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Autore: Oggetto: balle di paglia

Livello Learco Guerra




Posts: 918
Registrato: May 2005

  postato il 24/03/2007 alle 22:36
Durante la telecronaca della Milano Sanremo, Bulbarelli e Cassani hanno fatto notare, questa volta giustamente, che non si vedono più le balle di paglia che una volta proteggevano i punti più pericolosi.
Come mai? A chi spetterebbe posizionarle? All’organizzazione, ai comuni, alle province, ad altri enti? Non si sa. Ma non c’è da stupirsi che siano scomparse le balle di paglia. In una società dove fior di “professionisti” ricevono compensi stratosferici, magari per fare durare in eterno un processo, per affossare le ferrovie o la compagnia aerea di bandiera, per estendere il precariato nel mondo del lavoro, chi volete che vada a pensare alle balle di paglia, uno dei manufatti più poveri che ci siano? Una volta, le balle venivano formate con gli scarti della trebbiatura, da un imballatore movimentato da una cinghia di trasmissione che partiva da un trattore “a testa calda” come quello che vedete qui a sinistra. Oggi forse esistono solo le balle giganti ottenute dalle mietitrebbie. Ma oltre a non esistere più le balle (di paglia), forse manca sempre di più quella forma di considerazione per il prossimo che farebbe sì che chiunque (sindaco, assessore, cantoniere, vigile o semplice proprietario di un muretto) si avveda che c’è un punto pericoloso dove deve passare una corsa, ci metta una balla , o un materasso, o dei vecchi pneumatici, tanto per fare una cosa utile. Forse quel menefreghismo verso il prossimo, che fa sì che si posteggi l’auto in seconda fila, che si butti la lattina nel contenitore per la raccolta della carta e la carta della pizza in quello del vetro, che ci si ritenga in diritto di fare tutto il rumore possibile in casa fregandosene dei vicini di condominio, che si poggi la suola della scarpe sul sedile del treno, e se quello che poi si siede dopo si sporca i vestiti sono affari suoi, ha eliminato pure le balle di paglia.

 

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Livello Fausto Coppi




Posts: 2258
Registrato: Feb 2005

  postato il 25/03/2007 alle 14:29
Le balle di paglia le ho viste a volte in certe corse di paese..forse per una corsa come la Sanremo erano considerate troppo "povere"...su questo no-comment, ma spero che imparino per il prossimo anno...come si dice: "Chiudere la stalla dopo che sono scappati i buoi"...

 

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"Se hai la fortuna clamorosa di diventare un cronista di ciclismo, non puoi fare a meno di essere coinvolto, trascinato in una passione infinita, irrinunciabile, che ti segna per sempre" - Pietro Cabras

"C'è una salita? Vai su, arriva in cima, e vedrai che sarai sempre vincitore" - Giordano Cottur

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




Posts: 3948
Registrato: Apr 2005

  postato il 25/03/2007 alle 14:32
hai ragione da vendere.
Segnalo un altro caso (minore) che dimostra quanto il "non e' mio
compito" superi quel minimo di dignita' che ogni essere umano dovrebbe avere:
ieri salivo in bici lungo il Turchino da Voltri per andare a vedere
scollinare la corsa. Dietro una curva c'era posteggiata
una macchina sportiva la cui sagoma restava coperta dal guardarail.
Per i ciclisti in discesa era alquanto pericolosa.
Sul vetro c'era una multa quindi qualche vigile si era anche fermato,
ma al momento non c'era nessuno in zona.
Poco piu' su ho trovato un bel gruppo di vigili motociclisti che
stavano rinfocillandosi in una nota osteria prima di dover scortare
la corsa almeno fino alla fine della provincia di Genova.
Mi sono fermato e, gentilmente, ho segnalato il pericolo
ma mi e' stato risposto che avrebbe dovuto esserci una pattuglia
con carro attrezzi che sarebbe scesa ed avrebbe provveduto.
Ok, in effetti la macchina e' stata rimossa, ma quanto costava
fermarsi sul posto e verificare invece che supporre che ci
avrebbe pensato qualcun altro?

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Gino Bartali




Posts: 1312
Registrato: Feb 2005

  postato il 25/03/2007 alle 18:35
A dirvi la verità mi ricordo di aver visto in qualche edizione del Lombardia(ma mis embra anche della SanRemo)dei materassoni in alcuni punti critici delle discese.Di anno in anno le cose peggiorano sempre di più,in effetti non ci vorrebbe molto

Speriamo che gli organizzatori ne prendano atto e facciano qualcosa!

 

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DAvide

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C.S.N.P.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Dec 2003

  postato il 26/03/2007 alle 15:56
Uno dei motivi della fine delle balle di paglia è la loro mancata produzione. Oggi in campagna si fanno solo "rotoballe" circolari del peso di 250 kg. Ogni rotoballa (inutilizzabile sulla strada di una corsa per l'evidente ingombro) pesa quanto 10 balle tradizionali.

Ma al di là di ciò si potrebbe sopperire con materassoni in lattice, in gommapiuma o gonfiabili, almeno nelle ricche gare internazionali.

E poi le macchine. Dove è caduto Kopp, mi pare ad Albenga si è capito benissimo che la caduta è stata provocata da una strettoia dovuta a due file di macchine parcheggiate e non rimosse.

Ma al di là di ciò, il vero pericolo sono i ciclisti stessi, che procedono ad andature sempre più folli su mezzi meccanici sempre più rigidi e meno controllabili.

Sia le andature che la rigidità del mezzo hanno una unica spiegazione, che ho già accennato nel trhead sulla Sanremo. In assenza di fantasia e capacità di osare i corridori si danno esclusivamente alla "marcatura a uomo" che si realizza nel tenere il gruppo compatto ad altissime andature, nel limare a tutta per stare davanti, in attesa di uno sprint, auspicato da metà delle squadre, o da una botta disumana sull'ultima salita, auspicata dall'altra metà delle squadre, quelle senza velocisti.
Ecco allora gli incidenti ripetuti, le discese a rotta di collo, i pericoli che questi atleti si prendono incoscientemente, le ruote gonfiate a 10 atmosfere per ridurre ogni minimo attrito.

Il tutto aggravato da mezzi inguidabili: rigidità massima del telaio, delle ruote, dei manubri... ma come si fa?

Se le corse fossero meno chiuse dal punto di vista tattico ci sarebbero certamente meno incidenti. Ma visto lo scarso spessore tattico dei ciclisti attuali, guidati da stregoni o da Ds che hanno fatto i corridori quando queste pratiche si consolidavano assieme al doping ematico, le cose non cambieranno.

Come prevenire dunque gli incidenti? Senz'altro scegliendo percorsi più idonei e sicuri nelle gare a tappe. Certo, a Sanremo come si fa a togliere Cipressa e Poggio per motivi di sicurezza? Ecco allora la mia proposta: Gli organizzatori di gara devono potere imporre nel regolamento che alla loro corsa non si usino materiali eccessivamente rischiosi rispetto al percorso.
Ad esempio alla Roubaix gli organizzatori dovrebbero essere messi in grado di bandire le ruote a alto profilo (ricordate Hincapie lo scorso anno?). Idem alla Sanremo.
Si potrebbe pure ipotizzare un limite alle atmosfere delle ruote, a seconda del meteo, e da sanzionare tramite controlli a campione alla partenza. Non sarebbe così dispendioso: così come si controllano i rapporti nelle categorie giovanili, qui si può controllare la pressione dei pneumatici...

Forse sono solo mie follie o proposte fuori da ogni realtà... però quando ho visto Moletta (non un miliardario, ma un onesto operaio del ciclismo) fare la fine che ha fatto, ho pensato che di sport non si può nè morire, nè rimanere più o meno invalidi.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 26/03/2007 alle 22:55
Frank, mi hai anticipato.
Non ci sono più le balle di una volta !

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/03/2007 alle 09:08
La cosa che, invece, continua a farmi imbufalire è il rapporto tra rischio effettivo (per quanto stemperabile da tutte le indispensabili forme di sicurezza tipo materassi, paglia o quant'altro)e pregiudizio.
Non c'è rispetto per chi mette in pericolo vita e salute per il proprio lavoro e passione.

 

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nino58

 
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