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Autore: Oggetto: La Seppia, il Capitello, il Pollame ed il Giro….

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 17/05/2007 alle 11:53
L’altro ieri, Joseph Blatter, in arte “Seppia Crucca”, è stato autore di una mossa, a mio giudizio furba e significativa…..

da tuttobiciweb.it:

Il presidente dela Fifa (la Federazione Mondiale del Clacio) Joseph Blatter ha fatto sapere di aver chiesto alla Wada i documenti relativi all'Operacion Puerto. A gettare ombre sul coinvolgimento di calciatori e squadre nell'inchiesta spagnola era stato, dopo le voci dei primi giorni, sempre smentite da fonti spagnole, il quotidiano francese Le Monde che nel dicembre scorso aveva parlato del coinvolgimento di numerosi altri sport, oltre al ciclismo, e tra questi il calcio.
Ai responsabili della Wada, Blatter ha detto di «voler sapere cosa c'è d avvero nei dossioer dell'Operacion Puerto. È di massima importanza per lo sport e per il football sapere se il nostro mondo è coinvolto».
Negli articoli pubblicati, Le Monde scriveva che Eufemiano Fuentes avrebbe inciso nei programmi di allenamento del Barcellona e del Real Madrid oltre ad aver seguito anche Valencia e Sevilla (gaurda caso, le prime quattro del campionato spagnolo attualmente in corso).


Il popolo dei beccaccini e della difesa ad oltranza della credibilità delle “istituzioni” sulla lotta al doping, ora sarà contento e metterà anche questa pietra sul proprio muro…d’ingenuità.
La realtà, come normali osservazioni e conoscenze vogliono, è diversa.
La Seppia, sa bene quanto sia estesa la potenza del calcio in Spagna, conosce altrettanto bene, “l’ufficialità” dell’ordinamento spagnolo e le conclusioni della cosiddetta OP. Sa che a far tacere il dottor Fuentes, con tanto di vasino da notte appiccicato al cu.lo, ci hanno già pensato i club ispanici, in vari modi. Insomma, sa che il tutto si concluderà con un “non luogo ad indagare e procedere” verso i pallonari, così potrà urlare, ancora una volta, che il calcio è pulito, ridando di conseguenza fiato alle trombe dei suoi affari e di quelli del gemello “ero solo calcio, fuori, sono uno che fa palpare i cogl.ioni”, tal Michel Platini, da non confondere con Platinette, perché il ciccione è un abisso avanti, per cultura e intelligenza.
La Seppia, giustamente, si rivolge alla Wada, Agenzia utile a sciacquare la bocca puzzolente del CIO, su quel doping che, per essere combattuto, avrebbe bisogno di una reale volontà degli stati e di quei penosi governi sportivi nazionali, da decenni appiccicati alla zattera delle medaglie, nonché di un totale cambio di strategia, pure tecnica, tra l’altro. Il nocchiero del pallone, sa bene quanto sia forte l’onda ipocrita che grava, da sempre, su quelle organizzazioni di “garanzia” e sa altrettanto bene, quanto sia pericolosa una eventuale uscita del calcio dal tempio chimico delle Olimpiadi.
La sua, è dunque una bella mossa di propaganda, che necessita di pelo sullo stomaco e di una normale furbizia: per intenderci quella che i colleghi dell’UCI possiedono in misura rarefatta, ed alla quale poco servono le aggiunte di quintali di ciprie grottesche a base di malto d’orzo.





All’uscita necessaria e normo-furba della Seppia, ha fatto eco l’italica pantomima della credibilità e serietà dell’ente che, se soppresso, nessuno ne sentirebbe la mancanza, perlomeno in quanto a pretesa di respirare aria pulita nello sport, il Coni. Per giungere a costruire un’effige sulla salute morale del Comitato, il Cyrano ha pensato di lasciare anche il campo delle dichiarazioni, ad un nuovo rampollo vestito di toga (più strutturale che figurata), dimenticando, che per una salute superiore al proprio orticello, i togati, dovrebbero sempre stare zitti e rendersi i più anonimi possibili.
In sostanza è cambiato solo il “naso”, ma il resto rimane ancorato ad un teatrino che anche le Torri elette Colonne per il bene del Cyrano, non vogliono modificare: screditare uno sport fino in fondo, per allontanare gli occhi dai sempre enormi scheletri sull’armadio dell’ente, nonché sulle altre discipline, soprattutto su quelle potenti e con dirigenti in grado di riportare, in seconda battuta, gli sguardi sulle marachelle di chi pensa e svolge in un palazzo del Foro Italico.
Ullallà, il Capitello uscito dalla elette Colonne, in origine semplici Torri, è quanto di meglio uno possa fare, per rendere pessimismo anche agli arditi chi guardan le istituzioni, nella sempre più fievole speranza di non assistere a pestaggi telecomandati o di pochezza autoctona.
Ed allora, fiato alle trombe delle Torri, ed anziché suonare, per tattica, che il pentito collabora al fine di creare quel panico siamese agli errori su cui inserirsi, l’eletto, intona le note di una delusione a mo’ di guercia figura goffa. Non contento, aggiunge che l’ambiente del pentito, certo insano e strutturalmente pollo prima ancor che criminoso, può gettare in un fosso quel poveraccio e, per questo, il pentimento non può essere libero.
Traspare da qui una volontà di circoscrivere, ripeto, che depista chi si vuole acculturare nelle realtà del tema causa di pentimento, che è orizzontale fino ad interessare fasce ben più potenti ed armate di quel povero esercito di polli d’allevamento. Fasce che scavalcano assai gli stessi organizzatori della produzione avicola e che l’ente che donator di toghe alle Torri eleggendole Colonne, conosce assai bene.
Suvvia, nella storia di quei pennuti, ci sono state tante pretese essenze costruite al di fuori delle uova, alcune col fare di mammiferi che ricordano le bufale, ma anche lì, qualche intelligenza da pennuto evoluto, diciamo da coccodè addestrato a ripetizione esiste, abbastanza per non incorrere in spinte verso il fosso, quando tutti lo guardano o vogliono notare.
Il rischio per la salute del pentito-pollo poveraccio, però, esiste realmente, ma non sta nei becchi dei colleghi all’interno dell’allevamento, bensì nella possibilità, concreta, di finire in pentola a cuocere pian piano, grazie a quei qualcuno che, dall’esterno della classica produzione avicola, partoriscono economia e non si rivolgono, ogni giorno, ad un boschetto, un rifugio o un comodo pollaio, per deporre un uovo.
Suvvia, Colonne Torri, questo Capitello canterino è distorcente, brutto, non sta né sul dorico, né sul corinzio, né sullo ionico e nemmeno sul composito, è solo goffo, da scolaretto elementare, ulteriormente limitato dalla foga della notorietà d’una improvvisa chiamata, fra flash, taccuini e telecamere, di un grande convegno di scultura!
Orsù dunque Signor Colonna, torni a fare il suo lavoro oscuro, arguendo tattica e pensieri alla Holmes, in un’indagine su fronti tentacolari e contemplanti pure le sue stanze, lasciando i lustrini della notorietà alle “vallette cosce lunghe” degli spot pubblicitari! Chiedo troppo? Ha ragione, ormai la devo smettere di pensare che i peri, diventino meli, per la magia dei mantelli….




Dal bailamme di questo giorni, il popolo dei polli dello sport, sta perdendo un’altra occasione per liberarsi dello status di burattini di penne e diventare, finalmente, una tribù di ominidi col sapore del latte.
Già!
Purtroppo, pare che il loro corso sacrificale, voglia limitarsi al silenzio, fra l’atterrito e l’inconsapevole, e quando lasciano ai polli eletti al ruolo di più grossi, quindi di tacchini, il compito di difendere la categoria, al coccodè-chicchirichì, non fanno seguito parole umane col fare sindacale, ma solo dei ptà ptà ptà brrrluuuuuuuuu. L’associazione dunque, ha solo sostituito il linguaggio tipico di galli e galline, col quello, ancor più rozzo, dei tacchini. L’ultimo atto della impronunciabile ACCPI, è di una timidezza unica e s’aggiunge all’oceano di silenzi, infortuni e squallidume che ha costellato la sua storia.
Qualcuno, che pollo non è mai stato, aveva capito, oltre dieci anni fa, tutto, ma proprio tutto. In primis, la pochezza, il malaffare, la vergogna degli equilibri interni di quel luogo orrendo chiamato a governare l’orizzonte sportivo. Purtroppo, ha sperato fino in fondo che i polli divenissero ominidi e, per questo, è umanamente morto.
Sarà, ma il tempo cementa ulteriormente la sconfinata stima che si può nutrire verso un’icona sempre più unica della propria vita, ed oggi, una voce ingovernabile come la mia, urla che Marco Pantani, non è stato solo il più grande campione del ciclismo italiano dopo l’epoca di Coppi, ed il più grande scalatore di tutti i tempi, ma un uomo grandioso, verso il quale sarò eternamente grato per aver dimostrato, col limpidezza, quanto sia stato stupido ad aver portato oltre i limiti del dovuto, la speranza di vedere melmoso anziché merd.oso, lo sport!





Ma veniamo al divertimento....al Giro d'Italia

Di corsa…..dopo Montevergine…

Come ho scritto ancora, Danilo Di Luca avendo raggiunto la forma in ritardo rispetto al 2005, può fare veramente bene in questo Giro…..fino a vincerlo. Se fossi in lui, dopo la convincente vittoria di ieri, risparmierei la bella Liquigas al massimo e correrei su chi è largamente favorito: Damiano Cunego.

Riccardo Riccò , potrà apparire uno spaccone, ma c’è, ed è un patrimonio di vivacità di cui si sente bisogno come il pane. Non farà buchi in salita come i grandi scalatori (categoria inesistente nel ciclismo odierno), ma se saprà attendere la verifica della prima lunga ascesa, ed il risultato dovesse essere confortante, dopo potrà sbizzarrirsi, fino a tentare l’acuto per un posto nel podio. Anche per lui c’è la ruota di Cunego da seguire….

Andy Schleck , è un bel corridorino che compirà i 22 anni a Giro terminato. E’ dunque il più giovane, fra i giovani. Chi dice che ha più talento del fratello Frank, ha probabilmente ragione. Deve imparare tanto, ma tutto quello che farà, rappresenterà un passo non indifferente sulla via di un obiettivo che il Lussemburgo attende dall’epoca del compianto e leggendario Charly Gaul.

Gilberto Simoni , è diventato un diesel per ragioni prima di tutto anagrafiche. Si farà certamente sentire coi chilometri, ma se dovesse vincere anche questo Giro, avremmo la dimostrazione che, giovanissimi (Schleck, Nibali e Riccò) e coetanei (Savoldelli) a parte, gli altri sono corridori da corse a tappe di serie B o C. I pochi secondi di ieri, non sono preoccupanti: ne ha presi di meno di quel che pensavo…..

Paolo Savoldelli , è un corridore molto intelligente, capace là dove tanti altri crollano, ma anche per lui l’anagrafe pesa. In più, questo è un Giro per……. Pantani, quindi basta ed avanza per dargli al massimo il 2% di probabilità di successo finale. Per una sua eventuale vittoria, varrebbe quanto detto per un successo di Simoni (più probabile comunque)….Ieri, intanto, su una salita fatta su misura per lui, s’è sfilato . Un segno preoccupante.

Vincenzo Nibali. Il ragazzino ha passo, classe, ed è bello da vedere. Per me, con Riccò, Schleck, Pozzovivo ed Ignatiev, forma il quintetto di massimo interesse verso questa non certo grande edizione del Giro. Nibali, ieri, è stato perfetto e se fossi sull’ammiraglia Liquigas, non lo farei faticare più di tanto: lo terrei sempre vicino a Di Luca, perché nel caso di una crisi dell’abruzzese, potrebbe tornare utile un suo acuto, visto come va a cronometro… Beh…non bestemmio, ma qualche probabilità di successo finale, il ragazzino messinese ce l’ha, eccome!

Yeroslav Popovich. Era un Merckx, dove non contava nulla se si capisce la storia del ciclismo. Ha speso, per essere così e non per colpa sua (vero Locatelli?), tutto quello che era spendibile, sfregiando un talento superiore. Da prof , non ha trovato chi poteva cercare di ricostruirgli qualche coccio. Oggi, corre in una squadra che ha sull’ammiraglia uno dei peggiori nocchieri in assoluto, che ha avuto la fortuna di confondere (gli ingenui), solo perchè ingigantito dagli altri del suo team.
Yeroslav, corre dunque per una squadretta, un fallimento da oltre 20 milioni di euro, e con un solo corridore, assente, su cui costruire le basi per una nuova sponsorizzazione degna. Per Popovich, che vive la tragedia di una classe dalle tinte ancor visibilissime, rattrappita dall’attuale forza di un mediocre, questo Giro rappresenta il confine fra una carriera da gregario e quella di battitore libero. Vorrebbe giungere a quest’ultima, perlomeno con la testa, ma attorno a lui c’è solo brace e ieri, su una salita fatta su misura, ha fatto la figura del tordo. Spero di sbagliarmi: per lui, non certo per quella mezza sega di Bruyneel.

Ho lasciato Damiano Cunego per ultimo, per un motivo semplice: questo Giro è obbligato a vincerlo se non vuole far saltare tutto il palinsesto costruito attorno a lui, nonché la sua stessa “patente” di campione.
In sintesi.
Ha vinto già un Giro, facendo divenire questa corsa il suo faro, indipendentemente dal resto possibile. Per anni, su di lui s’è sperimentato un allenamento specifico a codesto appuntamento, con conseguenti modificazioni fisiche che hanno mortificato le sue stesse caratteristiche naturali. S’è detto, senza riprove tangibili, che è uno scalatore di grande spessore e questo Giro è pieno di salite. L’avvicinamento alla corsa rosa 2007, s’è consumato perfettamente in linea con quanto voleva e concepiva il suo staff, ed oggi, Cunego, si trova in corsa con una squadra fortissima, in grado di reggere persino campioni di rango sicuramente superiore al suo, ed al cospetto di un cast d’avversari fatto di vecchietti, o giovanissimi alla prima o, al massimo, alla seconda esperienza in un GT. L’unico corridore collocabile nella fascia ideale, per maturità, esperienza ed ancor brillantezza, è Di Luca, che non è mai stato dato come un predestinato ai GT. Si dice che Cunego sia divenuto un discreto cronoman, al punto di considerarlo, fra i papabili di questo Giro, inferiore solo a Savoldelli. Insomma, queste fotografie raccolte sull’osservatorio, ne impongono scontata vittoria. Il sottoscritto, ha da tempo manifestato “disagio” nell’analisi critica verso il “prodotto” Cunego e non è proprio in sintonia con quanto si dice, ma non ha intenzione di aggiungere nessuna disamina, a parte un paio di battute.
La prima, mi porta alla consapevolezza che un Giro così, per consistenze ed intorni, Damiano non lo troverà più, proprio perché all’orizzonte stanno arrivando ragazzi che sono superiori al made Cecchini-Saronni-Martinelli. La seconda, mi spinge alla tappa di ieri, che ha confermato il traguardo di Liegi di due settimane e mezzo fa: l’impasto “made”, ha trasformato o rallentato la brillantezza esplosiva di Cunego, in un intermedio valore che puzza di confuso peggioramento.
Ora però, è arrivata l’ora dei conti, e senza “mononucleosi”, “marziani” e cadute, se Cunego è quello che si dice, deve solo vincere il Giro. Se così non sarà, fossi nel patron Lampre, non potendo prendere a calci nel sedere il trio “made” per ovvi motivi, ritirerei la sponsorizzazione, destinandola ad altri più capaci e confermerei Cunego, ma con destinazioni atletiche e d’apogeo, completamente diverse, non ultima, quella di una ricostruzione.

Ricapitolando, per doveri di prosecuzione su quel che “deve essere” e non già solo su autoctone convinzioni, queste sono le percentuali sul vincitore del Giro 2007:

Cunego 60%
Di Luca 20%
Riccò 8%
Nibali 5%
Simoni 4%
Savoldelli 1,5%
Schleck 1%
Popovich 0,5%


Saluti.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 13:44
Vedi Morris, il vecchio pollame fedele al sistema si è garantito la pensione.
Chi sta meglio di loro?


Poi quello del ciclismo è l'unico mondo in cui le nuove generazioni non si contrappongono alle vecchie, si adeguano silenziosamente.

Riguardo a Seppia, immaginavo che coprisse di inchiostro tutta la vicenda, invece sulle Torri, devo dire che non sono riuscita a seguirti interamente.
Vuoi dire che non sta indagando su un bel niente ma si accontenta di affossare il ciclismo per continuare a soddisfare il resto del sistema marcio in cui sguazzano quelli che vivono per le medaglie?

Domandona: Se il ciclismo uscisse dal CIO sarebbe come scavarsi la fossa o risorgerebbe a nuova vita?

Ciao Morris

P.S. Hai ricevuto il mio patetico messaggio?

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 14:07
Bell'articolo Morris. Non ci conosciamo ma , mi sia consentito, hai davvero una bella verve, scrivi ottimamante e nn mi meraviglerei tu fossi un malcelato Giornalista ( di quelli con la G maiuscola ).
Due domande, una squisitamente tecnica , l'altra gossip-sportiva ( slang coniato all'uopo e sufficentemente cacofonico ).
La prima : ho visto cunego agilissimo in salita , decisamente molto di più di quanto nn lo fosse lo scorso anno. salire agili, quindi l'averla acquisita l'agilità , premette 2 scenari : o ti salvi la gamba e quando butti 2 denti fai la differenza o ti finisci prima.il tuo parere?
La seconda-il nocchiero , a tuo dire uno dei peggiori ,dove difetta? O se vuoi : il tour , con l'americano in bici, l'avremmo vinto pure io e te seduti in ammiraglia?
Ed infine il gioiellino del Team cui fai riferimento è AlContador o Brajkowic? A mio modo di vedere nè l'uno nè l'altro, ad oggi ,possono essere determinanti ad ingolosire uno sponsor

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 14:11
Ciao Morris,

una domanda: te la senti di escludere che Torri sia una persona (molto) seria, e che le sue ultime dichiarazioni siano rivolte proprio a proteggere Basso e Scarponi e lasciarli parlare con calma, con tempi giudiziari e non giornalistici?

Ciao!

p.s. comunque, dopo avere letto il tuo pezzo, altro che seppie e polli .. quasi quasi divento vegetariano

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 14:20
Originariamente inviato da sceriffo


Ed infine il gioiellino del Team cui fai riferimento è AlContador o Brajkowic? A mio modo di vedere nè l'uno nè l'altro, ad oggi ,possono essere determinanti ad ingolosire uno sponsor



probabilmente si riferiva a Basso.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 17/05/2007 alle 16:42
Originariamente inviato da miky70

Vedi Morris, il vecchio pollame fedele al sistema si è garantito la pensione.
Chi sta meglio di loro?



L’ignavia ha sempre prodotto vita umile, da poveracci dentro, più che fuori. Credo però che gli uomini non siano nati per vivere da polli chiusi un cortile a fare coccodè, ogni tanto una sterzata si rende necessaria e farla a larghi gruppi, significa evitare, proprio come talune specie d’uccelli e d’animali, di farsi massacrare dai predatori del potere. Lo disse fino all’ultima lettera Marco, ma i suoi colleghi, aldilà del suo scrivere con uno stentato italiano, non hanno capito per nulla il messaggio. Da allora sono ancora così, a vivere come pennuti per una pipa di tabacco, alla fine.
Pensione? Sì, pensione, col freno del giullarismo e dell’ignavia a soli 35 anni…. Meglio una salutare scopata, o “uno sguardo verso il cielo” con la melodia delle “Orme”. Meglio una sana litigata, una viola ai margini d’un ruscello, o una rinfrescante imprecazione verso il solito che ti strige la mano con la sudarella di chi ti vuol fregare. Caz.zo, questa è vita. La pensione dell’ignavia, è solo soppressione che cammina, senza vedere, sentire e odorare.
Sì, si può morire, anche se l’anagrafe non ha registrato la morte.

Poi quello del ciclismo è l'unico mondo in cui le nuove generazioni non si contrappongono alle vecchie, si adeguano silenziosamente.


E’ vero!
Si tratta di un nocciolo che molti, anche qui, non vogliono vedere. Prima del doping, che è problema orizzontale di tutti e la cui risoluzione NON STA NEL CICLISMO, a questo sport serve ricostruire sulle fondamenta delle sue bellezze e dei suoi valori, nuove generazioni di tecnici, di divulgatori e persino di corridori, sfruttando appieno ciò che la scuola, la vivacità culturale presente nei giovani di oggi (che se pettinati con dovizia, sono certamente meno fallimentari della mia generazione propugnatrice di autentici retrogradi), sanno esprimere.
A ciò va aggiunto, da subito, un controllo degno del “giogo dei Sanniti”, su ogni medico disponibile ad operare sul pedale (operazione valida per tutti gli sport, tra l’altro).
In altre parole, un ambiente da rifondare con l’entusiasmo ottimistico della passione e il pessimismo della ragione, stante su una società piena di falle, ed ancor vivente su massime criminali come il “di che ti mando io”, il “fatti i caz.zi tuoi” e la più sanguinaria di tutte: “è meglio vivere un giorno da leoni che cento da pecore”.

Riguardo a Seppia, immaginavo che coprisse di inchiostro tutta la vicenda, invece sulle Torri, devo dire che non sono riuscita a seguirti interamente.
Vuoi dire che non sta indagando su un bel niente ma si accontenta di affossare il ciclismo per continuare a soddisfare il resto del sistema marcio in cui sguazzano quelli che vivono per le medaglie?


La Seppia è un “animale politico”, per il metro che l’intellettualismo da due soldi della mia generazione, dona con facilità irrisoria, a chi possiede pelo sullo stomaco più lungo di una crine di cavallo.

Le Torri indagano sul ciclismo e torniscono ogni passo con la volontà che viene dall’ente sovra-strutturale lo sport, di affossare una disciplina scelta, o meglio offerta, da un proprio vecchio presidente e relativo pollo ambiente, di immolarsi ad Ifigenia o Ifianassa per rimettere i peccati di tutti, a cominciare, e nettamente, proprio da quell’ente.
Essendo poi quelle Torri, non certo belle e suggestive come quelle del Vaiolet, ma oscure come vogliono le toghe, da cittadino libero che pretende doveri dimenticati in quello status, esigo che le supposte nuove Colonne delle non edificanti quattro lettere, indaghino orizzontalmente, non guardino in faccia a nessuno e NON PARLINO AI GIORNALISTI. Poi, se proprio non vogliono essere scortesi, si limitino ad un qua-qua-qua a taccuini e microfoni. Esattamente quello che farebbe il sottoscritto, se, per indigestione o rinciutrillimento, si fosse trovato una toga addosso.
Chi indaga NON deve parlare, se ne deve fregare della notorietà e dei lustrini, lasciando il suo dire alla conclusione delle indagini e a sentenze eventualmente avvenute. Questo vale sia per i magistrati sportivi che per quelli ordinari. E non è un caso se, in Italia, proprio la magistratura e la giustizia, costituiscano un flagello su cui è necessario intervenire al più presto, checché ne dicano i nuovi dorotei della politica: Fassino, Rutelli, D’Alema, Veltroni e compagnia democrista piagnistea.

Domandona: Se il ciclismo uscisse dal CIO sarebbe come scavarsi la fossa o risorgerebbe a nuova vita?


Nel mare di ipocrisie dove sono finite fino in fondo anche le Olimpiadi, uscire dal CIO sarebbe una catastrofe. Lo sarebbe persino per quel calcio che, sui Giochi, conta poco, figuriamoci il ciclismo.
Tra l’altro, il pedale un concreto rischio di essere cacciato, lo sta correndo sempre più.
Quel che determina l’ipocrisia di fondo, si consuma sulla considerazione generale che si da allo sport, con tanto di interventi delle istituzioni anche piccole, come gli enti locali. Una disciplina non olimpica, non godrebbe più dei finanziamenti dei Comitati Olimpici e nemmeno entrerebbe nei cespiti delegabili atti ad acquisire mutui, per elevare delle strutture sui territori.
Il ciclismo poi, che si poggia su strade a largo traffico e con conseguente incavolatura di molti automobilisti, si troverebbe molto in grave difficoltà a reperire permessi, ed aumenterebbe i costi nella gestione delle manifestazioni, in maniera esponenziale.
Per una disciplina fuori dal CIO, tutto verterebbe sull’intervento privato e gli sport popolari, fortemente radicati come calcio e ciclismo, almeno in Europa, ne subirebbero un trauma, anche perché è dietro l’angolo una minor disponibilità televisiva a spendere fortune, per assicurarsi i diritti di trasmissione. Un tema come questo, comunque, varrebbe quegli approfondimenti che prima o poi dovremo fare, anche qui, da queste pagine.


P.S. Hai ricevuto il mio patetico messaggio?


Altro che patetico! T’ho risposto, grandissima!

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/05/2007 alle 16:45
Sono fuori tempo massimo!
A più tardi, per le altre risposte.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 17/05/2007 alle 17:30
Grande Morris, hanno ragione a dire che sei molto bravo a scrivere ... il tuo stile mi ricorda quello di un tale di cui leggo gli articoli su Ciclismo ... comunque continuano ad affossare il ciclismo, ma sarebbe meglio che si indagasse a fondo anche in quel "magnifico" mondo del calcio, in cui si vedono ragazzi che fanno una stagione da leoni con gambe da Godzilla, e l'anno successivo si sgonfiano come i palloncini delle sagre di paese... EDDDDDAAAAAAAIIIII
Ciao a tutti.

PEDALATE - PEDALATE - PEDALATE .... MA SEMPRE PULITO !!!

 
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  postato il 17/05/2007 alle 17:55
Ciao Morris, ho letto il tuo bellissimo pezzo. Nulla da dire sulla prima parte, che condivido appieno.
Per quanto riguarda l'analisi sul Giro, qualche considerazione...
Danilo Di Luca avendo raggiunto la forma in ritardo rispetto al 2005, può fare veramente bene in questo Giro…..fino a vincerlo. Se fossi in lui, dopo la convincente vittoria di ieri, risparmierei la bella Liquigas al massimo e correrei su chi è largamente favorito: Damiano Cunego.

D'accordissimo. Anch'io ho la sensazione che il buon Danilo stia spremendo troppo la squadra in queste prime tappe (e la Lampre ne beneficia). Oggi ha la condizione migliore tra i favoriti, è però al top dall'Amstel (22 aprile), risparmiare qualcosina non sarebbe una cattiva idea. C'è da dire però che, correndo così, ha guadagnato 1' a tutti. Le grandi montagne ci diranno se ha avuto ragione lui, e, se avesse ragione, lo indicherei senza dubbio come il miglior corridore in circolazione.
Riccardo Riccò, potrà apparire uno spaccone, ma c’è, ed è un patrimonio di vivacità di cui si sente bisogno come il pane. Non farà buchi in salita come i grandi scalatori (categoria inesistente nel ciclismo odierno), ma se saprà attendere la verifica della prima lunga ascesa, ed il risultato dovesse essere confortante, dopo potrà sbizzarrirsi, fino a tentare l’acuto per un posto nel podio. Anche per lui c’è la ruota di Cunego da seguire….

La categoria dei grandi scalatori è purtroppo svanita in questo mondo di corridori che devono migliorare a crono per fare bene nei grandi Giri. Bene, io, i corridori, nati scalatori, che primeggiano in salita e si "difendono bene" nelle crono (eufemismo per non dire che le crono le vincono anche), proprio non li sopporto (tecnicamente parlando). Il ciclismo d'oggi ne è pieno e non sono capace di spiegarmi questo fenomeno. Valverde, Contador, Kashechkin, Brajkovic, Basso ne sono gli esempi più lampanti. Mi aggrappo disperatamente a Cunego, sperando che non faccia la stessa fine (ma è sulla buona strada), a Riccò e al "mio" (sono nato a 15 km da casa sua) Pozzovivo che tu ha indicato (e mi ha fatto un enorme piacere) come uno dei probabili protagonisti "minori" di questo giro d'Italia. Smetterei di tifare Cunego quando, in una crono pianeggiante di 35-55 km prima delle montagne beccasse meno di 3'-4'. Quest'anno, alla crono di Verona, invece, lo aspetto nei 10, sfruttando le sue ottime doti di recupero e la crono "nervosetta".
Con stima e affetto.

 

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Giuseppe Cristiano

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 18:27
Speriamo nei ragazzi giovani, Morris. Speriamo che i Cunego (mettiamolo, benevoli, fra i giovani...) Nibali e Riccò salvino questo giro dalla mediocrità assoluta.
Colèpa di nessuno, ma il tour sta cannibalizzando il ciclismo!

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 18:37
Originariamente inviato da janjanssen

Speriamo nei ragazzi giovani, Morris. Speriamo che i Cunego (mettiamolo, benevoli, fra i giovani...) Nibali e Riccò salvino questo giro dalla mediocrità assoluta.
Colèpa di nessuno, ma il tour sta cannibalizzando il ciclismo!


Hai nominato gli italiani, ma Schleck?
Non credi che si farà vedere?

 

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Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 19:55
Originariamente inviato da miky70

Originariamente inviato da janjanssen

Speriamo nei ragazzi giovani, Morris. Speriamo che i Cunego (mettiamolo, benevoli, fra i giovani...) Nibali e Riccò salvino questo giro dalla mediocrità assoluta.
Colèpa di nessuno, ma il tour sta cannibalizzando il ciclismo!


Hai nominato gli italiani, ma Schleck?
Non credi che si farà vedere?

speriamo. speriamo. non lo credo in grado di tenere 3 settimane, ma mettiamolo pure fra i giovani da salvataggio.....

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/05/2007 alle 21:15
infatti, se non mi sbaglio per shleck è il primo grande giro (a meno che non abbia corso la vuelta l'anno scorso...)

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 17/05/2007 alle 22:50
Originariamente inviato da Morris

Ho lasciato Damiano Cunego per ultimo, per un motivo semplice: questo Giro è obbligato a vincerlo se non vuole far saltare tutto il palinsesto costruito attorno a lui, nonché la sua stessa “patente” di campione.
In sintesi.
Ha vinto già un Giro, facendo divenire questa corsa il suo faro, indipendentemente dal resto possibile. Per anni, su di lui s’è sperimentato un allenamento specifico a codesto appuntamento, con conseguenti modificazioni fisiche che hanno mortificato le sue stesse caratteristiche naturali. S’è detto, senza riprove tangibili, che è uno scalatore di grande spessore e questo Giro è pieno di salite. L’avvicinamento alla corsa rosa 2007, s’è consumato perfettamente in linea con quanto voleva e concepiva il suo staff, ed oggi, Cunego, si trova in corsa con una squadra fortissima, in grado di reggere persino campioni di rango sicuramente superiore al suo, ed al cospetto di un cast d’avversari fatto di vecchietti, o giovanissimi alla prima o, al massimo, alla seconda esperienza in un GT. L’unico corridore collocabile nella fascia ideale, per maturità, esperienza ed ancor brillantezza, è Di Luca, che non è mai stato dato come un predestinato ai GT. Si dice che Cunego sia divenuto un discreto cronoman, al punto di considerarlo, fra i papabili di questo Giro, inferiore solo a Savoldelli. Insomma, queste fotografie raccolte sull’osservatorio, ne impongono scontata vittoria. Il sottoscritto, ha da tempo manifestato “disagio” nell’analisi critica verso il “prodotto” Cunego e non è proprio in sintonia con quanto si dice, ma non ha intenzione di aggiungere nessuna disamina, a parte un paio di battute.
La prima, mi porta alla consapevolezza che un Giro così, per consistenze ed intorni, Damiano non lo troverà più, proprio perché all’orizzonte stanno arrivando ragazzi che sono superiori al made Cecchini-Saronni-Martinelli. La seconda, mi spinge alla tappa di ieri, che ha confermato il traguardo di Liegi di due settimane e mezzo fa: l’impasto “made”, ha trasformato o rallentato la brillantezza esplosiva di Cunego, in un intermedio valore che puzza di confuso peggioramento.
Ora però, è arrivata l’ora dei conti, e senza “mononucleosi”, “marziani” e cadute, se Cunego è quello che si dice, deve solo vincere il Giro. Se così non sarà, fossi nel patron Lampre, non potendo prendere a calci nel sedere il trio “made” per ovvi motivi, ritirerei la sponsorizzazione, destinandola ad altri più capaci e confermerei Cunego, ma con destinazioni atletiche e d’apogeo, completamente diverse, non ultima, quella di una ricostruzione.

Ricapitolando, per doveri di prosecuzione su quel che “deve essere” e non già solo su autoctone convinzioni, queste sono le percentuali sul vincitore del Giro 2007:

Cunego 60%
Di Luca 20%
Riccò 8%
Nibali 5%
Simoni 4%
Savoldelli 1,5%
Schleck 1%
Popovich 0,5%


Saluti.



Ciao,

In parte sono d’accordo con la tua analisi, specie nei punti in cui dici che ci sono tutte le condizioni affinché cunego vinca il Giro e che comunque rimane il favorito principale.
Su due punti, invece, non sono per nulla d’accordo:

Il primo è quando dici che se non vince quest’anno debba mandare all’aria il lavoro svolto in questi anni. Se cunego vince il Giro avrà vinto il suo secondo giro prima di compiere i 26 anni, cosa riuscita nella storia solo a gente del calibro di Merckx e Saronni che, comunque, correvano in un’epoca ciclistica diversa. Oggi i giri si vincono tardi. Tutti i più grandi vincitori di corse a tappe degli ultimi anni hanno vinto ben dopo i 26 anni. Se applicassimo questo principio anche agli altri campioni degli ultimi anni avremmo dovuto stroncare le carriere di Indurain, Pantani, Simoni, Armstrong, Basso, Heras e tutti quanti gli altri. Il lavoro fatto da cunego in questi anni sta pagando e molto. L’anno scorso è stato il miglior giovane a Giro e Tour, non sono risultati da trascurare e sono il sintomo che il ragazzo sta crescendo bene. Anche se non dovesse vincere quest’anno avrà ancora 8-9 giri d’Italia da fare con possibilità di vittoria, fossi in lui insisterei sulla strada che l’ha portato a vincere nel 2004 e a ottenere signori risultati nel 2006. Anche perché di gente in circolazione che ha fatto meglio seguendo strade diverse non ne vedo.

Il secondo punto su cui ho perplessità, però qui forse non ho capito bene io, è sulle percentuali. Se dici che Riccò e Nibali sono superiori a Cunego non capisco perché gli dai percentuali di vittoria così basse. Riccò, per esempio, si trova nelle stesse identiche condizioni di Cunego nel 2004:

1) stessa età (18 giorrni in più per Riccò, mi pare)
2) stesso compagno di squadra-capitano (anzi il Simoni di quest’anno è più debole del Simoni del 2004)
3) stesso palmares (sono entrambi al secondo anno da pro, hanno vinto lo stesso numero di gare nel primo anno (2) e le vittorie di Riccò di quest’anno sono le stesse di quelle di Cunego del 2004)

Se Cunego ha vinto nel 2004 ed è più debole di Riccò, non capisco perché Riccò non debba vincere quest’anno dato che un corridore più scarso di lui è riuscito a vincere un giro a 23 anni.
Insomma mi pare che le percentuali siano un po’ sballate o quanto meno incoereti con quanto affermi sopra. Simoni e Savoldelli hanno vinto 4 delle ultime 6 edizioni del giro e insieme arrivano appena a un 5,5%. Specie Savoldelli che è distaccato di appena 13 secondi da Cunego ha, secondo me, molte più possibilità dell’1,5% che gli assegni tu.

Su Blatter sfondi una porta aperta
Ciao

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 17/05/2007 alle 23:42
Originariamente inviato da sceriffo

Bell'articolo Morris. Non ci conosciamo ma , mi sia consentito, hai davvero una bella verve, scrivi ottimamante e nn mi meraviglerei tu fossi un malcelato Giornalista ( di quelli con la G maiuscola ).
Due domande, una squisitamente tecnica , l'altra gossip-sportiva ( slang coniato all'uopo e sufficentemente cacofonico ).
La prima : ho visto cunego agilissimo in salita , decisamente molto di più di quanto nn lo fosse lo scorso anno. salire agili, quindi l'averla acquisita l'agilità , premette 2 scenari : o ti salvi la gamba e quando butti 2 denti fai la differenza o ti finisci prima.il tuo parere?


Sono convinto che l’agilità, anche per esperienze di campo, rappresenti un fattore di salvezza della “gamba”. D’altronde, una delle prime possibilità di attenuare la fatica del ciclismo, sta proprio nell’uso intelligente dei rapporti. Si tratta di una verità forse troppo antica e vera, per interessare i moderni tecnici….medici. Proprio questi ultimi però, con lo sport del doping a 360°, hanno cercato di modificare l’originaria qualità dell’agilità, in un tornaconto per i loro dogmi, ingigantiti dalle sostanze. Prova ne è, nel ciclismo, quel Lance Armstrong che, da bravo esecutore dei grafici spaziali ed esponenziali di un santone, ha fatto di questa variabile un baluardo per creare le differenze in salita. Visto che in tanti scimmiottano la legge che pare aver portato a genesi il texano, l’agilità è oggi meno leggibile di un tempo, e non è così chiara per capire se il corridore “x” o “y”, si sta per cuocere, o sta salvaguardandosi. Credo che Cunego abbia subito anche troppe rivoluzioni dopo il 2004, poche, per la verità, adatte a mantenere quella naturalezza muscolare che tanto mi piaceva e che era il suo fattore di freschezza. Per intenderci, il Damiano del 2004, non si sarebbe mai fatto riprendere e staccare da un paracarro come Moreau. Oggi, va in agilità forse ricercata oltre il dovuto, ma quando si tratta di esplodere nello scatto, come a Liegi e a Montevergine, diventa goffo e poco redditizio. Non vorrei dunque, che la confusione in cui “qualcuno” lo ha cacciato, approfittando della sua parca personalità, continuasse a segnarlo. Comunque, Sceriffo, avremo una prova dell’indicazione di segno dell’agilità di Cunego, nell’arrivo al Santuario Nostra Signora della Guardia. Su quella salita deve vincere, ma prima dell’acuto finale, l’agilità rappresenterà il fulcro.

La seconda-il nocchiero , a tuo dire uno dei peggiori ,dove difetta? O se vuoi : il tour , con l'americano in bici, l'avremmo vinto pure io e te seduti in ammiraglia?


Difetti del nocchiero più sopravvalutato, forse della storia. In ordine sparso, perché c’è l’imbarazzo della scelta:
1) Non sa allenare e si affida totalmente ai preparatori medici (qui è in semitotale compagnia)
2) Coi soldi che ha sempre avuto il team, non è stato capace di trovare un corridore di valore certo e crearsi in casa, un sostituto credibile di Armstrong.
3) Non percepisce dunque i talenti (lo Stijn Devolder, ad esempio, se ha sangue blu, io sono Barbablù, il cavallo!) ed altrettanto non distingue i corridori spompati da quelli in crescita (aveva ereditato per cu.lo Boonen, ma se l’è lasciato scappare, convinto poi di sostituirlo proprio con Devolder)
4) Conosce solo un tipo di corsa: quella che gli ha insegnato-imposto Armstrong.
5) Nel suo palmares, a parte i successi della premiata ditta Lance-Ferrari, ha raccolto una Vuelta e un Giro grazie agli assoli di Heras e Savoldelli. Lui guidava l’ammiraglia, ed accanto a loro, specie al Giro 2005, schierava formazioni con gente che venti anni fa non sarebbe mai passata al professionismo.
6) Lo scorso anno ha portato al Giro una squadretta, ed al Tour gli incantesimi di Cenerentola dopo mezzanotte.
7) Non è un manager, ma l’addetto all’ammiraglia, ai contatti supini con l’UCI e coi gruppi sportivi. I veri padrini manager della Discovery sono Stapleton e Armstrong. Al belga spetta un lavoro di sguattero e di esecutore. In questo quadro, un’intervista a Bruyneel, rappresenta l’ascolto di una voce che si ripassa a memoria il copione scritto da oltre oceano e che gli è costata ore ed ore di studio e prova. A Stapleton e Armstrong fa comodo uno così, e quando costoro, assieme agli avvocati di cui dispongono, sbagliano le valutazioni, come nel caso di Basso e di OP, non è certo dal belga che posson venire redenzioni e aggiustamenti….per mera incapacità e personalità. In fondo, lui potrebbe far qualcosa solo sull’ammiraglia….ma anche sul ciclismo puro, è un miope.

Tronco anche se ci sarebbe ancora molto altro, ma scrivere di Bruyneel, ovvero di una modestia e di una pochezza del ciclismo, mi infastidisce e le bronzine della pazienza si fondono….

Però c’è la domanda sui Tour di Armstrong....
Bene, le sette Grande Boucle del texano appartengono a chi ha costruito quel robot: dal progetto, alla modellazione fisica, alle ricerche di laboratorio, alle protezioni per portarlo sul “regno umano” come un homo sapiens qualunque. Trattasi dunque di un insieme di cooperazioni sul tema, in cui, a Bruyneel, è stato dato il compito di condurlo alle corse (quelle poche che ha fatto) e di mettergli attorno artigiani e buoni corridori tutti votati a proteggerlo al meglio. Una buona parte delle scelte sui singoli scudieri, tra l’altro, venivano suggerite dallo stesso robot, mentre le tattiche di gara, con una simile “Ferrari” a disposizione, si riducevano ad una sola, ovvia e telecomandabile, anche da una spiaggia della Tasmania: bastava avere un cellulare intercontinentale…. Persino Annibale Concimati, di professione garzone di bottega, a dispetto dei 50 anni e del QI a 59, avrebbe completato quel lavoro.

Ed infine il gioiellino del Team cui fai riferimento è AlContador o Brajkowic? A mio modo di vedere nè l'uno nè l'altro, ad oggi ,possono essere determinanti ad ingolosire uno sponsor.


Allo stato attuale, la Discovery, non vale più di 4 milioni di euro. La sua prosecuzione, quindi il reperimento di uno sponsor per il 2008 e successive stagioni, verte tutto su quel che faranno al Tour. Nell’intervento precedente, il corridore a cui mi riferivo è Contador (a patto che anche su di lui non piova l’uragano OP), sia perché s’è dimostrato in crescita, ha saputo vincere una prova Pro Tour e, soprattutto, perché è uno spagnolo, espressione dunque di una terra evoluta ciclisticamente e di un paese assai importante per le logiche economiche e per la diffusione della sua lingua. Certo, non è il massimo al momento, ma aspettiamo il Tour dove, a mio giudizio, escluso Vino, gli altri sono tutti su un piano sul quale Alberto se la può giocare, a meno che Bruyneel non ci metta lo zampino….. Di converso, non mi pare che Janez Brajkovic, sia un fenomeno e, di sicuro, viene da un mondo che può produrre pochi richiami di sponsorizzazione. Concordo dunque che sia pressoché impossibile ricostruire un team da 20 milioni di Euro, ma a livelli decorosi, attorno principalmente a Contador e con opportuni inserimenti di atleti in grado di correre un po’ meglio di Devolder le classiche, ci si può arrivare.

Ciao!

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/05/2007 alle 00:28
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Ciao Morris,

una domanda: te la senti di escludere che Torri sia una persona (molto) seria, e che le sue ultime dichiarazioni siano rivolte proprio a proteggere Basso e Scarponi e lasciarli parlare con calma, con tempi giudiziari e non giornalistici?


Beh, Guido, credo che una risposta migliore della mia, te l’abbia data, oggi, lo stesso Torri, con la sua goffissima ed avvilente partecipazione al Processo alla Tappa.
Comunque, non mi "tiro indietro".
Al sottoscritto, un magistrato, non ha importanza se sportivo o ordinario, che rilascia dichiarazioni ad indagini in corso e non a conclusione magari con tanto di sentenza, pare sempre e comunque un pessimo. Non serve al bene collettivo e alla ricerca di quella verità di cui abbiamo bisogno, anzi, pregiudica il prosieguo dell’indagine, creando una confusione utile solo a chi è più potente fra i coinvolti. Se poi l’oggetto non è un fatto di cronaca, ma un tema sociale, ovviamente diffusissimo, giunto a noi con le vesti di un singolo, la comprensione effettiva del problema, si impoverisce o devia, fino al punto di presentarsi distorta e dannosa. Si tratta di un vezzo penoso, a cui da troppo tempo l’Italia, con in testa la vergognosa sinistra, s’è acriticamente adeguata, ed è un altro versante sul quale è necessario intervenire, se vogliamo veramente costruire un Paese più civile e avanzato. Paradossalmente, l’atteggiamento dei magistrati, troppe volte, permettimi, ed io ne so qualcosa, è completamente guidato da una vergognosa ricerca di protagonismo e di soddisfare edonismo (non mi interessa se lo ha detto Berlusconi, spinto da sue precise motivazioni, ma è una verità e come tale l’applaudo, anche se ho sempre votato dall’altra parte), sta cementando un imbarbarimento del giornalismo, il quale non è più spinto a ricercare e studiare autonomamente, ma si siede sull’effetto che viene dalle toghe. Il gossip (brutta parola ma tanto è), nato dalle procure o dai tribunali e che tanta parte sta avendo sulle nostre quotidianità, rappresenta una grave spia di decadenza. Altro che libertà! Certo, l’osservatorio ormai imbambolato, per non dire drogato, da questa costante proposizione, potrà magari sentirsi soddisfatto, ma la società perde un pezzo. Un giorno ebbi occasione di sentire un grande giurista mentre riportava le frasi iniziali di saluto e benvenuto ad un gruppo di neo-magistrati. Dire che concordo con lui è poco: “Se siete arrivati qua si presume che conosciate i codici, ma questo è nulla, se non è dalla vostra il buon senso. E se non lo avete, cercate di metterlo assieme in breve tempo, altrimenti potreste essere un danno per chi si aspetta da voi tanto!” Ecco, quei “se” pesano come macigni….
Tornando a Torri, vorrei che vivesse il ruolo con equidistanza e consapevolezza. Da una parte, dunque, la concezione che la sua funzione debba essere uguale in tutto per tutti e l’indagine che ha aperto su OP, senza la spinta di novità provenienti da procure ordinarie, si dipani nel medesimo spirito indagatore su ogni fatto sospetto che il mondo dello sport ha partorito e partorisce ogni giorno. Tutto ciò nella consapevolezza di vivere nel palazzo che ha coperto, insabbiato e prodotto casi di chimica come nessuno. Dice che cerca le centrali del doping? Bene, come ha continuato ad indagare nonostante un primo proscioglimento di Basso qualche mese fa, lo faccia oggi su ogni direzione sospetta. I fulcri del doping al Foro Italico li conoscono da sempre e senza dichiarazioni alla stampa ma con la volontà di sgretolare qualcosa per restare nello spirito della legge 376, può fare qualcosa. Deve capire che non è dipendente del Coni, ma è al servizio di qualcosa di tanto maggiore rispetto all’ente. Anzi di Petrucci e compagnia, si deve dimenticare l’esistenza. Lo farà? Voglio dargli la patente della buona fede, ma dopo quel che ho sentito e visto, ho quasi la certezza che sarà come i suoi predecessori: forte e spietato col ciclismo, mollusco con gli altri sport. Forse solo per incapacità, o per gli stessi motivi che ha affibbiato a Basso.

p.s. comunque, dopo avere letto il tuo pezzo, altro che seppie e polli .. quasi quasi divento vegetariano


Beh, se continuassi la disamina "ipermetaforata" (perdonami il termine), sul Coni e sugli altri sport, dovrei passare dalla carne bianca a quella rossa, e ti spingerei alla Kobram, con una preparazione tutta votata al vegano....

Ciao Grande Prof!!!

 

[Modificato il 18/05/2007 alle 00:31 by Morris]

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/05/2007 alle 00:49
Originariamente inviato da janjanssen

Speriamo nei ragazzi giovani, Morris. Speriamo che i Cunego (mettiamolo, benevoli, fra i giovani...) Nibali e Riccò salvino questo giro dalla mediocrità assoluta.
Colèpa di nessuno, ma il tour sta cannibalizzando il ciclismo!


Già, carissimo, mettiamo pure Cunego fra i giovani...
Ti ricordi quando paragonasti Damiano a Gianni Motta? In te c'era uno spirito generoso e complimentoso verso il veronese, eppure qualcuno dei suoi tifosi si risentì.
Ora, visto che ad ogni piè sospinto l'età di Cunego, viene tirata in ballo fino all'ossessione, vorrei ribadire che essere paragonati al Gianni, è come gustarsi un gelato, senza che nessun cono di panna o altro sapore si trovi a portata di mano. Era un Grande talento, sbocciato subito, ed al cospetto di avversari che circumnavigherebbero quattro volte quelli di Cunego. Ora, per reazione al disgusto provato per quel generoso accostamento, posterò subito un suo Graffito.

Ciao Mitico Ilic!
Un abbraccio!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/05/2007 alle 08:43
Sono contento che Morris abbia speso parole così positive su Nibali. Credo sia un corridore di grande classe e futuro. Mi è dispiaciuto vederlo tirare così tanto sulla salita come un gregario qualunque.
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 18/05/2007 alle 09:16
Originariamente inviato da pepp

La categoria dei grandi scalatori è purtroppo svanita in questo mondo di corridori che devono migliorare a crono per fare bene nei grandi Giri. Bene, io, i corridori, nati scalatori, che primeggiano in salita e si "difendono bene" nelle crono (eufemismo per non dire che le crono le vincono anche), proprio non li sopporto (tecnicamente parlando). Il ciclismo d'oggi ne è pieno e non sono capace di spiegarmi questo fenomeno. Valverde, Contador, Kashechkin, Brajkovic, Basso ne sono gli esempi più lampanti. Mi aggrappo disperatamente a Cunego, sperando che non faccia la stessa fine (ma è sulla buona strada), a Riccò e al "mio" (sono nato a 15 km da casa sua) Pozzovivo che tu ha indicato (e mi ha fatto un enorme piacere) come uno dei probabili protagonisti "minori" di questo giro d'Italia. Smetterei di tifare Cunego quando, in una crono pianeggiante di 35-55 km prima delle montagne beccasse meno di 3'-4'. Quest'anno, alla crono di Verona, invece, lo aspetto nei 10, sfruttando le sue ottime doti di recupero e la crono "nervosetta".
Con stima e affetto.


Caro Pepp, quando uno argomenta con originalità le sue preferenze e si pone quei dubbi che sono sempre uno stimolo all’approfondimento e allo studio, è un gran bel vedere e leggere. Anzi, tutto ciò da un senso importante ad uno spazio così prezioso come Cicloweb. Il tifo acritico e ricopiato sugli stampi non fa crescere, alimenta ignoranza tecnica, è uno sfregio alla conoscenza.
Qui ci sono link su cui potrai trovare risposte ai tuoi crucci, all’incidenza e alle trasformazioni del doping, a quei santoni che sono stati, e sono imperiosamente ancora, i principali fautori di una modificazione in peggio del ciclismo e che pretendono di trasformare ogni corridore in un assemblaggio da catena.
In altri sport, il dopatore quasi sempre medico esiste come nel pedale, la differenza, che poi è una salvezza, viene da allenatori reali e non figurati come avviene nel ciclismo: là, a decidere la preparazione ed i presupposti agonistici, sono davvero i tecnici. Nello sport della bicicletta no, i cosiddetti diesse guidano l’ammiraglia, pretendono di scimmiottare i manager, ed hanno abdicato anche per imperiale incapacità, il loro ruolo originario ed unico, ai camici bianchi. E’ questa una colossale realtà che sfugge troppo alle considerazioni dell’osservatorio e che non vede uno, che sia uno, fra gli esponenti della carta stampata quotidiana, disponibile ad affondare la propria denuncia. Credo che Cicloweb, abbia avuto un merito precipuo approfondendo, ogni giorno, anche un tema scottante come questo. Ed è uno dei motivi per i quali ho definito il sito “l’università del ciclismo”.
Credo che tu sia giovane, molto giovane, ma sei sulla buona strada, continua così.

In quanto a Pozzovivo, beh spero davvero che faccia un bel Giro. Per me ha qualità ciclistiche di nota, ed una quotidianità fuori dalla bici che vorrei patrimonio di tanti. Non so se si è già laureato in Ingegneria Gestionale, ma già questo fatto me lo fa prendere ad esempio, con la sincera speranza che possa, dopo una lunga e luminosa carriera, diventare un dirigente. E poi viene, come te da una terra che mi è cara……

Ciao!

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 18/05/2007 alle 11:08
Si', è da un pezzo che ho notato questa agilità nella pedalata di Cunego. Debbo pero' dire che la mia sensazione, per rispondere alle osservazioni di Sceriffo, è che nel momento in cui calerà i due denti per rispondere ad uno scatto si pianterà inesorabilmente. La sua agiltà sembra sempre un po' da pedalata imballata. L'agilità vera è un'altra cosa. Vi è una forzature nella sua agilità che la rende innaturale. Il fatto che abbia perso lo spunto che lo portava a fare magnifiche volate in salita, d'altra parte, la dice lunga. Nel momento in cui cala i famosi due denti non riesce piu' a scattare.

Ben diverso da quanto abbiamo visto in Armstrong e in Marco. Cunego che battaglia con Moreau è stato abbastanza avvilente...veramente un altro pianeta...

Per di piu' la pedalata di Cunego è diventata molto scomposta, ben piu' di quella del 2004. Non lo so, forse mi sto sbilanciando troppo e dovrei aspettare almeno la fine del Giro ma non posso esimermi da queste che, allo stato, sono soltanto osservazioni.

Ancora una volta sarò ben felice di essere smentito.

Io, come mi par di capire anche Morris, non vedo grandi talenti in questa infornata di corridori. Tampoco grandi scalatori. Vedo piuttosto come, a dispetto di una quantità che sta aumentando ipertroficamente il numero dei professionisti (ma ancor piu' dei dilettanti), la qualità stia invece penosamente scendendo di livello. Quaranta anni fa le gare di dilettanti, sto parlando delle piu' blasonate, quando vedevano 100 corridori alla partenza erano da reputarsi fortunate. Il novero dei partenti era, di media, sui 50/70 corridori. In queste condizioni le medie non erano tanto inferiori a quelle di oggi, anzi. Provate a fare una Milano-Bologna ai 46 all'ora con un gruppo di 150 corridori ed a farvela invece con un gruppo di 40 corridori ai 44 di media. Chi andava piu' forte ?
C'è qualche cosa che non mi convince in questo ciclismo dell'era protour e dei "peparatori". Buoni due terzi del gruppo del giro sono costituiti da corridori che definire mediocri diviene già un'ipervalutazione. Non credo sarà tanto diverso al tour.
Non ho mai creduto ai campioni che vanno forte in un solo periodo della stagione o, peggio ancora, in una sola gara, sia essa pure il tour. Comincio a credere, e con sempre maggior convinzione, ad un livellamento verso il basso della qualità dei corridori. Una situazione di questo tipo sembrerebbe avvalorare la teoria che vede uno sviluppo ciclico, sinusoidale, del ciclismo nel corso dei decenni. Alla presunta mediocrità del ciclismo dei '50 e dei '60, farebbe da contraltare l'era Merckx, De Vlaeminck, Ocana, Janssen etc. Faccio però enorme fatica a considerare mediocre un'era che ha pur visto i Bahamontes, gli Anquetil ed i Charly Gaul, solo per nominarne alcuni.

Teniamo d'occhio il giovane Ricco'; è da Gennaio che corre ad un buon livello e con un ottimo rendimento. Se terminerà il giro nei 5, ci risentiremo.

Torri ? Mamma mia, che dire...Cassani ha "premesso che lui ha fiducia nel lavoro della magistratura"...C'è bisogno di altri commenti ?
Fate voi.



 

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Difendi, conserva, prega !

(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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  postato il 18/05/2007 alle 17:21
Originariamente inviato da Morris

Caro Pepp, quando uno argomenta con originalità le sue preferenze e si pone quei dubbi che sono sempre uno stimolo all’approfondimento e allo studio, è un gran bel vedere e leggere. Anzi, tutto ciò da un senso importante ad uno spazio così prezioso come Cicloweb.
[...]
Credo che tu sia giovane, molto giovane, ma sei sulla buona strada, continua così.

Provo un grande piacere a sentire queste parole da una persona, come te, che stimo molto!
Leggere le tue righe sul forum di Cicloweb mi ha fatto aprire la mente su argomenti che prima, da telespettatore e lettore di giornali, mi erano quasi completamente oscuri e tra quelle stesse righe trabocca un amore per il ciclismo che va al di là di ogni cosa.
Davvero un modello per i giovani giornalisti che si avvicinano al nostro meraviglioso!
PS Una curiosità: come mai la nostra Basilicata ti è cara (se è lecito saperlo)?

 

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Giuseppe Cristiano

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/05/2007 alle 18:38
Originariamente inviato da prof

Si', è da un pezzo che ho notato questa agilità nella pedalata di Cunego. Debbo pero' dire che la mia sensazione, per rispondere alle osservazioni di Sceriffo, è che nel momento in cui calerà i due denti per rispondere ad uno scatto si pianterà inesorabilmente. La sua agiltà sembra sempre un po' da pedalata imballata. L'agilità vera è un'altra cosa. Vi è una forzature nella sua agilità che la rende innaturale. Il fatto che abbia perso lo spunto che lo portava a fare magnifiche volate in salita, d'altra parte, la dice lunga. Nel momento in cui cala i famosi due denti non riesce piu' a scattare.

Ben diverso da quanto abbiamo visto in Armstrong e in Marco. Cunego che battaglia con Moreau è stato abbastanza avvilente...veramente un altro pianeta...

Per di piu' la pedalata di Cunego è diventata molto scomposta, ben piu' di quella del 2004. Non lo so, forse mi sto sbilanciando troppo e dovrei aspettare almeno la fine del Giro ma non posso esimermi da queste che, allo stato, sono soltanto osservazioni.

Ancora una volta sarò ben felice di essere smentito.


Direi che non sono molto d'accordo
Se prendiamo ad esempio l'alpe d'Huez e si raffrontano le pedalate di Pantani e di Armstrong non ci sono similitudini
Pantani non faceva le frequenze (anormali) di Armstrong e pedalava molto piu' potente(almeno due denti in piu')
Sulla salita di Courchevel Marco demolisce Armstrong proprio grazie alla potenza che ingolfa la pedalata dell'americano (eppure continuava a mulinare..)
Sui dilettanti non conosco l'evoluzione delle medie orarie mai il numero dei corridori e il numero delle corse è in drastica diminuzione (ben lontani dagli anni d'oro degli anni 80-90)
In molte corse ci son meno di cento partenti

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/05/2007 alle 19:36
Originariamente inviato da Morris

Ho lasciato Damiano Cunego per ultimo, per un motivo semplice: questo Giro è obbligato a vincerlo se non vuole far saltare tutto il palinsesto costruito attorno a lui, nonché la sua stessa “patente” di campione.
In sintesi.
Ha vinto già un Giro, facendo divenire questa corsa il suo faro, indipendentemente dal resto possibile. Per anni, su di lui s’è sperimentato un allenamento specifico a codesto appuntamento, con conseguenti modificazioni fisiche che hanno mortificato le sue stesse caratteristiche naturali. S’è detto, senza riprove tangibili, che è uno scalatore di grande spessore e questo Giro è pieno di salite. L’avvicinamento alla corsa rosa 2007, s’è consumato perfettamente in linea con quanto voleva e concepiva il suo staff, ed oggi, Cunego, si trova in corsa con una squadra fortissima, in grado di reggere persino campioni di rango sicuramente superiore al suo, ed al cospetto di un cast d’avversari fatto di vecchietti, o giovanissimi alla prima o, al massimo, alla seconda esperienza in un GT. L’unico corridore collocabile nella fascia ideale, per maturità, esperienza ed ancor brillantezza, è Di Luca, che non è mai stato dato come un predestinato ai GT. Si dice che Cunego sia divenuto un discreto cronoman, al punto di considerarlo, fra i papabili di questo Giro, inferiore solo a Savoldelli. Insomma, queste fotografie raccolte sull’osservatorio, ne impongono scontata vittoria. Il sottoscritto, ha da tempo manifestato “disagio” nell’analisi critica verso il “prodotto” Cunego e non è proprio in sintonia con quanto si dice, ma non ha intenzione di aggiungere nessuna disamina, a parte un paio di battute.
La prima, mi porta alla consapevolezza che un Giro così, per consistenze ed intorni, Damiano non lo troverà più, proprio perché all’orizzonte stanno arrivando ragazzi che sono superiori al made Cecchini-Saronni-Martinelli. La seconda, mi spinge alla tappa di ieri, che ha confermato il traguardo di Liegi di due settimane e mezzo fa: l’impasto “made”, ha trasformato o rallentato la brillantezza esplosiva di Cunego, in un intermedio valore che puzza di confuso peggioramento.
Ora però, è arrivata l’ora dei conti, e senza “mononucleosi”, “marziani” e cadute, se Cunego è quello che si dice, deve solo vincere il Giro. Se così non sarà, fossi nel patron Lampre, non potendo prendere a calci nel sedere il trio “made” per ovvi motivi, ritirerei la sponsorizzazione, destinandola ad altri più capaci e confermerei Cunego, ma con destinazioni atletiche e d’apogeo, completamente diverse, non ultima, quella di una ricostruzione.

Ricapitolando, per doveri di prosecuzione su quel che “deve essere” e non già solo su autoctone convinzioni, queste sono le percentuali sul vincitore del Giro 2007:

Cunego 60%
Di Luca 20%
Riccò 8%
Nibali 5%
Simoni 4%
Savoldelli 1,5%
Schleck 1%
Popovich 0,5%


Saluti.


Direi che concordo su tutto quello che hai detto di Blatter (che sarà pure un'arraffone ma come dirigente sa protegger il proprio sport , se fa far delle indagini sa che non troveranno o non potranno dimostrare nulla)
e su Bruyneel ( personaggio senza personalità, succube del suo campione)
Un po meno su Cunego
La descrizione del Giro 2007 sembra quella del campionato di Calcio dell'Inter fatta dai tifosi delle altre squadre..
Se vince è scontato (speriamo..) , senza Basso contro nessuno , se perde è la disfatta
Se escludiamo Vinokourov ( e il suo staff svizzero) chi manca ?
Gli spagnoli ? Difficile che corrano il tour
Schleck ? la CSc fara' pure miracoli pero' a tutto c'e' un limite..
Per me gli assenti hanno sempre torto
Comunque di Ragazzi di talento come Damiano non ne vedo (ne Ricco' ne Nibali) Spero che l'involuzione di Cunego non sia quella da te descritta
Al Santuario sopra Genova lo vedo molto bene , meglio che a Montevergine , da Briancon in poi sara' con Simoni a dar battaglia



 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 18/05/2007 alle 19:39
Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da prof

Si', è da un pezzo che ho notato questa agilità nella pedalata di Cunego. Debbo pero' dire che la mia sensazione, per rispondere alle osservazioni di Sceriffo, è che nel momento in cui calerà i due denti per rispondere ad uno scatto si pianterà inesorabilmente. La sua agiltà sembra sempre un po' da pedalata imballata. L'agilità vera è un'altra cosa. Vi è una forzature nella sua agilità che la rende innaturale. Il fatto che abbia perso lo spunto che lo portava a fare magnifiche volate in salita, d'altra parte, la dice lunga. Nel momento in cui cala i famosi due denti non riesce piu' a scattare.

Ben diverso da quanto abbiamo visto in Armstrong e in Marco. Cunego che battaglia con Moreau è stato abbastanza avvilente...veramente un altro pianeta...

Per di piu' la pedalata di Cunego è diventata molto scomposta, ben piu' di quella del 2004. Non lo so, forse mi sto sbilanciando troppo e dovrei aspettare almeno la fine del Giro ma non posso esimermi da queste che, allo stato, sono soltanto osservazioni.

Ancora una volta sarò ben felice di essere smentito.


Direi che non sono molto d'accordo
Se prendiamo ad esempio l'alpe d'Huez e si raffrontano le pedalate di Pantani e di Armstrong non ci sono similitudini
Pantani non faceva le frequenze (anormali) di Armstrong e pedalava molto piu' potente(almeno due denti in piu')
Sulla salita di Courchevel Marco demolisce Armstrong proprio grazie alla potenza che ingolfa la pedalata dell'americano (eppure continuava a mulinare..)
Sui dilettanti non conosco l'evoluzione delle medie orarie mai il numero dei corridori e il numero delle corse è in drastica diminuzione (ben lontani dagli anni d'oro degli anni 80-90)
In molte corse ci son meno di cento partenti


Solo per dirti che si può pedalare agili con un rapporto lungo, che è propriamente quel che fa la differenza. Marco pedalava due denti in meno di Armstrong, probabilmente e nelle circostanze che tu citi, ma lo faceva con grande agilità. Marco saliva con il rapporto piu' duro ma la sua pedalata era lo stesso fluida e sovente anche rotonda il che, in salita, è indice di una gamba che spinge pur mantenendo un buon margine. Quando le tue gambe spingono il rapporto in salita mantenendo quella fluidità, significa che per te la catena è ancora relativamente leggera, il che è proprio la caratteristica del pedalare agile. In ogni caso Pantani era un corridore che pedalava rapporti leggeri per gran parte della gara, che è proprio quello che si deve fare.
Il contrario di Pantani sono De Luca e Cunego, che pedalano agili si' ma con rapporti che li fanno imballare. O che li fanno sembrare imballati. La loro è una pedalata innaturale ed è esattamente la sensazione che io provo nel vederli. Tutt'altra cosa.

Il discorso su Armstrong è ancora diverso.

Per quanto attiene il no. di partenti nelle odierne gare dilettantistiche, la mia fonte di info è BS: leggevo, ad esempio, di Mercatale (credo) lo scorso anno: 300 corridori ? Se è cosi', e chi li ha mai visti tutti insieme tanti corridori ?

Ai tempi di cui parlo io c'erano corse, anche importanti, in cui si parteva in 30 o 40, soprattutto nel bel mezzo dell'estate, nelle corse piu' dure e piu' lunghe. Le medie non erano tanto diverse da quelle di oggi (39/41). C'è da dire che vi erano piu' gare di oggi, con tutta probabilità.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/05/2007 alle 19:48
Originariamente inviato da prof

Originariamente inviato da forzainter

Originariamente inviato da prof

Si', è da un pezzo che ho notato questa agilità nella pedalata di Cunego. Debbo pero' dire che la mia sensazione, per rispondere alle osservazioni di Sceriffo, è che nel momento in cui calerà i due denti per rispondere ad uno scatto si pianterà inesorabilmente. La sua agiltà sembra sempre un po' da pedalata imballata. L'agilità vera è un'altra cosa. Vi è una forzature nella sua agilità che la rende innaturale. Il fatto che abbia perso lo spunto che lo portava a fare magnifiche volate in salita, d'altra parte, la dice lunga. Nel momento in cui cala i famosi due denti non riesce piu' a scattare.

Ben diverso da quanto abbiamo visto in Armstrong e in Marco. Cunego che battaglia con Moreau è stato abbastanza avvilente...veramente un altro pianeta...

Per di piu' la pedalata di Cunego è diventata molto scomposta, ben piu' di quella del 2004. Non lo so, forse mi sto sbilanciando troppo e dovrei aspettare almeno la fine del Giro ma non posso esimermi da queste che, allo stato, sono soltanto osservazioni.

Ancora una volta sarò ben felice di essere smentito.


Direi che non sono molto d'accordo
Se prendiamo ad esempio l'alpe d'Huez e si raffrontano le pedalate di Pantani e di Armstrong non ci sono similitudini
Pantani non faceva le frequenze (anormali) di Armstrong e pedalava molto piu' potente(almeno due denti in piu')
Sulla salita di Courchevel Marco demolisce Armstrong proprio grazie alla potenza che ingolfa la pedalata dell'americano (eppure continuava a mulinare..)
Sui dilettanti non conosco l'evoluzione delle medie orarie mai il numero dei corridori e il numero delle corse è in drastica diminuzione (ben lontani dagli anni d'oro degli anni 80-90)
In molte corse ci son meno di cento partenti


Solo per dirti che si può pedalare agili con un rapporto lungo, che è propriamente quel che fa la differenza. Marco pedalava due denti in meno di Armstrong, probabilmente e nelle circostanze che tu citi, ma lo faceva con grande agilità. Marco saliva con il rapporto piu' duro ma la sua pedalata era lo stesso fluida e sovente anche rotonda il che, in salita, è indice di una gamba che spinge pur mantenendo un buon margine. Quando le tue gambe spingono il rapporto in salita mantenendo quella fluidità, significa che per te la catena è ancora relativamente leggera, il che è proprio la caratteristica del pedalare agile. In ogni caso Pantani era un corridore che pedalava rapporti leggeri per gran parte della gara, che è proprio quello che si deve fare.
Il contrario di Pantani sono De Luca e Cunego, che pedalano agili si' ma con rapporti che li fanno imballare. O che li fanno sembrare imballati. La loro è una pedalata innaturale ed è esattamente la sensazione che io provo nel vederli. Tutt'altra cosa.

Il discorso su Armstrong è ancora diverso.

Per quanto attiene il no. di partenti nelle odierne gare dilettantistiche, la mia fonte di info è BS: leggevo, ad esempio, di Mercatale (credo) lo scorso anno: 300 corridori ? Se è cosi', e chi li ha mai visti tutti insieme tanti corridori ?

Ai tempi di cui parlo io c'erano corse, anche importanti, in cui si parteva in 30 o 40, soprattutto nel bel mezzo dell'estate, nelle corse piu' dure e piu' lunghe. Le medie non erano tanto diverse da quelle di oggi (39/41). C'è da dire che vi erano piu' gare di oggi, con tutta probabilità.


Mercatale e Liberazione , hanno la deroga federale sono un'eccezzione , 300 erano il numero di iscritti , hanno corso di meno
Negli anni 90 , il numero di partenti era superiore anche ai 300
Anni addietro avevo preso l'edizione 1991 dell'annuario del ciclismo con quella del 2006 ho confrontato il numero di corse dilettanti , si eran perse 200 corse.. Idem una notevole diminuzione del numero delle squadre e di conseguenza di corridori
In Piemonte ci sono se non sbaglio solo 3 squadre dilettanti..
Sull'agilità
Ho interpretato male le tue parole
Piu' che lo stile di pedalata , il termine agile io lo assimilo al rapporto , per quello ho frainteso
Chiaro Pantani con la sua classe rendeva agile un rapporto che per altri era impossibile tenere

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 18/05/2007 alle 19:56
No, Forzainter, non hai frainteso; sono io che mi sono spiegato male. In definitiva ciò che voglio mettere in evidenza è il fatto che una cosa è pedalare rapporti agili, mentre tutt'altro è pedalare con agilità un dato rapporto. Ecco, cosi' mi suona molto meglio.
Scusami.
Ciao

 

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  postato il 18/05/2007 alle 19:56
No, Forzainter, non hai frainteso; sono io che mi sono spiegato male. In definitiva ciò che voglio mettere in evidenza è il fatto che una cosa è pedalare rapporti agili, mentre tutt'altro è pedalare con agilità un dato rapporto. Ecco, cosi' mi suona molto meglio.
Scusami.
Ciao

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 24/05/2007 alle 19:34
Oggi, abbiamo avuto la riprova, qualsiasi risultato possa venire da domani in avanti, che Andy Schleck, è un campione destinato a rendersi tangibile nei GT.
Il tono di questo thread, nella parte relativa al Giro, raccolto con insistenza dal cuneghista Barolo e sparso su altri topic con veemenza fanciullesca, possedeva una direzione chiara, che non è certamente sfuggita ai più.
Ora però, in considerazione del fatto che disamine sull’involuzione di Cunego (evidente ad ogni conoscitore di ciclismo, anche modesto, ed indipendentemente dai risultati che potrà raggiungere il veronese di qui in avanti), già da me svolte in passato, ma sempre prodighe di polemiche, voglio riportare un passo di una di queste, dove esprimo una battuta sul più piccolo della dinastia Schleck.
Il pezzo estrapolato risale al 10 ottobre 2006….
http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?fid=4&tid=5075&page=5

"…….Un atleta di vent’anni va motivato come quello di trenta, devono solo cambiare i programmi di allenamento, avendo ben presente cosa effettivamente possa servire alla sua crescita. Anche qui i santoni hanno fatto tragedie e chi prende come vessillo l’età, rende a queste pessime figure un servizio perfettamente funzionale ai loro dogmi.Farsi staccare da Schleck (non un fenomeno, voglio vedere quando dovrà vedersela col fratellino Andy, allora!) che è certamente un CSC (embè, non è mica Pantani) non ci sta, perché i due non sono arrivati all’Alpe d’Huez carichi di fatiche per ruolo e la loro scalata non è stata di sicuro da abarth. Ci sta molto meno quella di farsi riprendere e staccare tangibilmente da un 35enne che, in salita, ha sempre boccheggiato come Moreau."


Quando si dice l’età e se ne fa un dogma per dire che l’enfant prodige italiano, sta continuando a crescere….
Andy Schleck è al suo primo GT, ed ha 4 anni in meno di Cunego. Ogni altra aggiunta è superflua. Crescere senza trasformazioni fisiche che depauperano le caratteristiche di fondo di un giovane atleta, è un dovere primario di chi lo prepara e l’atleta, se è un campione, sa quando lo si trasforma da cigno in capretto……

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 24/05/2007 alle 19:53
Caro Maurizio/Morris, in mezzo a questo vociare scomposto di sbevazzoni trentini e veronesi, le tue parole hanno davvero il pregio di portarmi una bella ventata di aria fresca.
Piange davvero il cuore vedere un ex campioncino come Cunego ridotto come l'hanno ridotto l'insipienza e l'ignoranza dei suoi sopracciò.

Sono qui che tremo all'idea di quel che potranno fare a Riccò e spero, vivamente spero, che il ragazzo abbia, di suo, risorse mentali all'altezza di reggere questo marcio ambiente.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/05/2007 alle 23:41
cunego ha ancora la testa del campione, quella che l' ha tenuto a galla oggi, quella cattiveria che hanno i campioni , quella grinta che lo ha spinto a rispondere a simoni, proprio lui, il nemico, quando certo gli conveniva aspettare che altri pensassero a togliere le castagne dal fuoco.
però ha perso molte delle qualità tecniche che avevano fatto gridare al campioncino: come pedala male, diventa pesante non appena la strada sale duro, che differenza visiva con schleck...

quanti scalatori hanno distrutto nel ciclismo per farli diventare cronoman: damiano non è più uno scalatore.
troppi lavori di potenza per la crono senza mai scattare, senza cambiare ritmo , km e km appena sotto la soglia , abituandosi a star lì, senza mai andare sopra. mortificando le sue doti di scattista appunto.

l' anno scorso i suoi tifosi sbevazzoni ( prof...che definizione) invocavano le pendenze severe, ma se damiano pedala così alle tre cime e allo zoncolan deve portarsi la clessidra.

spero di sbagliarmi, ma sono preoccupato: l' ho già detto altre volte, dal 2005 in poi il piccolo panettiere non ha mai fatto differenza e selezione per tutta una salita, per una salita lunga... da moureau (joux plane) a schleck frank ( alpe d' huez) per non parlare del giro ( ammesso che basso fosse l' unico extraterrestre), damiano ha sempre avuto qualcuno meglio di lui..

ciao grandissimi

mesty

ps ; cari amici, mi piacciono sempre tanto le vostre considerazioni tecniche, ma poi , certe volte mi viene in mente" e se fosse solo qustione di benzine?".
il gesto tecnico rimane, è vero, ma il gusto amaro anche...

 
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  postato il 25/05/2007 alle 10:42
Speravo che Cunego quest'anno iniziasse con un'altra pedalata, ma purtroppo vedo che neanche il 2007 sarà il suo anno magico del Giro. Secondo la mia personalissima opinione, visti i tapponi tutti in ascesa che aspettano gli atleti, alla fine se la giocheranno Di Luca e Simoni...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2007 alle 12:44
cari amici,

purtroppo cunego continua a correre in un modo per me incomprensibile.
corre come fosse un cronopman che in salita deve solo difendersi, mantenersi a distacco possibile degli scalatori in attesa dell' ultima crono.
ha fatto un semiattacco sulle 3 cime, appena accennato e poi basta.
ma davvero uno considerato un campione deve correre così, con la squadra che si ritrova?
almeno provarci, anche a costo di saltare?
cosa serve a cunego fare 4° al giro, perdendo popolarità da riccò e facendosi battere dal nemico simoni?

per vincere bisogna rischiare di perdere.

una domanda, forse o.t, ma non mi va di aprire un 3d: ma la pedalata di de luca, sempre così agile non è un po' armonstronghiana ( non è necessariamente un insulto...)?
c'è una ricerca dell' agilità esasperata, cosa che danilo ha sempre avuto in carriera o almeno negli ultimi anni, ma poi sa scattare indurendo il rapporto, vedi bergamo alta, izoard e anche 3 cime?

anche schleck va agile, ma quando attacca, a differenza del fratello che tende solamente ad aumentare vorticosamente le frequenze, mi sembra anche lui in grado di togliere denti, mantenendo una buona frequenza.
schleck , che , unico tra i leader , corre completamente da solo, con nessun aiuto della squadra...

damiano cerca di mantenere anche lui delle rpm alte, ma poi quando indurisce scende da matti di frequenza e tende a piantarsi ... mi sbaglio?

sapete, le tappe non le guardo con l' attenzione di una volta...

ciao

mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 29/05/2007 alle 15:12
ha detto antonello in un altro thread che è dal 2001 che di luca sta cercando di pedalare in modo agile in salita...e che i risultati si son visti,anche se un po' in ritardo..

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 29/05/2007 alle 16:12
Mi pare che sulle Tre Cime Di Luca abbia tenuto una frequenza di 89 pedalate al minuto.
Agile, sì, ma non sono 100.

E poi quando scatta indurisce il rapporto.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/06/2007 alle 00:38
Originariamente inviato da pepp
PS Una curiosità: come mai la nostra Basilicata ti è cara (se è lecito saperlo)?


Nessun problema. I miei suoceri erano lucani, potentini di Ruoti per la precisione. Nel corso del mio mezzo secolo abbondante poi, ho incontrato tante persone della Basilicata e mi sono sempre trovato benissimo con loro. Anni fa, quando la mia vita aggiungeva ai successi platonici, anche qualche umile soldarello, avevo persino pensato di trasferirmi per una buona parte dell'anno proprio a Ruoti... Per scrivere, non per cercare il tesoro di Alarico che, la leggenda, vuole sepolto da qualche parte della Lucania

Ciao!

 

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