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Autore: Oggetto: Iniziare i figli al ciclismo. Possibile?

Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 14/12/2006 alle 09:28
Buongiorno a tutti,
qualche giorno fa durante un'uscita insieme ad un amico abbiamo cominciato a discutere sul fatto se sia giusto indirizzare il proprio figlio verso questo sport. Premetto, io per ora non ho figli, lui ne ha uno ancora piccolo. I dubbi sono tanti. Difficilmente un bambino da solo si affaccia in questo mondo, in genere vedono i compagni che vanno a calcio o a basket, ad es, per cui è in molte volte dei casi un familiare che ti fa salire sulla bicicletta.
Con tutto quello che si legge voi come vi comportereste? Io qualche dubbio lo avrei a far cominciare a mio figlio la carriera agonistica (che poi sfoci in quello che può sfociare, ovvero uno bravo o una ciofeca, questo è ininfluente). Il dubbio è che poi si faccia coinvolgere in comportamenti scorretti o cose simili, trovando sulla sua strada persone senza scrupoli che ti mettono di fronte a scelte non proprio giuste. Magari avviene anche in altri sport. Non lo so. Voi che fareste?

Chiedo scusa se è un argomento già trattato.
ciao

 
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  postato il 14/12/2006 alle 09:52
Anche io ogni tanto mi pongo questo
quesito. Qualunque sport si tratti.

Come per la scuola credo che l'unico sistema sia seguirlo
in modo vigile e condividere con lui la sua passione.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 11:12
credo sia molto importante indirizzare i propri figli allo sport.
Lo sport, di squadra o individuale che sia, insegna molti valori importanti nella vita.
Quello di squadra insegna a dover avere un rapporto di onestà con i compagni e a dover convivere con i compagni e a portare rispetto nei confronti di tutti quanti i compagni di squadra, quello singolo insegna a superare le difficoltà con la propria forza d animo.
Già queste motivazioni, penso, possono essere una buona giustificazione.
L'importante è non forzare i propri figli a praticare uno sport che non sentono proprio...

 

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"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 14/12/2006 alle 11:24
Anch'io sono d'accordo sull'importanza dello sport per un bambino. In casa mia c'è sempre stata una regola che valeva sia per me che per mio fratello. Si impara a nuotare e a sciare, di legge. Fatto questo ognuno sceglieva lo sport che più piaceva. Io andai poi per il calcio, mio fratello per la pallavolo. Questa "legge" del nuoto e dello sci il mio babbo la decise perchè lui non aveva potuto imparare nessuno dei due e durante la sua vita ha rimpianto questa cosa, perchè tante erano le occasioni per praticarli. Lui correva a piedi.
Io alla bicicletta ci sono arrivato tardi, a 25 anni.
Ovviamente tutti gli sport possono essere soggetti a pratiche "alternative", tutto sta alle persone che ti seguono e alla loro moralità. I valori che ti insegna lo sport sono già motivazione più che sufficiente per scegliere di farlo.

 
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Livello Gastone Nencini




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  postato il 14/12/2006 alle 11:31
Penso che la cosa piu' importante sia lasciar decidere il figlio quale sport praticare. Obbligare a fare un certo sport non e' giusto, magari si puo' far scoprire questo sport dicendo vuoi farti un giro in bici etc.....Come quando magari si fa a passaggi nel giardino di casa per far divertire il proprio figlio e magari inizia a scoprire un nuovo sport.

 

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Si vis pacem, para bellum

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 14/12/2006 alle 11:46
Per come la vedo io, l'unico aspetto negativo della pratica ciclistica è il fatto che espone ai pericoli della strada, tanto più che si può diventare esperti quanto vuoi e portare anche il casco, sicuramente, ma un ciclista sulla strada è comunque un soggetto a rischio perchè non può mettersi nella testa di chi guida le auto.
Per il resto, non esiste uno sport la cui pratica regali soddisfazioni come il ciclismo. Certo, il ciclismo non è un gioco, non lo si può praticare a tempo perso, perchè richiede grandi doti di costanza, serietà negli allenamenti e tenacia nel tener duro per migliorarsi.
Se non sei predisposto mentalmente, non è uno sport al quale puoi adattarti. O lo ami o lo odi.
Per me correre in bici è il miglior toccasana possibile per conoscersi a fondo e costruirsi un minimo di autostima, di coscienza delle proprie capacità.
E non c'è una sola persona al mondo a cui sconsiglierei la pratica ciclistica, e non è vero che questo sport è il regno del male come tanti vorrebbero far credere.
Certo è uno sport che vive in una società fatta di arrivismo e individualismo, e per questo non è privo di esasperazioni, ma non è assolutamente questa una ragione valida per non correre in bici.

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 14/12/2006 alle 12:06
Anchio mi sono posto queste domande.............

Oggi sono ancora giovane,ma vedendomi genitore nopn sò quale sarebbe il mio comportamento.Bisogna partire dal presupposto che oggi stimolare un ragazzo alla pratica ciclistica è veramente difficile,è sempre molto più facile e ovvio (come ho fatto io in passato)scegliere la strada dell'emulazione e praticare come tutti gli amici fanno il calcio.Però da genitore mi porrei comunque dele domande,conoscendo i rischi dell'andare in bicicletta,soprattutto oggi,nelle nostre strade,non sò se sarei in grado di stimolarlo comunque a dovere,in paticolar modo in età giovanile e adolescenziale.Sono convinto comunque che se lui stesso,per seguire il papà,mi dovesse chiedere una bicicletta da corsa,allora non potrei resistere...........

 

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DAvide

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 13:15
Da parte mia non penso che il ciclismo sottoponga a tanti più rischi di altri sport. Prendiamo il calcio: quante possibilità ci sono di cadere malamente, beccarsi qualche craniata, spaccarsi i legamenti, strappi malefici e semi-incurabili, zocchetti nei denti, e così via? Forse anche più che cadere con la bicicletta (anche se, certo, in quel caso le conseguenze potrebbero - e sottolineo, potrebbero - essere più gravi).

Dal canto mio se mio figlio mi chiedesse di praticare ciclismo (se me lo chiedesse lui, chiaro) sarei molto felice e non lo costringerei affatto, gli direi di provare, e se gli piace bene, altrimenti che lasci pure stare, in fondo come avete giustamente detto voi, il ciclismo non è per tutti, bisogna amarlo e avere delle doti particolari, bisogna essere predisposti insomma. Non vi nascondo che sarei molto più preoccupata se mi chiedesse di giocare a calcio, vista l'aria che tira in certe squadre, soprattutto rionali...

Infine, per quanto riguarda i rischi, diciamo così, "extra - sportivi" di praticare il ciclismo, penso che un ragazzo con la testa sulle spalle e con dei genitori molto validi che lo seguono e lo supportano senza pretendere solo e ossessivamente il risultato non corra grossi rischi...in fondo nessuno ti punta una pistola alla tempia, tutto parte da te.

 

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"Se hai la fortuna clamorosa di diventare un cronista di ciclismo, non puoi fare a meno di essere coinvolto, trascinato in una passione infinita, irrinunciabile, che ti segna per sempre" - Pietro Cabras

"C'è una salita? Vai su, arriva in cima, e vedrai che sarai sempre vincitore" - Giordano Cottur

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 13:24
Originariamente inviato da Vuelta Espana

Da parte mia non penso che il ciclismo sottoponga a tanti più rischi di altri sport. Prendiamo il calcio: quante possibilità ci sono di cadere malamente, beccarsi qualche craniata, spaccarsi i legamenti, strappi malefici e semi-incurabili, zocchetti nei denti, e così via? Forse anche più che cadere con la bicicletta (anche se, certo, in quel caso le conseguenze potrebbero - e sottolineo, potrebbero - essere più gravi).

Dal canto mio se mio figlio mi chiedesse di praticare ciclismo (se me lo chiedesse lui, chiaro) sarei molto felice e non lo costringerei affatto, gli direi di provare, e se gli piace bene, altrimenti che lasci pure stare, in fondo come avete giustamente detto voi, il ciclismo non è per tutti, bisogna amarlo e avere delle doti particolari, bisogna essere predisposti insomma. Non vi nascondo che sarei molto più preoccupata se mi chiedesse di giocare a calcio, vista l'aria che tira in certe squadre, soprattutto rionali...

Infine, per quanto riguarda i rischi, diciamo così, "extra - sportivi" di praticare il ciclismo, penso che un ragazzo con la testa sulle spalle e con dei genitori molto validi che lo seguono e lo supportano senza pretendere solo e ossessivamente il risultato non corra grossi rischi...in fondo nessuno ti punta una pistola alla tempia, tutto parte da te.


Quoto in toto...l'ultima frase bellissima!!!!!!

la mia storia con l'avvicinamento al ciclismo è un po' quella descritta da Eli...li ho provati tutti gli sport e poi sempre per volere mio e mai per pressione di mio padre mi sono avvicinato a questo sport e oltre a guaerdarlo in tv l'ho voluto provare...mi sono innamorato alla bici grazie a mio padre (che non mi ha mai forzato) e anche grazie alle imprese di Marco

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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  postato il 14/12/2006 alle 13:24
Ragazzi, ma di cosa parliamo?....

Andare in bici è bellissimo, è una delle cose più belle della vita...!!

Mettiamoli in bici i nostri figli, mettiamoli in bici... spegniamogli le playstation, togliamogli le rotelle, e facciamoli andare in bici...

La bici è meravigliosa!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 13:29
..la prossima volta che ti vedo caro Marco ti voglio in sella

 

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  postato il 14/12/2006 alle 13:29
Quando avrò dei figli sicuramente non li forzerò ad andare in bici, se poi, vivendo in una casa tappezzata di imamgini di ciclismo, sentendo magnificare quotidianamente le virtù di questo sport e ricevuto una bici in regalo ancor prima di imparare a camminare, inizieranno anche loro a pedalare, la scelta sarà stata del tutto spontanea e per nulla influenzata da fattori esterni

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 13:33
a proposito di questo Franz, l'altro giorno guardando fuori dalla finestra della mia cucina ho visto il mio vicino di casa che da un annetto circa a questa parte è diventato nonno col suo nipotino che andava sulla bicicletta appena regalata...il bimbo non sa ancora camminare, perchè l'ho visto coi miei occhi mentre il suo babbo lo metteva sulla bici ma già pedala!!!!
MITICO!!!!

poi siamo stati mezz'ora a parlare della mia bici nuova, ma questa è un'altra cosa

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 13:41
Non avrei dubbi!!! Non mi opporrei se mio figlio volesse fare questo sport, di certo però gli dovro stare dietro per insegnargli che per prima cosa sia uno sport per la sua salute, un divertimento e poi si vedrà.

Come in tutto il resto della sua educazione va seguito anche quando inizia uno sport, e gli vanno insegnati i valori giusti che gli servono anche nella vita.

E questo che sia ciclismo, calcio o altro!!!

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 14/12/2006 alle 14:15
Si è un bella cosa....prima si inizia e più tardi si finisce..!

Andare in bici è un viaggio, è perdersi nella natura e dentro te stesso, è partire da un punto e andare al suo opposto.
La bici ti costinge a sudare e a porsi dei limiti, che domani forse e dico forse, non lo saranno più.

La ruota gira, si ferma e riparte...come una buona maestra insegna, che la vita gira si ferma e riparte.

Se io avessi un figlio gli farei capire che la bici è tutto questo.

Il ciclismo è diverso ! Troppo diverso ! ...

 

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Tutto dipende...!


 
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  postato il 14/12/2006 alle 14:17
E le gambe mulinano, mulinano...

E ognuno ha il suo rapporto giusto.
Trovarlo è essere felici.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 15:53
Originariamente inviato da W00DST0CK76
Quando avrò dei figli sicuramente non li forzerò ad andare in bici, se poi, vivendo in una casa tappezzata di immagini di ciclismo, sentendo magnificare quotidianamente le virtù di questo sport e ricevuto una bici in regalo ancor prima di imparare a camminare, inizieranno anche loro a pedalare, la scelta sarà stata del tutto spontanea e per nulla influenzata da fattori esterni


Ma quanta immaginazione hai, Wood: nessun genitore responsabile farebbe mai così

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/12/2006 alle 17:28
Originariamente inviato da Luha

Buongiorno a tutti,
qualche giorno fa durante un'uscita insieme ad un amico abbiamo cominciato a discutere sul fatto se sia giusto indirizzare il proprio figlio verso questo sport. Premetto, io per ora non ho figli, lui ne ha uno ancora piccolo. I dubbi sono tanti. Difficilmente un bambino da solo si affaccia in questo mondo, in genere vedono i compagni che vanno a calcio o a basket, ad es, per cui è in molte volte dei casi un familiare che ti fa salire sulla bicicletta.
Con tutto quello che si legge voi come vi comportereste? Io qualche dubbio lo avrei a far cominciare a mio figlio la carriera agonistica (che poi sfoci in quello che può sfociare, ovvero uno bravo o una ciofeca, questo è ininfluente). Il dubbio è che poi si faccia coinvolgere in comportamenti scorretti o cose simili, trovando sulla sua strada persone senza scrupoli che ti mettono di fronte a scelte non proprio giuste. Magari avviene anche in altri sport. Non lo so. Voi che fareste?

Chiedo scusa se è un argomento già trattato.
ciao


Essendo madre di due figli, una di 13 e l'altro di 10, non direi mai di no ad uno di loro se dovessero scegliere la bici (per "ora" una va a danza e l'altro gioca a pallone).
Per prima cosa, lo sport in generale fa molto bene alla crescita dei bambini, sia fisicamente ma molto più importante caraterialmente. Aiuta loro stare in gruppo e formare nuove amicizie fuori l'ambiente scolastico.
Ho il maschietto che della bici non ne vuole sapere nulla (mio marito fa il DS in una società juniores ed allena dei under e un prof, mentre io ero presidente di una società per 5 anni), di più, si diverte andare alle gare ed ascoltare radiocorsa, prendere i tempi ecc ecc.
L'opposto mia figlia. Mi ha chiesto se quest'anno può correre in bici, categoria esordiente 2° anno. Certo non ero molto felice della sua richiesta (per il semplice motivo che ne io ne mio marito piace molto le donne in bici....nulla togliere da quelle che lo fanno).
Penso che quando viene chiesto da loro e NON imposto dai genitori é giusto che si lascia fare. Potrebbe piacere come no una volta che andrà a fare le gare, ma ho il dovere che lei lo provi. Sicuramente per ora penso che per lei sià solo una fase, come potrebbe continuare in questo sport. Qui penso é dove debbono entrare in genitori.....bisogna trovare delle società tranquille e non esaltate, stare vicino a loro senza troppo interferire nelle scelte della società.....quando il proprio figlio vince bene, ma anche quando perdono bisogna sempre dargli del sostegno. Penso che fino alla categoria juniores bisogna che si divertono senza troppe pressioni, se poi proseguono nella categoria Under e lì che devono dare il loro meglio, ma non dal 1° anno, ma dal 2°.
Per quando riguarda delle scelte nello sport, non solo il ciclismo, che uno ti propone ti fare certe cose per andare più forte, lì penso é nel buon senso del proprio ragazzo/a a dire di no.

 

[Modificato il 14/12/2006 alle 17:33 by laperla]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 17:39
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Originariamente inviato da W00DST0CK76
Quando avrò dei figli sicuramente non li forzerò ad andare in bici, se poi, vivendo in una casa tappezzata di immagini di ciclismo, sentendo magnificare quotidianamente le virtù di questo sport e ricevuto una bici in regalo ancor prima di imparare a camminare, inizieranno anche loro a pedalare, la scelta sarà stata del tutto spontanea e per nulla influenzata da fattori esterni


Ma quanta immaginazione hai, Wood: nessun genitore responsabile farebbe mai così




Guido devo portare la mia fidanzata a casa tua. Sarebbe un buon prologo al corso prematrimoniale

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 17:49
Due miei compagni di squadra più grandi di me hanno indirizzato quest'anno i loro figli al ciclismo (uno ha 11 anni, l'altro 14).
La passione l'hanno presa spontaneamente dai papà e dai loro amici. E' bellissimo portarseli fuori in allenamento anche se ti fanno andare piano (per ora!), ti danno l'idea che stai contribuendo a fare nascere qualcosa di grande e di bello, qualcosa che unisce tutti al di là dell'età.

Certamente gli input che hanno a scuola sono altri: il calcio, il basket, al limite il nuoto.

Personalmente non obbligherò mai un mio ipotetico figlio a fare ciclismo. Certamente gli porrei molti vincoli se mi dicesse che vuole fare calcio.
Sono illiberale? Forse. Però lo sport ha pure una funzione educativa. E il calcio di oggi (tranne pochissimi allenatori per bene) è uno sport dove ti insegnano a 8 anni a buttarti in area di rigore, a fare falli di malizia, a cercare di ingannare l'arbitro. E non mi si parli dello "spirito di squadra": spesso si mettono i ragazzini in ultracompetizione dietro un falso mito del merito e dell'impegno. E poi cosa vedono dei loro miti da serie A? Le donne, le discoteche, i miliardi, il mito di quello che non ha studiato ma è una star della tv.

Nel ciclismo impari invece valori per me primari. Primo non puoi ingannare nessuno, ne te stesso ne gli altri: se ne hai di più vinci, sennò perdi. Punto. Secondo: per migliorarti non puoi affidarti alla squadra, all'allenatore, al vattelapesca: devi allenarti con costanza e fare sacrifici. Terzo: impari che lo sport è fatica, tra allenamenti, un minimo di dieta, i lunghi spostamenti, la bici da conservare...

io di granlunga preferisco il ciclismo.

Certo, da bambini deve rimanere un divertimento. E' quando si cresce che le cose cambiano...

 

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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 14/12/2006 alle 17:54
Ciao VDB,
tu scrivi "Nel ciclismo impari invece valori per me primari. Primo non puoi ingannare nessuno, ne te stesso ne gli altri: se ne hai di più vinci, sennò perdi. Punto. Secondo: per migliorarti non puoi affidarti alla squadra, all'allenatore, al vattelapesca: devi allenarti con costanza e fare sacrifici. Terzo: impari che lo sport è fatica, tra allenamenti, un minimo di dieta, i lunghi spostamenti, la bici da conservare... "
d'accordo con te per gran parte di quello che scrivi. ma non credo che il mondo del ciclismo ad ipocrisia e trucchetti vari sia tanto inferiore al mondo del calcio. mi sembra che praticamente ogni giorno ci sia conferma di questo
ciao

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 14/12/2006 alle 17:58
Originariamente inviato da Luha

Ciao VDB,
tu scrivi "Nel ciclismo impari invece valori per me primari. Primo non puoi ingannare nessuno, ne te stesso ne gli altri: se ne hai di più vinci, sennò perdi. Punto. Secondo: per migliorarti non puoi affidarti alla squadra, all'allenatore, al vattelapesca: devi allenarti con costanza e fare sacrifici. Terzo: impari che lo sport è fatica, tra allenamenti, un minimo di dieta, i lunghi spostamenti, la bici da conservare... "
d'accordo con te per gran parte di quello che scrivi. ma non credo che il mondo del ciclismo ad ipocrisia e trucchetti vari sia tanto inferiore al mondo del calcio. mi sembra che praticamente ogni giorno ci sia conferma di questo
ciao


Solo il calcio??? Dove mettiamo il nuoto, sci, ginnastica, atletica leggera???
Chi mi conosce sa bene che ho amicizie nel calcio, parlo di serie A...Vi dico solo questo, che spesso dicono a chi veranno effetuati del antidoping il giorno prima, e così vanno in tribuna oppure rimangono a casa.....che robba ragazzi!!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 18:19
Originariamente inviato da Frank VDB

Personalmente non obbligherò mai un mio ipotetico figlio a fare ciclismo. Certamente gli porrei molti vincoli se mi dicesse che vuole fare calcio.
Sono illiberale? Forse. Però lo sport ha pure una funzione educativa. E il calcio di oggi (tranne pochissimi allenatori per bene) è uno sport dove ti insegnano a 8 anni a buttarti in area di rigore, a fare falli di malizia, a cercare di ingannare l'arbitro. E non mi si parli dello "spirito di squadra": spesso si mettono i ragazzini in ultracompetizione dietro un falso mito del merito e dell'impegno. E poi cosa vedono dei loro miti da serie A? Le donne, le discoteche, i miliardi, il mito di quello che non ha studiato ma è una star della tv.

Ti quoto da qui all'eternità, ormai anche il semplice "calcio di quartiere" (leggi squadrette rionali da fondo-classifica) non fanno altro che propinare questi insegnamenti, seguo queste cose per vari motivi da diversi anni e non noto di certo miglioramenti. Certo, non si può fare di tutta l'erba un fascio, ma per esperienza vedo che chi fa calcio e chi fa ciclismo cresce in un modo diverso, non per forza brutto o bello, ma molto diverso. E poi, spirito di squadra...penso che non sia nemmeno paragonabile a quello che si trova nel ciclismo...

 

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Livello Giro




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  postato il 14/12/2006 alle 18:27
Originariamente inviato da Luha

Buongiorno a tutti,
qualche giorno fa durante un'uscita insieme ad un amico abbiamo cominciato a discutere sul fatto se sia giusto indirizzare il proprio figlio verso questo sport. Premetto, io per ora non ho figli, lui ne ha uno ancora piccolo. I dubbi sono tanti. Difficilmente un bambino da solo si affaccia in questo mondo, in genere vedono i compagni che vanno a calcio o a basket, ad es, per cui è in molte volte dei casi un familiare che ti fa salire sulla bicicletta.
Con tutto quello che si legge voi come vi comportereste? Io qualche dubbio lo avrei a far cominciare a mio figlio la carriera agonistica (che poi sfoci in quello che può sfociare, ovvero uno bravo o una ciofeca, questo è ininfluente). Il dubbio è che poi si faccia coinvolgere in comportamenti scorretti o cose simili, trovando sulla sua strada persone senza scrupoli che ti mettono di fronte a scelte non proprio giuste. Magari avviene anche in altri sport. Non lo so. Voi che fareste?

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Guarda per quello che posso dirti, il Ciclismo a differenza di altri sport riesce davvero a formare la persona anche nel carattere, il Ciclismo fortifica il fisico come nessun'altro sport (prima di iniziare mi ammalavo come se niente fosse, soffrivo di 2000 allergie e ora posso buttarmi in mutande nel ghiaccio e non prendo un raffreddore) toglie lontani dal fumo e dalla droga, insomma secondo me è il miglior sport.
Per quanto riguarda il doping ecc tutte cavolate, io ho girato 2000 squadre e non mi hanno mai detto nulla, anzi se mi vedevano che prendevo la gatorade ecc mi strillavano, al limite se succede cambia squadra, per quanto riguarda la sicurezza stà nella sua intelligenza, nel non uscire senza casco, non passare col rosso, scegliere strade più sicure, poi se non ha la testa sulle spalle può sbattere anche in macchina quindi....
l'unica cosa è che se volesse fare il ciclismo come lavoro........di questi tempi chissà come finirà il professionismo.....

Cià!!!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 18:29
Vuelta sono pienamente daccordo cn quello che hai scritto...il calcio da si degli insegnamenti, ma il ciclismo, essendo sport di più sacrificio e spirito di squadra....Io sono cresciuta pedalando, poco, ma pedalando e spero con tutto il cuore che chi crescerà con me, i miei figli, possano imparare tutto quello che ho imparato io e anche di più dalla bici!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2006 alle 21:26
La storia di come mi sono avvicinato al ciclismo è piuttosto particolare.
Quando avevo 8-9 anni mio padre mi portava spesso a fare giri in bici, che io non sopportavo, ogni volta sbuffavo e chiedevo sempre di fermarci e tornare indietro. Poi per 5-6 anni non ho più toccato la bicicletta, ha fatto qualche altro sport, tiro con l'arco (sono stato anche campione provinciale) e basket, poi l'anno scorso, a 15 anni, ero in vacanza da mia nonna, e mi misi a segure il Tour, ogni pomeriggio mi chiudevo nella stanza da letto, e commentavo al telefono (tanto in quella fascia oraria mia nonna non pagava nulla) tutte le tappe in diretta con mio padre. Tornato a casa ho ricominciato ad andare in bicicletta.
Non penso di fare agonismo, visto che ho anche un problema respiratorio che mi impedirebbe di essere un ciclista anche solo mediocre (in pratica la mia capacità polmonare è del 13% inferiore alla media), ma tutte le settimane mi faccio due o tre uscite di 35km.

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 15/12/2006 alle 09:30
Lo sport ti sceglie e non si sceglie...

Quindi è giusto provare di tutto e col tempo poi si vedrà....

Il ciclismo è uno sport costoso, ma non è poi tanto vero, il mercato della bici invece sì. In fondo con 200 Euro un cancello per far girare le gambe lo si trova per iniziare....è anche vero che un pallone per giocare a calcio lo compri con 1 euro...e le scarpe vanno bene anche quelle che ti lasciano il callo perenne.

Dal punto di vista pericolosità senza sbagliare poi tanto gli sport di contatto: calcio, basket, artimarziali...sono di gran lunga più sventurosi (come diceva Vuelta) di quello a due ruote...c'è sempre l'incidente ma quello può capitare a tutti anche senza andare in bici, la strada è comunque pericolosa a prescindere dal mezzo con cui l'attraversi.

Dal punto di vista prettamente Sportivo...il ciclismo è uno sport cardioaerobico...che ti permette di stare ore e ore in giro cosa che in
altre discipline non esiste.

 

[Modificato il 15/12/2006 alle 09:34 by itammb]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/12/2006 alle 09:39
Originariamente inviato da Luha

Ciao VDB,
(...)
d'accordo con te per gran parte di quello che scrivi. ma non credo che il mondo del ciclismo ad ipocrisia e trucchetti vari sia tanto inferiore al mondo del calcio. mi sembra che praticamente ogni giorno ci sia conferma di questo
ciao


Sono d'accordo. Io però mi riferivo però al ciclismo di base, quello delle squadrette che fanno correre i G1-G6 e gli esordienti. Il ciclismo professionistico è un'altra cosa... anche se certi tipi di trucchetti (stare a ruota, non collaborare, stringere alleanze, etc.) non le ritengo torbide malizie ma un modo molto trasparente di dimostrare che le corse non le vincono i più forti di gamba e di fiato ma anche coloro che sanno usare la testa, dosare le forze, mantenere la lucidità e non farsi prendere dal panico. Doti utilissime nella vita di tutti i giorni.
Il calcio al contrario è oramai solo uno sport fisico. E la testa ti serve solo per capire quando è meglio buttarsi per ottenere il rigore.

 

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Livello Miguel Indurain




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  postato il 15/12/2006 alle 10:14
Aggiungo a quello già detto...che se avessi un figlio in categoria Juniores a prescindere dalla dote...non lo lascerei nelle mani di NESSUNO.
GLI STAREI SEMPRE A DOSSO....e "se possibile" i soldoni lì sborserei di tasca per farlo seguire da gente preparata sul serio ed indipendenti al mondo delle due ruote. (psicologo, dietologo, analisi sangue, biomeccanica ecc..)

 

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Livello Tour




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  postato il 15/12/2006 alle 12:45
Il ciclismo agonistico logora il cervello e la psiche: ho fatto ciclismo per anni poi tutt'un tratto ho smesso perchè non sentivo più di dover dimostrare nulla nè a me stesso nè agli altri.....ci sono altre cose più importanti da fare nella vita del ciclismo....
Al ciclismo poi ci si arriva da soli, non ci sia inizia nessuno con la speranza che poi lo faccia in maniera agonistica....

 
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Livello Tour




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  postato il 15/12/2006 alle 13:38
Io sono un malato della bici e se nn pedalo per due giorni sto male. nonostante la mia passione se avessi un figlio nn lo indirizzerei certo verso questo sport. certo il ciclismo ti tempra, impari a sopportare e controllare la fatica, stai bene fisicamente (nn mi ammalo da anni)ma ragazzi un conto è pedalare su una pista ciclabile x passeggiare e un altro stare buttato su strada coi tir ke ti passano a 5 cm. quando io pedalo sono incosciente ma se ci pensi basta una scivolata in curva e finisci sotto le ruote di una makkina! è giusto riskiare x sport ke dovrebbe solo dare benefici?? mah..o cmq colleghi grattamose
 
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Livello Tour




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  postato il 15/12/2006 alle 14:53
Originariamente inviato da Drein

Io sono un malato della bici e se nn pedalo per due giorni sto male. nonostante la mia passione se avessi un figlio nn lo indirizzerei certo verso questo sport. certo il ciclismo ti tempra, impari a sopportare e controllare la fatica, stai bene fisicamente (nn mi ammalo da anni)ma ragazzi un conto è pedalare su una pista ciclabile x passeggiare e un altro stare buttato su strada coi tir ke ti passano a 5 cm. quando io pedalo sono incosciente ma se ci pensi basta una scivolata in curva e finisci sotto le ruote di una makkina! è giusto riskiare x sport ke dovrebbe solo dare benefici?? mah..o cmq colleghi grattamose



Giusto, si sta tutto il tempo in mezzo al traffico, si diventa poi uomini-bicicletta cioè una specie di macchina che pedala senza pensare, si diventa parte integrante del paesaggio,a volte ti senti come una pianta: dopo un pò di anni si preferisce fare una vita più tranquilla e meno spericolata, costa meno energie pischiche in fatto di motivazioni!!
Poi nessuno ti appluade perchè ognuno tira acqua al proprio mulino: ma allora chi c'è lo fa fare?

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 15/12/2006 alle 14:56
dire che alleno gli esordienti della mia società, sarebbe una grossa presunzione da parte mia, ma quando mi avanza tempo tra l'università e i miei allenamenti li seguo nelle uscite o vado a vederli nelle gare.
Anch'io son convinto del fatto che il ciclismo contribuisca a formare sia la personalità e il fisico come pochi altri sport, però a patto che all'inzio sia vissuto dal ragazzo come un gioco, per farlo diventare un lavoro c'è sempre tempo.
Quello che non capisco assolutamente è che senso ha barare sui raporti obbligati dei giovanissimi o rimproverare fino a far pinagere un figlio perchè ha sbagliato la condotta di gara, certo vincere una gara è bellissimo ma correre con la soggezione di sbagliar qualcosa e deleterio in quanto può portare ad odiare questo bellissimo sport o si rischia di far passare il messaggio che la vittoria e tutto, che ben presto può diventare tutto è lecito pur di vincere, ed alora son guai...
Per quanto riguarda il pericolo in allenamento, anche sulle mie strade che son intasate di mezzi pesanti, basta un po' di criterio nel scegliere percorsi su strade secondarie per evitare il traffico e ridurre i rischi

 

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Niente fremiti di gioia. Niente ebbrezza della vittoria.
La mèta raggiunta è già superata
Direi quasi un senso di amarezza per il sogno diventato realtà.
Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
L'uomo felice non dovrebbe avere più nulla da dire, più nulla da fare.
Per mio conto preferisco una felicità irragiungibile,
sempre vicina e sempre fuggente.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/12/2006 alle 18:41
Originariamente inviato da lorenzofiori

Poi nessuno ti appluade perchè ognuno tira acqua al proprio mulino: ma allora chi c'è lo fa fare?

Quando racconto ai miei amici "che bello, domani mi alzo presto e mi vado a fare qualche oretta di bici" loro mi dicono: "Ma chi te lo fa fare?"

...e io sorrido

 

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"Se hai la fortuna clamorosa di diventare un cronista di ciclismo, non puoi fare a meno di essere coinvolto, trascinato in una passione infinita, irrinunciabile, che ti segna per sempre" - Pietro Cabras

"C'è una salita? Vai su, arriva in cima, e vedrai che sarai sempre vincitore" - Giordano Cottur

 
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Livello Tour




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  postato il 15/12/2006 alle 18:45
scegliere strade secondarie nn è sempre possibile x il tipo di percorso funzionale all' allenamento e cmq purtroppo nessuna strada è sicura. anzi secondo me propio quella secondaria è insidiosa xkè c' è una minore visibilità..cmq io dico meglio nn pensarci, nella vita ci vuole un pizzico di incoscienza se no non si vive più!
 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 15/12/2006 alle 18:59
certamente il rischio si può ridurre ma non eliminare, beh anche sesuggerire l'incoscienza mi sembra un po' troppo son della tua stesa idea x vivere bisogna accettare alcuni rischi in fondo anche accompagando a scuola i figli in macchina ci sono dei rischi di incidenti.

 

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Credo che sarebbe molto più bello poter desiderare per tutta la vita qualcosa,
lottare continuamente per raggiungerla e non ottenerla mai...
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Livello Tour




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  postato il 16/12/2006 alle 17:44
Quello che proprio non capisco è come si possa trasfomare qualcosa che è già di per sè duro in un lavoro: quando mi allenavo io da amatore lo facevo già con la massima serietà possibile, per cui pensare di andare oltre col sacrificio e la serietà vuol dire, secondo me, essere masochisti e distruggere, snaturare il piacere di farlo...Boh...
 
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Livello Tour




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  postato il 16/12/2006 alle 18:02
Originariamente inviato da lorenzofiori

Quello che proprio non capisco è come si possa trasfomare qualcosa che è già di per sè duro in un lavoro: quando mi allenavo io da amatore lo facevo già con la massima serietà possibile, per cui pensare di andare oltre col sacrificio e la serietà vuol dire, secondo me, essere masochisti e distruggere, snaturare il piacere di farlo...Boh...


no vuol dire avere un obbiettivo e dare l'anima per raggiungerlo!!!

 

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Il volto umano è come la scatola nera degli aerei: registra i sentimenti che hanno segnato la nostra esistenza (MAURO CORONA)

"gli occhi fanno quel che possono niente meno e niente più tutto quello che non vedono è perchè non vuoi vederlo tu

cosa vuoi che sia passa tutto quanto solo un pò di tempo e ci riderai su..... " "Ligabue"

"Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna..."
guccini cyrano
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Livello Tour




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  postato il 16/12/2006 alle 23:16
Originariamente inviato da cecco

Originariamente inviato da lorenzofiori

Quello che proprio non capisco è come si possa trasfomare qualcosa che è già di per sè duro in un lavoro: quando mi allenavo io da amatore lo facevo già con la massima serietà possibile, per cui pensare di andare oltre col sacrificio e la serietà vuol dire, secondo me, essere masochisti e distruggere, snaturare il piacere di farlo...Boh...


no vuol dire avere un obbiettivo e dare l'anima per raggiungerlo!!!



Esiste il buon senso nelle cose: se i risultati non sono proporzionali agli sforzi secondo me non ne vale la pena: sono arrivato fino a star male psicolgicamente per essere diventato troppo duro e solitario con me stesso!!!

 
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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 19/12/2006 alle 17:54
Leggendo il thread "Addio,Ciclismo" i miei dubbi cominciano ad aumentare
 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 19/12/2006 alle 19:09
Mio padre è stato un ciclista e quando avevo 6 anni dovevo scegliere che sport praticare, come quasi tutti i bambini adoravo il calcio ma mio padre mi spingeva verso il ciclismo. Nel dubbio...mi sono iscritto ad una squadra di calcio e ad una di ciclismo . E'stato così per 2 anni, però poi gli impegni erano troppi e allora ho accantonato il ciclismo per dedicarmi al pallone. Ho giocato a calcio fino a 16 anni, poi mi sono accorto che non mi dvertivo più e ho smesso anche quello.
Alcuni pomeriggi non avevo nulla da fare, allora un bel giorno decisi di rispolverare la mountain bike di mio padre e di andare a fare qualche giretto nelle colline a 10 km da casa. Mi accorsi che a pedalare invece mi divertivo e iniziai a girare con continuità. L'anno dopo rimisi in sesto la vecchia bici da corsa di mio padre, iniziai ad uscire con qualche gruppo di ciclisti ed era troppo bello dare la paga a gente tutta tirata con delle ciclo da 7 kg allora a quel punto comprai la mia bici attuale e la cosa diventò leggermente più seria (qualche granfondo e week-end estivi in giro x L'italia).
In quel momento mi venne da pensare "Ma perchè ho scelto il calcio invece che il ciclismo..." Invece ragionando non rimpiango nulla.
Per me il ciclismo è alzarsi la domenica alle 7 di mattina solo per il gusto di fare un giro in compagnia; caricare la bici e andare a seguire il Giro e il Tour; godersi il paesaggio incontaminato delle montagne; tornare a casa dopo un giro di 5 ore e mangiarsi 3 etti di spaghetti .
Il ciclismo è bellissimo, ma l'agonismo richiede dei sacrifici a mio parere esagerati e non so se il divertimento sia assicurato...
Nonostante ciò a gennaio seguirò un corso per diventare direttore spotivo, perchè penso che sia una bella opportunità e poi di direttori sportivi a 18 anni non credo ce ne siano molti . Per concludere penso che un genitore possa invogliare suo figlio a praticare uno sport piuttostio che un altro, ma alla lunga sarà la passione a decidere.
Pensa un pò...mio padre aveva anche scelto giusto e quello che non aveva capito la propria passione ero io
Come direbbe un saggio filosofo greco...sfiga

 

[Modificato il 19/12/2006 alle 19:12 by Pirateattack]

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"La grinta non si può comprare: o ce l'hai o non ce l'hai. Puoi avere il tecnico migliore, lo stipendio più alto e tutti gli stimoli di questo mondo, ma quando sei al limite della fatica sono solo le tue doti ad aiutarti" Marco Pantani

 
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