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Autore: Oggetto: Un ricordo: Il Giro 87 ed il tradimento di Sappada

Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 18/12/2006 alle 00:39
Ci fu tutto. Un percorso all’altezza, campioni stranieri al via, colpi di scena, trame e tradimenti. Il Giro più strano che personalmente ricordi. Già quando Torriani (che avrebbe retto la corsa rosa ancora ufficialmente per due anni ma che già era affiancato da Michelotti e soprattutto da Castellano) svelò il percorso fu una sorta di colpo di scena. Erano gli anni del duello Moser Saronni, un duello che bruciava gli ultimi fuochi e che il grande patron alimentava con tracciati dove ‘si saliva poco’. Forse resosi conto che tanto Saronni quanto soprattutto Moser (che cessata l’attività diverrà per qualche anno assistente dell’Organizzatore) non avrebbero potuto far loro la corsa rosa Torriani la rifarcì di salite storiche. Insomma il percorso era tornato selettivo e da quell’anno (con un 1988 davvero durissimo) lo sarà sempre. Il via da Sanremo con una novità. Subito 4 km di Prologo sul lungomare e poi due semitappe. Al mattino 31 km di salita verso San Romolo (un arrivo in salita il secondo giorno) ed al pomeriggio una crono dal Santuario della Guardia (ovvero da tre quarti della salita del Poggio) sino a Sanremo. Gli 8 km del tracciato Torriani, sempre attento anche all’immagine li ribattezzò cronodiscesa. Una bella cronosquadre di 43 km al Lido di Camaiore, un arrivo in salita (il secondo in una settimana) a Terminillo un mix di tappe mosse o per velocisti. Un'altra crono impegnativo con arrivo in salita ( e tre) a San Marino un primo tappone verso Sappada, il tappone dolomitico di Canazei con Gardena, Sella, Pordoi e Marmolada, Il Valles, il San Pellegrino ed il Bondone verso Riva del Garda, un altro arrivo in salita a Medesimo (e quattro) con il San Marco da affrontare e per finire un tappone in Valle D’Aosta con Col de Joux prima di salire a Pila (5 arrivi in salita). Finale a S. Vincent con una crono. Insomma un Giro così mancava dai tempio di Merckx.
Quanto campioni al via; Argentin sogna il podio in maglia iridata ma punta soprattutto alle tappe, Baronchelli finalmente ritrova un percorso da corridore qual è, c’è Contini. Bontempi, Allocchio, Freuler, Rosola per le volate, Ci sono i giovani guidati da Bugno, Giupponi, Giovannetti e Fondriest che vogliono imparare e confermarsi e Corti con la sua maglia tricolore, Van der Velde punta alla maglia ciclamino. I favoriti? Il campione uscente Visentini ed il suo compagno Roche su tutti, Jean Francoise Bernard e David Millar, sono gli stranieri più accreditati, mentre qualcuno da qualche chances anche a Saronni. Uno su tutti era il favorito; Greg Lemond che è convalescente per l’incidente di caccia avvenuto poco prima. Moser da forfait per caduta, ma forse per le critiche che ha rifilato al Giro per lui va bene così. Sanremo, che solitamente accoglie la classicissima stavolta è la culla del Giro.
Il prologo corso sul lungomare va a Visentini che si rimette la maglia rosa. Il San Romolo, nella prima semitappa fa già qualche vittima; vince Breukink della Panasonic. Visentini e Roche arrivano insieme, Bernard e Saronni arrivano staccati. Nella ‘cronodiscesa’ Stephen Roche risponde a Visentini vincendo su Piasecky. In classifica si segnala un giovane svizzero della squadra di Stanga: Tony Rominger. Si lascia la riviera con Breukink in rosa e subito a Borgotaro sfreccia l’iride di Argentin che in volata batte Boffo e Van Brabant. Primo momento della verità la cronosquadre da Lerici al Lido di Camaiore. Vince la Carrera, di gran lunga la più forte davanti alla Del Tongo Colnago di Saronni (con una inspiegabile crisi di Baronchelli senza la quale probabilmtne avrebbe potuto anche fare meglio) e la Magniflex. Panasonic ad un minuto, Toshiba ad uno e mezzo. Roche è in rosa con 15’’ su Visentini. Ancora uno scatto nel finale, ancora Argentin a Montalcino mentre a Terni si arriva tutti in gruppo; Saronni e Bontempi non sprintano; la vittoria va a Planckaert. Altra giornata da paura. Si va al Terminillo. Roche scatta ai meno 11 e provoca uno sconquasso. Gli tornano sotto i migliori con Visentini che però non collabora. Argentin, Saronni, Baronchelli e Bernard sono dietro. Nel finale Baguet anticipa tutti ma ormai il Giro lo comanda la Carrera. A Roccaraso Argentin fa tripletta mentre la volata di San Giorgio del Sannio va a Rosola che sfreccia su Bontempi ed Allocchio. Altro sprint a Bari e bella vittoria del baffuto Urs Freuler, che da ossigeno ad un Atala di un Bugno che non va.
E’ in quei giorni che Gianni si accorda con Stanga per passare alla Supermercati Brianzoli (che diverrà Chateau d’Ax). Urs dedica la vittoria al compagno Emilio Ravasio, scomparso al Giro del 1986. A Bari c’è riposo. E’ chiaro che la Carrera può solo perderlo il Giro. Bernard pensa forse al Tour e va a corrente alternata, Millar qualche sprazzo lo ha dato, Rominger sorprende Molto bene Pagnin e Giupponi, male Giovanetti e Bugno. A Termoli c’è una caduta impressionante, vince Rosola ma cadono 50 corridori (Roche compreso) nel bel mezzo dello sprint. E’ una brusca manovra di Bontempi a provocare un’ ecatombe, Finiscono all’ospedale Hermans, Saronni e Cerin in gravi condizioni che poi si riprenderà.
Ad Osimo è tappa da fuga. Vince Robert Forest mentre nella volata di Belluria finalmente a vincere è Guidone Bontempi davanti a Baffi. E’ il momento della crono di San Marino. 46 Km con partenza dal lungomare di Rimini. Visentini è semplicemente splendido. Rifila 1’11’’ a Rominger secondo. Bernard è quarto ma ormai è fuori classifica. Roche risente forse di Termos e si becca 2’47’’ da un Visentini davvero super. Il bresciano è in maglia rosa con 2’42’’ sull’irlandese e per i più, con i sicuri ordini di scuderia, il Giro è finito. Non è così invece. Roche, sornione, infittisce le alleanze con tante squadre. Ha corso spesso il Tour, sa che squadre come la Fagor (con la quale è ad un passo dalla firma per il 1988 e1989) lo aiuterà e forse anche altre squadre saranno dalla sua. Insomma il Giro, corsa rosa, sta per tingersi di giallo. A Jesolo vince il giovane carneade Cimini. La tappa è storica, è passata alla storia come il giorno del tradimento. Da Lido di Jesolo a Sappada per224 km, attraverso il Monte Rest, la Sella Valcalda e la Cima Sappada, con l’arrivo posto dopo 2 km dallo scollinamento. Gli accordi in casa Carrera sono i seguenti, tutti per Visentini e invece?.
Dopo 30 km attacca Bagot della FAGOR, risponde Roche con Salvador della Gis, quando la fuga viene chiusa dalla stessa Carrera se ne va Millar della PANASONIC e chi risponde? Ancora Roche,con Bernard e Chioccioli. Visentini, saputa la notizia crolla sul piano dei nervi. Scala la salita finale tra imprecazioni e parolacce. Quando la maglia rosa si stacca, gli Italiani (Argentin e Saronni) gli fanno pagare il suo difficile carattere. Boifava urla a Roche di desistere mentre il meccanico Valcke urla il contrario. Dietro la Carrera tira ( ma non Schepers, fido di Roche). La fuga tradimento è chiusa ma Visentini è crollato. Vince Van der Velde, Roche è in rosa con 5’’ su Rominger e mentre indossa la maglia zittisce i tifosi del bresciano. Roberto becca 5 minuti ed all’arrivo sputa nei microfoni della rai tutto il suo disappunto.
Qualcosa di ben programmato il golpe di Sappada, qualcosa che ha avuto un regista che si saprà poi essere stato probabilmente Geminiani, ds FAGOR con la benedizioni di Post, ds PANASONIC, che spera ancora di prendersi lo stesso Roche. Intanto alla Carrera è tutto diviso. Roche con Schepers che è la sua ombra ed il meccanico Valcke, il resto con Visentini. Nel tappone di Canazei. Visentini attacca due volte, Roche è in difficoltà sul Pordoi, Schepers lo aiuta a rientrare e sulla Marmolada grazie al ritmo di Schepers ma anche di Munoz della FAGOR e Millar della PANASONIC riesce a tenere. Vince ancora Van Der Velde. Ormai è chiaro che Roche di squadre per se ne ha ben tre. La tappa del Bondone vede una fuga a tre con Vitali che a Riva del Garda batte Giovanetti e Paganessi.
Si ritira Saronni, in crisi sulle dolomiti, si ritirano Saronni e Bugno. Crolla Rominger, ancora non uomo da tappe. Si nota sempre più un romagnolo che veste la maglia bianca; Roberto Conti. La volata di Trescore Balneario la vince il giovane Calcaterra su Rosola e Van Der Velde in maglia ciclamino. La tappa di Medesimo vede Roche arrivare in carrozza. Vince Jean Francoise Bernard su Millar e Lejarreta. La classifica è corta. Roche ha solo 33’’ di vantaggio su Breukink della PANASONIC. Lungo la salita finale Munoz e Bagot della FAGOR fanno l’andatura. Sono agli ordini della maglia rosa. Nel finale ci prova Chioccioli ma Bernard batte tutti.
Il circuito di Como viene vinto in volata da Rosola mentre l’ultimo arrivo in salita sarà a Pila. In Carrera torna un poco di pace. C’è l’accordo che Roche e Visentini debbano arrivare insieme a Pila abbracciati con la tappa che sarebbe stata vinta dal bresciano. A Pila invece Visentini cade, si frattura il polso e si deve ritirare proprio alla vigilia dell’ultima tappa. Lungo la salita Breukink si stacca e Roche ha il Giro in mano, tanto che rimasto con Lejarreta e Millar lascia via libera allo scozzese della PANASONIC. La crono finale di 32 km la vince la maglia rosa che legittima il suo successo al Giro. Roche è stato un ottimo vincitore. Ha dimostrato di avere le idee chiare, ha sfruttato alleanze nate nei Tour degli anni precedenti ma la sua azione a Sappada fu scorretta nei confronti della squadra. Vincerà anche Tour e Mondiale quell’anno, firmerà pochi mesi dopo per la FAGOR, per poi scomparire. Millar (quasi un gregario per Roche) secondo terminerà a 3’40’’ Breukink terzo a 4’17, ma a vincere fu lui, Stephen Roche della Fag...ehm della Pan...no...dellaaaa..ah si della Carrera.

1 Stephen Roche ( Irlanda) in 105h39'42"
2 Robert Millar ( Regno Unito) a 3'40"
3 Erik Breukink ( Olanda) a 4'17"
4 Marino Lejarreta Arrizabalaga ( Spagna) a 5'11"
5 Flavio Giupponi ( Italia) a 7'42"
6 Marco Giovannetti ( Italia) a 11'05"
7 Phil Anderson ( Australia) a 13'36"
8 Peter Winnen ( Olanda) a 13'56"
9 Johan van der Velde ( Olanda) a 13'57"
10 Steve Bauer ( Canada) a 14'41"

Maglia ciclamino: Johan Van der Velde
Maglia verde: David Millar
Maglia bianca: Roberto Conti

(Foto G.Watson)
Roche in rosa a S. Vincent

Col fido Schepers alla ruota

Un mesetto dopo

Due mesetti dopo

Visentini nella crono di San Marino

Robert Millar, secondo e quasi gregario

Lejarreta sfiora il podio

Doppietta alpina per Van Der Velde

 

[Modificato il 18/12/2006 alle 00:45 by Cascata del Toce]

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Apr 2005

  postato il 18/12/2006 alle 01:03
Fu una corsa per certi versi drammatica. Vinse il corridore più astuto e più forte. roche trovò alleanze fuori dalla carrera, anche perchè correndo all'estero, si era fatto notare. Il suo anno sarà straordinario. Ci mise in fila il Tour, dopo un duello alla morte con Delgado 8forse il più forte) e Bernard. Poi la tripletta al mondiale. Beffando Argentin, Kelly ec. Solo Merckx nel 74 aveva fatto una tripletta simile...Baronchelli in Itali e Poulidor due volte, gli erano finiti in scia. Merckx massacrò due miei corridori, parbleu! Questi cannibali!.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Bernard Hinault




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  postato il 18/12/2006 alle 01:22
ho sempre ritenuto che quando un gragario si mostra superiore al capitano è giusto che gli ordini di scuderia vengano sovvertiti. pertanto in quel giro 87 non trovai nulla di scandaloso nel comportamento di Roche: vinse giustamente il più forte.
non credo invece che nel tour dello stesso anno l'irlandese fosse il numero uno... con qualche errore tattico in meno probabilmente Delgado avrebbe portato a casa la maglia gialla. così come al mondiale, dove Argentin (il più forte in gara) si addormentò nel finale lasciandosi sfuggire Roche (so già che Cascata non sarà d'accordo...).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 01:36
L'unica cosa su cui posso non essere d'accordo fu che Moreno era marcatissimo, poi che lui era il favorito ed avrebbe potuto chiudere ci sta ma si riportava sotto tutti..col velocissimo Kelly.... A Sappada l'unica cosa che fu scandalosa sta nel fatto che l'ordine di scuderia era quello di rimanere con Visentini... Non fu tanto l'attacco ad essere scandaloso ma l' aver mancato una consegna del ds...

 

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  postato il 18/12/2006 alle 02:34
Il Giro del 1987 fu l'avvio della stagione irripetibile di Roche.I particolari delle alleanze raccontati da Cascata personalmente non li conoscevo e da questi ho capito quanto sia stato abile a muoversi l'irlandese,oltre alla tappa di Sappada che fu la pietra dello scandalo.
Comunque mi soffermo un momento sul fatto che in quel giro ci furono alcuni giovani che si misero in bella evidenza,tra questi il romagnolo Roberto Conti,che alla sua prima grande corsa a tappe riuscì ad arrivare nei primi 15 e ad indossare la maglia bianca.Il Giro 1987 fu anche il primo GT del marchigiano Rodolfo Massi,che se non sbaglio si fece vedere in qualche tappa andando in fuga.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 07:11
non credo che la Panasonic corresse per Roche: in fin dei conti Peter Post aveva ancora Breukink in classifica...

Mi ricordo che subito dopo l'arrivo Alfredo Martini parlò di crisi di fame per Visentini, il quale prima negò cercando di dare a Roche più colpe possibili, poi ammise che per il troppo nervosismo forse si era alimentato male.
La cosa più brutta fu la ribellione di una parte della squadra nei confronti del Direttore Sportivo: Boifava che urlava a Roche di non tirare e Valcke che gli urlava il contrario fu una cosa che non si era mai vista.
Roche cercò di giustificarsi dicendo che la sua azione aveva lo scopo di stanare le altre squadre, ma la sua ribellione era sotto gli occhi di tutti.

Ultima annotazione: nella Carrera non c'era solo Schepers dalla parte di Roche, ma erano in parecchi tra cui anche Davide Cassani.
L'irlandese aveva un carattere più aperto del bresciano e sapeva farsi benvolere più di quanto non fosse capace Visentini

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

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  postato il 18/12/2006 alle 08:27
certo che rileggendo la storia di questo giro balza agli occhi la fragilità umana di Visentini......
domanda: ma Boifava si fece intendere sul serio nel far desistere Roche, oppure stava facendo il doppio gioco?

Grazie Cascata per il resoconto dettagliato!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 16:49
Magari tutta la Panasonic no Antonello... ma Millar certamente si... Tanto è che dopo la vittoria a Pila ringraziò Roche alla Tv. Visentini aveva la testa non dalla sua parte. Il suo crollo fu certamente causato dal nervoso. Con i nervi meno tesi Visentini sarebbe tranquillamente rientrato su Roche, cosi come ha fatto tutto il gruppo. Ma quando crollò furono anche Argentin e Saronni ad 'ucciderlo' con potenti trenate... Per colpa del suo carattere. All'arrivo poi ai microfoni di Santini ne urlò di tutti i colori...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 16:57
Riporto l'articolo di Mario Fossati, (la Repubblica del 7/6/1987), sui fatti di Sappada


MA IL COLPEVOLE NON E' ROCHE

Clamorosa conclusione della tappa di Sappada: l' irlandese non fa gioco di squadra, attacca e diventa rosa. Visentini crolla e accusa il compagno

SAPPADA - Il pulitissimo Van der Velde ha tagliato in solitudine il traguardo della prima tappa dolomitica, la Lido di Jesolo-Sappada. Visentini ci ha rimesso le penne e il pennacchio (la maglia rosa). Ha buscato sei abbondanti minuti. Il fratello-nemico Roche ha vestito l' insegna del primato. Ecco, sintetizzata in appunti l' episodica, più immediata del dopocorsa. Visentini denuncerà, oggi, il fattaccio di cui si ritiene la sola vittima. "Parlerò domani", ha dichiarato con il tono di chi non ammette repliche. "Qualcuno, stasera, andrà a casa". Una parte della concorrenza montata su quattro ruote - per l' esattezza, i direttori sportivi Algeri, Bartolozzi, Stanga - ha assunto la difesa puramente accademica di Visentini. Roche ha attaccato direttamente la maglia rosa Visentini, sostengono costoro, fra lo sgomento dell' intero plotone. E non una ma due volte. Gli ha spezzato i nervi, lo ha distrutto sul piano psicofisico. "Fossi stato Boifava, afferma Stanga, avrei fermato Roche con qualsiasi mezzo, ad ogni costo". Stephan Roche, non ha salito il podio della Tv. A Giorgio Martino, che lo ha avvicinato, Roche ha detto: "Non ho intenzione alcuna di creare polemiche. Non ho mai inteso fare la guerra a Visentini". Conosciuti gli umori di Visentini, Roche ha indetto una conferenza-stampa, al suo albergo, opportunamente rientrata per l' intervento dei dirigenti la Carrera, che è la squadra di Visentini e sua. L' addetto stampa della Carrera, Gianfranco Belleri, richiesto di una opinione, ha ribattuto: "E' stato questo di oggi il primo attacco portato da Roche a Visentini. La condotta di Roche era stata, nei giorni scorsi, ineccepibile". Il Giro d' Italia, come ogni corsa a tappe degna di questo nome, ha una sua vita privata in cui l' affronto e l' abbraccio, sono le forme maggiorate del rapporto umano. Screzi... omerici hanno sempre avuto per contropartita gli elogi che i grandi si rivolgono l' un l' altro, al di sopra della folla. Ma qui sono due compagni di squadra - si badi non di una squadra posticcia come potrebbe essere una nazionale ma di una èquipe che li fa forti, per un anno intero, di un contratto - a farsi guerra a colpi di spillo e poi a scendere brutalmente ai ferri corti. Ascoltavo, i giorni scorsi, il direttore sportivo Boifava e gli stessi Visentini e Roche. Boifava ce l' aveva con G.B. Baronchelli, che aveva confidato di avere colto, nelle scorse giornate più di un' intemperanza fra i due capitani in coabitazione. Boifava negava. Saggiamente non poteva fare altrimenti. Io sospettavo. L' esperienza mi ha insegnato di guardarmi dall' attribuire a questa felicità fraterna tutti i sentimenti di gregarietà che si agitano fra i membri di una stessa èquipe. Tali sentimenti, infatti, sono molto più confusi. La cronaca di ieri ci aiuta a dipanare la vicenda che ha terremotato il Giro. Il percorso si srotolava sotto le ruote dell' Alfa e tu avevi l' impressione che i suoi fondi stradali si personificassero. La corsa, sotto un cielo dapprima purissimo e poi rannuvolato, era netta, dura, scarna come la Carnia dove si svolgeva. Ventottesimo chilometro. Prima rampa della salita di Forcella di Monte Rest. Squaglia Bagot che al culmine precede di quaranta secondi Millar eccetera, eccetera. Discesa. Scattano Roche, il co-equipier di Visentini e Salvador. Mezzo minuto a fondo valle. Qualcuno insinua che la corsa stia prendendo vie traverse. Settantacinque chilometri a Sappada. Il punto: Bagot in testa: a 13" Roche e Salvador; a 1' 05" il plotone, in cui Visentini, che non è in eccellente giornata, evidentemente si rode. Tolmezzo (54 chilometri allo striscione): Bagot ha mollato i pappafichi. Vantaggio di 1' 15" per Roche e Salvador. Quarantasei chilometri ci dividono dal traguardo. Roche e Salvador sono stati raggiunti. Ad Arta Terme, il francese Bernard smuove le acque, addirittura le agita. Parte. Ai suoi mozzi, Anderson, Habets, Vannucci, Chioccioli, Pagnin e nuovamente - non ci vogliamo credere - Roche. Dall' elicottero comunicano che Roche è attivissimo. Quintarelli - mi hanno raccontato - ossia il direttore in seconda, si è sbracciato per indurre energicamente Roche alla tranquillità. Invano. Sella di Valcada (quota 959, trenta chilometri alla conclusione). I sette si assottigliano a sestetto: ha ceduto Habets. Sui sei di testa altri sei: fanno dodici al comando. Sotto lo striscione del Gran Premio della montagna sfilano nell' ordine: Conti, Millar, Lejarreta, Anderson, Bernard, Roche, Vannucci, Chioccioli, Pagnin, Van der Velde, Munoz e Beccia. Visentini ha un gregario con sè, il belga Schepers, di cui sicuramente non gode i favori. E' precipitato ad 1' 05". C' è imbarazzo pari allo stupore fra le ammiraglie del seguito. Visentini non riceve soltanto gli incitamenti accorati di Boifava ma anche dei direttori tecnici della concorrenza. Con i nervi a fior di pelle, la maglia rosa si scorda il rifornimento: è in cotta da fame. Riceve zucchero da Boifava: chiede un panino a Corti, che premurosamente glielo offre. In primissima fila la corsa si è sbriciolata. Ha preso il largo Van der Valde, che Vannucci, Anderson e Chioccioii inseguono. L' homme-a-marteau ha colpito Visentini, che perde quota nel gruppo. Boifava continuamente lo accosta con l' ammiraglia. Visentini scivola all' indietro. Mentre Van der Velde in bello stile vola al traguardo, l' elicottero indugia e cerca fra gli abeti Visentini che, innestato un rapporto da maestrina, "muore" lentamente. Il suo dio lo ha abbandonato. La grazia di involarsi, la sua leggerezza si è persa. Il suo stile naturale pare lo intralci. Alla fine prenderà anche 2" di penalizzazione per "spinte occasionali". I colleghi controllano il cronometro. Certamente io mi dico era in "giornata no". Ma nulla o pochissimo è stato fatto per nascondere la situazione ai grandi della classifica, per proteggerlo. E perchè Roche, mi chiedo, ha attaccato, la seconda volta? E perchè Schepers non gli ha dato una mano? Io non vorrei che, per un malinteso senso di amor patrio, Roche, che ci sa fare, che ha comunque classe, venisse oggi bersagliato sulle strade del Giro. Il sacrificio nel ciclismo esiste. La morale del ciclismo è ambigua. Roche è convintissimo di avere agito bene. Visentini è della ferrea opinione che Roche ha violato, come dire?, la morale della collettività, il gioco di squadra. Oggi una tappona: Sappada-Canazei: Monte Croce, Passo di Gardena, Passo di Sella, Pordoi-Cima Coppi (metri 2.239), Marmolada: montagne autentiche da scavalcare. Visentini ricomincerà da 3' 14"?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 18:33
Ricordo l'episodio di Baronchelli... Gibi disse di aver assistito ad una discussione accesa tra Roche e Roberto... Lo stesso Visentini rispose dicendo testuali parole: "Baronchelli è un visionario, pensi per lui visto che dopo la cronosquadre (nella quale crollò) con Saronni nemmeno si guardano". Eh Roberto...la sera di Sappada ogni volta che l'Irlandese si avvicinava lui lo cacciava dicendo: Stefano, se ti avvicini io ti uccido (L'ho letto su Bs di qualche anno fa)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 21:58
Il punto tradimento-non tradimento sta nel fatto che, quando Roche rientrò sullo scatto di Millar, abbia collaborato o meno alla fuga.
Rientrare su di un avversario era suo diritto e dovere, collaborare alla fuga certamente no.
In quanto all'atteggiamento di Schepers e del meccanico il problema era disciplinare interno alla Carrera, la quale ,forse, quell'anno aveva lanciato una campagna pubblicitaria per vendere jeans in Irlanda e in Belgio.
Ne vendette molti meno in Italia. Certamente io non ne comprai con quel marchio.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2006 alle 22:23
Eh si... Certo che se in ammiraglia hai un tecnico che ti dice di non tirare..ed il meccanico che ti dice il contrario è molto triste...

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 08:36
Soprattutto se dai più retta al meccanico che al team manager.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 15:02
Eh eh ...gran bella Cricca.... Certo Roche quell'anno fu comunque il più forte ed il più sveglio dell'anno...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 15:25
Originariamente inviato da antonello64

Ultima annotazione: nella Carrera non c'era solo Schepers dalla parte di Roche, ma erano in parecchi tra cui anche Davide Cassani.


Anche un giovane Chiappucci

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 15:45
La Carrera Vagabond al Giro: Visentini, Roche, Leali, Ghirotto, Bontempi Cassani, Schepers, Rossignoli e Chiappucci... i ds Boifava e Quintarelli.
Quyelli erano gli anni in cui la Carrera era la formazione numero uno in Italia ed una tra le prime del mondo, basti pensare che vinsero anche la cronosquadre del Tour... Sono tra il 1986 e 1987 vinsero due giri, un tour, un mondiale, un tricolore, ed una miriade di classiche...

 

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  postato il 19/12/2006 alle 17:44
Ricordo molto bene il clamoroso epilogo del Giro del 1987 che, dopo la crono di San Marino, sembrava ormai in pugno a Visentini.
Da ciò che ho eltto e che ricordo il bresciano pagò in quel Giro non solo il "tradimento" di Roche ma anche la sua fragilità nervosa, cosa che gli mise contro alcuni compagni di squadra e lo portò ad un clamoroso crollo nella tappa di Sappada, praticamente la sua carriera si è conclusa quel giorno.
Anche se in quel Giro tifavo per lui, sono consapevole che il comportamento di Roche non fu proprio irreprensibile, secondo logica avrebbe dovuto rispondere agli attacchi ma senza collaborare, invece lui fece il furbetto sfruttando anche la sua esperienza internazionale (cosa che a Visentini mancava del tutto) per tessere una fitta rete di alleanze trasversali. In ogni caso l'irlandese legittimò quel successo portando a termine un'annata da vero cannibale, prima di lui solo Merckx (nel 1974) era riuscito a vincere Giro, Tour e Mondiale nello stesso anno.
Oltre che furbo (come a Villach, dove sfruttò la marcatura stretta tra Argentin e Kelly) si dimostrò anche molto tenace, ricordo che in alcune tappe di montagna dovette dar fondo a tutte le energie per resistere agli attacchi di Delgado, in una tappa (La Plagne?) dovette addirittura far ricorso all'ossigeno per riprendersi dopo il traguardo.
Una sua immagine molt osuggestiva risale al 1988 quando, alla partenza dei mondiali di Renaix, lanciò verso le tribune la sua maglia di campione del mondo sapendo che un bis sarebbe stato impossibile, dopo quel 1987 trionfale iniziò il suo rapido declino.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 19/12/2006 alle 18:23
Resoconto molto bello e interessante, grazie!
Siete una miniera di informazioni!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 18:27
Cavolo è vero... a La Plagne fu stoicissimo... Era la seconda tappa di un Tour durissimo disegnato per la prima volta da Xavier Louy che partì da Berlino in Germania e giusto per capirci prevedeva cronosquadre di 40 km, crono di 87 km a Futuroscope, tapponi pirenaici a Pau e Luz Ardiden, cronoscalata del Ventoux, Millau Case Noire, Villar de Lans Cote 2000, Alpe D'Huez, La Plagne e Morzine. Insomma ..proibitivo.. Roche era in classifica ma in Giallo c'era Delgado che sull'erta finale stacco Roche, già in crisi sull'Alpe D'Huez (e Roche perse la maglia gialla che strappò il giorno prima a Bernard)e pareva essere vincitore del Tour.. Verso La Plagne, dopo Galibier e Madeleine Roche che era in fuga cercò di recuperare. Mentre Fignon batteva in volata Fuerte Delgado va a staccare tutti ed a mettere un gap che nemmeno la crono di Digione avrebbe potuto disavanzare. No!! Roche, ripreso e staccato dalla maglia gialla 'pesta' sui pedali e recupera..guadagna secondi su secondi, ha lo sguarda terso, soffre e lascia a Delgado solo 4 secondi, Dopo il traguardo crolla a terra e dovrà essere rianimato con l'ossigeno. In pochi credevano a Roche come possibile vincitore del Tour... I favoriti erano piuttosto Delgado, Bernard e Mottet..ma Roche fu sempre li e nella crono di Digione colmò il minuto tra lui e Pedro prendendosi la Grand Boucle...

 

[Modificato il 19/12/2006 alle 18:30 by Cascata del Toce]

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  postato il 19/12/2006 alle 19:05
io di quel Giro ho il ricordo nitido della tappa in questione.E come Argentin,sul tratto piu' duro della salita verso Sappada,vedendo Visentini in difficolta',accellero' spaccando il gruppo e mettendo in ginocchio l'alfiere della Carrera in evidente crisi nervosa.Detto dispetto pare sia stato originato da pensieri quantomeno spiacevoli (fatti a Giro iniziato quando MOreno spesso e volentieri metteva la sua ruota davanti agli altri)espressi da Visentini nei confronti del campione del mondo."Argentin?A fine giro conterete in ore il suo distacco."-
Moreno non aspettava altro.Ed i nodi sono venuti al pettine.Non che Roche abbia vinto grazie a questo dispetto,eh...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/12/2006 alle 19:11
Ricordi di quel Giro.
Nella tappa di Borgotaro ero sul Passo del Bocco. Passò Saronni, staccato ed in affanno. Venne fatto oggetto di commenti non troppo signorili (guarda, guarda la vacca.....).
La tappa di Sappada la seguii alla radio:ero a Corniglia per qualche giorno di vacanza e mi sembrava di essere tornato nel passato. Niente televisione, solo radio e Rosea al mattino.
Ricordo anche la tappa di Madesimo vinta da Bernard , ed era la seconda volta (se non sbaglio) che il Giro tornava in quella località, dopo l'impresa di Adorni nel 65.
Era comunque un bel Giro, con salite vere, il primo giro post-moseriano.

 
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  postato il 19/12/2006 alle 19:24
Da notare il percorso di quell'edizione del Giro, la maggio parte delle tappe partiva dalla località dove si era arrivati il giorno prima, con pochi e brevi trasferimenti il percorso aveva una sua linearità, negli ultimi due anni invece sembra il gioco dell'oca!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/12/2006 alle 00:20
E'OT..ma allora avere il Giro costava meno di adesso ed era più facile per i comuni prendersi partenza ed arrivo.... Vero...confermo che Visentini attaccò Argentin con quelle parole... e il campione del mondo gliela fece pagare..

 

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