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Autore: Oggetto: Intervista ad Alberto Ongarato

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Posts: 3308
Registrato: Aug 2005

  postato il 28/12/2006 alle 17:11
Da un pò di tempo sul sito della Gazzetta c'è quasi ogni giorno un'intervista ad un ciclista professionista,in cui si parla spesso di obiettivi per il 2007 e si cita qualche simpatico aneddoto.Vi segnalo questa simpatica intervista ad Alberto Ongarato apparsa oggi sul sito:

"MILANO, 27 dicembre 2006 — I velocisti vanno di fretta. Cognomi rapidi: due sillabe, come per Zabel o per Grillo; se poi le sillabe sono tre o quattro, si tagliano. E’ così che Petacchi diventa "Peta" e Ongarato si dimezza in "Onga". "Onga" ha 31 anni, e il 2007 sarà il suo decimo da professionista. Ormai è quasi un professore di geografia umana: nel senso che può raccontare il gruppo e descrivere i corridori.
- Il più duro?
"Sella. Uno che a forza di stringere i denti, rischia di consumarseli, e per fortuna che li ha belli grossi. Lo conosco da quando era dilettante, e adesso è mio compagno di allenamento. Ha grinta da vendere. Va sempre a tutta, anche in quelle giornate grigie in cui preferiresti rimanere sotto le lenzuola".
- Il più carismatico?
"Cipollini. Fino al 2002 avevo corso in squadre di seconda fascia ed ero abituato a una vita semplice. A Pescara, per la partenza del Giro d’Italia 2001, ci ero andato in treno. Nel 2003 sono passato nella squadra di Cipollini: avevamo un pullman, foderato da una sua gigantografia, che ci veniva a prendere all’aeroporto. Ma Mario non era solo apparenza: si allenava come un matto. Un giorno ho voluto seguire una sua tabella per curare l’esplosività da volata. Sono riuscito a fare solo un terzo del programma e sono tornato a casa con i giramenti di testa".
- Il più preciso?
"Sacchi. Ha una memoria da elefante. Ricorda tutto nei minimi dettagli, chilometro per chilometro, curva dopo curva. Un giorno siamo andati a visionare l’ultima parte del Giro delle Fiandre, in macchina, perché pioveva. Davanti Ferretti e Sacchi, dietro Vandenbroucke e io. Ferretti guidava e Sacchi lo anticipava: gira di qui, attento qua, vedi lì, guarda là".
- Il più affamato?
"Manzoni. Capace di mangiare tre o quattro piatti di pasta, e forse, volendo, anche cinque o sei. Ma tutti i corridori hanno una fame da lupi. Una mattina Paolo Belli, il cantante, ha assistito a una nostra colazione in una tappa di montagna: cappuccino e brioche, poi pane e marmellata, quindi un piatto di pasta, infine mozzarella e prosciutto. Non poteva crederci".
- Il più cotto?
"I velocisti sulle salite. Soffrono come gli scalatori, ma la loro fatica dura di più. E io ne so qualcosa: 10 chilometri di salita per me valgono il doppio. Ricordo una Vuelta: Peta, Velo e io, in crisi. Per la disperazione, Velo si è attaccato a un’ambulanza. Siccome non c’erano appigli, con le unghie si è aggrappato alla gomma dei finestrini. Poi è slittato fino al portellone posteriore, che si è spalancato lasciando un infermiere allo scoperto. Cinquanta metri dopo abbiamo messo i piedi a terra: morivamo dal ridere".
- Il più generoso in corsa?
"Sacchi. Va avanti e indietro, a prendere e portare le borracce. E’ così generoso che lo fa anche quando non ce n’è bisogno".
- Il più generoso dopo la corsa?
"Petacchi. Dopo la Sanremo 2005 ha regalato agli altri otto corridori della Fassa Bortolo un orologio Bulgari con la scritta "Milano-Sanremo 2005". Poteva anche non farlo".
- Il più pazzo?
"Celestino. In discesa vale almeno quanto Savoldelli. In ogni curva ti dà 100 metri. Va così forte che a volte sulla strada ci lascia dei pezzi. Come la clavicola alla Parigi-Nizza 2006".
- Il più scattante?
"Bettini. Quando sta bene, non guarda il contachilometri né l’altimetria, e se ne va".
- Il più attaccante?
"Pagnin e Roscioli. Il primo attaccava sempre nei momenti sbagliati. Il secondo, almeno, ti avvertiva".
- Il più allegro?
"Cadamuro. Dopo la cena, racconta quello che ha visto durante la tappa, fra litigate e cadute, e lo trasforma in uno show. Purtroppo qualche volta la sua allegria viene scambiata per mancanza di serietà".
- Il più bravo a insegnare?
"Lo dico sempre: è dai campioni che s’impara. Io devo ringraziare Cipollini e Petacchi. Al primo ritiro, Mario mi disse: "Cambia posizione". Aveva ragione. E l’altro giorno Alessandro ha guardato la mia bici nuova e mi ha detto: "Così, a occhio, è più in piedi dell’altra". Abbiamo misurato: un grado di inclinazione di differenza".
Marco Pastonesi "
(www.gazzetta.it)

L'aneddoto sulla Vuelta è molto divertente ,d'altronde in tv certe cose nessuno le vede .

 
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Registrato: Dec 2004

  postato il 28/12/2006 alle 20:13
Ongarato è veramente simpatico e con un colpo d occhio riesce a capire che persona sei....Bravo a Ongarato per la simpatia e ottima l intervista di Pastonesi!

 

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  postato il 28/12/2006 alle 20:15
E' molto carina come intervista, piena di anedotti. Merita un 10 la storiella della Vuelta.

 

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