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Autore: Oggetto: Maurice Garin, il primo italiano a vincere la Roubaix

Livello Alfredo Binda




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Registrato: May 2004

  postato il 15/12/2004 alle 17:33
Secondo una sensazionale scoperta, riportatata sul sito della Gazzetta, Maurice Garin, spazzino valdostano, prese la nazionalità francese a 30 anni, nel 1901. Pertanto tutte le vittorie fino a quell'anno sono da considerarsi ottenute quando era ancora italiano! Citando il sito della Gazzetta "Un documento straordinario, datato 23 gennaio 1905, uscito dagli archivi del municipio di Chalons-sur-Marne (dal 1995 Chalons-en-Champagne), rivoluziona la storia della Roubaix, ma anche del ciclismo italiano":
Pertanto possiamo dire che i primi trionfi italiani alla Parigi Roubaix sono datati 1897 e 1898 e possiamo anche dire che fu un italiano a vincere la prima edizione della Parigi Brest Parigi nel 1901 sui leggendari 1200 km di corsa: giustizia e gloria sono stati resi a pedale azzurro!

 
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Livello Alfredo Binda




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  postato il 15/12/2004 alle 17:44
Dopo questa notizia la bandiera italiana splende nel firmamento del ciclismo con rinnovato vigore e accresciuta grandezza!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/12/2004 alle 19:55
e'vero emiliano,l'avevo letto oggi sulle pagine della gazzetta dedicate al ciclismo...un grande campione,forse il primo,maurice garin,al riguardo c'e'una puntata di graffiti del grande morris a lui dedicata veramente esauriente sulla vita e la carriera di questo formidabile campione valdostano!!!!
capace di passare dai trionfi alla roubaix ed ai circuiti,le sei giorni,alla mitica doppietta al tour,gia'purtroppo quando era stato "comprato" dai francesi...

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 15/12/2004 alle 22:08
Personalmente ritengo che sia corretto continuare a considerare Garin francese, perchè ciascuno è quel che è indipendentemente da quello che si legge sulla carta.
Garin nasceva in una terra che era profondamente o completamente francese, perchè non và dimenticato che fù il fascismo, con immigrazioni agevolate o forzate di italiani in terre come la valle d'Aosta o l'alto Adige, a fornire una pur minima parvenza di italianità a comunità che non lo erano affatto, oltre naturalmente all’imposizione dell'uso della lingua italiana.
Ma Garin parlava almeno italiano?
Ed anche se le cose stessero diversamente, quando un ragazzino emigra a tredici anni in Francia non è corretto dire che il suo "imprinting" ciclistico sia completamente francese?
Per paradosso per me è più italiano Pino Cerami che svolse in Italia buona parte della sua carriera (benchè si tratti della parte oscura) e come corridore si costruì proprio in Italia.
Per me il primo vero campione del ciclismo italiano rimane Giovanni Gerbi, il Diavolo Rosso.
Detto questo...grande onore a Maurice Garin.
Ciao

Ps per Pirata: non mi sembra che tra i graffiti di Morris ci sia un ritratto di Maurice Garin.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/12/2004 alle 10:37
Non so se la gazzetta dello sport abbia riportato la storia della vita di Maurice Garin, e spero che più avanti Morris gli dedichi un "graffito", ma và ricordato che questo grandissimo faticatore aveva vinto anche il tour de France del 1904, che fu un’edizione tribolatissima (come ricorda memoire du cyclisme, vi furono numerose aggressioni ai corridori durante il percorso e altrettanto numerose infrazioni regolamentari da parte dei corridori).
Pochi giorni dopo l’arrivo a Parigi i primi quattro in classifica vennero squalificati: Maurice Garin, Lucien Pothier (a vita), Cesar Garin, Hyppolite Aucouturier.
Praticamente fù la fine della carriera di Maurice, già trentatreenne e soprattutto profondamente addolorato da una sanzione che riteneva ingiusta.
Negli anni a seguire molte voci dell’ambiente del ciclismo sostenevano che Maurice Garin fosse estraneo alle accuse che gli venivano rivolte (si trattava di tagli del percorso, di riparazioni tecniche e dell’utilizzo di parti di ricambio non concesse, ma nella storia del tour si parla anche di corridori che salivano in macchina o in treno, che pagavano degli spettatori per aggredire gli avversari, che arrivavano anche ad avvelenare o intossicare i rivali).
Probabilmente il fatto che fosse coinvolto nelle accuse suo fratello Cesar fece in modo che i giudici di gara fossero indotti a ritenere colpevole anche Maurice, una sorta di conflitto di interessi.
Il vincitore del 1904,Henry Cornet (ma il vero cognome era un altro e non lo ricordo), il più giovane vincitore della storia del tour con i suoi 20 anni, in realtà quinto classificato, in carriera ebbe comunque qualche altro buon risultato, ma niente di più.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/12/2004 alle 13:28
e' vero mi ero confuso con petit breton...

infatti di tour ufficialmente ne ha vinto"solo"uno,il primo,ma come tu dici quello dell'anno dopo e'stato uno scandalo...

mi accodo alla richiesta di bottecchia di leggere un suo completo profilo,come solo morris sa fare..ma dopo aver conosciuto meglio il pro-zio di aranciata

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2004 alle 13:59
Il dialetto parlato in Valle d’aosta non è il francese ma il patois , una lingua non scritta che viene dal franco-provenzale (anche in qualche valle del cuneese si parla la stessa lingua)
Il francese entra nelle scuole solo alla fine della secondo guerra mondiale

Le due vittorie di Garin sono italiane al 100 % ( sono proprio dispiaciuto per i francesi..)

Premetto io sono valdostano

La vittoria di Tchmil alla Roubaix , per esempio non può essere belga , lo stesso quella di Garin

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/12/2004 alle 16:20
Ciao forzainter, hai ragione in proposito della Valle d’Aosta (e ci mancherebbe....), mi ero completamente dimenticato della lingua occitana che vi si parla, oltre che nelle valli cuneesi come hai scritto, ed è doveroso ricordare che il francese non deriva dall’antica langue d’oc, sulla quale si è poi modellato il patois di cui scrivi giustamente.
Mi sembra anche che ci sia un gruppo folk-rock che si chiama "Lou Dalfin" che canta appunto in questo dialetto occitano e usa anche strumenti tradizionali come la ghironda.
Pago dazio per aver scritto una mezza cappellata.
Su Maurice Garin però non cambio opinione, perchè emigrò dall’Italia a soli tredici anni, troppo presto per affermare che la sua cultura e la sua storia ciclistica siano legate al nostro paese.
Tredici anni di età, poco più di un bambino.
Se oggi un ragazzino emigrasse in francia a tredici anni, categoria allievi primo anno, e fra altri tredici anni vincesse la Parigi Roubaix, diresti che è italiano?
Io direi che come corridore è nato cresciuto e vissuto in Francia.
Certo, stando al documento ritrovato è correttissimo scrivere ITA al fianco del vincitore delle Roubaix 1897 e 1898, come sarebbe stato corretto scrivere ARG accanto al nome di Rebellin se avesse partecipato al mondiale vincendolo.
Ma per il sottoscritto Rebellin sarebbe rimasto italiano, come Garin rimane francese, non a caso ad un certo momento della vita portò con sè in terra francese i fratelli e la madre rimasta vedova, perchè la sua era la vita di un francese.
E Maurice stesso, prima di saltare in sella, lavorò per tre anni in Francia e poi per altri tre in Belgio, per tornare quindi a lavorare in Francia ed essere infine attirato da quel mondo del pedale che, nato da poco, proprio in Francia stava raccogliendo folle di spettatori entusiasti, più che in ogni altro paese d’europa.
Detto ciò, ribadisco che si tratta solo della mia opinione e rispetto la tua e comunque la Valle di Aosta deve andare fortemente orgogliosa di avere dato i natali ad un campione del genere.
Ciao

 
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