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Autore: Oggetto: In margine a un'intervista a Bettini.

Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 01/12/2006 alle 01:42
Probabilmente questo thread sarà chiuso e spostato ( se lo fate, per favore , mettetelo in quello sulle differenze fra i casi pantani,Ullrich e Basso perché credo che questa intervista vada in una direzione molto voluta da Marco), però io credo che all'interno di argomenti più vasti ci siano delle particolarità e che mettere tutto insieme non è sempre funzionale al discorso. poi magari mi sbaglio e allora, appunto, spostatelo.
Ho letto l'intervista a Bettini su Bicisport.
Una bella intervista, Bettini mi è piaciuto.
Però mi domando: ma chi glielo fa fare?
Dice cose giustissime sull'esame del DNA ( inutile nella lotta al doping, viola gravemente la privacy dei ciclsti, illegale ecc.), esprime una forte rottura di scatole per il modo in cui i ciclisti vengono trattati e ha una battuta cattiva su Cipollini che mi è piaciuta. Dice chiaramente che se ci fosse un obbligo del test lui non correrebbe più corse del pro Tour, a giocare tutti i giochi scemi non ci sta.
Propone, finalmente, che i ciclisti si tassino e si tutelino con avvocati megapotenti, tutelino se stessi, il movimento, uno sport ormai allo sbando.
E' anche prudente perché afferma che non vuole fare il kamikaze.
Ora il problema è: chi lo seguirà?
Chi avrà il coraggio di seguirlo? Ovviamente nessuno e lui fa bene ad essere prudente: sa che i coltelli alla schiena sono ad orologeria.
Non vedo cuor di leoni in giro,allora penso che se lo meritano: fa bene Mc Quaid a chiedere di poter squalificare i ciclisti senza prove ( perché questa è la richiesta) mentre fior di calciatori, tennisti ecc. sono amati e apprezzati da tutti e magari frequentavano quel laboratorio spagnolo.
Sì, fanno bene a trattarli così, anzi anche peggio.
Sono grandi , adulti, se non hanno capito che è ora che la smettano di dire sempre signorsì, fare la figura dei delinquenti, assecondare questa finta lotta al doping e poi doversi imbottire lo stesso di doping, se non hanno capito che è ora che si tutelino legalmente, che siano uniti, se non hanno ancora capito niente, beh.... che li squalifichino pure senza prove. A turno, tanto la ruota gira.
Complmenti a Bettini ma credo che la sua determinazione resterà isolata.
Devo dire che dalla lettura di Bicisport viene fuor una grande consapevolezza di come stiano le cose veramente, anche fra i lettori. ma questo credo che nasca dal fatto che Sergio Neri fa una scelta di lettere che esclude, giustamente, il tifoso cieco .
Mi sembra che ci siano dei tentativi di cercare di tutelare il ciclismo ( Bicisport, la linea che ha preso Marco Grassi su questo sito), ma io non ho fiducia nei ciclisti e poi mi sembra che lo spirito crociato della finta lotta al doping abbia ormai (de)formato una visione delle cose che non è più né laica né razionale.
Forse è tardi,i ciclisti avrebbero dovuto cominciare a capire molto prima.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 08:23
Ci auguriamo soltanto che il tuo nickname non sia poi da applicare a Paolino.
Comunque complimenti per la lucida avvelenata.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 10:08
"Dietro a Bettini il nulla", mi sembra la sintesi dell'interveno di Don Chischiotte.

Posso essere d'accordo su questo. E sicuramente c'entrano motivazioni come l'omertà dei corridori, il loro non essere cuor di leone, etc.

Ma vorrei trovare un'altra spiegazione a ciò: diciamo che i ciclisti, a differenza dei calciatori o dei tennisti hanno delle peculiarità che in parte (solo in parte) giustificano la loro ritrosia a schierarsi:

1. il ciclista è tipicamente meno istruito degli altri: i calciatori un mezzo diploma ce l'hanno perchè a 14 anni vanno in collegio e poi vogliono che migliorino la loro immagine, mentre i ciclisti no. Scarsa cultura e scarsa istruzione pesano in questo frangente.

2. I ciclisti sono meno ricchi. Per cui hanno meno disponibilità a spendere denaro in avvocati o cause legali, a meno che non rientrino in quel ristretto novero di corridori milionari. E di conseguenza, i migliori avvocati, i migliori procuratori, i migliori periti si occupano di altri sport. In queste condizioni "buttarsi avanti" è arduo.

3. I ciclisti sono meno protetti da un punto di vista politico: fanno meno audience, fanno girare meno soldi (individualmente parlando: da un punto di vista "collettivo" il mercato ciclistico di base smosso dal movimento professionistico è enorme), sono meno appariscenti in tv. Buttarsi avanti significa pestare i piedi ai boss del businness sportivo. Chi ci ha provato ha pagato caro. Anche perchè la lotta al doping di parvenza deve essere fatta, e allora cosa meglio che farla sui più deboli?

4. I ciclisti hanno un potere contrattuale limitato: nel caso debbano "cambiare aria" per certe loro prese di posizione, ammesso che qualche squadra li riaccetti, il numero di squadre è limitato rispetto al calcio. In Europa oggi ci sono almeno 30 squadre di vertice e altrettanto di medio livello a cui offrirsi. Nel ciclismo di vertice ci sono 12-15 squadre (nemmeno tutto il Pro Tour) e altrettante di medio livello. In più il ciclista è sottoposto ad una concorrenza sfrenata: diventi "obsoleto" più precocemente, tutto dipende dalle tue prestazioni e non da quelle del team, per cui non è proprio il caso che ti metti a fare il piantagrane.

Oserei portare queste piccole (e discutibili: aspetto vostri interventi contrari) giustificazioni per assolvere almeno in parte lo scarso attivismo sindacale dei corridori.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 12:19
thread interessante.
Alle considerazioni di Frank aggiungereia anche un fatto: i ciclisti professionisti sono pochi. soprattutto se contiamo coloro che effetivamente riescono a fare del ciclismo una professione per diverse stagioni e che corrono per squadre di un certo livello, non solo economico.
I calciatori professionisti sono molti di +.
ci sono 20 squadre in a, 22 in b, un centinaio tra C1 e C2.
Sono 140 squadre, per una media di 20 calciatori a squadra fa quasi 3000 calciatori professionisti.
non è sicuramente il motivo principale, am anche questo spiega perchp i ciclisti hanno meno forza "sindacale" (intesa in senso molto largo), dei calciatori.

Appena riesco a leggere l'intervista di bettini ritornerò sull'argomento.

 
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  postato il 01/12/2006 alle 12:29
Originariamente inviato da Frank VDB

Oserei portare queste piccole (e discutibili: aspetto vostri interventi contrari) giustificazioni per assolvere almeno in parte lo scarso attivismo sindacale dei corridori.


5. I ciclisti hanno poco senso di cameratismo, di coesione, non essendo le società ciclistiche un preludio a delle riunioni di persone, di colleghi, più o meno frequenti. In altri sport gli atleti vivono in simbiosi (o quasi) per almeno un anno, ed anche cambiando società di appartenenza possono mantenere contatti più o meno profondi con gli ex-compagni, i compagni, e gli ex-compagni dei compagni di squadra. Nel ciclismo questo non avviene (Rebellin non vive in Germania, tanto per fare un esempio), ed è più difficile cementare rapporti. Molto spesso i rapporti più "profondi" sono quelli tra compagni di allenamento (mi vengono in mente Ballan-Pozzato, tanto per dire una coppia).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 13:17
ed anche sottolinerei il fatto che il calcio ha il potere,vista la sua inspiegabile popolarita',di poter metabolizzare tutto.quindi,dal punto di vista dell'uomo della strada,davids,trovato positivo ad un controllo, era una vittima,un pantani,sempre dal punto di vista del tifoso medio universale e poco istruito, vinceva perche' dopato.per quel che concerne la cultura dei ciclisti,non sarei tanto certo che sia inferiore a quella dei calciatori.Vieri e Totti in questo senso sono esempi illuminanti.sono piu' ricchi,piu' potenti,piu' personaggi.Per dirne una ,Bettini sul mio lavoro fino alla vittoria olimpica non lo conosceva nessuno.Quanto al discorso di Bettini penso che il tutto sia originato dal fatto che fare qualche irruzione al giro,prendere qualche pollo ingrassato positivo,sbattere il mostro in prima pagina,fa "fighi".perche' e' facile che qualcuno in questo mondo ci caschi,perche' non c'e' tutela ne' mediatica, ne' "giudiziaria",perche' il movimento sposta interessi economici importanti fino ad un certo punto.la prova l'abbiamo avuta in Spagna.la fuga di notizie ha riguardato solo ciclisti ed atleti.
 
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Moderatore




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  postato il 01/12/2006 alle 13:28
Lancio una provocazione:

un problema del ciclismo sta, secondo me, nell'orgoglio dei cicloamatori (egocentrici, quali ciclisti, per antonomasia).

Un cicloamatore che vede un pro' salire con VAM incredibili su una salita impervia, mette in dubbio la "pulizia" di tale prestazione perché "lui non ci riesce".
Un calciatore di terza categoria che vede un pro' stoppare un pallone al volo, ruotarsi su di esso e fare una rovesciata sotto la traversa, guarda ammirato il "gesto" di tale calciatore perché "una volta, al mare, ho fatto una rovesciata simile, in acqua".

Che sto cercando di dire?
Che il cicloamatore ha una percezione "meccanica" del gesto ciclistico («se spingo più forte sui pedali vado più forte»), mentre il calciatore di terza categoria ha una percezione "stilistica" del gesto calcistico («se mi arriva un pallone fatto bene, lo calcio al volo» [anche se poi quel tiro dovesse finire per campi]).

Perché? Semplice. Per genetica.
Non tutti siamo in grado di salire il Mortirolo. Chi pesa più di "tot" chili può sentirsi escluso dal rivedersi in Simoni, in Di Luca, in Garzelli. Ipotizziamo sia impossibile, e guardiamo con sfiducia l'autore di una prestazione maiuscola.
E invece tutti siamo in grado, con un po' di fortuna (e magari la spiaggia o l'acqua che ci attutisce il colpo), di sferrare una rovesciata (o qualcosa di simile) per colpire un pallone e fare gol. Sappiamo che è possibile, ed applaudiamo chi riesce a farlo in una partita.

Se iniziassimo ad essere meno egocentrici, noi cicloamatori (e dico "noi" forzandolo, of course ), probabilmente i media, i magistrati e i "papaveri" del ciclismo troverebbero meno campo fertile ove seminare il fango che intacca lo sport che amiamo.

 

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2006

  postato il 01/12/2006 alle 13:50
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Lancio una provocazione:

un problema del ciclismo sta, secondo me, nell'orgoglio dei cicloamatori (egocentrici, quali ciclisti, per antonomasia).

Un cicloamatore che vede un pro' salire con VAM incredibili su una salita impervia, mette in dubbio la "pulizia" di tale prestazione perché "lui non ci riesce".
Un calciatore di terza categoria che vede un pro' stoppare un pallone al volo, ruotarsi su di esso e fare una rovesciata sotto la traversa, guarda ammirato il "gesto" di tale calciatore perché "una volta, al mare, ho fatto una rovesciata simile, in acqua".

Che sto cercando di dire?
Che il cicloamatore ha una percezione "meccanica" del gesto ciclistico («se spingo più forte sui pedali vado più forte»), mentre il calciatore di terza categoria ha una percezione "stilistica" del gesto calcistico («se mi arriva un pallone fatto bene, lo calcio al volo» [anche se poi quel tiro dovesse finire per campi]).

Perché? Semplice. Per genetica.
Non tutti siamo in grado di salire il Mortirolo. Chi pesa più di "tot" chili può sentirsi escluso dal rivedersi in Simoni, in Di Luca, in Garzelli. Ipotizziamo sia impossibile, e guardiamo con sfiducia l'autore di una prestazione maiuscola.
E invece tutti siamo in grado, con un po' di fortuna (e magari la spiaggia o l'acqua che ci attutisce il colpo), di sferrare una rovesciata (o qualcosa di simile) per colpire un pallone e fare gol. Sappiamo che è possibile, ed applaudiamo chi riesce a farlo in una partita.

Se iniziassimo ad essere meno egocentrici, noi cicloamatori (e dico "noi" forzandolo, of course ), probabilmente i media, i magistrati e i "papaveri" del ciclismo troverebbero meno campo fertile ove seminare il fango che intacca lo sport che amiamo.



e' un discorso che condivisibile.ma non riguarda solo i cicloamatori.ormai il ciclismo ha una tale fama negativa,che anche i profani di questo sport sospettano ormai ad ogni impresa ciclistica.la trasmissione di radio2 poche ore dopo il trionfo di salisburgo in questo senso e' sintomantica.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 16:00
Originariamente inviato da barrylyndon

e' un discorso che condivisibile.ma non riguarda solo i cicloamatori.ormai il ciclismo ha una tale fama negativa,che anche i profani di questo sport sospettano ormai ad ogni impresa ciclistica.la trasmissione di radio2 poche ore dopo il trionfo di salisburgo in questo senso e' sintomantica.



Giusto capita spesso anche a me...molti miei amici che ne sanno poco dano il ciclismo per lo sport "delle pere".
Il problema non sta in questo, perchè qualcuno dice pure che il calcio è sport di corrotti.
La differenza tra i due è che per il calcio in qualche modo riesci a semntirli, nel ciclismo no, perchè sempre più spesso vengono fuori scandali, nel calcio di scandali ce n'è uno ogni 5,6 anni (ultimo 2001 passaporti falsi).

Per quanto riguarda Davids oltre ad essere stato un caso isolato se non erro lui era esonerato per quanto riguarda l'uao di alcune sostanza a causa di una congiuntivite cronica se non erro (vedi anche occhiali).

 

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Livello Tour




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  postato il 01/12/2006 alle 16:13
si..tutto condivisibile.
forse un´altra considerazione a margine: il ciclismo e´ sport di fatica. e la fatica tempra si, il fisico,un po´ meno la mente. non ci si deve dimenticare che e´ uno sport fatto di enormi sacrifici. giovani ragazzi che devono sacrificare tutto o quasi il loro tempo, inteso anche come sfera privata, inteso anche come sfera "formativa",alla bici. allo stare ore e ore in sella. e cio´ alla fine paga. basta sentire un moser esprimersi. tanto per parlare di colui che li dovrebbe rappresentare. l´ attitudine alla fatica deficita le capacita´ critiche e di analisi. le molte, forse troppe ore di allenamento, specie x i + giovani,contrastano una capacita´ di apprendimento, mediamente riscontrabile in individui di pari eta´. basta leggere un forum di ciclismo giovanile e/o praticato, x rendersi conto di certe lacune. il ciclismo non ti lascia respirare un´ attimo. e poi, quando quell´ attimo magari lo cogli, capisci che sei rimasto senza squadra. ed hai gettato via anni di sabati sera passati a casa xche´ la mattina c´ era da correre..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 16:28
Originariamente inviato da barrylyndon
quindi,dal punto di vista dell'uomo della strada,davids,trovato positivo ad un controllo, era una vittima


vallo a dire ai tifosi giallorossi, o interisti oppure viola, che Davids era una vittima...


la prova l'abbiamo avuta in Spagna.la fuga di notizie ha riguardato solo ciclisti ed atleti.


perchè UCI e organizzatori del Tour hanno spinto in maniera pesante perche questi nomi venissero fuori: cosa che si sono ben guardati dal fare la FIFA, l'UEFA o l'ITF.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 16:30
Originariamente inviato da super cunego
nel calcio di scandali ce n'è uno ogni 5,6 anni (ultimo 2001 passaporti falsi).


scusa, ma a maggio, quando il faccione di Luciano Moggi campeggiava in modo permanente su tutti i giornali, tu dov'eri?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 16:41
il sindacato calciatori esiste ormai da circa quarant'anni, è guidato da sempre dall'avv. Sergio Campana (cosa da molti criticata, ma che indubbiamente dà a quella persona un potere non indifferente in sede di trattativa con le controparti varie) e non è che in tutto questo tempo abbia poi raggiunto traguardi favolosi.
Fino a qualche anno fa, l'obiettivo più importante raggiunto dal sindacato calciatori era la firma contestuale, cioè un calciatore non poteva essere trasferito in una squadra non gradita.
E in questi quarant'anni la conquista maggiore non è stata raggiunta grazie all'opera del sindacato, ma l'ha ottenuta un oscuro calciatore di nome Marc Bosman.

Andiamoci piano con le lodi al sindacato calciatori...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2006 alle 19:59
Purtroppo la fama negativa del ciclismo è molto radicata.

Una mia compagna di classe che segue pochissimo il ciclismo (io da tutti i miei amici sono considerato in quanto ciclista un pò stravagante, e ritengono che fare 48 km sia chissà quale impresa) durante il giro, molto prima di OP mi ha chiesto

Poi io pesando oltre 80kg quando pedalo immagino a di essere Honchar, Cancellara o Bodrogi

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 02/12/2006 alle 00:11
Originariamente inviato da Monsieur 40%

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Un cicloamatore che vede un pro' salire con VAM incredibili su una salita impervia, mette in dubbio la "pulizia" di tale prestazione perché "lui non ci riesce".
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Che sto cercando di dire?
Che il cicloamatore ha una percezione "meccanica" del gesto ciclistico («se spingo più forte sui pedali vado più forte»), mentre il calciatore di terza categoria ha una percezione "stilistica" del gesto calcistico («se mi arriva un pallone fatto bene, lo calcio al volo» [anche se poi quel tiro dovesse finire per campi]).

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E invece tutti siamo in grado, con un po' di fortuna (e magari la spiaggia o l'acqua che ci attutisce il colpo), di sferrare una rovesciata (o qualcosa di simile) per colpire un pallone e fare gol. Sappiamo che è possibile, ed applaudiamo chi riesce a farlo in una partita.

Se iniziassimo ad essere meno egocentrici, noi cicloamatori (e dico "noi" forzandolo, of course ), probabilmente i media, i magistrati e i "papaveri" del ciclismo troverebbero meno campo fertile ove seminare il fango che intacca lo sport che amiamo.


Più che una èrovocazione è una sciocchezza, perdonami..........
Ma come ti viene in mente , mo va a finire che tutte le traviate avventure giudiziarie del ciclismo è colpa dei cicloamatori invidiosi???!!!! ed ignoranti soprattutto!!!!
Perchè quelli racconti tu, sono cicloamatori soprattutto ignoranti oltre che stupidi, nessuno può e deve paragonare i suoi risultati atletici con quelli di un professionista, se lo fa è un pazzo arrogante..
Vuoi farmi credere che siete tutti così??!!!!!

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 02/12/2006 alle 00:35
Non lo so se i ciclisti siano più o meno colti dei calciatori, io penso che la capacità di tutelarsi dei calciatori sia data dalla potenza del loro sport, economica e politica.
Il processo alla Juve, visto in televisione, mostrava dei ragazzotti balbettanti, però non erano imputati, solo testimoni, con lo stesso PM che aveva incriminato Pantani.
E avevano avvocati che trattavano il giudice malissimo, c'è stata una perizia che affermava che i valori ematici di alcuni calciatori erano fisiologicamente inspiegabili ma l'assoluzione è stata perché il fatto non sussiste.
Nel luglio 2004 cambiò il capo d'imputazione ( si parlava di epo e doping) ma non cambiò la posizione dei calciatori ( sempre testimoni, non imputati)
Io penso che se uno di quei ragazzotti avesse fatto il ciclista e non avesse avuto la potenza del calcio alle spalle ( sponsor del calio sono la Fiat, Moratti, Berlusca ecc.) non se la sarebbe cavata.
Infatti nel ciclismo tutelatissimo da avvocati potenti è Armstrong che ha alle spalle potenze economiche multinazionali, ma lui non pensa a tutelare il ciclismo, lui pensa a se stesso e basta.
Per questo penso che la presa di posizione di Bettini sia encomiabile ( molto) ma rischia di rimanere isolata, sì Valverde gli ha dato ragione, pure Pozzato ma non è un fronte e l'idea di tassarsi e prendere i migliori avvocati è un'idea ottima ma se non hai alle spalle almeno il gruppo ( visto che potenza economica e politica ne hai poca) la vedo dura.

 

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IO NON L'HO VOTATO.

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Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2006 alle 10:34
Originariamente inviato da Donchisciotte

Non lo so se i ciclisti siano più o meno colti dei calciatori, io penso che la capacità di tutelarsi dei calciatori sia data dalla potenza del loro sport, economica e politica.
Il processo alla Juve, visto in televisione, mostrava dei ragazzotti balbettanti, però non erano imputati, solo testimoni, con lo stesso PM che aveva incriminato Pantani.
E avevano avvocati che trattavano il giudice malissimo, c'è stata una perizia che affermava che i valori ematici di alcuni calciatori erano fisiologicamente inspiegabili ma l'assoluzione è stata perché il fatto non sussiste.
Nel luglio 2004 cambiò il capo d'imputazione ( si parlava di epo e doping) ma non cambiò la posizione dei calciatori ( sempre testimoni, non imputati)
Io penso che se uno di quei ragazzotti avesse fatto il ciclista e non avesse avuto la potenza del calcio alle spalle ( sponsor del calio sono la Fiat, Moratti, Berlusca ecc.) non se la sarebbe cavata.
Infatti nel ciclismo tutelatissimo da avvocati potenti è Armstrong che ha alle spalle potenze economiche multinazionali, ma lui non pensa a tutelare il ciclismo, lui pensa a se stesso e basta.
Per questo penso che la presa di posizione di Bettini sia encomiabile ( molto) ma rischia di rimanere isolata, sì Valverde gli ha dato ragione, pure Pozzato ma non è un fronte e l'idea di tassarsi e prendere i migliori avvocati è un'idea ottima ma se non hai alle spalle almeno il gruppo ( visto che potenza economica e politica ne hai poca) la vedo dura.



mi ricordo di quel processo di torino:di fronte alle domande incalzanti di Guariniello le scuse trovate dai "testimoni eccellenti" suscitavano quasi tenerezza.la fine di quella istruttoria era gia' nota.per i motivi che hai colto tu..

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 16/12/2006 alle 20:26
Vorrei sottolineare un aspetto a mio modo di vedere molto importante:

Il ciclista,per antonomasia,è solo,è solo con la sua fatica,con i suoi pensieri,con la sofferenza,ma è anche solo quando si tratta di processi,di perquisizioni di condanne masmediatiche sommarie.

Non esistono poteri che riescano a difenderlo,non esistono neanche delle vere e proprie squadre all'altezza di questo nome,con una'organizzazione stabile alle spalle,un management con gli attributi.NO!.Nulla di tutto questo.
E' solo quando si deve difendere.L'esempio del processo alla juve è emblematico,in quel caso era una forte società che si difendeva,la figuraccia che fecero i calciatori fu veramente terrificante,sembravano dei bambini all'esame di quinta elementare.Tutti sarebbero capaci di uscirne puliti con uan società come la juve alle spalle! I corridori invece,isolati nelle loro famiglie sono costretti a contare per lo più sulle loro forza!

 

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DAvide

"Cause tramps like us,baby we were born to run" (Bruce Springsteen)

C.S.N.P.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 29/12/2006 alle 01:18
Come gruppo tifosi on line Nessuno tocchi Pantani, abbiamo inviato a Bicisport una lettera di solidarietà ai corridori come Bettini.
E' stata pubblicata ma è stato tolto "in rappresentanza di NTP".
Questa la lettera che abbiamo inviato e la risposta di Sergio Neri.
Devo dire anche che mi è MOLTO piaciuto, in uno degli articoli sul ritiro statunitense di basso,il richiamo alla vicenda di pantani e alla evocata chiusura di un cerchio. Anche Sergio Neri nel suo editoriale richiama le coscienze piene di rimorsi per la vicenda Pantani, ecco, che si capisca ( E SE NE PARLI) il legame fra vicenda Pantani, immolazione del ciclismo, vicende passate e attuali del ciclismo è cosa, per me , molto importante e segno di uno sguardo acuto.

Egregio Direttore
Le scriviamo con la speranza che il suo giornale possa ospitare questo breve
intervento che, in un momento difficile come questo, riteniamo
necessario affidare a Bicisport.
Ormai da mesi assistiamo ad uno stillicidio senza pari: si parla (e spesso si
straparla) di
doping, si assiste alla lotta di potere tra l' Uci (aberranti le parole di
Verbruggen sul numero di ottobre) e gli organizzatori delle
più importanti corse del mondo; si parla soprattutto dell'Operacion Puerto e
dei sospetti che certi dirigenti incapaci ed interessati, con una condotta
irresponsabile e sospetta, hanno gettato addosso ad alcuni atleti impedendo
loro di svolgere il proprio mestiere sulla
base di illazioni.
Facendo questo hanno inevitabilmente gettato una grande quantità di ombre su
tutta la categoria: ormai l'equazione ciclismo=doping è persino scontata,
questo è¨ tutto ciò che questi
personaggi, con il contributo forse involontario ma determinante ,di certa
informazione alla
perenne ricerca dello scoop, sono riusciti ad
ottenere.
Di ciclismo, in compenso, si parla sempre meno: basti pensare all'ultimo
Tour, che sui
quotidiani ha trovato pochissimo spazio, molto
meno di quello dedicato a raccontare le vicende dell'Operacion Puerto.
Come faceva giustamente notare Philippe Brunel, non si parla più¹ di ciclismo
e di campioni.
I geniali gruppi sportivi sono addirittura arrivati a pretendere che gli
atleti, per potersi tesserare ad una squadra ammessa al Pro Tour, debbano
obbligatoriamente fornire
il proprio Dna alla squadra stessa. Una ventata di fumo negli occhi, perché
è evidente che il Dna non potrà mai servire ad individuare
l'atleta che usa sostanze dopanti: al massimo può servire ad individuare se
una sacca di sangue appartenga o meno ad un sospettato.
Ma questa è l'ennesima, grave violazione dei diritti dei corridori e la
dimostrazione che i gruppi sportivi e l'Uci li vogliono davvero nel
tritacarne. In questa situazione, dove ormai tutti gridano come ossessi le
proprie ragioni senza peraltro ascoltare quelle degli altri, mancava solo una
voce: quella dei corridori, la parte nobile del movimento ciclistico. Ad
essere onesti non ci speravamo molto, invece siamo ben felici che il nostro
pessimismo sia stato smentito.
Abbiamo ascoltato con vera soddisfazione le dichiarazioni di corridori
importanti come
Bettini, Pozzato, Petacchi e Valverde: i corridori hanno finalmente capito
che devono pensarci loro a difendersi da tutte quelle
aggressioni che subiscono quotidianamente ed hanno rialzato la testa.
A loro vogliamo esprimere tutta la nostra solidarietà, chiediamo che
mantengano
l'unione che hanno faticosamente raggiunto, che continuino ad essere compatti
per, senza paura alcuna, puntare a riavere quella dignità che
questa categoria dirigenziale (che sta causando danni incalcolabili al
ciclismo) ogni giorno calpesta senza il minimo rispetto.
Non abbiano paura,tantissimi appassionati sono dalla loro parte: è ora che
questo massacro
finisca, evidentemente la storia di
Marco Pantani, a certi dirigenti, non ha
insegnato nulla.
Stavolta sembrano avere anche un appoggio dalla politica , vista l'intervista
all'on. Paissan.
L'augurio è che questo sia un primo ma
importantissimo passo per riportare il ciclismo nelle mani di persone che
vogliano il bene di questo stupendo sport: nessuno meglio dei
corridori può riuscire a realizzare questo sogno ,imparando, insieme, anche a
difendersi dal doping, di cui sono le uniche vittime.
Grazie per l'attenzione
In rappresentanza del gruppo tifosi on line Nessuno Tocchi Pantani:
Bellin Luca - Vicenza
> Ferrara Maria Rita - Roma
Niedrist Traudi - Merano
Pavan Stefano - Bergamo
Lorenzo Pennese - Pescara
Giorgio Amendola - Roma







'Cari Lettori, giusto tutto quello che dite. Sacrosanto il sospetto che gli
attuali dirigenti internazionali del ciclismo rendano un pessimo servizio a
questo sport mettendo praticamente i corridori nel tritacarne.
Non sanno quanto è grande il valore di un atleta ma sanno certamente quanto
è grande la misura degli interessi che intendono muovere gestendo questo
sport. Del quale non conoscono nè la storia nè lo spirito. Io giro la vostra
lettera ai corridori, da Bettini all'ultimo degli esordienti. Sono loro, con
la loro unità a la forza della loro passione che devono dare trasparenza
alle loro avventure in corsa e forza a chi li rispetta e li ama per
ribaltare una situazione che condanna il loro sport e il loro mestiere.'


 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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  postato il 29/12/2006 alle 03:42
Bettini: potrei ritirarmi a fine 2008

''Credo che fisicamente potro' essere competitivo per altri due anni. Comunque vedro' come reagira' il mio corpo e quando sentiro' di non farcela piu', smettero' di correre''. Lo ha dichiarato in un'intervista rilasciata al portale belga 'sport.be' campione del mondo Paolo Bettini, che attualmente milita nel team belga Quick-Step. Bettini, oro alle Olimpiadi di Atene 2004, progetta gia' i suoi due prossimi anni, probabilmente gli ultimi della sua carriera: ''Correro' i Mondiali a Stoccarda nel 2007 e a Varese nel 2008 e partecipero' alle Olimpiadi di Pechino. Sono tutte corse che si adattano alle mie caratteristiche, ma dopo queste gare credo che smettero' di pedalare''. Bettini ha sottolineato come, dopo le Olimpiadi, potrebbe arrivare il momento migliore per chiudere la carriera. ''Ascoltero' il mio corpo: se non saro' piu' in grado di continuare, mi fermero'''.

(fonte: tuttobiciweb.it)

 

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  postato il 29/12/2006 alle 19:32
Bettini e il possibile ritiro

Originariamente inviato da Casagrande

Il possibile ritiro a fine 2008 paventato da Paolo Bettini, se da un lato conferma l'onestà professionale ed intellettuale di un'atleta ormai da annoverare tra i più grandi di sempre del nostro ciclismo, dall'altro farà dispiacere sicuramente, se confermato, ai tifosi del "grillo" e a tutti gli appassionati. Sono convinto che Bettini, se continuerà ad amare la sua professione, ad allenarsi con volontà e raziocinio anche mentale, può continuare benissimo anche fino a 40 anni. La sua determinazione, il suo orgoglio, il non arrendersi mai sono fuori dal comune in un mondo in cui diversi atleti si sentono arrivati e non hanno spirito di sacrificio. Del resto, anche il grandissimo Francesco Moser tentò il record dell'ora a 44 anni....... Cosa ne pensate?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/12/2006 alle 11:22
Bettini fino a 36/37 anni può benissimo vincere un Mondiale, ad esempio. Il problema è che ogni anno "spunta" gente nuova, e ad una certa età il ricambio generazionale si fa sentire...

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 30/12/2006 alle 14:33
Originariamente inviato da cikki

si..tutto condivisibile.
forse un´altra considerazione a margine: il ciclismo e´ sport di fatica. e la fatica tempra si, il fisico,un po´ meno la mente. non ci si deve dimenticare che e´ uno sport fatto di enormi sacrifici. giovani ragazzi che devono sacrificare tutto o quasi il loro tempo, inteso anche come sfera privata, inteso anche come sfera "formativa",alla bici. allo stare ore e ore in sella. e cio´ alla fine paga. basta sentire un moser esprimersi. tanto per parlare di colui che li dovrebbe rappresentare. l´ attitudine alla fatica deficita le capacita´ critiche e di analisi. le molte, forse troppe ore di allenamento, specie x i + giovani,contrastano una capacita´ di apprendimento, mediamente riscontrabile in individui di pari eta´. basta leggere un forum di ciclismo giovanile e/o praticato, x rendersi conto di certe lacune. il ciclismo non ti lascia respirare un´ attimo. e poi, quando quell´ attimo magari lo cogli, capisci che sei rimasto senza squadra. ed hai gettato via anni di sabati sera passati a casa xche´ la mattina c´ era da correre..


la tua analisi e´completamente centrata.

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 02/01/2007 alle 12:51
A proposito di Bettini,vedendo le foto del ritiro in toscana mi è saltato all'occhio una cosa:

La specialaiz(come cacchio si scrive),non ha ancora preparato la bici da campione del mondo!! mi sembra molto strano!! Stranissimo!

 

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DAvide

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Livello Tour




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  postato il 04/08/2007 alle 18:20
C'è qualcuno che ha informazioni fresche su Bettini?
E' un pezzo che non se ne parla.

 
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  postato il 04/08/2007 alle 18:22
È stato costretto al ritiro per una tendinite rotulea al recente Tour de Wallonie, e non è stato in grado di presentarsi al via a San Sebastián.

Tornerà in corsa al Giro di Germania.

 

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Livello Tour




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  postato il 04/08/2007 alle 18:32
Originariamente inviato da Monsieur 40%

È stato costretto al ritiro per una tendinite rotulea al recente Tour de Wallonie, e non è stato in grado di presentarsi al via a San Sebastián.

Tornerà in corsa al Giro di Germania.


Speriamo di rivederlo al più presto fra i primi.

 
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Livello Miguel Indurain




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  postato il 04/08/2007 alle 19:58
Originariamente inviato da 53.11

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Lancio una provocazione:

un problema del ciclismo sta, secondo me, nell'orgoglio dei cicloamatori (egocentrici, quali ciclisti, per antonomasia).

Un cicloamatore che vede un pro' salire con VAM incredibili su una salita impervia, mette in dubbio la "pulizia" di tale prestazione perché "lui non ci riesce".
Un calciatore di terza categoria che vede un pro' stoppare un pallone al volo, ruotarsi su di esso e fare una rovesciata sotto la traversa, guarda ammirato il "gesto" di tale calciatore perché "una volta, al mare, ho fatto una rovesciata simile, in acqua".

Che sto cercando di dire?
Che il cicloamatore ha una percezione "meccanica" del gesto ciclistico («se spingo più forte sui pedali vado più forte»), mentre il calciatore di terza categoria ha una percezione "stilistica" del gesto calcistico («se mi arriva un pallone fatto bene, lo calcio al volo» [anche se poi quel tiro dovesse finire per campi]).

Perché? Semplice. Per genetica.
Non tutti siamo in grado di salire il Mortirolo. Chi pesa più di "tot" chili può sentirsi escluso dal rivedersi in Simoni, in Di Luca, in Garzelli. Ipotizziamo sia impossibile, e guardiamo con sfiducia l'autore di una prestazione maiuscola.
E invece tutti siamo in grado, con un po' di fortuna (e magari la spiaggia o l'acqua che ci attutisce il colpo), di sferrare una rovesciata (o qualcosa di simile) per colpire un pallone e fare gol. Sappiamo che è possibile, ed applaudiamo chi riesce a farlo in una partita.

Se iniziassimo ad essere meno egocentrici, noi cicloamatori (e dico "noi" forzandolo, of course ), probabilmente i media, i magistrati e i "papaveri" del ciclismo troverebbero meno campo fertile ove seminare il fango che intacca lo sport che amiamo.


Più che una èrovocazione è una sciocchezza, perdonami..........
Ma come ti viene in mente , mo va a finire che tutte le traviate avventure giudiziarie del ciclismo è colpa dei cicloamatori invidiosi???!!!! ed ignoranti soprattutto!!!!
Perchè quelli racconti tu, sono cicloamatori soprattutto ignoranti oltre che stupidi, nessuno può e deve paragonare i suoi risultati atletici con quelli di un professionista, se lo fa è un pazzo arrogante..
Vuoi farmi credere che siete tutti così??!!!!!


Si è vero nn ci sono paragoni potenziali x chi si allena ogni giorno contro un cicloAmatore che pratica sport nei suoi ritagli di tempo.

Le polemiche che dice il Signor 40% nascono solo dalla considerazione degli Egocentrici che : dopo la 3za settimana di un giro nn puoi avere una VAM come se non avessi corso nemmeno un giorno.

Il cicloAmatore capisce e si schifà...

Bettini dice giusto. Il trattamento verso la categoria è inaccetabile.

Ma sarebbe anche costruttivo da parte di ciclisti "Fortunati" e al "Vertice" chiarire chi e cosa crea problemi alla categoria...

....

Sono i controlli ...?... o il sommerso che tutti conoscono nel ambiente !

Sarebbe più giusto che al di là delle belle parole da leggere in un giornale qualcuno o più di uno si riunisse e facesse precise affermazioni su chi oggi sono i preparatori, come lavorano e se sono fuori dalle regole....

Purtroppo questo sport paga molto le caratteriscice di durezza che allontanano le persone ognuna per se nel momento i fatica..

"Ognuno per sè e DIO per tutti".

 

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Tutto dipende...!


 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 05/08/2007 alle 09:27
Spero che il grande Paolo si riprenda per il Giro d Lombardia e ci regali uno spettacolo sportivo come quello dell'anno scorso ... ovviamente senza i retroscena passati

 

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AVETE VOLUTO LA BICICLETTA? E ADESSO PEDALATE !!!

 
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  postato il 05/08/2007 alle 13:47
Originariamente inviato da Donchisciotte

Probabilmente questo thread sarà chiuso e spostato ( se lo fate, per favore , mettetelo in quello sulle differenze fra i casi pantani,Ullrich e Basso perché credo che questa intervista vada in una direzione molto voluta da Marco), però io credo che all'interno di argomenti più vasti ci siano delle particolarità e che mettere tutto insieme non è sempre funzionale al discorso. poi magari mi sbaglio e allora, appunto, spostatelo.
Ho letto l'intervista a Bettini su Bicisport.
Una bella intervista, Bettini mi è piaciuto.
Però mi domando: ma chi glielo fa fare?
Dice cose giustissime sull'esame del DNA ( inutile nella lotta al doping, viola gravemente la privacy dei ciclsti, illegale ecc.), esprime una forte rottura di scatole per il modo in cui i ciclisti vengono trattati e ha una battuta cattiva su Cipollini che mi è piaciuta. Dice chiaramente che se ci fosse un obbligo del test lui non correrebbe più corse del pro Tour, a giocare tutti i giochi scemi non ci sta.
Propone, finalmente, che i ciclisti si tassino e si tutelino con avvocati megapotenti, tutelino se stessi, il movimento, uno sport ormai allo sbando.
E' anche prudente perché afferma che non vuole fare il kamikaze.
Ora il problema è: chi lo seguirà?
Chi avrà il coraggio di seguirlo? Ovviamente nessuno e lui fa bene ad essere prudente: sa che i coltelli alla schiena sono ad orologeria.
Non vedo cuor di leoni in giro,allora penso che se lo meritano: fa bene Mc Quaid a chiedere di poter squalificare i ciclisti senza prove ( perché questa è la richiesta) mentre fior di calciatori, tennisti ecc. sono amati e apprezzati da tutti e magari frequentavano quel laboratorio spagnolo.
Sì, fanno bene a trattarli così, anzi anche peggio.
Sono grandi , adulti, se non hanno capito che è ora che la smettano di dire sempre signorsì, fare la figura dei delinquenti, assecondare questa finta lotta al doping e poi doversi imbottire lo stesso di doping, se non hanno capito che è ora che si tutelino legalmente, che siano uniti, se non hanno ancora capito niente, beh.... che li squalifichino pure senza prove. A turno, tanto la ruota gira.
Complmenti a Bettini ma credo che la sua determinazione resterà isolata.
Devo dire che dalla lettura di Bicisport viene fuor una grande consapevolezza di come stiano le cose veramente, anche fra i lettori. ma questo credo che nasca dal fatto che Sergio Neri fa una scelta di lettere che esclude, giustamente, il tifoso cieco .
Mi sembra che ci siano dei tentativi di cercare di tutelare il ciclismo ( Bicisport, la linea che ha preso Marco Grassi su questo sito), ma io non ho fiducia nei ciclisti e poi mi sembra che lo spirito crociato della finta lotta al doping abbia ormai (de)formato una visione delle cose che non è più né laica né razionale.
Forse è tardi,i ciclisti avrebbero dovuto cominciare a capire molto prima.


Bettini che dice "io nella mia carriera non ho mai visto girare il doping, nessuno che si dopava. Bettini che dice: i test del dna no. Bettini che propone avvocati e iniziative legali in favore dei ciclisti. Bettini che se la prende con i controlli.
Sbaglio o sono solo io a trovare queste parole schifose?

Test del dna? E' previsto dalla giustizia ordinaria, non vedo perchè in casi gravi (Basso-sacche, ad esempio) non si possa usare. Lede la privacy. Oh, giusto. Ma allora chiunque è coinvolto in un'inchiesta e riceva una richiesta di materiale organico dovrà dire: "no, lede la mia privacy".
Avvocati per tutelare i corridori? Ok, perfetto. Ma QUALI corridori? I Vinokurov, i Moreni (e non ne cito altri) nel gruppo ci sono. Tuteliamo anche loro, giusto? Non capisco perchè in altri sport (vedi atletica) nessuno se la prenda con i controlli, nonostante avvengano con modalità simili al ciclismo. Deve pensarci Bettini a dimostrare la mentalità giusta: c'è il doping? allora facciamo meno controlli e chiediamo anche il permesso. Bell'esempio, soprattutto vista l'esperienza, le vittorie, il mondiale, le olimpiadi. Complimenti.

 
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  postato il 05/08/2007 alle 13:56
Se poi il discorso è: nel calcio la lotta al doping fa ridere.. allora sono d'accordo.
Ma intendiamoci: le soluzioni sono due. O si inasprisce la lotta al doping negli altri sport, oppure si indebolisce quella nel ciclismo.
Io sceglierei la prima, personalmente.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/08/2007 alle 16:20
Originariamente inviato da desmoblu
Bettini che dice "io nella mia carriera non ho mai visto girare il doping, nessuno che si dopava. Bettini che dice: i test del dna no. Bettini che propone avvocati e iniziative legali in favore dei ciclisti. Bettini che se la prende con i controlli.
Sbaglio o sono solo io a trovare queste parole schifose?

Test del dna? E' previsto dalla giustizia ordinaria, non vedo perchè in casi gravi (Basso-sacche, ad esempio) non si possa usare. Lede la privacy. Oh, giusto. Ma allora chiunque è coinvolto in un'inchiesta e riceva una richiesta di materiale organico dovrà dire: "no, lede la mia privacy".
Avvocati per tutelare i corridori? Ok, perfetto. Ma QUALI corridori? I Vinokurov, i Moreni (e non ne cito altri) nel gruppo ci sono. Tuteliamo anche loro, giusto? Non capisco perchè in altri sport (vedi atletica) nessuno se la prenda con i controlli, nonostante avvengano con modalità simili al ciclismo. Deve pensarci Bettini a dimostrare la mentalità giusta: c'è il doping? allora facciamo meno controlli e chiediamo anche il permesso. Bell'esempio, soprattutto vista l'esperienza, le vittorie, il mondiale, le olimpiadi. Complimenti.


bettini ha detto di no nell'offrire il proprio dna, ma se fosse coinvolto in un caso simile OP ha detto che non avrebbe nessun problema ad offrirlo, ma dare il proprio dna senza nessun motivo proprio no.....

 
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  postato il 05/08/2007 alle 17:10
Se si fosse fermato al "no alla schedatura, preventiva e non" io sarei stato d'accordo.
Ma è andato oltre..

 
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