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Autore: Oggetto: Tre Cime di Lavaredo: la montagna (quasi) invisibile

Livello Fausto Coppi




Posts: 2142
Registrato: Jun 2005

  postato il 01/10/2006 alle 11:31
L’8 giugno 1967, a Genova, non era una bella giornata. Può capitare, in quella stagione.
Per fortuna c’era il Giro d’Italia.
Ma il tempo non era bello neppure sulle strade della Corsa Rosa che, in quell’anno, festeggiava la cinquantesima edizione.
La telecronaca era prevista, come di consueto, per il primo pomeriggio.
La Blaupunkt era stata accesa con largo anticipo e anche lui, il nonno Pippo, aveva rinunciato alla partita a carte all’osteria per assistere ad una tappa che si preannunciava ricca di emozioni.
Il toscanello sbriciolato nella pipa, tanto fumo nella cucina e una partita a “cirulla” ed una a “marianna” per ingannare l’attesa.
La televisione: mio zio gliene aveva regalata una bella , a 24 pollici. Mi sembrava enorme, oltrechè moderna e perfettamente funzionante. Molto diversa da quella , assai meno recente, di quella di casa mia, con le valvole che facevano spesso i capricci ed una ricezione disturbata.
Spesso, quindi, andavo dai nonni a seguire gli avvenimenti sportivi.
Pochi giorni prima avevo assistito alla finale della Coppa dei Campioni. In diretta da Lisbona avevo seguito la sconfitta dell’Inter ad opera del Celtic di Glasgow. Da quella “tele” avevo visto anche il rogo di Bandini a Montecarlo . Come potevo non guardare, da lì, una tappa così importante?
“Dove vanno oggi?”, mi chiese il nonno. “Alle Tre Cime di Lavaredo, sulle Dolomiti”, gli risposi. Era la prima volta che il Giro saliva lassù.
Sul giornale avevo letto di pendenze terribili, di una strada che si inerpicava sino a oltre 2300 metri. di altitudine e che aveva tutte le carte in regola per entrare nella leggenda.
“Se è brutto qua, figuriamoci lassù” aggiunse mia zia, che ricordava ancora la tappa del Bondone quando , sulla Vespa guidata da suo fratello, era andata sino a Trento.
Ed in effetti aveva ragione , perché la telecronaca , anziché iniziare secondo quello che (anni dopo) avrei imparato a chiamare il palinsesto televisivo, subiva dei continui rinvii. “Siamo in attesa di collegarci…, era il ritornello scandito dall’annunciatrice . Il monoscopio Rai non voleva lasciare spazio alle immagini. Proviamo con la radio, allora. Era una Mivar, ricordo. In qualche modo si seppe che le condizioni atmosferiche erano pessime e che i corridori, partiti da Udine, correvano sotto la pioggia.
. Peccato -pensai- niente telecamere mobili. Peccato davvero, perché quella tappa meritava di essere seguita. Da Udine alle Tre Cime passando per il Passo Sant’ Osvaldo poi , all’altezza di Longarone ,si risaliva la Valle del Cadore sino a Pieve . Da lì, una salita dolce sino ad Auronzo e un’impennata per raggiungere il lago di Misurina prima della rampa finale.
C’era Schiavon in maglia rosa , e con Dancelli ormai fuori dai giochi per il primato, andavano a lui le mie simpatie.
“Alùa nun fan vedde ninte”, disse mio nonno, aspirando la pipa mentre calava il settebello.
Poi il collegamento iniziò.
Non ricordo, a distanza di quasi quarant’anni, quale fu il contenuto della telecronaca, se la scalata da Misurina venne trasmessa con le telecamere mobili o se si videro soltanto le immagini dell’arrivo. C’era una nebbia che lasciava intravedere ben poco.
Vinse Gimondi, e Schiavon riuscì a conservare il simbolo del primato. Lui lo ricordo benissimo, al processo alla tappa che Sergio Zavoli condusse da lassù, in una giornata dai connotati invernali.
Fu proprio Zavoli a sollecitare gli organizzatori ad annullare la tappa, per le spinte che quasi tutti i corridori avevano ricevuto e che ne avevano falsato il contenuto.
Bruno Raschi,a nome dell’organizzazione, gli diede ragione:la giuria annullò la frazione ai fini della classifica generale.
Il comunicato dell’Organizzazione, diramato dopo la conclusione della tappa, nell’ufficializzare l’ordine d’arrivo ai solo effetti di tappa, così si esprimeva:”La Direzione del Giro d’Italia, mentre deplora il comportamento del pubblico che l’ha costretta, di fatto, a questa grave decisione, si riserva di prendere ogni successivo provvedimento tendente a tutelare la manifestazione, pur confermando gli impegni assunti per il prosieguo e la conclusione del 50° Giro d’Italia”
A distanza di anni Miro Panizza ricordava quella giornata: a 8 Km dal traguardo aveva attaccato in solitudine ed aveva proseguito da solo: senza le spinte chissà…. forse sarebbe riuscito a vincere una tappa, quella tappa, alla sua prima partecipazione al Giro d’Italia.
Il più arrabbiato fu senza dubbio Gimondi, che era riuscito a guadagnare 51” ad Anquetil, suo diretto avversario per la vittoria finale.. “Dipendesse da me domani non si parte: se mi obbligano, farò il turista”. Gimondi partì, il giorno successivo, e non fece il turista:il Giro d’Italia fu suo.
Anche Felice (che pure dichiarò di essere stato il più “pulito” tra i suoi colleghi) fu multato di mille lire per “spinte occasionali accettate”.
Quel giorno si videro corridori spinti dai tifosi ed altri attaccati alle moto.
Delle Tre Cime , ovviamente, non si vide nulla .

L’anno successivo Torriani ebbe il coraggio di riproporre quell’arrivo, forse per scacciare le polemiche . Anche nel ‘68, tuttavia, le condizioni atmosferiche erano pessime: peggiori, se possibile, di quelle dell’anno precedente.
Era il primo giugno : Dancelli in rosa , i Campionati Europei di calcio che di lì a pochi giorni si sarebbero disputati in Italia e tanti, tanti ragazzi per le strade di Parigi.
La tappa era la dodicesima di quel Giro:213 chilometri con partenza da Gorizia e percorso identico a quello dell’anno precedente
Pioggia sin dall’avvio e, sulla salita finale, addirittura la neve
Poco dopo la partenza si involò una fuga , con nomi importanti (Bitossi, Galera, Polidori) che accumulò diversi minuti di vantaggio.
Ad Auronzo di Cadore i fuggitivi avevano un vantaggio che sfiorava i dieci minuti.
In uno scenario infernale Merckx , in maglia iridata, diede una dimostrazione di forza incredibile, acciuffando il gruppetto di fuggitivi (che nel frattempo si era sgretolato) e giungendo da solo al traguardo,ben pilotato da Adorni (terzo al traguardo), suo compagno di squadra nella Faema.
Eddy avrebbe voluto andare all’inseguimento ben prima , ma Adorni riuscì a contenerne l’impeto, consigliandolo al meglio.
Quella volta, i distacchi furono reali.
Giancarlo Polidori, ultimo dei fuggitivi ad essere raggiunto e superato da Merckx, colse un magnifico secondo posto, ma per i tanti che l’anno precedente erano arrivati con pochi secondi di ritardo, i giri della lancetta del cronometro non si contarono.
Gimondi, vincitore l’anno prima, si piazzò 28°, tra le lacrime, con oltre sei minuti di ritardo.
Fu una delle giornate più amare della sua carriera, e le precarie condizioni di salute(“spasmo bronchiale”, diagnosticò il medico) non attenuarono la sua delusione.
Michele Dancelli perse il simbolo del primato che passò –definitivamente- su quelle di Eddy, il quale non si dispiacque troppo di dismettere i colori dell’arcobaleno.
Gianni Brera ebbe torto: a suo dire Eddy sarebbe arrivato sì, sulle Dolomiti, ma a bordo della macchina dell’ammiraglia. Quel giorno,invece, capimmo che il belga non si sarebbe lasciato impressionare da alcuna salita.
Le immagini di quella tappa sono eloquenti: nevicava fitto e Merckx, dopo avere tagliato il traguardo ,venne avvolto in due pesanti coperte. Mi colpirono i guanti che indossava : neri, enormi.
Montagna da tregenda , le Tre Cime, seppure invisibili.
Due arrivi in due anni consecutivi con nebbia, pioggia e neve. Fu necessaria una pausa.

Passarono gli anni , e nuovi protagonisti si affiancarono ad una generazione che ci aveva fatto sognare.
Il ‘74 sembrò essere la volta buona, quella in cui le Tre Cime si sarebbero finalmente svelate a chi –come me- non aveva avuto la fortuna di vederle, neppure in televisione.
Poste al termine di un Giro avvincente, con tante salite, le Tre Cime furono lo scenario in cui si giocò l’ultima appassionante sfida tra vecchi leoni e giovani emergenti
.Era la ventesima tappa, la terz’ultima:163 chilometri con partenza da Pordenone, la forcella di Monte Rest ed il Passo Mauria, e una classifica quanto mai aperta.
Merckx in rosa , con 33” di vantaggio su Gimondi, 41” su Baronchelli e 1’09 su Battaglin.
Fuente, splendido (e vincente) protagonista a Sorrento e al Monte Carpegna, al Ciocco e al Monte Generoso, aveva buttato via il Giro nella tappa di Sanremo, ma non era ancora pago di successi:pur staccato in classifica generale, sperava in cuor suo di riuscire a far saltare il banco.
Quel giorno le Tre Cime si videro, e fu splendido assistere alla vittoria in solitudine di “Tarangu”, ma soprattutto all’attacco di uno scatenato G.B. Baronchelli, impegnato allo spasimo sulle rampe finali nella conquista della maglia rosa , che Merckx riuscì a difendere per l’inezia di dodici secondi.
Dopo che la giovane speranza del ciclismo italiano tagliò il traguardo, iniziò una sorta di conto alla rovescia, prima dell’arrivo del belga. Sembrava fatta ma il Cannibale , con un rabbioso finale, arrivò appena in tempo per mantenere il simbolo del primato.
Se la vittoria alle Tre Cime del 68 consegnò a Eddy il primo trionfo al Giro, il piazzamento di quell’anno suggellò il quinto successo, l’ultimo, al Giro d’Italia. Quel giorno Merckx si confrontò non solo con Gibì e gli altri, ma anche con Binda e con Fausto, con la leggenda del ciclismo.
Purtroppo in quell’anno il Giro non venne trasmesso in diretta e le immagini registrate della corsa (trasmesse intorno alle 19) non resero giustizia né allo spettacolo che aveva offerto la salita, nè allo splendido scenario dolomitico.
Ma quello era un periodo in cui ben altre notizie occupavano:lo spazio televisivo :erano i giorni del referendum sul divorzio, del rapimento Sossi, della strage di Piazza della Loggia. .Di lì a poco ci sarebbe stato anche l’Italicus
Due volte bersagliate dal maltempo, un’altra volta penalizzate dalla televisione: le Tre Cime cominciavano a diventare una montagna misteriosa, avvolta in un’alone di mistero.

Quando due anni più tardi ritornai con mio padre dalla Germania, mi parve doveroso fare una deviazione per vederle da vicino. Ma anche quel giorno di luglio le Tre Cime non si vollero svelare per intero, mentre percorrevo la Val di Landro.
Riuscii a scorgerle o, almeno, ad immaginarmele. Esistevano, dunque, le Tre Cime, e la tappa dell’81 me lo confermò.
“Criterium della montagna”, definì Hinault, assente in quell’edizione, quella tappa brevissima (100 chilometri appena) che prevedeva il passaggio sul Tre Croci prima di imboccare la salita finale.
Quasi una cicloturistica da San Vigilio di Marebbe a Cortina , poi corsa vera.
Fu il giorno degli svizzeri (vinse Breu e Fuchs fu secondo), ma Giovanni Battaglin, terzo al traguardo, mise l’ipoteca sul suo Giro,indossando quella maglia rosa che inseguiva dal 1975.
Non ci furono grandi distacchi. Battaglin corse con la tripla che gli aveva approntato Nane Pinarello: tre ingranaggi rispettivamente di 36,41 e 53 denti e la ruota libera con pignoni dal 14 al 24.
A due chilometri dal traguardo lo scalatore di Marostica, incoraggiato dalla sua gente, scattò, e Saronni, che spingeva un rapporto più duro , non cercò nemmeno di rispondere , continuando a salire come se in corsa fosse solo. Beppe si difese bene e quel giorno la montagna non lo respinse. Arrivando lassù con un distacco contenuto pensò di avere il Giro in tasca : Battaglin lo smentì, due giorni dopo, all’Arena di Verona.
Assistendo a quella tappa non potei fare a meno di pensare che le edizioni degli anni 60 , e quella del 74, parevano appartenere ad un’ altra epoca, ed anche G.B. Baronchelli, il protagonista di alcuni anni prima, dovette pensarla così, visto che arrivò all’arrivo con un ritardo di oltre sette minuti.


Da allora, l’arrivo al Rifugio Auronzo venne riproposto solo una volta, al Giro dell’89.
Ascoltai la radiocronaca della vittoria di Herrera mentre stavo imbiancando la casa che, dopo pochi giorni, avrei abitato con la mia compagna. Immaginavo, tra una pennellata e l’altra,gli scatti del colombiano verso la Cima Coppi, la risposta di Fignon, la difesa della maglia rosa da parte di Breukink
Insomma, anche quella volta non vidi le Tre Cime. Una volta il maltempo, un’altra volta pure, poi il bianco…
Beh, mi dissi, proviamo a vederle , ma stavolta bene ,dal vivo e da vicino, in attesa che vengano riproposte al Giro.
Ma, ahimè, neppure nel 96, a Misurina, il tempo era bello e le tante nubi che avvolgevano le Cime le rendevano inaccessibili al mio sguardo. Provai ad imboccare la strada che portava al rifugio Auronzo nella speranza di un rapido cambiamento del tempo. Mi fermai nei pressi del laghetto: iniziò a piovere, e mestamente ridiscesi il primo tratto della salita.
Poi, in occasione di altri soggiorni in Val Pusteria , finii per dimenticarmene.
D’altra parte, al Giro non venivano più proposte da anni……

Quest’estate, tuttavia , sono ritornato all’attacco. Le premesse per vederle c’erano tutte :addirittura ho alloggiato in Val Fiscalina, nell’albergo di proprietà degli eredi di colui ( Sepp Innerkofler) che per primo scalò la parete nord della Cima Piccola di lavaredo
Drei Zinnen, in tedesco. Sono così famose le Tre Cime che, pur essendo italianissime (provincia di Belluno) i sudtirolesi le considerano -magari a scopi turistici- un po’loro.
Dobbiaco si autodefinisce il paese delle Tre Cime (anche se da lì neppure si vedono) ed il Comune di Sesto ha scelto, come logo, proprio tre vette che richiamano quelle che, universalmente, rappresentano il simbolo delle Dolomiti.
Se avessi avuto velleità alpinistiche (e, soprattutto , se il tempo mi avesse assistito), avrei provato a salire al rifugio Locatelli, tradizionale punto d’osservazione delle Tre Cime. Mi sarei accontentato di salire in auto al Rifugio Auronzo, pagando la relativa tariffa (20 euro!) che, a detta del sindaco di quel Comune , è il corrispettivo del parcheggio e non un vero e proprio pedaggio.
La strada, infatti, costruita dagli alpini durante la prima guerra mondiale, venne affidata in concessione dal Comune di Auronzo , nel 1966, ad una ditta privata per poi ritornare, nell’88, alla piena titolarità pubblica.
Al penultimo giorno di vacanza mi sono detto: le devo vedere. Almeno da Misurina.
La giornata era parzialmente coperta, come di consueto, ma non ho perso le speranze.
Arrivato al lago, le Tre Cime erano avvolte dalle nuvole. Poi, improvvisamente, si è alzato il vento e , sia pure per poco , si sono svelate. Belle, imponenti, austere.
Sono state scoperte e percorse altre salite, da quel lontano giorno di giugno del 67. In una ideale classifica di difficoltà, le Tre Cime hanno perso quel primato che, all’epoca, veniva loro riconosciuto.
Ma il fascino è rimasto, per intero.
Il tempo di qualche foto e, poi, la segreta speranza: salire al rifugio, percorrendo per intero quella salita il cui inizio è contrassegnato da un cartellone inequivocabile:”Rifugio Auronzo -7 KM”.
Era chiedere Troppo? Forse si, perchè poco dopo il sipario grigio è nuovamente calato e le Tre Cime non mi hanno concesso il bis.
Si capisce:cinque volte in quarant’anni al Giro, centellinano le loro apparizioni.
La loro recita, pur breve, ha comunque strappato un lungo, meritato applauso.
Lo stesso che rivolgeremo ai corridori del Giro quando, magari dopo il Passo Giau, ritorneranno lassù.
Speriamo presto.




Felice Gimondi, seguito da Vittorio Adorni, sulle Tre cime. E' l'8 giugno 1967


Giro d'Italia 1968: Eddy Merckx scatenato sulle rampe della salita


Giro 1968:la maschera di Gimondi dopo l'arrivo


Giro 1981: Giovanni Battaglin scatta sulle Tre Cime


Tre Cime di Lavaredo, estate 2006.


 
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Livello Gastone Nencini




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  postato il 01/10/2006 alle 11:34
Complimenti per l'articolo! Veramente eccezzzzzionele!

 

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Si vis pacem, para bellum

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 01/10/2006 alle 12:02
Bellisimo contributo Mario, avevo letto qualcosa a riguardo delle tappe del Giro arrivate sulle Tre Cime ma nessuno articolo è avvicinabile al tuo, animato come sempre da passione e sensibilità verso la poesia di questo sport.
Grazie

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




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  postato il 01/10/2006 alle 12:02
Bravo Cancel! Che belle storie, lo leggevo a mio papà e anche lui ricordava tutte quelle tappe, soprattutto quella di Dancelli perchè è sempre stato il suo preferito.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/10/2006 alle 15:02
commosso da corse che mi hanno segnato...adorni, GB.....eroi sfortunati delle tre cime.....

 

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pedala che fa bene.....

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 01/10/2006 alle 15:08
Grazie Mario, e' sempre un piacere leggerti.

P.S.: hai letto il mio email?

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 01/10/2006 alle 17:50
Bello. Va però detto che oggi le Tre Cime sarebbero poco selettive. Troppo breve lo strappo e molto più agili i rapporti.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/10/2006 alle 18:55
Il Giro tornerà lassù..tra pochi anni...tornerà...

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/10/2006 alle 18:57
Originariamente inviato da Cascata del Toce

Il Giro tornerà lassù..tra pochi anni...tornerà...


Tra non troppi, spero....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/10/2006 alle 21:08
Originariamente inviato da lallo

Bello. Va però detto che oggi le Tre Cime sarebbero poco selettive. Troppo breve lo strappo e molto più agili i rapporti.


giu' il cappello per il resoconto.non so se le tre cime potrebbero far selzione o meno ma per arrivare a misurina non che che i corridori possano andare a spasso,sia che arrivino da cortina(il tre croci non e' malaccio)sia che arrivino da Auronzo,(gli ultimi km.prima di misurina hanno pendenze anche del 16%).

 
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Moderatore




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  postato il 02/10/2006 alle 00:07
Bellissimo racconto
Le Tre Cime di Lavaredo,almeno guardandole dalle foto,sembrano uno dei posti più suggestivi che abbiamo in Italia,piacerebbe anche a me andarci un giorno e speriamo che tornino presto al Giro e vedere quegli ultimi 4 km al 12% medio.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 08:17
Grazie davvero Mario!!!!! ci sono passato pure io da quei posti e pure io nel mio piccolo ho scalato le tre cime nell'estate del 2002 con il mio amicone Diego...beh che dire, ne sono rimasto emozionato ed estasiato!!!!


per quanto riguarda il discorso Giro, altro che se non farebbero selezione!!!! gli ultimi 4 km sono paurosi e si arriva intorno ai 2400 mt se non ricordo male...quelle pendenze a quell'altezza e considerando che sarebbe un arrivo in vetta farebbero grande selezione!!!

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 08:27
Grazie, coscritto.
Che rabbia quelle sovrimpressioni ( o voci fuori campo ):
"Siamo in attesa di collegarci..."

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 09:09
Originariamente inviato da cancel58
Sono così famose le Tre Cime che, pur essendo italianissime (provincia di Belluno) i sudtirolesi le considerano -magari a scopi turistici- un po’loro...


Complimenti per il bellissimo articolo; anch'io sono un "fan" delle Tre Cime.
Non sono sicurissimo, ma credo che, pur essendo attualmente in provincia di Belluno, prima del 1918 fossero (come Cortina) possedimento Austriaco (perlomeno il versante nord).
Dopo la Iª Guerra ci fu un ridisegno delle province...

PS: Un buon modo per vedere (da media distanza) le Tre Cime è salire a Prato Piazza (Platzwiese), un passo per pochi... centimetri sotto i 2.000 metri.
Probabilmente lo conosci: si può salire in MTB su sterrato da Carbonin e su asfalto, e quindi anche con bici da corsa ma io l'ho fatta in MTB, da Villabassa/Niederdorf (gli ultimi 800 m. sono devastantissimi...)

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 10:05
Lo stesso che rivolgeremo ai corridori del Giro quando, magari dopo il Passo Giau, ritorneranno lassù.
Speriamo presto.


hai il palato fino vero Mario????
Pensa questo è il mio sogno che mi porto dentro da quell'estate del 2002 quando ebbi la possibilità di scalare quelle montagne...un giau da selva di cadore con il passo tre croci poi e l'arrivo sulle tre cime di lavaredo sarebbe qualcosa di "deliziosamente mostruoso"

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 17:51
Non sono sicurissimo, ma credo che, pur essendo attualmente in provincia di Belluno, prima del 1918 fossero (come Cortina) possedimento Austriaco (perlomeno il versante nord).
Dopo la Iª Guerra ci fu un ridisegno delle province...

Caro Bitossi, confesso che l'entusiasmo per le Tre Cime ha risvegliato un bieco nazionalismo.
In effetti, al momento della dichiarazione di guerra all'Austria, credo che il confine corresse lungo la Forcella di Lavaredo
Il rifugio Locatelli era sicuramente in territorio austriaco e le tre cime....probabilmente(ma non ho controllato) segnavano il confine tra i due stati.
Sul rifugio Locatelli sono sicuro, perchè era gestito proprio da Sepp Innerkofler, che ho citato. Ho conosciuto il nipote, che mi ha raccontato diversi episodi sul periodo bellico.
I paesi di Sesto e Moso vennero duramente bombardati dagli Italiani, tant'è vero che le popolazioni furono evacuate.
Sepp Innerkofler morì sul monte Paterno e gli venne conferita la medaglia d'oro.

Un buon modo per vedere (da media distanza) le Tre Cime è salire a Prato Piazza (Platzwiese), un passo per pochi... centimetri sotto i 2.000 metri.
Probabilmente lo conosci

Affondi il coltello nella piaga. anche Prato Piazza era inserito tra le mete. Volevo vedere la salita, considerato che lassù era stato ipotizzato un arrivo di tappa..
Il giorno che ho deciso di andarci sono arrivato all'altezza della sbarra: è calato un nebbione che mi ha sconsigliato di proseguire.
Comunque tanta "sfortuna" è stata ripagata :infatti, in occasione di un altro periodo di vacanza ho percorso una salita (inedita per il Giro) che vale la pena di descrivere.
magari un giorno o l'altro lo faccio.
Ciao, e grazie !

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 18:09
Originariamente inviato da cancel58
Comunque tanta "sfortuna" è stata ripagata :infatti, in occasione di un altro periodo di vacanza ho percorso una salita (inedita per il Giro) che vale la pena di descrivere.
magari un giorno o l'altro lo faccio.
Ciao, e grazie !


Quale, quale? Sono curiosissimo; anch'io ogni tanto vado a provare salite "inedite" in Alto Adige (una tra le mie regioni preferite, anche per la cura del territorio, materia in cui abbiamo solo da imparare dai "Crucchi"), trovando quasi sempre pane per i miei denti... e cioè pendenze mostruose e/o percorsi superimpegnativi.
Qualche esempio: Alpe di Luson (anche detta Alpe di Rodengo) da Luson, Maranza dalla Val di Funes (5 stelle per durezza!), le alte vie della Val Badia (Onies da una parte, abbastanza tosta, facile invece l'altro fianco...), Montassilone, la Val di Casies, il Passo di Gola in MTB, il Passo Stalle dai due versanti... è tra queste?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 18:12
è tra queste?

No, non è in Alto Adige.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 23:37
58, classe di ferro.
cancel un grandissimo
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/10/2006 alle 23:40
mannaggia mario, ora mi fai davvero rimpiangere di non esserci salito in bici quest'estate mentre ero in vacanza.

bel racconto!

ciao

 

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Eugenio Vittone, EROE DEL GAVIA

E' famosa la risposta che George Leigh Mallory diede ai giornalisti che gli domandavano perchè volesse andare sull'Everest. "Perchè c'è", disse semplicemente.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 03/10/2006 alle 00:15
Grande ed immenso Cancel!
Una carezza sui tempi che abbiamo vissuto fanciulli e giovanotti, quando quella montagna era veramente il colle delle nebbie e dell'impervio. Oggi, chissà cosa sarebbe....

Dell'edizione '67, ricordo i lamenti di Gimondi, il Processo alla Tappa di Sergio Zavoli, quel giorno, più delle tante altre volte, valore aggiunto del Giro. Le spinte ci furono a iosa, proprio nelle medesime consistenze della scalata al Muro di Sormano nel Lombardia del '62. Sul dente lombardo, a far la voce grossa fu Baldini, grazie proprio a quegli aiuti che lo portaronmo ad un record di scalata innaturale. Era il frutto della popolarità e dell'amore che ancor godeva fra gli appassionati. Sulle Tre Cime di Lavaredo, Gimondi fu spinto almeno come gli altri: le voci e le testimonianze corrono, ed il tempo è onesto....anche se lento. Lui, il Felice, era il ragazzo italiano che doveva vincere..... e gli aiuti arrivarono in numero assai superiore al "nemico" Anquetil, o al ragazzino Merckx...che gli giunse ugualmente a soli 4". Il bergamasco, sempre facile al lamento, fu ripagato poi con gli interessi, due giorni dopo a Tirano, quando gli italiani, pur con maglie diverse, fecero Nazionale per proteggerlo dall'inseguimento del francese. Jacques, ormai vecchio, fu un signore con noi, non si lamentò, ma ne aveva ben donde.
Sarà, ma proprio nel giorno delle Tre Cime di Lavaredo '67, il mio cuore dodicenne, espulse definitivamente Gimondi, dai papabili del possibile tifo.

Ciao mitico Cancel!

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2006 alle 18:06
Riporto il alto il 3d perchè sono proprio contento!
le tre cime ritornano al Giro.
I ricordi di Gimondi e di Adorni, le immagini in bianco e nero di Merckx nella bufera... Mi sono emozionato nel vedere la presentazione della tappa!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/12/2006 alle 21:11
anch'io sono molto affezionato a quella tappa
i tre passi della mia infanzia.
quante volte sono partito dal sanpellegrino,dal giau,dalle tre cime con i miei(e purtroppo ricordi più belli con mio papà)...
credo proprio che andrò. sarà bello

 

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Livello Octave Lapize




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  postato il 04/12/2006 alle 14:23
Grazie per questo bel racconto ... per chi, come me, quegli arrivi del giro sulle Tre Cime non li ha vissuti!

In quindici anni di montagna alle Tre Cime cime di Lavaredo ci sono stata una sola volta a piedi ... chissà ... magari la prossima sarà con la bici!

 

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"...poi Dio creò la biciletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'ardito itinerario della vita ..." (monumento al Ghisallo)


L’orizzonte era fatto di monti
che guardavano in fondo la valle.
S'ergevano austeri e inviolati
al cuore d'un credo
provato dal non lontano
ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2006 alle 14:27
Curiosità: in bici si paga il pedaggio!?!?

 

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Chi non indossa il casco non ha nulla nella testa che valga la pena proteggere.
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2006 alle 14:35
qundo l'ho fatta io (estate 2002) non facevano pagare niente, ma già mi immagino la scena al Giro: Gabri59 al casello che fa pagare il pedaggio a Basso....BBBBUUUUAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2006 alle 14:35
Originariamente inviato da Andrea_Web

Curiosità: in bici si paga il pedaggio!?!?

Eh, fortunatamente no... e ci mancherebbe pure, con tutta la fatica che bisogna fare !

La stessa cosa vale per il Passo del Rombo dall'Austria: in macchina si pagano 10 Eurini, in bici nisba...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2006 alle 14:38
ahhh il Rombo!!!! una delle cime da conquistare nel 2007!!!!!!!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2006 alle 14:55
Originariamente inviato da robby

qundo l'ho fatta io (estate 2002) non facevano pagare niente, ma già mi immagino la scena al Giro: Gabri59 al casello che fa pagare il pedaggio a Basso....BBBBUUUUAAAAAAHHHHHHH!!!!!!!!!!!


Sale con la 500 Abarth!?!?

 

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Livello Campionato di Zurigo




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  postato il 27/12/2006 alle 02:14
Io l'ho scalata l'anno scorso, quando ero in vacanza d'estate a dobbiaco! ho fatto una breve uscita con mio fratello (lui junior 1°anno e io dilett 1°anno) e ci siamo gustati prima 27 km di sola salita, da dobbiaco alle tre cime...ma poi 27km di sola discesa!!Che goduria!! Comunque paesaggi mozzafiato e tanta soddisfazione per aver raggiunto un luogo così mitico! PS se non ricordo male sul rifugio era indicato 2320m di quota! notevole!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/05/2007 alle 07:23
Riporto in alto il 3D nel giorno del grande ritorno delle Tre Cime.
Temo che non si riusciranno a vedere neanche oggi, stando alle previsioni.......

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 28/05/2007 alle 14:01
soprattutto in mattinata mentre salivamo noi si riuscivano a vedere, certo non è stato il massimo ma almeno si è riscito a scorgere qualche scorcio da far accaponare la pelle

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/10/2007 alle 13:12
Omaggio a Cancel 58: quasi dimenticavo che quest'estate sono andato a Prato Piazza da Carbonin in MTB, e finalmente le Cime erano visibilissime. O meglio... questa volta avevo la macchina fotografica!

 

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Livello Ottavio Bottecchia




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  postato il 23/10/2007 alle 14:02
Mitiche Tre Cime!!
 
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Elite




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  postato il 24/10/2007 alle 14:22


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/10/2007 alle 16:33
ma le Tre Cime son quelli davanti in tenuta da ciclista oppure le motagne sullo sfondo?

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 05/11/2007 alle 17:34
un piccolo consiglio a chi vorrebbe affrontare questa splendida salita: se si ha la fortuna di avere un accompagnatore sarebbe bello che fosse disposto a portarvi fino al rifugio auronzo una MTB, mentre noi faremo la salita con la specialissima (perchè a mio avviso è più gratificante) poi una volta al rifugio saltare sulla MTB e fare tutto la strada sterrata fino al rifugio locatelli... vi posso assicurare che una foto al tramonto con le VERE tre cime alle spalle di noi e le nostre MTB sono eccezzionali! Questa foto l'ho posata sulla mensola della mia stanza e lì resterà per molto tempo!

Un saluto.




PS: se non avete l'accomagnatore potrete partire direttamente con la MTB

 

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io sono un saavvvoonnnéééésse

Un uomo solo al comando... la sua divisa è bianco-celeste... il suo nome è Fausto Coppi
CAMPIONE DEL MONDO FANTACICLISMO CICLOWEB 2008 vincitore del Giro del Piemonte, MEDAGLIA DI BRONZO alla crono mondiale

FANTACICLISMO CICLOWEB 2009
DOPPIETTA AMSTEL GOLD RACE - FRECCIA VALLONE
VINCITORE CLASSICA DI AMBURGO,VINCITORE MEMORIAL CIMURRI, innumerevoli piazzamenti

FANTACICLISMO CICLOWEB 2010
BRONZO CRONO MONDIALE, ARGENTO MONDIALE IN LINEA
VICITORE GIRO DI LOMBARDIA

ORGANIZZATORE CKC '09

 
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Livello Franco Ballerini




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  postato il 27/01/2009 alle 09:58
tre cime di lavaredo (giro italia 1968) in il giornale spagnolo "as":

http://img502.imageshack.us/img502/9682/g68ci9.png

http://img443.imageshack.us/img443/7184/g682cy1.png

 
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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 27/01/2009 alle 12:44
Una salita dove ho sofferto "abbestia".

 

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Livello Franco Ballerini




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  postato il 04/11/2010 alle 10:38
video di il arrivo a tre cime di lavaredo 1981:

http://www.youtube.com/v/fBQh4eNOGno&hl=it_IT&fs=1&

 
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