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Autore: Oggetto: I corridori meritano rispetto!

Livello Fausto Coppi




Posts: 2337
Registrato: Jan 2007

  postato il 21/05/2007 alle 14:38
Lo meritano tutti , indistintamente.
Lo merita ancora di piu un uomo che in sella ad una bicicletta ha dato onore all'Italia sportiva.
Riporto pari pari l'articolo di stamane apparso su repubblica. giudicate Voi.

DAL NOSTRO INVIATO Maurizio Crosetti
FIORANO - Che proprio non fosse giornata, Paolo Ugo Fantozzi Bettini avrebbe dovuto capirlo già ieri mattina presto, inciampando nell´attraversare la strada davanti all´albergo. E cadendo. «Come un salame. Non ho visto un gradino sull´asfalto e mi sono storto la caviglia». Il suo massaggiatore (invece della signora Pina) gli ha portato la borsa del ghiaccio. «Un male cane e tanta paura. Poi sono salito in bici e ho pensato: ci proverò anche oggi». Ci ha provato infatti: dimostrando, con infinita tenacia e nerissima pervicacia, che se una cosa va male può sempre andare peggio.
La sua "Coppa Cobram", chiamata per convenzione «ottava tappa del Giro d´Italia da Barberino del Mugello a Fiorano Modenese», il campione del mondo della sfiga l´ha vissuta sempre in testa, almeno fino agli ultimi dieci metri: poi l´ha infilato un norvegese che non vince mai. Sono soddisfazioni. «Non arriva, la vittoria non arriva, cosa volete che vi dica? Proverò, proverò ancora in tutti in modi. Ma il giorno giusto era oggi». E prima di superare il traguardo, Paolino libera un gestaccio, un «va a quel paese» disegnato nell´aria con il braccio destro.
Per rovesciare la strana legge di Murphy che per Ugo Bettini è diventato il Giro d´Italia, l´iridato era partito al chilometro venticinque insieme a quei gregari che nessuno si fila, nonché al giovane Riccò che tutti si filano anche troppo. Centottanta chilometri a piede libero, proprio il piede appena storto sul gradino d´asfalto, in compagnia di altri ventisei corridori (diventeranno ventuno) e: tre costole ammaccate, un ginocchio tumefatto e dolorante, una caviglia sbilenca, un cuore grande come una mongolfiera, due polmoni a stantuffo e un gattaccio nero che da qualche parte, è sicuro, avrà attraversato la strada a Fantozzi l´iridato.
In fuga insieme a Bettini c´era anche il ricordo della caduta all´ultima Tirreno-Adriatico, non poco fantozziana pure lei: contro un cartello stradale. E che dire del volo a Vico Equense, quarta tappa? Scivola la maglia rosa Gasparotto, si trascina dietro il povero Bettini e gli pianta un pedale nel fianco, giusto qualche centimetro sotto la botta del cartello. E mica in un giorno qualsiasi: perché Bettini aveva deciso di attaccare più avanti, sulla salita di Montevergine. Ma nel suo caso, sarebbe stato meglio un arrivo a Lourdes (o forse no, forse il povero Paolino sarebbe caduto anche lì).
«Sto meglio, quasi bene, ho assorbito la botta e si arriva nella mia Toscana. Ci proverò, ci proverò in ogni modo» aveva detto sabato mattina, prima di pedalare verso l´autodromo del Mugello. Stava talmente bene, Paolo Ugo, da decidere una sparata in salita per sfiancare un po´ di velocisti e cartonare la loro lingua: missione compiuta, infatti il gruppo si spacca e molti sprinter devono rincorrere. Poi rientrano, però stanchi morti. Volata: Bettini a ruota di Petacchi che è una moto (col sidecar: Hushovd, un altro norvegese!) e il campione del mondo della sfiga arriva terzo. Un po´ meglio, anzi molto peggio gli era andata a Bosa, seconda tappa e secondo pure lui, dietro McEwen. Non si dice sempre che il secondo, in bici, essendo il primo dei battuti è quello che rosica di più?
E siamo finalmente all´ultimo chilometro della "Coppa Cobram", che il grillo affronta con la dote di due cadute (di cui una a piedi), un secondo e un terzo posto, lividi assortiti come caramelle e rabbia da riempirci un silos. Gli altri, i gregariacci, provano a levarselo da ruota con una serie di scatti come scosse elettriche, tutte assorbite da lui in prima persona. Applausi dietro le transenne, la gente vuole veder vincere il campione del mondo così amato, così sfortunato. Seicento metri al traguardo, parte Sella (con quel cognome poteva fare solo il ciclista o il fantino) e Paolo ci mette due attimi a capire, lo spazio tra il fuggiasco e l´iridato s´allunga, parti campione o ti fregano ancora. Allora lui scatta e si fa mezzo chilometro tutto nel vento, morde l´asfalto, lo brucia, avvicina Sella, lo affianca, lo salta, ecco che è primo. Primo? Sì, primo dei battuti. Perché da dietro gli arriva il norvegese. Al vichingo la "Coppa Cobram", davanti al ragionier Bettini Ugo.
Repubblica 21 maggio 07

 
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Livello Giuseppe Saronni




Posts: 685
Registrato: May 2006

  postato il 21/05/2007 alle 14:54
Sinceramente non mi pare un articolo così offensivo, si scherza un pò sulla sfiga di Bettini.

 

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IL CINGHIALE DEL PEDALE

 
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Livello Federico Bahamontes




Posts: 393
Registrato: Dec 2006

  postato il 21/05/2007 alle 15:13
sono sconcertato personalmente tra tanti paragoni possibili quello tra bettini è senza dubbio il più fuoriluogo.
Fantozzi l'impegato medio che piegato al suo destino e alla sfortuna più che vivere si limita a sopravvivere che ha da spartire bettini portacolori dell'iride e dei cerchi olimpici che nonstante le continue cadute non ci sta e si gioca tutto nel tentativo di vincere e quasi ci riesce, certo ci si è fermati al quasi ma questo non toglie che si sia trattato di bel gesto atletico degno del campione che è e ben fa sperare.

Piuttosto la vera domanda è una sola: perchè gente come Maurizio Crosetti continua a scrivere di ciclismo, non potrebbero utilizare il loro tempo in modo più profiquo, che ne so raccogliendo le cartacce ai bordi della strada?

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3150
Registrato: Jun 2005

  postato il 21/05/2007 alle 15:14
L'articolo non è riuscitissimo, ma non mi pare offensivo.
 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2337
Registrato: Jan 2007

  postato il 21/05/2007 alle 15:23
oddio, campione del mondo della sfiga o coppa kobram la durissima tappa di ieri mi sembrano delle odiose prese x il Q
 
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Livello Classica San Sebastian




Posts: 70
Registrato: Dec 2006

  postato il 21/05/2007 alle 15:27
Non ci vedo nessuna mancanza di rispetto... credo che Bettini sia il primo a farsi una risata leggendo un articolo come questo... e magari gli dà anche la carica per provarci ancora

Sono ben altri i modi in cui alcuni giornalisti mancano quotidianamente di rispetto a corridori e lettori

 

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So' sajitu aju Gran Sassu,
so' remastu ammutulitu...
me parea che passu passu
se sajesse a j'infinitu!

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2432
Registrato: Jan 2005

  postato il 21/05/2007 alle 15:38
ironia e due risate fan bene al mondo, ma ricordiamo che...
di coppa kobram (o cobram per i meno tamarri ) ce n'è una sola

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Giuseppe Saronni




Posts: 685
Registrato: Sep 2005

  postato il 21/05/2007 alle 15:54
Un po' di senso dell'umorismo, suvvia... Bettini sarà stato il primo a riderci su!

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6314
Registrato: Jun 2005

  postato il 21/05/2007 alle 15:58
A me è piaciuto quello odierno di Gatti in stile Naja.
Zitto spina e abbassa lo sguardo!!

Eccolo:
Fiorano - Poche storie: il gruppo è una caserma, la vecchia comanda e la spina abbassa lo sguardo. Il giallo di Fiorano ha dunque una spiegazione molto semplice: il congedante Paolo Bettini, che ha pure i gradi di campione del mondo, non vuole tra i piedi la recluta Riccardo Riccò. Non la vuole nella fuga assassina che comincia dopo 24 chilometri di corsa, e che rischia seriamente di sconvolgere il Giro. Sicuramente lo condizionerà ancora a lungo, vista le gente che guadagna molto tempo, vista la gente che molto ne perde, ma soprattutto visti veleni e coltellate che volano fino all'arrivo.

Sono in ventidue, nella fuga. Ma uno è di troppo. Lui, il pivellino, Riccò. È un talento naturale, promette grandi cose, ma sinora ha messo in mostra due difetti imperdonabili, almeno nella caserma del gruppo: alza la cresta con i congedanti, non abbassa lo sguardo. Il suo errore peggiore lo commette già in primavera, praticamente al Car: parlando dei colleghi, lui che è appena arrivato, li definisce «vegetali». Perché non vanno all'attacco, perché vivono di rendita, perché non s'inventano più nulla. È un'opinione legittima, ma non può pretendere di passare inosservata. I vegetali, su certe cose, si svegliano: altro che, se vanno all'attacco. Qualche giorno dopo, la recluta Riccò ha subito modo di capirlo. Milano-Sanremo: il pivello attacca sul Poggio, ed ecco dietro la furibonda rincorsa di Bettini. Come un gavettone d'avvertimento: occhio, spina, dormi preoccupato.

E siamo al giallo di Fiorano. Riccò si butta nella fuga dove ci sono molti anziani, tra i quali proprio Bettini, che tutti li comanda. Nessuno sarà mai in grado di riproporre per filo e per segno le parole che girano. Ma in caserma non servono neppure tanti discorsi: spina, abbassa lo sguardo e gira alla larga.

È a questo punto che il giallo si fa più giallo: cosa davvero succede nel gruppo in fuga? Soprattutto: cosa davvero succede nella testa della nostra imprudente e sfrontata recluta? La versione ufficiale degli anziani spiega semplicemente che il ragazzo non ce l'ha fatta a tenere il ritmo di marcia. Da parte sua, il ragazzo piagnucola cose del tipo «mi facevano i buchi, mi correvano contro» e via balbettando. Resta il fatto certo: Riccò lentamente si sfila, lui solo, e si fa riprendere dal gruppo.
Siamo alla fase due della storia: le conseguenze. Così facendo, la squadra di Riccò, che è pure quella di Simoni, si trova a inseguire per oltre cento chilometri, aiutata soltanto dal team tedesco della maglia rosa Pinotti. Le altre hanno quasi tutte davanti un proprio corridore. Ma più che altro, non provano alcuna simpatia per la squadra del duo Riccò-Simoni. Risultato finale? Lo spiega meglio lo stesso Simoni, mai così lucido: «Non ho capito le decisioni di Riccò. Ha fatto tutto da solo. Così, però, ha rischiato di buttare a mare il Giro. Abbiamo regalato quattro minuti a tanti corridori tenaci. Non sarà facile, adesso, recuperarli. Se stava in fuga, non avremmo rincorso come folli per cento chilometri».

Non fa una piega. Il vecchio Gibo, stavolta, tiene ragioni da vendere: Riccò aveva l'obbligo di restare nella fuga. Passivo, a ruota. Lasciando pure che la fuga morisse per dissapori interni. Ma almeno la sua squadra non si sarebbe spremuta in una demenziale giornata di rincorsa. È l'Abc della tattica.

E qui perveniamo diretti al punto fondamentale del giallo. Al movente. Perché Riccò non è rimasto in fuga? Se davvero non ce l'ha fatta, siamo al ridicolo: significa che un giovane dipinto come il Pantani di domani non riesce a tenere le ruote su una salitella, dopo solo 25 chilometri di corsa. Se invece s'è tirato indietro per paura del nonnismo, la preoccupazione è più strisciante, ma non meno seria: significa che non ha personalità. Che usa molto la lingua per dare dei vegetali ai congedanti della caserma, ma che al primo bau corre a nascondersi dalla mamma. Una cosa è certa: la spina che abbassa lo sguardo non vince i Giri d'Italia.

Fonte Il giornale.it

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Octave Lapize




Posts: 479
Registrato: Jun 2005

  postato il 21/05/2007 alle 16:09
Originariamente inviato da stress

E qui perveniamo diretti al punto fondamentale del giallo. Al movente. Perché Riccò non è rimasto in fuga? Se davvero non ce l'ha fatta, siamo al ridicolo: significa che un giovane dipinto come il Pantani di domani non riesce a tenere le ruote su una salitella, dopo solo 25 chilometri di corsa. Se invece s'è tirato indietro per paura del nonnismo, la preoccupazione è più strisciante, ma non meno seria: significa che non ha personalità. Che usa molto la lingua per dare dei vegetali ai congedanti della caserma, ma che al primo bau corre a nascondersi dalla mamma. Una cosa è certa: la spina che abbassa lo sguardo non vince i Giri d'Italia.

Fonte Il giornale.it


Secondo me Riccò a fine tappa era imbufalito con se stesso per essersi fatto intimidire da bettini e dagli altri. Da uno come lui non ci si aspettava una resa simile, ma è giovane, non mi sembra un quaquaraquà, può rimediare. Di sicuro c'è che nelle tappe di salita vedremo una saunier all'attacco e questo è un bene per lo spettacolo.
gall

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Dec 2003

  postato il 21/05/2007 alle 16:21
Bravo Stress,
hai postato il miglior articolo di giornata.
Gazzetta dello Sport e Corriere sono stati meno audaci ma anche meno efficaci nel dipingere quello che accade nel gruppo di una corsa lunga e complessa come il Giro.
Non compro mai il Giornale, ma Gatti e Stagi sono i migliori cronisti del ciclismo.

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Oct 2005

  postato il 21/05/2007 alle 16:40
Originariamente inviato da Frank VDB
Bravo Stress,
hai postato il miglior articolo di giornata.


Concordo pienamente


Ma non ho proprio capito cosa avesse di offensivo l'articolo di Crosetti.
Anzi, visto che è stato postato anche l'articolo di Gatti, dare del Fantozzi è più offensivo che dare del "nonno" (e anche un po' mafiosetto)?
C'è qualche "regola non scritta del ciclismo" che non conosco?

 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 21/05/2007 alle 17:49
l'articolo di crosettti mi è sembrato piu' che altro insignificante. Repubblica ha già gianni mura e capodacqua del resto, che sono i migliori, e crosetti può giusto scrivere queste banalità. Molto bello quello di Gatti.

 

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: May 2005

  postato il 21/05/2007 alle 20:13
Ad essere sincero, entrambi gli articoli non mi dispiacciono e la penso come Euge: se ci fosse anche un po' di (auto)ironia tra di noi, magari si vivrebbe un po'meglio, no?

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/05/2007 alle 20:28
Originariamente inviato da marco83

Ad essere sincero, entrambi gli articoli non mi dispiacciono e la penso come Euge: se ci fosse anche un po' di (auto)ironia tra di noi, magari si vivrebbe un po'meglio, no?

Ueeee spina, rispetto e rassegnazione!!!!!!!
E abbassa lo sguardo!!
E quando ti passa...............

NDR: Il segno della stecca non sono riuscito a trovarlo e me ne scuso.
Ho comunque trovato il placebo, eccolo:
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"MUTO"

 

[Modificato il 21/05/2007 alle 20:30 by stress]

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2006

  postato il 21/05/2007 alle 21:25
Di auto-ironia io ne ho da vendere!

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Gino Bartali




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Registrato: Sep 2006

  postato il 21/05/2007 alle 23:22
Caro Bettini, beccati del califfo. Nel senso meno glorioso del termine, intendiamoci.
Purtroppo penso proprio che Gatti abbia colto nel segno, anzi anche lui ha affondato solo in parte il coltello.Solo un veterano norvegese o americano poteva permettersi di vincere ieri. Al più poteva provarci un Aerts, altra vecchia bandiera oppure un Tinkoff, ma loro sono fatti così, li si può perdonare.
Questo però doveva scrivere Gatti, se avesse voluto raccontarla tutta: Bettini deve vincere una tappa al Giro, perchè la vuole lui e perchè fa bene a tutti. Il sistema di Gatti, invece, è quello di tanti altri: mai raccontare le cose per intero, si mette in pagina quel tanto che basta per fare un po' di polvere ma senza offendere i big. Metti che un Bettini si offende e nn mi da più un'intervista, che gli racconto io al Direttore galattico del Giornale?

Su Crosetti invece niente da dire. Mi pare un inoffensivo e godibile esercizio di scrittura, ad uso e consumo di chi legge di ciclismo solo durante il Giro o dopo i Mondiali se ha vinto un italiano. E poi contiene i fatti, particolare non trascurabile per un articolo di giornale...

 
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Livello Moreno Argentin




Posts: 376
Registrato: Apr 2007

  postato il 22/05/2007 alle 11:15
Bettini non mi sembra proprio il tipo di persona che se la prende per un articolo o paragone del genere ...
 
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