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Autore: Oggetto: Poker d'assi? Full di Capocce

Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 18:26
Sul numero di gennaio di tuttobici (che per il sottoscritto ha agganciato e forse superato bicisport nella capacità di trovare argomenti intriganti) c’è un interessante Full di Capocce.

HEIN VERBRUGGHEN
Il presidentissimo Hein Verbrugghen dice di non capire quali fossero le riserve di Giro e Vuelta sul Pro-Tour e si risponde da solo confermando che gli organizzatori temevano di vedere messa in discussione la storica proprietà dei diritti televisivi.
Sottolinea la non idoneità di un sistema di promozioni e retrocessioni nel Pro-Tour, perchè "i grandi sponsor hanno bisogno di garanzie, di programmi, ecco perchè non vedo di buon occhio un sistema di alternanza sportiva, l’apertura ci sarà ma dovrà essere fatta sulla solidità dei progetti".
Condivido completamente.
E sottolineo che non solo gli sponsor hanno bisogno di programmi fondati su progetti a lunga scadenza, a mio avviso anche le squadre ne hanno bisogno, non tanto per la gestione dei capitani quanto per quella dei gregari.
Fino ad oggi nessuna squadra ha potuto imbastire programmi solidi come la Us Postal o la Telekom, e la qualità dei loro gregari è indicativa assai più di quella dei loro capitani.
A che servirebbe una squadra neopromossa nel pro-tour se questa immediatamente si mettesse a svendere il proprio patrimonio ciclistico per fare cassa, esattamente come le provinciali nel calcio?
Verbrugghen mi piace un pochettino, poco poco, non troppo, anzi mi è semplicemente indifferente, non mi sembra un genio, direi piuttosto che si tratta di uno che segue fedelmente strade obbligate.
Ma in questi tempi di abili disonesti e di onesti incapaci non è comunque poco.
Per quel poco che conta la mia opinione.

 

[Modificato il 13/01/2005 alle 18:50 by aranciata_bottecchia]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 18:26
GIORGIO SQUINZI
Giorgio Squinpei, scusate, Giorgio Squinzi della Mapei si definisce un "talebano" e vorrebbe che se ne stessero a casa tutti i corridori che ricevessero un avviso di garanzia.
Che brutta cosa, io lo Squinzi l’ho già marchiato come un manzo e provo brividi freddi all’idea che un tale forcaiolo potesse divenire presidente della federazione.
Chiaramente, e sono sicuro che non dubitavate, deinisce "misteriosissima" la vicenda del mapeino Garzelli e del probenecid, dice "non me la sento di commentare".
Ci illumina sul pro-tour il signor "Squinzei", dice che avrebbe preferito dieci-dodici squadre, con promozioni e retrocessioni, perchè diversamente la mapei, che a suo tempo rilevò una piccola squadra in crisi, non sarebbe mai entrata nel ciclismo.
Bravo lo Squinzei, fà sua la regola del cambiare tutto per non cambiare nulla, perchè ciò sarebbe accaduto con dodici squadre più promozioni e retrocessioni, gran bel progetto manageriale per un industrialotto del suo calibro.
Senza dimenticare che non ci saremmo mai tirati una revolverata alla tempia per il mancato ingresso nel ciclismo della mapei (tutti sono necessari, nessuno indispensabile), senza dimenticare che nulla vieta che un’industria si limiti a sponsorizzare un team senza l’obbligo di rilevarlo a livello socetario, ma la mania di avere le mani in pasta dappertutto è dilagante (Silvio docet).
Cambiando argomento Squinzei dice che Armstrong rimane un mistero, anche se ha vinto sei Tour de France, un commento degno di un esegeta di Nostradamus.
Di Rebellin dice che è un buon corridore ma non un campione.
Attendavamo impazienti che fosse Squinzei a venircelo a dire, da soli non ci saremmo mai arrivati, se non che alcune successive affermazioni lasciano intuire che l’argomento Rebellin è strumentale.
Squinzei definisce ridicola e stucchevole la vicenda del passaporto di Rebellin, e quando dopo altre risposte afferma che "non è un mistero, a me stà molto a cuore Franco Ballerini, che a mio parere merita di essere riconfermato per quello che ha fatto vedere sul campo", noi sempliciotti amanti del ciclismo, sapendo della partnership commerciale di mapei con le attività federali, non possiamo che sentire profumo di nepotismo.
Squinzei non mi piace, per quel poco che conta la mia opinione.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 18:27
RENATO DI ROCCO
Dal 1975 al 1981 segretario della lega del ciclismo professionistico, dal 1983 al 1997 segretario generale della federciclismo, responsabile dei giochi della gioventù nel 1998, poi per due anni segreterio generale dell’atletica leggera, dal 2002 direttore generale dell’organizzazione territoriale del CONI.
Non sopravvalutatemi, non ho idea di cosa significhi tutta questa trafila, ma chiunque può dire che si tratta di un uomo ben conosciuto nel "palazzo".
Dice "io continuo a pensare e a vedere una candidatura di tipo istituzionale, che serva a ricompattare una federazione che è chiaramente in affanno e divisa su più fronti".
Diabolus in musica, sembra di sentir parlare Prodi o Rutelli, e la cosa proprio non mi piace, spirito di iniziativa zero, far quadrare i conti l’imperativo assoluto, il "come" non importa.
Ci illumina sull’atteggiamento di Petrucci nei confronti delle federazioni: "il presidente da sempre ritiene che fin quando il presidente di una federazione è in carica e ha intenzione di ricandidarsi, il Coni resta al suo fianco".
Tutto ciò si chiama corporativismo, immobilismo, democristianismo se volete.
Ma siamo sicuri che sia così importante quale presidente federale verrà eletto? Qui urge una riforma del Coni.
Poi la perla di DiRocco: "Un velodromo coperto ci vuole, Milano sarebbe la piazza migliore".
Fantastico, una città plagiata dal calcio e dal traffico, che si accorge del ciclsimo solo all’arrivo del giro d’Italia, dove persino la squadra di basket rischiava l’agonia, dove il vigorelli è stato lasciato andare in malora, sarebbe la piazza migliore.
No, per tutti i Santi Lance, un progetto pilota per il rilancio del ciclismo su pista dovrebbe partire da quelle aree che per il ciclismo sono serbatoi di atleti e di pubblico.
Mi dicessero di un velodromo a Firenze, benissimo, mi dicessero di un velodromo a Torino benissimo, mi dicessero di un velodromo a Como vicino alla Svizzera va benissimo, a Venezia o Treviso anche, ma Milano proprio no.
Anche a DiRocco Ballerini piace molto, perchè "sa fare il suo mestiere e sa comunicare in maniera molto efficace".
Riprendo a scrivere dopo alcuni minuti durante i quali ho rischiato una peritonite per il troppo ridere.
Il DiRocco dice che a Ballerini è mancato il supporto federale per affrontare le polemiche, amici miei, proprio così, a Ballerini secondo il DiRocco sarebbe mancato niente altro che un addetto stampa che preparasse una versione ufficiale e gli togliesse le castagne dal fuoco davanti ai giornalisti, oppure, a seconda delle prospettive, qualcuno che abbindolasse Rebellin al posto suo per scaricarlo infine a pochi giorni dal mondiale, tanto Ballerini non avrebbe promesso niente a nessuno e la sua sarebbe stata una scelta tecnica sacrosanta.
Della "giunta Ceruti" il DiRocco, nel caso fosse eletto, salverebbe volentieri il responsabile amministrativo per dare continuità al sistema.
Lo so, lo so, sono lento nel focalizzare le idee, sono pure dislessico (forse), ma in proposito della giunta Ceruti non si è parlato di buchi nel bilancio, non si è parlato di conti in rosso?
E il responsabile amministrativo si occupa di giardinaggio o di che altro?
No, DiRocco non mi piace, per quel poco che conta la mia opinione.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 18:27
MARCO TONI
Sindaco di San Giuliano Milanese, sulla via Emilia tra San Donato e Melegnano.
Dice "Penso di portare nel ciclismo un valore aggiunto molto importante, che ho acquisito in questi anni a livello amministrativo come Sindaco di San Giuliano Milanese".
Orpo, e perchè non và a salvare l’Alitalia allora, che gli frega del ciclismo?
Ma non è che nel mondo delle società minori c’è una grandissima strizza, c’è la paura che il bubbone dei bilanci anomali esploda in tutta la sua virulenza, mettendo a nudo chi ha preparato la torta e chi la torta l’ha mangiata?
Non saprei spiegarmi diversamente il credito che riscuotono due "amministratori" come DiRocco e Toni.
Per Ceruti spende parole d’elogio, dice che ha ottenuto grandi risultati soprattutto nella lotta al doping, tanto che l’UCI stessa sarebbe tornata sui suoi passi grazie all’impegno della federazione italiana, e DiRocco lega la figura di Ceruti alla legge formulata dal governo per la lotta contro il doping.
Se dicesse che Ceruti ha inventato anche il cambio Campagnolo e il pneumatico Dunlop non mi stupirei.
In merito a sponsor e televisioni dice: "ci sono sponsor che sono più interessati al satellite ed altri ai quali stà benissimo la visibilità nazionale, io credo che ci possa essere la possibilità di recuperare un rapporto con la Rai e non solo con la Rai".
Cialtroneria? Frasi inconsulte a ruota libera?
Forse no, sentite: "vengo dal mondo delle parrocchie e del volontariato, sono stato anche seminarista ad Arcore".
Questo mi sà che è amico del Berlusca e del Formigoni, forse qualche aggancio tv ce l’ha davvero, ma chi ci guadagnerebbe di più, il ciclismo o gli amici di Toni?
No, Toni non mi piace, per quel poco che conta la mia opinione.
Poi mi prende in giro con la storia del velodromo mancato a Treviso, con la possibilità di farlo a Torino se solo si sapessero "i termini e i tempi".
Naaaa.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 18:28
SIMONE MOLINAROLI
Mettiamo subito le cose in chiaro: non mena il torrone con Ballerini o i velodromi, quindi parte con la mia simpatia.
Poi è veronese, è uno dell’armata veneta, non c’è male.
Avevo già letto l’intervista su Cicloweb ad opera di Marco Grassi ricca di spunti interessanti, come il coinvolgimento del volontariato popolare (forte di 65000 tesserati), la cultura sportiva di Simone (dall’intervista di Grassi: "se si prende un ragazzino di 7 anni e lo si mette a pedalare e basta, dopo un po' si annoia e scende dalla bicicletta. Dobbiamo valorizzare invece la dimensione ludica di questo sport, promuovere un'attività invitante anche per i più piccoli", una frase del genere fà venire voglia di buttargli le braccia al collo per la gioia), qualche spunto negativo come l’evasività nella rispondere alla domanda di grassi sul digitale terrestre e sulla situazione televisiva del ciclismo, per poi rinnovare l’entusiasmo (del sottoscritto) alla ventilata ipotesi dei diari clinici (il "suivi medical" invocato dai francesi).
Nell’intervista di Tuttobici Molinaroli conferma il suo rifiuto verso i voli pindarici (non promette velodromi coperti nè contributi annui alle società giovanili, perche sarebbero "promesse da politico"), tanto sano realismo e il sentito bisogno di trasformare il ciclismo in un’azienda fiorente dalle enormi potenzialità.
Il veneto è terra di imprenditori veri, non di mungitori mediatici, se Molinaroli fosse eletto (ma arriverà ultimo), non mi dispiacerebbe affatto.
Colpevolmente non ho ancora visitato il sito http://www.simonemolinaroli.it , vedrò di porvi rimedio.

 

[Modificato il 13/01/2005 alle 18:52 by aranciata_bottecchia]


 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 13/01/2005 alle 20:56
mi sembra che su tuttobici di gennaio non ci sia su praticamente poco o niente...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2005 alle 21:29
Hai ragione, anche io avrei preferito il paginone centrale con la sorella di Ivan Basso tutta nuda.
Bisogna imparare ad accontentarsi caro Tobia, accontentarsi e saper leggere tra le righe.
Al limite puoi sempre guardare le fotografie dei corridori, sono molto belle.
Ciao!

 
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Non registrato



  postato il 13/01/2005 alle 23:47
Caro aranciata...sono un tuo grande estimatore....ma questa volta non sono d'accordo con te...me lo concedi???
Tu sai che io oltre al dilettantismo sono molto interessato al doping (non a praticarlo ) e ritengo Giorgio Squinzi uno dei primi che ha tentato drasticamente di andare contro a queste pratiche.
Allora la Eldor Viner di Giovannetti fu salvata da Baldini tramite l'aiuto di Squinzi per sopperire alle mancanze di fondi e sponsor.
Allora il marchio Mapei non era ancora leader nel settore edilizio.
Si mise subito in prima linea nella lotta al male oscuro...preveggendo il problema del doping ematico... poi venuto alla ribalta.
Obbligava i suoi corridori ad effettuare i test, le visite e le preparazioni nei propri laboratori sotto la responsabilità dei medici Mapei tanto che ancor ora il Centro Mapei è un punto di riferimento.
Al contrario di altre società che avevano tesserati seguiti da certi stregoni da brividi.
Ora non ho presente il pezzo a cui ti riferisci... ma vorrei farti notare che il Probenecid è un diuretico che copre l'uso di anabolizzanti steroidei, eliminando i liquidi e di diminuendo la pressione sanguigna. A cosa serve diminuire la pressione del sangue???
Ok basta...ritorno a Squinzi... si sobbarco lo smacco e abbandonò al termine dell'anno seguente l'attività ritirando la sua sponsorizzazione...a me sembra una persona responsabile e corretta... poi non conoscendola di persona ognuno si fa le idee che vuole.
Non volermene a male Oranje...Ciao da Andrea

 

____________________

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2005 alle 00:48
Ciao Andrea, premetto che tutti possono sbagliare, premetto che al contrario di ciò che dice il proverbio esistono anche coloro che predicano male e razzolano bene, mi sono limitato a commentare l'intervista a Squinpei, che mi ha colpito molto negativamente.
Non giudico in blocco la sua storia.
Che poi non sia un fesso e che abbia capito che la sponsorizzazione del ciclismo è una fonte di guadagno pressochè sicura (concetto dedotto dalla medesima intervista) è un altro paio di maniche.
Ti saluto cordialmente Andrea, ciao.
Davide

 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 14/01/2005 alle 00:50
però le foto della sorella di basso sarebbero state meglio che di quelle dei corridori...
 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 14/01/2005 alle 00:52
mi chiedo perchè durante l'inverno sia bicisport che tuttobici non possano dedicare un po'di spazio al ciclocross...visto che ci sono pochi argomenti di cui parlare e di ciclocross un po'di gare ci sono anche se ci sono pochi corridori, darrebbero spazio e servirebbero a pubblicizzare questa disciplina! dovrebbero dedicarle anche alla pista!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2005 alle 02:23
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

ritorno a Squinzi... si sobbarco lo smacco e abbandonò al termine dell'anno seguente l'attività ritirando la sua sponsorizzazione...a me sembra una persona responsabile e corretta...


Nè và dimenticato che di riffa o di raffa alla Mapei sono passate persone che nella loro storia hanno avuto acclarati legami con il doping o che ne sono stati fortemente sospettati.
Per dirne alcuni: Bortolami, Olano, Museeuw, Camenzind, Rominger, Figueras, Zanini, Jaskula, VanDenBroucke...
Squinpei è un uomo di successo e spesso gli uomini di successo pensano di essere lungimiranti e infallibili anche al di fuori del proprio campo di competenza.

 
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Livello Sean Kelly




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  postato il 14/01/2005 alle 10:22
Per Tobia, il ciclocross andrebbe valorizzato maggiormente anche dalle TV che dovrebbero concedergli molto + spazio!!!
Lancio un'idea. Ha provato a proporsi ad una emittente come LA7 ? ( sto pensando, come esempio, all'ottima idea della trasmissione delle partite dell'italia del Rugby e che si potrebbe arrivare a qualcosa di simile)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2005 alle 13:15
al riguardo,caro andrea,ti riporto l'illuminante risposta di morris su una mia domanda al caso garzelli-probenecid sul giro2002:

....ed infine il"giallo"sul probenecid di garzelli che se come ho ben capito rientra in quei prodotti"espansori"che si usano per camuffare altre sostanze?
Nella farmacologia, ci sono prodotti che hanno il potere di cancellare o confondere la sostanza dopante. Alcuni, sono stati scoperti per caso e chissà quanti altri ve ne sono. In fondo, è chimica che si proietta su altra chimica, quindi…. I diuretici, ai quali appartiene il Probenecid, consentono di diluire la concentrazione urinaria, oppure accelerare l’eliminazione di alcuni composti non ortodossi con le tabelle del CIO. Il Probenecid ha pure molte altre facoltà di cura, soprattutto sulle disfunzioni metaboliche.
In ogni caso, è il diuretico più efficace per mascherare o favorire, la maggiore eliminazione urinaria di alcuni analgesici e dei ketosteroidi, ovvero anticamere palpabili di doping molto pesante. La rapida eliminazione urinaria di tali composti, preclude la rilevazione ematica e urinaria da parte dei controlli antidoping a fine gara.
Alla Mapei, nonostante l’ammirevole campagna e gli intenti di Squinzi, il doping era uno specchietto stuzzicante ugualmente e poteva coinvolgere, anche i collaboratori di un uomo che, il ciclismo, pare abbia perduto troppo prematuramente.

cedo che sia abbastanza esauriente...

ciao

 

[Modificato il 14/01/2005 alle 14:43 by Pirata x sempre]

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2005 alle 16:17
Rimanendo in argomento Squinzi e Mapei ho trovato sulla rete una pagina interessante:

http://213.92.16.98/ESW_articolo/0,2393,18531,00.html

Ci tengo a sottolineare che non metto assolutamente in discussione le buone intenzioni e la volontà di lottare contro il doping manifestate da Squinzi, che per me rimane un personaggio che ha "ciurlato nel manico", come si dice quando ci si aspetterebbe un badile solido per scavare, ritrovandosi invece un manico ciondolante che imita la còpula, perchè ci si aspettava che Squinzi conducesse una battaglia etica dalla valenza universale, non limitata alle questioni d’immagine della sua squadra.
Squinzi ha "sbroccato" completamente sbagliando il tempo ma soprattutto il metodo della sua crociata, perchè Machiavelli e Galiazzo sarebbero d’accordo con me sul fatto che per "imbroccare" correttamente non bisogna puntare la freccia direttamente contro il bersaglio, ma un poco più in alto.

Se vi siete letti l’intervista che ho proposto posso infine farvi notare alcune frasi che trovo dissonanti.

Ecco il botto d’apertura: I suoi due gioielli si chiamano Filippo Pozzato, «straordinario motore», e Fabian Cancellara, «l'Indurain del futuro». Li ha scovati a 18 anni e li ha subito presi in squadra tra i professionisti, facendo loro saltare il passaggio tra gli under 23: «Perché lì il doping è peggio che tra i grandi». Li coltiva con cura «e sotto strettissimo controllo medico, perché saranno loro il ciclismo di domani... Ma c'è un però. Se nel ciclismo di oggi intanto non si fa pulizia, quando loro arriveranno non riusciranno a vincere».

Innanzitutto mi permetterete di pensare che se un domani Cancellara non si rivelasse come il nuovo Indurain la causa potrebbe essere insita nelle caratteristiche del corridore, non nella sua mancata adesione al doping.
In seconda battuta è terrificante l’affermazione << Se nel ciclismo di oggi intanto non si fa pulizia, quando loro arriveranno non riusciranno a vincere >> perchè è la negazione assoluta che nel ciclismo possano avere un peso determinante il talento naturale, l’intelligenza e l’esperienza, è un’affermazione degna di Blatter.
Nulla ho contro la lotta al doping, anzi, ma dichiarazioni di quel calibro non stanno bene in bocca ad un innamorato del ciclismo, ma in quella di chi ha condotto una "guerra di facciata" e l’ha persa, temendo poi per la propria stessa immagine (aziendale).

Squinzi afferma «Al Giro d'Italia il nostro uomo di punta era quell'anno (1996) Abraham Olano, che si piazzò terzo dietro a Enrico Zaina e al vincitore Pavel Tonkov, e davanti a Ivan Gotti. Ebbene, tutti questi d'alta classifica avevano per preparatore il dottor Michele Ferrari, lo stesso che per sei mesi, due anni prima, avevamo avuto alla Mapei. Ma ce ne eravamo liberati quando scoprimmo che lui, oltre alla Mapei, seguiva anche una squadra avversaria, la Gewiss, e rivali di spicco come Moreno Argentin, Eugeni Berzin, Bjarne Rijs. Con risultati strabilianti. Non solamente gli uomini di Ferrari mietevano vittorie, ma lui stesso si arrogava l'autorità di decidere addirittura quali corse dovesse disputare ciascuno, compreso il nostro Olano. Alt, dissi, così non va. Dobbiamo cambiare assolutamente filosofia».

In questa frase c’è tutto l’istinto dell’industriale che palesa la voglia di vittoria e di prestigio personale, non dell’amante dello sport pulito super partes, perchè candidamente confessa che il legame professionale con Ferrari è stato troncato e per i rapporti contemporanei del medesimo con una seconda squadra e per l’ingerenza dello stesso Ferrari nella pianificazione delle corse.
Insomma, giù le mani dal giocattolo.

Quando poi dice: «Primo. Basta con i preparatori esterni. È la squadra con i suoi tecnici e i suoi medici che deve seguire in esclusiva gli atleti, curarne l'allenamento, tutelarne la salute. Oggi di medici la Mapei ne ha sette, più il medico sociale, almeno uno presente a ogni corsa. Non c'è fiala o compressa, anche d'uso personale, che non sia controllata. Anche lo smaltimento dei rifiuti medicinali è sotto regola. Secondo. I massaggiatori facciano il loro mestiere e basta, non i factotum o peggio, come s'è visto nella retata di Sanremo, quelli che maneggiano le sostanze proibite. Terzo. Puntare sui giovanissimi. Curare la crescita di una nuova generazione di campioni puliti. E ne abbiamo di grandi promesse: Pozzato e Cancellara, Laszlo Bodrogi ed Eugeni Petrov».

A parte che mi fa paura lo "maltimento dei rifiuti medicinali sotto regola", non ne comprendo il motivo di sottolinearlo dal momento che la stessa legge dello stato prevede un preciso protocollo per lo smaltimento dei rifiuti medicinali, mi chiedo chi voglia abbindolare Squinzi.
Forse che un centro clinico-sportivo di proprietà è garanzia che la stessa squadra sia candida come una colomba?
Questa potrebbe benissimo essere una mossa perbenista, un’operazione di marketing anch’essa.

La chicca: «Con il nostro Andrea Tafi insultato e umiliato da un gruppo di corridori capeggiati da Marco Pantani. Poi il Giro finì con Pantani cacciato per ematocrito sopra 50 e con gli altri d'alta classifica anch'essi scoperti al limite, mentre i nostri si piazzarono dal quindicesimo posto in giù. Perché il doping ematico fa questo. Nelle corse a tappe fa diventare purosangue anche i ronzini..

Fantastico no? Io sostengo che una lotta al doping credibile NON possa prescindere dall’introduzione dei diari clinici (con monitoraggi rigorosi e frequenti) e dall’indipendenza dell’istituto anti-doping da qualsiasi forma di controllo federale, nazionale o internazionale che sia.
Per me sono due capisaldi irrinunciabili.
Mapei invece promosse in accordo con la federazione la campagna etica-commerciale "io non rischio la salute".
Uno sponsor propiretario di una delle squadre più importanti si fà partner della federazione nella lotta al doping.
Dalle mie parti si chiama conflitto d’interessi e quella di Squinzi alle mie orecchie suona come propaganda (un po’ nello stile di Rogge o Gasparri).
Chi avesse ricordi migliori dei miei sul conflitto "Pantani-Tafi-Io non rischio la salute" è pregato di intervenire.
Per chiudere mi perdonerete se provo schifo per l’allusione indiretta di Squinzi ad un inevitabile legame tra il doping ematico e Pantani, "ronzino trasformato in purosangue".

Altra dichiarazione da brivido: Guardate Tonkov. È un motore fortissimo, avrebbe potuto dominare non un Giro d'Italia ma tre. Ma quando lo prendemmo alla Mapei e gli imponemmo di rompere con Ferrari, fu battuto prima da Ivan Gotti e poi da Pantani. Che disputò quell'incredibile cronometro di Mendrisio, quella del compagno di squadra espulso per
eccesso d'ematocrito. Rimpiango una cosa di quel giorno: di non aver chiesto l'esame del Dna sui prelievi».

Ma chi è Squinzi? Che poteri aveva per potere eventualmente chiedere l’esame del DNA sui prelievi?
No, non mi piace.

Ps ho notato che la Mapei è sponsor anche del sito di Capodacqua, o comunque è presente su di esso a titolo gratuito, tanto perchè stanno bene assieme i due Torquemada della lotta al doping.
Ho notato che Squinzi ha gridato al complotto quando Garzelli è risultato positivo.
Ho notato che "Head of Water" ha usato misure di giudizio differenti per il presunto complotto contro Pantani e per il presunto complotto contro Garzelli.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/10/2006 alle 22:30
Vecchio thread sui "mapeikes", giusto per collocare una novità: sul sito cyclismag.com si legge che Miguel Martinez, asso francese della Mtb che ha appena dato l'addio al ciclismo, in una recente intervista concessa a "L'équipe" ha fatto cenno alla sua breve avventura stradista in Mapei, citando una frase che uno dei dirigenti Mapei gli avrebbe rivolto alla fine della stagione 2002, con riferimento all'anno 2000 (quando Martinez vinse in Mtb mondiale e olimpiade, cimentandosi anche nel Tour de France, mettendosi in mostra nelle tappe delle Deux Alpes e di La Plagne):
« MIO POVERO MIGUEL, VISTO IL TOUR CHE HAI FATTO A PANE ED ACQUA, SE TI AVESSIMO PREPARATO TU AVRESTI VINTO DUE TAPPE ».

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/10/2006 alle 22:50
... Perchè dici così Aranciata scusa... e se per 'preparato' intendessero... "fornito di un programmato programma di allenamento fatto di lavori specifici"..invece di..."Drogato, pompato, anabolizzato e gonfiato??
Capisco il sarcasmo ma non esagerare...

 

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.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/10/2006 alle 23:29
Originariamente inviato da Cascata del Toce

... Perchè dici così Aranciata scusa... e se per 'preparato' intendessero... "fornito di un programmato programma di allenamento fatto di lavori specifici"..invece di..."Drogato, pompato, anabolizzato e gonfiato??
Capisco il sarcasmo ma non esagerare...


Ciao, ho tradotto con "pane e acqua" l'espressione francese "eau claire" (letteralmente acqua chiara o limpida o cristallina).
Noi utilizziamo l'espressione "pedalare a pane e acqua" per indicare un corridore che non fa ricorso al doping, ed i Francesi con il medesimo fine utilizzano l'espressione "rouler à l'eau claire".
Nessuna esagerazione, nessun sarcasmo, è proprio Martinez a riferire questa precisa espressione: in contrapposizione ad un Tour pedalato a pane ed acqua, c'è chi gli dice "ah...se ti avessimo preparato".
Ciao

 

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Livello Hugo Koblet




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  postato il 10/10/2006 alle 13:52
anche a me squinzi non è mai piaciuto...non capisco una cosa dell'affermazione di martinez: si dice che il riferimento è al tour del 2000 ma le tappe citate sono del 2002
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:34
Originariamente inviato da galibier98

anche a me squinzi non è mai piaciuto...non capisco una cosa dell'affermazione di martinez: si dice che il riferimento è al tour del 2000 ma le tappe citate sono del 2002


No no, errore mio, la frase "incriminata" è della fine del 2002 e si riferisce proprio al Tour del 2002.
Ciao

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:40
ma con che squadra ha corso martinez il tour del 2002????
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:49
Originariamente inviato da simone89

ma con che squadra ha corso martinez il tour del 2002????


Mapei.
I suoi compagni in quell'avventura erano: Oscar Freire, Laszlo Bodrogi, Fabien De Waele, Pedro Horrillo, Robert Hunter, Tom Steels, Andrea Tafi, Gerhardt Trampusch.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/10/2006 alle 14:51
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da simone89

ma con che squadra ha corso martinez il tour del 2002????


Mapei.
I suoi compagni in quell'avventura erano: Oscar Freire, Laszlo Bodrogi, Fabien De Waele, Pedro Horrillo, Robert Hunter, Tom Steels, Andrea Tafi, Gerhardt Trampusch.


grazie mille...

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 10/10/2006 alle 19:55
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Vecchio thread sui "mapeikes", giusto per collocare una novità: sul sito cyclismag.com si legge che Miguel Martinez, asso francese della Mtb che ha appena dato l'addio al ciclismo, in una recente intervista concessa a "L'équipe" ha fatto cenno alla sua breve avventura stradista in Mapei, citando una frase che uno dei dirigenti Mapei gli avrebbe rivolto alla fine della stagione 2002, con riferimento all'anno 2000 (quando Martinez vinse in Mtb mondiale e olimpiade, cimentandosi anche nel Tour de France, mettendosi in mostra nelle tappe delle Deux Alpes e di La Plagne):
« MIO POVERO MIGUEL, VISTO IL TOUR CHE HAI FATTO A PANE ED ACQUA, SE TI AVESSIMO PREPARATO TU AVRESTI VINTO DUE TAPPE ».


L'affermazione non ha un doppio senso, ce ne ha uno solo: se solo si fosse "bombato" un po', chissà dove arrivava...

Martinez, campione in MTB (che non credo sia un mondo di verginelle), sperava di lasciare il segno anche su strada, e non ce l'ha fatta.
E ha cercato qualche alibi alla sua sconfitta, che poteva accettare con più signorilità.
Se invece avesse detto tutto questo a un magistrato, ne parlerei diversamente.

 

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Il ciclismo è uno sport sano e alla portata di tutti,contro la vecchiaia e le malattie, ma soprattutto conferisce grande lucidità ed efficienza sul lavoro [...]
Voglio anche dire che mi fanno pena e schifo gli impiegati che vengono in ufficio in macchina
e che la sera corrono a rinchiudersi in quelle scatole di sardine invece di farsi una bella sgambata fuori città...
(Visconte Cobram, da "Fantozzi contro tutti")

 
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