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Autore: Oggetto: Bruno Mora: quando una figurina faceva sognare.

Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 20:09
Non so quanti l’abbiano notato, spero in molti.
Quando ho visto la targa , mi sono emozionato. Eh, sì, cari amici, dovete essere orgogliosi:avete giocato sul campo dedicato ad un grande del passato, prematuramente scomparso, di cui oggi si è affievolito il ricordo.
Avevo la figurina di Bruno Mora, me la ricordo benissimo, con la maglia rossonera del Milan, quella con le righe sottili. Non so come, ma è andata perduta.
Per una di quelle misteriose alchimie difficili da spiegare, Mora era uno dei miei preferiti. Eppure l’avevo visto giocare solo alla fine della carriera, non certo nei suoi anni migliori. Sarà che aveva giocato nella Sampdoria, o forse perché le cose che leggevo di lui mi affascinavano e rispecchiavano un modello di calciatore che apprezzavo e che sollecitava la mia fantasia.
Sempre le solite cose, insomma: carattere, estro, classe, anche sfortuna.
Poi, all’epoca, bastava una figurina per farci sognare e l’immaginazione galoppava .
Non c’era neppure “Novantesimo Minuto”: solo la Domenica Sportiva ed il secondo tempo di una partita, in differita. C’erano, è vero, le Coppe e la Nazionale e, in quei casi, era festa grande. Era il calcio degli anni 60, del Milan e dell’Inter campioni d’Europa e del Mondo, di Picchi e di Mariolino Corso, di Mazzola e Jair, di Pascutti, Bulgarelli, Altafini, Rivera e di tanti altri
Il calcio di Bruno Mora

Nato nel 1937, cresciuto calcisticamente nella Sampdoria, aveva trascinato i blucerchiati al successo nel Torneo Giovanile di Viareggio, nel febbraio del ’58. Passato giovanissimo in prima squadra , all’ombra della Lanterna si era fatto apprezzare, e tanto. Era il Doria di Ocwrick, di Firmani, di Vicini.
Poi venne Skoglund, con Eraldo Monzeglio allenatore. Una squadra con tanti anziani campioni, nella quale Mora era il cucciolo. Ala tornante (come si diceva una volta) diventò ben presto uno dei beniamini dei tifosi.
Scriveva di lui Bruno Roghi:”…..Del cavallo lunatico, piccolo, si usa dire che ha del carattere.
E’ un termine indefinibile anche perché il carattere si appalesa nei modi e nei frangenti più impensati. Tuttavia un dato comune lega e cataloga la maggioranza dei cavalli che hanno del carattere. Questo dato è un altro termine tanto compendioso quanto inspiegabile. Si chiama classe. Chi ha carattere, ha classe”
Giocatore di temperamento, con qualche sfrontatezza sbarazzina, un po’ permaloso ma capace di scherzare amichevolmente. Pronto ad assumersi le proprie responsabilità, e non solo quelle.
Un episodio poco noto per mettere in luce alcune caratteristiche del campione.
Durante al partita Sampdoria –Padova, il portiere blucerchiato Rosin si infortunò gravemente, tanto da essere costretto al ricovero ospedaliero per un forte contusione cranica.
All’epoca (dicembre 1958) non erano state ancora introdotte le innovazioni regolamentari che consentivano l’ingresso del “numero 12”.
Mora venne scelto per quel ruolo del tutto inedito: seppe rassicurare i compagni, prese coraggio e uscì imbattuto da Marassi , contribuendo al successo della Samp per tre reti a zero
Dopo un altro campionato nel quale confermò definitivamente tutto il suo valore, nel novembre ‘60 venne ceduto alla Juventus. Forse il Presidente Ravano non aveva resistito alle lusinghe economiche della Vecchia Signora , forse voleva liberarsi di una personalità ingombrante. Il fatto è che Bruno , al Comunale di Torino, segnò dal dischetto contro la sua ex squadra e nel ritorno di Marassi ad un certo punto commise un brutto fallo in danno di un avversario.
Il Presidente blucerchiato urlò di tutto al suo ex pupillo e l’Avvocato gli disse:”Viene da voi , è della vostra scuola”. Ravano, di rimando: ”Ma da voi si è perfezionato, perché in fatto di carognate voi siete l’Università!”
Scampoli di un calcio d’altri tempi.
Era l’anno del quarto posto della Sampdoria: chissà, con Mora blucerchiato, il risultato finale avrebbe potuto essere migliore!
Nella Juve giocò un paio di stagioni con Sivori e Charles , poi venne ceduto al Milan, in cambio di Salvadore.
Tra le fila rossonere giocò, tra l’altro, le tre partite della finale della coppa Intercontinentale, nel ‘62, segnando a San Siro e al Maracanà., contro il Santos di Pelè che, dopo la “bella”, si aggiudicò il trofeo.
La sua permanenza tra i “diavoli” proseguì sino alla fine del decennio ma, in realtà, il ruolo di protagonista assoluto nel calcio finì una domenica di dicembre del 1965 quando, in uno scontro con Spalazzi, portiere del Bologna, si procurò la frattura scomposta di tibia e perone.
Incidente gravissimo che, in pratica, gli stroncò la carriera e gli chiuse per sempre le porte della Nazionale, nella quale aveva esordito nel 1959.
Ventuno presenze con quattro reti, dicono i tabellini. Un mondiale sfortunato, quello del Cile,nel quale fu capitano nella famosa sfida contro i padroni di casa. L’ultima partita alla fine del ‘65, nell’incontro di qualificazione contro la Scozia per i Mondiali di Inghilterra.
Sarebbe stato protagonista alla fase finale della coppa Rimet , se non avesse subito quel maledetto incidente.
Autentico personaggio, non facile da gestire , poteva permettersi cose che , ad altri, erano precluse.
Lo ha ricordato bene Gigi Riva: nonostante il divieto del C.T. Fabbri, Mora poteva fumare, una licenza che pochissimi si permettevano
Solo a fine carriera indossò la maglia del Parma, per poi diventare allenatore delle squadre giovanili.
Se n’è andato presto, troppo presto, alla fine del 1986.
Splendido e sfortunato campione, come si addice ai grandi.

Ieri sera, tornando da Sala Baganza, dicevo a Rosa:”Sai, il campo era dedicato a Bruno Mora. Ho visto la targa e mi sono dimenticato di fotografarla. Peccato”.
“Me ne hai sempre parlato,di Mora. Perché?”, mi ha chiesto.
“Perchè Mora mi è sempre piaciuto”, le ho risposto. Mi è venuta la pelle d’oca.”Lo sai”ho aggiunto “ che mi piacciono quelli come lui, indisciplinati, fuori dagli schemi”.

Perché, vi dico, Bruno Mora appartiene a quella generazione di campioni che mi hanno fatto battere più forte il cuore.


 

[Modificato il 18/07/2006 alle 01:45 by Monsieur 40%]


 
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  postato il 17/07/2006 alle 20:21
grazie per le informazioni!
ho notato la targa dedicata a Bruno Mora, ma credevo fosse più una gloria locale piuttosto che un calciatore di fama nazionale.....simpatico il permesso "fumo"!
grazie ancora

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 20:35
Grande Cancel e Grande Mora

Ma com'è morto?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 20:46


Un giovanissimo Bruno Mora in maglia blucerchiata

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 20:50
Originariamente inviato da super cunego

Grande Cancel e Grande Mora

Ma com'è morto?


Se non ricordo male, è morto di un male incurabile.

 
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  postato il 17/07/2006 alle 21:22
Grazie per il tuo contributo Mario, purtroppo non avevo notato quella targa.
Non conoscevo molto di Mora, lo ricordavo solo per la sfortunata avventura ai mondiali di Cile 62 dove fummo eliminati dai padroni di casa dopo una partita che divenne subito una rissa, ricordo il famoso pugno sferrato dal cileno ad un giocatore italiano. In quelal squadra giocava anche Cesare Maldini, ricordo bene?
Mi fa piacere sapere di aver calcato il campo intitolato ad un campione del passato capace di regalare grandi emozioni ai suoi tifosi!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 21:30
Mi pare di ricordare che in quella partita Cesare Maldini non giocò.
Fu Maschio ad essere colpito con un pugno dal cileno Sanchez.
Poi venne espulso Ferrini e, infine Sanchez diede un altro pugno a david :l'arbitro Aston decretò l'espulsione dell'italiano!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 21:40


in una vecchia rivista ho trovato questa foto.
Ferrini lascia il campo dopo l'espulsione. Il primo sulla destra è Bruno Mora

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 22:14
in quella sfortunata e sfacciata partita, altro che byron moreno....
la formazione dell'italia era...
mattrel, david, robotti; tumburus, janich, salvadore; mora, maschio, altafini, ferrini, menichelli.
fuori, giocatori come....buffon(lo zio...) Losi, maldini, radice, rivera, sivori, bulgarelli, sormani, pascutti....
Bel post su un eroe dei miei tempi. Su una cosa non concordo. Mora ra il meno tornante dei tornanti. Era più che altro una ala destra veloc, capace di dribblare, di crossare e tirare. un pò lo Jair italiano. Attaccante più che cenrocampista aggiunto. Dopo lui , cominciarono i tornanti veri. Perani, Domenghini....
Fu uno scambio, fra lui e Salvadore, che fece epoca. Raro di quei tempi fra Juve e Milan e du giocatori al top. due nazionali. poi sandro salvadore, terzino e libero, ebbe una lunga carriera anche in azzurro. Mora, purtroppo , si fracellò una gamba contro il portiere di riserva del Bologna, Spalazzi. La Juve indovinò lo scambio, insomma.
altra curiosità riguardo la squadra che scese in campo contro il Cile. Menichelli era il fratello del grande ginnasta oro a Tokio nel corpo libero. Maschio era con Angelillo e Sivori, uno dei tre angeli dalla faccia sporca argentini, con doppio passaporto.Era il tempo degli oriundi 8Sormani, Altafini, detto mazola con una zeta sola in onore di Valentino).
tumburus, lo stopper del bologna, terminò la carriera in comproprietà col Lanerossi Vicenza. alle buste, il Bologna se lo riaggiudicò per 175 lire (!!!) Tumburus, eroe dello scudetto bolognese 63-64, si ritirò....
Ciao!

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 22:21
Era più che altro una ala destra veloc, capace di dribblare, di crossare e tirare. un pò lo Jair italiano. Attaccante più che cenrocampista aggiunto

Concordo , Jan. Lo conferma anche il numero delle reti segnate durante la sua attività

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 23:00
caro cancel,
siamo proprio coscritti.
io l' ho ricordo come te e jan, un ala destra veloce capace di dribblare e segnare.
fu proprio sfortunato a terminare la carriera dopo quello scontro con spalazzi.
c'è stato anche un anno in cui la figurina di mora era proprio rara, una di quelle che mancavano a tutti, insieme a quella di miniussi, 12 dell' inter.

ciao bello, un bacio a misscancel
gianni
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 23:06
Originariamente inviato da mestatore

caro cancel,
siamo proprio coscritti.
io l' ho ricordo come te e jan, un ala destra veloce capace di dribblare e segnare.
fu proprio sfortunato a terminare la carriera dopo quello scontro con spalazzi.
c'è stato anche un anno in cui la figurina di mora era proprio rara, una di quelle che mancavano a tutti, insieme a quella di miniussi, 12 dell' inter.

ciao bello, un bacio a misscancel
gianni
mesty


Caro Gianni, di figurine degli anni 60 ne avevo un sacco.NON SO DOVE SIANO FINITE!!!
Lo ricordi Bosdaves?
Ti abbraccio
Mario

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 23:18
era della spal, vero?
ciao
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/07/2006 alle 23:20
o dell'omodarme..... buzzacchera, rimbano, fotia, nocera, troja....

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/07/2006 alle 23:42
Originariamente inviato da cancel58

Caro Gianni, di figurine degli anni 60 ne avevo un sacco.NON SO DOVE SIANO FINITE!!!


Le mie credo che i miei le abbiano sbattute in buona parte nella spazzatura, sigh, sigh, sigh...

 

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E' la guerra che Madre Natura conduce contro la natura dell'uomo. Sarà una guerra senza quartiere, e sarà la grande guerra del XXI secolo

Ascoltato alla alla radio il 25/10/2007 a commento degli incendi che stavano devastando la California.

 
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Livello Tour




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  postato il 18/07/2006 alle 09:08
La vera figurina introvabile era quella del mitico Pizzaballa
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2006 alle 14:48
Originariamente inviato da cancel58

Non so quanti l’abbiano notato, spero in molti.
Quando ho visto la targa , mi sono emozionato. Eh, sì, cari amici, dovete essere orgogliosi:avete giocato sul campo dedicato ad un grande del passato, prematuramente scomparso, di cui oggi si è affievolito il ricordo.


Non riesco ad andare a Sala munito di macchina fotografica, comunque ho appena commissionato a un amico del posto di fotografare la targa in oggetto e spedirmela.
Appena lo farà la caricherò online su questo thread per la gioia degli amanti del calcio che fu...

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2006 alle 21:26
Originariamente inviato da mestatore

era della spal, vero?
ciao
mesty


Confermo. passato al Napoli nella stagione 67/68, come risulta dall'ORIGINALE ALBUM PANINI che ho conservato.
Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/07/2006 alle 21:29
Originariamente inviato da janjanssen

o dell'omodarme..... buzzacchera, rimbano, fotia, nocera, troja....


caro Jan, se citi Rocco Fotia , mi fai mettere in movimento i meccanismi della memoria.
Quante volte l'ho visto giocare a Marassi , in coppia con Ermanno Cristin!
Te lo ricordi?
Ciao!

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 19/07/2006 alle 12:08
Ma chi è Bruno Mora???
I bambini una volta non giocavano con i tappi delle bottiglie con stampate le facce di Coppi, Bartali ecc? Le figurine dei calciatori sono minchiate dei tempi moderni...per fortuna pare che questa moda sia passata...grazie Play Station!!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/07/2006 alle 13:10
Originariamente inviato da ManuelDR

Ma chi è Bruno Mora???
I bambini una volta non giocavano con i tappi delle bottiglie con stampate le facce di Coppi, Bartali ecc? Le figurine dei calciatori sono minchiate dei tempi moderni...per fortuna pare che questa moda sia passata...grazie Play Station!!!




Ti informo, io che sono ora uno dei massimi detrattori del calcio di questo forum, che le figurine le facevo anch'io da bambino e anche con molto gusto!
Che siano minchiate dei tempi moderni è una tua opinione. La mia è che la vera minchiata sia la play station... Quando facevamo la minchiata dell'album noi ragazzini passavamo ore e ore insieme, a guardare le facce dei calciatori e a inventarci decine di giochi per lo scambio delle figurine (forse perchè da bambini si detesta la logica del mercato, che purtroppo prende il sopravvento dopo; da noi andava molto "muretto", ma ricordo anche la cifra più alta scegliendo un numero del codice della figurina, o la lettera del nome...) mentre i pimpanti, fighi e grandiosi ragazzini di oggi i giochini li trovano già fatti con la play station, stanno chiusi tutto il giorno nella loro stanza anzichè andare in strada (ecco perchè poi nasce l'individualsimo), e di fantasia o creatività forse non sviluppano nemmeno quella erotica. Figurarsi il resto...

In poche parole:
- piano con i giudizi tranchant
- sii rispettoso delle opinioni altrui
- sii ancor più rispettoso quando le opinioni riguardano i sentimenti del passato: la nostalgia è un patrimonio personale che nessuno può scalfire

 

[Modificato il 19/07/2006 alle 13:13 by Frank VDB]

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Moderatore




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  postato il 19/07/2006 alle 14:12
ManuelDR, in poche parole:

- piano con i giudizi tranchant
- sii rispettoso delle opinioni altrui
- sii ancor più rispettoso quando le opinioni riguardano i sentimenti del passato: la nostalgia è un patrimonio personale che nessuno può scalfire


...già sei stato avvisato, vedi tu...

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
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Livello Bernard Hinault




Posts: 1177
Registrato: Feb 2006

  postato il 19/07/2006 alle 23:09
ciao cancel,

gran bel post!.... dovresti cimentarti più spesso nel rievocare atleti del passato che per svariati motivi non hanno avuto la giusta gloria cadendo troppo frettolosamente nel dimenticatoio

la sensazione prevalente che emerge dal tuo post è un forte senso di nostalgia relativamente ad un ruolo, quello dell'ala destra, ormai scomparso e e seppellito da teoremi tattici esasperati che hanno in qualche modo "colpito" determinati ruoli, primo fra tutti quello appunto dell'ala destra.
sino alla metà degli anni 80 il numero 7 era il genio, il funambolo, colui che aveva il compito di mangiare l'erba lungo tutta la fascia facendo ciò che voleva... fantasia e spettacolo allo stato puro.
l'ala destra era nella tradizione del calcio italiano, ormai è scomparsa del tutto...oggi ci dobbiamo accontentare dei mediani posti sulla fascia, che non osano mai fare un dribbling di troppo e hanno il compito di chiudere la linea di difensiva stando attenti alle ripartenze.

tendenzialmente non sono un nostalgico, ma Domenghini, Causio, Claudio Sala, Conti e pure il "primo" Donadoni un pò mi mancano...

ciao e ancora complimenti!

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 20/07/2006 alle 00:40
Originariamente inviato da Frank VDB

Ti informo, io che sono ora uno dei massimi detrattori del calcio di questo forum, che le figurine le facevo anch'io da bambino e anche con molto gusto!
Che siano minchiate dei tempi moderni è una tua opinione. La mia è che la vera minchiata sia la play station... Quando facevamo la minchiata dell'album noi ragazzini passavamo ore e ore insieme, a guardare le facce dei calciatori e a inventarci decine di giochi per lo scambio delle figurine (forse perchè da bambini si detesta la logica del mercato, che purtroppo prende il sopravvento dopo; da noi andava molto "muretto", ma ricordo anche la cifra più alta scegliendo un numero del codice della figurina, o la lettera del nome...) ...


E poi, perbacco, le figurine si giocavano! I miei, in genere, non me ne comperavano. Io me ne procuravo qualcuna e poi cominciavo e giocarle. Un anno sono pure riuscito a finire un album in questo modo (a dire il vero in società con un altro bambino). Un vero spasso!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/07/2006 alle 22:05
Originariamente inviato da janjanssen

o dell'omodarme..... buzzacchera, rimbano, fotia, nocera, troja....




caro Jan, TROJA ce l'ho!

 
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Livello Tour




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Registrato: Feb 2006

  postato il 20/07/2006 alle 22:20
Braco Cancel58! Anch'io stimavo Bruno Mora anche perchè sono di fede blucerchiata. Ricordo benissimo l'incidente con Spalazzi: la Rai mandò in onda in differita alle 19 un tempo di quella partita Bologna-Milan e tutti videro quanto accaduto al povero Bruno.
Un pò di anni dopo mi sposai con una ragazza di cognome Mora, ma non parente!
Complimenti per le belle foto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/07/2006 alle 22:22
Bentornato, Delfo! Anch'io , da ragazzo, ero blucerchiato!
 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 21/07/2006 alle 01:29
Mario, grazie mille per il tuo bel scritto.
Io non sono mai stato appassionato di calcio ma
anche io, ai tempi delle elementari, avevo il mio album panini
ed il mio mazzo di figurine nella tasca del grembiule.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/07/2006 alle 00:16
caro cancel,
nella spal 66/67 bosdaves giocava all' ala destra, altezza 1,76 kg69 peso forma.
quell' anno nella spal giocava mediano il grande osvaldo bagnoli e bosdaves si alternava con dell' omodarme, ex juventino.
sai chi c' era nella rosa della spal di quell' anno?
fabio capello, da pieris, peso forma kg 71, altezza 1,78, celibe...
ho ritrovato l' album

ciao bello
mesty

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/07/2006 alle 20:15
ho ritrovato l' album


Sei grande , Mesty!Conservalo, mi raccomando.
Ciao!
Mario

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/07/2006 alle 20:19
Non riesco ad andare a Sala munito di macchina fotografica, comunque ho appena commissionato a un amico del posto di fotografare la targa in oggetto e spedirmela.
Appena lo farà la caricherò online su questo thread per la gioia degli amanti del calcio che fu...




Frank, non ho parole.....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/03/2007 alle 08:11
Riporto in alto il thread per onorare la memoria di Franco Panini, scomparso ieri.
Se una figurina faceva sognare, lo dobbiamo a lui


Non più tardi di tre mesi e mezzo fa avevamo intervistato Franco Cosimo Panini, scomparso ieri a Modena, in occasione dell’inaugurazione del Museo della Figurina nella città emiliana. Ci aveva colpito l’entusiasmo con cui parlava di questa ultima, grande iniziativa della sua azienda: donare al Comune le centinaia di migliaia di figurine possedute, tra quelle emesse dalla sua azienda negli oltre quarant’anni di attività e quelle prodotte in tutto il mondo a partire dal Seicento, frutto di una paziente attività di ricerca durata decenni.
Un entusiasmo forse insolito in un uomo più vicino agli ottanta che ai settanta, ma alimentato dall’orgoglio per l’impresa creata insieme ai tre fratelli. Era lui ora, dopo la scomparsa di Giuseppe e di Benito, a portarla avanti. Una grande avventura, la loro, partita da un’edicola di fronte al Duomo di Modena. A quei tempi - siamo all’inizio degli anni Sessanta - i fratelli Panini cominciarono a interessarsi al mondo delle figurine. Un’industria già affermata, una realtà capace di stimolare la fantasia e la passione dei bambini nei difficili anni del dopoguerra, molto prima dell’arrivo della televisione, conciliando l’intento pedagogico e il divertimento. Ma anche un mercato fiorente. Con queste parole il fratello Giuseppe, il maggiore, sintetizzò la situazione e fece la sua proposta, in quella sera di inizio anni Sessanta destinata a cambiare per sempre la loro vita: «Le figurine sono un buon prodotto. Se sono in commercio, vuol dire che qualcuno le produce. Perché non potremmo essere noi?».
Detto fatto, i fratelli avviano una piccola attività imparando il mestiere da chi già operava nel settore, come la Casa Editrice Bea di Milano, e prendono una prima decisione: produrre soltanto figurine di calciatori. Franco, che nel frattempo aveva lasciato l’edicola per un ambitissimo posto in banca, comincia a muovere i primi passi. Ogni sabato - il giorno libero - si reca a Milano per creare la prima figurina. Il punto di partenza è una cartolina in bianco e nero dell’interista Sandro Bolchi. Tramite lavorazioni in tipolitografia si arriva alla figurina che apre il loro primo album, su cui campeggia in copertina Niels Liedholm che rincorre il pallone. Qualche anno dopo, arriva la svolta. Fino a pochi mesi fa sorrideva divertito, ripensando alle facce sbigottite dei colleghi, il giorno che diede le dimissioni dalla banca. «Si figuri, per andare a fare le figurine!».
Sembrava una pazzia, e forse lo era. Ma di sicuro non se n’è pentito. Dopo gli album dei calciatori - raccolte dai Panini nel 1999 in un’enciclopedia del calcio in otto volumi - le produzioni si moltiplicarono e si diversificarono sempre di più nel tempo. Vennero le serie ispirate dai personaggi di cartoni animati e di sceneggiati televisivi. Per esempio Heidi, Goldrake, e il mitico Sandokan, l’unica che riuscì a battere perfino i calciatori quanto a diffusione. Passo dopo passo, l’azienda si ingrandì e cominciò a far gola a editori stranieri. Alla fine degli anni Ottanta fu ceduta alla Maxwell. Seguì un lungo e fortunato avvicendamento che la vide affiancarsi al gigante americano Marvel, prima di tornare in Italia alla fine degli anni Novanta.
Nel frattempo, però, era diventata leader mondiale nel campo delle figurine, prodotte e diffuse in decine di Paesi. Franco Panini continuò a occuparsi di editoria per la prima infanzia, seguendo ad esempio il fumetto «la Pimpa», avviò la testata Comix, curò produzioni di nicchia come i codici miniati. Negli ultimi anni ricevette numerosi riconoscimenti e benemerenze. Nel 2003 fu nominato Cavaliere di Gran Croce della Repubblica italiana. Conservò il gusto per la ricerca di figurine di ogni genere e provenienza. Sempre su idea di Giuseppe, infatti, si era consolidata l’abitudine di setacciare mercati e mercatini stranieri in cerca di figurine. Andava particolarmente fiero di una serie francese di fine Ottocento con i grandi personaggi storici, scovata a Londra in un negozietto, un memorabilia in Charing cross. E di alcune stampe e incisioni francesi su rame del Seicento, i nobili antesignani della figurina vera e propria, che invece ha sempre avuto un carattere schiettamente popolare.
Anche lui dunque, fino alla fine, a caccia di figurine, come i milioni di bambini che ha fatto sognare.

fonte:www.ilgiornale.it

 
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