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Autore: Oggetto: Riflessioni su Vos, Cooke e .... ciclismo.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 24/09/2006 alle 00:41
Dunque, se la memoria non mi inganna, nel ciclismo ognisesso, relativamente alla categoria assoluta e alla strada, Marianne Vos è la più giovane maglia iridata della storia del ciclismo. Lo era già per il ciclocross, sulla pista, invece, sono diversi i “mondiali” diciannovenni, mentre per quanto riguarda una prova olimpica su strada, il primato spetta ad un altro olandese, Evert Dolman, di cui ho scritto il ritratto (è nel thread dedicato a Janjanssen), che vinse i Giochi di Tokyo nella 100 chilometri a squadre, a soli 18 anni. E’ pur vero che allora, le Olimpiadi, le correvano i dilettanti.

Aldilà della statistica che, comunque, in un periodo come questo, acquista un certo valore aggiuntivo, l’impresa di Marianne va vista con occhi illuminati, per alcuni spezzoni di talento e qualità straordinari, mi permetto di dire, antecedenti la stessa supervolata finale.
Il primo aspetto, basilare, sta bel suo modo di correre. In particolare la scelta del periodo ove stare nelle prime posizioni, con uno spirito d’osservazione dei fatti di gara da atleta navigata e col piglio di una che sa pedalare per vincere e sa bene da quali gambe possa venire il pericolo.
Andando avanti in maniera temporale, il secondo ci porta alla magistrale risposta all’attacco di Nicole Brandli nella parte dura della salita, durante la penultima tornata. Gli scatti o le progressioni della svizzera, sono quasi sempre al veleno e nessuna, nemmeno la Cooke, ha risposto così prontamente e con fare deciso come l’olandese. Non solo, ma la Vos ha dato l’impressione di averne per involarsi da par suo.
Terzo aspetto, la generosità nel dare i cambi, quando s’è trovata nel drappello che l’acuto della Brandli aveva formato. Ciò ti rende sempre il rispetto delle altre e nessuna, vista la consistenza dell’atleta invocante facile invidia, ti vede antipatica per questo. Fra le donne, che in gara sono assai più vendicative e cattive degli uomini, non è una cosa di poco conto.
Quarto aspetto, il più consistente per rilevanza tecnica, quando Marianne è rientrata, da sola, con una sparata da super, su Judith Arndt. Conoscendo la tedesca (l’unica atleta dei tanti sport seguiti, a mandarmi a cag.are, solo perché le proponevo di venire con me alla Sanson, a quel tempo nettamente la prima squadra del mondo…) se le due non sono andate al traguardo, è solo perché Judith, non voleva un’altra Atene (battuta da una Carrigan che è abissalmente inferiore alla Vos col raffreddore!). Resta il fatto che, mentre la Cooke, la Soeder e la Graus (le due austriache sono sorprese solo per chi mastica il ciclismo femminile una volta l’anno, come Bulbarelli e Cassani, o si sono allontanati, come la Cappellotto…), ovvero le più attive nell’inseguimento alla Arndt, non riuscivano a guadagnare sulla tedesca, la Vos, visto il pericolo, s’è portata sulla battistrada in un battibaleno.
Quinto aspetto, la nuova risposta, come nessuna, all’ulteriore attacco della Brandli durante l’ultima tornata, senza poi risparmiarsi nel dare i cambi alla gallese, quando erano rimaste davanti in tre. Qui, la svizzera, sapendosi terza, non ha collaborato alla fuga, sperando di fare entrare in gioco la connazionale Beutler, un tempo, prima di un assurdo e sospetto dimagrimento che le ha tolto esplosività, ottima velocista (il fatto che la presenza di Annette, l’abbia notata il Bulba, la dice lunga sul pomeriggio assonnato di Cassani e di Alessandra…..).
Sesto aspetto, una simile volata non esce da una velocista pura, ma da un campionessa a tutto tondo. Da notare che per le ragazze, il campionato mondiale di oggi pomeriggio, è stato il più lungo mai corso, ed il circuito di Salisburgo, la “classica” più dura (il che è tutto dire!) svoltasi in questo 2006.

Note tecniche.
Marianne ha due gambe strepitose, basta guardarle per capire che è una fuoriclasse. Possiede la naturale muscolatura che ti viene da chi pratica lo sport e non pedala solamente, garantendosi con questo, una riserva muscolare che tutela le fibre rosse senza mortificare le bianche. Quella che aveva Cunego e che ha mortificato seguendo le dottrine capropedalatorie dei santoni. La Vos, nel momento in cui s’è dedicata alla sola bicicletta, ha saputo mantenere, grazie al ciclocross, queste specificità.
Le capacità coordinative di Marianne sulla bici, sono eccellenti: sa scattare senza ondeggiare lateralmente con la bicicletta, guadagnando, in questo modo, una efficacia vicinissima al top possibile. Sa guardare a destra e sinistra senza sbandare e sa infilarsi nei buchi (l’ha fatto vedere anche nella volata iridata), perché, ancora una volta, ha imparato dall’attività polidisciplinare svolta nell’adolescenza e dal ciclocross, a dominare il mezzo. Ne consegue…. che in discesa non teme nessuna, sa stare a ruota, sa scegliere la posizione migliore per rifiatare (cosa che, ad esempio, non ha mai imparato la Luperini e temo non imparerà mai la Cooke) e, soprattutto, conosce come poche quanto la bicicletta stessa, possa farti riprendere la giusta cadenza cardiaca o ti riporti alla ragione l’acido lattico, ovvero l’uso di quei rapporti, di cui ormai non parla più nessuno. Anche su questi aspetti, il ciclocross le ha insegnato tantissimo, proprio in quanto disciplina che si misura in poco tempo, ed enorme banco di prova per abituarsi e conoscersi nella fase di acidosi.
La sua posizione in bicicletta, è generosa nella trasmissione sul mezzo della potenza che ha, grazie anche ad un’ottima flessibilità della schiena, e pur non possedendo la perfezione stilistica di una Somarriba (la migliore dell’intera storia al femminile), può garantirsi un avvenire anche contro le lancette, dove oggi è bravissima nelle prove corte e più che discreta in quelle lunghe. Ovviamente, se in futuro dovesse ricercarsi sul crono, aldilà di ciò che è normalissimo migliorare, anche un fenomeno come lei, rischierà di rovinarsi.
Il rapporto peso potenza naturale di Marianne, è tale da non farle temere quelle montagne, un tempo patrimonio per “legge ciclistica” del pedale in gonnella, ed oggi divenute un tabù nelle proposte organizzative.
Infine, fisicamente la Vos, è ancora picotta come diciamo in Romagna, ma ha le sue peculiarità tutte a posto e tutte con le giuste proporzioni posturali. Insomma: un gioiello!

Oggi s’è parlato tanto della Cooke, atleta che conosco molto bene in quanto siamo stati nella medesima squadra e, per alcuni mesi, vicini di abitazione.
Nicole è un talento, ma possiede i difetti fisici di chi ha solo pedalato. Sulla bicicletta trasmette troppa potenza in meno di quella che ha. Non sa allenarsi, perché sfonda ogni tabella, mettendo ad ogni uscita un tot di chilometri in più, per la mera convinzione che siano i chilometri a fare la qualità. Mentalmente, è granitica e vede ogni corsa come quella della vita, sprecando inutili energie, soprattutto nervose, che potrebbero farle comodo nell’economia di gara e nella stessa carriera. La natura le ha donato un fisico impressionante per forza e qualità, un ematocrito da maschio, di cui l’UCI è a conoscenza (e non c’è niente di strano o tendenzioso in questa mia affermazione), ed un recupero, ovviamente, più che buono. Le convinzioni però, soprattutto se sbagliate, prima o poi vanno alla prova dei fatti e Nicole, spesso, le paga. I chilometri in più e gli sforzi per i rapportoni che sa spingere, le hanno creato problemi ad un ginocchio, il sinistro, che l’hanno costretta ad un’operazione, facendole perdere importanti appuntamenti, fino a farla convivere, ancora, con qualche interrogativo. La gara di oggi, come del resto altre, ha evidenziato la necessità, per la Cooke, di crescere modificando il suo rapporto col ciclismo. Se vuole battere la Vos (l’unica che può riuscirci allo stato attuale, è proprio lei), deve mettere mano a se stessa.
Marianne e Nicole sono diversissime fisicamente e mentalmente: levriero intelligente, furba e disponibile ad aprire i pori delle esperienze, la prima; tumultuosa e chiusa, la seconda. La classe, nella vastità dell’oceano di variabili che possiede il ciclismo, elegge la Vos; la forza bruta e la disponibilità al sacrificio, fanno recuperare un bel po’ di punti alla Cooke, ma non sufficienti per un ideale pareggio. Per le altre, soprattutto le più giovani, guardare la tulipana significa aprire un libro di tecnica sul ciclismo, mentre osservare la gallese…. si prova l’invidia di tanto ben di Dio scialacquato nel futile. Oggi, correvano entrambe da sole, perché la presenza della Belthman (bravissima ad arrivare con le prime, nonostante nel suo passato vi siano vittorie anche in Coppa del Mondo), è stata ininfluente, ma una ha vinto, l’altra, che mi è cara molto di più di quel che può rappresentare l’aver militato nello stesso sodalizio, è giunta terza, con un centimetro di anticipo sulla quarta. Il fatto di essersi fatta battere da Trixi Worrack, ruota veloce esclusivamente per Cassani, Bulbarelli ed una stonata Cappellotto, sta a dimostrare che Nicole deve ancora imparare tanto, per eleggersi al ruolo che le sue qualità le avevano assegnato.
Infine una nota per gli organizzatori italiani, Gazza compresa: se si vuole dare spettacolo e fare cultura ciclistica ognisesso, è necessario rimboccarsi le maniche e trovare il modo di portare l’olandesina volante il più possibile sulle nostre strade. Sarebbe pure interessante invitare, in queste occasioni, gli allievi ai corsi per diventare allenatori di terzo livello….

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/09/2006 alle 01:25
D'accordo su tutto maestro... sopratutto sulla sua forbizia e sulla sua ottima lettura di gara, sulle ottme risposte agli attacchi della Braendli e sulla sua coordinazione in bici.. d'accordo anche sugli errori dei colleghi riguardanti la Worrack e sulla poca conoscenza di Annette Beutler ed Andrea Grauss,,,Certo che deve venire da noi... Fossi Castellano per chi per lui la vorrei al Giro, proponendo qualcosa di + sostanzioso del tracciato di quest'anno... Morris..vorrei da te un piccolo profilo della Cantele ed un approfondimento sul discorso 'tracciati di gare delle prove juniores'... che hai toccato in un altro thread.. Nel mio lavoro seguo molto il femminile e vorrei sapere come la pensi...

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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  postato il 24/09/2006 alle 02:39
Che bel ritratto Morris. Che bei ritratti.

Guardo poco il ciclismo femminile (anche perché lo fanno vedere poco), ed ammetto la difficoltà di affezionarmi soltanto a degli ordini d'arrivo e/o ai racconti che Cascata, Megalon e tu, su tutti gli altri, dedicate a questo forum.

Oggi però la corsa m'ha divertito parecchio, ho visto ottimi spunti tecnici; è stata corsa vera, e forse l'ho apprezzata tanto perché (lo desumo dalle vostre invettive) l'ho seguita su Eurosport.

Con moltissima umiltà la coppia Berton e Cribiori si è un pochino defilata nella "cronaca+commento" della corsa di oggi pomeriggio, lasciando molto, moltissimo spazio a due tecnici del ciclismo femminile (di cui - ahimé - non ricordo i cognomi): uno è l'attuale ds della Nobili Rubinetterie e l'altro della Bianchi-Aliverti.
Come non bastasse, anche la riserva azzurra di Salisburgo (che è stata presentata anche come la compagna di uno dei due ds) ha accompagnato in maniera molto, molto buona la telecronaca (anche se ha sbagliato pronostico).

Berton era comunque preparato su gran parte delle atlete, così come Cribiori è sempre stato molto attivo durante la tramissione ed ha fatto paragoni più o meno calzanti tra donne-under23-pro' che, soprattutto ad un neofita come me, sono serviti molto.

Insomma, so che questo è un thread puramente tecnico ed io sto toccando la tecnica di un altro esercizio, ma vista la propensione che ho credo che possa essere perdonato.

Insomma, se oggi ho seguito con le palpitazioni la gara delle donne è stato sì innanzitutto merito delle ragazze e delle fenomentali Braendli, Cooke e Vos (in rigoroso ordine alfabetico) su tutte, ma anche per l'accompagno veramente "elegante" del quintetto di Eurosport.

 

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  postato il 24/09/2006 alle 10:03
Credo che la gara di ieri tra le donne abbia dimostrato anche ai più profani quento ingiusta è l'emarginazione a cui è condannato il ciclismo femminile, abbiamo visto che i talenti ci sono e le giovani emergenti annunciano nuove ed entusiasmanti sfide. Speriamo che se ne accorga chi gestisce i palinsesti TV e chi organiza le corse, creando percors in grado di esaltare le doti di queste ragazze. Non ricordiamoci di loro solo in occasione dei mondiali e del Giro, quest'ultimo mortificato dalle telecronache dofferite in stile flashback.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 24/09/2006 alle 23:40
Originariamente inviato da Cascata del Toce

D'accordo su tutto maestro... sopratutto sulla sua forbizia e sulla sua ottima lettura di gara, sulle ottme risposte agli attacchi della Braendli e sulla sua coordinazione in bici.. d'accordo anche sugli errori dei colleghi riguardanti la Worrack e sulla poca conoscenza di Annette Beutler ed Andrea Grauss,,,Certo che deve venire da noi... Fossi Castellano per chi per lui la vorrei al Giro, proponendo qualcosa di + sostanzioso del tracciato di quest'anno... Morris..vorrei da te un piccolo profilo della Cantele ed un approfondimento sul discorso 'tracciati di gare delle prove juniores'... che hai toccato in un altro thread.. Nel mio lavoro seguo molto il femminile e vorrei sapere come la pensi...


Caro Cascata, sperando che non mi sparisca il collegamento....
Intanto scusa per non averti risposto prima: se non sbaglio la domanda sui tracciati, me l'avevi già posta tanto tempo fa.

Su Noemi
Fisicamente è sempre stata forte e sin dalle categorie giovanili ha dimostrato di saper vincere in vari modi. Il suo talento non è mai stato messo in discussione, semmai il suo approccio all'ambiente e allo sport, ma lo spiegherò dopo.
Noemi, per caratteristiche che si sono consolidate nel tempo, è la classica atleta da corse di un giorno o da tappe nei giri. E' veloce, tiene sulle salite pedalabili, ed anche in quelle dure purchè corte; sa andare in fuga come poche, conosce la corsa e la sa interpretare. Non ha mai pagato le sconfitte con abbattimenti, anche quando si consumavano per le gambe di atlete inferiori a lei. Concepisce lo sport come una variabile della vita senza darle l'importanza che per tante altre rappresenta una vera e propria montagna. In altre parole, s'è costruita prima di tutto il domani, quando deciderà di mettere la bicicletta al chiodo. Per questo motivo, ha continuato a studiare senza sacrificare la sua condotta scolastica al fine di inseguire le corse. Pur essendo professionale nel momento in cui è chiamata a fare l'atleta, nelle concezioni di carriera è forse la più dilettante. A me, una così piace. All'ambiente del ciclismo femminile, assai meno. Già, perchè Noemi è taciturna, culturalmente superiore alle più e alle convinzioni, sa aggiungere condotte e fatti. Segue scrupolosamente i dettami di preparazione del padre, ex corridore, ed anche per questo è vista, soprattutto in Italia, come un corpo a se stante.
Ciononostante, ha vinto le sue belle corse e, da quando ha trovato l'ambiente ideale nella svizzera Bigla, ha cominciato ad incidere per quelle qualità che le si riconosce fin dai tempi in cui militava fra le allieve. Lo scorso anno, ad esempio, senza abbattersi per l'incredibile sconfitta nel Trofeo Massarosa, ad opera dell'ucraina Natalia Kachalka, s'è presa una rivincita coi fiochi andando a vincere il GP Plouay, valido per la Coppa del Mondo, superando nello sprint a due, una big come Edita Pucinskaite. Fu una vittoria svolta, perchè le fece capire che era sulla via giusta. Quello che poi ha fatto quest'anno, rappresenta un deciso salto di qualità e risultanze.
Cosa potrà farein futuro?
Se continuerà a pedalare nel gruppo con la volontà di incidere, è pronosticabile per un posto nella Top Ten del ranking mondiale, nonchè per singoli traguardi primari. Certamente lo farà al meglio, se il rapporto con la Bigla si estenderà. Felice Puttini, il suo diesse, e le compagne di quella multinazionale ma di totale spirito svizzero, la stimano, ed hanno fiducia in lei. Con loro potrà essere.... Noemi Cantele, quella che apparve da subito una predestinata.

Tecnicamente.
Ha un corpo proporzionato, una buona predisposizione alla fatica, ed una altrettanto buona capacità di lavorare in lattacido. Volendo guardare ai difetti, secondo me, come tante altre atletem, anche di gran nome, pecca nell'uso dei rapporti troppo duri, quando le servirebbe più agilità. E' ben impostata in bicicletta e, per questo, non disperde potenza, ma può migliorare la posizione per le crono, dove la sua schiena non è ancora sufficientemente parallela alla strada. Un lavoro mirato in palestra, le potrebbe essere molto utile. Inoltre, proprio Noemi, è una di quelle a cui farebbe tanto bene il cross, perchè l'aiuterebbe nel crearsi un feeling coi ritmi agili.

Il suo mondiale.
Parrà scontato, ma non deve rimproverarsi più di tanto, anche se la medaglia di legno è arrivata per un centimetro. Certo che se ieri vi fosse stata nel drappello in fuga, una Guderzo (l'unica italiana che poteva tenere oltre a lei), forse....avrebbe potuto superare la spremuta Cooke, ed anche la Worrack, che non è certamente più veloce di Noemi, ma poteva godere del lavoro di Judith e di Teresa Senff.

Comunque, un applauso, la Cantele se lo merita tutto!

Ciao!

P.S. Sui percorsi arriverò dopo perchè il computer fa le bizze....

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 24/09/2006 alle 23:49
Grazie Morris..a parte che leggerti è splendido... conosco Noemi (prima di fama, poi personalmente) sin dai tempi della Ju Sport e devo dire che sono contento per questi suoi risultati... Attendo la tua idea sui tracciati delle Junior.
Grazieeee

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 01/10/2006 alle 23:24
Prima di tutto una premessa, che assume un’importanza notevole quando si disquisisce tecnicamente: la donna è nata per gli sport di forza resistente. Se portiamo qualche dato terminale prelevandolo dalla statistica, senza per questo entrare sui perché e sull’importanza di una diversità che parte col menarca e si prolunga attraverso il ciclo mestruale, scopriamo che la forbice di una atleta è assai più ampia di quella di un collega del cosiddetto sesso forte.
Le donne arrivano prima alla maturità fisica che si traduce spesso con un raggiungimento dei vertici assai precoce. Per restare al ciclismo moderno, ci sono i casi enormi di Catherine Marsal (nel ’90 a 19 anni, vinse Tour de l’Aude, Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale), di Leontien Van Moersel, Svetlana Boubnenkova, Fabiana Luperini, Hanka Kupfernagel, Edita Pucinskaite, Diana Ziliute, l’illusoria Genevieve Jeanson, Nicole Cooke e l’attuale iridata Marianne Vos. Le citate fra i diciannove e ventuno anni arrivarono ai vertici, alcune seppero addirittura progredire e se escludiamo la Marsal e la Van Moersel, che hanno chiuso con l’agonismo, nonché la radiata Jeanson, le altre rappresentano una fetta consistente delle migliori Elite di oggi.
Di converso, le cicliste che hanno saputo giungere da protagoniste sulla soglia dei 40 anni ed anche superarla, sono tante di più dei colleghi. Non c’è solo l’eterna e “particolare” Longo, vanno citate la canadese Linda Jackson, le italiane Maria Canins e Lucia Pizzolotto, la francese Marion Clignet, la tedesca Petra Rossner, la britannica Yvonne Mc Gregor, le australiane Lynette Nixon e Kathy Watt, e le statunitensi Pam Schuster e Karen Kurreck. Anche oggi le ultra trentacinquenni di valore sono tante e, fra queste, anche quelle che l’idea di passare i quaranta fra le prime cento del mondo, non la disdegnano affatto, a cominciare da queste “nonne” ben posizionate nel ranking mondiale, come le trentasettenni Olga Sliussareva (n.27) e Christine Thornburn (n.33), la trentanovenne Edwige Pitel (40), la quarantenne Tina Mayolo (47), la già citata quarantaduenne Kathy Watt (58), la trentottenne Anne Samplonius (77). Ne potrei aggiungere almeno altre cinque per stare fra le odierne top 150, fra le quali, una, la canadese Susan Komar Palmer (40 anni), che io considero la più forte della sua terra nelle corse a tappe, dopo l’ormai intermittente Bessette.

Da questa fotografia fedele, non da oggi, sulle facoltà femminili, si deve partire quando si è chiamati a determinare le linee tecniche da seguire nel proporre le tappe di avvicinamento ai vertici di questo sport. E’ vezzo tipicamente italiano vedere più in generale le donne adatte solo agli sport di “grazia”, quando invece possiedono una fibra resistente perlomeno superiore al mediamente considerato. Ora, pensare che le ragazze diciassettenni siano da tenere sui guanciali, ignorando le essenze di uno sport duro come il ciclismo, è il miglior modo per deviarle e mortificarle. L’approccio alle discipline sportive va visto con riferimento alle specificità. Nel caso del ciclismo, alla fatica che richiama, alle bellezze che stanno dietro allo sforzo, alla proposta delle sue variabili che impongono, tra l’altro, soventi recuperi nella stessa gara e non solo fra l’una e l’altra. E’ necessario abituare a concepire il percorso con l’ottica dell’esperienza, indipendentemente dalle caratteristiche dei singoli, senza mortificare l’equilibrio che deve insistere nell’apprendimento, ma ogni “pasto” possibile, va proposto. Per le ragazze, come per i ragazzi, è dunque necessario avviare per gradi le categorie propedeutiche al professionismo alla conoscenza di questo sport, quindi, se la salita fa parte del corredo di un corridore, evitarla, significa deviare e, perché no, bluffare. Le ragazze normali, quelle che devono fare tendenza, non le brocche (presenti in tutti gli sport) sono in grado, all’età citata sopra, di essere mamme da tempo, sono organicamente delle donne con una maturità fisica superiore a quella dell’uomo. Certo, possiedono minor potenza fisica (e questo sempre nell’arco della vita), ma hanno nel DNA la cura e la tenacia che si scontra col la cultura vigente che le vuol vedere nei modi che ben sappiamo. Bene in questi ultimi cinque lustri si è passati dalla quindicenne che correva con le 35enni su percorsi di varia tipologia e sulle medesime distanze a classifiche separate, ad una divisione, comunque legittima, che ha però via via cancellato la salita per proporre kermesse attorno ad un campanile. Con la scusa di seguire uno dei tanti rivoli dell’infausta politica cerutiana, si è impoverito il calendario in quantità e, soprattutto, qualità. Le nostre junior corrono ovattate, senza confronti probanti col ciclismo, prima ancora che con le avversarie straniere. La traduzione dell’ultima fase è fedele al seminato. Nessuno pretende il Tourmalet o il Monte Cesen, ma salite tipo Ghisallo, almeno un paio di volte all’anno, sono d’obbligo. Un tempo proprio sul colle del Santuario caro al pedale, si correva una classica per junior e senior, la Merate-Ghisallo; oggi, una simile proposta, può restare solo nel cuore dei nostalgici. Idem, prove come la Freccia Lady, Vertemate, lo stesso Trofeo Città di Schio ecc. Nell’odierno, uno largo come me, potrebbe proporre un personale circuito…attorno alla propria pancia…Cosa poteva uscire da un simile scadimento che pare purtroppo toccare anche le Elite? Un gruppetto di passiste veloci, semplicemente perché le salite in gara non le hanno quasi mai fatte e negli allenamenti potevano considerarsi superflue.
Baccaille, Bronzini, Cucinotta, Fusar Poli, Valsecchi, ecc. sono figlie di queste mancanze, ed oggi, da professioniste, sono costrette a recuperare il terreno dell’apprendimento perduto, con tutto quel che costa in termini di sacrificio e, speriamo di no, di squilibrio. Se escludiamo la Guderzo, quando la strada sale coi segni veri di una salita, il nostro ciclismo, non ha nessuna altra giovane naturalmente portata per restare tra le prime. Le altre, devono faticare più per esercizio mentale che per deficit atletico. Quanto potranno recuperare è difficile quantificarlo. Anche Marta Bastianelli, il miglior talento italiano degli ultimi anni, sarà costretta non poco ad una trasformazione mentale se vorrà esaltare quelle qualità che, da junior, la ponevano in termini di puro sangue blu, al secondo posto mondiale dietro la Vos. A pensarci bene è triste, molto triste.

Anni fa proposi alla FCI una riforma che doveva vedere lo staff tecnico federale protagonista nel pilotare in meglio il nostro movimento. Si trattava di un testo lungo un libro, che poteva fregiarsi di uno studio di campo e di confronti statistici orizzontali. Ovviamente, è finito fra la carta igienica della sede della Federazione, ma il suo valore è addirittura cresciuto. Con Marino Amadori se ne parla spesso, ma di un simile lavoro, oggi, con le finanze dissestate dal cerutismo e del doping che tracima, di tempo per riprenderne le pagine, non ne resta.

Ciao Cascata.

P.S. Ho riscritto velocemente quello che non ho potuto postare a causa della "caduta comatosa" del computer. Le minestre riscaldate non le sopporto, quindi scusami per la poca incisività.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/10/2006 alle 23:41
Figurati Morris... Ti ho chiesto questo discorso sulle juniores perchè seguendo la categoria (ci sono alcune garazze qui da me..una juniores e due allieve) per lavoro e per amicizia nei confronti di quest tre ho notato una certa poca consistenza dei tracciati di gara. Corse che vedono salite corte e poco dure..con gare che spesso sono terminate col volatone del grosso. Io credo che gare come quella di Cittiglio (che , sono felice per patron Minervino, diverrà internazionale e forse nel futuro prova di coppa) vadano benissimo anche per le juniores. Il 15 agosto è stata organizzata una corsa qui in provincia. Hanno concluso solo in 16, col gruppo inseguitore a ben 6 minuti. Ok , il tracciato era davvero duro,, Un circuito con due salite (una dura davvero) da ripetere per 70 km. Ok..corsa difficile ma... forse manca una certa tenuta delle ragazze più giovani su certi percorsi, anche meno duri di quest'ultimo. Ok..in questa categoria è necessario capire che genere di atlete si hanno in mano... ma credo che nei tracciati ci voglia un pelo più di consistenza..altrimente al momento del passagio o si è delle fenomene tipo Bastianelli (la più promettente neo under) o ci vorrà troppo tempo per mettersi al passo con le altre... Non credi?

 

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  postato il 02/10/2006 alle 19:29
Sono dpienamente d'accordo con voi....la Vos è davvero un fenomeno.Purtroppo o per fortuna mi sono scontrata con lei..... o meglio sono partita con lei in gare di MTB e CROSS poichè ho la sua stessa età e posso assicurare che fa davvero paura non solo per la sua intelligenza tattica e per la sua forza ma soprattutto per la sua tecnica...tutto le riesce semplice. Sottolineo un altro aspetto importante: ho scambiato con lei quattro chiacchiere in doccia dopo una prova di coppa di cross e posso assicurare che è una ragazza tranquillissima, che non si da arie...insomma una ragazza con la testa sulle spalle. Anche da queste piccole cose si vedono i veri CAMPIONI!!!!!!!!!!!!!!
 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/10/2006 alle 00:23
Originariamente inviato da Cascata del Toce

Ok..in questa categoria è necessario capire che genere di atlete si hanno in mano... ma credo che nei tracciati ci voglia un pelo più di consistenza..altrimente al momento del passagio o si è delle fenomene tipo Bastianelli (la più promettente neo under) o ci vorrà troppo tempo per mettersi al passo con le altre... Non credi?


Ovviamente sono d’accordo. E’ il tema che discuto e condivido spessissimo con Marino Amadori. La Federazione deve intervenire, altrimenti farebbe un autogol tecnico di dimensioni enormi.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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  postato il 03/10/2006 alle 00:37
Originariamente inviato da labettina2001

Sono dpienamente d'accordo con voi....la Vos è davvero un fenomeno.Purtroppo o per fortuna mi sono scontrata con lei..... o meglio sono partita con lei in gare di MTB e CROSS poichè ho la sua stessa età e posso assicurare che fa davvero paura non solo per la sua intelligenza tattica e per la sua forza ma soprattutto per la sua tecnica...tutto le riesce semplice. Sottolineo un altro aspetto importante: ho scambiato con lei quattro chiacchiere in doccia dopo una prova di coppa di cross e posso assicurare che è una ragazza tranquillissima, che non si da arie...insomma una ragazza con la testa sulle spalle. Anche da queste piccole cose si vedono i veri CAMPIONI!!!!!!!!!!!!!!


Tu sei Elisabetta Borgia, due volte campionessa italiana, complimenti!
Continua nel fuoristrada, sei in un grande team, ed hai la mentalità giusta per far bene anche su prove ben più impegnative come quelle che ti aspettano fra le elite.
Incontrare un campione, è sempre una fortuna: già la semplice osservazione è un arricchimento. Tu hai incontrato il miglior talento ognisesso oggi presente nel ciclismo, ed il fatto che Marianne sia una ragazza modesta, illumina ancor più il suo già brillante patrimonio.
Prendilo come stimolo per starle vicina il più possibile. Tra l'altro, l'olandesina volante, da quanto ne so, non abbandonerà il ciclocross. Se lo farà, darà un'ulteriore lezione a quei tecnici di serie "D", che vedono fuoristrada e pista dannosi agli stradisti.
Elisabetta, in bocca al lupo per lo sport e lo studio.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/10/2006 alle 00:55
Estremamente giusto Morris..sei un numero uno!!... l'osservazione ed il farsi esperienza sul campo sono estremamente importanti... Lo sono stati per me quando ho iniziato ed ero un diciannovenne o appena ventenne che poco meno di 10 anni fa era mandato alle tappe del Giro d'Italia ecc ecc.. A parte il poter dire per esempio a Lugano 98 c'ero o a Oropa 99 c'ero) La cosa è stata fondamentale. Poter vedere all'opera i colleghi più esperti o aver conosciuto i corridori è stato decisivo per la carriera!! E sono certo che è importante anche per chi corre. Per Bettina trovarsi al fianco di Marianne ma anche per altri giovani interessanti come Marco Aurelio Fontana trovarsi a fianco di Nijs e dei..bestiali..belgi

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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