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Autore: Oggetto: La violenza nello sport

Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 16:16
Un fenomeno che viene recentemente messo in risalto dai media è sicuramente la violenza nello sport. Le discipline soggette a tale avvenimento sono parecchie, spiccano su tutti, il calcio e la pallacanestro, mentre possiamo trovare in secondo piano l’hockey, la pallavolo, ecc…I primi due sport più popolari, alle quali accede anche gente meno selezionata,per carità nulla di discriminante e personale a riguardo, perché a mio avviso lo sport dovrebbe essere anche un mezzo per mettere a contatto la popolazione intera, proveniente dai ceti sociali più disparati, ma ciò purtroppo non sempre avviene e spesso si è costretti a sentire o ad assistere in prima persona ad eventi sconvolgenti che umiliano solamente la dignità umana. In tali circostanze sono coinvolti gli sportivi stessi o i tifosi che alterno spettacoli coreografici e gradevoli al pubblico, a comportamenti non da veri sostenitori, ma da teppisti veri e propri. Il fenomeno del tifo è presente in tutti gli sport, con movimenti più o meno estremistici, legati anche allo schieramento politico, come quello ultras, tipico di calcio, basket, hockey e pallanuoto, che durante circostanze sportive è impegnato nell’inneggiare o cori a sostegno della propria squadra oppure campanilistici, territoriali o addirittura razzisti. Tutto ciò spesso e volentieri degenera nella violenza a discapito di altri tifosi o persino delle forze dell’ordine. Palesi sono le vicende che accadono puntualmente quasi ogni domenica negli stadi di tutta Italia, causa anche delle inadeguate misure di sicurezza che dovrebbero essere applicate in maniera più efficace e meno appariscente.Mi riferisco alle leggi sui biglietti nominali, che hanno creato fin ora pochi vantaggi e parecchi disagi ai tifosi, per via di un controllo troppo superficiale e bonario specialmente nelle curve, dove le regole non sono state rigidamente eseguite.Pertanto per arginare il problema è necessario un migliore intervento delle forze dell’ordine, degli addetti, delle istituzioni e delle società sportive che devono rassenerare un clima a volte troppo ostico tra le varie tifoserie nemiche. Esse d’altra parte sostengono e continuano a perseverare la loro idea di violenza e odio che nutrono verso altri sostenitori. Così ogni tifoseria o gruppo ultras annovera un certo numero di sostenitori di altre squadre che vengono considerati come rivali. La rivalità, oltre all’astio e ai tafferugli che ne conseguono, possono avere diversa origine.Il primo fattore è sicuramente campanilista, specialmente in paesi quali Italia e Spagna in cui vi è un forte orgoglio regionalistico o territoriale. Oltre a tifoserie di squadre della stessa città, è molto comune lo scontro fra i tifosi di formazioni calcistiche provenienti da città, province o regioni confinanti (in Italia è presente anche la contrapposizione tra Nord e Sud del paese).Vi sono anche storiche rivalità di natura sportiva, sorte come conseguenza ad ingiustizie sportive subite o dopo che due squadre hanno condiviso una sorte simile all’inseguimento dello stesso obiettivo. Forti attriti si possono creare anche fra quelle tifoserie che sono ispirate da contrapposta ideologia politica. È la palissiana come queste argomentazioni da cui scaturisce poi la violenza,sono insostenibili, in quanto potrebbe essere si, più o meno accettato un orgoglio personale e un forte senso di appartenenza, ma qualora esso sfociasse in qualunque atto vandalico e violento, o in ogni forma di odio, ciò sminuirebbe solo la persona umana, poiché è ormai noto a tutti che con la violenza non si arriva da nessuna parte e continuarla a perseverare è solo un enorme sbaglio condannato già dalle più importanti autorità che si trovano in netto disaccordo con essa.Infatti se si vuole dimostrare la propria superiorità, che lo si faccia in altri ambiti, come quello della cultura,dove magari si potrebbe dare più spazio al libero confronto, o magari dello stesso sport, sano però e privo di qualunque forma di asprezza che possa contaminarlo, ma senza levar spazio all’agonismo e alla grinta che sono aspetti positivi e puliti in ogni tipo di competizione.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 17:10
Beh purtroppo, e oggi ne trovavo conferma, si è un pò tutti + maleducati in genere e lo si può vedere non soltanto andando allo stadio o guardando la partita ma anche facendo un giro in macchina...
Certo dobbiamo darci un pò tutti una regolata e secondo me ci vuole maggiore presenza da parte delle forze dell'ordine! E in piu' una maggiore attivita nell'ambito del sociale da parte dei + giovani, specie quelli che si son distinti in comportamenti vandalici o bullici (non so se si dice così)...
Un pò di servizio sociale obbligatorio non farebbe certo male, se si sta a contatto con chi davvero sta peggio (come può essere una persona disabile o un anziano) magari ci aiuterebbe a riflettere meglio...
La mia ricetta insomma sarebbe, abolito il servizio militare, servizio civile obbligatorio al compimento dei 18 anni per tutti, e per chi anche prima dei 18 anni ha commesso i suddetti atti...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 18:34
io nn ho citato, per esempio la rissa in nba, tra giocatori, è incredibile, il senso dello sport si è perso a certi livelli dove ci sono troppi interessi di ogni genere...
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/01/2007 alle 20:40
qualsiasi disciplina sportiva dovrebbe insegnare a convivere e a sopportare anche chi si presenta come tuo avversario, sul campo o sul tifo.
Da qui a ciò che succede in realtà di acqua ne passa parecchia...Lo sport, calcio in primis, hockey, basket, pallavolo e non solo hanno nella loro storia delle vere e proprie pagine dedicate esclusivamente al "duello" tra tifoserie o a risse sanguinose in campo.
per esperienza personale vi posso dire che, per quanto riguarda il basket, si assiste ad una vera e propria ostilità fondata tra tifoserie, tanto di dover dividere l arrivo dei tifosi, sfalzandoli di un paio d'ore uno dell altro...
e alla fine delle partite è una vera e propria guerra con sassi, barattoli vuoti e quant'altro, ad un mio amico, dopo essere stato colpito di striscio da una monetina, hanno dovuto mettere 7 punti sull'arcata sopraccigliare..Non ho più messo piede ad una partita di Basket.
Mi dedico esclusivamente al ciclismo, appunto, perchè non ho mai assistito a nessun tipo di rissa-botte, al massimo a qualche sfottò simpatico e sfatato con un buon bicchiere di vino e una fetta di salame...

 

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  postato il 13/01/2007 alle 20:50
Per quel che riguarda il calcio (in particolare) e l'Italia posso dire che le rivalità tra tifoseria non ha niente a che vedere con lo sport. Sono rivalità più antiche che risalgono al periodo comunale medievale. Adesso i nuovi guelfi-ghibellini sono la curva nord e la curva sud.
Non è che con questo giustifico le violenze, dico solo che hanno origini molto più antiche della semplice maleducazione.

 

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  postato il 14/01/2007 alle 01:40
Originariamente inviato da Laura Idril

Per quel che riguarda il calcio (in particolare) e l'Italia posso dire che le rivalità tra tifoseria non ha niente a che vedere con lo sport. Sono rivalità più antiche che risalgono al periodo comunale medievale. Adesso i nuovi guelfi-ghibellini sono la curva nord e la curva sud.
Non è che con questo giustifico le violenze, dico solo che hanno origini molto più antiche della semplice maleducazione.


Secondo me hai ragione ma l'analisi non e' completa.
Ci sono molti altri sport di squadra in cui sono rappresentate
le citta', ma non capitano le stesse cose che avvengono
nel calcio.
Io credo sia una questione di educazione al rispetto
dell'avversario. Nel calcio non c'e' e quindi le vecchie rivalita'
trovano campo fertile.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 10:54
mah,posso condividere in parte la teoria di Laura(l'Italia e' sempre stata storicamente divisa dalla fine di Roma in poi) pero' la causa principale e' la scarsa cultura sportiva che gravita prima di tutto nello sport giovanile.L'avversario,si insegna gia' ai giovani,si rispetta sino ad un certo punto.Poi se si puo' lo si inganna,gli si tende qualche trappola(scene visti e riviste nei campetti di calcio giovanile,per esempio),l'arbitro viene insultato gia' nelle partite dei pulcini(e qui entrano in gioco i genitori),si inveisce contro un bambino per un intervento ritenuto violento(magari originato dalla scarsa coordinazione che il bimbo puo' avere ad una certa' eta'),si pressano allenatori e dirigenti perche' i proprio figlio giochi di piu' o in modo diverso.la cultura della vittoria,certamente importante ma non fondamentale ne' pedagogica nei bimbi,prende il sopravvento su quella prettamente sportiva.con questi presupposti e' ben facile che questi mini terminator della vittoria a tutti i costi un giorno vadano in stadio con gli ultras o in tribuna centrale(una certa violenza,magari non fisica ma ugualmente
squallida c'e' anche la')ad inveire contro il presidente della squadra avversaria,per esempio.il calcio e' al centro di tutto cio'semplicemente perche' le masse che riesce a smuovere sono 10 volte tanto rispetto a quelle che seguono per esempio il basket.anche li' vi sono episodi incresciosi(in verita' diminuiti di molto rispetto ad anni fa)ma sono piu' rari.

 
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Livello Tour




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  postato il 14/01/2007 alle 11:53
Originariamente inviato da barrylyndon

trappola(scene visti e riviste nei campetti di calcio giovanile,per esempio),l'arbitro viene insultato gia' nelle partite dei pulcini(e qui entrano in gioco i genitori),


sicuramente il comportamento di un banbino durante la competizione è influenzato pesantemente dall'ambiente familiare, quindi se si vuolo puntare il dito su quelcuno quelli sono i genitori.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/01/2007 alle 12:16
Originariamente inviato da david 724

Originariamente inviato da barrylyndon

trappola(scene visti e riviste nei campetti di calcio giovanile,per esempio),l'arbitro viene insultato gia' nelle partite dei pulcini(e qui entrano in gioco i genitori),


sicuramente il comportamento di un banbino durante la competizione è influenzato pesantemente dall'ambiente familiare, quindi se si vuolo puntare il dito su quelcuno quelli sono i genitori.


soprattutto ma non solo.come dicevo e' una cultura generalizzata.nella quale rietrano anche tanti allenatori che molte volte si dimenticano che principalmente dovrebbero essere educatori sportivi. ed anche gli esempi dei nostri campioni nei campi da gioco molte volte sono emblematici.e non aiutano in tal senso.

 
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  postato il 14/01/2007 alle 12:51
E' vero, sono stata un pò riduttiva nello spiegare la violenza negli stadi. Ci sta una buona parte dovuta all'educazione mal impartita già da piccoli. Soprattutto questa ricerca smodata della competizione a tutti i costi fin da bambini. Non si gioca più a calcio tanto per giocare, non si nuota più tanto per imparare a nuotare, si deve sempre e subito partecipare ai tornei, gareggiare, gareggiare, gareggiare!

 

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Livello Giro di Romandia




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  postato il 14/01/2007 alle 14:30
hai ragione, pultroppo xò la cosa nn è cosi solo nello sport ma anche in cose banali, inutili
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 13:42
Originariamente inviato da Laura Idril

E' vero, sono stata un pò riduttiva nello spiegare la violenza negli stadi. Ci sta una buona parte dovuta all'educazione mal impartita già da piccoli. Soprattutto questa ricerca smodata della competizione a tutti i costi fin da bambini. Non si gioca più a calcio tanto per giocare, non si nuota più tanto per imparare a nuotare, si deve sempre e subito partecipare ai tornei, gareggiare, gareggiare, gareggiare!



e' vero anche questo.l'eccessiva competitivita'che grava sui bimbi.e che e' dovuta principalmente a nevrosi nostre, di noi adulti.detto cio' pero',direi che la cosa negativa a livello giovanile,che poi si riflette poi anche nella nostrana cultura sportiva,secondo me,e' la scarsa cultura della sconfitta,non intesa come abitudine ad essa,ma come valore pedagogico ed educativo.la sconfitta viene intesa come delusione e quindi frustrazione.invece dovrebbe essere fungere da punto di partenza,dire,bravo il mio avversario,voglio provare a diventare bravo come lui.questo ovviamente senza caricare di eccessive aspettative e pressioni il ragazzo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 14:07
I telefilm, i reality ed i talk-show ci aiutano molto nel dare un senso non frustrante alla sconfitta, anche se penso che la frustrazione da sconfitta sia nei nostri geni.

 

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nino58

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 15/01/2007 alle 14:13
poi va detta una cosa, che come nel caso del ciclismo, vince uno solo e tutti gli altri pensano di aver perso invece nn pensano anche ai miglioramenti. Io quando correvo, anche se nn arrivavo tra i primi ma riuscivo a fare qualkosa (del tipo una fuga importante, velocita media superiore) ero contento xke ero riuscito a superarmi
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 14:13
Originariamente inviato da nino58

I telefilm, i reality ed i talk-show ci aiutano molto nel dare un senso non frustrante alla sconfitta, anche se penso che la frustrazione da sconfitta sia nei nostri geni.


e' indubbio che sia meglio vincere che perdere.pero' anche quando si perde bisognerebbe insistere con i ragazzi a trovarvi dei riscontri positivi senza drammatizzare sull'esito negativo e soprattutto insegnare al ragazzo il rispetto e pure una certa ammirazione nei confronti di colui che l'ha superato.lo so che e' difficile, la difficolta' maggiore nasce proprio dalla generale sottocultura sportiva insita nella societa'.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/01/2007 alle 20:20
Originariamente inviato da Laura Idril

E' vero, sono stata un pò riduttiva nello spiegare la violenza negli stadi. Ci sta una buona parte dovuta all'educazione mal impartita già da piccoli. Soprattutto questa ricerca smodata della competizione a tutti i costi fin da bambini. Non si gioca più a calcio tanto per giocare, non si nuota più tanto per imparare a nuotare, si deve sempre e subito partecipare ai tornei, gareggiare, gareggiare, gareggiare!
brava, volevo aggiungero al mio post, comunque la substantia è che purtroppo anche ai livelli giovanili, lo spirito sportivo si sta perdendo è questo è un male per tutti e addirittura si assiste a gente che per mancati risultati abbandona uno sport...esso si deve fare perke lo si ama, al di là dei risultati conseguiti...

 
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