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Autore: Oggetto: Odissea 2011 - un racconto

Livello Marco Pantani




Posts: 1476
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  postato il 10/01/2007 alle 12:53
Ciao belli.
Un’altra storia narrata. Acida quanto basta. Nessuna intenzione di aprire versanti polemici…it’s only rock’n’roll baby.

Buona lettura.
Claudio

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/01/2007 alle 12:55
Odissea 2011


Il termometro ha un sapore schifoso. Acciaio, mercurio, qualcosa di metallico sulla lingua.
Sotto il braccio è anche peggio. È colpa dell’eczema. M’è venuto da quando sono passato alle pillole rosse della cura di aminoacidi. Una specie di dermatite che si manifesta dove la cute è più delicata: ascelle, interno coscia, il sotto dei piedi e naturalmente al cul.o.
Tutti posti in cui escludo di ficcarci il termometro. Mi misuro la febbre come quando avevo cinque anni. In bocca.
Prendo la temperatura, controllo il parametro e lo metto in rete. Mi manca, maledizione.

Sottoscrivilo, fallo. Adesso o mai più.

Certo che sembra facile, e io qui a cercare soluzioni diverse.
Che rottura di palle.

Tum-tum-tum.
Il rombo degli elicotteri arriva dal tetto dell’albergo. Sono dappertutto, ci spiano. Pablo accosta le tende e si muove per la stanza come se cercasse di nascondersi . Cosa siamo diventati?
Il rumore delle pale sembra un po’ di plastica, ma Pablo fa un gesto con la mano che gira - I rotori!, sussurra, e così prende male anche a me: arrivano con gli elicotteri. Pazzesco.
Metto su le gambe e faccio una spada di fluidificante. Stare calmo e confidente. Calmo e calma per tutti.

Bestie. Arrivano e ci trattano come bestie.
Avevo ancora sonno. E certo, mancavano ancora due ore alle sette e, guardatemi, sono qui a farmi di tutto. E dire che la tappa oggi era una di quelle tranquille. Trasferimento e volatina.
Il fatto è che non sai mai quando arriveranno e forse dipende un po’ dai turni dei caramba e un po’ dagli impegni del magistrato.
Insomma, non puoi saperlo. Ti arrivano e basta. E succede il casino.

Che gran rottura. Proprio oggi che si passa dalle zone di Marco. Era la volta buona per rivedere mio figlio. Quella gran pu.ttana di sua madre non ci poteva fare niente, la scuola di Marco è proprio sul percorso. Ieri mi ha mandato l’MMS con la sequenza di foto degli ultimi chilometri prima di arrivare a scuola. Per non sbagliarmi ha detto il ragazzo. Ci tiene.
Il testo diceva:

Ciao, ho detto ai ragazzi che sarai davanti a tutti.
Metti gli occhiali fucsia e mostra il tatuaggio sulla spalla.
TVB, Marco


Oggi è il suo compleanno, ne fa dodici. Sarebbe stato perfetto. Non lo vedo da quattro mesi.

Fuori dalla finestra le luci blu ondeggiano da un quarto d’ora, i rumori si avvicinano sempre di più. A che piano saranno?
“Oh, Pablo, a che piano sono?...buttagli un occhio dai!”
Riguardo le luci, Pablo non vuole aprire la tenda e così sembrano molto vicine, come se fossero appese fuori dal balcone. Sto in paranoia dura. Sto allucinando. Deve essere la tensione combinata con le pillole. Invece devo ragionare.

Sottoscrivilo. Una dichiarazione. Assunzione di reo, o come cacchio si chiama. Adesso o mai più. Sei solo un vecchio velocista di seconda schiera che non vince più nulla. Da un bel po’.


Arriva Doc.
“Oh, via tutto eh? Rifiutate ogni esame sul posto. Non voglio vedere sonde o aghi in nessun braccio dei vostri. Okay!?! Appena entrano richiamatevi al protocollo Italia-Pro-09. Oh, urlatelo ad alta voce, Gianni sarà nell’angolo a filmare tutto, che se fanno scherzi glielo piantiamo in quel posto.”
“Okay. Hei, si può avere un antidepressivo. Così, per rispondere più calmo…”
“Non dire cazzate Nicola! Allora, attenti. Ho portato il salbutamolo e la macchinetta per gli aerosol. Siete voi che avete le ricette per l’asma no?”
“Sì, io….e anche Pablo.”
“Bene, e allora questo è quello che devono trovare. Almeno qualcosa la trovano subito e noi per quella stiamo a posto. Dai apri una paio di fialette e sporca l’ampollina di vetro e oh!, bagna un fazzoletto come se avessi il raffreddore. La sai fare la voce nasale no?”
“Sì, bedissibo.”

Cristo. La voce nasale. Questa non me l’avevano mai chiesta prima di entrare nella Pinocchio V-Max.

Eddai. Trentatrè anni. È ora di smettere. Fai qualche nome. Di quelli che non contano. Quanto ti possono blindare. Due, tre settimane. Fra due anni ci scrivi un libro-scandalo, un paio di interviste e fine della storia. Ci guadagni pure. Cosa ci stai a pensare?



Ecco, sono qua sotto. Quinto piano. Sento porte che sbattono e urla. Ci sono i croati sotto di noi. C’è n’é uno pazzo che tiene un coltello a serramanico in borsa. Ieri sera me lo ha mostrato. Voleva vantarsi. Il coltello ha il manico intagliato col profilo del Duce con l’elmetto su un lato e quello di un tizio che non conosco sull’altro. Mi ha fatto capire che, all’occorrenza, lo saprebbe usare. Se lo tira fuori e succede un casino sarebbe un bene. Quassù non ci arriverebbero nemmeno. Ascolto, ma non si capisce se stiano lottando. Macchè, niente. Le voci calano.

Pablo digita i dati di temperatura ed emocromo in rete. Adesso è a posto.
Pisciare, bisogna pisciare ha detto il doc. Dio, devo pisciare e non mi scappa, quanto tempo avrò? Due minuti?
Prima chiamo Marco, sì, dopo chissà quando lo potrò fare. Non voglio che lo sappia dalle reti. Meglio anticipare.
Niente. Linea occupata. Quella zoccola che lo stressa ad ogni ora.
Pablo mi spinge verso il cesso. Devo pisciare. Entro e con la destra meno un pò l’uccello per far venire lo stimolo della pipì e con la sinistra scrivo un messaggino per Marco. Che schifezza.

Forza. Guardati, fai schifo. Molla tutto. Mollali nella loro m.erda. Non te la meriti questa porcheria. Guardati. Tirati fuori da questa storia, spiffera tutto, pèntiti.

Digito con il pollice ma mi accorgo di scrivere tutto maiuscolo. Fa niente, non ho tempo per cambiare impostazioni. Ecco. Così può andare.

- CIAO MACHO. TUTTO OK. TRANQUILLO PAPà E’ PULITO. TI AMO, PAPà –

La pipì non vuole venire. Mi viene anche mezzo duro, porco giuda, ma niente urina.

Un rumore di là. Urla. Pablo che sbraita:

“….ITALIA-PRO-ZEROZERO-ITALIA-PRO-ZEROZERO. Oh! Oooh! Bastardiiiii!”

Sento colpi e voci concitate. Il materasso che risuona, sembra che ci siano saliti dei ragazzini e giochino a saltare. Va bene. È ora di finirla.
Mi rimetto l’uccello nelle mutande. Riabbottono il pigiama. Bussano alla porta ma ho chiuso con la chiave.
Li faccio aspettare. Tanto di qui non scappo. Voglio lavarmi le mani e guardarmi allo specchio. E decidere.
Di là stanno per sfondare la porta. Richiamo Marco. Niente, non si collega.
Mi guardo, che faccia stanca. Magro. Occhi gialli. Dimostro cinquant’anni anche con i colpi di sole e l’orecchino a forma di JollyRoger.

Sì, lo faccio.
Respiro lungo e caccio fuori la voce:

“Oh, chi è là? Sto cagando!”
“Nucleo Antidoping Europa ovest, esci, testa di ca.zzo!”

Mi sembra di sentire qualcuno ridacchiare in sottofondo. Cani. Ci trattano come dei negri. Ormai ho deciso. Lo faccio.

“Okay, Okay, ho una dichiarazione da fare, ma voglio il mio legale. Capito? Voglio il mio legale!”
“…”
“Oh, avete sentito? Io parlo, faccio i nomi, ho deciso, ma voglio l’avvocato e al primo che mi alza le mani addosso lo rovino!”
“…”

Nessuna risposta. Devo averli spiazzati. Non si sente nemmeno l’elicottero, sarà atterrato. Aspetto ancora un po’.

“Allora? Occhio che esco eh? Siamo d’accordo: voi tranquilli e avvocato in albergo. Adesso...”
“Esci scemo, lo scherzo è finito.”
“No-no! Io mica scherzo, io lo dico per davvero…”

È la voce del Doc? no, non è possibile. Perché il Doc sta con la polizia? Traditore!


“Oh. Doc? sei tu? Cosa succede?”
“Sì sono io, buon compleanno cog.lione!”

Apro la porta: tre ragazzi in tuta della Pinocchio stanno già uscendo, il Doc, si ciuccia le dita coperte di panna montata. Non mi guarda. Sul letto qualcuno ha buttato una torta con un numero 33 scritto con le candeline spente. È scivolata via dal piano di cartone dorato e sta macchiando di crema e panna le lenzuola.
Pablo sta appoggiato al muro con le braccia incrociate sul petto. Mi guarda e scuote leggermente la testa. Ha un cappellino verde in testa e una lingua di menelicche in mano. Il croato del coltello è in mutande e naso da pagliaccio. E’ rimasto in mezzo alla stanza con lo spumante in mano. Sorride ancora, ma qualcosa la sta capendo anche lui. Di traverso alla stanza è appesa una striscia di carta coi buchi sul bordo, è quella della stampante del Doc. La scritta con lo spray rosso dice:

HAPPY BIRTHDAY CORSARO dello SPRINT!

La carta penzola storta fra il lampadario e la specchiera. Adesso si vede che qualcuno la stava appendendo con cura. Poi ha smesso, come se qualcosa gli avesse fatto cambiare idea.

Trentatrè anni. Che cavolo. Quello scemo di Pablo che sbaglia sempre tutte le date. Ha organizzato tutto per oggi, certo, ma io gli anni li compio domani. Oggi è il compleanno di mio figlio e Pablo li confonde da quando ci conosciamo.

Il doc ha finito di ciucciarsi le dita.

“ E bravo Nicola. Com’è che hai detto: - Parlo…faccio i nomi.
E bravo il nostro spifferone. Sai, ti volevamo festeggiare. Qualcuno si è pure procurato l’mp3 di un bipala dell’esercito per farti un bello scherzo. Per farti divertire, capisci? Invece ci ripaghi così. Bravo, bravo. Sei sempre stato un cacasotto. I ragazzi avevano anche deciso di tirarti la volata oggi. Che stupidi, tutta fatica inutile, come corridore sei finito da due anni. Adesso sei finito e basta. Lo sai già, è meglio se te ne vai. Sei ampiamente nella rosa dei sacrificabili. Spiacente, è chiaro che non possiamo fidarci di te. Faccio preparare il comunicato. Diremo che nella notte hai avuto una crisi asmatica. È una versione buona e ti conviene. Adieu, Corsaro.”

Escono tutti. Pablo prende l’accappatoio e va a farsi un doccia. Mi passa accanto senza parlare. Io rimango lì. Mi gira la testa e cerco ancora di capire.
Sento un ronzio nelle mutande. Il telefono. Sullo schermo compare l’icona di un campanello lampeggiante e la scritta:

Marcocell

….E adesso, cosa gli dico?

 

[Modificato il 10/01/2007 alle 13:13 by claudiodance]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2007 alle 13:05
Dolceamaro... lascia un sapore dolce amaro... ma sei un gran bel narratore.
Bravo Claudio

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2007 alle 13:06
"Rosa dei sacrificabili", che gran bella/brutta parola.

Grazie Claudio.

 

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Chi non indossa il casco non ha nulla nella testa che valga la pena proteggere.
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2007 alle 13:31
che botta!!!!

per me prima o poi ti ritrovi il "Nucleo Antidoping Europa ovest" a casa..chissà che ti fumi prima di scrivere

sei proprio un bel narratore!!!!

mai pensato di concentrarti su qualche argomento magari a te caro e provare a scrivere un libro...azzz... magari ci fai pure i soldi, che vuoi di +??

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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Non registrato



  postato il 10/01/2007 alle 13:37
è Piti il protagonista della vicenda?

complimenti Claudio!

 

[Modificato il 10/01/2007 alle 13:47 by Carrefour de l arbre]


 
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Moderatore




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  postato il 10/01/2007 alle 13:58


Bellalì, Claudié!

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 10/01/2007 alle 14:10
Amara, come piace a me.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2007 alle 14:20
che dire...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2007 alle 15:16
degna di un incubo........

Mi ha lasciato di sasso più o meno quanto 'Come Dio comanda'

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/01/2007 alle 18:49
grazie raga, Robby, quando verrano quelli del nucleo antidoping li mando tutti a casa tua, tranzollo!
ciao belli
claudio

 

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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 10/01/2007 alle 19:02
ecco, cosi' anche questa sera arrivo tardi a casa....
Ma ne valeva la pena.
Grazie Claudione!

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 10/01/2007 alle 19:49
Bravo Dance! E' una storia davvero amara...

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 10/01/2007 alle 21:05
bisogna riconoscerti una notevole capacità narrativa, devo dire che mi risulta molto più amaro realizzare il fatto che son più portato a considerare il racconto come una cronaca tragicomica piuttosto che un racconto fantascientifico...
è lecito desiderare un sport senza doping o è solo un'utopia?...

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/01/2007 alle 21:10
Originariamente inviato da aerials
... a considerare il racconto come una cronaca tragicomica piuttosto che un racconto fantascientifico...
è lecito desiderare un sport senza doping o è solo un'utopia?...


Sì, tragicomico ci sta, ma non è una cronaca.
è fiction.
la situazione assurda che fa da base al racconto è solo un pretesto.

 

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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 10/01/2007 alle 21:52
Grande Claudione, è sempre un piacere leggerti, è valsa la pena aspettare!
E' un racconto di fantasia ma decisamente realistico, soprattutto perchè da l'idea di quanto possa essere difficile uscire dal cerchio, chi da segni di cedimento è subito emarginato.

Purtroppo è questo il "codice etico" che viene rispettato da tutti.

Un e un abbraccio, pazzoide di un bresciano!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Amministratore




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  postato il 10/01/2007 alle 22:55
Bellissimo racconto, anche se preferisco quelli in cui ci sono pure io che mi prendo una serie di granduff-lupmann-figldiputt...

Naturalmente scherzo, il racconto è bellissimo, complimenti

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 11/01/2007 alle 01:32
Claudio ho ripensato al racconto e, pur mantenendo
l'applauso per la narrazione, una tirata di orecchie te la facccio:
ma porcaccia la miseria non potevi ambientarlo in una squadra di
un altro sport ?

 

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Utente del mese Aprile 2010




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  postato il 11/01/2007 alle 01:52
Caspita! Paradossale e amaro. Eccezionale... Complimenti davvero.

 

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Livello Octave Lapize




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  postato il 11/01/2007 alle 08:08
bhè, che dire ... non posso che aggiungermi alla schiera degli "adulatori" ...

... dopo un po' che non entravo del forum mi trovo un racconto del Dancelli ... non ho potuto fare a meno di leggermelo subito ...

 

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"...poi Dio creò la biciletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'ardito itinerario della vita ..." (monumento al Ghisallo)


L’orizzonte era fatto di monti
che guardavano in fondo la valle.
S'ergevano austeri e inviolati
al cuore d'un credo
provato dal non lontano
ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Moderatore




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  postato il 11/01/2007 alle 09:43
ottimo! mi è piaciuto molto!

 

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Se si è ritirato Bewolcic si possono ritirare tutti...


Gianni



 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 11/01/2007 alle 11:46
Originariamente inviato da pedalando

Claudio ho ripensato al racconto e, pur mantenendo
l'applauso per la narrazione, una tirata di orecchie te la facccio:
ma porcaccia la miseria non potevi ambientarlo in una squadra di
un altro sport ?
Alberto, dai, non mi chiedere intenti di correttezza politica nei miei raccontini. Non sono capace.
È chiaro che l’ispirazione viene dalla vita ed è chiaro che scrivo con facilità di ambientazioni più conosciute. Fine. Nessuna voglia di fare moralismi o combattere battaglie attraverso la scrittura.
Just for fun.
Ciao bello, rispetto.
Claudio

Ps. Rileggi “finale di partita”, ambientato nel calcio, ma il protagonista somiglia molto al Nicola Cortona di “odissea”.

Ps2 Comunque la tirata d’orecchi me la prendo volentieri, nonostante il successo, i soldi e le lovestory con le veline, rimango il ragazzo semplice e alla mano della porta accanto.
Scusa, adesso ti lascio, devo portare la Ferrari a fare il tagliando e qui nel Principato c’è sempre un cazz.o di traffico.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2007 alle 11:56
Originariamente inviato da claudiodance

......Ps2 Comunque la tirata d’orecchi me la prendo volentieri, nonostante il successo, i soldi e le lovestory con le veline.......




 

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Marco Pantani.Montecampione 1998

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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 11/01/2007 alle 16:19
Just for fun, sicuro
Originariamente inviato da claudiodance
Ps. Rileggi “finale di partita”, ambientato nel calcio, ma il protagonista somiglia molto al Nicola Cortona di “odissea”.

Pensavo proprio a quello, ma sai, sono invidioso delle veline ed allora
faccio il bastiancontrario

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 12/01/2007 alle 10:22

 

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Tutto dipende...!


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/10/2007 alle 23:35
Originariamente inviato da claudiodance
…it’s only rock’n’roll baby.


Ah, il meraviglioso "ambiente" del ciclismo (che intender non lo può ..)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2010 alle 22:41
Mi sembra tornato d'attualità: up!
 
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