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Autore: Oggetto: Elogio del contropiede: ovvero lo specifico estetico del ciclismo

Livello Marco Pantani




Posts: 1476
Registrato: Mar 2005

  postato il 13/03/2007 alle 18:15
Elogio del contropiede: ovvero lo specifico estetico del ciclismo


Non gli scalatori.
Esercitano l’abilità della natura. Il semplice portato della legge dei gravi su due ruote. Forza e leggerezza. Dategli una rampa abbastanza lunga e applicheranno il teorema col solo ausilio della capacità di sofferenza. Non mi è mai piaciuto vedere soffrire. No.
Insomma, scalare le montagne. Il gioco più inutile e meraviglioso dell’uomo. È un gioco da eroi che gareggiano contro se stessi. Bonatti, Messner, mi piacciono quei semidei lì.

Non i passisti.
Dovrebbero trovare l’assolo stroncando gli avversari con la dote della regolarità in pianura. La realtà è diversa. Il ciclismo è mestiere delle armi. Arte tattica. Strategia in movimento. Piacciono solo quelli che sanno gestire situazioni complesse. All’interno di convogli numerosi. Cambiando e adeguando i comportamenti. Non certo gli attaccanti solitari da lontano, che hanno il solo attributo del coraggio. Bella roba. Facessero del paracadutismo. Chi ha bisogno del coraggio per divertirsi?

Non i velocisti.
Anche se ci siamo vicini. Lo specifico ciclistico c’è. Eccome. Ma adesso. Questi treni, queste volate pilotate. E poi il blocco della gara. Le fughe controllate e riprese giusto all’ultimo. I gregari schiavi.
L’aborto della natura tattica e dell’imprevedibilità del ciclismo. Non è roba che ecciti, dico la verità. Uniscono l’ardimento senza coscienza alla forza esplosiva. Alcuni fanno innamorare, lo ammetto, ma altri deludono, soprattutto vincendo. Sarà mai possibile?

Non gli scattisti.
Uffa. Questi sono nel mezzo di strade grandi. Spesso sono scattisti del “morto”. Quando sono bravi, niente da dire. Interpretano la gara attraverso il filtro di un piano articolato e fantasioso. Però lo sono raramente. Bettini è uno di questi, eppure ha peccato di prudenza molte volte. No, gli scattisti no, anche lo scatto, visto da solo è nulla, l’azione deve proseguire. Categoria spuria.

Non i cronomen.
Ah, questi poi. Non dirò di non averne amati a mezze dozzine. Ne riconosco il valore intrinseco: la rivalsa della forza liberata dal giogo di Newton. Ma lo specifico non c’è proprio. Correre sul tempo. Come nello sci di fondo o il nuoto. Avversari in corsie separate oppure separati da partenze scaglionate. Il thriatlon lo stesso. Un altro sport, diciamolo.
Rimane il valore del senso del ritmo. Ma neanche tanto. Forse solo in pista, che però è un altro paio di maniche.

Non i discesisti.
Profittare delle paure altrui. Non sono modi. Li ammiro come se fossero dei ballerini, ma mi fermo. Spesso agiscono per recuperare e non per attaccare. Affascinanti, ma minori. Senz’altro minori. E poi le doti di coraggio, equilibrio, vista periferica e lucidità sono tipizzate meglio nello sci da discesa.

I finisseur – o contropiedisti
Loro sì. Loro mi muovono il sangue come nessun altro. Diciamolo, sono pochi, pochissimi. Li conti sulle dita delle mani e avanza spazio.
Jan Raas, Hennie Kuiper, Andrei Tchmill, il Freire del primo mondiale a Verona, lo Stephen Roche che beffa Argentin.

Adesso due ragazzi belli come il sole e vincenti. Pozzato e Ignatiev. L’inizio di quest’anno fa sognare. Non per un Valverde iperpotenziato e scheletrico, non per le volate di Bennati, non per la California di Leipheimer “D. Channel Army”.

Le stoccate senza errore, ecco cosa. Un colpo solo, M. Cimino amerebbe J. Raas, sono sicuro.
Un colpo solo. Anzi di più: un colpo solo in un istante solo. Sbagli il momento? Fine della festa, il gruppo ti ride in faccia.
Troppo presto; annasperai come una quaglia ai meno 200 e ti sverniceranno.
Troppo tardi: non uscirai nemmeno dalla fila, un carneade alla tua ruota e una figura da cogli.one di fronte a tutti.

Per cui il finisseur ama il richio. Il rischio del fallimento, sicuro. Spesso il finisseur rinuncia a un piazzamento sicuro allo sprint e si gioca tutto. O primo o ultimo. “Vili meccanici” stanno nel mezzo!

Il ciclismo nel suo specifico più puro.
Velocità – scelta di tempo – forza – tenuta atletica – immaginazione – capacità di concentrazione. Un contropiede vincente è tutto questo e molto di più.
Un bel contropiede si fa col gusto di “fare un bel contropiede”. Dovrò dare una “mezza ragione” a Morris e riconoscere che un finisseur ha senso del bello e del sensuale. (non ti montare la testa baffo, ho detto mezza ragione, diciamo che controllo ancora il 51%!!)

Un contropiede è sensuale come un felino in caccia. Voglio dire, spaventa, ma eccita pure!

Ho avuto la fortuna di essere amico di uno dei migliori contropiedisti del ciclismo dilettantistico: GianPaolo Verdi, in arte Leo, “wooobinda” su queste pagine. Fategli i complimenti per come ha interpretato la specialità. Li merita, a distanza di anni li merita ancora.

Per essere chiari, ecco le caratteristiche di Leo:
Buon passista, cronoman modesto, temperamento guerresco e sempre in fuga, modesto in salita, modesto allo sprint, modesto scattista, eccellente fondista, eccellente tenuta di velocità alta-altissima fra i 60 e i 150 minuti secondi, eccellente scelta di tempo, eccellente visione di gara nelle fasi convulse dell’ultimo chilometro…..e poi…..cultura figurativa sopra la media.

Il contropiede, se il ciclismo fosse arte, sarebbe poetica dello spazio-tempo. Cubismo in action. Sarebbe cinema d’avanguardia. Sarebbe performance alle biennali
Non lo è, contentiamoci di goderne per quello che è. Essenza esclusiva e purificata del ciclismo agonistico su strada. Riserva di caccia per i cristallini del pedale. Quelli che hanno capito la natura tattica del ciclismo.

Il mio amico Leo se lo vedeva: il film del suo finale. Se lo vedeva e lo preparava. E spesso lo girava pure. 20 prime visioni. 20 ciak buoni alla prima. 20 vittorie con lo sprint che si arroventa qualche metro più indietro. 20 capolavori del ciclismo nello specifico dell’arte: il contropiede.

No, ne cronometro, ne cicloalpinismo. Siluri dei sessanta allora, ecco cosa amo sopra tutto.




Ciao belli,
abbasso gli squadroni.
Claudio


Ps. Grazie Leo, per le foto, le videocassette, i racconti e le volte che ti ho visto per davvero. Eri un brocco schifoso, ma delle volte gliela ammollavi!

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2007 alle 21:27
Claudio, chapeau, vecchio capitano

Segnalo un passaggio che mostra il livello di questo scritto e che meriterebbe, da solo, 92 minuti di applausi:
Originariamente inviato da claudiodance
Non gli scattisti.
Uffa. [...]
Bettini è uno di questi, eppure ha peccato di prudenza molte volte.


P.S. "A domanda risponde", eh? Ma allora dillo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2007 alle 21:44
Un applauso e un abbraccio al grande Claudio.
E allora giù il cappello per Leo Woobinda, tanto la simpatia se l'era già guadagnata con le sue sparate nel forum contro i clienti di Ferrari, Cecchini & Co.

 

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Davide

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 13/03/2007 alle 22:43
concordo su tutta la linea. una delle azioni più emozionanti che vidi (seguo il ciclismo da poco), fu la zampata di bertagnolli alla placci qualche anno fa.

 

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"...and what exactly is a dream
and what eactly is a joke"
"...tired of lying in the sunshine..."

saluti a tutti
Vittorio

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 13/03/2007 alle 23:12
Caro Claudio, hai descritto in modo davvero sublime questa categoria di "sovvversivi" del ciclismo. I contropiedisti, coloro di cui ci scopriamo tifosi nel giro di pochi Km o centinaia di metri, tutto sembra scritto e invece arrivano loro a scombussolare tutti i piani, anche se abbiamo il cuore che batte per un nostro beniamino, come si fa a non sperare che il gruppone non riesca a fagocitarli?
Bentornato Dancellone!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 13/03/2007 alle 23:52
Così sovversivi da meritarsi tre "v", altroché!

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 00:35
Amavi hennie Kuiper, Claudio, il re de contropiedisti....

 

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pedala che fa bene.....

 
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  postato il 14/03/2007 alle 00:51
Grazie Claudio per la pennellata.

Una cosa che mi piace moltissimo della categoria "sovversiva"
dei contropiedisti:
non sono i protagonisti della corsa, ma quando va bene la vincono da soli.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Rik Van Steenbergen




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  postato il 14/03/2007 alle 02:23
Uno come Ignatiev potrà darci molte soddisfazioni in qusto campo secondo me...!
 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 14/03/2007 alle 07:44

Tutti voi ricorderete la vittoria di tappa di Bertogliatti al Tour di 5-6 anni fa. Ogni volta che penso all'azione del finisseur mi viene in mente quel numero incredibile.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 08:17
non vedo l'ora di conoscerlo questo Leo alla kobram!!!!


anche solo per quei 15 km fatti insieme mi piaceva follemente Tcmill!!!!

di una simpatia che mai avrei creduto

 

[Modificato il 14/03/2007 alle 08:49 by robby]

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 08:40
Amavamo Hennie Kuiper.
E Kocis Rodriguez.

 

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nino58

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 14/03/2007 alle 08:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Così sovversivi da meritarsi tre "v", altroché!



Visto che con le "erre" non vado d'accordo mi prendo il lusso di abusare delle V. VIVA i sovvVeVsivi!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 14/03/2007 alle 08:54
Originariamente inviato da robby

non vedo l'ora di conoscerlo questo Leo alla kobram!!!!



Intanto puoi trovare questo bel ritratto di Morris:

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=3313

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 09:47
Claudio, ottimo!
Hai proprio ragione, dal punto di vista estetico, non c'è niente di più bello dell'azione di un finisseur: potenza, scelta di tempo e il coraggio di sopportare la (probabile) brutta figura.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2007 alle 10:41
Il contropiedista per eccellenza Franco Bitossi|
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 10:50
Mi sembra che Claudio, pur palesando le sue preferenze, dipinga in maniera ottima - tra il tecnico e il romantico - tutte le specializzazioni del ciclismo su strada.

Bravo davvero!

I contropiedisti o finisseur hanno sempre avuto un loro fascino. Come dimenticare il Tchmil di Sanremo 99? Contando che non si era avvantaggiato sul Poggio (come Pozzato 2006), fece un'opera straordinaria, con gli squadroni dietro a tirare... e ancora Tchmil al Fiandre 2001 o Tafi al Fiandre 2002... aspettare la fine dei muri per andarsene contro vento, fantastico.

Il di più di questa categoria è secondo me, a parte la "sparata", la capacità di interpretare la corsa, di giocare una delicata partita a scacchi in condizioni di scarsa lucidità e scarsissimo tempo per prendere decisioni. Insomma i finisseur rappresentano adeguatamente la sintesi tra la forza bruta (espressa in maniera diversa da cronoman, scalatori, velocisti) e l'uso del cervello.

L'uso del cervello distingue ad esempio un Argentin da un Criquelion in fuga in una Liegi da tregenda...
O un Petacchi (che certo non è uno scattista) quando nella Sanremo 2005 si trova davanti un Boonen che si ferma, accorgendosi di avere a ruota il peggiore degli avversari e non un suo compagno, e lo spezzino anzichè tenere alta la velocità ipotizzando uno sprint da 250 metri, con lucidità rallenta lui pure e riparte al momento giusto... (poi ditemi che la Sanremo è una corsa brutta e scontata, OT).

Sì Claudio, con rispetto parlando per i paracadutisti, i sofferenti e tutti gli altri, i finisseur hanno una qualità in più, anzi due: l'astuzia, e la capacità di usarla al momento giusto.

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 11:04
Originariamente inviato da ciclgian

Il contropiedista per eccellenza Franco Bitossi|

Aspettavo giusto qualcuno che lo ricordasse...
Forse il ciclista con la "sparata" tra le più efficaci???

Anche se fallì nell'occasione più importante... però a Gap fu un vero e proprio attacco (cos'erano, 20 km circa alla fine?)

 

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"...Ogni volta che vedo un adulto in bicicletta, penso che per la razza umana ci sia ancora speranza..." (H.G. Wells)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 11:23
Originariamente inviato da janjanssen

Amavi hennie Kuiper, Claudio, il re de contropiedisti....


gli olandesi sono sempre stati maestri in quest'arte: Kuiper, ma anche Raas, Knetemann, Oosterbosch e negli ultimi anni Erik Dekker.
Da noi c'erano Vittorio Algeri, Bitossi, il primo Argentin, ma anche Gibì Baronchelli.
Parecchio adatti erano tutti coloro che facevano inseguimento su pista: a tal proposito cito due russi, Ekimov e Berzin.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 13:43
grazie claudio!


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 13:51
io ci metterei in mezzo anche vinokourov...il più completo fra i grandi...emozionanti le vittorie sui campi elisi e alla vuelta...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 16:00
Secondo me Mcewen ha letto questo thread e oggi ha deciso di fare un regalo a claudio...
 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2007 alle 16:26
Originariamente inviato da simociclo

Secondo me Mcewen ha letto questo thread e oggi ha deciso di fare un regalo a claudio...


Anche se questa volta la fuga non è arrivata

concordo con te !!!!

Robbie McEwen: il miglior interprete dello sprint e, da oggi, anche del contropiede ciclistico !!!




 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 18:05
Originariamente inviato da Bob Fats

Originariamente inviato da simociclo

Secondo me Mcewen ha letto questo thread e oggi ha deciso di fare un regalo a claudio...


Anche se questa volta la fuga non è arrivata

concordo con te !!!!

Robbie McEwen: il miglior interprete dello sprint e, da oggi, anche del contropiede ciclistico !!!





prima poi la fuga arriverà...

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 14/03/2007 alle 18:09
Originariamente inviato da simociclo

Secondo me Mcewen ha letto questo thread e oggi ha deciso di fare un regalo a claudio...

Mah, non ho visto l'arrivo di oggi, ma mi pare di capire che non si è trattato propriamente di "contropiede" nell'accezione dancelliana, ma di buco tipo Salisburgo, esercizio tecnico ben diverso.
Scusate se la questione sembra stucchevole...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 18:52
Se proprio vogliamo addentrarci nell'esegesi del pensiero Dancelliano, occorre sottolineare che il termine "contropiede" è inesatto o meglio troppo specifico.
Infatti si ha contropiede nel ciclismo, quando appena ripresa una fuga o una fuggitivo, nel breve momento di rilassamento del gruppo, parte un corridore.
L'azione del contropiedista, è dunque aiutata dalla scarsa attenzione del gruppo o da cause fortuite.
La vera azione del finisseur, invece, non è in contropiede, ma quando il gruppo sta tirando o comunque quando non c'è nessun fuggitivo in vista e dunque l'attenzione del gruppo è alta e l'azione del finissuer deve essere molto più vigorosa e con minori possibilità di riuscita.
Nel caso del contropiedista dunque la fortuna, o comunque, la scelta di tempo è preponderante, nel caso del finisseur invece è la forza ed il coraggio a prevalere.
Aspetto l'interpretazione autentica del ballerino Claudio.

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 14/03/2007 alle 18:56
Originariamente inviato da Ottavio

Se proprio vogliamo addentrarci nell'esegesi del pensiero Dancelliano, occorre sottolineare che il termine "contropiede" è inesatto o meglio troppo specifico.
Infatti si ha contropiede nel ciclismo, quando appena ripresa una fuga o una fuggitivo, nel breve momento di rilassamento del gruppo, parte un corridore.
L'azione del contropiedista, è dunque aiutata dalla scarsa attenzione del gruppo o da cause fortuite.
La vera azione del finisseur, invece, non è in contropiede, ma quando il gruppo sta tirando o comunque quando non c'è nessun fuggitivo in vista e dunque l'attenzione del gruppo è alta e l'azione del finissuer deve essere molto più vigorosa e con minori possibilità di riuscita.
Nel caso del contropiedista dunque la fortuna, o comunque, la scelta di tempo è preponderante, nel caso del finisseur invece è la forza ed il coraggio a prevalere.
Aspetto l'interpretazione autentica del ballerino Claudio.

Sono d'accordissimo con quanto hai scritto.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2007 alle 21:01
Originariamente inviato da janjanssen

Amavi hennie Kuiper, Claudio, il re de contropiedisti....


...sì, lui.

Hennie era brutto in bici come pochi al mondo, ma cerebro ne aveva, e come!
Vinse la sua Sanremo in tarda età, con una lettura tattica ardita e spettacolare.
A beneficio dei giovanissimi, una cronaca postuma e imprecisa.

Dopo la Cipressa fuga di tre outsider che collaborano da subito e guadagnano.
Sono: Stefano Riccò, buon ciclista, spunto veloce discreto, una specie di Pellizzotti meno forte in salita.
Teun Van Vliet e Hennie Kuiper: olandesi e compagni di squadra. Il primo giovane promessa che poi non sboccerà mai del tutto e il secondo glorioso campione al tramonto, già campione del mondo e vincitore di grandissime classiche, sempre in solitaria.

I tre prendono il Poggio con buon margine. Riccò è il più veloce e Van Vliet il più in palla. Teun vuole liberarsi dell’italiano e accelera, ma gli manca il cambio secco. Invece è Kuiper a sfilarsi. Il vecchi campione è al limite e a 1 km dalla vetta mette in azione il cervello.
Perde una decina di secondi, ma non ha forzato a tutta perché è furbo come una volpe. Ha letto perfettamente la situazione e sa cosa succederà alla coppia di testa una volta uscita sull’Aurelia.

Hennie si butta nei tornanti del poggio, ma senza strafare, non vuole rientrare in discesa, ha in mente un idea meravigliosa.

Ed ecco: mantiene il distacco inalterato e alla fine della picchiata si realizza la sua profezia.
Riccò non tira, aspetta la volata, vede in Van Vliet il solo avversario.
E sbaglia, sbaglia di brutto.
Teun conduce la corsa, ma non a tutta. Perché portare l’italiano in carrozza? Da dietro Hennie arriva come un siluro. Si tiene al riparo dalla vista di Riccò, casomai si voltasse, e all’ultimo scarta sul lato opposto. Sorpassa i due giovani all’ultimo chilometro a velocità doppia. Spinge il massimo rapporto con rabbia. Riccò è sorpreso, accenna un tardivo inseguimento, ma Van Vliet ha buon gioco nel proteggere il coequipier.
Hennie vince da grandissimo campione.
Grandissimo campione del ciclismo!

Da proiettare nelle scuole di ciclismo, se mai ne esistono.

Grande stortignaccolo e gobbo Hennie, tanto brutto quanto campione.

Ciao belli
claudio

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2007 alle 21:04

Grandissimi amici del forum, che figata il commento al 3d. Quanti nomi...bravissimi!
Idea: facciamo l’album dei grandi contropiedi della storia?
Morris, Cancel, Jan, Felice e tutti quelli che hanno ricordi freschi o vetusti. Fuori i nomi dei grandi interpreti dell’arte del contropiede, ma anche gli attori di una recita sola.
Ad esempio: Raas e Kuiper sono stati grandi specialisti, che si sono cimentati più volte nell’esercizio. Invece un Freire è un velocista, ma nel suo primo mondiale ha vinto esattamente da mago-finisseur.

Una specifica tipologica: occhio, un carattere peculiare del contropiede è l’effetto sorpresa. Lo scatto fatto nel momento di rallentamento del plotone o dei compagni di fuga.
Non sono da considerare contropiedisti gli scattisti che all’ultimo chilometro fanno la differenza su rampe in salita. Molte vittorie di Bettini, Argentin e Di Luca sono venute in questo modo, ma sono allunghi di forza, volate lunghe, non contropiedi.

Comincio io con l’album dei contropiedi:
un insospettabile, uno che farà felice Jan.
GiovanBattista Baronchelli vince il giro di Lombardia 199…(?) beffando Sean Kelly con una bella sparata nel finale. Il Tista, scalatore divino, tira fuori un colpo veramente gobbo e veramente bello. Era a fine carriera, in maglia Del Tongo, ma per me rimane la sua vittoria più bella.

Altro particolare: mondiale 2006, a Salisburgo gli spagnoli tentano l’impossibile: il contropiede di squadra! Sanchez strappa fuori Valverde ai 1500 m. per fargli cominciare la volata con preziosi metri di vantaggio sui velocisti puri. Se fosse riuscito avrebbero scritto la storia del ciclismo. Invece no. Il contropiede è arte da solisti. Infatti Zabel e Bettini li infilzano come tordi allo spiedo. Grazie Spagna, prossima volta ok?

Ps. Per la Sanremo: recitiamo tutti quanti il mantra contro il volatone: ULTI-MOCHI-LOME-TRO-VAIACRO-NOME-TRO-ULTI-MOCHI-LOME-TRO-VAIACRO-NOME-TRO

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/03/2007 alle 21:21
Originariamente inviato da Ottavio

Se proprio vogliamo addentrarci nell'esegesi del pensiero Dancelliano, occorre sottolineare che il termine "contropiede" è inesatto o meglio troppo specifico.
Infatti si ha contropiede nel ciclismo, quando appena ripresa una fuga o una fuggitivo, nel breve momento di rilassamento del gruppo, parte un corridore.
L'azione del contropiedista, è dunque aiutata dalla scarsa attenzione del gruppo o da cause fortuite.
La vera azione del finisseur, invece, non è in contropiede, ma quando il gruppo sta tirando o comunque quando non c'è nessun fuggitivo in vista e dunque l'attenzione del gruppo è alta e l'azione del finissuer deve essere molto più vigorosa e con minori possibilità di riuscita.
Nel caso del contropiedista dunque la fortuna, o comunque, la scelta di tempo è preponderante, nel caso del finisseur invece è la forza ed il coraggio a prevalere.
Aspetto l'interpretazione autentica del ballerino Claudio.


Prafo Octave,
la distinzione non è peregrina. Anzi, porta chiarezza e ti ringrazio.
La definizione di Finisseur non comprende per forza il contropiede. Come già detto un finisseur è uno che spara una volata lunga/lunghissima che anticipa lo sprint vero e proprio.
Invece il contropiedista è senz’altro un finisseur, in quanto possiede la capacità di resistere a velocità elevatissime per un tempo ben superiore al velocista puro. Solo che unisce le capacità atletiche a uno specifico che mi piace ancora di più: l’effetto sorpresa, la scelta del momento.
In questo senso devo precisare una cosa. È vero che letteralmente il contropiede si attua come immediata “controfuga” nel momento in cui si esaurisce un precedente tentativo. Giusto. Nella realtà però l’efficacia dell’azione in oggetto non è causata dalla fuga esaurito, ma dal rallentamento del plotone che ne consegue. In definitiva, si può realizzare una azione di contropiede senza una fuga in esaurimento, basta cogliere un attimo di rallentamento o di indecisione degli avversari.
Il nocciolo della questione sta nel delta di velocità che l’attaccante riesce a mettere in atto per un tempo sufficiente a creare un vuoto difendibile fino all’arrivo.
Per fare ciò, approfittare di una fuga ripresa è solo una delle modalità, probabilmente la più ricorrente, ma non la sola. Ci sono altre situazioni:
1. treno di velocista che si esaurisce prima del tempo
2. sbandamento, gruppo che si apre e nessuno tiene alta la velocità
3. uscita o entrata in curva difficile
4. fine di salitella, il famoso scatto allo “scollinamento” efficacissimo!

Insomma, non ho trovato un sinonimo di contropiede per come lo intendo io, ma credo mi abbiate capito. Conta soprattutto l’intuizione del ciclista, la sua scelta di tempo....dimenticavo, ci vuole anche fortuna!
Ciao belli
Claudio

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 21:51
io ce n'avrei uno, ma non è di quelli gloriosi, ma è in stile Kuiper a Sanremo.

Bruynell che infinocchia Chiappucci e Cassani in quasi-surplace in una coppa Placci (?) diciamo intorno al 1993. Puo andare, Claudio?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/03/2007 alle 23:15
Bernard Hinault che beffa Saronni e Johansson alla Freccia Vallone 1978.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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  postato il 14/03/2007 alle 23:29
Ps. Per la Sanremo: recitiamo tutti quanti il mantra contro il volatone: ULTI-MOCHI-LOME-TRO-VAIACRO-NOME-TRO-ULTI-MOCHI-LOME-TRO-VAIACRO-NOME-TRO


Bisognerebbe essere Cecco Moser dei tempi belli per andare a cronometro con tre treni di velocisti che tirano dietro e non farsi prendere!!

Gridiamo invece a gran voce:
"Di Via roma ci siam rotti!
Noi vogliamo Corso Cavallotti!"

 

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"Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita!"

 
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  postato il 14/03/2007 alle 23:36
i mondiali di Zoetemelk e Roche.
Gwiazodwski a Zurigo 1999 e Nardello sempre a Zurigo 2003.
Pollentier al Fiandre 1980
Sempre al Fiandre, Lammerts 1984, Sorensen 1997, Tchmil 2000, Tafi 2002 e Boonen 2005.
Giro di Lombardia: Baronchelli 1986, Faresin 1995.
Liegi: Rooks 1983, Gianetti 1995 , Hamilton 2003
Sanremo: De Wolf 1981, Moser 1984, Kuiper 1985, Colombo 1996, Tchmil 1999.
Roubaix: Raas 1982, Knaven 2001.
Wincanton Classic: Bugno 1990

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 00:40
tchmil, fiandre,commovente come ha tenuto nel 2000, san remo mitico per furbizia, tempismo, coraggio.

mica 2 corsette, san remo e fiandre...

andre, mille passaporti,grande classe.

mestatore

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 01:27
Grandi finisseus, degni di Cuore Matto....Frans Verbeeck. Il rinato. Walter Godefroot, il coraggioso. ERric Dierickx, l'atteso. E fra gli orange il figlio di notai Gerben Karstens. Gerrie Knetemann, l'occhialuto. Joop De Roo, la sorpresa e sua maestà Jan Janssen, il completo. Veloci, intelligenti, contropiedisti esimi e velocisti coi fiocchi. Tista ed Hennie no. Veloci zero, ma sparatoti buonissimi, soprattutto l'opaco Kuiperone. Che si è fatto un palmares da supercampione. Mondiale, S.Remo, Roubaix, Fiandre, Lombardia...che qualita!

 

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  postato il 15/03/2007 alle 10:42
Originariamente inviato da janjanssen
...l'opaco Kuiperone. Che si è fatto un palmares da supercampione. Mondiale, S.Remo, Roubaix, Fiandre, Lombardia...che qualita!

Già, ed anche da dilettante le Olimpiadi di Monaco '72, fregando negli ultimi km un gruppetto di cui faceva parte se ben ricordo anche Francesco Moser, che finì fuori dal podio, a pochi secondi...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 11:02
Originariamente inviato da claudiodance

Originariamente inviato da Ottavio

Se proprio vogliamo addentrarci nell'esegesi del pensiero Dancelliano, occorre sottolineare che il termine "contropiede" è inesatto o meglio troppo specifico.
Infatti si ha contropiede nel ciclismo, quando appena ripresa una fuga o una fuggitivo, nel breve momento di rilassamento del gruppo, parte un corridore.
L'azione del contropiedista, è dunque aiutata dalla scarsa attenzione del gruppo o da cause fortuite.
La vera azione del finisseur, invece, non è in contropiede, ma quando il gruppo sta tirando o comunque quando non c'è nessun fuggitivo in vista e dunque l'attenzione del gruppo è alta e l'azione del finissuer deve essere molto più vigorosa e con minori possibilità di riuscita.
Nel caso del contropiedista dunque la fortuna, o comunque, la scelta di tempo è preponderante, nel caso del finisseur invece è la forza ed il coraggio a prevalere.
Aspetto l'interpretazione autentica del ballerino Claudio.


Prafo Octave,
la distinzione non è peregrina. Anzi, porta chiarezza e ti ringrazio.
La definizione di Finisseur non comprende per forza il contropiede. Come già detto un finisseur è uno che spara una volata lunga/lunghissima che anticipa lo sprint vero e proprio.
Invece il contropiedista è senz’altro un finisseur, in quanto possiede la capacità di resistere a velocità elevatissime per un tempo ben superiore al velocista puro. Solo che unisce le capacità atletiche a uno specifico che mi piace ancora di più: l’effetto sorpresa, la scelta del momento.
In questo senso devo precisare una cosa. È vero che letteralmente il contropiede si attua come immediata “controfuga” nel momento in cui si esaurisce un precedente tentativo. Giusto. Nella realtà però l’efficacia dell’azione in oggetto non è causata dalla fuga esaurito, ma dal rallentamento del plotone che ne consegue. In definitiva, si può realizzare una azione di contropiede senza una fuga in esaurimento, basta cogliere un attimo di rallentamento o di indecisione degli avversari.
Il nocciolo della questione sta nel delta di velocità che l’attaccante riesce a mettere in atto per un tempo sufficiente a creare un vuoto difendibile fino all’arrivo.
Per fare ciò, approfittare di una fuga ripresa è solo una delle modalità, probabilmente la più ricorrente, ma non la sola. Ci sono altre situazioni:
1. treno di velocista che si esaurisce prima del tempo
2. sbandamento, gruppo che si apre e nessuno tiene alta la velocità
3. uscita o entrata in curva difficile
4. fine di salitella, il famoso scatto allo “scollinamento” efficacissimo!

Insomma, non ho trovato un sinonimo di contropiede per come lo intendo io, ma credo mi abbiate capito. Conta soprattutto l’intuizione del ciclista, la sua scelta di tempo....dimenticavo, ci vuole anche fortuna!
Ciao belli
Claudio


Originariamente inviato da antonello64

i mondiali di Zoetemelk e Roche.
Gwiazodwski a Zurigo 1999 e Nardello sempre a Zurigo 2003.
Pollentier al Fiandre 1980
Sempre al Fiandre, Lammerts 1984, Sorensen 1997, Tchmil 2000, Tafi 2002 e Boonen 2005.
Giro di Lombardia: Baronchelli 1986, Faresin 1995.
Liegi: Rooks 1983, Gianetti 1995 , Hamilton 2003
Sanremo: De Wolf 1981, Moser 1984, Kuiper 1985, Colombo 1996, Tchmil 1999.
Roubaix: Raas 1982, Knaven 2001.
Wincanton Classic: Bugno 1990


Ciao Claudio, ciao tutti: la lista di Antonello mi ha chiarito meglio i dubbi che avevo sulla definizione di finisseur-contropiedista.
Leggndo Claudio, mi sembrava che parlasse di contropiedi relativamente brevi (vedi anche la casistica di ragioni per il rallentamento del gruppo) più che, come invece sembra suggerire la lista di Antonello, di azioni tatticamente avvedute ma che si sviluppano in più chilometri.

Mi spiego: siamo tutti d'accordo sul fatto che Claudio parlasse del Kuiper o del Pozzato della Sanremo.
Non credo invece che azioni come Knaven a Roubaix rientrino in questa definizione: Knaven è partito al momento giusto, sfruttando l'immane fatica della corsa più bella e (soprattutto) la favorevolissima composizione del gruppo di testa.
Nè inserirei il Moser di Sanremo, che dalla prima posizione del gruppo (se ricordo bene) aveva sbriciolato gli avversari in discesa, con tutto tranne che un effetto sorpresa.

In altre parole, Claudio: al massimo quanti km è lungo un contropiede?
Per come ti ho letto, direi non più di 2-3.
Ma forse mi sbaglio ...

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 14:14
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Originariamente inviato da claudiodance

Originariamente inviato da Ottavio

Se proprio vogliamo addentrarci nell'esegesi del pensiero Dancelliano, occorre sottolineare che il termine "contropiede" è inesatto o meglio troppo specifico.
Infatti si ha contropiede nel ciclismo, quando appena ripresa una fuga o una fuggitivo, nel breve momento di rilassamento del gruppo, parte un corridore.
L'azione del contropiedista, è dunque aiutata dalla scarsa attenzione del gruppo o da cause fortuite.
La vera azione del finisseur, invece, non è in contropiede, ma quando il gruppo sta tirando o comunque quando non c'è nessun fuggitivo in vista e dunque l'attenzione del gruppo è alta e l'azione del finissuer deve essere molto più vigorosa e con minori possibilità di riuscita.
Nel caso del contropiedista dunque la fortuna, o comunque, la scelta di tempo è preponderante, nel caso del finisseur invece è la forza ed il coraggio a prevalere.
Aspetto l'interpretazione autentica del ballerino Claudio.


Prafo Octave,
la distinzione non è peregrina. Anzi, porta chiarezza e ti ringrazio.
La definizione di Finisseur non comprende per forza il contropiede. Come già detto un finisseur è uno che spara una volata lunga/lunghissima che anticipa lo sprint vero e proprio.
Invece il contropiedista è senz’altro un finisseur, in quanto possiede la capacità di resistere a velocità elevatissime per un tempo ben superiore al velocista puro. Solo che unisce le capacità atletiche a uno specifico che mi piace ancora di più: l’effetto sorpresa, la scelta del momento.
In questo senso devo precisare una cosa. È vero che letteralmente il contropiede si attua come immediata “controfuga” nel momento in cui si esaurisce un precedente tentativo. Giusto. Nella realtà però l’efficacia dell’azione in oggetto non è causata dalla fuga esaurito, ma dal rallentamento del plotone che ne consegue. In definitiva, si può realizzare una azione di contropiede senza una fuga in esaurimento, basta cogliere un attimo di rallentamento o di indecisione degli avversari.
Il nocciolo della questione sta nel delta di velocità che l’attaccante riesce a mettere in atto per un tempo sufficiente a creare un vuoto difendibile fino all’arrivo.
Per fare ciò, approfittare di una fuga ripresa è solo una delle modalità, probabilmente la più ricorrente, ma non la sola. Ci sono altre situazioni:
1. treno di velocista che si esaurisce prima del tempo
2. sbandamento, gruppo che si apre e nessuno tiene alta la velocità
3. uscita o entrata in curva difficile
4. fine di salitella, il famoso scatto allo “scollinamento” efficacissimo!

Insomma, non ho trovato un sinonimo di contropiede per come lo intendo io, ma credo mi abbiate capito. Conta soprattutto l’intuizione del ciclista, la sua scelta di tempo....dimenticavo, ci vuole anche fortuna!
Ciao belli
Claudio


Originariamente inviato da antonello64

i mondiali di Zoetemelk e Roche.
Gwiazodwski a Zurigo 1999 e Nardello sempre a Zurigo 2003.
Pollentier al Fiandre 1980
Sempre al Fiandre, Lammerts 1984, Sorensen 1997, Tchmil 2000, Tafi 2002 e Boonen 2005.
Giro di Lombardia: Baronchelli 1986, Faresin 1995.
Liegi: Rooks 1983, Gianetti 1995 , Hamilton 2003
Sanremo: De Wolf 1981, Moser 1984, Kuiper 1985, Colombo 1996, Tchmil 1999.
Roubaix: Raas 1982, Knaven 2001.
Wincanton Classic: Bugno 1990


Ciao Claudio, ciao tutti: la lista di Antonello mi ha chiarito meglio i dubbi che avevo sulla definizione di finisseur-contropiedista.
Leggndo Claudio, mi sembrava che parlasse di contropiedi relativamente brevi (vedi anche la casistica di ragioni per il rallentamento del gruppo) più che, come invece sembra suggerire la lista di Antonello, di azioni tatticamente avvedute ma che si sviluppano in più chilometri.

Mi spiego: siamo tutti d'accordo sul fatto che Claudio parlasse del Kuiper o del Pozzato della Sanremo.
Non credo invece che azioni come Knaven a Roubaix rientrino in questa definizione: Knaven è partito al momento giusto, sfruttando l'immane fatica della corsa più bella e (soprattutto) la favorevolissima composizione del gruppo di testa.
Nè inserirei il Moser di Sanremo, che dalla prima posizione del gruppo (se ricordo bene) aveva sbriciolato gli avversari in discesa, con tutto tranne che un effetto sorpresa.

In altre parole, Claudio: al massimo quanti km è lungo un contropiede?
Per come ti ho letto, direi non più di 2-3.
Ma forse mi sbaglio ...

Ciao!


in effetti anch'io avevo dubbi sulla mia lista: a parte il chilometraggio (Tchmil al Fiandre fece quasi 10 km in fuga, idem Gwiadzowski a Zurigo), non se si possa definire contropiede l'azione di Pollentier o di Sorensen nelle loro vittorie al Fiandre.
In entrambi i casi, in un gruppetto di tre atleti due di essi (Raas e Pollentier nel 1980, Sorensen e Ballerini nel 1997) scattano a turno per cercare di fregare il terzo (cioè Moser e Moncassin).
Forse il vero contropiede è un'altra cosa.
Diciamo che la mia è una lista di azioni solitarie negli ultimi chilometri.
Avrei voluto inserire anche Berzin a Liegi 1994, ma poi ricordando che il russo guadagnò quasi un minuto e mezzo in 7-8 km (una delle azioni più belle a cui ho mai assistito), ho pensato che forse col contropiede c'entrava davvero poco.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 14:25
Originariamente inviato da Bitossi
Anche se fallì nell'occasione più importante... però a Gap fu un vero e proprio attacco (cos'erano, 20 km circa alla fine?[]b])

Preso dai dubbi, e non fidandomi dei miei ricordi troppo giovanili, sono andato a controllare il dato della fuga finale di Bitossi a Gap 1972...
Io ricordo una sofferenza infinita (chiusa da quel rettilineo finale troppo lungo e in leggerissima salita...), invece sul sito di RAI International http://www.international.rai.it/giostra/rubriche/storie/marinobasso.shtml si parla di fuga di Bitossi a 2 km dalla fine...
Possibile che i miei ricordi siano così diversi? Ricordavo appunto una azione da finisseur, ma iniziata almeno a 10 km dall'arrivo.
Qualcuno ha dati o ricordi più precisi?

 

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  postato il 15/03/2007 alle 16:28
A me vengono in mente anche certe giornate del "pistolero" Mariano Piccoli.Al Giro 1998 ricordo che alla prima tappa tagliò fuori sia Bartoli che i velocisti con il suo scatto vincente.
 
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  postato il 15/03/2007 alle 16:51
Mi avete tirato in ballo....oppure claudiodance mi ha tirato in ballo!!

Grazie per i complimenti(arancia bottecchia e robby) e soprattutto sono d'accordo con claudio e octavio.
Non bisogna giustamente fare confusione su chi puntava a vincere solo in quel modo e chi ,astutamente (per intelligenza) non essendo un finisseur ma per esempio un cronomen oppure un velocista,utilizza quest'arte per vincere la corsa.

Forse parlo per esperienza personale ma all'epoca delle mie corse da dilettante credevo che per vincere le corse quello era solo il mio unico metodo!!

E specifico.
Non credendo di essere ne scalatore ne discesista ne cronomen e tantomeno velocista mi ero per cosi dire specializzato in questa pratica.

La mia tattica era di incominciare,grazie spesso ad una buona condizione atletica,di mettere un po di confusione gia nelle prime battute della gara.
Infatti mi si vedeva gia ai primi km partire per fuge insperate senza successo cossicché avevo forse piu probabilitá con una fuga di applicare il contropiede avendo naturalmente meno avversari che tutto un plotone!!!

Su circa 20 gare vinte 19 da solo 1 in volata a tre con Simion e l'altro non mi ricordo(Claudio tu hai il mio libro lí é tutto scritto!!!!)

Avevo all'anno 50 corse circa di cui effettuavo i finali in prima persona erano circa una ventina se la forma cèra i tentativi si aggiravano su 13/12 corse,la riuscita della vittoria si aggirava dalle tre alle quattro corse.
Sembra una percentuale bassa ma io non avevo a disposizione una squadra e molte volte dovevo pilotare i velocisti che se eventualmente si perdevano nella pancia del gruppo dovevo reagire velocemente e cambiare tattica in pochi secondi con spreco di energie ovviamente!!!!

Molto spesso nel gruppo si sapeva che Io sarei prima o poi partito cosicché non esisteva neanche il fattore sorpresa,infatti spesso si mettevano squadre intere a venire a prendere e ovviamente su rettilinei interminabili spesso mi prendevano ma mi sono tolte delle soddisfazioni di certi futuri professionisti che sono ancora lá ad inseguirmi senza raggiungermi!

La differenza tra fuga e gruppo é notevole ovviamente in fuga puoi paradossalmente iniziare gia tra gli 8 e i 6km a fare finta di scattare per preparare piu facilmente il contropiede tra i tre e i due KM ,mentre con il gruppo piu tardi parti meglio é ma con il rischio altissimo di non partire piu perché é stata gia lanciata la volata(cosa che capita oramai con i treni nel professionismo in cui parte la volata km prima)

Molto spesso da dilettante avevo la fortuna di correre in circuito il che facilta la visione degl'ultimi km passando sotto l'arrivo piu spesso.

Saluti a Claudio per il tema affrontato per me tchmil rimane uno dei piu grandi eppoi c'é anche ekimov con meno fortuna

Saluti

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 17:04
Bella categoria.
A me è sempre piaciuto Ekimov.
Credo ci siano stati pochi come lui che partivano in contropiede ai meno 3/2 e arrivavano in fondo.
This is my opinion.

 

[Modificato il 15/03/2007 alle 17:16 by stress]

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 17:07
allora, vedremo sicuramente una delle tue fughe nelle prime fasi della kobram???!!!

le strade di quel circuito (che conoscerai a menadito) sono fatte apposta per azioni alla WOOOBINDA

...basta che non mi fai il Remondina della situzione!!!! e non mi potrai venire a dire come fece il Remondina in un famoso "Trofeo Città di Brescia"..."quando lo faceva Pizzoferrato non gli dicevate niente"

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/03/2007 alle 17:09
Originariamente inviato da stress

Bella categoria.
A me è sempre piaciuto Ekimov.
Credo ci siano stati pochi che partivano in contropiede ai meno 3/2 e arrivavano in fondo.
This is my opinion.


di ekimov mi ricordo una vittoria del genere al tour del '91.

 
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