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Autore: Oggetto: Hanno ucciso un poliziotto... un tifoso... e il calcio che fa?

Livello Fausto Coppi




Posts: 2712
Registrato: Mar 2006

  postato il 04/02/2007 alle 13:06
Originariamente inviato da Laura Idril

Falchetto ieri sera eravamo, almeno io, un pò preoccupati. Sono contenta che stai bene!
vi ringrazio vivamente per la solidarietà nei miei confronti, grazie a tutti!comunque tutto bene!

 

[Modificato il 04/02/2007 alle 13:10 by falco46]


 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 04/02/2007 alle 13:19
Originariamente inviato da riddler

Approvando la considerazione di Laperla, anche se si sa che i giornali vanno dove tira il vento della notizia, un'altra considerazione al vaglio: giocare il campionato a porte chiuse e rimborsare gli abbonamenti dei telespettatori con le tessere televisive (che siano mediaset o la7) in modo di permettere la visione della partita, forse è una misura un pò eccessiva quello della chiusura degli stadi, però pare che per un paio di giornate si giocherà a porte chiuse un parziale rimborso simile per non penalizzare i tifosi che in fondo non c'entrano nulla potrebbe essere un'ipotesi interessante.
Materrese ieri su radio1 diceva di giocare solo di giorno, voi cosa ne pensate? Certo gli scontri giochi di giorno o giochi di sera ci sono lo stesso, tuttavia sarebbe + facile individuare i responsabili, oltretutto ieri ho sentito miei amici che dicevano che c'erano tifosi nascosti dappertutto...


Scusa ma che c'entrano le televisioni? se la partita è a porte chiuse, in televisione dovrebbe essere trasmessa lo stesso, o almeno così è sempre successo.

Su Matarrese è meglio che non mi pronunci: a parte il fatto che gli scontri ci sono sempre stati anche quando si giocava di giorno, scommetto quel che volete che il buon Tonino cambierà idea non appena le televisioni gli faranno capire che i soldi attuali, nel caso si giocasse solo di giorno, se li può scordare.

 

____________________
"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 04/02/2007 alle 13:22
Originariamente inviato da laperla

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da mont ventoux

Anche adesso, se badate bene tutti i media parlano "dei problemi e della violenza nello SPORT". Eh, no cari pseudo-giornalisti, politicanti e tuttologi, fareste bene a parlare "di problemi e di violenza nel CALCIO".


chi ha parlato di sport?

Gazzetta dello sport: Il calcio chiude
Corriere dello sport: Tutto il calcio si ferma
Messaggero: Calcio follia a Catania
Tempo: Il calcio è scoppiato
Corriere della sera: calcio sotto choc
Repubblica: stop a tutto il calcio e alla nazionale
Tuttosport: il calcio si ferma a tempo indeterminato
Giornale: il calcio si ferma
Stampa: calcio assassino
Unità: inferno calcio
Nazione: uccisi un poliziotto e il calcio

Almeno in queste prime pagine la parola "sport" non compare, ma c'è in bell'evidenza la parola "calcio"


Hai perfettamente ragione, anche io ho fatto caso a questa cosa. Nell'ultima settimana le prime pagine dei quotidiani Italiani non parlano di altro, beh Calcio e la vita privata di Berlusconi, di cui il NewYork Times si é fatta una bella risata...(ma dove siamo arrivati)!!!!
Ma non c'é di meglio o di cose più importante di mettere in prima pagina???
i 130 morti nell'esplosione a Baghdad???


non ho capito il tuo intervento: la mia rassegna-stampa (chiamiamola così) era riferita solo alla giornata di sabato, e voleva dimostrare che nessuno ha accusato lo sport in generale, ma è stato solo ed esclusivamente il calcio a finire sul banco degli imputati.

 

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Livello Franco Ballerini




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Registrato: Jun 2005

  postato il 04/02/2007 alle 14:00
Originariamente inviato da Lopi

E' chiaro che è un pò un utopia, però se le squadre non portassero più il nome della città e non avessero un loro stadio di casa sarebbero molto minori le risse.

Proporrei un metodo mutuato dal tennis, con società proprietarie degli stadi che acquistano le giornate dalla federazione e ospitano in un solo stadio tutte le pertite di una giornata, 3 il venerdì, 3 il sabato e 4 la domenica.


Proposta che condivido e che meriterebbe una certa attenzione da parte dei parrucconi della lega e figc. In questo modo un tifoso andrebbe allo stadio per vedere uno spettacolo e non per insultare gli avversari. Il basket fa qualcosa di simile con la coppa italia e la formula ha riscosso un successo notevole. sarebbe come se si disputassero dei piccoli "mondialini" ospitati da sedi diverse a rotazione. Da quello che ho sentito, gli unici stadi a norma in Italia ad oggi sono Milano, Roma e Torino... per ora si potrebbe giocare solo lì. Poi è vero che se si picchiano fuori dallo stadio o in stazione o nell'autogrill... allora non c'è rimedio.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Apr 2005

  postato il 04/02/2007 alle 14:07
Tutte proposte logiche.
Ma che provano a curare un male che è altrove.

 

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nino58

 
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Livello Giuseppe Saronni




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Registrato: Jun 2005

  postato il 04/02/2007 alle 14:15
Antonello, io guardo anche la televisione, e ho sentito in molte occasioni parlare di violenza nello sport in quanto tale.
Non si diceva violenza nel calcio.
Il titolo del giornale è una cosa, i commenti in Tv un'altra.
E se non te ne sai accorto non ti manderò certo delle videoregistrazioni.
Certo, sei la prima persona che conosco che dice che i media non fanno la grancassa al calcio. Magari pensi anche che se i giornali sportivi dedicassero 10 pagine anzichè 20 al calcio, scoppierebbero scioperi e manifestazioni a oltranza...scenderebbero in piazza per protestare disoccupati, precari e pensionati, i quali dimenticherebbero sicuramente i loro problemi da niente per battersi affinchè il calcio torni ad impossessarsi del 90% dello spazio sportivo.
Davvero, se si dimezzasse lo spazio rivolto al calcio, avremmo i tumulti in piazza, ne sono sicuro...

 
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Livello Tour




Posts: 153
Registrato: Dec 2006

  postato il 04/02/2007 alle 14:52
Decisamente INACCETABILE!! basta mettere a confronto l'italia in festa il 9 luglio scorso per la vittoria dei campionati mondiali , con cannavaro gioioso con la coppa in mano e le immagini di avanti ieri...ma ciò che più mi turbano sono i murales che tutt'ora i mulligans (per non chiamarli pozzo d'ignoranza) continuano a disegnare sui muri delle proprie città firmandosi A.C.A.B. (sigle inglese che significa "tutti gli sbirri sono bastardi) movimento sorto negli anni 80' e che molti ultrà la seguono come modello.. Concludo dicendo che dobbiamo far emrergere dal miglior calcio del mondo ossia l'italiano non gli aspetti negativi come quelli avvenuti il primo di febbraio ma l'amore.la solidarietà verso il prossimo e l'avversario.. CIAO A Tutti

Famiglia RACITI .. siamo tutti con voi!!!

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 04/02/2007 alle 14:56
Originariamente inviato da mont ventoux

Antonello, io guardo anche la televisione, e ho sentito in molte occasioni parlare di violenza nello sport in quanto tale.
Non si diceva violenza nel calcio.
Il titolo del giornale è una cosa, i commenti in Tv un'altra.
E se non te ne sai accorto non ti manderò certo delle videoregistrazioni.



appunto, scripta manent.
Poi bisogna vedere chi è che parla in televisione: magari fammi sapere chi è che fatto di tutt'erba un fascio, così saprò regolarmi quando lo vedo in tv.

Certo, sei la prima persona che conosco che dice che i media non fanno la grancassa al calcio. Magari pensi anche che se i giornali sportivi dedicassero 10 pagine anzichè 20 al calcio, scoppierebbero scioperi e manifestazioni a oltranza...scenderebbero in piazza per protestare disoccupati, precari e pensionati, i quali dimenticherebbero sicuramente i loro problemi da niente per battersi affinchè il calcio torni ad impossessarsi del 90% dello spazio sportivo.
Davvero, se si dimezzasse lo spazio rivolto al calcio, avremmo i tumulti in piazza, ne sono sicuro...


hai letto male quello che ho scritto: io ho semplicemente detto che il successo del calcio non è determinato dai media, i quali si adeguano ai gusti della gente.
La massa vuole il pallone ed i media quello gli danno: cosa succederebbe se gli dedicassero meno spazio?
Semplicemente venderebbero meno giornali e avrebbero ascolti televisivi più bassi: niente di eclatante, ma quanto basta per farli tornare precipitosamente sui loro passi.

 

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Livello Learco Guerra




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  postato il 04/02/2007 alle 15:56
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da mont ventoux

Antonello, io guardo anche la televisione, e ho sentito in molte occasioni parlare di violenza nello sport in quanto tale.
Non si diceva violenza nel calcio.
Il titolo del giornale è una cosa, i commenti in Tv un'altra.
E se non te ne sai accorto non ti manderò certo delle videoregistrazioni.



appunto, scripta manent.
Poi bisogna vedere chi è che parla in televisione: magari fammi sapere chi è che fatto di tutt'erba un fascio, così saprò regolarmi quando lo vedo in tv.

Certo, sei la prima persona che conosco che dice che i media non fanno la grancassa al calcio. Magari pensi anche che se i giornali sportivi dedicassero 10 pagine anzichè 20 al calcio, scoppierebbero scioperi e manifestazioni a oltranza...scenderebbero in piazza per protestare disoccupati, precari e pensionati, i quali dimenticherebbero sicuramente i loro problemi da niente per battersi affinchè il calcio torni ad impossessarsi del 90% dello spazio sportivo.
Davvero, se si dimezzasse lo spazio rivolto al calcio, avremmo i tumulti in piazza, ne sono sicuro...


hai letto male quello che ho scritto: io ho semplicemente detto che il successo del calcio non è determinato dai media, i quali si adeguano ai gusti della gente.
La massa vuole il pallone ed i media quello gli danno: cosa succederebbe se gli dedicassero meno spazio?
Semplicemente venderebbero meno giornali e avrebbero ascolti televisivi più bassi: niente di eclatante, ma quanto basta per farli tornare precipitosamente sui loro passi.


mah, mi sembra la storia del gatto che si morde la coda:
Per me la gente preferisce il calcio anche perché è l'unico sport che conosce e che costituisce argomento di discussione al bar o in famiglia davanti alla tv. Questo è però determinato dal fatto che è anche l'unco sport che viene proposto con continuità dai media.

Viene prima l'uovo o la gallina?


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 16:08
Siamo tutti allenatori, no?

Un bambino gioca col trenino sulla ferrovia dandogli l'ordine di partire e di fermarsi, con i soldatini disposti in battaglia, con le macchinine al parcheggio, al distributore o sulla pista sempre tentando di superare gli amici e di vincere le gare, le battaglie e le prove.
Quando diventa grande gioca a fare l'allenatore della sua squadra del cuore per dimostrare di essere più bravo degli altri.
Perchè il calcio è il sistema più semplice con il quale dimostrare le proprie capacità per cercare di sottomettere gli altri.

Psicologia casalinga

 

____________________
Michela
"Stiamo Insieme, Vinciamo Insieme - Ivan Basso"


Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 16:17
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da riddler

Approvando la considerazione di Laperla, anche se si sa che i giornali vanno dove tira il vento della notizia, un'altra considerazione al vaglio: giocare il campionato a porte chiuse e rimborsare gli abbonamenti dei telespettatori con le tessere televisive (che siano mediaset o la7) in modo di permettere la visione della partita, forse è una misura un pò eccessiva quello della chiusura degli stadi, però pare che per un paio di giornate si giocherà a porte chiuse un parziale rimborso simile per non penalizzare i tifosi che in fondo non c'entrano nulla potrebbe essere un'ipotesi interessante.
Materrese ieri su radio1 diceva di giocare solo di giorno, voi cosa ne pensate? Certo gli scontri giochi di giorno o giochi di sera ci sono lo stesso, tuttavia sarebbe + facile individuare i responsabili, oltretutto ieri ho sentito miei amici che dicevano che c'erano tifosi nascosti dappertutto...


Scusa ma che c'entrano le televisioni? se la partita è a porte chiuse, in televisione dovrebbe essere trasmessa lo stesso, o almeno così è sempre successo.

Su Matarrese è meglio che non mi pronunci: a parte il fatto che gli scontri ci sono sempre stati anche quando si giocava di giorno, scommetto quel che volete che il buon Tonino cambierà idea non appena le televisioni gli faranno capire che i soldi attuali, nel caso si giocasse solo di giorno, se li può scordare.


Io penso che chi avrà gli abbonamenti e non potrà seguirla allo stadio la partita se la vorrà vedere in tv o no? Ci sono molti abbonati del Catania che hanno o Sky o La7 cartapiu' per le trasferte e in quest'ultimo caso pagano 5 euro a partita, la proposta è che evitino di pagare 5 euro per le partite in casa, non so come ma questa era l'intenzione di farlo...

 

____________________
Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 04/02/2007 alle 16:17

E' un oppio che mischia il sudore con l'incenso
per chiudere gli occhi e per scacciare i guai
le candele e la partita, i santini e le bandiere
è un'estasi mistica, rapisce il cuore.
Un popolo prega Signora Santità
ha bisogno di una giuda e adesso chiede protezione
a chi vede, provvede e protegge dai guai.
Santa Maria del pallone

E' tutto fermo, tutto dorme, stasera tutto tace
è una droga leggera e si dimentica il passato
di ladri e di briganti, di ciccioni e lesotofanti
quando arriva il sacerdote è tutto cancellato
e l'uomo in cappuccio accende una candela
sorride per il popolo della televisione
guardate comprate, adorate il vostro Dio
Santa Maria del pallone

E' uno scandalo, il terzino ha messo a terra il centravanti
entusiasmo tra le folle per un dribbling fulminante
un inchino alla moviola, il Padre Nostro è sul rigore
e alla fine tutti pronti per andare in processione
e l'uomo in cappuccio sta a capo del corteo
ha scritto un nuovo articolo della costituzione
guardate e pregate per Santa Maria
guardate e comprate per Santa Maria
guardate e votate per Santa Maria
Santa Maria del pallone

Modena City Ramblers: Santa Maria Del Pallone

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2005

  postato il 04/02/2007 alle 16:41
Originariamente inviato da riddler

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da riddler

Approvando la considerazione di Laperla, anche se si sa che i giornali vanno dove tira il vento della notizia, un'altra considerazione al vaglio: giocare il campionato a porte chiuse e rimborsare gli abbonamenti dei telespettatori con le tessere televisive (che siano mediaset o la7) in modo di permettere la visione della partita, forse è una misura un pò eccessiva quello della chiusura degli stadi, però pare che per un paio di giornate si giocherà a porte chiuse un parziale rimborso simile per non penalizzare i tifosi che in fondo non c'entrano nulla potrebbe essere un'ipotesi interessante.
Materrese ieri su radio1 diceva di giocare solo di giorno, voi cosa ne pensate? Certo gli scontri giochi di giorno o giochi di sera ci sono lo stesso, tuttavia sarebbe + facile individuare i responsabili, oltretutto ieri ho sentito miei amici che dicevano che c'erano tifosi nascosti dappertutto...


Scusa ma che c'entrano le televisioni? se la partita è a porte chiuse, in televisione dovrebbe essere trasmessa lo stesso, o almeno così è sempre successo.

Su Matarrese è meglio che non mi pronunci: a parte il fatto che gli scontri ci sono sempre stati anche quando si giocava di giorno, scommetto quel che volete che il buon Tonino cambierà idea non appena le televisioni gli faranno capire che i soldi attuali, nel caso si giocasse solo di giorno, se li può scordare.


Io penso che chi avrà gli abbonamenti e non potrà seguirla allo stadio la partita se la vorrà vedere in tv o no? Ci sono molti abbonati del Catania che hanno o Sky o La7 cartapiu' per le trasferte e in quest'ultimo caso pagano 5 euro a partita, la proposta è che evitino di pagare 5 euro per le partite in casa, non so come ma questa era l'intenzione di farlo...


Ah forse ho capito male la domanda: intendevi dire perchè le tv devono pagare rimettendoci i soldi di un abbonamento?
Beh io penso che se una partita si gioca normalmente gli abbonati non se la vedono mai in tv, a meno che non siano impossibilitati ad andarci, ma comunque sono un numero esiguo... fanno una convenzione con la lega e con le società... o che riducano i soldi dei diritti tv... insomma ripeto mi pare impensabile che uno abbia perso i soldi dell'abbonamento e debba pure farne un altro... a meno che la società non rimborsi i soldi ma sempre che sia in grado di farlo...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 16:55
Originariamente inviato da falco46

Originariamente inviato da Laura Idril

Falchetto ieri sera eravamo, almeno io, un pò preoccupati. Sono contenta che stai bene!
vi ringrazio vivamente per la solidarietà nei miei confronti, grazie a tutti!comunque tutto bene!


Ciao falchetto... vedi..è proprio questo lo schifo..che brava gente come te e come la maggior parte dei catanesi debba aver paura di andara allo stadio...comunque meno male che stai bene!!!

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2006

  postato il 04/02/2007 alle 17:03
Originariamente inviato da miky70

Siamo tutti allenatori, no?

Un bambino gioca col trenino sulla ferrovia dandogli l'ordine di partire e di fermarsi, con i soldatini disposti in battaglia, con le macchinine al parcheggio, al distributore o sulla pista sempre tentando di superare gli amici e di vincere le gare, le battaglie e le prove.
Quando diventa grande gioca a fare l'allenatore della sua squadra del cuore per dimostrare di essere più bravo degli altri.
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Psicologia casalinga


giusto.un aspetto del calcio e' che e' uno sport di squadra con regole abbastanza semplici ed immediate.anche un profano puo' capire in genere quando c'e' un fallo o una rimessa laterale.e tutti si sentono di dire la loro.il successo del calcio,oltre ad una spropositata copertura mediatica(sono d'accordo con chi diceva che e' l'offerta che determina la domanda)e' dovuto alla sua apparente semplicita'.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 4674
Registrato: Jun 2006

  postato il 04/02/2007 alle 17:24
Secondo me bisogna chiudere gli stadi agli spettatori per 10 anni.
Chi vuole vedere le partite le segue in TV o alla radio.
Così i tifosi verranno chiamati con il loro nome DELINQUENTI se vorranno andare in giro per le strade a fare danni, ma certamente senza la protezione del tifo non si azzarderanno.
Le società a quel punto dovranno preoccuparsi di pagare per difendere i propri giocatori, le loro star.
Niente coppe giocate in Italia ma solo in campi neutri, in Italia solo partite di Nazionale.
Chiusi i club di tifosi, radiati a vita i teppisti da ogni manifestazione sportiva e la riduzione del 10% dello stipendio per il rimborso dei danni, cacciati i bagarini!!
Entro 10 anni le squadre dovranno diventare proprietarie degli stadi e occuparsi della gestione della sicurezza fuori e dentro lo stadio.
Se i bilanci non sono a posto le squadre si cancellano, non come adesso che per dare a 200 mila cittadini una distrazione per non pensare troppo, le squadre spalmano i loro debiti per anni e anni.
Trascorsi i 10 anni la gente potrà tornare allo stadio munita di biglietto nominativo, posti esclusivamente a sedere, senza più trasferte organizzate.

Ai minorenni sorpresi a delinquere e dovrebbe riguardare qualunque delinquenza, vieterei la patente e il divieto di andare all'estero per 15 anni, oltre alla radiazione dalle manifestazioni sportive.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 04/02/2007 alle 18:40
Originariamente inviato da zon

mah, mi sembra la storia del gatto che si morde la coda:
Per me la gente preferisce il calcio anche perché è l'unico sport che conosce e che costituisce argomento di discussione al bar o in famiglia davanti alla tv. Questo è però determinato dal fatto che è anche l'unco sport che viene proposto con continuità dai media.

Viene prima l'uovo o la gallina?



forse non sai che negli anni 70 di calcio in tv ce n'era pochissimo: anzi probabilmente il ciclismo aveva quasi le stesse ore di trasmissione del pallone.
Eppure il calcio era largamente lo sport più popolare d'Italia, più o meno come oggi.

 

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Livello Freddy Maertens




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  postato il 04/02/2007 alle 18:42
Non è che nel calcio ci sia più violenza che negli altri settori della vita. Per le strade, nelle discoteche, nei parcheggi, nei condomini ci sono molti più morti che negli stadi (dato statistico inconfutabile). Questo perchè la violenza, purtroppo, è insita nell'uomo. Ma nessuno si sogna di dire di chiudere strade e discoteche. Criminalizzare il calcio e basta è solo retorica e ignoranza. Dopotutto, so che è una provocazione ma passatemela, una ventina di morti su decina di migliaia di partite negli ultimi quarant'anni, sono pochi. Si potrebbe dire anche che sia un numero accettabile.
 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2005

  postato il 04/02/2007 alle 18:46
Originariamente inviato da riddler
Ah forse ho capito male la domanda: intendevi dire perchè le tv devono pagare rimettendoci i soldi di un abbonamento?
Beh io penso che se una partita si gioca normalmente gli abbonati non se la vedono mai in tv, a meno che non siano impossibilitati ad andarci, ma comunque sono un numero esiguo... fanno una convenzione con la lega e con le società... o che riducano i soldi dei diritti tv... insomma ripeto mi pare impensabile che uno abbia perso i soldi dell'abbonamento e debba pure farne un altro... a meno che la società non rimborsi i soldi ma sempre che sia in grado di farlo...


no, io volevo dire che, anche se la partite si giocano a porte chiuse, verranno trasmesse lo stesso in tv, o almeno così è sempre successo.
Quindi chi ha l'abbonamento televisivo a Sky o al digitale terrestre non dovrebbe perderci nulla.

Ci perderanno invece gli abbonati allo stadio, ma non credo che le società rimborseranno niente perchè non è stata una loro iniziativa quella di giocare a porte chiuse.
Se poi le televisione vorranno fare uno sconto agli abbonati allo stadio, solo per quelle partite che si disputeranno a porte chiuse, non ne ho idea: potrebbe anche essere, perchè no?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 18:52
ho letto sulla Gazzetta di oggi, che da oggi in poi non ci saranno deroghe sulla legge Pisanu: chi non è in regola gioca senza pubblico.
Come volevasi dimostrare: le leggi per reprimere la violenza ci sono, solo che non sono applicate, perche il rispetto totale di esse implicherebbe notevoli spese per società e amministrazioni comunali proprietarie degli stadi.
Purtroppo in Italia si preferisce concedere una deroga e far rischiare la pelle a chi va allo stadio, piuttosto che far spendere qualche milione di euro ai soggetti di cui sopra.

A questo punto le responsabilità (o corresponsabilità) di quanto è accaduto, sono purtoppo chiare

 

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  postato il 04/02/2007 alle 19:38
Antonello, per tornare al discorso su domanda e offerta nella teoria dei media, il mio focus è leggermente diverso dal tuo: un conto è il gusto popolare per qualcosa (nel caso, per uno sport piuttosto che un altro), un conto è la domanda di fruirne attraverso i media.

Torno a dire che nella decisione su come vengono impostati i palinsesti, la domanda popolare conta quanto il due di picche.

Non è - per fare un esempio stupido - che la gente chiedeva i reality show: sono state le televisioni a proporre/imporre questo nuovo tipo di trasmissioni, accompagnandole da un grande battage mediatico.
Non sottovalutare la tendenza all'omologazione dell'offerta, che è uno dei dati più radicati (e più tristi) della televisione generalista: i diversi canali si rincorrono sugli stessi terreni, proponendo programmi simili, perché ciò comporta un minor rischio nei confronti dell'avversario, e crea minor disorientamento nel telespettatore medio (che non deve ASSOLUTAMENTE essere disorientato), il quale può ritrovarsi in programmi familiari pur saltando da un canale all'altro.

Altro esempio: hai notato come da qualche anno si vedano sempre meno film in tv, a fronte di uno spropositato aumento delle fiction?
Eppure i film in prima visione hanno sempre fatto ascolti lusinghieri. Ma hanno il non trascurabile difetto di costare - in diritti - molto più di una puntata serializzata fatta in casa, e di durare una sola serata. Ciò vuol dire che a monte, ai piani alti di Viale Mazzini o di Cologno Monzese, si è deciso di puntare meno sul grande cinema, e di inseguire prodotti a più basso costo.

Il telespettatore SUBISCE sempre queste decisioni, e nel caso della televisione questa passività è sottolineata e amplificata proprio dalla natura broadcast del mezzo, che si irradia da una sorgente a una miriade di destinatari, che per ciò stesso risultano attori passivi di tale fruizione.
E si sa che gli attori passivi difficilmente reagiscono in maniera attiva se anche qualcosa non li convince: vedrai che dopo due giorni si saranno scordati di quel che c'era prima.

Declinare nell'ambito sportivo la teoria dell'economia dei media è una bella sfida che tu proponi e a cui non mi voglio sottrarre.
Partiamo dal presupposto che, anche per questioni culturali, ci sono sport che attecchiscono di più in un posto rispetto a un altro. Quindi ci sta benissimo che qui il calcio sia popolarissimo, mentre gli americani preferiscono il baseball e i sudafricani il rugby.
Il fatto che il calcio sia molto semplice da capire e da praticare (basta una palla anche di stracci, disponibile pure nei più poveri villaggi del terzo mondo, mentre una bici non è facile da trovare in tanti posti della terra) ne fa indubbiamente uno sport che ha le potenzialità per radicarsi praticamente ovunque.

Poi inizia però il potere dei media.
Esempio pubblicità: ti sarà capitato, come a tre quarti del pianeta, di vedere alcuni spot della Nike o della Adidas prima dei mondiali di calcio. Si vedono i più celebrati campioni fare vere e proprie magie con la palla, in quelle simil-partite su campetti di terra, o fare i giocolieri prima di scendere in campo. L'impatto emozionale di quelle scene è potentissimo, soggetti di per sé percepiti come vincenti vengono mostrati in un'ottica di meraviglia estetica (per non dire estatica).
Ecco che a livello popolare, la percezione di uno sport smette di interessare l'ambito del campo per spostarsi a un livello emozionale per non dire inconscio e subliminale.
Pensa che tale uso che viene fatto dei campioni dello sport interessa principalmente e in blocco il calcio, e poi in second'ordine qualche campione di altri sport.
Tu dirai: scelgono i calciatori perché la gente li ama di più.
Io ti dirò: quando c'è stato il salto di qualità, da Facchetti che pubblicizzava le fette biscottate come le avrebbe pubblicizzate la Carrà, all'attuale raffigurazione pubblicitaria dei calciatori?
Questo salto di qualità c'è stato. Un po' come quando Knight capì che non occorreva costruire le scarpe, ma bastava vendere un'emozione: un logo. Lì nacque la Nike, che non costruisce scarpe, ma è un'azienda di marketing.

Tieni buono questo concetto, ovvero la "loghizzazione" dei calciatori (che penso non vorrai mettere in dubbio), e poi dimmi se è avvenuta perché il pubblico richiedeva una cosa simile. Ma è avvenuta, e non potrai negare che quest'immagine (finta, perché certe cose da spot non si vedono praticamente mai su un campo di calcio) ha contribuito enormemente alla popolarità del calcio. Quindi -> un determinato e non richiesto uso mediatico dei protagonisti di uno sport influenza la crescita di popolarità di tale sport.

Andiamo avanti.
Io credo che il nostro problema, in Italia, sia proprio nel modello di fruizione dello sport calcio.
Sarà capitato anche a te di vedere alcune trasmissioni su canali locali, incentrate su una faziosità da brividi. Idem (anzi peggio) per certe radio che di fatto incitano esplicitamente alla violenza.
Tu credi che ci sia stata una richiesta, una domanda popolare per la realizzazione di tali trasmissioni? No, per niente. Sono state decise, proposte, e poi si sono moltiplicate andando a cercare il livello più basso possibile, vellicando certe pulsioni presenti ma latenti nei tifosi. E non credi che ciò abbia deteriorato il modello di fruizione del calcio?

Per essere più espliciti: quando ogni sera un telespettatore/radioascoltatore viene martellato con la teoria del complotto ai danni della propria squadra, alla fine finirà per essere un minimo smosso: c'è chi si lascerà convincere del tutto, chi in parte, chi diverrà possibilista. Insomma, non scopriamo oggi il potere dei media di influire nel giudizio delle persone.

Io sostengo che in origine non ci fosse affatto una domanda per certe trasmissioni, le quali sono state offerte, e lì si è innescato il meccanismo. Sono altresì convinto che se il Processo di Biscardi chiudesse domani, non ci sarebbe una domanda popolare per la sua riapertura. Tu dici che ci sarebbe un calo di audience? Non lo so, semmai potrebbe esserci uno spostamento di target. Ma io dico che il pallino del gioco sarebbe sempre in mano alla tv, e non al pubblico.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 19:48
Originariamente inviato da marco79

Non è che nel calcio ci sia più violenza che negli altri settori della vita. Per le strade, nelle discoteche, nei parcheggi, nei condomini ci sono molti più morti che negli stadi (dato statistico inconfutabile). Questo perchè la violenza, purtroppo, è insita nell'uomo. Ma nessuno si sogna di dire di chiudere strade e discoteche. Criminalizzare il calcio e basta è solo retorica e ignoranza. Dopotutto, so che è una provocazione ma passatemela, una ventina di morti su decina di migliaia di partite negli ultimi quarant'anni, sono pochi. Si potrebbe dire anche che sia un numero accettabile.


Forse sono meno di quanti potrebbero essere solo perchè c'è la polizia.
Senza polizia potrebbero essere decine e decine di più.
Ribadisco comunque che quelli sono delinquenti che con la scusa della partita di calcio distruggono e picchiano, le società di calcio e le amministrazioni comunali continuano a chiamarli tifosi. Il perchè non lo so, ma è ora che in questa società i meriti e i demeriti delle persone siano messi sotto la lente d'ingrandimento e non nascosti e cancellati.
Mi sembra che dopo calciopoli il calcio venga visto sotto una luce diversa, gli scandali, i lussi, l'opulenza, le garanzie e i difetti vengono gestiti in modo diverso rispetto alla stagione scorsa. C'è una sorta di occhio critico e spazientito che prima non avvertivo.
Non può essere dovuto solo ad un tentativo di ricambio di leadership nella politica italiana e nella dirigenza sportiva e forse non è neppure questa la ragione o forse questa è solo una mia impressione.

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



http://www.adidax.com/
resisterai 5 minuti senza sport?

 
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  postato il 04/02/2007 alle 19:49
Originariamente inviato da marco79

Non è che nel calcio ci sia più violenza che negli altri settori della vita. Per le strade, nelle discoteche, nei parcheggi, nei condomini ci sono molti più morti che negli stadi (dato statistico inconfutabile). Questo perchè la violenza, purtroppo, è insita nell'uomo. Ma nessuno si sogna di dire di chiudere strade e discoteche. Criminalizzare il calcio e basta è solo retorica e ignoranza. Dopotutto, so che è una provocazione ma passatemela, una ventina di morti su decina di migliaia di partite negli ultimi quarant'anni, sono pochi. Si potrebbe dire anche che sia un numero accettabile.



Visto che stasera mi ha preso il delirium scrivens, voglio provare a fare un giochino.
Da troppo tempo sento discorsi relativi a un presunto imbarbarimento dei costumi civili, e che il calcio è semplicemente uno specchio della società, e siccome viviamo in una società violenta è normale che il calcio sia altrettanto violento.

Scusate, ma questa è una fandonia bella e buona, confutata dai dati che vi propongo di seguito, e che dimostrano che, a fronte di una società diventata sempre meno violenta nel corso dei decenni, il calcio ha seguito un percorso DIAMETRALMENTE opposto, imbarbarendosi anno dopo anno.

Vengo al dato che ho deciso di prendere in esame: forse qualcuno si stupirà di scoprire che il numero degli omicidi (che mi pare un buon elemento esemplificativo della materia) è in assoluto calato enormemente negli ultimi 120 anni. Non in maniera omogenea nel tempo (insomma, il grafico non è una parabola uniformemente discendente, ma una linea spezzata che però tende indubitabilmente al ribasso), ma in maniera comunque netta.

Copio e incollo da http://users.unimi.it/crimine/index.php?t=7 nella convinzione che in giro sul web si possano trovare numerosi altri saggi in materia.

*****

DATI DELL' OMICIDIO

Da: Isabella Merzagora Betsos, Lezioni di Criminologia, Cedam, Padova, 2001.

L'omicidio è universalmente considerato come il reato con più basso numero oscuro, cioè il reato per il quale il numero di quelli effettivamente commessi più si avvicina al numero dei reati di cui si viene a conoscenza, il che dovrebbe confortarci sull'attendibilità dei dati. In realtà le cose non sono così semplici, almeno per quanto concerne i confronti fra tassi di omicidio in tempi e luoghi diversi. Per cominciare, le diverse ricerche fanno talvolta riferimento a diversi tipi di omicidio: vi è chi accorpa omicidi consumati ed omicidi tentati, chi considera i soli omicidi volontari, chi congloba tutti i tipi di omicidio, con risultati numerici quindi anche molto diversi; basti pensare che gli omicidi colposi possono ammontare anche a quattro/cinque volte gli omicidi volontari per avere un'idea delle differenze, e delle confusioni, cui si può incappare confrontando diversi raggruppamenti di dati. Ancora, talune ricerche si occupano del "fatto" omicidio, altre -solitamente quelle effettuate presso settorati medico legali- delle vittime, ed è palese che i numeri possono essere non coincidenti.
Certe legislazioni, poi, possono qualificare in modo diverso episodi per altre identici, e viceversa, il che comporta difficoltà di confronto fra i vari Paesi.
Ma anche limitandoci all'Italia, è molto importante l'arco di tempo considerato, poiché si può affermare che gli omicidi sono aumentati, se si considerano per esempio alcuni anni, e che sono diminuiti se si esamina viceversa un periodo più lungo o anche solo diverso.
Per quanto riguarda, poi, i tempi più lontani, le difficoltà risiedono nel non poter contare su dati attendibili, o su dati di sorta.
Ciò premesso, sembra però possibile affermare che la violenza omicida in Europa negli ultimi secoli è molto diminuita, il che si spiegherebbe con il fatto che il sempre più forte potere dello Stato avrebbe avocato a sé il monopolio dell'uso della forza, e, parallelamente: "Il campo di battaglia fu, in certo senso, interiorizzato. (...) gli individui impararono a poco a poco a dominare se stessi, a controllare le proprie pulsioni e passioni, a regolare l'aggressività" (Barbagli M., L'occasione e l'uomo ladro, ed Il Mulino, Bologna, 1995), fenomeno, questo, denominato "processo di civilizzazione".
Anche in Italia si sono avvertiti, e nettamente, gli effetti del processo di civilizzazione, e il tasso di omicidi che era di 20 x 100.000 abitanti nel 1880, non arriverà a 4 un secolo dopo.
Come s'è detto, però, la domanda se l'omicidio aumenti o diminuisca rischia di essere fuorviante, e la risposta manipolabile a seconda del segmento di tempo prescelto.
Per esempio, se esaminiamo il periodo 1947-1998, osserviamo una diminuzione degli omicidi.
D'altro canto, se invece l'arco temporale considerato fosse quello che va dal 1984 al 1991, dovremmo concludere che gli omicidi aumentano.
Invece, dal 1990 al 1998 gli omicidi sono diminuiti.
E, per converso, esaminando il periodo 1963-1982 dovremmo di nuovo dedurne un aumento
In altri termini, per evitare facili "giochi delle tre tavolette" statistici, conviene considerare archi temporali significativamente lunghi.
In un periodo di un secolo, l'andamento dei tassi di omicidi volontari consumati e tentati, preterintenzionali, infanticidi e stragi (delitti denunciati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dal corpo della Guardia di Finanza) è il seguente.

Tassi di omicidio volontario consumato e tentato, preterintenzionale, infanticidio e strage. Nonostante una certa ripresa dai primi anni '70, è evidente che il tasso di omicidi è notevolmente diminuito nel corso del Novecento, anzi è più che dimezzato, passando dai 10,55 omicidi x 100.000 abitanti del 1900, ai 4,46 del 1998. Il che, per cominciare, è un dato confortante e che mostra come il gridare all'eccezionalità del momento sia -almeno da questo punto di vista- piuttosto fuori luogo.
Il grafico evidenzia una prima crescita dei tassi nel triennio 1908-1910, che è da ricondursi alla prima gravissima crisi economica che il nascente capitalismo italiano dovette affrontare.
Durante il periodo fascista, a disconferma dello slogan propagandistico delle "porte aperte" , il tasso di omicidi si mantiene a "buoni" livelli, comunque superiori a quelli degli anni successivi alla Liberazione.
I due picchi più significativi sono in corrispondenza del primo e secondo dopoguerra, e di quest'ultimo in particolare, con tassi di omicidio di 12,34 nel 1944, addirittura 28,52 nel 1945, 14,78 nel 1946.
Come osservano Chinnici e Santino: "Intorno alle due guerre mondiali si ha un andamento tipico dei periodi pre e post-bellici: una flessione prima e durante la guerra, una esplosione di criminalità dopo. La flessione in generale è dovuta allo stato di mobilitazione dei giovani, alla loro assenza dai luoghi nativi in cui risulta più favorevole l'inserimento in circuiti criminali, alla diminuzione della disoccupazione per l'incremento delle industrie belliche. L'incremento della criminalità che segue la guerra è invece da connettere alla depressione economica, alle difficoltà di inserimento dei reduci, alla violenza esaltata e praticata durante la guerra, alla più facile reperibilità di armi, alla caduta di tensione degli ideali e alla conseguente frustrazione per i traguardi prospettati e non raggiunti" (Chinnici G., Santino U., La violenza programmata, Franco Angeli, Milano, 1989).
Il periodo della ricostruzione e del boom economico, dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli anni Sessanta, fornisce un'ulteriore prova della relazione inversa fra andamento economico ed andamento degli omicidi, con una contrazione accentuata di questi ultimi.
Gli anni successivi al 1970 si caratterizzano, invece, per una ripresa di questi reati, complici, ancora una volta, l'instabilità economica, ma anche il problema della criminalità organizzata.
Il "processo di civilizzazione", come s'è anticipato, ha interessato soprattutto l'Europa, dove i tassi di omicidio sono, non certo "auspicabili", ma perlomeno tollerabili rispetto ad altre realtà, non solo del Terzo Mondo. Nel 1994, per esempio, il tasso in Europa era di 3,9 omicidi per 100.000 abitanti, a fronte dei 9 degli USA e dei 65 di Rio de Janeiro. Per l'Italia, peraltro, occorre ammettere che fino ad alcuni anni fa aveva un tasso di omicidi volontari fra i più alti d'Europa, che si è andato però riducendo negli anni più vicini.

 
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  postato il 04/02/2007 alle 19:54
(Ovviamente oggi abbiamo la percezione di una società più violenta rispetto al passato perché la tv ci fa vedere che la nostra è una società più violenta. Ma che questo sia vero, è tutto da dimostrare, anzi).
 
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  postato il 04/02/2007 alle 20:47
Sono d'accordo anche io che la televisione dia una particolare rappresentazione della realtà. Ad esempio stando ai telegiornali pare che ci si ammazzi sempre di più e invece il tasso di omicidi è in diminuzione ed è uno dei più bassi al mondo.

Credo che il problema del calcio siano i tifosi organizzati. Già oggi la Digos indaga e infiltra agenti in ambienti che sono simili a vere e proprie cosche mafiose: droga, violenze, estorsioni (si pensi al caso Lazio) ai danni delle stesse società, razzismo, danneggiamento della pubblica e privata proprietà. Bisogna solo applicare le leggi che già esistono. Se io fermo un carabiniere per strada e mi metto a cantargli uno dei cori da stadio contro le forze di polizia come minimo mi porta in caserma (e giustamente). Negli stadi invece si può cantare e fare di tutto e di più.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 04/02/2007 alle 22:22
Antonello, se non credi a quello che dico a me non importa nulla, se non hai guardato i programmi che ho visto io, lo stesso.
Ho solo posto nella discussione un altro elemento, che è appunto quello che quando c'è da parlare di SPORT in Tv o sui giornali, in Italia si parla in realtà solo di CALCIO, e mi piacerebbe che questo parametro fosse applicato anche quando il CALCIO ha i suoi guai. Basta, nient'altro!
Io semplicemente dico quello che penso e in questo caso sento, e cioè che molti in Tv hanno parlato di violenza nello sport facendo delle generalizzazioni grossolane, e tu puoi anche non attribuire alcun significato al fatto che abbiano detto sport al posto di calcio, ma non puoi certo far credere all'intero forum che io mi invento le cose o me le sogno. Non ho alcuna intenzione di convincere te o altri, ma non mi va che tu metta in dubbio la mia buonafede, rifugiandoti dietro frasi fatte del tipo "scripta manent", così io allo stesso modo potrei dirti che le parole sono pietre, a cosa serve?
Serve solo a distogliere l'attenzione dall'argomento centrale, che è la violenza nel CALCIO, dal quale già ci siamo allontanati con discorsi sociologici sulla popolarità del calcio.
La popolarità o la semplicità del calcio nessuno la discute ma non c'entra nulla con tutta questa storia. O meglio non ci aiuta a capire che il substrato di indubbia popolarità di cui il calcio gode è letteralmente soverchiato da un sovrappiù che è in gran parte bisogno indotto e artificiale, e queste sono le leggi del mercato, si badi bene, sono le leggi del mercato applicate ad un prodotto che tendenzialmente tira molto come il calcio per "estorcere", da questo stesso fenomeno, un quantitativo esagerato a dir poco di chiacchiere fumose in Tv, alla radio o sui giornali. Se non si riconosce questa realtà, vuol dire che si guarda alla realtà fattuale con un'interpretazione libresca, per la quale nella società dell'informazione, dove tutto è marketing e pubblicità, non esistono strategie ben deliberate e che tutto è lasciato al potere del telecomando. Questa è un'ipotesi da libro di favole, che si scontra con la realtà e gli interessi milionari in campo. Gli interessi dei padroni delle squadre di calcio e dei relativi sponsor impongono la strategia del "bombardamento televisivo", e non potrebbe essere diversamente perchè devono rientrare dai loro investimenti. E' la legge del mercato, e chiunque conosca un pò di ecomomia politica, trova perfettamente razionale ed efficiente questo attegiamento.
E mica sono scemi, tutto il circo mediatico di trasmissioni e processi che si creano intorno al calcio, è tutta pubblicità gratuita.
Questi sono i fatti.


 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 04/02/2007 alle 22:32
E da questa realtà nascono le esasperazioni con le quali si vive il calcio, le tensioni continue con le quali, gente ingenua, agisce e in preda alle quali si comporta.
Una trasmissione come quella di Biscardi, è un perfetto moltiplicatore di agitazioni d'animo, di incazzamenti da riversare allo stadio o nelle baruffe al bar con l'amico che ha un' altra "fede".
Altro che storie.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 22:36
Comunque lasciatemi dire che da catanese non fa certo piacere che dopo 20 e passa partite ci si dimentichi di un Catania acclamato anche da allenatori importanti come Sacchi, salvo poi ricordarsi che esiste questa squadra in momenti brutti. Adesso i dirigenti del Catania sono invitati in tutte le trasmissioni nazionali, quando vincevano contro Lazio, Samp o Udinese non contavano nulla...
E questo solo in ambito sportivo, ci sono anche tantissimi altri esempi che vi posso fare, a cominciare da una bellissima festa di S. Agata che è stata rovinata da quello che è successo venerdì...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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  postato il 04/02/2007 alle 22:52
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da pedalando

io trovo sbagliato che la polizia venga impiegata e sacrificata
per dividere le tifoserie.
Basta avvertire: chi va allo stadio lo fa a suo rischio e pericolo,
le forze dell'ordine non interverranno.
A questo punto chi va lo stesso lo fa per uno scopo ben preciso,
che si ammazzino pure poi la polizia arresta chi resta in piedi.


no, le forze dell'ordine hanno il dovere di difendere tutti i cittadini, anche quelli che vanno allo stadio,
Andare allo stadio non è vietato dalla legge, quindi chi ci va ha diritto ad essere difeso come chi va a passeggio, chi va a teatro o da qualsiasi altra parte.
Se non si vogliono mandare i poliziotti a vigilare sui tifosi, allora non si deve nemmeno autorizzare lo svolgimento della partita: nel momento in cui questa autorizzazione si dà, il compito ed il dovere della pubblica sicurezza è ben chiaro.
Sarebbe assurdo il fatto che lo stato mi costringa ad andare in macchina con le cinture di sicurezza o col casco sul motorino per tutelare la mia salute, e poi se ne freghi altamente quando vado allo stadio.

Scusa ma questa e' ipocrisia bella e buona.
Sappiamo benissimo cosa vuol dire andare allo stadio.
Si studia il percorso e si portano i bambini solo per determinate
partite. Questo non accade se si va' al circo....
Io non dico che allo stadio non devono esserci poliziotti,
dico che non devono esserci i delinquenti (tutti, anche i padri di
famiglia che gridano "muori" se un giocatore cade a terra).
Oggi lo stadio e' un posto fuori dalla legge; se lo si vuole
restituire alla gente onesta bisogna fare piazza pulita, poi
si mandano i poliziotti a fare lo stesso mestiere che fanno in
occasione di altre manifestazioni sportive.
Non in assetto da guerriglia!

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 23:00
caro Admin,
io ho semplicemente sostenuto che la popolarità del calcio non deriva dal fatto che ce ne viene propinato in dosi massicce.
Negli anni 70 il calcio in tv si poteva vedere solo la domenica: 90° Minuto, il secondo tempo di una partita in differita (e talvolta nemmeno la più importante), La Domenica Sportiva, che però allora era veramente "sportiva" e divideva i suoi tempi tra calcio, rugby, basket (con il mitico Aldo Giordani), ciclismo (con Adriano DeZan, che per un bel periodo fu anche il conduttore della trasmissione), sci (con Alfredo Pigna) e anche parecchi altri sport a seconda del periodo e dei risultati.
Per le Coppe Europee era già tanto se trasmettevano una sintesi in tarda serata; le dirette erano previste solo per le partite della Nazionale e per le finali di Coppa.
E il ciclismo, nella RAI che aveva solo due canali, aveva il suo bravo spazio: due dirette giornaliere (pomeriggio e notte) della Sei Giorni di Milano, Tirreno-Adriatico e quasi tutte le corse italiane in differita, con la diretta per la Sanremo, il Lombardia e il Giro del Lazio, e poi naturalmente il Giro e il Mondiale rigorosamente in diretta.
Ebbene, in questo quadro televisivo che non era assolutamente penalizzante per il ciclismo, nell'interesse dei tifosi il calcio la faceva da padrone più o meno come la fa oggi.
Per questo non sono assolutamente d'accordo sul fatto che il calcio ha successo perchè è imposto dai media.
Se i media avessero il potere di determinare il successo di uno sport, allora il calcio avrebbe sfondato anche negli USA, dove a metà degli anni 70 investirono fior di milioni di dollari per portare grossissimi nomi (Pelè, Cruyff, Beckenbauer, George Best, il nostro Chinaglia) nel loro campionato e cercare di creare una Lega calcistica che fosse al livello della NFL o delle Major League.
Purtroppo per loro, gli americani non hanno mai sentito come proprio questo sport, e tutti gli sforzi di farlo crescere si sono rivelati un fallimento totale; più o meno come hanno fallito quelli che hanno provato a creare in Italia la passione per il football americano, facendo gran pubblicità al Superbowl e trasmettendolo in prima serata.

Secondo me la passione per uno sport è un fatto di tradizione: da noi uno dei primi giocattoli che si comprano ai bambini, è il pallone, in altre parti comprano il guantone da baseball o la palla da football.
Teniamo conto che il calcio è anche uno sport molto facile da praticare: occorre solo il pallone (e ne basta uno per 20 persone), poi si può giocare su un prato, sull'asfalto, in salita, con o senza le porte, in spazi larghi o in spazi angusti.
Altri sport sono un pochino più difficili da praticare: il tennis si può giocare solo in due o in quattro, la bici costa più di un pallone ed occorre per forza praticarla su strada in mezzo alle macchine (quindi non si può fare prima di una certa età), lo sci si fa solo sulla neve e così via.
E il fatto che bene o male lo abbiano giocato quasi tutti, contribuisce non poco al suo successo.

Ulteriore esempio a sostegno della mia idea: l'anno scorso 90° minuto è passato a Mediaset, che gli ha dedicato un battage pubblicitario senza precedenti e addirittura ha messo in campo la star più pagata della tv.
Se tutto fosse dipeso da ciò che impone la tv, il 90° di Mediaset sarebbe stato un successo clamoroso, e invece è stato tutto il contrario.

Infine ti dico la mia sul Processo di Biscardi: secondo me ha avuto successo perchè in un periodo in cui non c'erano trasmissioni di calcio parlato (quasi esclusivamente si vedeva solo calcio giocato), Biscardi ha avuro l'idea di portare il bar sport in tv.
Quello che si vedeva da lui era nè più nè meno quello che accadeva in tutte le discussioni tra tifosi in tutte le parti d'Italia.
Il tifoso di calcio poteva rivedere al Processo le stesse scene di cui era partecipe al baretto sotto casa.
Se ne sentiva la mancanza? Mah, nel 1980 talk-show completamente imperniati sul calcio non ce n'erano, e devo dire che agli inizi non era affatto così becero come è poi diventato, anzi era gradevole.
Poi, quando Biscardi capì che buona parte del pubblico era attratta dalle telerisse, spinse sull'acceleratore per creare sempre più liti e il programma diventò quello che tutti sappiamo (emulato in peggio dall'Appello del Martedì di Maurizio Mosca).
Come ho letto sul Guerin Sportivo a proposito di Calciopoli e di Biscardi, non tutto il male vien per nuocere.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 23:09
Originariamente inviato da Admin

Originariamente inviato da marco79

Non è che nel calcio ci sia più violenza che negli altri settori della vita. Per le strade, nelle discoteche, nei parcheggi, nei condomini ci sono molti più morti che negli stadi (dato statistico inconfutabile). Questo perchè la violenza, purtroppo, è insita nell'uomo. Ma nessuno si sogna di dire di chiudere strade e discoteche. Criminalizzare il calcio e basta è solo retorica e ignoranza. Dopotutto, so che è una provocazione ma passatemela, una ventina di morti su decina di migliaia di partite negli ultimi quarant'anni, sono pochi. Si potrebbe dire anche che sia un numero accettabile.



Visto che stasera mi ha preso il delirium scrivens, voglio provare a fare un giochino.
Da troppo tempo sento discorsi relativi a un presunto imbarbarimento dei costumi civili, e che il calcio è semplicemente uno specchio della società, e siccome viviamo in una società violenta è normale che il calcio sia altrettanto violento.

Scusate, ma questa è una fandonia bella e buona, confutata dai dati che vi propongo di seguito, e che dimostrano che, a fronte di una società diventata sempre meno violenta nel corso dei decenni, il calcio ha seguito un percorso DIAMETRALMENTE opposto, imbarbarendosi anno dopo anno.

Vengo al dato che ho deciso di prendere in esame: forse qualcuno si stupirà di scoprire che il numero degli omicidi (che mi pare un buon elemento esemplificativo della materia) è in assoluto calato enormemente negli ultimi 120 anni. Non in maniera omogenea nel tempo (insomma, il grafico non è una parabola uniformemente discendente, ma una linea spezzata che però tende indubitabilmente al ribasso), ma in maniera comunque netta.

Copio e incollo da http://users.unimi.it/crimine/index.php?t=7 nella convinzione che in giro sul web si possano trovare numerosi altri saggi in materia.

*****

DATI DELL' OMICIDIO

Da: Isabella Merzagora Betsos, Lezioni di Criminologia, Cedam, Padova, 2001.

L'omicidio è universalmente considerato come il reato con più basso numero oscuro, cioè il reato per il quale il numero di quelli effettivamente commessi più si avvicina al numero dei reati di cui si viene a conoscenza, il che dovrebbe confortarci sull'attendibilità dei dati. In realtà le cose non sono così semplici, almeno per quanto concerne i confronti fra tassi di omicidio in tempi e luoghi diversi. Per cominciare, le diverse ricerche fanno talvolta riferimento a diversi tipi di omicidio: vi è chi accorpa omicidi consumati ed omicidi tentati, chi considera i soli omicidi volontari, chi congloba tutti i tipi di omicidio, con risultati numerici quindi anche molto diversi; basti pensare che gli omicidi colposi possono ammontare anche a quattro/cinque volte gli omicidi volontari per avere un'idea delle differenze, e delle confusioni, cui si può incappare confrontando diversi raggruppamenti di dati. Ancora, talune ricerche si occupano del "fatto" omicidio, altre -solitamente quelle effettuate presso settorati medico legali- delle vittime, ed è palese che i numeri possono essere non coincidenti.
Certe legislazioni, poi, possono qualificare in modo diverso episodi per altre identici, e viceversa, il che comporta difficoltà di confronto fra i vari Paesi.
Ma anche limitandoci all'Italia, è molto importante l'arco di tempo considerato, poiché si può affermare che gli omicidi sono aumentati, se si considerano per esempio alcuni anni, e che sono diminuiti se si esamina viceversa un periodo più lungo o anche solo diverso.
Per quanto riguarda, poi, i tempi più lontani, le difficoltà risiedono nel non poter contare su dati attendibili, o su dati di sorta.
Ciò premesso, sembra però possibile affermare che la violenza omicida in Europa negli ultimi secoli è molto diminuita, il che si spiegherebbe con il fatto che il sempre più forte potere dello Stato avrebbe avocato a sé il monopolio dell'uso della forza, e, parallelamente: "Il campo di battaglia fu, in certo senso, interiorizzato. (...) gli individui impararono a poco a poco a dominare se stessi, a controllare le proprie pulsioni e passioni, a regolare l'aggressività" (Barbagli M., L'occasione e l'uomo ladro, ed Il Mulino, Bologna, 1995), fenomeno, questo, denominato "processo di civilizzazione".
Anche in Italia si sono avvertiti, e nettamente, gli effetti del processo di civilizzazione, e il tasso di omicidi che era di 20 x 100.000 abitanti nel 1880, non arriverà a 4 un secolo dopo.
Come s'è detto, però, la domanda se l'omicidio aumenti o diminuisca rischia di essere fuorviante, e la risposta manipolabile a seconda del segmento di tempo prescelto.
Per esempio, se esaminiamo il periodo 1947-1998, osserviamo una diminuzione degli omicidi.
D'altro canto, se invece l'arco temporale considerato fosse quello che va dal 1984 al 1991, dovremmo concludere che gli omicidi aumentano.
Invece, dal 1990 al 1998 gli omicidi sono diminuiti.
E, per converso, esaminando il periodo 1963-1982 dovremmo di nuovo dedurne un aumento
In altri termini, per evitare facili "giochi delle tre tavolette" statistici, conviene considerare archi temporali significativamente lunghi.
In un periodo di un secolo, l'andamento dei tassi di omicidi volontari consumati e tentati, preterintenzionali, infanticidi e stragi (delitti denunciati dalla Polizia di Stato, dall'Arma dei Carabinieri e dal corpo della Guardia di Finanza) è il seguente.

Tassi di omicidio volontario consumato e tentato, preterintenzionale, infanticidio e strage. Nonostante una certa ripresa dai primi anni '70, è evidente che il tasso di omicidi è notevolmente diminuito nel corso del Novecento, anzi è più che dimezzato, passando dai 10,55 omicidi x 100.000 abitanti del 1900, ai 4,46 del 1998. Il che, per cominciare, è un dato confortante e che mostra come il gridare all'eccezionalità del momento sia -almeno da questo punto di vista- piuttosto fuori luogo.
Il grafico evidenzia una prima crescita dei tassi nel triennio 1908-1910, che è da ricondursi alla prima gravissima crisi economica che il nascente capitalismo italiano dovette affrontare.
Durante il periodo fascista, a disconferma dello slogan propagandistico delle "porte aperte" , il tasso di omicidi si mantiene a "buoni" livelli, comunque superiori a quelli degli anni successivi alla Liberazione.
I due picchi più significativi sono in corrispondenza del primo e secondo dopoguerra, e di quest'ultimo in particolare, con tassi di omicidio di 12,34 nel 1944, addirittura 28,52 nel 1945, 14,78 nel 1946.
Come osservano Chinnici e Santino: "Intorno alle due guerre mondiali si ha un andamento tipico dei periodi pre e post-bellici: una flessione prima e durante la guerra, una esplosione di criminalità dopo. La flessione in generale è dovuta allo stato di mobilitazione dei giovani, alla loro assenza dai luoghi nativi in cui risulta più favorevole l'inserimento in circuiti criminali, alla diminuzione della disoccupazione per l'incremento delle industrie belliche. L'incremento della criminalità che segue la guerra è invece da connettere alla depressione economica, alle difficoltà di inserimento dei reduci, alla violenza esaltata e praticata durante la guerra, alla più facile reperibilità di armi, alla caduta di tensione degli ideali e alla conseguente frustrazione per i traguardi prospettati e non raggiunti" (Chinnici G., Santino U., La violenza programmata, Franco Angeli, Milano, 1989).
Il periodo della ricostruzione e del boom economico, dalla fine degli anni Quaranta alla fine degli anni Sessanta, fornisce un'ulteriore prova della relazione inversa fra andamento economico ed andamento degli omicidi, con una contrazione accentuata di questi ultimi.
Gli anni successivi al 1970 si caratterizzano, invece, per una ripresa di questi reati, complici, ancora una volta, l'instabilità economica, ma anche il problema della criminalità organizzata.
Il "processo di civilizzazione", come s'è anticipato, ha interessato soprattutto l'Europa, dove i tassi di omicidio sono, non certo "auspicabili", ma perlomeno tollerabili rispetto ad altre realtà, non solo del Terzo Mondo. Nel 1994, per esempio, il tasso in Europa era di 3,9 omicidi per 100.000 abitanti, a fronte dei 9 degli USA e dei 65 di Rio de Janeiro. Per l'Italia, peraltro, occorre ammettere che fino ad alcuni anni fa aveva un tasso di omicidi volontari fra i più alti d'Europa, che si è andato però riducendo negli anni più vicini.


E difatti la regressione della violenza va a pari passo con la civilizzazione...ciò forse non significa che si viva meglio, ma è pur sempre qualcosa su cui essere ottimisti per il futuro.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 23:12
Originariamente inviato da mont ventoux

Antonello, se non credi a quello che dico a me non importa nulla, se non hai guardato i programmi che ho visto io, lo stesso.
Ho solo posto nella discussione un altro elemento, che è appunto quello che quando c'è da parlare di SPORT in Tv o sui giornali, in Italia si parla in realtà solo di CALCIO, e mi piacerebbe che questo parametro fosse applicato anche quando il CALCIO ha i suoi guai. Basta, nient'altro!
Io semplicemente dico quello che penso e in questo caso sento, e cioè che molti in Tv hanno parlato di violenza nello sport facendo delle generalizzazioni grossolane, e tu puoi anche non attribuire alcun significato al fatto che abbiano detto sport al posto di calcio, ma non puoi certo far credere all'intero forum che io mi invento le cose o me le sogno. Non ho alcuna intenzione di convincere te o altri, ma non mi va che tu metta in dubbio la mia buonafede, rifugiandoti dietro frasi fatte del tipo "scripta manent", così io allo stesso modo potrei dirti che le parole sono pietre, a cosa serve?
Serve solo a distogliere l'attenzione dall'argomento centrale, che è la violenza nel CALCIO, dal quale già ci siamo allontanati con discorsi sociologici sulla popolarità del calcio.
La popolarità o la semplicità del calcio nessuno la discute ma non c'entra nulla con tutta questa storia. O meglio non ci aiuta a capire che il substrato di indubbia popolarità di cui il calcio gode è letteralmente soverchiato da un sovrappiù che è in gran parte bisogno indotto e artificiale, e queste sono le leggi del mercato, si badi bene, sono le leggi del mercato applicate ad un prodotto che tendenzialmente tira molto come il calcio per "estorcere", da questo stesso fenomeno, un quantitativo esagerato a dir poco di chiacchiere fumose in Tv, alla radio o sui giornali. Se non si riconosce questa realtà, vuol dire che si guarda alla realtà fattuale con un'interpretazione libresca, per la quale nella società dell'informazione, dove tutto è marketing e pubblicità, non esistono strategie ben deliberate e che tutto è lasciato al potere del telecomando. Questa è un'ipotesi da libro di favole, che si scontra con la realtà e gli interessi milionari in campo. Gli interessi dei padroni delle squadre di calcio e dei relativi sponsor impongono la strategia del "bombardamento televisivo", e non potrebbe essere diversamente perchè devono rientrare dai loro investimenti. E' la legge del mercato, e chiunque conosca un pò di ecomomia politica, trova perfettamente razionale ed efficiente questo attegiamento.
E mica sono scemi, tutto il circo mediatico di trasmissioni e processi che si creano intorno al calcio, è tutta pubblicità gratuita.
Questi sono i fatti.



guarda che io non ho affatto messo in dubbio la tua buona fede, però gradirei sapere chi è che in tv generalizza sulla violenza, perchè non tutti quelli che parlano in tv sono gente attendibile e affidabile.
Un conto se una cosa la dice un Gianni Mura, un altro se la dice un Biscardi o un Maurizio Mosca: per questo quando tu mi dici di aver sentito certe cose in tv, io ti chiedo "da chi?".

Riguardo alla violenza, con me sfondi una porta aperta: se ti capita, rileggiti cosa rispondevo a chi si lamentava che il ciclismo era lo sport più malvisto a causa del doping.

Sul "bombardamento televisivo", ho appena risposto all'Admin.

 

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Livello Learco Guerra




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  postato il 04/02/2007 alle 23:16
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da zon

mah, mi sembra la storia del gatto che si morde la coda:
Per me la gente preferisce il calcio anche perché è l'unico sport che conosce e che costituisce argomento di discussione al bar o in famiglia davanti alla tv. Questo è però determinato dal fatto che è anche l'unco sport che viene proposto con continuità dai media.

Viene prima l'uovo o la gallina?



forse non sai che negli anni 70 di calcio in tv ce n'era pochissimo: anzi probabilmente il ciclismo aveva quasi le stesse ore di trasmissione del pallone.
Eppure il calcio era largamente lo sport più popolare d'Italia, più o meno come oggi.


E' vero, non ricordo la situazione degli anni settanta (sono del '78) e non metto in dubbio quanto affermi: il calcio era, è e sarà sempre largamente lo sport più popolare in Italia.
Il tuo ragionamento però porta alla conclusione che i media, focalizzando nel tempo la loro attenzione sempre più solo sul Pallone, abbiano semplicemente seguito una crescente passione popolare per il calcio. In parte potrebbe essere così, ma credo anche che si sia trattato di un discorso di opportunità: è molto più facile e gestibile occuparsi del solo calcio rispetto a moltiplicare i propri sforzi e le proprie risorse in tutte le discipline. Ci sono giornalisti, soprattutto di agenzia che quindi sono la fonte di tutti gli altri soggetti di informazione, che passano le loro giornate appresso alle sedi delle squadre, raccogliendo notizie, notiziole, communti, umori e pettegolezzi continui, che poi quotidiani e trasmissioni sportive trasformano nella fetta largamente maggiore del proprio contenuto. Questo alla lunga fa sì che anche il pubblico sia informato, o crede di esserlo, solo sul mondo del calcio: altrimenti perché, noi che siamo appassionati di ciclismo, o anche di Rugby, tennis, golf o quant'altro ci rivolgiamo così tanto a Internet per sapere quello che succede? Quanti giornalisti ci sono in gazzetta o alla rai capaci di scrivere di ciclismo con altrettanta competenza di come possono fare Morris, Mario, Felice, Grassi e altri utenti del Forum?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 23:16
Originariamente inviato da pedalando

Oggi lo stadio e' un posto fuori dalla legge;


e allora non si deve autorizzare lo svolgimento delle partite.
Se si dà l'autorizzazione, non si può negare l'intervento dei poliziotti per garantire l'incolumità di chi va allo stadio.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/02/2007 alle 23:19
Originariamente inviato da zon
Il tuo ragionamento però porta alla conclusione che i media, focalizzando nel tempo la loro attenzione sempre più solo sul Pallone, abbiano semplicemente seguito una crescente passione popolare per il calcio. In parte potrebbe essere così, ma credo anche che si sia trattato di un discorso di opportunità: è molto più facile e gestibile occuparsi del solo calcio rispetto a moltiplicare i propri sforzi e le proprie risorse in tutte le discipline.


secondo me hanno seguito soltanto un discorso di audience: gli sport che fanno ascolti e ripagano l'investimento vengono seguiti, gli altri vengono abbandonati.

 

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Livello Learco Guerra




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  postato il 04/02/2007 alle 23:25
Originariamente inviato da marco79

Non è che nel calcio ci sia più violenza che negli altri settori della vita. Per le strade, nelle discoteche, nei parcheggi, nei condomini ci sono molti più morti che negli stadi (dato statistico inconfutabile). Questo perchè la violenza, purtroppo, è insita nell'uomo. Ma nessuno si sogna di dire di chiudere strade e discoteche. Criminalizzare il calcio e basta è solo retorica e ignoranza. Dopotutto, so che è una provocazione ma passatemela, una ventina di morti su decina di migliaia di partite negli ultimi quarant'anni, sono pochi. Si potrebbe dire anche che sia un numero accettabile.


Non si criminalizza il calcio, ma il comportamento dei tifosi violenti. C'è una bella differenza!
Oggi al tg c'era un servizio sul modello Inglese... Non sono un fan di come vengono trattati generalmente i temi nei telegiornali, ma certo vedere le immagini degli anni 80 con gli stadi in fiamme e gente che muore schiacciata, paragonate a quelle odierne con lo stadio modernissimo con negozi, ristoranti, gente che va e che viene, e soprattutto sempre pieni, con una visibilità ottima, senza nessun incidente... evidentemente si può fare, certo ci vuole la volontà! Oggi leggevo un intervento di Pancalli che affermava che il modello inglese va preso a esempio, ma con le specificità italiane: a me 'sta cosa delle specificità un pò mi puzza.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 00:10
Il modello inglese con la pubblica sicurezza gestita dalle squadre è possibile e forse non sarebbe sbagliato ma deve essere unito ad una legge cattiva e drastica..... Il problema è che tutti i più grandi club non solo inglesi hanno lo stadio di proprietà... e allora, chiaramente in coabitazione con la Polizia, le Gendarmerie e le Guardie Civili, possono gestire il proprio servizio di sicurezza.. In Inghilterra ho visto coi miei occhi portar fuori dall' Old Trafford di Manchester un tifoso solo perchè discuteva in maniera animata... qui invece siamo nella condizione di trovarci alle partite non più solo con la Polizia ma se continueremo così anche col NOCS... Se in Inghilterra un tifoso invade il campo si fa tre mesi di galera secchi..senza pensarci su !!! Qui invece non sale nemmeno sul mezzo della Polizia...e si prende gli applausi... che all'estero sono fischi...

 

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...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 05/02/2007 alle 01:07
Un saluto a tutti è molto che non scrivo. Per quanto riguarda l'argomento dico subito che con questa nuova nuova tragedia bisogna (e sarebbe ora ) prendere seri provvedimenti sul fenomeno ultras violenti. L'ideale come inizio sarebbe che dopo la sospensione di 2 settimane si giochi almeno due mesi a porte chiuse e se ci si riflette forse è un provvedimento anchor più duro di una semplice sospensione di qualche giornata, in quanto, sospendere il campionato comporterebbe un recupero delle partite con la gente dentro gli stadi e magari qualche giorno di tregua e poi piano piano il riaffiorare della violenza. Fare invece una sospensione delle partite per due mesi comporta grosso disagio per le società le quali saranno maggiormente spinte a contribuire all'isolamento delle frange più violente dato che probabilmente hanno una qualche possibilità di conoscere chi sono in quanto sono loro stesse ad aver rilasciato gli abonamenti. E speriamo poi che anche la politiche faccia concretamente la sua parte e che non si lasci piano piano far andare tutto nel dimenticatoio.

 

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Utente del mese Aprile 2010




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  postato il 05/02/2007 alle 01:08
Premesso che non ho letto tutto il topic e che potrei dire cose già dette da qualcuno e che parranno (o saranno) delle ovvietà.

Il problema-calcio è un problema sociale e culturale.
Fermate il calcio, rimodernate gli stadi, imitate il modello inglese: tutto perfettamente inutile.
Attualmente il pallone è la valvola di sfogo di un mondo giovanile in profondo disagio che in altri tempi si agglomerava in formazioni politiche di stampo estremista. Ora questo mondo giovanile ha trovato casa in quei gruppi di sbandati e violenti che per il 90% costituisce le curve italiane, dove - guarda caso - la componente politica è preponderante.
Quindi, che soluzione? Supposto che creare una società giusta sia obiettivo utopico e irrealizzabile con il materiale politico di cui l'Italia dispone attualmente, direi che è fondamentale togliere importanza al calcio, ridurre le trasmissioni calcistiche (e togliere di mezzo tutte le volgarità), dimezzare il denaro che circola in questo sport a livello italiano (e poco importa se all'estero pagano di più: vada per un calcio "minore" piuttosto che `le scene di ordinaria guerriglia), finire di parlare di "tragedia sportiva" e di calcio prima di qualunque altra notizia. Un esempio: quando Moggi afferma di aver pensato al suicidio perchè avevano scoperto le sue trame, siamo di fronte a qualcosa di assurdo, ridicolo, perchè si tratta di uno sport: imbrogliava, l'hanno scoperto, hanno (bene o male) punito lui e i corresponsabili (o presunti tali), ma tutto questo in ambito sportivo; il giochino s'è rotto, ma la vita "reale" è altra. Quindi molto lavoro per i media, nella necessità di ricondurre l'assurdità alla realtà, di far ritrovare le proporzioni tra importante e grave (la delicata situazione messicana, alzi la mano chi ne sa qualcosa dall'Italia) e interessante e sportivo (il Parma che batte la Roma con un gol viziato da fallo di mano: no, non è una vergogna! è una vergogna che si usino questi toni...). E in assenza di un gesto di reponsabilità da parte della stampa, importante sarà l'azione governativa e in tal senso giocare le partite a porte chiuse mi sembra un'idea provvisoriamente sensata.
Il problema sociale rimarrà e si agglomererà altrove e con altri mezzi sarà necessario affrontarlo, ma nel frattempo, se mai succederà, torneremo ad avere uno sport che, come tale, abbiamo perduto.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 01:15
Originariamente inviato da barrylyndon

un aspetto del calcio e' che e' uno sport di squadra con regole abbastanza semplici ed immediate.anche un profano puo' capire in genere quando c'e' un fallo o una rimessa laterale.e tutti si sentono di dire la loro.il successo del calcio,oltre ad una spropositata copertura mediatica(sono d'accordo con chi diceva che e' l'offerta che determina la domanda)e' dovuto alla sua apparente semplicita'.


come diceva il grande Aldo Giordani, il calcio ha tre regole: non si gioca con le mani, non si picchia, e la terza regola è il fuorigioco che se non la si conosce, è lo stesso

 

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  postato il 05/02/2007 alle 09:16
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da pedalando

Oggi lo stadio e' un posto fuori dalla legge;


e allora non si deve autorizzare lo svolgimento delle partite.

Il problema non sono le partite ma i delinquenti che vanno a vederle.
Secondo te allora dovrebbero vietare i cortei perche' ci sono 4 str.onzi
che compiono atti di vandalismo?


Se si dà l'autorizzazione, non si può negare l'intervento dei poliziotti per garantire l'incolumità di chi va allo stadio.

Fortunatamente allo stadio la guerriglia e' principalmente fra
opposte fazioni. Perche' sacrificare dei poliziotti per difendere
l'incolumita' queste teste di caxxo ?
Li si fa' entrare, si chiudono le porte e si torna quando autonomamente
hanno ridotto la quantita' di feccia che c'e' sulla terra.
Senza fare sobbarcare alla societa' le spese del mantenimento in galera
per tutti.
E' un metodo drastico, lo riconosco, ma se vuoi dare a tutti il
diritto di andare allo stadio senza rischi per la loro incolumita'
non puoi sperare che si sentano protetti solo perche' ci sono
abbastanza poliziotti, ben armati, ad arginare gli scontri.
A meno che tu creda ciecamente che la legge oggi esistente sia
adeguata (ed applicata) a contenere questo fenomeno.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 05/02/2007 alle 11:12
notizia orribile!!! Ho appena letto le interviste a 2 ultras a Milano e Napoli in cui dicevano di essere contenti della morte di Raciti e che i poliziotti sono loro nemici.
Una sola parola dico a loro 2: VERGOGNA!!!!!!!!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 11:47
Ieri c'è stato un disperato appello di Piccinini affinchè si giochi al + presto, o ho capito male?

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 12:05
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da barrylyndon

un aspetto del calcio e' che e' uno sport di squadra con regole abbastanza semplici ed immediate.anche un profano puo' capire in genere quando c'e' un fallo o una rimessa laterale.e tutti si sentono di dire la loro.il successo del calcio,oltre ad una spropositata copertura mediatica(sono d'accordo con chi diceva che e' l'offerta che determina la domanda)e' dovuto alla sua apparente semplicita'.


come diceva il grande Aldo Giordani, il calcio ha tre regole: non si gioca con le mani, non si picchia, e la terza regola è il fuorigioco che se non la si conosce, è lo stesso



ed e' il limite del basket,pieno di regole un po' piu' complicate,di statistiche che devon venir interpretate,di momenti tecnico tattici ben precisi ma di difficile decifrazione per un profano(e non solo).
per il resto, e parlo a titolo personale,quanto a spettacolarita',suspence,e gesti atletici,la pallacanestro e' 10 piste avanti rispetto al calcio.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2007 alle 12:24
Testimonianza diretta del derby, dalla curva Nord
02-02-2007
La sveglia suona presto, ore 6.45, devo andare a scuola e c’è un compito di latino che mi attende, ma già nell’aria si sente che non è una giornata come tante altre. In città l’atmosfera è “infuocata”, tutti aspettano calorosamente il derby, il momento più atteso dell’anno, la sfida con i nostri cugini ed eterni rivali rosanero. Non mancano però le raccomandazioni da parte di genitori, professori e parenti, che staranno in ansia per tutto lo svolgimento della partita. A Catania, sotto ordine del questore, è stato allestito un vero e proprio esercito di 1.500 forze dell’ordine per garantire la tutela a tifosi e cittadini e me ne rendo conto subito, appena entro nel cuore della città. Al ritorno da scuola non ho neppure il tempo di fare uno spuntino e ultimare il mio stendardo per l’occasione, poiché i genitori dei miei amici fremono più di me e temono di non trovare posteggio, in un giorno dove il pienone al “Massimino” è assicurato. C’è polizia dappertutto, ma da buon tifoso civile, non temo nulla, sto andando a vedere solo una partita di calcio e a sostenere la squadra con i cori di tutta la curva. Arrivo a piazza Spedini, dinnanzi agli ingressi della curva Nord, ma prima ci sono i poliziotti da superare e non sono mica pochi. Si scorgono già da lontanissimo i caschi blu, stavolta appostati prima dei preselettori e armati di scudi e manganelli, fanno indietreggiare la folla. Io ed i miei amici ci infiliamo nella mischia, è una vera e propria calca di gente, chi spinge, chi grida, chi soffre schiacciato da altri, chi rumoreggia contro la polizia, insomma un vero e proprio disastro. Impiego circa tre quarti d’ora e forse qualcosa in più per entrare sugli spalti, tuttavia non senza momenti di panico.Qualcuno è caricato dalla polizia con i manganelli, da dietro partono cori offensivi contro la polizia, sono spaventato, temo che una azione repentina dei caschi blu, avrebbe potuto compromettere ogni cosa. Appena giunto a pochi metri dal posto di blocco, cerco di calmare gli animi, rimprovero un emerito “cretino” che insulta i poliziotti e passo a braccia alzate di fronte a loro, temendo il peggio. Subito dopo esibisco i documenti agli addetti, ma noto che nessuno mi perquisisce, e li comincio ad essere un po’ perplesso sulla cattiva gestione della situazione. Successivamente salgo immediatamente nel secondo anello ed assieme ai miei amici vado a prendere posto, nella solita posizione da noi occupata. Da premettere che in curva, non solo a Catania ma così in tutta Italia, nessuno rispetta i posti assegnati, pertanto sono costretto a farlo anch’io, per evitare ogni forma di problemi con la gente. È inutile descrivervi, l’atmosfera, semplicemente straordinaria, ma purtroppo solo questo resterà di memorabile in quel giorno.
L’attesa è interminabile, già da subito partono cori a sostegno della squadra e contro i rivali palermitani, ma di loro neanche l’ombra.Ore 18:00, inizia finalmente la sfida e la curva Nord regala una splendida coreografia, calando il nostro enorme copricurva; la Sud dal canto suo, risponde alla grande, esponendo l’immagine della Santa patrona Agata. Il primo tempo termina sullo zero a zero, con emozioni da una parte e dall’altra, ma il momento clou deve ancora avvenie, con l’ingresso nello stadio da parte dei supporters rosanero. Molti ci domandiamo il motivo di tali ritardi, tuttavia si odono botti all’esterno dello stadio, ma si sconosce il motivo. Al decimo della ripresa, entrano i tifosi ospiti, festeggiando l’ingresso con bombe di ogni tipo, fatte esplodere nel loro settore, assieme a bengala e fumogeni. Qualche tifoso della Curva Nord, adiacente al settore ospiti, lancia oggetti e quant’altro, essendo ricambiato dai palermitani; ma questo accadde anche all’andata, e fin qui non c’è da sorprendersi. Ad un tratto, a dieci metri sulla mia sinistra arriva un oggetto, si teme sia una bomba, tutti ci allontaniamo spaventati, ma il botto non arriva, bensì fuoriesce un fumo irrespirabile, qualcuno grida:”E’ un lacrimogeno, aiuto!”, io all’udire queste parole, mi copro il volto con la sciarpa, ma nulla da fare, soffoco, piango, entro nel panico più totale, perdo i miei amici e cerco di raggiungere pian pianino a occhi chiusi la barriera di separazione con la tribuna A, non molto lontana dal mio posto. Non ragionavo più, temevo il peggio ormai, e mi chiedevo la ragione per cui il lacrimogeno fosse arrivato in curva, dove gli animi erano calmissimi, e gli stessi capi ultras erano nell’anello inferiore a lanciare i cori. Vedo bambini piangere,genitori spaventati, ma n tutto questo mi aiutano dei ragazzi a farmi capire come rimediare al lacrimogeno e trovo 4 miei amici, degli altri 3 nessuna notizia. Arrivano altri lacrimogeni in curva, ma per fortuna al confine tra le tifoserie, ma io ormai sono lontano e non soffro più di tanto. La partita accenna a riprendere, ma i tifosi rosanero continuano ad accendere fumogeni, bengala ecc. e non fanno ripartire il match, nonostante siano in vantaggio. I dirigenti del Palermo vanno sotto gli ospiti a sedare gli animi e dopo un po’ la partita ha di nuovo inizio e il Catania si porta subito in pareggio. E’ festa sugli spalti, ma sul finire dell’incontro si assiste al gol di mano di Di Michele, che fa piombare nella disperazione i tifosi rossazzurri. Appena l’arbitro fischia, mi precipito fuori dallo stadio, per evitare di rimanere bloccato nella folla o di capitare in mezzo a scontri di ogni genere.Mi dirigo all’uscita dell’altra curva, dove i genitori dei miei amici, infuriati per l’inutile lancio dei lacrimogeni al centro curva da parte della polizia, ci aspettano per andare via. Mi giunge la notizia che un mio amico, il quale soffre di asma, all’arrivo del lacrimogeno sia scappato via dall’impianto, assistendo ad un vera e propria guerriglia, ragazzi pestati dalla polizia, forze dell’ordine oggetto di lancio di qualsiasi oggetto contundente, ma per fortuna egli raggiunge subito il padre, che era nei dintorni e distrutto ritorna a casa. Io invece appena giuntoci, accendo la tv, e vedo perplesso gli scontri da parte dei teppisti con la polizia, e sento su un canale locale, la notizia del poliziotto Filippo Raciti ucciso, e di molti altri suoi colleghi feriti. Il mondo del calcio sembra dissolversi del tutto attorno a me, comprendo che sarà difficile tornare allo stadio “Massimino” a vedere un’altra partita della mia squadra del cuore, ma sul momento mi unisco con solidarietà alla famiglia Raciti, vittima di un episodio assurdo che farà il giro del mondo. Infine come dimenticare le telefonate di parenti e amici, che hanno tempestato la mia serata, chiedendo notizie sulla mia incolumità ed il loro rammarico invitandomi a non tornare mai più allo stadio. Come scordarsi infine il messaggio privato arrivatomi dal mio caro amico forumista di cicloweb riddler, che assieme a qualche altro utente, si è preoccupato di me.Io e la mia famiglia siamo rimasti commossi.Grazie di tutto.


 
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