controllati dall'antidoping (cosa che sarebbe da farsi comunque...), sarebbero proprio gli arbitri!

Pensare a certi "rataponzoli" che lasciano Gattuso a due chilometri, mi è impossibile anche considerando la probabile già avvenuta presenza del doping genetico nel mondo del calcio.

Per quanto ne so io, il limite degli arbitri, sta sotto i cinque chilometri.

 

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  postato il 02/06/2007 alle 15:39
Originariamente inviato da Seb

Originariamente inviato da simone89

non so in quale categoria ma è stato calcolato che l'arbitro fa 13-14 km a partita.........


Non so perché ma non ce lo vedo Mario che faceva 13-14 km a partita, al massimo 1,3-1,4


Io ho sempre seguito i consigli del saggio Liedholm: "Faccio correre il pallone".

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/06/2007 alle 16:04
Originariamente inviato da Morris

Originariamente inviato da simone89

non so in quale categoria ma è stato calcolato che l'arbitro fa 13-14 km a partita.........


Non so dove tu abbia letto un simile dato.
Se ciò corrispondesse a verità, i primi a dover essere controllati dall'antidoping (cosa che sarebbe da farsi comunque...), sarebbero proprio gli arbitri!

Pensare a certi "rataponzoli" che lasciano Gattuso a due chilometri, mi è impossibile anche considerando la probabile già avvenuta presenza del doping genetico nel mondo del calcio.

Per quanto ne so io, il limite degli arbitri, sta sotto i cinque chilometri.


beh, non ci vuole moltissimo a correre 13 km in 90'... personalmente potrei anche farlo tutti i giorni, scatti e controscatti compresi. Lucidità? un infinitesimo rispetto a quanta ne serve ai calciatori.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 03/06/2007 alle 13:52
Mi era sfuggito questo ottimo intervento di Morris.
Domande:
1) Che consistenza mediatica hanno avuto queste motivazioni? A me l'articolo di Travaglio è sfuggito ( o era piccolo o mi sto rincretinendo), in televisione non ho sentito nulla ma può darsi che sia sfuggito a me:
2) Come è spiegato che sia escluso l'uso di epo? Perché la perizia di D'Onofrio è piuttosto chiara ( simile alle tante fatte per Pantani): valori ematici fisiologicamente inspiegabili per alcuni calciatori.
Sono stati spiegati fisiologicamente? e se non sono stati spiegati, come mai perizie del genere se fatte su un ciclista sono la prova provata e per un calciatore escludono l'uso di epo?
3) Come mai certe considerazioni ( uso certo di doping e impossibilità dell'inconsapevolezza dei calciatori) sono nelle pieghe di motivazioni di una sentenza di assoluzione e non vengono sbandierate? Come mai ogni volta che parla di un calciatore di questa squadra uno come Travaglio non aggiunge "dopato"? Come mai quando si parla di partite non si parla mai di queste cose?
Mi ricorda la sentenza su Conconi, assolto ma poi nelle motivazioni si parlava di doping di Stato. ma quello che conta, per l'opinione pubblica, è solo l'assoluzione, ovviamente.
4) L'applicabilità del reato di frode sportiva al medico o all'amministratore, secondo me, è giusta. Perché solo in questo caso si verifica una corrispettività di prestazioni, non nel doping autogeno dell'atleta( dove cioè sia imputato solo l'atleta).
Purtroppo anche qui dovrei sottolineare " il diverso trattamento" fra questo caso e un caso a me molto conosciuto e caro ma smetto di tediare.
5) Anche qui è palese la determinazione del sistema calcio di tenere lontana l'immagine dei calciatori dal doping perché solo quel tipo di "imbroglio" è letale per il sistema.
Così poco spazio e , soprattutto, separazione dei servizi televisivi e degli articoli: se si parla di partite non si parla di doping e tutto il resto messo in atto per tutelare il calcio.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/06/2007 alle 16:03
Originariamente inviato da Donchisciotte

Mi era sfuggito questo ottimo intervento di Morris.
Domande:
1) Che consistenza mediatica hanno avuto queste motivazioni? A me l'articolo di Travaglio è sfuggito ( o era piccolo o mi sto rincretinendo), in televisione non ho sentito nulla ma può darsi che sia sfuggito a me:


Consistenza mediatica minima su carta, pressoché inesistente in TV. Ma era ovvio, il calcio serve…...

2) Come è spiegato che sia escluso l'uso di epo? Perché la perizia di D'Onofrio è piuttosto chiara ( simile alle tante fatte per Pantani): valori ematici fisiologicamente inspiegabili per alcuni calciatori.
Sono stati spiegati fisiologicamente? e se non sono stati spiegati, come mai perizie del genere se fatte su un ciclista sono la prova provata e per un calciatore escludono l'uso di epo?


Diciamo che sui calciatori la magistratura ha usato un metro giusto, nel senso che la scienza non è in grado di dimostrare, in maniera inconfutabile, attraverso gli sbalzi di ematocrito, l’uso di epo. Per Pantani non è stato lo stesso, perché insisteva nella magistratura, perlomeno in primo grado, una chiara volontà d’effetto, ovvero ciò che sempre si vuole negare (soprattutto a sinistra) come presente o possibile in quelle stanze. In altre parole, la Cassazione ha ciabattato anch’essa la sentenza di Forlì. Per verificare l’uso di epo, ci vuole dell’altro, non presente e disponibile, sia nel caso di Marco e sia per i giocatori juventini.

3) Come mai certe considerazioni ( uso certo di doping e impossibilità dell'inconsapevolezza dei calciatori) sono nelle pieghe di motivazioni di una sentenza di assoluzione e non vengono sbandierate?


Si ritorna agli inizi…
Il calcio serve e può rivoltare come un calzino gli stessi equilibri politici, ed un contorno mediatico che, nel pallone, vive e prospera. Non siamo di fronte ad uno sport, come il ciclismo, che ha venduto se stesso agli intersessi del Coni e della politica. Uno sport uguale agli altri, ma creatosi fesso per determinarsi principe del masochismo.

Come mai ogni volta che parla di un calciatore di questa squadra uno come Travaglio non aggiunge "dopato"? Come mai quando si parla di partite non si parla mai di queste cose?


Travaglio è un giullare del potere, uno che se non ci fosse, non cambierebbe nulla. Uno che sta bene fra i DS e la loro tragedia, e sta altrettanto bene a scrivere su Repubblica, ovvero lo strumento più cancerogeno per seminare neoplasie sul cambiamento e l’evoluzione dell’Italia verso un futuro da Paese realmente evoluto. Lo dico dal 1976 e lo ribadirò fino alla morte, sicuro di non aver mai azzeccato così bene un “perché”….
Se fossi un ganglio del potere, mi contornerei di fogli come Repubblica e di giornalisti come Travaglio. E’ storia vecchia, ma tanto è.

Mi ricorda la sentenza su Conconi, assolto ma poi nelle motivazioni si parlava di doping di Stato. ma quello che conta, per l'opinione pubblica, è solo l'assoluzione, ovviamente.


Conconi, era il mammasantissima del CONI, ha aiutato un mare di discipline sportive a coprirsi d’oro. Era appunto il fautore del doping di Stato, dal 1984 fino al 1997 circa. Uno scienziato vero (dove sta scritto che la scienza e la moralità sono siamesi?), che ha espresso una scuola dalla quale i primi ad essere esclusi, sono stati taluni poveracci dell’Ente, che pure cercavano di dopare a più non posso, ma che non ci riuscivano essenzialmente per incapacità. Le reazioni vendicative interne all’Ente, ed un preciso disegno politico che tu hai perfettamente narrato nel “capro espiatorio”, hanno significato la parziale fine del ferrarese, ma i suoi teoremi, le sue scoperte, han continuato a passare orizzontalmente sullo sport intero. L’unico cambiamento avvenuto, ci porta ciprie confondenti ed un mare di ipocrisia, sia in Italia e sia nel mondo. Nel nostro Paese poi, il CONI, stra-protetto, ha deciso interamente le coordinate e quella mefite che si vede oggi, ha una testa pensante che sta al Foro Italico.

4) L'applicabilità del reato di frode sportiva al medico o all'amministratore, secondo me, è giusta. Perché solo in questo caso si verifica una corrispettività di prestazioni, non nel doping autogeno dell'atleta( dove cioè sia imputato solo l'atleta).
Purtroppo anche qui dovrei sottolineare " il diverso trattamento" fra questo caso e un caso a me molto conosciuto e caro ma smetto di tediare.


Sottoscrivo!

5) Anche qui è palese la determinazione del sistema calcio di tenere lontana l'immagine dei calciatori dal doping perché solo quel tipo di "imbroglio" è letale per il sistema.
Così poco spazio e , soprattutto, separazione dei servizi televisivi e degli articoli: se si parla di partite non si parla di doping e tutto il resto messo in atto per tutelare il calcio.


Anche questo è verissimo, ma troverai sempre, pure qui, un mare di gente che non ne è convinta, per il semplice motivo che in Italia, il potere economico e politico (quasi sempre la stessa cosa), ha costruito processi simpatetici a favore del calcio, per farne strumento di imbarbarimento intellettivo (ehhhh….quanto era intelligente Fernando II) e tutti, chi più chi meno, hanno una debolezza verso quella sfera….. A volte, per mera difesa campanilistica, a volte per interesse e così via. In Italia, questo volere, non ha fatto crescere la cultura sportiva e tanti altri mali sono venuti al pettine.
Nel nostro Paese però, vive una fiorente fune di moralità cattolica, ovviamente spesso bestemmiata nonostante le confessioni-comunioni e gli “atti di dolore”; è presente il Papa con tutto quel che ne consegue, ed è più pericoloso immettere nelle masse, la convinzione di una immoralità come il doping, piuttosto che dare in pasto a loro un Moggi ed un relativo sistema mafioso. Il primo, è considerato un distinguo grave, perché verrebbe immediatamente memorizzato nelle consistenze numeriche di una immoralità di massa, mentre il secondo fa parte di quelle devianze che si considerano nell’immaginario collettivo, come eccezioni negative che formano uno specchietto per continuare a darsi credibilità. Non a caso, anche se Desmoblu ha qui sostenuto il contrario, i pizzicati all’antidoping nel calcio, trovano pene severe solo per cocaina, mentre per il VERO doping alcuni mesi, sempre contenuti in un numero ridicolo, rispetto a ciclismo o ad altre discipline.

Ciao!

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 03/06/2007 alle 17:39
Infatti, Morris, penso anch'io che il processo alla Juve si sia svolto secondo giustizia.
In assenza di una legge sul doping l'atleta non può essere incriminato e, infatti, correttamente, il PM GUariniello ( lo stesso del processo Juve e del processo Pantani) ha considerato i calciatori come testimoni. Solo che, appunto, poco prima, aveva considerato Pantani unico imputato.
Giustamente i giornali hanno separato le vicende doping da quelle sportive, sottolinenado, così, che il doping e il talento sono cose diverse.
Giustamente la perizia, nel dubbio,perché la certezza assoluta la perizia, che è uno strumento di cui il giudice si serve per formare il suo convincimento,non la dà, nel dubbio, appunto, si conclude che non è dimostrato l'uso di epo.
Giustamente nessun giornalista direbbe di un calciatore: dopato.
Giustamente nel calcio sono imputati medici e dirigenti ( di cui ai tifosi nulla frega).
Giustamente, appunto.
Solo che nel ciclismo non è così. E questo, questi conti che non tornano, la gente, miracolosamente, forse lo capisce.
Su Conconi: anche il PM Spinosa dice di Conconi che è un grande scienziato. In più è simpatico. Come pare lo siano anche alcuni suoi ex colloboratori ( per esempio Cecchini).

 

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  postato il 03/06/2007 alle 21:13
Originariamente inviato da Donchisciotte
5) Anche qui è palese la determinazione del sistema calcio di tenere lontana l'immagine dei calciatori dal doping perché solo quel tipo di "imbroglio" è letale per il sistema.


noto con piacere che continui a tenerti alla larga dagli stadi.

 

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