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Autore: Oggetto: Otto anni fa: un Tour impossibile da dimenticare, il Tour di Marco Pantani.

Livello Luison Bobet




Posts: 786
Registrato: Jan 2006

  postato il 17/08/2006 alle 22:56
Quanto s'è parlato di questo Tour 2006, forse anche troppo. Ci pensavo qualche giorno fa, mentre salivo in mezzo al verde dei Colli Berici a cavallo del mio 'destriero', in mezzo a tanto verde ed a quell'odore inconfondibile che sprigiona l'asfalto mentre si sta asciugando. Anche troppo perchè più che altro di doping s'è parlato: prima l'Operacion Puerto e le sue vittime, condannate ancor prima del processo; poi la corsa, pazza e frenetica, senza una squadra che la sapesse controllare e priva di quei grandi protagonisti, appiedati da un codice etico scritto da chi, mentre lo scriveva, sapeva che era impossibile non violarlo. Poi le emozioni regalate da quel Landis che scappa verso Morzine e si riprende il Tour, salvo che poi accade ciò che sappiamo. E ritornano alla mente i sette Tour di Lance, quasi fossero sette sfilate allegoriche, con il gruppo a fare da spettatore, annichilito dalla sua indiscutibile e soprattutto indiscussa superiorità. Ed allora pensi che sono otto anni che non un italiano, ma un europeo, non vince il Tour. L'ultimo è stato lui: Marco Pantani da Cesenatico, quello che da orgoglio di tutta l'Italia, da fenomeno esibito in faccia a tutto il mondo, in pochi mesi divenne l'incarnazione del concetto di doping, il montone nero, quello che prendeva di tutto, un ladro di passione, di amore e di emozioni. In realtà, un grandissimo, inarrivabile atleta che l'Italia non ha saputo meritarsi e che ancor oggi troppa gente considera in maniera totalmente errata. Bisogna ringraziare certi articolacci di gente che preferisco non nominare, una campagna mediatica furibonda, mirata a scaricare su di lui tutti i mali dello sport, su di lui che ha vinto quel Tour dove la Gendarmerie se l'aspettavano ad ogni momento, dove anche l'Aspirina faceva paura. Mantre altri nomi famosi aspettavano di varcare il confine per darsela a gambe, lui digrignava i denti ed andava a vincere un Tour che, sulla carta, non era neppure adatto a lui. Giro e Tour nello stesso anno, l'ultimo a riuscirci. A beneficio di tutti riporto la prefazione del libro 'Pantani' di Pietro Cabras, editore Compagnia Editoriale, ottavo volume della collana dedicata alle storie della maglia gialla. E' un libro che ritengo bellissimo, narra proprio di quel Tour. L'unica foto del Panta è in copertina, ma da quel libro si impara a conoscere il vero Pirata meglio che non guardando le sue foto. Un'avventura irripetibile, un libro che consiglio a tutti coloro che ancora si emozionano per Marco. Ed un modo anche per ritornare a respirare l'aria di quei giorni d'incanto, con la consapevolezza (mia) che il passato non saprà offrire simili emozioni per tanto e tanto tempo. Buona lettura.



Piove, quando Marco apre le tende della sua camera d'albergo. Piove, quando scende a far colazione e nella sala non c'è ancora nessuno. Non sono ancora le otto del primo agosto 1998, due tappe alla fine del Tour.
Piove, quando arriva Martino, e lo trova lì a tavola, ad inseguire chissà quali pensieri. Piove, dice Martino, e Marco alza appena la testa dalla scodella.
La sera prima, Martino era andato a vedere il percorso della crono, cinquantadue chilometri tra i filari regolari della Borgogna, colline dolci e stradine che si nascondono in quell'esplosione di verde da far rabbia, cemento e asfalto sono i grandi sconfitti nella terra del vino. Un giro in ammiraglia, Beppe Martinelli, detto Martino, con Orlando Maini e Alex Giannelli, e quando la porta dell'albergo si era spalancata per farli rientrare dalla perlustrazione, i ragazzi erano già a tavola, a cena, a divorare i soliti chili di pasta, tre etti a testa in media nel menu secondo Giovanni, il cuoco del Tour.
Marco Pantani, la maglia gialla, aveva sollevato gli occhi, i suoi compagni riconoscono da quel roteare di pupille, dalla vivacità di quello sguardo, quando il capitano insegue nella sua testa avversari e salite, oppure è lontano, lontanissimo da loro. Aveva guardato Martino, aveva finito di masticare, perfettamente cosciente che quell'esitazione stava tenendo sui carboni il suo tecnico.
“Beh, allora?”.
“Allora...- si era sbilanciato il ragazzo di Rovato – a me non è dispiaciuta...”.
Martino era rimasto sulle braci per tutta la notte, a contare pecore e corridori per cercare di addormentarsi. C'era solo quella strada in Borgogna tra lui, Marco e un Tour de France che quel gentiluomo di Pezzi gli aveva raccontato, raccomandato, storie di trentatrè anni prima quando un altro campione volava in giallo verso Parigi, e si chiamava Gimondi.
Ma Pezzi stamattina non c'è, non ci sarà nemmeno domani, se n'è andato lasciando il suo fascino intatto, e i suoi insegnamenti nella testa di Martino e nel cuore del Panta. Beppe, e Marco, e la bici celeste e la maglia gialla e il numero ventuno devono far tutto da soli, come nell'ultimo mese, da quando Luciano li ha lasciati soli, e Dio sa se ne sentono la mancanza.
Non una parola, a colazione. Di sicuro c'è solo che Marco deve partire alle 16 e 10, per ultimo come si conviene a chi si incolla sulle spalle il colore del comando, oggi cucito su un bellissimo body che ricorda Indurain e le sue sfide contro il tempo, unico signore per anni capace di porre limiti e dettare ritmi all'onnipotenza del navarro.
Piove ancora, alle nove. Marco e Martino non si sono scambiati una parola. Il capitano non lo dice ma ha dormito come nelle vigilie importanti, cioè poco e niente, tanto vale andare a far colazione. E Beppe scende poco dopo, nemmeno lui ha dormito granchè, ma guai a manifestare la tensione, un tecnico che sta vincendo il Tour dopo il Giro deve avere il mondo sotto controllo.
Piove, e il programma della mattina del primo agosto 1998 in Borgogna deve cambiare. Salgono in ammiraglia, mancano sette ore ancora, prima che Marco metta la sua ruota sulla pedana in legno di Montceau les Mines, altro delizioso angolo di mondo che il Tour ha scovato a fiuto, seguendo il profumo dei soldi che il paesino ha destinato all'evento dell'estate.
Salgono in auto e non parlano. “Voglio vedere se mi dice qualcosa – si impunta Martino tra sé e sé – io non parlo finchè non parla lui “. Ma il capitano non ci pensa proprio, sa che Beppe soffre il suo silenzio e così tace, lo sguardo puntato sul vetro su cui corrono le palline di pioggia. Venticinque chilometri dall'albergo a Montceau, “e adesso mi chiedrà qualcosa del percorso” si illude Martino, quando l'ammiraglia gialla della Mercatone Uno si infila tra le transenne della cronometro, penultima tappa del Tour de France. Invece Marco tace sempre, e la strada disegna le curve tra quei vigneti che sembrano finti, su uno sfondo irreale, non un'erbaccia a sconvolgere la perfezione assoluta di quel terreno che sta assorbendo felice la pioggia di agosto, non un muretto a secco trascurato o un cancello arrugginito.
Martino conosce bene le curve, le colline, la sera prima con Maini e Giannelli aveva fissato i punti di riferimento, una casa, uno striscione, uno specchio, lì prenderanno i tempi a Marco ed a Jan Ullrich, il tedesco che in cinquantadue chilometri gli deve – gli dovrebbe – recuperare cinque minuti e cinquantasei secondi, un'enormità.
Beppe guarda in silenzio, Marco è come se non ci fosse. Quando l'ammiraglia gira la prua verso l'albergo, abbandona la strada che a metà pomeriggio vedrà Pantani e Ullrich correre da soli tra i vigneti, inseguiti da ammiraglie giallo rosse e rosa tatuate, braccati da tic tac nevrotici, quando Marco stacca lo sguardo dal vetro e si gira verso Martino, il tecnico trattiene un sorriso soddisfatto. Dovrà pur dirmi qualcosa, adesso, finalmente ha ceduto.
“Sai, Martino – parla, effettivamente, quella tuta blu seduta a fianco dell'autista – mi sa che prendo sei minuti e perdo il Tour...”.

Prefazione al libro 'Pantani' di Pietro Cabras, volume n. 8 della collana 'Storie della maglia gialla' – Compagnia Editoriale.



Caro Marco, ovunque tu sia, grazie per tutte le emozioni che ci hai regalato. Impareggiabile, unico Capitano. Il più grande. Luca

 

[Modificato il 17/08/2006 alle 22:59 by luke]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/08/2006 alle 23:56
grande pirata, ke emozioni ke ci hai fatto vivere...ke imprese, resterai sempre nei nostri cuori...dopo gimondi il vuoto, nessun successo azzurro...la maglia gialla stava aspettando il pirata di cesenatico!!!grande marco!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/08/2006 alle 01:04
Non sono mai stato grandissimo tifoso di Pantani benchè spesso ci abbia parlato... e sia stato l'ultimo giornalista di qui ad intervistarlo nel suo ultimo Giro... ma devo dire che pagine come il Mortirolo 94 o il Tour del 98 o Oropa del 99 (ero li sulla strada 50 metri dopo l'arrivo) nn le dimentichi facilmente...

 

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"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 18/08/2006 alle 10:08
Grande Luca, sicuramente è un gran bel libro, quello che hai riportato trasmette un pirata Enorme, sempre, anche nelle poche parole che rivolge a Martino.
Ma la grandezza di questo 3D, sta soprattutto nel voler ricordare quello che invece si cerca di nascondere, cioè quello che fu davvero il tour più pulito della storia, ed invece la grande ipocrisia dei Bulbarelli e dei Cassani, si inerpica nell'andare a raccontare di un Hampsteen che non prendeva nemmeno una pasticca (se lo dicono con tanta sicurezza allora cosa ca....o ci raccontano degli altri?), o di uno che si chiama Bassons che anche Irvaan Monteor nel suo libro definisce uno dei pochissimi corridori puliti.., oppure di Delion che vinse una tappa del TOur e mi pare anche un Lombardia......... senza doping in mezzo a tutti i dopati??? snsazionale.. e perchè li decantano solo ora??!!!
No, non hanno voluto ricordare quel tour del 1998, il tour dove i corridori andavano a letto da soli e si svegliavano con i gendarmi che frugavano nella stanza, il tour disegnato non certo per uno scalatore come Marco, e che mai Marco avrebbe vinto se non ci fosse stata la gendarmeria appunto ad impedire che certi fenomeni perseverassero in certe pratiche, no non l'hanno ricordato, hanno preferito arrampicarsi sugli specchi pur di non dire : Ca....o Marco Pantani da Cesenatico ha vinto l'edizione del Tour più pulita della storia ed è stato immolato come capro espiatorio del ciclismo e dello sport in genere ed ora scopriamo invece che il ciclismo e lo sport sono impregnati di VELENO, no non l'hanno ricordato quel tour, non nella maniera adatta, non hanno avuto gli attributi per farlo e mon poteva essere diversamente, per chi in sette anni di calunnie, se pur non ha partecipato attivamente al massacro, ha comunque taciuto ipocritamente la verità.
Grazie Luca per questo 3D che piano piano scivolerà via, tanto nell'ambiente la verità e la chiarezza non interessano.
Per sempre con Marco nel cuore.....

 

[Modificato il 18/08/2006 alle 11:52 by 53.11]


 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 18/08/2006 alle 14:42
Già, Lorenzo.... difficile ammettere la grandezza dell'impresa del Panta: Giro e Tour nello stesso anno, su percorsi non certo disegnati per lui. Un Tour dove i gendarmi parevano iscritti, tanto erano tra i piedi ai corridori.... ed emerse lui, Marco Pantani. Lui che senza doping sarebbe stato uno dei pochi a guadagnarci, perchè sarebbe emerso il talento e lui era l'incarnazione del talento in bici. Più facile esaltare Robocop ed il suo filotto, dimenticando che se il test antidoping al Tour del '99 (ne parla il libro 'L.A. Confidential') fosse stato gestito come tutti i test antidoping, non con certificato retrodatato salvachiappe, di Tour non ne avrebbe vinto nemmeno uno. Purtroppo ancor oggi Marco sconta la fama che gli è stata appiccicata addosso: quella di dopato per eccellenza. Prova a parlare di ciclismo con chi vuoi, parla di Heras, di Hamilton, di Garzelli: nessuno sa che sono stati positivi all'antidoping e che sono stati squalificati. La gente pensa che Heras ed Hamilton abbiano appeso la bici al chiodo, invece stanno scontando la squalifica. Vuoi fare una prova? Vai su un database a caso, scrivi 'Heras', 'Brochard', 'Zulle': si elencano solo i risultati. Scrivi invece 'Pantani': prima dei risultati vedrai scritto 'antidoping', che con Campiglio non ha nulla a che fare... questa è la realtà, provare per credere. Il povero Marco, per un test della campagna 'Non rischio la salute', che non è test antidoping, s'è visto incollare l'etichetta di dopato e poi c'è stata la campagna accusatoria che l'ha portato alla fine e che ancora, dai fatti sopracitati, non è finita, tutt'altro. Il suo torto? Essere italiano, purtroppo per lui. Ma la salute e la vita le ha perse per quel test che con ogni probabilità era pure irregolare, da contestare seduta stante. Ed il Tour, da quel 1998, non l'ha più neppure sfiorato nessun italiano. Un paio di podi di Ivan Basso, ma il Panta sul podio (3°) ci arrivò al primo tentativo, preceduto da due di nome Indurain e Ugrumov.... altrochè fenomeni contemporanei. Il vero fenomeno era lui, ma essendo in Italia ciò non è stato tollerato. Infine non ti preoccupare, se questo 3D non suscita interesse: noi continueremo a parlare del Panta, anche se fossimo gli ultimi rimasti a farlo. Falco e Cascata, grazie per il vostro commento: Marco c'è ancora, ci sarà sempre. Lo spazio che merita lo troverà sempre nel cuore degli appassionati di ciclismo. Luke

 

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  postato il 18/08/2006 alle 21:24
Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/08/2006 alle 21:33
Originariamente inviato da furslide

Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!



Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza

 

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"Venderesti entrambi gli occhi per un milione di dollari... o le gambe... o le mani... o gli orecchi? Fai la somma di quello che hai e scoprirai che non lo venderesti per tutto l'oro del mondo. Le cose migliori della vita sono le tue, se riesci ad apprezzarle".
Dale Carnegie

"Non lamentatevi di quello che non avete. Usate quello che avete. Fare meno del vostro meglio è un peccato. Tutti noi abbiamo il potenziale per eccellere perché l'eccellenza é determinata dalla dedizione, a noi e agli altri".
Oprah Winfrey

http://www.velodrome.org.uk
http://www.yvonnehijgenaar.nl
http://www.chrishoy.com/
http://www.victoriapendleton.co.uk/

 
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Livello Rik Van Looy




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  postato il 18/08/2006 alle 21:47
Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da furslide

Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!



Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza


Ma tu parli per sentito dire oppure hai mai pensato di documentarti prima di emettere sentenze??
E soprattutto sarebbe il caso di documentarsi per evitare di continuare a divulgare il falso....... insomma, basta spalare fango gratuito su Marco, mi rendo conto che da 1995 ad oggi sono passati 11 anni e c'è chi a quel tempo aveva il biberon in bocca, ma questo non lo giustifica, non so se sia il tuo caso, ma me lo auguro, perchè se invece eri abbastanza adulto a quel tempo, ma hai vissuto tutto con la superficialità che contraddistingue la maggior parte degli arroganti che poi ostentano sapienza, be allora devo chiederti di evitare di dire stupidagini... informati prima...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/08/2006 alle 22:03
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Originariamente inviato da furslide

Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!



Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza


Ma tu parli per sentito dire oppure hai mai pensato di documentarti prima di emettere sentenze??
E soprattutto sarebbe il caso di documentarsi per evitare di continuare a divulgare il falso....... insomma, basta spalare fango gratuito su Marco, mi rendo conto che da 1995 ad oggi sono passati 11 anni e c'è chi a quel tempo aveva il biberon in bocca, ma questo non lo giustifica, non so se sia il tuo caso, ma me lo auguro, perchè se invece eri abbastanza adulto a quel tempo, ma hai vissuto tutto con la superficialità che contraddistingue la maggior parte degli arroganti che poi ostentano sapienza, be allora devo chiederti di evitare di dire stupidagini... informati prima...


i documenti parlano chiaro e poi cera anche un inchiesta aperta

 

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Livello Rik Van Looy




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  postato il 18/08/2006 alle 22:07
Originariamente inviato da omar

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Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!



Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza


Ma tu parli per sentito dire oppure hai mai pensato di documentarti prima di emettere sentenze??
E soprattutto sarebbe il caso di documentarsi per evitare di continuare a divulgare il falso....... insomma, basta spalare fango gratuito su Marco, mi rendo conto che da 1995 ad oggi sono passati 11 anni e c'è chi a quel tempo aveva il biberon in bocca, ma questo non lo giustifica, non so se sia il tuo caso, ma me lo auguro, perchè se invece eri abbastanza adulto a quel tempo, ma hai vissuto tutto con la superficialità che contraddistingue la maggior parte degli arroganti che poi ostentano sapienza, be allora devo chiederti di evitare di dire stupidagini... informati prima...


i documenti parlano chiaro e poi cera anche un inchiesta aperta


Ma di quali documenti parli? e poi sai com'è finita quell'inchiesta sapientone?.....
Ma vedi di smetterla ignorante ( non offenderti voglio solo dirti che ignori la verità) la superficialità con la quale ti avvicini ad una faccenda così drammatica e complessa come quella di Marco Pantani è a dir poco irritante e vomitevole.... non sai nemmeno di cosa stai parlando, finiscila e leggili quei documenti di cui parli.....

 
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Elite




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Registrato: Jul 2006

  postato il 19/08/2006 alle 00:41
io purtroppo sn nato nell 86 e negli anni che correva marco il ciclismo io nn ero appassionato di ciclismo e quindi nn ho potuto seguire le sue imprese in diretta pero da qnd mi sn appassionato mi sn rimesso a pari ho visto tutte le sue imprese e devo dire che ogni volta che riguardo i suoi video mi scende 1 lacrima quando lo vedo scattare nei video, quando iniziavano le salite mi venivano i brividi a vedere quanto era forte quando forza di volonta unita all'allenamento facevano dei vuoti cm li faceva lui , e la frase che piu mi ricordo fu all'intervista alla madonna di campiglio quando disse ai giornalisti: "io ho avuti molti incidenti ma mi sn sempre rialzato ma dopo questa ho toccato il fondo e nn credo di riuscire a rialzarmi come ho sempre fatto." e rimango triste pensando che e' morto dalla vergogna x come lo hanno definito lui x me resta 1 campione (poi gli altri possono pensare che era 1 super dopato e tutto quello che volete) per me, campioni come lui dopo coppi bartali e merckx nn ce ne sono stati e nn credo ci saranno mai piu' visto come sta procedendo il tutto

Marco sarai sempre nei nostri cuori e non ascoltare chi infanga ancora il tuo nome in fondo e' solo invidia xche pochi hanno la fortuna di nascere e diventare forte cm lo sei diventato tu e ancora di meno di far sognare tanta gente come lo hai fatto tu per me e per molti altri eri sei e sarai 1 campionissimo e sarai sempre nei nostri ricordi .
buona pedalata' lassu nei cieli campione
un abbraccio Davide

 
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Moderatore




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Registrato: Oct 2004

  postato il 19/08/2006 alle 03:05
Ciao Marco, quel tuo pizzetto biondo me lo ricordo ancora con un sorriso.

"Che brutto che è...", pensai quel giorno, sghignazzando.

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
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d'autunno
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Livello Rik Van Looy




Posts: 828
Registrato: Jan 2006

  postato il 19/08/2006 alle 10:41
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Ciao Marco, quel tuo pizzetto biondo me lo ricordo ancora con un sorriso.

"Che brutto che è...", pensai quel giorno, sghignazzando.



Be caro Mario francamente da uno come te in un 3d del genere mi aspettavo qualcosa in più......
Per esempio come moderatore del forum sarebbe il caso prendere una posizione rispetto all'utente omar..... sai è sempre importante che chi arriva per la prima volta sul sito e legge un 3d a caso, sappia da quale parte sta la "redazione" soprattutto nel caso di una faccenda così delicata come quella di Marco e che sta a cuore a migliaia di persone, visto che ancora oggi, a distanza di quasi 3 anni dalla scomparsa di Marco, c'è in giro chi non sa nulla di tutta la vicenda ma si arroga il diritto di sparare stupidagini e spacciarle per sospetti fondati.
insomma credo che cicloweb, non dovrebbe perdere mai l'occasione per far sapere da che parte sta in questa faccenda.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 19/08/2006 alle 11:46

Tornata ieri dalle ferie è chiaro che il primo thread su cui mi va l’occhio è questo.
Già, otto anni fa Marco Pantani vinceva il Tour de France.
Ma vedo che immediatamente c’è qualcuno che ritiene opportuno riportare il dubbio sul talento di Marco riportandolo al doping.
Si potrebbero dire tante cose: che in quel periodo era 60 l’ematocrito del gruppo ( si sa che l’ematocrito varia con le regole) , che quel prelievo fu effettuato in condizioni molto particolari, che per la stessa inspiegabilità scientifica dei dati ematici rilevata da una perizia medica ( per Pantani come per i calciatori Juve ) Pantani è un dopato e per i calciatori il fatto non sussiste, si potrebbe dire che Pantani quando il gruppo aveva 60 di ematocrito non ha vinto né Giro né Tour e quando l’ematocrito è sceso ( un po’) per tutti era più grande di prima ( magari se fosse sceso per tutti fino alla normalità vinceva sempre di più), si potrebbe dire che Grazzi e Conconi seguivano Pantani fino al 1995 e lui ha vinto soprattutto dopo.
Si potrebbe dire che Pantani ha corso solo due stagioni intere, ha vinto poco rispetto ad altri campioni eppure è nel cuore della gente più di tutti gli altri e questo non è effetto del doping.
Purtroppo, però, quello sguardo, di cui Omar si fa portavoce, che vedeva il suo talento come esclusivo frutto del doping, sia pure minoritario fra la gente, è l’unico sguardo che Marco vedesse e anche di questo è morto. Non vedeva lo sguardo di chi aveva capito come andavano le cose e a cosa servisse immolarlo e che ammirava il suo talento immenso e irripetibile.
Quello era lo sguardo dei più ma Marco non lo vedeva, vedeva solo quello di Omar e ne ha fatto un’ossessione . Perciò a che serve replicare a quello sguardo minoritario e unico per Marco?
Quanto alla redazione non dubito del suo amore per Marco, solo che una persona di Nessuno tocchi Pantani, che non è andata in ferie a ferragosto, si è tolto lo sfizio di vedere se nelle biografie di cicloweb dedicate a ciclisti risultati positivi ci fosse la voce doping, non c’è, solo nella biografia di Marco c’è.
Comunque, per ricordare il Tour di Marco riporto un articolo di BS che analizza il miglioramento di Marco a cronometro, perché chi pensa che tutto si spieghi solo con il doping ignora parecchio in un campione VERO. Il doping c’è, come scrisse Marco: ho fatto quello che tutti fanno secondo la legge dell’uguaglianza , ma non spiega tutto.
Anche un incidente come quello della Milano Torino modifica tante cose, per esempio.
E per ricordare quel Tour e quell’uomo cito Guccini: Voglio, però, ricordarti com’eri, pensare che ancora vivi, voglio pensare che ancora mi ascolti e che, come allora, sorridi……
Ecco l’articolo ( Luca, quando puoi mettilo anche nella rassegna stampa del nostro blog,, lo sai che io lo metto sempre male):


DOPO TOUR 1998

A Lugano la tensione si tagliava con un coltello. Martinelli ci aveva girato attorno. Un paio di parole ogni giorno e alla fine Pantani si era convinto di non usare la bici di Trieste. Martinelli aveva guardato Veneziano e insieme si erano fregati le mani: quella posizione così bassa non li aveva mai convinti. Questa volta c’era in palio il Giro d’Italia. Nessun regalo, avevano pensato: a nessuno e per nessun motivo. E quando, nel pomeriggio, il Pirata li aveva salutati dal podio della quarta maglia rosa, il Giro era già vinto. Tonkov, sconfitto ben prima di tagliare il traguardo, aveva impiegato cinque secondi più di lui. Che cosa era accaduto?
Anche i sassi sapevano che Pantani andasse forte in salita. Lo sapevano i sassi e lo sapevano i suoi avversari. Lo avevano dipinto così e così volevano che restasse: un ottimo scalatore, condannato a maledire le cronometro. Un ottimo scalatore che mai, quindi, avrebbe vinto una grande corsa a tappe.
Così, quando Pantani ha vinto il Giro e poi il Tour, migliorando proprio nelle prove contro il tempo, i battuti (increduli) si sono adombrati e, di volta in volta, dai loro clan si sono levate voci e antipatiche vocine.
Noi siamo andati oltre. Abbiamo riaperto i libri ed abbiamo analizzato tutte le prove a cronometro del romagnolo, dal 1994 al 1998. I tempi. Le medie. Gli avversari. I distacchi. Le biciclette. I percorsi.
Ed abbiamo rintracciato un dato ricorrente e significativo: il Pantani della crono finale è una spanna superiore al Pantani della crono d’inizio. Il perché ciò accada è quello che in queste pagine vogliamo scoprire e successivamente dimostrare.

LA STORIA
Da Bergerac, prima crono del Tour 1994, Pantani uscì con le ossa rotte. Indurain aveva spiccato il volo e, quando atterrò, al giovane romagnolo caddero sul collo quasi undici minuti: Miguelon aveva fatto i 50,539 di media, Marco non era andato oltre i 44,163. Un dramma. Per risalire la classifica, a Marco fu necessario fare il diavolo a quattro ad Hautacam, a L’Alpe d’Huez e a Val Thorens. E mentre i passistoni si leccavano le ferite nella crono conclusiva di Avoriaz, Pantani infilò un secondo posto, lasciandosi alle spalle anche il gigante spagnolo. L’arrivo era in salita, pioveva forte e questo non fece che acuire la differenza tra il recupero del romagnolo e quello degli altri. Al suo primo Tour de France, Pantani conquistò il terzo posto.
Una cosa simile era già accaduta al Giro d’Italia. Nell’anno in cui Berzin seppe giocare con gli avversari, Pantani subì un passivo di 5’37” nella altalenante crono di Follonica. Poi vennero lo Stelvio e il Mortirolo e nella successiva cronoscalata del Bocco, il distacco di Pantani scese a 1’37”: vinse Berzin, forse perché quelle montagne furono effettivamente poche o forse perché era davvero imbattibile. Al termine della corsa, tuttavia, Pantani su secondo.
Ignorando il Tour del 1995, in cui il disinteresse per la classifica spinse Marco ad ignorare le crono (fu tredicesimo, ma vinse due tappe), la prima svolta si notò nel 1997, anno del rientro dopo l’incidente. Il momento, che va ricordato come punto chiave nella carriera del romagnolo, segnò una svolta.
Nella crono di Saint Etienne, che presentò agli atleti anche una lunga salita, Pantani subì il distacco di 3’42” dallo stratosferico Ullrich. La media del vincitore fu di 43,190, quella di Pantani di 41,198. La differenza tra questi due valori fu sorprendentemente bassa: 1,992 chilometri all’ora, da confrontare con i 5,223 di Follonica e i 5,876 di Bergerac al Giro e al Tour del 1994. Vennero quindi i giorni delle montagne. Pantani domò L’Alpe d’Huez, soffrì a Courchevel e vinse nuovamente a Morzine, fiaccando la resistenza di Ullrich e Olano. Ad Eurodisney, in una prova di 63 chilometri piatta e battuta dal vento, Pantani si oppose al ritorno dello spagnolo, limitando i danni a 4’35”. Viste la distanza e la configurazione del terreno, i 2,822 chilometri di differenza nella media rilanciarono alla grande le velleità di cronoman del romagnolo, che concluse il Tour in terza posizione.

IL RECUPERO
Nel 1998, a Lugano e poi a Le Creusot - e più in generale nelle prove in cui la posta in gioco fosse sufficientemente preziosa - Pantani ha giocato nuovamente la carta della determinazione, raggiungendo una posizione mentale di vera esaltazione. In più e soprattutto, ha sfruttato le montagne come preparazione alla cronometro finale. Ha vissuto in salita alcune tappe molto impegnative, ma non nell’immediata vigilia della crono, bensì qualche giorno prima, trovando quindi un breve (e necessario) periodo di scarico. Al contrario, quelle giornate sono state deleterie per gli altri: atleti di grande taglia corporea, pesanti, magari capaci di grandi velocità in rettilineo. Il lavoro a bassa frequenza di pedalata (per l’incapacità di andare agili) ha provocato in loro dei processi contrattili-muscolari che li hanno letteralmente messi fuori uso. Il contributo di Martinelli al riguardo è illuminante.
«In una corsa a tappe - spiega esaltandosi - vanno tutti in calando. Marco no, lui cresce. Gli altri si stancano, lui li attacca. Credete sia così facile difendersi da Pantani sulle montagne? Non lo è, ci si prosciuga. E quando sei secco, nelle crono vai più piano. Nessun mistero: Marco finisce in crescendo e riesce a tirar fuori qualcosina in più. Il fondo è la sua fortuna, una delle due che lo rendono unico.
«L’altra è l’agilità. Se lo guardate in gruppo, va sempre più sciolto degli altri, mentre sulle salite da rapporto, ha quei due denti in più che gli permettono di salvare la gamba. Ora ha la bici ideale per la salita ed è messo bene anche su quella da cronometro. Negli anni andati non si piegava, diceva di non riuscirci: ora sembra un cronoman».

LA BICICLETTA
La sera dell’ottobre 1997 in cui Pantani e Martinelli andarono alla Bianchi per firmare il nuovo contratto, si capì che il romagnolo avrebbe fatto della cronometro il principale terreno di... ricerca. Ancor prima di siglare la scrittura, infatti, pretese di avere una bici da provare e modificare, seguendo il proprio istinto. «Capii quella sera - ricorda Martinelli - che la sua sensibilità tecnica era cresciuta a dismisura ed era la somma di esperienze ben precise. Lui la bici non la prende, la costruisce. Spesso stravolge quel che gli viene proposto. Dal telaio Wilier del novantasette a quello che ha usato quest’anno, ne sono passati almeno dieci e ciascuno aveva qualcosa di diverso. La bici che usò a Trieste l’aveva voluta e sperimentata di persona in Spagna. Era convinto che fosse la soluzione migliore. Invece capì in gara che non andava bene. Dopo l’arrivo mi disse: sono andato piano da morire. In realtà era stato sui livelli degli anni precedenti, forse anche meglio. Ma era ugualmente deluso, perché pensava di fare di più. La verità è che quella bici non andava bene per lui. Cominciai a dirglielo un po’ per volta. E quando si rese conto che il telaio di Lugano (più alto, ndr) era il più adatto alle sue caratteristiche, lo volle con sé anche al Tour, nonostante la Bianchi ne avesse fatto uno identico, ma più leggero di ottocento grammi».

LA RICOSTRUZIONE
Il nuovo Pantani sta meglio in bicicletta ed ha un’altra struttura atletica, diversa dagli standard... dilettantistici di cui si era accontentato prima dell’incidente. E’ più potente, su questo non c’è dubbio, e ciò gli consente di essere agile in pianura con rapporti più lunghi che in passato. Perché?
Va detto che il primo Pantani viveva invece l’inverno in modo approssimativo. Concedeva pochi chilometri al pignone fisso e poi usciva in allenamento seguendo i soliti percorsi. L’incidente e la successiva rieducazione lo hanno costretto a seguire un cammino differente, che gli ha formato basi muscolari finalmente adeguate alle sue ambizioni. «Quando lo rividi in bicicletta dopo l’incidente - ancora Martinelli - mi accorsi subito che aveva glutei e cosce più... sostanziosi. Il lavoro con Borra e le continue rassicurazioni da Terragnoli gli avevano dato sicurezza e voglia di insistere».
Nella piccola piscina di Forlì, soffrendo in silenzio e come solo pochi possono immaginare, Pantani iniziò la lenta ricostruzione di se stesso. Accanto a lui, Fabrizio Borra (rieducatore) e pochi amici. Marco avvolgeva la gamba nella plastica e poi scendeva in vasca, digrignando i denti contro la corrente, con lo stesso ghigno che Montecampione avrebbe poi scavato sul suo volto.
«Iniziammo con la rieducazione in acqua - racconta Borra - e inevitabilmente la sua muscolatura crebbe in volume ed elasticità. Probabilmente, se avessimo lavorato in palestra, sarebbero cresciute le masse, ma non sarebbero state ugualmente elastiche. Secondo alcune teorie, un incremento muscolare fino al venti per cento non compromette le qualità dell’atleta. Penso che sia accaduto proprio questo e grazie a ciò, Pantani ha avuto più forza nelle crono e la stessa capacità di spingere in salita. Io non conoscevo i suoi parametri precedenti, ma ebbi modo di confrontarlo con Zanini. Mi accorsi che i loro test isocinetici coincidevano: l’uno quasi velocista e l’altro scalatore mingherlino (il test isocinetico misura in modo oggettivo la forza massima, la forza media durante le ripetizioni e la resistenza su venti ripetizioni. In più verifica il rapporto tra i muscoli estensori e i flessori degli arti inferiori, ndr). Così capii che Pantani sarebbe tornato al ciclismo con una potenza superiore e qualità inalterate. E dalla sua grinta e dalla sua determinazione, potrei persino dire che il miglior Pantani non lo abbiamo ancora visto. Perché lui non è un atleta comune. Lo ricordo a Lugano. Era così carico di adrenalina per la consapevolezza della posta in palio, che mai e poi mai avrebbe perso quella cronometro. E a vederlo lavorare oggi, noto in lui la consapevolezza di essere il più forte. Chi potrà fermarlo?».

CONCLUSIONE
Anche i sassi sapevano che Pantani andasse forte in salita. Lo sapevano i sassi e lo sapevano i suoi avversari. Lo avevano dipinto così e così volevano che restasse. Pochi tuttavia erano pronti ad accettare un Pantani che andasse forte anche a cronometro.
In realtà, Marco non aveva mai vissuto una cronometro con la giusta consapevolezza. In lui prevaleva ogni volta il senso di colpa dello studente impreparato. Dal 1997, il suo approccio con la crono è cambiato. Ha studiato la posizione in sella ed ha messo a punto una bicicletta da vero specialista. Ha imparato a mantenersi agile, come ha sempre fatto in salita, mentre un tempo aveva creduto alla necessità del rapportone. Ha lavorato, per la prima volta da quando è corridore, per la costruzione del suo fisico e quel lavoro in palestra gli ha consegnato un’invidiabile base atletica. E se ha pagato lo scotto di un fisico esile nella prima crono, nei giorni successivi ha messo a frutto il suo straordinario recupero. Le montagne che per gli altri sono state dolorose e fatali, per lui sono state una rampa di lancio. Ha faticato, ha tirato il fiato, poi ha sparato tutto nell’ultima prova. Quindi ha vinto, senza troppi misteri, voci o antipatiche vocine. E questo, a ben guardare, è quanto ci eravamo proposti di dimostrare.
Enzo Vicennati


TABELLA CRONO
Ecco la tabella in cui abbiamo raccolto tutti i dati riferiti alle cronometro dei grandi Giri, disputate da Pantani dal 1994 ad oggi. Si nota abbastanza facilmente che il romagnolo ha sempre avuto la capacità di andare più forte nella seconda crono, piuttosto che nella prima. Così come è evidente l’inversione di tendenza a partire dal 1997, anno del rientro dopo l’incidente. Se infatti al Tour del 1994 subì un passivo di 10’59” da Indurain nella crono di Bergerac (64 chilometri), i 4’21” subiti quest’anno da Ullrich a Correze (58 chilometri) testimoniano dei suoi miglioramenti globali. Rimane invariata invece la capacità di andare più forte nella cronometro finale.

-1994-

GIRO D’ITALIA: 2° in classifica generale

- Follonica 1° Berzin, Km 44 in 50’46” 53° Pantani a 5’37”, in 56’26” diff: 7”659/Km
media di 52,003 media di 46,780 diff: 5,223 Km/h

- Passo del Bocco 1° Berzin, Km 35 in 59’52” 3° Pantani a 1’37”, in 1 ora 01’29” diff: 2”771/Km
media di 35,087 media di 34,155 diff: 0,932 Km/h

TOUR DE FRANCE: 3° in classifica generale

- Bergerac 1° Indurain, Km 64 in 1 ora 15’58” 70° Pantani a 10’59”, in 1 ora 26’57” diff: 10”296/Km
media di 50,539 media di 44,163 diff: 5,876

- Avoriaz 1° Ugrumov, Km 47,5 in 1 ora 22’59” 2° Pantani a 1’38”, in 1 ora 24’37” diff: 2”063/Km
media di 34,338 media di 33,681 diff: 0,707 Km/h

-1995-

TOUR DE FRANCE: 13° in classifica generale

- Seraing 1° Indurain, Km 54 in 1 ora 04’16” 55° Pantani a 7’51”, in 1 ora 12’07” diff: 8”722/Km
media di 50,409 media di 44,927 diff: 5,482 Km/h

- Lac de Vassiviere 1° Indurain, Km 46,5 in 57’34” 34° Pantani a 5’45”, in 1 ora 03’19” diff: 7”419/Km
media di 48,461 media di 44,064 diff: 4,397 Km/h

-1997-

TOUR DE FRANCE: 3° in classifica generale

- Saint Etienne 1° Ullrich, Km 55 in 1 ora 16’24” 5° Pantani a 3’42”, in 1 ora 20’06” diff: 4”036/Km
media di 43,190 media di 41,198 differenza: 1,992

- Eurodisney 1° Olano, Km 63 in 1 ora 15’57” 16° Pantani a 4’35”, in 1 ora 20’32” diff: 4”365/Km
media di 49,759 media di 46,937 diff: 2,822 Km/h

-1998-

GIRO D’ITALIA: 1° in classifica generale

- Trieste 1° Zulle, Km 40 in 44’38” 24° Pantani a 3’26”, in 48’04” diff: 5”150/Km
media di 53,771 media di 49,930 diff: 3,841 Km/h

- Lugano 1° Gontchar, 34 chilometri in 39’54” 3° Pantani a 30”, in 40’24” diff: 0”882/Km
media di 51,128 media di 50,495 diff: 0,633 Km/h

TOUR DE FRANCE: 1° in classifica generale

- Correze 1° Ullrich, Km 58 in 1 ora 15’25” 33° Pantani a 4’21”, in 1 ora 19’46” diff: 4”500/Km
media di 46,143 media di 43,627 diff: 2,516 Km/h

- Le Creusot 1° Ullrich, Km 52 in 1 ora 03’52” 3° Pantani a 2’35”, in 1 ora 06’27” diff: 2”980/Km
media di 48,851 media di 46,952 diff: 1,899 Km/h

 

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Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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  postato il 19/08/2006 alle 12:13
Bentornata Mariarita questo è un intervento davvero prezioso....
No nemmeno io ho dubbi sulla redazione di cicloweb, è solo che non tutti lo sanno

 

[Modificato il 19/08/2006 alle 14:08 by 53.11]


 
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  postato il 19/08/2006 alle 14:59
Originariamente inviato da 53.11

Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da 53.11

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Originariamente inviato da furslide

Penso che un ciclismo senza doping avrebbe aumentato ancora molto di piú il divario tra Pantani e gli suoi avversari.
Pantani era "puro" come diceva un suo tifoso arrabbiato dopo l'esclusione di Campiglio.
La sua pedalata era naturale, piena di talento, condizionata dalle sensazioni. Non ho piú visto una pedalata fluida come la sua. Bastava osservare quella parte che ragruppava piedi, gambe e pedivelle. un'opera d'arte. di un artista supremo come direbbe morris.

Altro che doping!!!!



Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza


Ma tu parli per sentito dire oppure hai mai pensato di documentarti prima di emettere sentenze??
E soprattutto sarebbe il caso di documentarsi per evitare di continuare a divulgare il falso....... insomma, basta spalare fango gratuito su Marco, mi rendo conto che da 1995 ad oggi sono passati 11 anni e c'è chi a quel tempo aveva il biberon in bocca, ma questo non lo giustifica, non so se sia il tuo caso, ma me lo auguro, perchè se invece eri abbastanza adulto a quel tempo, ma hai vissuto tutto con la superficialità che contraddistingue la maggior parte degli arroganti che poi ostentano sapienza, be allora devo chiederti di evitare di dire stupidagini... informati prima...


i documenti parlano chiaro e poi cera anche un inchiesta aperta


Ma di quali documenti parli? e poi sai com'è finita quell'inchiesta sapientone?.....
Ma vedi di smetterla ignorante ( non offenderti voglio solo dirti che ignori la verità) la superficialità con la quale ti avvicini ad una faccenda così drammatica e complessa come quella di Marco Pantani è a dir poco irritante e vomitevole.... non sai nemmeno di cosa stai parlando, finiscila e leggili quei documenti di cui parli.....


non mi ritengo un sapientone e nemeno uno che ignora...ma ho solo detto che nelle sue imprese cera l'ombra del doping e fino a prova contraria e la realta dei fatti...intendiamoci io non ho nulla contro chi fa uso del doping...poi ognuno la pensa come vuole

 

[Modificato il 19/08/2006 alle 15:07 by omar]

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  postato il 19/08/2006 alle 16:37
Originariamente inviato da 53.11

Bentornata Mariarita questo è un intervento davvero prezioso....
No nemmeno io ho dubbi sulla redazione di cicloweb, è solo che non tutti lo sanno


Bentornata anche da parte mia, veramente un grande articolo. Ora è anche nel blog di Ntp. Riguardo al curriculum del Panta, attendo una risposta dai moderatori nel thread delle domande, ma senza fretta.

 

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  postato il 19/08/2006 alle 16:51
Originariamente inviato da 53.11

Be caro Mario francamente da uno come te in un 3d del genere mi aspettavo qualcosa in più......
Per esempio come moderatore del forum sarebbe il caso prendere una posizione rispetto all'utente omar..... sai è sempre importante che chi arriva per la prima volta sul sito e legge un 3d a caso, sappia da quale parte sta la "redazione" soprattutto nel caso di una faccenda così delicata come quella di Marco e che sta a cuore a migliaia di persone, visto che ancora oggi, a distanza di quasi 3 anni dalla scomparsa di Marco, c'è in giro chi non sa nulla di tutta la vicenda ma si arroga il diritto di sparare stupidagini e spacciarle per sospetti fondati.
insomma credo che cicloweb, non dovrebbe perdere mai l'occasione per far sapere da che parte sta in questa faccenda.


53.11, non prendermi per spocchioso o arrogante, ma ti rispondo con un'enorme stanchezza mentale. A volte ci siamo "accusati" di essere prevenuti l'uno nei confronti dell'altro, e sinceramente non mi preme stabilire quanto questo sia (o fosse) vero.

Sono anche stanco di sottolineare che se un utente entra nel forum di Cicloweb e legge il commento di un utente del forum, questo commento è appunto riconducibile all'utente del forum.
Un nuovo lettore che entra nel sito di Cicloweb - http://www.cicloweb.it - ha soltanto da cercare i tanti servizi, ricordi, pagine di memoria, eccetera, eccetera, dedicate a Marco Pantani (il grado di bontà e passione di quegli articoli, poi, non spetta a noi giudicarli).

Omar è un utente del forum di Cicloweb.it che la pensa in quel modo. È un utente riconducibile ad un'identità, e - come tutti - quando dirà delle inesattezze ne risponderà in prima persona, da utente del forum.

Cicloweb.it, dunque, non perde mai l'occasione di dare la libertà di parola/scrittura a tutti i suoi utenti, ovviamente tramite registrazione e, dunque, una moderazione di termini o argomentazioni sgradevoli, che in questo caso non c'è stata, perché quella di Omar è un'opinione (fondata o meno, reale o meno) che merita di esistere e di non essere moderata perché è la sua opinione.
Di questa sua opinione Omar è libero di discuterne.

Con stanchezza,
Mario.

P.S.: Per la questione database ho posto all'attenzione di chi di dovere la questione: soltanto per onor del vero, ho visto che anche nella scheda di Ullrich c'è un richiamo al doping, quindi il trattamento verso la scheda di Pantani non è stato - a suo tempo - "esclusivo". Grazie comunque della segnalazione. Sono sicuro che, quanto prima, l'Admin saprà dirci i perché.

 

[Modificato il 19/08/2006 alle 17:04 by Monsieur 40%]

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  postato il 20/08/2006 alle 15:06
Caro Mario, come avrai visto l'admin mi ha già risposto (una risposta da Signore...) ed allora, visto che oggi ho scoperto che chi ha l'ematocrito sopra il 50% è probabilmente un dopato (chissà come lo dirò a mio suocero, che ha 71 anni e 52% ed usa la bici solo per andare dal panettiere... pure un suocero probabilmento dopato, ho!!), aggiungo al racconto del thread una importante integrazione: durante il Tour 1998 Pantani non fu mai positivo all'antidoping e, se tale test venne effettuato, il suo valore era sotto il 50%. Così anche per il Giro 1998 e per tutte le corse che ha vinto, anzi per tutta la carriera. Non si sa mai, qualcuno potrebbe non saperlo....

 

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  postato il 21/08/2006 alle 17:57
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da 53.11

Be caro Mario francamente da uno come te in un 3d del genere mi aspettavo qualcosa in più......
Per esempio come moderatore del forum sarebbe il caso prendere una posizione rispetto all'utente omar..... sai è sempre importante che chi arriva per la prima volta sul sito e legge un 3d a caso, sappia da quale parte sta la "redazione" soprattutto nel caso di una faccenda così delicata come quella di Marco e che sta a cuore a migliaia di persone, visto che ancora oggi, a distanza di quasi 3 anni dalla scomparsa di Marco, c'è in giro chi non sa nulla di tutta la vicenda ma si arroga il diritto di sparare stupidagini e spacciarle per sospetti fondati.
insomma credo che cicloweb, non dovrebbe perdere mai l'occasione per far sapere da che parte sta in questa faccenda.


53.11, non prendermi per spocchioso o arrogante, ma ti rispondo con un'enorme stanchezza mentale. A volte ci siamo "accusati" di essere prevenuti l'uno nei confronti dell'altro, e sinceramente non mi preme stabilire quanto questo sia (o fosse) vero.

Sono anche stanco di sottolineare che se un utente entra nel forum di Cicloweb e legge il commento di un utente del forum, questo commento è appunto riconducibile all'utente del forum.
Un nuovo lettore che entra nel sito di Cicloweb - http://www.cicloweb.it - ha soltanto da cercare i tanti servizi, ricordi, pagine di memoria, eccetera, eccetera, dedicate a Marco Pantani (il grado di bontà e passione di quegli articoli, poi, non spetta a noi giudicarli).

Omar è un utente del forum di Cicloweb.it che la pensa in quel modo. È un utente riconducibile ad un'identità, e - come tutti - quando dirà delle inesattezze ne risponderà in prima persona, da utente del forum.

Cicloweb.it, dunque, non perde mai l'occasione di dare la libertà di parola/scrittura a tutti i suoi utenti, ovviamente tramite registrazione e, dunque, una moderazione di termini o argomentazioni sgradevoli, che in questo caso non c'è stata, perché quella di Omar è un'opinione (fondata o meno, reale o meno) che merita di esistere e di non essere moderata perché è la sua opinione.
Di questa sua opinione Omar è libero di discuterne.

Con stanchezza,
Mario.

P.S.: Per la questione database ho posto all'attenzione di chi di dovere la questione: soltanto per onor del vero, ho visto che anche nella scheda di Ullrich c'è un richiamo al doping, quindi il trattamento verso la scheda di Pantani non è stato - a suo tempo - "esclusivo". Grazie comunque della segnalazione. Sono sicuro che, quanto prima, l'Admin saprà dirci i perché.


Mario, ti ho già parzialmente risposto nel 3d delle domande per voi moderatori, scusami, in realtà è vero che sono sempre polemico con voi me ne rendo conto, probabilmente mi sono anche spiegato male.
In realtà non è che io pretendessi una presa di posizione verso l'utente che dice delle inesattezze nei confronti di Marco, quella era una palese provocazione, in realtà la cosa chi mi ha un po sorpreso ed anche deluso è un'altra.
L'importanza del titolo di questo 3d aperto da Luca, la grandezza di ciò che rappresenta questo avvenimento accaduto 8 anni fa, avrebbe richiesto, da parte di un moderatore così attivo come tu sei e dalla indubbia competenza nel mondo del ciclismo e anche della storia di Marco, un commento che aggiungesse qualcosa, che mettesse in risalto l'importanza di quella vittoria avvenuta appunto in condizioni particolari, in un contesto difficile ed in un periodo storico per il ciclismo e per il doping nel ciclismo.
Insomma in un momento così delicato dove anche il Tour, come prima la Vuelta ha dovuto ridisegnare la classifica, sarebbe importantissimo ricordare o informare chi non lo ha vissuto di cosa successe e come maturò quella vittoria in un tour che prersentava tre salite e i soliti 100 km abbondanti di cronometro, quindi di persè già non adatto alle caratteristiche di un corridore come Marco Pantani.
Sarebbe utile mettere in risalto il fatto, che mamma rai per mezzo dei suoi telecronisti durante le dirette, nonostante tutto non ha mai ricordato quel tour che all'epoca anche dal monsieur Leblanc, venne definito come il tour più pulito della storia.
Insomma io questo chiedevo, e questo mi auspicavo quando ho letto la prima volta il 3d di Luca, e questo ho cercati di fare con uno dei miei interventi.
Ho espresso il mio disappunto ( forse nel modo sbagliato) quando ho visto che nel tuo intervento tutto ciò non c'era e tutt'ora me ne dispiaccio, ma aimè ne prendo atto.
Senza rancore Mario..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/08/2006 alle 18:01
53.11 ricordati che io non ho detto inesattezze!!!quelle le dici tu

 

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  postato il 21/08/2006 alle 18:10
Originariamente inviato da omar

53.11 ricordati che io non ho detto inesattezze!!!quelle le dici tu


OK Omar, questo è quanto hai detto nel tuo primo intervento:
Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza

MI sembra che questa tua dichiarazione dica palesamente che marco fosse un dopato.
Altrimenti non avresti alcun dubbio nel dire che la sua pedalata era naturalissima.


Ti ho già spiegato come fu condotto quel processo e da dove aveva origine quel valore ematico così sballato, ci sono dei documenti che lo dimostrano e ti ho detto come fare per informarti su quei fatti.
Tornando all'ipocrita valore del 50% che tu decanti come fosse vangelo, l'ho già detto in un'altro 3d ma non ho timore di ripetermi:
Se il protocollo di quei contyrolli era così valido, perchè nel 2000 venne cambiato inserendo ad esso il valore dell'emoglobina e quello dei reticolociti?

IO non ho necessità che tu mi risponda, ma hai ragione, non sei tu che hai detto delle inesattezze, sono stato io , infatti le tue non sono inesattezze, ma pure e semplici calunnie.

 
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  postato il 21/08/2006 alle 18:14
Originariamente inviato da 53.11

Originariamente inviato da omar

53.11 ricordati che io non ho detto inesattezze!!!quelle le dici tu


OK Omar, questo è quanto hai detto nel tuo primo intervento:
Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza

MI sembra che questa tua dichiarazione dica palesamente che marco fosse un dopato.
Altrimenti non avresti alcun dubbio nel dire che la sua pedalata era naturalissima.


Ti ho già spiegato come fu condotto quel processo e da dove aveva origine quel valore ematico così sballato, ci sono dei documenti che lo dimostrano e ti ho detto come fare per informarti su quei fatti.
Tornando all'ipocrita valore del 50% che tu decanti come fosse vangelo, l'ho già detto in un'altro 3d ma non ho timore di ripetermi:
Se il protocollo di quei contyrolli era così valido, perchè nel 2000 venne cambiato inserendo ad esso il valore dell'emoglobina e quello dei reticolociti?

IO non ho necessità che tu mi risponda, ma hai ragione, non sei tu che hai detto delle inesattezze, sono stato io , infatti le tue non sono inesattezze, ma pure e semplici calunnie.



non dico neanche calunnie dico la verità per quanto riguarda i valori....io nei miei post non ho mai usato la parola dopato...questa parola la usi tu!!

 

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"Venderesti entrambi gli occhi per un milione di dollari... o le gambe... o le mani... o gli orecchi? Fai la somma di quello che hai e scoprirai che non lo venderesti per tutto l'oro del mondo. Le cose migliori della vita sono le tue, se riesci ad apprezzarle".
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  postato il 21/08/2006 alle 18:16
Omar, come pretendi di essere credibile con quella firma?

 

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  postato il 21/08/2006 alle 18:22
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Omar, come pretendi di essere credibile con quella firma?



la firma e semplicemente una provocazione

 

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  postato il 21/08/2006 alle 18:30
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53.11 ricordati che io non ho detto inesattezze!!!quelle le dici tu


OK Omar, questo è quanto hai detto nel tuo primo intervento:
Pero qundo ebbe l'incidente alla Milano-Torino strano il valore che aveva di emacrotico sopra il 50%....non direi che la sua pedalata era naturale....non si puo negare l'evidenza

MI sembra che questa tua dichiarazione dica palesamente che marco fosse un dopato.
Altrimenti non avresti alcun dubbio nel dire che la sua pedalata era naturalissima.


Ti ho già spiegato come fu condotto quel processo e da dove aveva origine quel valore ematico così sballato, ci sono dei documenti che lo dimostrano e ti ho detto come fare per informarti su quei fatti.
Tornando all'ipocrita valore del 50% che tu decanti come fosse vangelo, l'ho già detto in un'altro 3d ma non ho timore di ripetermi:
Se il protocollo di quei contyrolli era così valido, perchè nel 2000 venne cambiato inserendo ad esso il valore dell'emoglobina e quello dei reticolociti?

IO non ho necessità che tu mi risponda, ma hai ragione, non sei tu che hai detto delle inesattezze, sono stato io , infatti le tue non sono inesattezze, ma pure e semplici calunnie.



non dico neanche calunnie dico la verità per quanto riguarda i valori....io nei miei post non ho mai usato la parola dopato...questa parola la usi tu!!


Insomma almeno renditi conto che ti contraddici!!..
Allora la pedalata era naturale si o no?
Non bisogna scrivere dopato per dare del dopato.....
Dunque deciditi, se la pedalata era naturale allora tu non dici calunnie e devi solo capire bene il perchè di quel valore ematico, e se vuoi capirlo sai dove cercare.
se invece sostieni che quella pedalata non era naturale, allora dici calunnie.

 
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  postato il 21/08/2006 alle 18:35
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MI sembra che questa tua dichiarazione dica palesamente che marco fosse un dopato.
Altrimenti non avresti alcun dubbio nel dire che la sua pedalata era naturalissima.


Ti ho già spiegato come fu condotto quel processo e da dove aveva origine quel valore ematico così sballato, ci sono dei documenti che lo dimostrano e ti ho detto come fare per informarti su quei fatti.
Tornando all'ipocrita valore del 50% che tu decanti come fosse vangelo, l'ho già detto in un'altro 3d ma non ho timore di ripetermi:
Se il protocollo di quei contyrolli era così valido, perchè nel 2000 venne cambiato inserendo ad esso il valore dell'emoglobina e quello dei reticolociti?

IO non ho necessità che tu mi risponda, ma hai ragione, non sei tu che hai detto delle inesattezze, sono stato io , infatti le tue non sono inesattezze, ma pure e semplici calunnie.



non dico neanche calunnie dico la verità per quanto riguarda i valori....io nei miei post non ho mai usato la parola dopato...questa parola la usi tu!!


Insomma almeno renditi conto che ti contraddici!!..
Allora la pedalata era naturale si o no?
Non bisogna scrivere dopato per dare del dopato.....
Dunque deciditi, se la pedalata era naturale allora tu non dici calunnie e devi solo capire bene il perchè di quel valore ematico, e se vuoi capirlo sai dove cercare.
se invece sostieni che quella pedalata non era naturale, allora dici calunnie.



callunie per il tuo punto di vista non certo per il mio punto di vista

 

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  postato il 21/08/2006 alle 18:48
"Calunnie" dal punto di vista della legge italiana, Omar, visto che in Italia doparsi è un reato penale.

Comprendi?

 

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  postato il 21/08/2006 alle 18:53
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callunie per il tuo punto di vista non certo per il mio punto di vista


Aiutooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo
qualcuno glie lo spiegaaaaaaaaaa

Ok, questa è la tua opnione, prendo atto che però è una opinione che esterni da dietro un nik, e quindi senza prenderti la responsabilità di ciò che dici.

 

[Modificato il 21/08/2006 alle 19:01 by Monsieur 40%]


 
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  postato il 21/08/2006 alle 18:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%

"Calunnie" dal punto di vista della legge italiana, Omar, visto che in Italia doparsi è un reato penale.

Comprendi?




si ho capito ma io non ho scritto che era dopato leggi bene...una pedalata non naturale non vuol dire fare uso di doping

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:02
Allora illuminaci e spiegaci cosa vuoi dire.

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:07
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Allora illuminaci e spiegaci cosa vuoi dire.



per me quando uno ha un valore di emacrotico alto non ha piu una pedalata naturale nel senso che ce qualcosa nel suo fisico che non va

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:21
Originariamente inviato da omar

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Allora illuminaci e spiegaci cosa vuoi dire.



per me quando uno ha un valore di emacrotico alto non ha piu una pedalata naturale nel senso che ce qualcosa nel suo fisico che non va


Cioè?
Senza scomodare gli interpreti del pensiero, non puoi dire chiaramente cosa intendi, se non doping?
Uno scompenso fisico? Una zoppia sanguinea? Cosa?

Almeno se ne può discutere.

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:25
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Allora illuminaci e spiegaci cosa vuoi dire.



per me quando uno ha un valore di emacrotico alto non ha piu una pedalata naturale nel senso che ce qualcosa nel suo fisico che non va


Cioè?
Senza scomodare gli interpreti del pensiero, non puoi dire chiaramente cosa intendi, se non doping?
Uno scompenso fisico? Una zoppia sanguinea? Cosa?

Almeno se ne può discutere.



intendo uno scopenso fisico....vuol dire che ce qualcosa che non va

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:28
Questi sono giorni decisamente sconvolgenti, per me: ieri ho scoperto che emtocrito a 50% è sinonimo certo di doping, oggi che il superamento di quel valore condiziona anche lo stile di pedalata..... quante cose sto imparando!!

Scherzi a parte, non posso che dispiacermi del fatto che, ancor oggi, c'è chi non sa più dove aggrapparsi per mettere in dubbio Pantani ed il suo valore. Non gli è stato sufficiente nemmeno crepare e dover così subire l'esame anatomopatologico del dr. Fortuni, che accertò come il midollo fosse sanissimo. Perchè se fosse stato un superdopato come qualcuno ci voleva far credere, è certo che quel midollo sarebbe rimasto un tantino segnato. Invece così non fu, segno che sto gran uso di doping non c'è stato. Neppure io sono così fulminato da pensare che andasse a pane ed acqua, ma sono certo che tanti suoi avversari fossero decisamente più 'carburati'. Che poi ci sia chi distingue chi usa sostanze illecite dalla pedalata, questa mi è nuova. Potremo proporla come misura di prevenzione del doping all'Uci, competenti come sono potrebbero anche adottarla.....

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:33
Originariamente inviato da omar

intendo uno scopenso fisico....vuol dire che ce qualcosa che non va


Omar, allora dici delle inesattezze, rassegnati.
L'ematocrito alto con la pedalata non c'entra niente. Non è che ti si gonfia un ginocchio o ti si ingrossa un polpaccio.

Resta sempre valido il consiglio, che è universale e trasversale: prima di parlare o scrivere, è buona norma (anche solo per "amor proprio") informarsi bene sugli argomenti di discussione.

Ciao!

 

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  postato il 21/08/2006 alle 19:44
Originariamente inviato da Monsieur 40%

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intendo uno scopenso fisico....vuol dire che ce qualcosa che non va


Omar, allora dici delle inesattezze, rassegnati.
L'ematocrito alto con la pedalata non c'entra niente. Non è che ti si gonfia un ginocchio o ti si ingrossa un polpaccio.

Resta sempre valido il consiglio, che è universale e trasversale: prima di parlare o scrivere, è buona norma (anche solo per "amor proprio") informarsi bene sugli argomenti di discussione.

Ciao!



ok mi rassegno!so benissimo che non centra con la pedalata.....

 

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  postato il 21/08/2006 alle 21:19
A parte che la pedalata di Pantani era davvero, da sempre, bella, si modificò,come si capisce dall'articolo da me citato, in seguito all'incidente della Milano Torino , quando si ritrovò con una gamba più corta e dovette anche modificare la posizione in bici ( rendondola ancora più bella da vedere, secondo me).

 

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IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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  postato il 21/08/2006 alle 21:25
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intendo uno scopenso fisico....vuol dire che ce qualcosa che non va


Omar, allora dici delle inesattezze, rassegnati.
L'ematocrito alto con la pedalata non c'entra niente. Non è che ti si gonfia un ginocchio o ti si ingrossa un polpaccio.

Resta sempre valido il consiglio, che è universale e trasversale: prima di parlare o scrivere, è buona norma (anche solo per "amor proprio") informarsi bene sugli argomenti di discussione.

Ciao!



ok mi rassegno!so benissimo che non centra con la pedalata.....


AAAAAAA
Allora era una calunnia!!!!!!

 
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  postato il 21/08/2006 alle 21:26
Originariamente inviato da Donchisciotte

A parte che la pedalata di Pantani era davvero, da sempre, bella, si modificò,come si capisce dall'articolo da me citato, in seguito all'incidente della Milano Torino , quando si ritrovò con una gamba più corta e dovette anche modificare la posizione in bici ( rendondola ancora più bella da vedere, secondo me).


non lo metto in dubbio che aveva una bellissima pedalata ed era anche i miglior scalatore......sono stato frainteso

 

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  postato il 21/08/2006 alle 21:28
Originariamente inviato da 53.11

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Resta sempre valido il consiglio, che è universale e trasversale: prima di parlare o scrivere, è buona norma (anche solo per "amor proprio") informarsi bene sugli argomenti di discussione.

Ciao!



ok mi rassegno!so benissimo che non centra con la pedalata.....


AAAAAAA
Allora era una calunnia!!!!!!



non ce l^ho con il pirata ci siamo capiti

 

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  postato il 21/08/2006 alle 23:51
Questo è quanto veniva detto a suo tempo a commento della vittoria di Marco.
(Fonte supereva)

So che questo nona aggiunge nulla, semplicemente mi piace riportar questo articolo in quanto può far capire a chi al tempo non era abbastanza adulto o non seguiva il ciclismo, l'importanza e la eccezzionalità di quell'impresa ottenuta in quel frangente specifico della storia del ciclismo.

Entusiasmante e inaspettata, la vittoria del campione romagnolo ha messo fine al dominio dei corridori passisti (da Greg LeMond a Miguel Indurain, da Bjarne Riis a Ullrich), che nelle ultime edizioni avevano imposto la loro supremazia grazie alla potenza espressa nelle prove contro il tempo. Quest'anno, invece, protagonista assoluto del Tour è stato un ciclista scalatore, che ha sconfitto gli avversari sul terreno più spettacolare della corsa: la salita.

Il tracciato disegnato dagli organizzatori del Tour non sembrava adatto alle caratteristiche tecniche di Pantani: solo due gli arrivi in salita, mentre nelle altre tappe di montagna le salite erano poste a molti chilometri dal traguardo, così da consentire agevoli recuperi a chi fosse rimasto staccato. Contrariamente alle previsioni, però, Pantani ha meravigliato tutti con un'impeccabile condotta di gara. Nella prima parte della corsa, caratterizzata dalle prove a cronometro e da tappe veloci in pianura, ha mirato a contenere i distacchi; ha invece sferrato i suoi attacchi sui Pirenei (vittoria a Plateau de Beille, con avvicinamento alle zone alte della classifica) e sulle Alpi.

Nella tappa Grenoble-Les Deux Alpes, caratterizzata da salite che hanno fatto la storia del Tour (il Col de la Croix de Fer, il Col du Télegraphe e il Galibier) e da un'ascesa finale di 9 km, tappa resa ancora più aspra da condizioni meteorologiche proibitive, Pantani ha compiuto una grande impresa sportiva. Dopo quasi sessanta chilometri di fuga in salita sotto la tempesta, ha affrontato la discesa a rotta di collo ed è arrivato sul traguardo in vetta alle Deux Alpes infliggendo quasi nove minuti di distacco a Ullrich, che in quella tappa indossava ancora la maglia gialla. Nelle tappe seguenti Pantani ha controllato gli avversari e nella cronometro di Le Creusot, ultimo vano tentativo di Ullrich di ribaltare le sorti della competizione, è giunto terzo.Oltre che per l'impresa dello scalatore romagnolo, l'edizione 1998 del Tour sarà ricordata anche per uno scandalo riguardante l'uso di sostanze dopanti che ha coinvolto molti partecipanti e ha scosso tutto il mondo ciclistico. Prima dell'avvio della corsa, avvenuto a Dublino l'11 luglio, un massaggiatore della Festina, squadra del principato di Andorra che annovera tra le sue fila campioni come lo svizzero Alex Zülle e il francese Richard Virenque, è stato bloccato alla frontiera tra Francia e Belgio e arrestato per ordine della magistratura di Lilla per spaccio di sostanze stupefacenti. Nel bagagliaio della sua vettura erano state trovate infatti ingenti quantità di EPO, farmaco che sintetizza artificialmente un ormone naturale, l'eritropoietina, responsabile dell'incremento di globuli rossi. Da tempo si sospettava la diffusione nel mondo del ciclismo professionistico di questa sostanza farmaceutica – che aumenta negli atleti le potenzialità di resistenza allo sforzo prolungato, arrecando però gravi danni all'equilibrio cardiocircolatorio – e l'arresto di un componente di una compagine di spicco alla vigilia di un appuntamento agonistico tanto importante ha contribuito a rendere il caso più clamoroso.

Fermato e interrogato dalla polizia, il direttore sportivo della Festina ha ammesso di aver avallato la somministrazione di sostanze dopanti ai corridori consenzienti e l'organizzazione del Tour ha deciso, a corsa già iniziata, di squalificare l'intera squadra. Altre sei compagini hanno abbandonato la competizione nel corso della gara, ufficialmente per solidarietà nei confronti dei colleghi della Festina e per protesta contro le drastiche procedure d'inchiesta condotte dalle forze dell'ordine e dalla magistratura francesi. È però possibile che la decisione sia dovuta al desiderio di nascondere un coinvolgimento nel caso-doping. Anche i corridori hanno manifestato contro i metodi d'inchiesta e contro la posizione assunta dall'organizzazione del Tour, secondo loro ambigua: dopo aver più volte minacciato il ritiro in massa dalla gara, hanno espresso la loro protesta percorrendo a passo d'allenamento la tappa da Aix-les-Bains a Neuchâtel.

Lo scandalo ha costretto i vertici delle organizzazioni internazionali del ciclismo e anche di altri sport a riprendere in esame il problema del doping nelle competizioni agonistiche e il Comitato Internazionale Olimpico (CIO) ha programmato una conferenza internazionale sul problema per gennaio 1999.





 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/08/2006 alle 23:54
Ragazzi oggi ho rivisto Courchevel 2000...I BRIVIDI MI SON VENUTI!!!!!

Poi vi ricordate quando quel tifoso si è armato di bici maglia kelme e pure di numero156 e s'è messo a correre dietro Pantani...

 

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  postato il 22/08/2006 alle 00:04
Originariamente inviato da super cunego

Ragazzi oggi ho rivisto Courchevel 2000...I BRIVIDI MI SON VENUTI!!!!!

Poi vi ricordate quando quel tifoso si è armato di bici maglia kelme e pure di numero156 e s'è messo a correre dietro Pantani...


Era una manifestazione dei separatisti baschi......

 
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  postato il 22/08/2006 alle 11:12
La pedalata di Pantani era un qualcosa di speciale.
I corridori di oggi hanno una pedalata non naturale se lo vogliamo chiamare cosí.
Secondo me é questione di talento. é questione di stile e classe.
Pantani pedalava diversamente dagli altri, bastava guardarlo per capire che era dotato di un talento straordinario.
Il doping centra poco con questa tematica.

 
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