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Autore: Oggetto: un McGee tra i primi 10 del Tour???

Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2004 alle 13:57
questo e'l'obiettivo stagionale dichiarato di bradley mcgee,pistart di fama mondiale,e che forte dei risultati,di ottimo prestigio,sia al romandia dove e'finito nono ed al giro d'italia,ottavo a milano ha detto che per il 2005 puntera'a curare la classifica sulle strade di francia!!!
considerando le sue caratteristiche,di grandissimo passista che si difende benino in salita e che l'anno scorso,al primo anno in cui ha provato a fare bene nella generale,ha raggiunto risultati insperati in corse dove l'esercizio contro il tempo conta molto meno che al tour,credete che se con una forma paragonabile a quella dello scorso maggio potrebbe raggiungere tale risultato?

personalmente credo che questo tour nn sia per lui adattissimo,o che meglio quelli scorsi erano piu'per un fenomenale cronomen come lui,ma un posto tra il decimo ed il quindicesimo posto potrebbe essere la sua giusta dimensione e considerando i tanti campioni con cui si confrontera'(a differenza dello scorso giro)direi che nn sarebbe niente male!
una cosa e'certa,armstrong o no,al prologo de l'ile de noirmoutier lo vedo favorito e sai una volta in giallo...

 

[Modificato il 18/12/2004 alle 14:02 by Pirata x sempre]

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Giuseppe Matranga

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  postato il 18/12/2004 alle 15:29
uno dei più grandi protagonisti dei crono-prologi ha fatto un radicale passo verso la completezza: nel 2004 nessuno lo pronosticava, al via, tra i primi 10 del Giro d'Italia, ma vista anche la pochezza dei concorrenti (ricordo che sono finiti tra i primi 15 anche corridori come Garate, Valjavec, Lobato Elvira, Brandt con le sole defezioni di Pellizotti, comunque 11°, e Noè) ha zittito tutti sorprendendo soprattutto per la sua capacità di mantenere il passo (sintomatica l'azione sul Gavia dove si staccava di 5" in un chilometro e ne riguadagnava altrettanti nel chilometro successivo) e di non andare sopra quel "livello di soglia" che avrebbe prodotto acido lattico e, di conseguenza, stanchezza e pesantezza nelle gambe e nella pedalata. Al Tour scorso poi non l'abbiamo visto per un banale "colpo della strega" (e stavolta Braccioforte non c'entra niente... forse ) per aver sollevato in maniera sbagliata un vaso durante un trasloco.

Credo comunque che il canguro, come tutti gli australiani tenaci e caparbi, possa ben figurare nelle classifiche generali, con ambizione di vittoria, dei giri di media lunghezza (Romandia, Delfinato e Svizzera su tutti) e magari puntare a qualche piazzamento d'onore, senza la velleità del podio, per i tre GT. Certo che il ridimensionamento di Giro/Tour/Vuelta riguardo i km a cronometro non lo aiuta...

Sono sicuro poi che, se McGee capirà di non avere margini, accetterà il ruolo di "cronoman" e magari potrà sfruttare le sue doti veloci per figurare nelle classiche a lui congeniali

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2004 alle 16:35
e'vero mcgee lo vedo molto corridore da classiche,e'uno tostissimo da mandare in crisi,sa gestirsi come pochi,e di sicuro in pianura in corse come il fiandre,s.sebastian,sanremo,zurigo e forse anche amstel e liegi potrebbe ricucire qualsiasi "strappo" a patto che nn siano minuti,ed in volata e'veramente difficile batterlo!
chissa'che la sua maturazione,evidente,nn lo porti col passar degli anni a primeggiare proprio nelle classiche!

 

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Giuseppe Matranga

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  postato il 18/12/2004 alle 16:44
L'importante per Bradley sarà non rimanere a "bagno maria", ma credo questo non accadrà perchè dò credito all'australiano di essere molto sveglio (tralasciando il colpo della strega, parentesi sfortunata), preparato ed intelligente.

Avendo in mente di migliorare nelle classifiche sicuramente ci si dedicherà anima&corpo, e spero che se capisca di non aver margini non s'intestardisca e ritorni un po' sui suoi passi, anche per non vedersi scavalcato nei prologhi da Cancellara (e compagnia futura) e nelle proiezioni da classica dalla già nutrita schiera di pretendenti a cui si andranno ad aggiungere i vari giovani che stanno nascendo (e calcolando Boonen-Cunego-Valverde-Sella mi viene da pensare che Visconti-Sioutsou-DekkerT non ci metteranno tanto ad arrivare...)

Comunque McGee mi piace, e spero che riesca nel suo intento

 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 27/12/2004 alle 01:46
Sono particolarmente contento nel vedere Pirata e Mario, due giovani e competenti appassionati, sollevare approfondimenti su un talento purissimo e grandissimo del ciclismo odierno, nascosto nella voracità delle risultanze superficiali, le sole che realmente interessano i media. Soprattutto vorrei che taluni commentatori, guardassero di più i corpi ed il talento degli atleti, imparando a conoscerne le particolarità e le stimmate, indipendentemente da quelle che sono, o sono state le risultanze, guarda caso, spesso uscite, e lo sanno bene, anche da possibili alterazioni.
Altro aspetto che non trova sufficiente supporto nella illustrazione del ciclismo odierno, è il valore incommensurabile della pista nella formazione di un ciclista. Se la strada è la leggenda ed il mito di questo sport, la pista ne è la scienza….. e la pochezza dei dirigenti del ciclismo italiano, in particolare, la si è vista tutta, su come si è lasciata marcire questa essenziale parte della disciplina. Solo il fatto che Coni e FCI siano stati incapaci di dare all’Italia un velodromo coperto, da quando il Palazzo dello Sport di Milano “si insaccò” (!) per una nevicata nel 1987, (siamo l’unico paese cosiddetto evoluto al mondo a non possederlo), basterebbe per fischiarli e dir loro degli incapaci. Se poi fossero dotati di senso dell’onore, capirebbero da soli di non essere all’altezza di fare i dirigenti.
Polemica? Non la constatazione dei fatti, e non si dica che non c’erano amministratori comunali disponibili, perché all’incapacità, si aggiungerebbe la menzogna!
Bene, ho detto queste cose, perché Bradley McGee è nato nella pista e questa è stata determinante per far capire, a chi viole aprirsi alle consistenze del ciclismo, quanto fosse profondo il suo talento e quanto la sua evoluzione di atleta, sia oggi una delle più belle ed assolute realtà da propagandare, per inneggiare lo sport pulito, nel fisico e nella mente. Che in Italia ci si interessi poco di questo atleta e degli altri che potrebbero avere simili valori umani ed atletici non mi stupisce, ed è una delle tante ragioni per le quali ho nettamente diviso il mio rapporto col ciclismo: da una parte l’amore viscerale verso la disciplina e dall’altra, la diffidenza verso un ambiente la cui poca cultura non sta tanto nella poca acculturazione scolastica ancor persistente, ma dalla miriade d’echi di superficialità e/o pochezza, verso la positività nel senso più complessivo.
Bradley è un ragazzo splendido, intelligente, consapevole, uno che studia in corsa per arrivare il più in là possibile senza snaturarsi. Fa cultura, ma sono pochissimi quelli lo ergono ad esempio.

Carissimi Pirata e Mario, questo vostro intervento merita applausi, mi ha commosso e magari vi chiederete: “per così poco?”. Invece no, perché è sempre profondamente significativo (oggi decisamente di più), vedere dei giovani che si interessano, grattano la prima faccia della medaglia per verificare la seconda, vogliono arguirsi sul passato, cercano i “perché”.
Vi meritate un 30 e lode e da vecchio sportivo che non ha perso la voglia di sognare e concretizzare ciò che sogna, vi dico grazie!
Avessi oggi uno sponsor che mi dicesse: “Morris fai una squadra che segni una svolta nel ciclismo e che si ponga l’obiettivo di stupire nella ricerca del talento, nella pulizia e nella voglia di pensare ad un ciclismo degno del passato” – partirei da tre nomi. Il primo, Damiano Cunego, è forse come scoprire l’acqua calda oggi, ma io mi vanto di averlo pronosticato vincitore alla vigilia del Giro che poi ha vinto, nonché esempio delle mie teorie circa l’approccio allo sport agonistico e per quelle caratteristiche fisiche e mentali uniche nel ciclismo odierno. Il secondo, è Bradley McGee, da undici anni mio pallino, per le ragioni che ho esposto. Il terzo, è il talento più grande fra quelli che il ciclismo degli stregoni e dei dirigenti sui generis, ha rovinato: Frank Vandenbrouke. Recuperare il belga, rappresenterebbe per me una sfida dagli stimoli unici e non mi sentirei battuto in partenza. Ebbene, se si aggiunge il comunque “interrogativo” Valverde, questo sarebbe il poker massimo di talento puro espresso dal ciclismo mondiale dal ’99 ad oggi, bionici compresi! E per i miei sogni, avere, dopo l’assassinio di Marco Pantani, tre quarti del quadrilatero supremo, sarebbe come toccare la Luna con un dito.

Ora per completare questo intervento, vi riporto quanto ho scritto su Brad, il 22 maggio scorso (giorno della cronometro di Trieste al Giro), in uno dei miei rarissimi post sul ciclismo in un sito a base nettamente calcistica.

Un abbraccio denso di stima a Pirata e Mario82!



Bradley McGee, un fenomeno nascosto...

La prima maglia rosa del Giro d’Italia in corso, colui che oggi potrebbe riprendersela, contro ogni pronostico, chi è?.
Si tratta di un campione con la “C” maiuscola, ma pochi lo sanno, mentre moltissimi si chiedono addirittura chi sia. Eppure, Bradley McGee, è, dal 1993, quindi quando era giovanissimo, uno dei talenti più genuini e di nota del ciclismo mondiale. Certo, specializzato su talune caratteristiche, ma pur sempre qualcosa che non può e non deve sciogliersi nelle logiche di chi conta solo le vittorie su strada e solo fra i professionisti. E poi con Brad, si incontra quella che per me è rarità: è uno degli atleti più puliti che io conosca, un ragazzo che è sempre rimasto quello che era, in degna sincronia coi voleri di un paese, l’Australia, capace di reagire alla lunga catena di dopati che, specie sulle specialità della pista, han fatto sovente vergognare i dirigenti sportivi di quella lontana e bellissima terra.
Bradley John McGee, è nato predestinato il 24 febbraio 1976 a Sydney, da una famiglia di sportivi. I fratelli maggiori Andrew, Graig e Rod hanno praticato il calcio, lo sci nautico e il ciclismo, fino a spingerlo ad emularli. E lui, il piccolo Brad, non ci ha messo molto ad esaltare il suo virtuosismo e l’innato talento. Arrivò sulla bici come un fulmine, con una compostezza unica, senza l’insegnamento di nessuno, come l’istinto che sentiva crescere. Di lì a poco, l’ovvio inserimento nei programmi dell’AIS, l’Istituto australiano dello Sport (ribadisco, perché l’ho scritto ancora, il collega del nostro Coni, ma abissalmente superiore, nei programmi, nei tecnici e nella valenza etica), ed il lancio verso i palcoscenici del ciclismo internazionale. A diciassette anni, nel 1993, stravinse il mondiale dell’inseguimento a livello juniores che si tenevano proprio in Australia, a Perth, sulla costa occidentale. Due giorni prima della conquista della sua prima maglia iridata, il giovane Brad era finito sui file del mio computer, tale era l’esaltazione degli atleti che seguivo, impegnati nella medesima rassegna. “Abbiamo conosciuto un fenomeno che ti farà scrivere” – mi disse un giovane azzurro, bicampione italiano al telefono. Ed infatti, i tempi di McGee sui tre chilometri, erano degni di un corridore dalle stimmate rare. In finale, si migliorò, fino ad infrangere il record mondiale. L’anno dopo, a Quito, in Ecuador, si ripeté, vincendo di nuovo il mondiale dell’inseguimento a cui aggiunse pure il titolo a squadre. Anche in quell’occasione stabilì il record del mondo, fino ad essere il primo atleta juniores ad infrangere il muro dei 3’20”. Un primato che è stato capace di resistere, fino a poco più di tre settimane fa, quando, sul velodromo di Adelaide, il diciottenne Michael Ford, anch’egli australiano, allenato da Rod McGee, fratello di Brad, ha saputo far meglio, addirittura di due secondi!
L’anno del passaggio fra i dilettanti del giovane McGee, non fu particolarmente felice, a causa di un incidente. Ciononostante, ebbe modo di mettersi in evidenza per le sue straordinarie doti sulla velocità prolungata. Nel 1996, alle Olimpiadi di Atlanta, a soli vent’anni era già sul podio, terzo, dietro al francese Ermenault e al nostro Andrea Collinelli che conquistò l’oro.
Nel 1997, Bradley corse in Italia la sua ultima stagione da dilettante, cominciando a cimentarsi su strada. Era seguito direttamente dalla Nazionale australiana che, a quei tempi, aveva base in Toscana. Il voler rimanere pulito e quella sua particolare predisposizione alla pista, gli preclusero ogni possibile contratto professionistico con una squadra italiana e fu così che Brad decise di accettare le offerte della “Francais de Joux”, una squadra francese, tanto ambiziosa, quanto disponibile a consentire ai propri corridori di partecipare alle gare sui velodromi. In McGee, infatti, stava crescendo la tensione per vincere l’oro alle Olimpiadi di Sydney a pochissimi chilometri da casa sua. Arrivarono le vittorie, specie nelle brevi corse a cronometro. Ma la vita del professionista, particolarmente nelle corse a tappe, era davvero dura per uno come lui, sempre prodigo a vivere all’interno di ciò che si vorrebbe e potrebbe, per rimanere con le vene pulite senza chimica suppletiva.



Brad cresceva comunque bene, anche perché le sue accelerazioni, la sua simpatia e quella classe innata, gli garantivano la stima dell’ambiente.
Continuavo a seguirlo con la voglia dell’appassionato, oltre che dell’operatore. Di lui parlavo sovente con Shane Bannan, il responsabile di tutte le nazionali ciclistiche australiane, nel frattempo arrivate a costruire le loro base nel reggiano (a pochi chilometri da Hira, la nostra moderatrice dagli occhi da favola). A Shane e a tutti gli altri tanti amici dell’AIS (i migliori tecnici che ho visto nel ciclismo sono lì), era nota la mia simpatia verso i loro atleti, ed in particolare proprio verso Bradley McGee. Lo davo favorito per le Olimpiadi di Sydney, che vedevo come prima tappa per tracciare un solco nell’affascinante specialità dell’inseguimento. Ma la sfortuna era in agguato. Pochi giorni da quell’appuntamento, infatti, un incidente non dipeso da Brad, con relativa frattura al polso oltre alle abrasioni, sembrò sufficiente per mandare a monte tutti i progetti. Non per questo giovane talentuoso però! Grazie ad una particolare protesi, ed in mezzo a dolori enormi dettati dal ruolo ancor più peculiare giocato dal polso per spingere bene il mezzo particolare della specialità, riuscì nell’impresa di salire di nuovo sul podio, andar sotto ai 4’20” e sfiorare le medaglie più pregiate dei tedeschi Bartko e Lehmann giunti nell’ordine. Quanto bastava per far capire a tutti la sua superiorità. Un peccato! Da quel giorno, il sogno olimpico è divenuto ancor più forte in Bradley.



Intanto anche su strada i suoi acuti e quella compostezza sulla bicicletta unica su tutto il panorama del ciclismo, stava lasciando il segno. Nel 2002, a Copenaghen, finalmente, raggiunse il titolo iridato che gli spettava di diritto da anni, nell’amico inseguimento. Contemporaneamente, diede una spinta notevole ai compagni del quartetto, verso il raggiungimento di un altro iride perfettamente sincronico alla grande tradizione australiana nella specialità.
Nel 2003, l’esplosione, con la conquista del cronoprologo al Tour del Centenario e la conquista per quattro giorni della maglia gialla. Quanto basta, per farne un corridore evidente e dalle punte mai raggiunte dai colleghi del proprio paese.
In questo 2004, un ulteriore crescendo culminato con la conquista della prima “rosa”, ma le sue accelerazioni siamesi ad un talento purissimo, s’erano già visto al Giro di Romandia.

Le caratteristiche tecniche e fisiche di McGee
Alto 182,5 cm per 70 kg di peso, ovvero misure che rappresentano le condizioni ideali per un passista veloce. Tanto più, in considerazione della potenza che sa sviluppare alla soglia anaerobica, oscillante fra i 390 e i 410 watt. Nella sua punta massima arriva a 530 watt. Incredibile, la sua capacità cardiaca: 36-42 battute a riposo, con punte straordinarie a 217-221 nel massimo sforzo. Da questo dato, ne conseguono caratteristiche formidabili sia per la vastità del suo pianeta aerobico, che per la singolare capacità di lavorare in lattacido. Un mostro. Dovrei aggiungere, ed aggiungo, naturale. Certo, perché i suoi dati, da quando finirono sul mio taccuino (1994), si sono modificati per quello che può avvenire naturalmente, attraverso l’allenamento e la maturità fisica. Da notare che i suoi numeri, altra rarità dell’intero sport, sono pubblici. E questo la dice lunga. Un motore, dunque, di primissima qualità, reso ancor più efficace dalla peculiarità più evidente e palpabile di Bradley: la compostezza e lo stile. Nella storia del ciclismo sono tantissimi coloro che nella trasmissione sul mezzo della propria potenza, perdevano e perdono tanto. Essere composti, significa perdere al minimo e ricavarne risultanze maggiori. McGee, è forse il caso più eclatante degli ultimi vent’anni, sicuramente quello che più mi ha colpito. Per chi non mi crede, il consiglio di guardarlo oggi nella crono.

Dove potrà arrivare
Difficile dirlo. Sicuramente, per caratteristiche, non è uno che possa vincere lunghi giri a tappe. E’ fatto per l’esaltazione di altri aspetti del ciclismo. Ciò non toglie che anche nelle grandi corse a tappe possa lasciare il segno. Spero vinca il titolo olimpico dell’inseguimento, perché non ho mai visto nessuno andare forte come lui (e manco mi son fatto suggestionare dal Boardman “modificato” coi relativi ed odierni strascichi sulla salute). Mi auguro che in previsione di Atene, la “FDJOUX.com”, non lo costringa a fare il Tour, perché alle Olimpiadi potrebbe pagarlo. Comunque, non mi interessa il curriculum che potrà raggiungere. Per l’amore che nutro verso il ciclismo, mi basta averlo visto e vederlo, per la consapevolezza di essere di fronte ad un fenomeno, ed a qualcosa che non si può confondere con gli albi d’oro. La bellezza dello sport è anche questa. Soprattutto è la parte che va insegnata ai ragazzi.

Cosa farà oggi
Mi auguro superi al meglio la prima parte di un percorso che conosco come le mie dita, fatta di strappi e pendenze spacca ritmo. Se uscirà bene da questa fase, il finale è adatto ad una performance che solo lui, al mondo, è in grado di partorire “naturalmente”. Secondo me, si giocherà la tappa con Popovich, ma fra i due ci sono differenze sostanziali in fatto..... di quello che ci si può immaginare quando si parla di ciclismo......



Considerazioni finali sul McGee sportivo e uomo.
E’ un ragazzo che non ha problemi a farsi vedere nelle caratteristiche fisiche, più facili da mettere al confronto con le risultanze degli additivi. Che non ricorda come un affronto al suo essere stato iridato, l’aver colto la maglia nera su strada. Che non perde un minuto a telefonare, in piena notte dall’Europa, l’astro nascente e connazionale Michael Ford, ovvero colui che dopo dieci anni, gli ha frantumato un record mondiale. Che ha scelto una squadra francese, nonostante vivesse in Italia, solo per rimanere legato ai suoi principi agonistici, senza per questo odiare il nostro paese fatto di squadre in mano a gente dal cervello poco edificante. Che è cordiale, allegro, giovane in tutto, senza nessun tipo di altezzosità. Bèh…… signori che dire? Ci troviamo di fronte ad uno splendido personaggio, il quale ha la fortuna di essere così bravo e pulito, da non stuzzicare i pennivendoli.
Solo all’onesto Auro Bulbarelli, è scappata un’affermazione significativa: “…..un ragazzo a cui bisognerebbe vedere i livelli di ematocrito, per capire quanto sia pulito”…
Quando l’ho visto sul podio di Genova con la figlioletta Tania in braccio, dopo aver corso e vinto il prologo come solo un super può fare, mi sono commosso.

In bocca al lupo Brad!

Morris

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 02:34
beh,anche se dopo qualche anno,ma nn ci poteva essere analisi piu'dettagliata allo stupore che ebbi nel leggere nel famoso almanacco del ciclismo di righi del'94,c'era gia scritto e stampato il nome di bradley mcGee nella storia del ciclismo,con un record mondiale a 17 anni!!!

sarei felice che mi convincessi sul talento innato del belga vandenbrouke(e son sicuro ci riuscirai..),anche perche'l'ho seguito meno di tanti altri ciclisti,visto che ha dimostrato la sua classe proprio alla fine degli anni'90,nel periodo di maggior splendore del fenomeno pantani dove,sbagliando,nn davo troppa importanza alle classiche(fortunatamente pero'son riuscito a vedere le indimenticabili imprese di tafi,ballerini e del leoncino bartoli che tanto ci manchera'),concentrando tutte le mie attenzioni solo o quasi per il mio Marco!cercando poi di documentarmi un po'sulle vicende dell'asso belga ho letto tante brutte storie su di lui(ed i suoi stretti rapporti con sainz)che mi hanno reso l'idea che col doping avesse esagerato piu'degli altri,inficiando in modo significativo i suoi eccezionali risultati,anche se cmq il fatto che lui ha pagato e sta pagando visto che in questo sistema cio'rappresenta un'eccezione gli rende merito e onore(e rabbia per la mancata giustizia a tutti gli altri)!

 

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Giuseppe Matranga

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  postato il 27/12/2004 alle 10:11
Come già detto da Morris, Brad è un grande talento ed un ragazzo splendido e devo dire che mi piace molto anche il suo modo di correre, di uno che non molla mai (un po' come il Voeckler maglia gialla sui Pirenei). Per quanto riguarda le sue potenzialità, sono convinto possa entrare nei primi venti del Tour (e con un po' di fortuna anche nei primi 10). Ricordiamo che è arrivato tra i primi 10 di un Giro che, sebbene avesse pochi nomi altisonanti al via, era anche (come sempre) più difficile (dal punto di vista altimetrico) del Tour. Ed essendo la salita il punto più debole del buon Brad, tirate le somme. Da buon australiano sono convinto poi che non soffrirà troppo il caldo di luglio (vedi i vari McEwen, O'Grady, Cooke autori di ottimi Tour anche se non in prospettiva classifica finale).
Però penso possa dare il massimo nelle brevi corse a tappe come Svizzera, Romandia, Delfinato o Catalogna che penso potrebbe anche vincere.
Ciao ciao,
Helios.

 
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  postato il 27/12/2004 alle 12:18
Carissimo Morris, non sai quanto piacere mi ha fatto leggere il mio nome (o pseudo-nome, ma non vedo la differenza) in uno dei tuoi stupendi, e ricchissimi, post.

Hai scritto: "Carissimi Pirata e Mario, questo vostro intervento merita applausi, mi ha commosso e magari vi chiederete: “per così poco?”. Invece no, perché è sempre profondamente significativo (oggi decisamente di più), vedere dei giovani che si interessano, grattano la prima faccia della medaglia per verificare la seconda, vogliono arguirsi sul passato, cercano i “perché”."
Se tu fai i complimenti a me e Pirata, dandoci credito di passione e competenza, io non posso far altro che ringraziarti (credo anche a nome di Pirata, anzi tolgo il credo) perchè tu rappresenti per noi quella parte della coscienza che ci interessa, che ci fa cancellare la prima parte della medaglia senza scalfirla nel caso la seconda (e quelle che seguono, nel caso) si presenti più lucente della superficie. Confesso di essere abbastanza carente nelle nozioni del passato e di voler rimediare (complice la febbre ho intenzione di vedere oggi pomeriggio un documentario su Coppi registrato da papà, uno dei tanti 60enni stegati da Fausto), ma le tue apparizioni su questo forum, come quelle di aranciata, felice e molti altri molto già mi hanno insegnato su cose che non ero a conoscenza, o che credevo di conoscere.

Ricambio il tuo abbraccio di stima,
Mario

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 13:26
certamente grande mario che mi accodo ai tuoi ringraziamenti per il grandissimo morris,cui oramai nn trovo piu'le parole per descrivere le emozioni che ci rende,a maggior ragione per aver onorato un thread che avevo scritto anche con l'idea di ribadire le doti umane e la trasparenza medica cui Bradley mcGee compie le sue imprese,veramente stupefacenti in pista e cmq straordinarie anche su strada,ma che nn aveva suscitato grandissimo interesse tra gli amici del forum e quindi veder scritto tutto cio'da morris mi rende una gioia doppia,e la fortuna di leggere come una puntata di graffiti(che da un paio di mesi attendo con ansia)su un ciclista ancora in attivita' che tra l'altro ammiro profondamente...bellissimo!!!

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 17:27
Hai ragione Pirata, anche io avevo colpevolmente trascurato questo thread, e dico colpevolmente perchè McGee è un corridore che mi piace molto.
Sinceramente il mio interesse per la pista è molto basso e di McGee avevo letto il nome in qualche albo d’oro, punto.
Nemmeno strabiliante poteva essere giudicato il suo prologo al giro, perchè era assolutamente nelle sue corde.
E’ stato illuminante vederlo invece sprintare a Pontremoli, lui che non era un routier-sprinter ma neppure un pistard-sprinter, essendo invece maestro nell’inseguimento, come ha scritto Morris (mi astengo dall’incensarlo perchè ho esaurito gli aggettivi).
Stupore e meraviglia al Santuario di Monte Vergine, dove Brad è salito con il suo passo senza farsi prendere dal panico, fino a raggiungere la testa della corsa e sprintare con Cunego!
Poi la prestazione nella crono di Trieste aveva ribadito la sua grande tenuta atletica.
Alla partenza del tour io non scrivevo ancora in questo forum, ma lo avrei messo davvero nei primi dieci del mio pronostico (e credo che almeno Zillo non avrà dubbi sulla mia buona fede).
Poi il banalissimo incidente che ha ricordato Mario82 mi ha fatto cadere le braccia, ritenevo assurdo che un serio professionista si mettesse a fare il trasloco una settimana prima del Tour de France!
Ero quindi un po’ "arrabbiato" con il corridore australiano.
Ho anche lasciato perdere l’argomento McGee perchè nel forum c’è stato qualcuno che ha sfruttato l’australiano per ridicolizzare il livello degli avversari di Cunego, mentre per il sottoscritto rappresenta un motivo per nobilitare la vittoria di Damiano: le polemiche mi piacciono, ma ne ho aperte troppe e sono anche un po’ stanco.
Colgo quindi l’occasione e salto sù sul vostro carro, Bradley McGee entra nella mia personalissima legione straniera con Wegmann, Astarloa, Flecha e Sastre.

Domanda per Mario82: lo dici tu a Morris che si scrive "Française des jeux"?

 
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  postato il 27/12/2004 alle 17:35
No, Aranciata, lascio a te l'onore... al massimo io posso aggiungere che il team francese tornerà al vecchio nome, quello cioè non legato al sito internet (FDJeux.com)

Dai, Bottecchia, siamo un bel team di segugi...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 18:27
Mmmm, più che un onòre è un ònere.
Mi basta sapere che non mi farai più le pulci la prossima volta che non avrò il tempo (o la voglia) di rileggere un post prima di inviarlo.
Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 19:11
grantisco io sulla buonafede dei pronostici di aranciata,lo ricordo bene,appena arrivato nel forum che ci deliziava con la sua lista di probabili vincitori con tanto di spiegazione tecnica....

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 19:33
Grazie!
 
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  postato il 27/12/2004 alle 22:39
Lungi da me "il fare le pulci", e se mi capita di correggere qualcosa lo faccio col sorriso sulle labbra (o sulla tastiera), così come accetto le correzioni che si fanno al sottoscritto...
...liberati da me aranciata, anche perchè le cose stupende che scrivi non verrebbero intaccate da uno scambio di lettera o da un errore di ortografia

Ti saluto,
Mario

P.S.: In parte, la questione, l'avevo già sollevata nel thread "rieccomi... con racconto" postato dallo stupendo Morris

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/12/2004 alle 23:28
Aaaaaaaah, Mario!
Stavo scherzando!
Era il mio modo "alternativo" di aspettarti al varco, per vie traverse, o pensavi che mi sarei messo a catalogare i tuoi errori di battitura o quelli rarissimi di ortografia???
Suvvia, era una "vendetta" molto bonaria.
Mi ero anche preparato una battuta dove ti avrei proposto di assumerti come correttore di bozze, ma adesso è bruciata, che peccato!
Piuttosto se pensi di sbilanciarti in citazioni latine cerca di stare in campana, c'è Emiliano che và fiutando la preda come un lupo che sente il richiamo della foresta

 
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  postato il 28/12/2004 alle 00:12
Aranciata, mi spiace non aver inserito uno smile nel post precedente, mi sono bruciato la possibilità di leggere la tua battuta e di risponderti, cosa che mi affascina parecchio... nient'altro sono il paragone con la maestrina elementare piuttosto che con il pedante insegnante d'italiano, risposte alle tue "alternative" punzecchiature


P.S.: In latino sono una frana, avendolo mai studiato nel corso di studi da me frequentato. Ho notato comunque la bellissima vena "lupesca" di Emiliano, soprattutto nei confronti del catoniano Ciclgian

P.S.: A proposito di correttore di bozze: devo ammettere che l'errore di Morris (si, proprio lui) a proposito del "lapsus freudiano" nel thread su Blatter-doping-calcio-ciclismo-Lewis mi ha fatto tremare le dita... ma ho pensato che era Morris, e si era addirittura scusato a priori per la fretta, quindi l'ho "esentato" dalla lezione di oggi

Ciao Grandissimo!

 
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  postato il 04/01/2005 alle 17:19
Ho letto su Ciclonews.it di un possibile interessamento della Rabobank verso McGee.

Qualcuno sa qualcosa?!

 
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