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Autore: Oggetto: Hinault e i suoi avversari nei GT

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 05/11/2006 alle 22:18
Sul “Tasso”, posterò presto un ritratto. Oggi però, vorrei proseguire i discorsi avviati sul thread relativo ai cento anni del Giro di Lombardia, spiegando nel dettaglio il perché sono uno che vede il bretone (e con lui Gimondi, di cui scriverò in calce al più presto), inferiore all’importanza che si da ai numeri raggiunti. Non mi muove antipatia, ma solo realismo e ciò che l’anzianità consente, ovvero i confronti vivibili e visti, nonché l’aver colloquiato, senza microfoni e taccuini, ma nella libertà della confidenza, con diversi protagonisti delle strade di quelle epoche. Come ho già scritto, non ho mai partecipato ai post che evidenziavano classifiche fra i ciclisti di tutti i tempi ecc. Anni fa, scrissi sull’argomento il perché non le trovavo attendibili, aldilà del gioco, comunque accettabile. Tanto meno valgono i confronti solo numerici, spesso frutto di situazioni in cui la riflessione e la lettura richiedono anni di applicazione obbligatoria. I tempi che si sono via via modificati e la consapevolezza che nella storia del ciclismo insistano generazioni molto più deboli di altre, magari per fatti e fenomeni esterni all’intorno prettamente agonistico, quindi le situazioni fortuite, gli eventi esterni, le modificazioni organizzative e morfologiche delle corse, e tanti altri aspetti, non ultimo lo stato degli asfalti, rendono simili confronti improponibili. Ci sono poi i pesi e le consistenze degli agonismi nelle singole epoche, che possono aver limato o stressato i migliori del periodo, accorciandone la carriera e rendendone più faticosa la concentrazione: particolari a cui troppo spesso non si da alcuna importanza. Ci sono studi che ne hanno evidenziato le realtà, purtroppo sempre estranei al mondo del ciclismo, fanalino di coda anche lì. Con queste premesse e solo per un semplice pronunciamento estremamente soggettivo, ho anch’io delle opinioni che sono frutto di quelle che considero le variabili con evidenze maggiori che la vita dentro lo sport mi ha insegnato. Sono le medesime che mi hanno spinto, sovente, a delle determinazioni e delle dichiarazioni sulla consistenza dei numeri che possono far storcere il naso, ma più mi invecchio e più mi convinco di essere nel giusto. Soprattutto quando confronto questi modus con le mie risultanze personali fra le discipline in cui ho almeno un poco operato. Guarda caso i due dati combaciano e se ho scoperto dei talenti, i metri degli occhi e dei ragionamenti progressivamente più istintivi, sono proprio quelli che stanno alla base delle soggettive classifiche di retrospettiva.
Tornando ad Hinault, sono qui per dire che non credo di scalfirlo se lo tolgo dalla terza posizione di tutti i tempi e non lo metto nella top five delle corse a tappe. Che sia stato un fuoriclasse tra i primi cinque della storia è indubbio, ma per quanto mi sforzi di fare il bastian contrario di me stesso, non posso dare ai suoi avversari dei valori superiori a ciò che per me sono. Ed ho vissuto troppo lo sport per non aver toccato con mano un dato: se hai avversari forti, ti stressi di più, duri di meno e vinci naturalmente di meno. Ecco perché dietro, in una visione completa del ciclismo (con una considerazione pure per la pista, non solo per la variabile del record dell’ora, ma perché per il sottoscritto possiede un valore sommo), dietro a Merckx e Coppi metto Anquetil, prima di Hinault. Mentre per le corse a tappe, oltre ai tre, al bretone preferisco anche Bartali e Indurain. In poche parole per me, relativamente a Bernard, primo programmatore moderno del planing di corse (non dimentichiamo che il Cyrille lo tenne a bagno maria per due anni, al fine di potenziarlo e non spremerlo), conta soprattutto il mix fra classiche monumento (con avversari nella media delle generazioni e delle epoche) e la completezza degli acuti nei grandi giri, (vinti al cospetto di avversari di gran lunga più scarsi del limite mediano).


Ma chi erano, nelle corse a tappe, questi avversari che mi spingono a guardare con occhio diverso il curriculum di Hinault? Eccoli qua, in ordine sparso, ma ci sono tutti....

Gibì Baronchelli
Frenato dalle attese di una nazione e compromesso dal mosersaronnismo (malattia, si badi, che non è da addossare principalmente ai due corridori, ma a tutto quello che attorno a loro è girato, spinto dai media). Le mancanze di Baronchelli si vedevano senza Hinault in gara. Non ha mai vinto nessun grande giro. Aveva una classe notevole ed ho simpatizzato per lui, ma negli scontri, non c’era.

Giovanni Battaglin
Passò tre anni d’inferno dopo il Giro del debutto, dove meritò la palma di sparring numero uno di Merckx. Memorabile il suo secondo posto a Monte Carpegna. Ha vinto due grandi corse a tappe, ma per arrivare a quegli acuti adatti ad intristire un Hinault, aveva meno armi di Baronchelli. Tra l’altro a cronometro mediamente si difendeva peggio del Tista. Al Tour ’79, corse per vincere una tappa e per la maglia a pois: non vinse la frazione, ma la classifica dei GPM sì. Da notare che in una tappa fu declassato (era arrivato secondo) perché positivo all’antidoping.

Roberto Visentini
Un corridore che in Italia ha patito fortemente il mosersaronnismo e non ha mai partecipato al Tour con la necessaria convinzione. Fragile mentalmente al cospetto delle forti personalità, s’è scontrato realmente con Hinault nel Giro ’85, ma fino a quando furono sopportabili i disturbi che poi lo costrinsero al ritiro, rimase in maglia rosa (9 gg.). Per le sue mancanze e per la svogliatezza con la quale affrontò la Grande Boucle, non può considerarsi avversario credibile o di peso.

Francesco Moser
Se vogliamo ridere facciamolo pure, ma la grandezza di Checco non è mai stata stabilita dalle corse a tappe.

Giuseppe Saronni
Più forte di Moser nelle corse a tappe, ma inferiore in quelle in linea. Qui si parla di Giri, quindi diciamolo: pur con 2 maglie rosa, nelle corse a tappe vere, non entrerebbe nei primi 40 della storia.

Silvano Contini
Un motorino di seconda fascia, adatto solo al Giro, tra l’altro con percorsi di media caratura altimetrica. Incostante, con capacità a cronometro sufficienti solo per difendersi. Se Contini era un avversario credibile, allora anche Lucien Aimar, può ambire alla prima fascia della storia.

Wladimiro Panizza
A fine degli anni sessanta era a rischio disoccupazione. Non è mai stato un grande corridore, ma un buon gregario agli inizi e poi un buon corridore molto simpatico. A 35 anni tondi, s’è scoperto il miglior avversario di Hinault, il che è tutto dire.

Tommy Prim
Quando passò professionista veniva accreditato di minor talento rispetto al connazionale Segersall. Corridore regolare, privo di punte, dedito tra l’altro a possibili cotte sulle salite lunghe ed ai cambi repentini di ritmo. Guidato malissimo nel Giro ’82, non aveva i mezzi per fare, da solo, il solletico ad Hinault. Non ha mai vinto un Giro e valeva sicuramente meno di Knudsen…

Lucien Van Impe
Cito prima lui di Zoetemelk, perché è l’unico assieme allo spagnolo Pesarrodona (!), ad avere vinto un GT prima dell’avvento di Hinault. Col bretone al Giro, s’è scontrato a 36 e 38 anni. Nella prima occasione si dedicò alla sola maglia dei GPM, nella seconda, i limiti dell’età parlarono per lui. Al Tour 1978 (32enne), travolto dalle vicissitudini della sua squadra (quella che doveva essere di Merckx, la C&A) e da acciacchi fisici, fu autore della corsa a tappe più incolore della sua vita. Si badi che nel 1978 non vinse nulla. Nel ’79, conquistò una tappa ma apparve in declino, ciononostante, all’Alpe d’Huez, arrivò dopo Zoetemelk, ma staccò pure lui Hinault. Nel 1981, alla solita tappa, aggiunse un mucchio di minuti persi a cronometro, compresa la cronosquadre dove la sua piccolissima equipe fu seppellita. In ogni caso, ad a 35 anni, arrivò secondo. Si noti che in quel Tour, a lungo, l’avversario più vicino ad Hinault in classifica, fu il 23enne australiano Phil Anderson (!).

Joop Zoetemelk
In questa rassegna, più avanti si troverà uno specchietto sui confronti Merckx-Gimondi e si potrà notare come Zoetemelk, pur piazzandosi verso i vertici, non fosse mai stato in lotta per vincere, realmente, un grande giro. Passava inosservato, anche se era lì, sempre fra i primissimi. Un regolarista. Con Merckx al tramonto, fu Thevenet a prenderne principalmente le insegne, ma anche Van Impe si face preferire all’olandese, il quale, incredibile, si doveva guardare le spalle dal 40enne Paulidor. Quando ho scritto che Poupou era più forte di Joop, intendevo soprattutto un aspetto: il francese lottava per vincere sempre, magari faceva delle sciocchezze tattiche, ma c’era sempre, in più, a 40 anni, fu capace di battere regolarmente a cronometro l’olandese che ne aveva dieci in meno (quindi maturo) e non gli arrivava molto lontano in salita. Sono dati che non sbagliano. Ricordo inoltre, a dimostrazione che il ciclismo stava perdendo figure di valore nelle corse a tappe, che il Poupou quarantenne, giunse sul podio del Tour, dietro i 30enni Van Impe e, appunto, Zoetemelk. La Grande Boucle del ’76, rappresenta un crogiolo di significati per capire quanto sia vero che nessuno dei grandi vincitori di GT, ha avuto avversari di livello inferiore a quelli di Hinault. Ed è un dato che non può passare inosservato. Studiarsi il Tour ’76, non significa perdere del tempo, è un libro aperto al punto di spiegarci con gli altri dati che via via si incontrano nelle edizioni successive, quanto sia vero che al cospetto del bretone c’era poco, troppo poco, per dare al suo curriculum sui GT, un peso uguale ai numeri. Ecco perché ho scritto che nessuno sarebbe disposto a sostenere Hinault più forte di Anquetil con quattro o cinque grandi giri vinti in meno. Con avversari veri, li poteva perdere eccome, anche perché farsi staccare sull’Alpe d’Huez da Van Impe, Zoetemelk, Winnen e arrivare con Alban, insomma, non è proprio il massimo. Ed avversari realmente credibili, pur non battendolo, avrebbero potuto accorciargli la carriera. Voglio altresì ricordare che Zoetemelk, già 31enne, al Tour ’77, fu capace di perdere da un Merckx cotto e con le pantofole della pensione, con uno scarto di 7 minuti! Pensare che a 32, 33, 34 anni ecc. potesse essere un avversario credibile e valoroso di un supercampione di corse a tappe come dicono i palmares su Hinault, significa guardare appunto solo i numeri e non studiarli. Tutti andavano più piano, nuovi non ne crescevano, ed Hinault andava in carrozza spesso correndo alla Anquetil, contro degli ultratrentenni non eccezionali. Il fatto poi che Zoetemelk abbia vinto il Tour dell’80, dopo il giallo del ritiro di Hinault e un mondiale a 39 anni, non deve ingannare, semmai ci da una luce più veritiera di quei tempi poco esaltanti del ciclismo.

Josè Pesarrodona
Finisce qui, perché di Hinault è stato un piazzato d’onore. Ovviamente anche lui più che 30enne. Guardando la storia del ciclismo spagnolo, di questo regolarista di San Salvador de Guardiola, senza infamie e senza lodi, bisogna spremersi le meningi per trovare un suo sussulto. Non è blasfemo dire che non sta nei primi 30 ispanici di tutti i tempi.

Joaquim Agostinho
Suvvia, niente di più di un buon corridore che è giunto sui podi di Hinault, quando stava fra i 35 e i 40 anni. Dire che era avversario credibile, significa possedere la fantasia per portare Tartarin di Tarascona in un romanzo di Tolstoj. Le sue migliori potenzialità le aveva consumate quando Hinault era ancora dilettante....

Robert Alban
Mamma mia, anche Lucillo Lievore, potrebbe ambire al ruolo di ottimo corridore se un Alban era un avversario a quattro ante.

Johan Van de Velde
L’abbiamo visto da più vecchio quanto valeva. Uno che poteva fare il cacciatore di GPM, con la libera uscita di chi non da fastidio. Al Tour è riuscito a salire sul podio, mentre al Giro d’Italia vinceva la maglietta verde, ma al più si piazzava. Tra l’altro tatticamente era un testone. Che poi sia finito in galera, perché scoperto a svaligiare condomini, dona un po’ di colore al personaggio…..testone.

Greg Lemond
Definirlo avversario di Hinault mi sembra eccessivo, per un semplice motivo: era il corridore che Hinault s’era scelto come delfino. Nel 1985, portò in carrozza il capitano sia al Giro che al Tour. In quest’ultima corsa, come qualcuno mi disse, frenò in ogni occasione, per non battere il predestinato che, alla seconda doppietta Giro-Tour, poteva aggiungere la quinta Grande Boucle, ovvero il risultato che maggiormente voleva. Anche riporti giornalistici, quindi scritti supercandeggiati, ci narrano di quanto l’americano non abbia infierito. Nel 1986, i due, non potendo perdere nemmeno se avessero corso con una gamba sola, vista la più grande pochezza mai registrata al Tour, salvo il 2006, decisero, su proposta dell’americano, di fare corsa come da avversari nelle tappe più importanti e nelle cronometro. Com’è andata a finire lo abbiamo visto tutti. Anche su quella edizione, ho raccolto testimonianze vive di gente che c’era e posso dire che il tentativo del bretone di intenerire in corso d’opera il compagno vi fu, ma questi non cedette, si limitò a non infierire.

Stephen Roche
Fino all’incredibile 1987, un corridore sincronico al poco di quei tempi. Ad onor del vero, non è che anche con l’annata d’oro, abbia cambiato di molto i suoi connotati, ma qui il confronto termina con l’86, quindi non mi dilungo. Dico solo che fra i dieci (sette uomini e tre donne) che han compiuto la storica doppietta Giro-Tour, lui era il più scarso. Il miglior irlandese di tutti i tempi è stato Sean Kelly, senza ombra di dubbio.

Jean-René Bernaudeau
Aldilà del fatto che era il fido gregario di Hinault, si tratta di un corridore non di primo piano. Lo dimostrò compiutamente col ritiro del capitano. Considerarlo avversario credibile, è solo un esercizio di fantasia.

Marino Lejarreta
Un lottatore con dei limiti d’attenzione, nonostante fosse principalmente un regolarista capace di arrivare nei primi sulle tre più grandi corse a tappe nello stesso anno. Scalatore di un certo livello, ma niente di paragonabile coi connazionali delle generazioni precedenti, ovvero Ocana e Fuente. Ciononostante, nella Vuelta del 1983, aveva messo più che alle corde il francese, staccandolo ad ogni salita di un certo peso. Stava vincendo, quando Hinault, da sire, si coalizzò coi capitani delle altre formazioni compreso Saronni (che poi dopo lo sforzo per aiutare il transalpino, si ritirò), facendo rivivere in terra di Spagna la coalizione, in quel caso nazionale, che portò Gimondi a vincere il suo primo Giro, nel ’67. A me, pagine simili, fanno schifo e lo dico senza mezzi termini. Fu un epilogo da vomito, pronto a dimostrare, vista la caratura di Lejarreta, la vulnerabilità del bretone.

Alberto Fernandez
Un gran bel corridore, ma niente a che vedere con certi suoi connazionali. Nelle corse a tappe, prima della sua prematura scomparsa, nel 1984,a 29 anni, inferiore a Lejarreta.

Laurent Fignon
Quando su dice che l’allievo supera il maestro. Nel 1984, avrebbe dato ugualmente un fracasso di minuti al Tasso, anche se questi fosse stato all’apice. Nessuno ha dominato gli avversari come Fignon in quel Tour. Per scomodare confronti bisogna scendere a Merckx e Ocana. Il miglior Fignon, nelle corse a tappe, era più forte del miglior Hinault. A fare la differenza fra i due, è il resto. Non aggiungo altro. Dico solo che a Laurent mancano due doppiette Giro-Tour, per artifizi tecnici innegabili, come le prove scientifiche hanno dimostrato. Il tutto, senza scomodare le storie di elicotteri ed altro. Con Hinault, si scontrò da avversario una sola volta in maniera definita, ed il risultato è quello che abbiamo visto. Oltretutto, quando stava bene, Fignon, era spettacolare come l’Hinault. In quanto al resto, ovvero al “sospetto di ceppo guimardiano”, sia Hinault, che Fignon, che Lemond, sono assolutamente pari, dato che sono cresciuti sotto le insegne del Cyrille.

Queste in sintesi le vittorie di Hinault nei Grandi Giri. Ho inserito accanto alle risultanze,gli anni dei singoli. Il motivo non può sfuggire, sia per il contesto di questo thread, che per altre riflessioni sui tempi….che stavano cambiando...


Tour de France 1978
1. Bernard HINAULT (Fra) en 112h03'02" (24 anni)
2. Joop Zoetemelk (Hol) à 3'56" (32)
3. Joaquim Agostinho (Por) à 6'54" (36)
4. Joseph Bruyère (Bel) à 9'04" (30)
5. Christian Seznec (Fra) à 12'50" (26)
6. Paul Wellens (Bel) à 14'38" (26)
7. Francisco Galdos (Esp) à 17'08" (31)
8. Henk Lubberding (Hol) à 17'26" (25)
9. Lucien Van Impe (Bel) à 21'01" (32)
10. Mariano Martinez (Fra) à 22'58" (30)

Tour de France 1979
1. Bernard HINAULT (Fra) en 103h06'50" (25 anni)
2. Joop Zoetemelk (Hol) à 13'07" (33)
3. Joaquim Agostinho (Por) à 26'53" (37)
4. Hennie Kuiper (Hol) à 28'02" (30)
5. Jean-René Bernaudeau (Fra) à 32'43" (23)
6. Giovanni Battaglin (Ita) à 38'12" (28)
7. Jo Maas (Hol) à 38'38" (25)
8. Paul Wellens (Bel) à 39'06" (27)
9. Claude Criquielion (Bel) à 40'38" (22)
10. Dietrich Thurau (All) à 44'35" (25)

Tour de France 1981
1. Bernard HINAULT (Fra) en 96h19'38" (27 anni)
2. Lucien Van Impe (Bel) à 14'34" (35)
3. Robert Alban (Fra) à 17'04" (29)
4. Joop Zoetemelk (Hol) à 18'21" (35)
5. Peter Winnen (Hol) à 20'26" (24)
6. Jean-René Bernaudeau (Fra) à 23'02" (25)
7. Johan De Muynck (Bel) à 24'25" (33)
8. Sven-Ake Nilsson (Sue) à 24'37" (30)
9. Claude Criquiélion (Bel) à 26'18" (24)
10. Phil Anderson (Aus) à 27'00" (23)

Tour de France 1982
1. Bernard HINAULT (Fra) en 92h08'46" (28 anni)
2. Joop Zoetemelk (Hol) à 6'21" (36)
3. Johan Van de Velde (Hol) à 8'59" (26)
4. Peter Winnen (Hol) à 9'24" (25)
5. Phil Anderson (Aus) à 12'16" (24)
6. Beat Breu (Sui) à 13'21" (25)
7. Daniel Willems (Bel) à 15'33" (30)
8. Raymond Martin (Fra) à 15'35" (33)
9. Hennie Kuiper (Hol) à 17'01" (33)
10. Alberto Fernandez (Esp) à 17'19 (31)

Tour de France 1985
1. Bernard HINAULT (Fra) en 113h24'23" (31 anni)
2. Greg LeMond (Usa) à 1'42" (24)
3. Stephen Roche (Irl) à 4'29" (26)
4. Sean Kelly (Irl) à 6'26" (29)
5. Phil Anderson (Aus) à 7'44" (27)
6. Pedro Delgado (Esp) à 11'53" (25)
7. Luis Herrera (Col) à 12'53" (24)
8. Fabio Parra (Col) à 13'35" (26)
9. Eduardo Chozas (Esp) à 13'56" (25)
10. Steve Bauer (Can) à 14'57" (26)


Giro d’Italia 1980
1. Bernard Hinault (Francia) in 112h08'20" (25 anni)
2. Wladimiro Panizza (Italia) a 5'43" (35)
3. Giovanni Battaglin (Italia) a 6'30" (29)
4. Tommy Prim (Svezia) a 7'53" (24)
5. Gianbattista Baronchelli (Italia) a 11'49" (27)
6. Mario Beccia (Italia) a 12'47" (24)
7. Giuseppe Saronni (Italia) a 12'53" (23)
8. Josef Fuchs (Svizzera) a 20'26" (32)
9. Roberto Visentini (Italia) a 20'37" (23)
10. Leonardo Natale (Italia) a 21'30" (22)

Giro d’Italia 1982
1. Bernard Hinault (Francia) in 110h07'55" (28 anni)
2. Tommy Prim (Svezia) a 2'35" (27)
3. Silvano Contini (Italia) a 2'47" (24)
4. Lucien Van Impe (Belgio) a 4'31" (36)
5. Gianbattista Baronchelli (Italia) a 6'09" (29)
6. Giuseppe Saronni (Italia) a 10'52" (25)
7. Mario Beccia (Italia) a 11'06" (26)
8. Francesco Moser (Italia) a 11'57" (31)
9. Marco Groppo (Italia) a 14'43" (22)
10. Faustino Rupérez Rincón (Spagna) a 14'57" (25)

Giro d’Italia 1985
1. Bernard Hinault (Francia) in 105h46'51" (31 anni)
2. Francesco Moser (Italia) a 1'08" (34)
3. Greg Lemond (Stati Uniti) a 2'55" (24)
4. Tommy Prim (Svezia) a 4'53" (30)
5. Marino Lejarreta Arrizabalaga (Spagna) a 6'30" (28)
6. Gianbattista Baronchelli (Italia) a 6'32" (32)
7. Silvano Contini (Italia) a 7'22" (27)
8. Micheal Wilson (Australia) a 7'38" (25)
9. Franco Chioccioli (Italia) a 8'33" (26)
10. Alberto Volpi (Italia) a 10'31" (23)

Vuelta di Spagna 1978
1. Bernard Hinault (Francia) in 85h24'14" (24 anni)
2. José Pesarrodona (Spagna) a 3’02” (32)
3. Jean-René Bernaudeau (Francia) a 3’47” (22)
4. Eulalio Garcia (Spagna) a 4’23” (27)
5. Adri Schipper (Olanda) a 4’28” (27)
6. Ferdi Van den Haute (Olanda) a 5’52” (26)
7. Josè Nazabal (Spagna) a 6’12” (27)
8. Enrique Martinez-Heredia (Spagna) a 6’53” (25)
9. Gonzalo Aja (Spagna) a 10’12” (32)
10. Vicente Loperz Carril (Spagna) a 13’57” (36)

Vuelta di Spagna 1983
1. Bernard Hinault (Francia) in 94h28'26" (29 anni)
2. Marino Lejarreta (Spagna) a 1’12” (26)
3. Alberto Fernandez (Spagna) a 3’58” (28)
4. Alvaro Pino (Spagna) a 5’09” (27)
5. Hennie Kuiper (Olanda) a 10’26” (34)
6. Edoardo Chozas (Spagna) a 11’11” (23)
7. Laurent Fignon (Francia) a 11’27” (23)
8. Pedro Munoz (Spagna) a 12’25” (25)
9. Vicente Belda (Spagna) a 13’08” (29)
10. Faustino Ruperez (Spagna) a 13’36” (26)

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2006 alle 22:55
veramente un lavorone! grazie Morris.

Comunque non sono d'accordo con la tua opinione che vede Indurain superiore al bretone: a mio parere gli avversari del navarro sono stati più scarsi di quelli del Tasso.
L'unico avversario veramente forte che ha incontrato Miguelon è stato Bugno al Tour del 1991, dove però Gianni ha commesso tanti di quegli errori, quanti Indurain ne ha commessi in tutta la carriera.
Per il resto i vari Chiappucci, Chioccioli, Ugrumov, Berzin, Riis, Zulle non li reputo affatto superiori agli avversari di Hinault, anzi.
Discorso a parte per Rominger e Pantani: Marco ha incontrato il navarro nel 1994 e lo ha superato al Giro, ma non avrebbe mai potuto batterlo al Tour perchè il percorso francese è sempre stato quanto di più penalizzante ci possa essere per uno scalatore puro, seppur di immensa classe.
Rominger avrebbe potuto lottare alla pari con Indurain al Tour 1993, ma dopo 10 tappe era già dietro di quasi 6 minuti per colpa di una cronosquadre disgraziata e di una crono corsa sotto l'acqua (al contrario del suo avversario che aveva trovato l'asciutto).

La cartina di tornasole, secondo me, è proprio il Tour del 1984: un Hinault che, appena guarito dall'operazione al ginocchio e certamente non al massimo, becca 10 minuti dal miglior Fignon di sempre e giunge davanti a Lemond, non può essere assolutamente considerato inferiore a Indurain nelle corse a tappe.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2006 alle 23:38
Anch'io considero , nelle corse a tappe, Anquetil migliore di Bernard. Bernard ha vinto molto anche in linea, a differenza di Jacquot e Miguelon. E su tutti i terreni. Da Roubaix, al Lombardia, alla Liegi. E questo lo valorizza come campione a tutto tondo... direi l'ultimo dei corridori capaci di vincere in linea in primavera, il giro ed il tour.... Bè , questo va valorizzato...
Su una cosa non concordo col Maestro Morris. bernard Hinault nel 79 è stato all'altezza dei grandissimi, nella grande boucle. Vertice che Indurain, per me, non ha mai raggiunto. E superiore anche ad un fignon, breve, ma grande.
Il livello del ciclismo è in discesa, quanto a campioni, a carisma ed ad imprese. pantani è stato per un biennio un'eccezione a questa "discesa". Bernardo non ha avuto grossi contenders all'inizio di carriera. Ma poi fignon e Lemond c'erano. come Kelly e Roche. Indurain ha avuto in Rominger, il topobionico, il maggior alter ego.......
comunque con Hinault o Indurain in campo, Perez Sio non sarebbe mai stato Maillot Jaune. Nè Landis avrebbe fatto gridare all'impresa subacquea (vista l'acqua consumata.....).
Qusto è poco ma sicuro...di Hinault e di Miguelon sentiamo la mancanza, oggi.

 

[Modificato il 05/11/2006 alle 23:40 by janjanssen]

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2006 alle 23:55
Sul valore degli avversari incontrati da Hinault in parte concordo con Morris, però non si può sminuire la quantità e la qualità delle vittorie di Hinault, alcune ottenute come dominatore assoluto.

Non si rimane sulla breccia per così tanti anni senza avere dei numeri da fuoriclasse assoluto e molte volte la "pochezza" degli avversari è anche data dal fatto che c'e' qualcun'altro che è nettamente superiore.

Sul merito di come sono state ottenute certe performance (trattamento Guimard) non mi pronuncio anche perchè il discorso sconfinerebbe in altri aspetti che richiederebero un analisi più ampia.

Mentre per quanto riguarda i paragoni con altri fuoriclasse come Anquetil e Indurain, c'e' da dire che come tipologia di corridore Hinault era sicuramente da un punto di vista ciclisto più completo, mentre gli altri due che per caratteristiche si assomigliavano molto erano dei fuoriclasse assoluti (forse i migliori di sempre) nelle gare contro il tempo dove annichilivano gli avversari per poi concedersi il "lusso" di difendersi nei grandi tapponi dove raramente dominavano se non in limitate situazioni.
Su Anquetil c'e' da dire un altra cosa, che probabilmente tra tutti i fuoriclasse è quello che conduceva una vita assai movimentata e anticonvenazionale, cosa che probabilmente ha inciso sul suo palmares che con una conduzione di vita più accorta poteva essere ancora più ampio.
Tornando ad un discorso doping, Anquetil era famoso per le sue prese di posizione contro i controlli antidoping (... altri tempi), tant'e' che più volte si rifiutò di farli non da ultimo quello su un suo ultimo record dell'ora a 47,493 mai omologato proprio per questo aspetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/11/2006 alle 18:14
Molto interessante il 3d aperto da Morris (e aspetto anche quello su Gimondi, sul quale penso di essere d'accordo con lui).
Condivido in buona parte le osservazioni sul valore degli avversari di Hinault nei grandi giri,ma per me il bretone resta un personaggio di rilievo assoluto.
E pensare che all'epoca veniva criticato : tropo programmatore, si diceva.
Comunque riusciva a vincere in tutte le stagioni: classiche di primavera, giri, mondiale, lombardia....non è poco.
Quanto alle sue partecipazioni al Giro d'Italia è l'unico( a differenza di Anquetil e Indurain)che abbia vinto in occasione delle tre apparizioni.
Solo per pochezza degli avversari? E' vero che non ha incontrato sulla sua strada un avversario che lo abbia messo veramente in difficoltà(l'unica volta fu nell'82 sul crocedomini)però....tre volte era il favorito e per tre volte ha vinto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/11/2006 alle 19:10


A proposito di Hinault e dei suoi avversari nei grandi giri: ecco come il vignettista Rino d'Anna presentò la sfida tra Hinault, Saronni e Moser in occasione della partenza del Giro d'Italia del 1980 .

 
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Livello Gianni Bugno




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  postato il 07/11/2006 alle 21:11
Sinceramente il Tasso lo metto , nella mia personalissima classifica, dopo Bartali, Merckx, Coppi, e prima di Anquetil..

 

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"Quel naso triste come una salita
Quegli occhi allegri da italiano in gita!"

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/07/2009 alle 14:35
per me fortissimo.
è stato davvero l'ultimo dei Grandi.
ha vinto quasi tutte le corse dove si è presentato,
Grandi Giri, corse in linea, Mondiale...


 
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