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Autore: Oggetto: Sallanches 1980 - capolavoro di Hinault

Livello Tirreno-Adriatico




Posts: 56
Registrato: Sep 2005

  postato il 19/01/2007 alle 22:29
“Non è possibile che li facciano salire 20 volte su questa salita…!!”
Questo è stato il commento di Felice Gimondi alla scoperta della salita di Domancy, punto focale del circuito iridato di Sallanches, anno 1980 che da lì a qualche settimana avrebbe ospitato l’attesa competizione. In ricognizione assieme al giornalista Beppe Conti era convinto di aver sbagliato strada.
Più caustico è il commento di Francesco Moser che scopre e visiona il circuito solo pochi giorni prima della gara “Mi sembra folle… Ma chi lo ha ideato? E soprattutto chi lo ha approvato?”
Venti giri da 13,4 km. per un totale di 268 km., una sola ma terribile salita, quella di Domancy lunga 2,7 km. con un dislivello di 218 metri per una pendenza media dell’ 8% e massima del 14%. Non regge alcun paragone con altri circuiti iridati del passato (e in futuro solo Chambery 1989 e Duitama 1995 riusciranno ad avvicinarsi per durezza).
Il vero enigma del periodo che precede questa gara, riguarda le condizioni di Bernard Hinault. Dopo aver trionfato al Giro d’Italia, il campione bretone si era ritirato dal Tour de France per problemi fisici e dopo di allora non aveva dato segnali confortanti: ritiro al Tour de Limousin, forti ritardi al Giro di Germania. Solo pochi giorni prima della gara iridata il buon Bernard se ne era uscito con dichiarazioni roboanti: “ora sono da mondiale, domenica prossima farò il vuoto, Moser e Saronni alla distanza crolleranno!”. Ma erano solo dichiarazioni non supportate da fatti concreti.
E in Italia? Saronni dopo un Giro contraddittorio, ha riacquistato un discreto stato di forma che lo porta a vincere in rapida successione Coppa Bernocchi (per distacco) e Tre Valli Varesine. Sembra lui il capitano designato di questa nazionale, si pensa che possa reggere anche su un circuito come quello di Sallanches. Non se la passa molto bene Francesco Moser, che non riesce a trovare la forma migliore. Il suo ruolo sembra quello di aiutante in favore di Saronni o di altri azzurri che in quel momento se la passano meglio.
Si segnalano invece i buoni stati di forma di Battaglin, Baronchelli e Panizza che peraltro per caratteristiche sono corridori che sul circuito francese possono sicuramente recitare un ruolo importante.
Non si vedono molti altri favoriti: sicuramente l’olandese Zoetemelk, trionfatore all’ultimo Tour de France, che ha però partecipato a innumerevoli circuiti post-Tour. L’emergente irlandese Kelly, l’olandese Van De Velde, l’ex campione del mondo Knetemann e…pochi altri. E’ opinione diffusa che il circuito di Sallanches non potrà concedere spazio ad eventuali outsider.
La Gazzetta dello Sport alla vigilia dà le proprie percentuali di vittoria: Saronni e Hinault 30%, Zoetemelk 20%, Battaglin e Knetemann 10%, Eddy Merckx ritiratosi da appena due anni pronostica Saronni un gradino sopra a Hinault (“ può tenere in salita e risolvere la gara in volata”).
Domenica 31 agosto è la data designata per la competizione.
La squadra italiana schiera al via Saronni, Baronchelli, Barone, Battaglin, Beccia, Ceruti, Contini, Gavazzi, Lualdi, Moser, Panizza, Visentini. Riserve Amadori e Masciarelli.
Il cielo è plumbeo, a tratti pioviggina.
Al primo giro, allunga De Muynck in discesa e Hinault si incarica personalmente di riagguantarlo. I due completano la prima tornata con 34” di vantaggio sul plotone.
Secondo giro ed i fuggitivi sono ripresi. Al terzo giro vanno in fuga Martinez (Fra), Sutter (Svi) e Andersen (Dan) e gradualmente aumentano il vantaggio.
Al quinto giro inizia a piovere, alla tornata successiva si registra il primo forcing di Hinault in salita.
Ottavo giro e si ritira (in lacrime) Thevenet. Tornata successiva, allungo in salita di De Vlaeminck, rispondono Van De Velde e Hinault.
Decimo giro e tra i fuggitivi cede Sutter mentre i due rimasti al comando hanno 1’35” di vantaggio sul plotone.
Dodicesimo giro e il gruppo torna compatto, mentre si ritirano Kelly e Zoetemelk.
Tredicesimo giro: il plotone di testa si sgretola. Azione in salita di Beccia e risposta di forza di Hinault. Con il fuoriclasse francese rimangono Baronchelli, Pollentier, Millar e Van De Velde. Al termine della tornata si ritirano esausti Saronni e Moser.
Al comando restano cinque uomini, il loro vantaggio aumenta progressivamente. Al sedicesimo giro cede Pollentier, mentre in corsa sono rimasti 21 corridori. Giro successivo cede anche Marcussen, mentre Millar staccato in salita rinviene in discesa. Diciottesimo giro restano al comando Hinault e Baronchelli.
Ultima tornata, dopo 1 km di salita Hinault allunga ancora e stacca l’italiano. Si invola verso il traguardo e vince a braccia alzate. Baronchelli arriva dopo 1’01” ormai sfinito dai crampi, il primo gruppo è regolato in volata dallo spagnolo J.Fernandez dopo 4’25” che beffa il nostro Panizza nella lotta per l’ultimo posto sul podio.
Dei 107 partenti, arrivano al traguardo solo 15 atleti.
L’ordine d’arrivo è il seguente:
1) Hinault (Fra) in 7 ore 32’ 16” alla media di 35,554 km/h
2) Baronchelli (Ita) a 1’01”
3) J.Fernandez (Spa) a 4’25”
4) Panizza (Ita) s.t.
5) Boyer (Usa) s.t.
6) Pronk (Ola)
7) De Vlaeminck (Bel) s.t.
8) Marcussen (Dan)
9) Nilsson (Sve) a 4’52”
10) Battaglin (Ita) a 8’34”
11) Millar (Gbr) s.t.
12) De Muynck (Bel) s.t.
13) Willman (Nor) a 13’52 »
14) Wolfer (Svi) a 20’
15) Schmutz (Svi) s.t.
Gloria ed onori per il “ tasso” francese che ottiene una vittoria da grande campione, dopo aver subito parecchie critiche conseguenti al suo ritiro dal Tour. Bravo Baronchelli, l’ultimo a cedere. Tagliando il traguardo mostra timidamente un 2 con le dita quasi a giustificarsi ed a indicare “primo dei…battuti”.
Bravo anche Panizza ad un passo dal podio ed accettabile anche il comportamento di Battaglin. Le critiche piovono soprattutto su Moser ed ancor di più su Saronni che in futuro avranno poi occasione di rifarsi, ma che in questa occasione hanno mostrato i loro limiti su percorsi troppo duri ed impegnativi.
Resta vivo di questa corsa il ricordo di una tra le competizioni più selettive, dure e spettacolari, onorata dalla più grande impresa di uno dei più grandi campioni del ciclismo.



 
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Livello Giro di Romandia




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Registrato: Jul 2006

  postato il 19/01/2007 alle 22:58
La corsa in linea più bella che io abbia mai visto, e le ho viste tutte negli ultimi 30 anni.
I campionati del mondo degli ultimi anni sono una cosa ridicola rispetto a molte edizioni del passato. Ricordo come fosse ora il momento in cui Hinault stacco GB, in salita si metteva in testa a fare l'andatura ed a ogni giro qualcuno cedeva, grandissimo.
Se qualcuno fosse in possesso del filmato di Sallanches mi contatti per cortesia, mi piacerebbe moltissimo averlo.
Complimenti Lissono per la bella cronaca.

 

[Modificato il 19/01/2007 alle 23:02 by bet]


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 19/01/2007 alle 23:31
Beh fu un mondiale storico ma ci tenevo a fare alcune precisazioni. Forse le condizioni di Hinault erano anche un enigna ma assolutamente non lo erano per lui. Era convinto di vincere tanto che dichiarò di voler fare (come fece) la corsa da subito. La mattina della corsa prima di recarsi al circuito portò al massaggiatore della nazionale una bottiglia di champagne dicendo "Tienila al fresco che stasera si brinda"... Altro che enigma. Ah, l'olandese è Van der Velde.. con la erre Comunque gran bel lavoro Lissolo... Ogni tanto un mondiale così ci sta, come ogni tantop ci sta un tracciato piatto..ogni tanto però..non deve essere la consuetudine..

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/01/2007 alle 23:59
davvero un bel racconto.ricco, tra l'altro, di retroscena che ho trovato gustosi.
quanto al mondiale 80 e' stato uno dei pochi che non sono riuscito a gustarmi.per fortuna un'utente del forum mi ha dato questa possibilita' poco tempo orsono.non so se sono rimasto piu' impressionato da Bernard o dalla durezza del tracciato veramente tosto.fattosta' che il tuo racconto ha arrichito la mia scarsa conoscenza sui fatti e misfatti di quel mondiale..

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 20/01/2007 alle 00:00
Purtroppo ero troppo piccolo (4 anni) per ricordare quel mondiale, ho visto però dei filmati e letto diverse cronache della corsa iridata dominata dal fuoriclasse bretone e unanimemente ricordata come il più duro mondiale della storia.
Oltre alla durezza della salita, a rendere massacrante la gara fu la ridotta lunghezza del circuito che obbligò i corridori a ripetere l'erta di Domancy (salita che, da ciò che ho letto potrebbe essere paragonata alla Redoute) la bellezza di 20 volte!
Credo che dopo anni di mondiali/kermesse sia più che lecito attendersi prima o poi un mondiale selettivo, adatto anche agli scalatori, magari il famigerato mondiale in Bahrein soddisferà le nostre aspettative con un bel traguardo in cima ad una duna!

Complimenti lissolo!

 

[Modificato il 20/01/2007 alle 00:04 by W00DST0CK76]

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 01:22
Il tasso fece una impresa. Assoluto dominatore. Baronchelli l'ennesimo buon mondiale, senza troppa fortuna.
Saronni e Moser dimostrarono che su percorsi duri, contro il tasso impegnato a vincere, non ce ne era proprio.
Aveva una cilindrata superiore.
Neanche Merckx dominò un mondiale così.
Avevo vinto un mondiale con Baldini, uno con adorni, Hinault, mi privò della tripletta con Baronchelli. Rimediò Bugno, vincendone...due.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2004

  postato il 20/01/2007 alle 01:54
Woodstock direi decisamente più lunga della Redoute..Ah Lissolo, secondo me l'unico circuito che si può avvicinare per durezza è Duitama... Chembery pur duro lo era meno...

 

[Modificato il 20/01/2007 alle 01:57 by Cascata del Toce]

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(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Moderatore




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Registrato: Aug 2005

  postato il 20/01/2007 alle 03:21
Mi complimento anch'io per il racconto,avevo sentito parlare di Sallanches come del mondiale forse più duro di sempre però non ne avevo mai letto un racconto dettagliato.
2 anni fa invece al Delfinato fecero una tappa con arrivo a Sallanches che presentava lo stesso circuito da ripetere diverse volte(non ricordo quante di preciso)comprendente anche la Cote de Domancy.Vinse Hincapie.
Chissà,magari un giorno potremmo rivederlo un mondiale così...

 
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Elite




Posts: 24
Registrato: Jun 2006

  postato il 20/01/2007 alle 03:48
Davvero una bella cronaca Lissolo, grazie per aver ricordato nel dettaglio l'evoluzione della corsa. Tutti i 15 corridori che hanno portato a termine quel mondiale avrebbero dovuto, almeno idealmente, salire sul podio (a partire dal grande Miro!)

 
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Livello Bernard Hinault




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Registrato: Feb 2006

  postato il 20/01/2007 alle 10:40
Originariamente inviato da janjanssen

Il tasso fece una impresa. Assoluto dominatore. Baronchelli l'ennesimo buon mondiale, senza troppa fortuna.

ciao jan,
mi sembra un pò riduttivo definire "buono" il mondiale di Baronchelli...
Quel giorno Hinault era indemoniato, uno dei migliori Hinault di sempre, e Gibi si staccò solo sul finale di un tracciato esageratamente duro.
dato che parliamo di un campionissimo (il tasso) e di un ottimo corridore (Gibi, potenzialmente un grande), credo che il mondiale del nostro atleta sia stato eccellente. insomma, anche Gibi era in uno stato di grazia quel giorno in terra di Francia.
sul discorso della fortuna poi, se ne potrebbe parlare a lungo... dipende dal significato che ciascuno di noi attribuisce al termine "fortuna"...
Battaglin a Valkenburg fu sfortunato, ma Baronchelli no... perdere le ruote in salita non rientra esattamente nel campo della sfortuna...

Saronni e Moser dimostrarono che su percorsi duri, contro il tasso impegnato a vincere, non ce ne era proprio.

beh, chiaramente sui tracciati duri Hinault faceva valere la sua maggiore predisposizione alla salita. per dovere di cronaca è giusto ricordare che su tracciati non durissimi, con Hinault impegnato a vincere, capitava (non di rado) che fosse proprio il francese a prenderle da Beppe e da Moser...


un jab da Goodwood!

 
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Moderatore
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 6025
Registrato: Oct 2005

  postato il 20/01/2007 alle 11:26
Anche nel 1964 il mondiale si corse a Sallanches e vinse Jan Janssen su Adorni e Poulidor, anche allora si affrontò la salita di Domancy???

 

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2004

  postato il 20/01/2007 alle 11:53
No era diverso. Più dolce

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 12:10
Originariamente inviato da Goodwood

Originariamente inviato da janjanssen

Il tasso fece una impresa. Assoluto dominatore. Baronchelli l'ennesimo buon mondiale, senza troppa fortuna.

ciao jan,
mi sembra un pò riduttivo definire "buono" il mondiale di Baronchelli...
Quel giorno Hinault era indemoniato, uno dei migliori Hinault di sempre, e Gibi si staccò solo sul finale di un tracciato esageratamente duro.
dato che parliamo di un campionissimo (il tasso) e di un ottimo corridore (Gibi, potenzialmente un grande), credo che il mondiale del nostro atleta sia stato eccellente. insomma, anche Gibi era in uno stato di grazia quel giorno in terra di Francia.
sul discorso della fortuna poi, se ne potrebbe parlare a lungo... dipende dal significato che ciascuno di noi attribuisce al termine "fortuna"...
Battaglin a Valkenburg fu sfortunato, ma Baronchelli no... perdere le ruote in salita non rientra esattamente nel campo della sfortuna...

Saronni e Moser dimostrarono che su percorsi duri, contro il tasso impegnato a vincere, non ce ne era proprio.

beh, chiaramente sui tracciati duri Hinault faceva valere la sua maggiore predisposizione alla salita. per dovere di cronaca è giusto ricordare che su tracciati non durissimi, con Hinault impegnato a vincere, capitava (non di rado) che fosse proprio il francese a prenderle da Beppe e da Moser...


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L'80 e l'81 furono buoni anni per il Tista, soprattutto in linea. In Italia si tolse più di una soddisfazione.
Si, il trmine "sfortuna" è relativo, riferito a Sallanches. E' un dato generico. Tista andò forte proprio nella occasione in cui il tasso aveva puntato al mondiale, senza mezze misure, dopo il Tour finito con il ritiro in maglia gialla.. Poi era in casa sua, fra l'altro. E staccò una performance da urlo. L'hanno successivo ci pensarono Panizza e Saronni a portargli via (e consegnare a Maertens) un mondiale praticamente in pugno...
Rimango dell'idea che GB non ebbe "fortuna" mai con le corse iridate...(in senso lato, quindi, non letterale).
Hinault, Moser, Saronni. Bei campioni, in linea. Ma in una corsa dura e tirata, con salita lunga, c'era una differenza notevole.......... per il francese. In corse meno dure, le cose cambiavano.

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 20/01/2007 alle 12:13
Ci vorrebbe un bel circuito in cui ripetere 20 volte il Lissolo,alloara si che se ne vedrebbero delle belle,forse lo finirebbero in 10 eheh

 

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DAvide

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 12:44
Anche Imola, 68, era molto duro. Forse dopo Sallanches, il più duro.
(guardatevi l'ordine di arrivo e ditemi se non si vede, che era duro.... io ci ho gareggiato....mizzica, tirava da matti..).

 

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Livello Tirreno-Adriatico




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  postato il 20/01/2007 alle 16:45
Mi sarebbe piaciuto vedere l'Hinault di quel giorno contro il miglior Merckx, il miglior Pantani e il miglior Indurain su quel tracciato. Ne avremmo viste delle belle.....
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 17:46
Personalmente odio questi paragoni...ognuno è libero di farli per la carità... ma credo che ognuno sia stato grande nella propria era... Comunque questa corsa pazzerella avrebbe visto Merckx arrivare da solo con Hinault ad inseguire insieme a pantani ed Indu appena diertro

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/01/2007 alle 22:33
è stato il primo mondiale che ho potuto seguire come si deve.
Per Moser e Saronni il problema non era la durezza del tracciato (entrambi hanno vinto corse dure, tipo Lombardia o Giro dell'Appennino), il problema era Hinault: contro il Tasso in quello stato di grazia probabilmente avrebbero perso su qualsiasi percorso.

Qualche giorno dopo il Corriere dello Sport fece un paragone tra Merckx e Hinault, e affermò decisamente che in salita il bretone era superiore al Cannibale.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/01/2007 alle 02:25
Originariamente inviato da antonello64

è stato il primo mondiale che ho potuto seguire come si deve.
Per Moser e Saronni il problema non era la durezza del tracciato (entrambi hanno vinto corse dure, tipo Lombardia o Giro dell'Appennino), il problema era Hinault: contro il Tasso in quello stato di grazia probabilmente avrebbero perso su qualsiasi percorso.

Qualche giorno dopo il Corriere dello Sport fece un paragone tra Merckx e Hinault, e affermò decisamente che in salita il bretone era superiore al Cannibale.


con tutti i distinguo del caso, Hinault quel giorno , mi è parso all'altezza del miglior Merckx, su quel percorso. Sarebbe stato un duello notevole.... Ai mondiali Merckx non è mai riuscito a giungere solo. nel 67 bruciò di pochi cm Janssen, dopo che l'olandese aveva da solo recuperato 4 minuti alla fuga iniziale di Merckx, Motta , Saez e VanderVleuten. A Mendrisio arrivò con Gimondi, che poi battè in volata e nel suo terzo mondiale vinto, arrivò con Raymond Poulidor, anche lui battuto allo sprint nettamente.
Hinault seppe arrivare solo......

 

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Livello Giro di Romandia




Posts: 51
Registrato: Jul 2006

  postato il 21/01/2007 alle 07:38
Nessuno è in possesso del filmato?


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 5641
Registrato: Nov 2005

  postato il 21/01/2007 alle 20:19
Originariamente inviato da bet

Nessuno è in possesso del filmato?



si trova su E-mule. sono quasi due ore

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 21/01/2007 alle 22:05
Grazie, non sono pratico ma mi organizzerò.


 
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Livello Luison Bobet




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Registrato: Jan 2006

  postato il 22/01/2007 alle 18:28
Splendido thread, lissolo: complimenti. Il mondiale più duro che abbia mai visto, quello di Sallanches, un circuito fatto per il Tasso e reso ancor più duro dal tempaccio. Nel 1980 avevo 15 anni ma ricordo benissimo quel pomeriggio passato a seguire la corsa, non ne persi neppure un minuto. Credo che quel giorno Bernard Hinault fosse imbattibile, ricordo che ogni volta che attaccava la salita di Domancy ti veniva da chiederti come facessero a tenere duro: una selezione spietata condotta ad ogni passaggio, ogni salita si contavano vittime illustri. Grande fu Baronchelli che si arrese per ultimo, ma era inevitabile: quando Hinault andava cos', non c'era nulla da fare. Dice bene Antonello, il problema per i nostri Moser e Saronni non era solo la durezza del percorso, bensì la presenza di Hinault che, in stato di grazia, lo rese durissimo.
Per quanto riguarda la fantacorsa con Merckx, Pantani e c io non se Merckx avrebbe battuto quell'Hinault, credo che con un circuito così Eddy avrebbe vinto certamente, nel confronto con i suoi avversari di sempre. E sono certo che se il mondiale '95 fosse stato a Sallanches su quel circuito, il Pirata avrebbe indossato la maglia iridata... Quello di Sallanches 1980 era un circuito da Pantani.

 

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L'opzione antifascista resistenziale è l'unica via maestra.
Ovunque. (nino58)

Club anti Schleck, iscritto n. 1.

Verità e giustizia per Marco Pantani

 
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Elite




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  postato il 22/01/2007 alle 18:46
Originariamente inviato da luke

Splendido thread, lissolo: complimenti. Il mondiale più duro che abbia mai visto, quello di Sallanches, un circuito fatto per il Tasso e reso ancor più duro dal tempaccio. Nel 1980 avevo 15 anni ma ricordo benissimo quel pomeriggio passato a seguire la corsa, non ne persi neppure un minuto...


Curiosamente io te e lissolo abbiamo la stessa età. Evidentemente quel mondiale ci ha "segnato" nell'intimo...A questo punto mi sento quasi in obbligo anch'io di cercare il filmato della corsa per potermela gustare nuovamente a distanza di (quasi) trent'anni.
Marco (Miro)

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 22/01/2007 alle 19:27
Originariamente inviato da Miro


Curiosamente io te e lissolo abbiamo la stessa età. Evidentemente quel mondiale ci ha "segnato" nell'intimo...


Evidentemente è così, caro Miro. Credo sia la spiegazione giusta perchè, quel mondiale, fu una corsa leggendaria. Fu una giornata di ciclismo eroico, di quelle che hanno fatto grande il nostro sport. E Miro Panizza meritava il terzo gradino del podio, ma quei 15 avrebbero meritato tutti di salire sul podio!

 

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  postato il 22/01/2007 alle 22:40
ho rivisto il filmato per avere conferme di alcune sensazioni.

Hinault tirò per tutti gli ultimi tre giri: Baronchelli gli diede qualche cambio all'inizio dell'ultimo giro, per non più di 2-3 km e basta.
L'unico replay mandato in onda dalla televisione francese, gli fece perdere il momento dello scatto sull'ultima salita con cui il bretone piantò in asso Gibì.

Le immagini televisive mi hanno confermato che il circuito era effettivamente duro ma non impossibile, tanto che al terzo posto si piazzò Juan Fernandez, buon corridore ma non certo uno scalatore: fu Hinault a renderlo tremendo con un forcing mai visto in un mondiale.

 

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  postato il 23/01/2007 alle 22:46
Ho sempre amato Gibi..e mi ricordo benissimo quel mondiale con tempo terribile, visto a casa di un amica con la quale studiavo per gli ultimi esami prima della laurea..
Se ricordo been, come gia' detto, Baronchelli tiro' pochissimo negli ultimi due giri..e fu lasciato di sasso sul punto piu' duro della salita.
Tirai una fila di moccoli e spensi la tv...per toranre a studiare..

 

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  postato il 24/01/2007 alle 15:07
Che personaggio Juan Fernandez (da non confondere col più famoso e poi compianto Alberto Fernandez, scalatore, vincitore di tappe anche al Giro). Arrivò sul podio a Sallanches quasi a sorpresa e poi, sempre al mondiale fu 4° a Colorado Springs nel 1986, battuto di pochissimo da Saronni nella volata del gruppo, 3° a Villach nel 1987 e 3° a Renaix nel 1988 a seguito della squalifica di Bauer.
 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 05/03/2007 alle 13:23
Ho scaricato il filmato da e-mule, operazione lunghissima visto che c'era solo una fonte raramente disponibile e lentissima. Tra poco avrò il masterizzatore dvd e se qualcuno vorrà potrò inviargli il filmato.

Percorso che vorrei fosse riproposto oggi, io sono indifferente al ciclismo dei volatoni di gruppo, e vederli in campionato del mondo come spesso accaduto negli ultimi anni mi fà star male. Stesso discorso per la Milano San Remo, quanto era bella in quei 15 anni consecutivi in cui si è evitata la volata, quanto è brutta ora quando sai già che al 90% se la giocano gli stessi che prevalgono in una qualsiasi tappa di pianura di un grande giro. Per la Milano San Remo è forse problematico cambiare il persorso, ma per il campionato del mondo lo si può rendere più duro se si volesse. Il ciclismo attuale necessita di percorsi più duri di un tempo, per i motivi che tutti conosciamo, se si vuole rivivere il ciclismo dell'uomo contro uomo, anzichè del treno contro treno.....

Tornando a Sallanches: Hinault, nell'intervista che precede il filmato, ha detto che se ci fossero stati altri percorsi duri nei campionati del mondo da lui disputati, probabilmente ne avrebbe vinti 5.
Comunque bellissimo rivedere vecchi leoni come Pollentier (l'uomo più sgraziato mai visto su una bdc), Millar e soprattutto un commovente Miro Panizza.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/03/2007 alle 13:31
In quella circostanza Gimondi, forse non sapendo di essere in onda, quando Hinault lasciò Baronchelli, continuava a dire: " El và, el và".

 

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nino58

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 05/03/2007 alle 16:07
Ho trovato le altimetrie del circuito di Sallanches per rendere l'idea del tipo di tracciato.
L'unica salita era la Cote de Domancy che partiva dal paese di Domancy a quota 561 e terminava dopo 2,5 km a quota 800. Quindi pendenza media 9.56% per 2,5 km da ripetere 20 volte!
Tempo di percorrenza dell'ultima ascesa 8'30'' poi dal culmine all'arrivo 7'30'' .Tempo totale 7 ore e 32'.

 
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