Board logo

Il Forum di Cicloweb

Non hai fatto il login | Login Pagina principale > Dite la vostra sul ciclismo! > Le imprese leggendarie di Fabiana Luperini...
Nuovo Thread  Nuova risposta  Nuovo sondaggio
< Ultimo thread   Prossimo thread >  |  Versione stampabile
Autore: Oggetto: Le imprese leggendarie di Fabiana Luperini...

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 11/06/2006 alle 22:47
Questo thread, nel suo parziale doveroso atto di riconoscenza all’unico sicuro fuoriclasse presente nel ciclismo ogni-sesso italiano d’oggi, ovvero Fabiana Luperini, vuole pure essere una prima risposta, o un’indicazione, a chi vede il ciclismo femminile, come la gamba folcloristica del pedale. A chi si pone lo scopo, proponendone pagine organizzative, di concretizzare il preconcetto, tra i più ignoranti, di considerare le donne adatte solo agli sport portati ad esaltare…. le sensazioni insistenti, all’incirca nel baricentro del corpo d’un uomo. A chi pensa che il ciclismo debba avere, per queste atlete che osano salire su un mezzo da maschio, le “tartine al cioccolato” di un cavalcavia, fatto passare per l’unico Tourmalet possibile a chi possiede una fessurina.

Con Fabiana incontriamo un’atleta dimenticata, ed il fatto che sia grandissima, la dice lunga sulle distorsioni che continuano a gravare sullo sport italiano e di quell’osservatorio suo smemorato figlio. Anche verso la piccola cascinese, si è levata la tragica onda della “cerutistica” devozione verso gli effetti e le volontà, costi quel che costi, di chi aveva deciso di sacrificare il ciclismo, per innalzare altre discipline più sincroniche ad un potere, chiarissimo nella palpazione, di chi viveva e vive senza prosciutto sugli occhi, lo sport. Se “Fabi” è ancora qua e sta ancor vincendo come in queste ore (ha appena colto il successo nella corsa a tappe più importante di Spagna), lo deve solo al fatto che essendo donna interessava molto, molto meno, all’alone inqualificabile e, per me, assassino che ha portato alla morte il suo “fratello” Marco Pantani.

Il riporto che segue, tratto dal libro “Polisportiva Edera Forlì – Il Politecnico dello Sport” – Vespignani Editore, che ho scritto nel 2000, rappresenta una prima parte delle imprese della fuoriclasse di Cascine di Buti. La narrazione si dipana a mo’ di diario, proprio perché ho avuto la fortuna di aver giocato, per tanti anni, un ruolo accanto a lei.
Ne esce un thread molto lungo, l’ennesima “palla” per chi me lo ha fatto sapere e per chi lo pensa senza dirlo, perciò l’invito che rivolgo a costoro e di by-passare.



LE IMPRESE LEGGENDARIE DI FABIANA LUPERINI

Pianezze (25 giugno 1995).

Il Giro ’95 era arrivato a Crocetta del Montello, dove sarebbe partita la quarta tappa che avrebbe condotto le girine sulla prima vera e grande asperità della storia della manifestazione, il Monte Cesen, in località Pianezze. Alla partenza, ebbi la possibilità di notare la tranquillità che regnava nella Sanson-Edera. Amadori aveva fatto davvero un grande lavoro, perché una tranquilla Alessandra Cappellotto, contenta dei tre giorni in rosa, aspettava l'epilogo con la serenità di una che sa di non potersi difendere dalle più forti su simili pendenze. La sorella Valeria, aspettava con grinta lo scontro con la Chiappa che, a giudizio di Marino, era da considerarsi la sua naturale "alter ego". Roberta Bonanomi, Nada Cristofoli e Monia Gallucci avevano ben inteso il loro ruolo di ravvivare l'andatura e di tenere il gruppo unito fino ai piedi del Cesen. Straordinaria addirittura, la tranquillità con la quale la punta della giornata e predestinata al rosa Fabiana Luperini, aspettava di esaurire il suo compito di esecutrice finale. Da lei ci si aspettava il "punch" vincente e solitario ai danni della grande avversaria svizzera, sicuramente più esperta nell'affrontare quelle grandi montagne che in Italia erano pressoché sconosciute, o patrimonio dei soli ciclisti. Fabiana donava sorrisi ed aspettava di agire come quella specie di chirurgo che avevo visto due anni prima a Sospirolo, in occasione del Giro del Piave.
La corsa si dipanò secondo i dettami consigliati da Marino Amadori, ed ai piedi del Monte Cesen, il gruppo si presentò compatto e pronto a verificare gli storici valori di quella prima grande ascesa in un Giro d'Italia. Ad otto km dalla vetta, come si prevedeva, erano rimaste in due, Fabiana e la Zberg. La Luperini, sempre in testa a scandire il passo sui pedali, cominciò a sgretolare la grande avversaria che invece preferiva rimanere sulla sella. Le accelerazioni della "piccola Gaul" di Cascine di Buti, resero affannata e rossa la svizzera che in quelle condizioni non era mai stata relegata da nessuna singola avversaria. Certo, in carriera si era ritrovata a dover rispondere all'azione a tenaglia di russe, ucraine, francesi e lituane, ma mai una sola avversaria l'aveva messa alle corde. Ed infatti a sette chilometri dalla vetta e dal concomitante traguardo, Fabiana alleggerì nell'aria la sua danza sui pedali e staccò la grande e blasonata rivale. I chilometri finali, furono un autentico trionfo per la piccola atleta che, pian piano, incontrò quelle ali di folla capaci di esaltarla ulteriormente. Per la prima volta il suo “Fans Club” aveva dato quella grande dimostrazione di presenza e colore che poi ne caratterizzeranno il futuro, al pari dei voli verso il mito della
beniamina. Lo scenario del traguardo si presentò tangibilmente suggestivo, con una collina sulla destra della fettuccia d’arrivo, interamente coperta dalle gesta d'ammirazione di una folla enorme. Fabiana arrivò sola, fra le urla di un pubblico entusiasta, sul quale emergevano i ritornelli, le rime ed i canti di un mare di giovani cascinesi. C'erano anche tanti occhi lucidi e vere e proprie lacrime, non solo quelle dell'ormai solito Giovanni, ma anche quelle di Eugenio Brunelli, il vice presidente della Sanson-Edera e uomo che per il ciclismo e la Luperini in particolare, si sarebbe giocato le stesse fortune che l'avevano fatto lacrimare ed entusiasmare ai tempi di quando seguiva da vicino la "Formula Uno" e la grande e mitica rossa. Piangeva anche il sottoscritto, come piange e si emoziona tutt'oggi mentre scrive e ricorda quel giorno. Certo piangeva ed aspettava di abbracciare quello scricciolo con la maglia verde del Gran Premio della Montagna, che aveva dato un saggio delle vere ed immortali essenze del ciclismo, quelle che si consumano in montagna. Uno scricciolo su cui di lì a poco avrebbero fatto indossare quella maglia rosa che poi diverrà siamese al suo essere "reginetta dei monti e delle imprese". Fabiana aveva vinto certo una tappa che ancora non significava il Giro, ma aveva scacciato i fantasmi di una corsa che, per vari motivi, per due anni, era stata costretta a disertare e che le sembrava stregata. Lo aveva fatto col piglio dei campioni e col coraggio di chi osa senza quelle logiche che tanto sentono i campioni di oggi, troppo legati alle barbare e robotiche logiche della programmazione totale.
Eravamo tutti lì a coccolare quella "bambina" che aspettava l'arrivo della grande avversaria svizzera. E la Zberg giunse con un ritardo di 1'38", ben più grande dei suoi valori numerici. Io intanto mi godevo con gli zigomi bagnati dalle lacrime, accanto ad un altrettanto bagnato Giovanni, la visione di quella divina piccola di statura, che già individuavo come la rivincita più cocente verso quei superficiali, spesso tecnici, che vogliono l'atleta alto e fusto e che non sanno vedere altro. Quante tragedie hanno partorito nello sport, le assurde convinzioni di questi poveri ignoranti, addirittura idioti se vestiti dell'abito di tecnici! A quasi tre minuti e mezzo, Valeria Cappellotto regolò con l'esultanza di una vincitrice Imelda Chiappa per il terzo posto, completando la grande giornata di una squadra compatta ed unita, al punto di sciogliere le tante "cassandre" che l'avevano data come un crogiolo di divisioni.


San Martino di Castrozza - 26 giugno 1995
Il giorno dopo la grande giornata del Cesen, Fabiana concesse il bis sui 1570 metri, cima Coppi, di San Martino di Castrozza. Anche stavolta l'atteggiamento della squadra fu perfetto. Una lunga fuga di Roberta Bonanomi in compagnia di Sigrid Corneo, doveva preparare l'eventuale ulteriore acuto della "camoscia" Fabiana. E quando le girine imboccarono la salita che portava al traguardo di San Martino di Castrozza, il vantaggio del duo di testa era superiore ai due minuti. "Fabi", come la chiamavano le compagne, entrò in azione strangolando immediatamente le eventuali velleità delle russe e delle ucraine e quelle nostrane di Imelda Chiappa.

“Fabi” alla prima partenza in maglia rosa
Ancora una volta la sola Luzia Zberg fu capace di tenerle la ruota per qualche centinaio di metri, poi il più logico atteggiamento di tenere il proprio passo, costrinse la svizzera a lasciare campo libero alla scatenata ventunenne toscana. Fabiana rinvenne sulla Corneo e sulla Bonanomi e le lasciò quasi immediatamente, nonostante uno strenuo tentativo di Sigrid di resisterle. Ma nessuna era in grado di "tenere" il formidabile passo sui pedali della piccola grande atleta in maglia rosa. Anche stavolta, Fabiana si poteva presentare da sola sullo stupendo scenario dolomitico della località d'arrivo. Negli ultimi cento metri, il "pittore del suo Fans Club”, Rolando Casalini, l'accompagnò, correndo ai migliori ritmi podistici che l'avevano fatto, una ventina d'anni prima, ottimo calciatore delle giovanili della Fiorentina. Anche per il Casalini, quella di San Martino di Castrozza fu la prima importante occasione per evidenziare un gesto che poi l'ha spesso immortalato sugli sfondi fotografici degli arrivi di Fabiana, "donna sola al comando" per antonomasia.

L’arrivo solitario di Fabiana Luperini a San Martino di Castrozza, suggella la sua superiorità in salita e mette un’ipoteca sulla vittoria nel Giro d’Italia ’95.


Margeriaz-Francia ( 01 agosto 1995)
La terza frazione del Tour riportava la carovana dalla Svizzera alla Savoia con arrivo in salita a Les Aillons Margeriaz. Quella finale però non era l'unica asperità della giornata, prima si dovevano affrontare il Col de la Forclaz, classificato di seconda categoria, ed il Col du Frene, di prima categoria. Una tappa dura che poteva segnare con evidenza i valori in gara e sconvolgere la classifica che vedeva l'attempata ed arcigna statunitense Golay in maglia gialla. Fabiana Luperini, mentre la carovana si trasferiva alla partenza di Crest-Voland, avvicinò Roberta Bonanomi ed Alessandra Cappellotto, le due senatrici della squadra azzurra, per informarle che avrebbe attaccato per verificare se stessa su quelle prime importanti montagne e, soprattutto, la tenuta delle varie Longo, Zberg, Polkanhova, Polikievichute, Koliaseva ecc. L'obiettivo era di vincere la tappa che, se centrato, avrebbe garantito pure la maglia gialla. D'altronde l'arrivo sul colle di prima categoria di Margeriaz imponeva ad una scalatrice come lei quell'atteggiamento. E poi, in cuor suo, Fabiana, indipendentemente da come sarebbe andato il Tour dopo quella frazione, voleva vincere una tappa. In fondo, quella del '95, era la sua terza partecipazione alla "Grande Boucle Feminin". La condotta di gara della cascinese fu perfetta. Sul Col de la Forclaz iniziò a far capolino in testa senza forzare esageratamente. I segni delle sue accelerazioni sui pedali furono subito fatali alla maglia gialla Golay e misero alla frusta anche le più forti. Fabiana le guardava una ad una, con un tono quasi irridente che lasciò non poco stupore in chi, Polkanhova in testa, ricordava la ragazzina insicura e sofferente dell'anno prima. Sul “Frene” attaccò con lo scopo, stavolta, di mettere alle corde le resistenze delle più forti. Ed infatti, le sue accelerazioni la portarono a staccare tutte le avversarie, scollinando con un margine di 45" su Zberg e Longo e le altre sgranate. La discesa portò consiglio a Fabiana, che non si dannò per difendere il vantaggio, anche perché consapevole dell'ascesa finale di Margeriaz, difficile almeno quanto il "Frene". Ed infatti, a tre quarti di discesa, le "disperate" Longo, Zberg, Polkanhova, Rasa Polikievichute, Bubnenkova, Marsal, Jackson, Zabirova e Bailey, si riportarono su una Luperini per nulla agitata dal ricongiungimento. Giunte sulla "Montée de Margeriaz", Fabiana iniziò prima un'azione di sgretolamento, poi quando il suo passo s'alleggerì per danzare la sua permeante musica, per le altre non vi fu altra possibilità che vedere quel puntino allontanarsi all'orizzonte. Fabiana arrivò a Margeriaz con 1'04" sull'ormai solita Zberg, 1'31" sulla Longo, 2'04" sulla Polkanhova e oltre due minuti e mezzo su Rasa Polikievichute. Il Tour aveva conosciuto la vera "petite poupe italienne" quella che aveva fatto tremare, quasi bambina, la grande Leontine Van Moersel nel '93 e che aveva portato il suo fantasma ad aleggiare sull'edizione del '94. E quella maglia gialla vestita sul podio di Margeriaz, segnò l'inizio di un'epoca difficilmente eguagliabile per chiunque. Un'effige di ciclismo antico ed affascinante, fatto di attacchi in salita e di sublimazione con quel pathos che solo la montagna sa dare a chi ama questo sport.


Voujany-Francia, 02 agosto 1995. Un eco d’oro nella storia del ciclismo.

Con Fabiana Luperini in maglia gialla si partì per la Albertville-Voujany, in assoluto la tappa più difficile mai corsa nella storia del ciclismo femminile. Sui 115 chilometri della frazione si dovevano scalare due asperità definite "Hors catégorie", il Col de la Madaleine a quota 2000 praticamente in partenza e i difficilissimi 1924 metri del Col du Glandon, per finire sulla "ciliegina" finale dettata dal traguardo del Voujany,
a quota 1430. Una tappa che in Italia avrebbe fatto gridare allo scandalo, ma che in Francia, dove la considerazione del ciclismo femminile é sempre stata più evoluta ed avanzata, veniva vista solo con grande interesse, senza scomodare la critica. Se vogliamo essere realisti, sia per quanto riguarda lo spettacolo, sia per le stesse motivazioni tecniche, tappe del genere si giustificano tranquillamente anche a livello femminile. A meno che non facciamo polpette delle realtà e della storia che vede la donna particolarmente portata agli sport di "forza resistente". La Albertville-Voujany entrerà, comunque, nei ricordi immortali di questo sport. Le pendenze della Madaleine", una salita regolare, ma asfissiante per la mancanza di punti ove poter respirare, cominciarono a fare effetti disastrosi su molte atlete. Fra le "big" il fiatone cominciò a farsi sentire al punto che Fabiana, fino a metà salita a ruota della Longo, si portò in testa ed accelerò. Dopo un centinaio di metri si voltò e vide le grandi avversarie annaspare. Come solo succede ai campioni dotati dell'immanenza degli attaccanti, senza pensare agli oltre cento chilometri che la separavano dalla vetta finale di Voujany, decise di proseguire e cominciò l'ormai internazionale danza sui pedali. L'abbastanza nuda Madaleine, ed il caldo soffocante, urlarono che quel tentativo era un suicidio, ma Fabiana non sentì quei richiami, intenta com'era a cantare quella canzone di cui solo i super san riconoscere le note. Impavida e decisa nelle esteriorità, leggera nell'estasi di chi ha ritrovato la propria terra nell'interiorità, la piccola grande atleta di Cascine di Buti passò in cima alla "Madaleine" con poco più di un minuto sulla Longo, in leggero anticipo sul gruppetto delle altre inseguitrici. Stavolta Fabiana percorse la discesa col piglio di una che non si vuole far riprendere, ed il suo vantaggio ai piedi del Glandon, si mantenne pressoché nelle stesse entità dello scollinamento. E su quella lunga salita densa certo di vegetazione, ma anche di quelle rocce appuntite che l'anno prima avevano quasi messo ko uno stoico Marco Pantani, Fabiana Luperini impose il meglio del suo canto, quasi a voler toccare il cielo per scrivere lei stessa che stava facendo un'impresa dalle tinte antiche. Il distacco delle ciondolanti e quasi disidratate inseguitrici si fece grosso di una manciata di minuti. Poi verso la cima Fabiana apparve in crisi perché in fondo, anche lei, per quanto densa del sangue blu dei divini, era una terrestre che poteva sentire la fatica. Ma non era crisi vera, né da fame, né da sforzo: era semplicemente un momento d'affaticamento, ingigantito da un cambio impazzito che la costringeva a lunghi tratti col "19". E percorrere il Glandon con quel rapporto, è impresa ardua anche per i colleghi più potenti. In cima a quel colle, in mezzo all'arrosto del solleone, Fabiana scollinò con oltre nove minuti su Rasa Polikievichute e Koliaseva e dieci su una Longo, alla quale qualcuno disse che la maglia gialla era in crisi.

La danza sui pedali di Fabiana Luperini recita i migliori acuti sul Glandon. Da notare l’impugnatura del manubrio, con gli indici protesi sulle leve dei freni……..anche in questo, come Charly Gaul (foto sotto…). Proprio la sua erede! Non a caso il leggendario Charly …ha chiamato sua figlia, Fabienne!

Quelle notizie crearono nuova linfa all'indomito orgoglio della "vecchia" campionessa francese, la quale capì con linguaggio più crudo l'entità dell'umiliazione che stava vivendo e raddoppiò la sua disperazione nel gettarsi a "kamikaze" lungo la lunga e difficile discesa. Lo scendere forsennato della Longo deve essere stato davvero pauroso, perché oltre a raggiungere e superare Polikievichute e Kolisseva, giunse ai piedi del Voujany con "soli" cinque minuti di distacco da Fabiana. Un recupero per alcuni aspetti inspiegabile, anche considerando una feroce crisi ed una esagerata paura della Luperini nel percorrere la discesa. E che Fabiana non fosse "cotta" come qualcuno aveva sostenuto in precedenza, lo dimostrò la salita finale di Voujany, dove la "petite poupée italienne", ricominciò quella danza sui pedali che tanto ricordava Charly Gaul e ridistanziò sia la Longo che le altre inseguitrici. Il tanto pubblico applaudì ammirato il passaggio di quel "puntino giallo", dimenticando che la grande battuta ed umiliata era una delle glorie sportive della Francia. Fabiana, invece, si ricordava bene quanto quel colle l'avesse rifiutata un anno prima e quei quattro chilometri scarsi d'ascesa, segnarono con la sua personale vendetta, un'impresa leggendaria. Tagliò il traguardo a braccia alzate, sprintando sugli ultimi terribili cento metri, dando un ulteriore schiaffo a chi l'aveva definita "cotta" in cima al Glandon. Si aspettarono ben 7'13", prima di vedere Jannie Longo tagliare il traguardo e 8'39" per l'arrivo della terza, la russa Koliseva che, sfinita, fu letteralmente raccolta dagli addetti all'organizzazione per evitare che si gettasse al suolo dalla fatica. Poi arrivarono la canadese Linda Jackson a 9'55", la Zberg a 10'11", la belga Van der Vijver a 11'12" e l'ultima vincitrice del Tour, la russa Polkanhova, a 13'42". La comparazione dei tempi, dai piedi alla cima del Voujany, emise un altro sonoro verdetto: Fabiana aveva rifilato altri due minuti abbondanti alla Longo e ancor più alle altre. Se era in crisi come avevano sostenuto alcuni osservatori, c'era da gridare un evviva alle crisi! Fra la gente, mentre ciondolanti e distrutte atlete si susseguivano all'arrivo, serpeggiò il fremito d'aver visto qualcosa di grandioso e raro. Qualcosa che riconduceva ai grandi ed immortali del ciclismo. Ed a ben vedere nella storia di questo sport per trovare l'ultima impresa simile a quella compiuta da Fabiana, cioè fatta da un atleta in maglia gialla o tra i papabili al successo del Tour, bisognava risalire alla famosa tappa di Orcieres Merlette, quando Luis Ocana già primo in classifica giunse al traguardo con sette minuti sui suoi avversari, tra i quali Eddy Merckx. Si era al Tour del 1971, ventiquattro anni prima. Un altro dato tangibile della grandiosità dell'impresa di Fabiana, lo dava l'universale regola del "tempo massimo", per la quale, se non fosse stata applicata una speciale deroga chiesta espressamente dall'organizzazione, la giuria avrebbe dovuto togliere di gara, in quella tappa, qualcosa come 75 concorrenti, dalla ventiquattresima compresa, in poi!
Basti pensare, che l'undicesima arrivata di Voujany, la statunitense Jeanne Golay, giunse a 21'52"! Mentre Fabiana alzava i fiori del successo con la maglia gialla addosso e sorrideva per la gioia del suo “Fans Club”, le urla assordanti di un pubblico enorme, posto dietro le transenne perché ancor s'attendevano una cinquantina di concorrenti, le ricordò il giuramento di un anno prima. Volse allora lo sguardo sulla funivia di quella stazione sciistica che, nel 1994, vedeva annebbiata dalla rabbia e dalla fatica… e pensò che vendetta era fatta!


Bertinoro 09 giugno 1996
Il Campionato Italiano di Bertinoro, partì subito sotto il segno di troppi mugugni. Con tutte o quasi le atlete italiane in gara, era ovvio che dopo anni di percorsi in sincronia con l'italianissimo facile, un tracciato "francese" creasse malumore. Si diceva
che l'organizzazione aveva disegnato il percorso su misura per Fabiana Luperini, perché era della società che firmava la gara. La cosa mi lasciò completamente indifferente, prima di tutto perché non vera, e poi perché la Sanson-Edera, che su quella scelta entrava come "i cavoli a merenda", aveva in seno così tante "big" da essere pronosticata su ogni percorso. La corsa però partì spedita, ed al primo passaggio a Bertinoro si riscontrò una grande selezione. In testa erano rimaste una trentina. Durante la seconda tornata, la tanto acclamata Fabiana Luperini scattò sull'erta di Dorgagnano, e rimase sola. Dicevano che era un percorso per lei e Fabiana fece di tutto per mettersi in discussione. Quel giorno la temperatura era soffocante anche perché accompagnata da un tasso di umidità molto alto, il percorso era come più volte detto assai duro e al momento dell'attacco mancavano al traguardo ancora ottantotto chilometri. Un suicidio. Chiunque se non si fosse chiamato Fabiana Luperini, avrebbe aspettato ad attaccare, anche per diminuire i rischi di una crisi. Ma "chiunque" non poteva essere interprete di Fabiana, perché come lei c'é solo lei, e la piccola grande campionessa di Cascine continuò senza calcoli il suo tentativo. Sul percorso c'erano almeno cento operatori del “Fans Club”, che evidenziarono immediatamente i propri originali cartelli inneggianti la beniamina che stava recitando un'altra commedia d'autore. Fabiana era sola con la fatica, l'umidità, il caldo e i chilometri. A nulla poteva un ammirato e preoccupato Marino Amadori dietro di lei sull'ammiraglia. Ma la sua presenza si sentiva, anche perché fra quei due, ormai, vi era quel peculiare feeling creatosi in un paio di decine di simili recite, con Fabiana sola davanti a tutte e le altre disperate ad inseguire..... Quante volte avrei voluto essere accanto all'amico Marino sull'ammiraglia, dietro quella "donna sola al comando" a piangere per l'immanente ringraziamento verso il destino che m'aveva fatto vedere da vicino quel ninfeo gesto leggendario. Come quando da piccolo bambino avrei voluto essere dietro a Coppi e Gaul e poi, da più grandicello, a Merckx. Fabiana stava spiegando l'ermeneutica di una nuova scultura, portando su quelle strade che tanta parte han avuto nel percorso di Romagna, il segno antropologico di un "Totem". Era lei, con la leggerezza del suo danzare sui pedali divenuti strumenti di chiarore a sconfiggere il "Golem" dei calcolatori. Fabiana stava dipingendo un affresco su quei luoghi bellissimi, ma prima del suo passaggio inespressivi.

Fabiana affronta lo strappo di Dorgagnano
Da sirena per gli umani, ma vera e concreta per l'inspiegabile, stava cancellando con le carezze il feticcio della razionalità che sempre si vuole per l'umana vergogna di ammettere quell'istinto che, fortunatamente, è presente in tutti noi. Che grande artista aveva l'Italia ciclistica!
Nella "mia" Bertinoro, quella ragazzina con l’alfeo vessillo di chi é, senza sapere da dove venga tutta quella facoltà, stava sublimando le menti nell'estasi di un qualcosa che non sempre si riesce a leggere, perché siamo troppo piccoli di fronte alla verità. Fabiana continuò quel suo assolo, portando senza forzare il suo passo a guadagnare terreno, sciogliendo il caldo e l'umidità per dare ai suoi tifosi e alla gente, il premio d'aver visto un gesto immortale. Arrivò al traguardo entrando nel cuore di chi non l'aveva mai vista, come solo sanno fare quelli che ti donano un'opera o un luccicante segmento di cultura. Arrivò a braccia alzate sul selciato a sassi di Piazza della Libertà sullo scenario che fa chiamare quel luogo "il davanzale della Romagna”. Là dove si vede il mare e la vastità della pianura padana. Là dove hai la sensazione di dominare l'immenso. Gli abbracci dei tifosi, l'impresa capace di sconfiggere quelle
difficili condizioni ambientali, la ventisettesima vittoria per distacco consecutiva, l'Inno alla grandezza prima ancora di quello Nazionale e quella maglia tricolore, si sublimarono in un nome: Fabiana. Le bravissime, umane altre, arrivarono a distacchi abissali, stanche e sfinite, ma consapevoli di esser degne damigelle di una regina divenuta la nuova campionessa italiana. Bertinoro e le zone limitrofe uscirono da quel giorno arricchite. Per mesi e mesi s'é cercato di tenere "freschi" i dipinti sulle strade disegnati dal "Fabiana Fans Club" e tanti bertinoresi han voluto poi il poster dell'arrivo di "Fabi". Dopo anni in cui nessun giovane della zona voleva "provare" il ciclismo, una decina di ragazzini sulle ali di quell'impresa, decisero di correre in bici. Meraviglie di Fabiana! Arnaldo Pambianco, il bertinorese più illustre e il colpevole di aver trasmesso al tifoso bambino sottoscritto, l'immanenza della passione ciclistica mi avvicinò: "Maurizio, saresti da prendere a calci per la fatica che hai fatto fare a quelle poveracce, ma io ti devo ringraziare. Mi hai fatto vedere una campionessa
straordinaria. Anzi, tutti ti dovrebbero ringraziare e vedrai che lo faranno".
Un nodo alla gola mi fece capire che una certa missione era stata compiuta. Il tutto grazie a quella "libellula" che, da quel giorno, tanti miei compaesani han iniziato ad amare.


Monterotondo 25 giugno 1996
La prima tappa, potremmo definire interamente romana e per gran parte corsa sotto la pioggia, avrebbe portato le girine, dopo 112,5 chilometri dal Vaticano a Monterotondo, con l'arrivo in leggera salita. Un traguardo adatto alle passiste veloci, magari dotate di uno sprint non molto lungo da azionare negli ultimi centocinquanta metri. Partire troppo da lontano avrebbe aumentato i rischi di trovarsi in debito d'ossigeno e di gambe proprio nelle vicinanze del punto decisivo. Ad un chilometro dalla fettuccia, si presentò un gruppo forte di 65 concorrenti per quella "volatona" ampiamente prevista dalla quasi totalità degli osservatori. Fabiana Luperini, che per tutta la gara con la sua fiammante maglia tricolore addosso, aveva sprintato su ogni pendenza, si pose agli ottocento metri in testa col chiaro obiettivo di tirare la volata ad Alessandra Cappellotto. Sempre sui pedali, come nella sua tradizione, aumentò metro su metro l'andatura come si conviene a chi deve lanciare una volata. Ai duecento metri finali, l'unico momento in cui si pose un attimo sulla sella per voltarsi e verificare. In una frazione di secondo, si rialzò sugli amici pedali e ripartì nella sua danza fino a quando, a tre metri dalla fettuccia, si rimise sulla sella per alzare le braccia al cielo in segno di vittoria. Il Giro aveva conosciuto grazie a quel fenomeno un'altra pagina sconosciuta. Ancor oggi mi chiedo come sia stato possibile svolgere un gesto così platealmente superiore alle avversarie, alla logica, e alle leggi che si credevano consacrate. Mai si era visto un atleta mettersi in testa agli ottocento metri per lanciare uno sprint, ed invece condurre un miracoloso assolo. Ed in quel giorno, in cui Fabiana dimostrò un valore alla Merckx, dando una peculiare dimostrazione di forza superiore, ella interruppe il suo immacolato rapporto con le vittorie per distacco, fermando alla bella quota di trentuno, i suoi successi solitari consecutivi. Seconda finì Alessandra Cappellotto, colei per la quale, inizialmente, la fenomenale cascinese aveva azionato quel crescendo agli ottocento metri finali. Guardando e riguardando ancora oggi le immagini di quell'imperioso crescendo, mi vengono i brividi, come credo vengano a tutti quelli che si pongono e si ripongono di fronte a quella visione….


Pic du Midi Tourmalet 17 agosto 1996
La Loures-Barousse-Pic du Midi, coi suoi 110 chilometri, prima di giungere ai 2115 metri della vetta pirenaica e con alle spalle la fatica della cronometro più lunga della storia del Tour, avrebbe dato sicuramente un segno tangibile dei valori in gara. L'intensità emotiva della sconfitta nella crono, che le rendeva ben 4'05” da recuperare a Jannie Longo nel “foglio giallo” e la consapevolezza di avere il ginocchio sinistro acciaccato dalla caduta di Pieve di Soligo, al punto di spingerla ad usare tantissimo la sola gamba destra, resero Fabiana nervosissima. Ricordava i test svolti sul Monte Serra solo dieci giorni prima, con risultanze incredibili, visto che si era migliorata di un minuto abbondante su quelli svolti alla vigilia della partenza per il Tour nel 1995. Ripensava alla facilità con la quale aveva corso la "maledetta premondiale", che pure aveva stravinto e ripensava a cosa avrebbero potuto scrivere i giornali, se non fosse stata capace di staccare la leggendaria avversaria sui pendii della principale vetta pirenaica. Aveva puntato tutta la stagione sul bis al Tour, al punto di rifiutare le Olimpiadi, ma sentiva che una strana sfortuna la stava perseguitando, proprio nei giorni in cui si sentiva forte ed in forma come mai le era capitato. In quel vortice di timori e agitazioni che nemmeno la "sorella" Roberta Bonanomi, sua compagna di camera, riusciva a placare, si presentò al via della tappa che sarebbe terminata in cima al Tourmalet. Nona in classifica, Fabiana, non doveva guardare solo alla Longo, davanti a lei, stavolta, c'erano atlete di valore, in grado pure di tenere
in salita. Di queste meritavano attenzioni la Zabirova che, col fiammante Titolo Olimpico e la seconda posizione nella generale, poteva trovare la condizioni psicofisica per dimostrare sulle pendenze di quel mitico colle, quanto di buono possedeva sul passo, ed un'altra russa, la Boubnenkova, una che sulle ascese pur non valendo una "Fabi" normale, apparteneva comunque alla prima schiera delle sue inseguitrici. Accanto a loro vi era poi da temere l'incognita della tedesca Hanka Kupfernagel, una ragazza coetanea della Luperini, tante volte iridata fra le junior, la quale in giugno aveva vinto alla grande nell'Isola di Man, su un percorso molto duro, gli Europei Under 23 e si annunciava particolarmente agguerrita. Non solo Longo, dunque. La tappa iniziò all'insegna del controllo italiano, allo scopo di tenere il gruppo unito fino ai piedi del Tourmalet. Ma la tenaglia alla corsa delle azzurre, venne ben presto rotta una prima volta per una foratura di Fabiana che, di lì a poco, mise il piede a terra una seconda volta a causa di una catena impazzita che non voleva sapere di stare al suo posto. Mentre scorrevano i chilometri resi più lunghi dai continui inseguimenti a cui furono costrette le azzurre per portare la capitana in gruppo, "Fabi" si ritrovò di nuovo ferma per quella maledetta catena. Ancora inseguimenti e poi ancora stop per altre due volte, sempre per quel maledetto guasto. Risolto finalmente il problema meccanico e quando già l'orizzonte di gara stava per assaggiare le prime pendenze del mitico Tourmalet, un improvviso scarto del gruppo ancor compatto, provocò una caduta nella quale, purtroppo, fu coinvolta anche la Luperini, proprio nella parte già infortunata. Il dolore lancinante provocò una violenta reazione di "Fabi" che, come Fausto Coppi nella Rouen-St Malò del Tour 1949, prese la sempre amatissima bicicletta e la scagliò a terra. Sconfortata da quella serie di sfortune, urlando e piangendo contemporaneamente, Fabiana si pose sul ciglio della strada cercando l'ammiraglia per ritirarsi. Si fermarono Roberta Bonanomi e Alessandra Cappellotto per aspettarla e ripartire con lei, ma la campionessa italiana era in preda ad una crisi nervosa che solo i pugni sulla sella e le frasi minacciose delle compagne seppero incrinare.
"Vuoi farci andare in malora tutta la fatica che abbiamo fatto. Prendi la bici e vai a vincere la tappa! Scordarti il dolore e pensa alla salita" - gli dissero inferocite le compagne. E le loro frasi ebbero un potere taumaturgico perché "Fabi", che a quelle due "sceriffe" doveva tanto, ed a cui voleva bene, “rinforcò” la bici e ripartì. Pian piano risalì il gruppo mentre le pendenze del Tourmalet cominciarono a farsi sentire. Spingendo più sulla gamba destra, riprese la sua danza, portando la sua bicicletta a riprendere il primo posto di un "grosso" tanto assottigliato. Si voltò e vide le giovani Zabirova e Kupfernagel annaspare, mentre Longo, Bubnenkova e le gemelle Polikievichute guardavano il sangue che scorreva dalla sua coscia sinistra. Si sentivano sicure, perché la "regina dei monti", così ferita, non poteva certo seppellirle di quei distacchi che era abituata a dar loro. Si sentivano vicine ad un insperato arrivo con Fabiana, nella montagna che l'anno precedente aveva suggellato il dominio d'altri tempi della "petite poupée italienne". Ma il loro ottimismo, non aveva fatto i conti con la classe e la forma di quella grande scalatrice.
Con una gamba forte ed una da far riposare, “Fabi” riprese la seconda recita di quella “danza di montagna” che solo la sua immanenza sapeva esprimere. Il suo passo sui pedali, pur un poco claudicante per la forzata debolezza della parte sinistra e di quel ginocchio, si fece ugualmente infernale e Fabiana s'involò per l'ennesima uccisione del normale. Lei, la "donna sola al comando", ancora una volta stava guidando il suo pennello sull'orizzonte delle bellezze di questo sport, per sublimarsi ruggendo cultura. Era ferita nel corpo, ma nell'animo aveva ancora immensi spazi per seppellire le avversarie e per gridare al mondo, che una campionessa come lei, poteva vincere anche con una gamba sola. E lo fece Fabiana, lo fece, eccome!
Arrivò a Pic du Midi, in cima a quel Tourmalet che pur non essendo più la polverosa e soffocante salita di Bartali e Coppi, rimaneva pur sempre una grande ascesa capace di stringere le gole, per il mito di cui sarà perennemente intrisa. Ancora una volta l’asperità che fece conoscere al mondo Vicente Trueba, la "pulce dei Pirenei", diede alla "petite poupée italienne", i segni della divinità che l'avevano fatta predestinata agli altari della leggenda. Era sempre "Fabi" a sconvolgere le logiche, stavolta inzuppate di sofferenze e ferite; era sempre lo scricciolo di Cascine di Buti, a consegnare al volgo ciclistico il dono dell'immenso, lustrato dalle lacrime che ringraziano il fato d'aver visto e vissuto. Era quella farfalla vicina al ritiro, a far capire che......si può, quando il sangue blu scorre nelle vene e si é la "donna sola al comando”. L'esterefatta Longo giunse a 2'29", nonostante, e lo dimostreranno i giorni seguenti, avesse messo sulla bici la disperazione di quella sua leggenda che la "bambina" le stava offuscando ogni giorno. Sgranate da distacchi pesanti come tonnellate tutte le altre "big", fra le quali le umiliatissime giovani Zoulfia Zabirova giunta a 11'43", Kupfernagel a 14'06" e la francesina Chevanne Brunel a 17'03". Un trionfo che non significava il Tour, perchè la Longo aveva ancora la maglia gialla con 1'31" su Fabiana, ma il segno evidente che la campionessa italiana era mostruosamente competitiva, pur "rattoppata".

Si diceva che Eddy Merckx a volte vincesse con una gamba sola. La Luperini, in questa foto in amichevole colloquio con lui, a Pic du Midi fece….. proprio come Eddy
Probabilmente quel giorno, in cima al Tourmalet, le altre capirono intimamente che ancora una volta dovevano correre per il posto d'onore. Sapevano troppo bene che i 2802 metri del Col de la Bonnette, la salita più terribile mai proposta ai ciclisti nella storia di questo sport, avrebbe portato quel fenomeno piovuto sulla terra, a seppellirle di palate di minuti o, addirittura, a cacciarle fuori tempo massimo. E fu proprio la Bonnette, a far parlare una comunque sempre imbronciata Fabiana, alla selva di giornalisti che le posero davanti la bocca microfoni e taccuini, poco dopo la straordinaria vittoria sul Tourmalet. "Con la sfortuna che ho avuto oggi, non posso imprecare se non ho conquistato la maglia gialla. Quella me la prenderò con gli interessi sulla Bonnette!". Con quella frase aveva detto tutto e andò a sfogare l'immanente rabbia in ammiraglia, per l'ennesimo trasferimento.
Dopo poco, il cellulare di “Fabi”, squillando, le diede un lieve sorriso, era Amadori, che le faceva i complimenti.
"Che giornataccia Marino! Ho messo sei volte il piede per terra, il ginocchio mi fa un po' più male di prima e la gamba sinistra è tutta ammaccata, perché ci son caduta di nuovo. Ma non demordo, perché fra cinque giorni c'é la Bonnette".
"E tu sei in grado di distruggerle tutte anche con una gamba sola. Ci sarò anch'io lassù a vederti" - concluse Amadori, convinto di darle una notizia che le avrebbe fatto piacere.
Ma quel colle tanto aspettato ed imperioso, dove se alzi una mano puoi far il solletico alla Luna, non fu scalato per una cupa decisione dell’organizzazione. Fabiana conquistò la gialla sul Valberg, ed uccise il Tour, fra le lacrime, sul Vars e sulla sua “abituale dimora” di Voujany.



Morris

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 2490
Registrato: Dec 2004

  postato il 11/06/2006 alle 22:51
Proprio sabato salendo in bici verso Pianezze, o Monte Cesen, il mio nonno che da sempre mi accompagna mi raccontava dell'impresa della Luperini...."che spettacolo quella tappa, che brividi e che ricordi" queste le parole del mio nonno mentre salivo su una strada che sta diventando, per noi trevigiani, una sorta di tempio del ciclismo......Grazie Morris!

 

____________________
http://ilmiociclismo.blog.excite.it

"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 12/06/2006 alle 00:24
Dopo essermi sentito definire 'pseudogiornalistello' da chissà chi avevo quasi intenzione di non scrivere più nulla sul forum.. Ma le imprese di Fabiana, alle quali a volte ho assistito meritano una citazione. Un atleta che avrebbe potuto dare ancora maggior rilancio al settore donne, che ritengo di un potenziale molto alto... Fabiana grandisima atleta, Morris grande cantastorie...

 

____________________
www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Moderatore




Posts: 3308
Registrato: Aug 2005

  postato il 12/06/2006 alle 04:16
Per descrivere questo thread bastano 2 parole:
CHE MERAVIGLIA!

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 7360
Registrato: Jun 2005

  postato il 12/06/2006 alle 10:29
bel thread, sono d'accordo.
Ma io, che sono non poco ignorante riguardo a ciclismo femminile, vorrei sapere anche che è successo a Fabiana dopo il '96...
se non ricordo male, so che ha vinto 3 giri e 3 tour...e poi?

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 9090
Registrato: Nov 2005

  postato il 12/06/2006 alle 13:26
Morris, sei veramente un grande, 6 in grado di far rivivere le emozioni come se stessero accadendo in diretta!!!!

 

____________________
EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 13/06/2006 alle 00:27
Visto che qualcuno lo ha chiesto….

LE PRINCIPALI VITTORIE DA ELITE DI FABIANA:


1993
Giro del Friuli
Merate-Ghisallo
Japan Cup (Giappone)


1994
Trofeo Alfredo Binda Cittiglio
Due tappe del Gracia Tour (Repubblica Ceka)
Trofeo della Calzatura Monturano
Coppa Catena Villorba
Trofeo Variani Desio


1995
Freccia Lady
Coppa Vertemate
GIRO DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Due tappe del Giro del Trentino A.Adige
GIRO D’ITALIA
Due tappe del Giro d’Italia
TOUR DE FRANCE
Tre tappe del Tour de France
Trofeo I Cristalli
Premondiale di Tarzo
G.P. Città di Schio


1996
Freccia Lady
Trofeo I Cristalli
Campionato Italiano
GIRO D’ITALIA
Cinque tappe del Giro d’Italia
GIRO DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Due tappe del Giro del Trentino A.Adige
Giro del Piave
TOUR DE FRANCE
Tre tappe del Tour de France


1997
GIRO D’ITALIA
Tre tappe del Giro d’Italia
TOUR DE FRANCE
Tre tappe del Tour de France
Una tappa del Giro del Trentino A.Adige
Trofeo Labor Paolisi
Mozzano
G.P. Città di Schio


1998
FRECCIA VALLONE (Belgio)
TOUR DE L’AUDE (Francia)
Due tappe del Tour de l’Aude
Tre tappe del Giro del Trentino A.Adige (2° Class. Finale)
GIRO D’ITALIA
Tre tappe del Giro d’Italia
Due tappe del Tour de France (2a Class. Finale)
G.P di Lugano (Svizzera)
Cevoli di Lari
Malva
Montecalvoli
Borgo a Mozzano


1999
GIRO DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Tappa del Monte Bondone al Giro del Trentino Alto Adige

* Il ’99 fu l’anno nero di Fabiana. Al Giro cadde e si ritirò. Successivamente problemi fisici e, soprattutto, psicologici, ne limitarono il rendimento. Poi la tegola: ad un normale controllo antidoping le furono rilevati nelle urine molto davvero molti nanogrammi di naldrolone. Una consistenza troppo elevata per non destare sospetti, tanti più di fronte ai risultato scadenti di quel periodo. Fabiana dichiarò più volte di aver assunto un integratore made in Usa, di larga diffusione anche in Italia e senza nessuna indicazione di composti anomali nell’etichetta. In quel periodo, anche due atleti dell’atletica leggera italiana, Battocletti e la De Terlizzi, furono trovato positivi per la medesima sostanza e con consistenze pressoché uguali a quelle di Fabiana. Anche per loro si parlava dello stesso integratore di Fabiana. La FIDAL, a differenza della FCI (e te pareva!), capì che era il caso di analizzare in profondità il caso e, soprattutto, quel tipo di integratori. Stanziò una cifra per la ricerca, anche perché il caso dei suoi atleti, stava facendo emergere proprio la necessità di testare tutto quel popò di roba presenti in commercio. Le conclusioni di quella ricerca furono inequivocabili: l’integratore conteneva nandrolone senza indicazione nell’etichetta riassuntiva del prodotto, che giustificava con grande possibilità la presenza di nangrammi di quell’ormone nelle urine. Alla difesa di Fabiana, trattandosi del medesimo prodotto dei colleghi dell’atlertica leggera, ed essendo intervenuta una consorella della FCI nella ricerca, riuscì l’opera di assoluzione, pur con grande ritardo rispetto agli altri positivi. A fine maggio 2000 la ciclista toscana poté così ritornare alle gare.


2000
Una tappa del Giro del Trentino Alto Adige
Trofeo Alfredo Binda Cittiglio


2001
FRECCIA VALLONE
GIRO DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Una tappa del Giro del Trentino A. Adige
Giro dei Sei Comuni
Tre tappe del Tour de France (2° Class. Finale)
Trophée Méditerranéen (Francia)
G.P. Repubblica di San Marino


2002
FRECCIA VALLONE
Trophée Méditerranéen (Francia)
Una tappa del Trophée Méditerranéen
GIRO DEL TRENTINO ALTO ADIGE
Una tappa del Giro del Trentino A. Adige
Una tappa del Tour du Midi-Pyrénees (Francia)

• Con una decisione che sta fra il grottesco e l’incredibile, dopo il vittorioso Giro del Trentino, in uno di quei controlli che non oso definire, detti “io non rischio la salute”, il Coni, con la fida e supina FCI cerutiana, fermò per 45 gg. Fabiana, in quanto le furono rilevati valori anomali, non già di ematocrito (di poco superiori al 40%). Gli esami successivi, dimostrarono che si trattava di una semplice gastrite, come da indicazione lapalissiana di medici ospedalieri, ma i luminari dell’Ente (dai quali, il sottoscritto, non si farebbe visitare nemmeno le unghie), giunsero alla medesima conclusione solo dopo l’inizio del Giro d’Italia, manifestazione alla quale la Luperini non poté partecipare. Alla richiesta di Fabiana, di poter prendere il via almeno al Tour de France, ottenne dalla FCI, una di quelle risposte che la dicono lunga su quei nerissimi anni di vita Federale: “Signorina, lei non parteciperà alla corsa francese, perché il nostro regolamento di tutela della salute non contempla un possibile errore, perciò non gareggerà per gli stabiliti 45 giorni”. Che dire? Fabiana era in gran forma e visti gli andamenti di Giro e Tour, dire che una delle manifestazioni le poteva vincere è il minimo. Il mio è un giudizio da osservatore in quanto, sia chiaro, la Luperini non l’avevo in squadra.



2003
Due tappe del Tour de France (4a Class Finale)
Una tappa del Tour de l’Aude (Francia)
Una tappa dell’Emakumen Bira (Spagna)

* Con una decisione assurda, a Fabiana Luperini venne impedita la partecipazione al Campionato Italiano, dove partiva favorita. Le motivazioni non le narro, perché ancora oggi mi fanno vomitare. Vissi quel fatto da manager della sua squadra (internazionale ed affiliata all’estero), ed anche le ultime intime personali speranze di avere a che fare con un’organizzazione credibile, si sciolsero. Mi incaz.zai come una belva e con me una persona che potrei definire pia, perlomeno se confrontata col sottoscritto, ovvero Stefano Della Santa, il direttore sportivo. Quel giorno ebbi la certezza che con gente simile, sarebbe stato possibile tutto. Mi venne in mente con tangibilità di confronto asfissiante, l’assassinio di Marco Pantani, ed ancora una volta mi vergognai di essere italiano.


2004
CAMPIONATO ITALIANO
TOUR DI BERNA (Svizzera)
Seconda al Giro d’Italia


2005
Una tappa del Gracia Tour (Repubblica Ceka)
Una tappa dell’Emakumen Bira (Spagna)
Una tappa del Giro di San Marino


2006
G.P. Brissago (Svizzera)
G.P. Costa Etrusca
Giro del Friuli
EMAKUMEN BIRA (Spagna)
Una tappa dell’Emakumen Bira
Seconda nel Giro di San Marino


1998 - Fabiana taglia il traguardo vittoriosa
nella sua prima Freccia Vallone

Morris

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 13/06/2006 alle 13:31
Caro Morris... sfrutto il thread della grande Fabiana per intavolare con te qualche considerazione sul settore femminile... Sono d'accordo con te... purtroppo troppo spesso le gare femminili sono considerate quasi un atto folcloristico ed invece spesso sono prove agonisticamente tirate e spettacolari. Con atlete quali la stessa Fabiana che sanno far vedere coa vuol dire pedalare... Il Giro che è stato disegnato da Castellano (lo saprai meglio di me delle grandi difficoltà che ha avuto nel farlo) ricalca quasi in toto, benchè con qualche salita in più) quelli disegnati dal Sovico negli ultimi anni... Forse più selettivi quando con Rivolta disegnava Bertinotti... Francamente la cronoscalata a squadre o il dover cercare una arrivo in salita non durissimo in Svizzera (Blatten o Leukerbad) quando nel passato il Giro ha toccato anche Pordoi e Zoncolan... mi capisci no... A me sta benissimo il Ghisallo, ma non può essere il discriminante della corsa...Ci vorrebbe qualcos'altro... Qnd avevovisto la planimetria pensavo a qualche salita in più..invece... Però ho anche avuto l'impressione che il settore non faccia molto per crescere.. Ma non credi che , per esempio, si potrebbe coinvolgere le nostre ragazze per promuovere le corse ed il Giro? fare come han fatto per il volley femminile (Intendiamoci, niente calendari o chissà cosa.... Prendere la stessa Fabi, la Fusarpoli, la Cantele e la Carrara ecc ecc come testimonial?? Che ne dici??

 

____________________
www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 7360
Registrato: Jun 2005

  postato il 13/06/2006 alle 13:53
grazie morris..grazie a te ho capito molte cose di Fabiana Luperini e del ciclismo femminile...e penso che un giorno, quando questo movimento avrà degli elementi ormai esperti, dovrebbe cercare una certa autonomia (non so, fondare una propria segreteria, gestita da DONNE, da ex-corridori, per intenderci...perchè secondo me nessuno può comprendere meglio un mondo di chi ci ha vissuto. E lo stesso dovrebbe valere anche per il calcio, ormai popolato solo di affaristi...)

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 3579
Registrato: May 2005

  postato il 13/06/2006 alle 14:50
Morris, grazie! E'straordinario questo tuo ritratto... che donna, la Fabiana!

 

____________________
Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 3567
Registrato: Jul 2004

  postato il 13/06/2006 alle 17:28
..lo sto gustando pian piano, anno dopo anno, e mentre le tue parole mi rinfrescano ricordi sbiaditi nei particolari ma sempre molto forti nelle emozioni di un'adolescenza divisa tra i due figli di Charly, "Grazie di questo splendido omaggio", per l'ennesima volta, mi esce dal cuore!

 

____________________
Giuseppe Matranga

www.cicloweb.it

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 3166
Registrato: Feb 2006

  postato il 13/06/2006 alle 19:51
MORRIS E' IL PIU' GRANDE!!!!!!!!
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Moderatore




Posts: 3308
Registrato: Aug 2005

  postato il 14/06/2006 alle 03:31
Approfittando di questo thread vi segnalo che proprio nella Gazzetta dello Sport di ieri c'era un articolo dedicato a Fabiana Luperini sull'onda del suo ottimo momento di forma.Ve lo posto interamente:
"LUPERINI,SECONDA GIOVINEZZA
Dopo la laurea e cinque vittorie la pisana mira a Giro e Mondiale

di Luigi Perna

Non si e' mai data per vinta.Neppure quando due anni fa le dissero che la maglia tricolore e il secondo posto al Giro non bastavano,perche' per il Mondiale la signora Fabiana Luperini era troppo vecchia."Qualcun altro avrebbe smesso".
Ma lei no.Non ha mollato.E adesso si gode "la ricompensa",se ricompensa si puo' chiamare questa seconda giovinezza che a 32 le ha regalato cinque vittorie in tre mesi.Abbastanza per sognare un clamoroso trionfo(il quinto)al Giro d'Italia,che la campionessa toscana domino' l'ultima volta nell'anno magico di Marco Pantani(1998).
Mancano due settimane e mezzo al via da Formello(30 giugno-9luglio)e la portacolori della Fassa Bortolo-Raxyline ci arriva con il morale alle stelle,per il successo di domenica in Spagna nella Emakumeen Bira.Dopo aver vinto tutto,compresi tre Tour de France nell'epoca del suo regno rosa,la "Pantanina" di Pontedera ci riprova."Negli ultimi anni non avevo fatto grandi stagioni,ma non mi sentivo finita come diceva qualcuno.Dovevo solo trovare l'ambiente e le persone giuste".
La chiamata a fine 2005 del d.s. Fortunato Lacquaniti e' stata la svolta."Lo conosco da 15 anni,lui ha saputo toccare i tasti giusti".Il rinnovato interessamento della Federazione,con il c.t. unico Dino Salvoldi,le ha ridato entusiasmo e la speranza di poter tornare in azzurro al Mondiale di Salisburgo.E anche la laurea in management dello sport all'European School of Economics ha allargato l'orizzonte della Luperini,che per il futuro sogna di diventare dottoressa in giurisprudenza(e' ferma a 8 esami)e di allenare tra un paio d'anni le ragazzine.
Ma prima c'e' il Giro,per l'ex bambina prodigio che da piccola batteva anche l'olimpionico Bettini."Non ho visto ancora le altimetrie(il finale e' sul Ghisallo,ndr),spero solo che ci sia qualche arrivo in salita per me.Le rivali saranno Brandli,Pucinskaite,Boubnenkova e Cooke se verra'.Io cerco una rivincita,per me stessa e per chi ha sempre creduto in me."

(tratto dalla Gazzetta dello Sport di martedi 13/6/2006)

Alla luce di quest'articolo viene forse un po' di rammarico per il percorso del Giro,discussione gia' affrontata in un altro thread,dove si lamenta l'assenza di grandi salite che potevano sicuramente contribuire ad innalzare lo spettacolo e a questo punto regalarci qualche splendida esibizione della Luperini.Sono comunque convinto che anche in un questo percorso sapra' inventarsi qualcosa e movimentare la corsa poiche' dallo splendido racconto di Morris si evince chiaramente che il talento non e' un qualcosa che si acquisisce e non tutti ne hanno dono.La Luperini per fortuna l'ha sempre avuto e se e' ancora a battagliare e staccare tutte le altre in salita il merito e' esclusivamente suo e di chi ha saputo credere in lei fino in fondo.

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 15/06/2006 alle 01:00
Tengo alto il 3d su Fabiana... xke aspetto la risposta di Morris...

 

____________________
www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Esordiente




Posts: 1
Registrato: Jun 2006

  postato il 15/06/2006 alle 16:04
Ciao,


Luperini sul sentiero di guerra sulla salita del 20% del Mur de Huy. 2001 Freccia Vallone in Belgio dove ha infranto il record tre volte.

Congrats Fabiana on the Bira!!

http://www.procyclingwomen.com/Luperini-2.html
http://www.procyclingwomen.com/Luperini-full.mpg

I don't have any doubt that Luperini is the greatest female climber that ever lived!

Won the Giro d'Italia Feminin 4 times - 95, 96, 97, 98!!

Won the Tour De Feminin, Grande Boucle 3 times - 95, 96, 97!!

2nd in Tour De France, 98, 01!

2nd in Giro 2004!

Won the stage win at Vaujany in Tour De Feminin, Grande Boucle 6 times!!

Won the Giro Del Trentino 5 time! 95, 96, 99, 01, 02!!

Won Fleche Wallonne 3 times!! 98, 01, 02!!

Won the Tour De Aude in 98!

Won the Italian National Championships in 96, 04!!

Won 13 stage wins in Giro!!

Won 18 stage wins in Tour De Feminin, Grande Boucle!!

Wore the Maglie Rosa, pink jersey 35 times!

Wore the Maglie Gialle, Yellow Jersey 26 times!!

Again, Congrats on the Bira!!

Best,
Bruce


 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 3166
Registrato: Feb 2006

  postato il 23/06/2006 alle 20:41
Donne: Fabiana Luperini torna a vestire il tricolore

BUJA (Ud). Una fuga d’altri tempi, cinquanta chilometri di corsa solitaria fino al traguardo hanno regalato alla toscana Fabiana Luperini la terza maglia tricolore della sua eccellente carriera. L’azzurra della Top Girls ha lasciato la compagnia al chilometri 75, a metà del quarto giro del circuito di Buja, aumentando in progressione il distacco nei confronti delle inseguitrici Turato e Parietti, le uniche a contenere il ritardo dalla scatenata Luperini.
Azzini, che ha regolato Valsecchi nello sprint per il quarto posto è arrivata a 6’40"; addirittura il gruppo è giunto al traguardo con oltre sette minuti di ritardo a dimostrazione dell’evidente superiorità manifestata da Fabiana Luperini, che da queste parti aveva vinto il Giro del Friuli alla fine di maggio.
«La corsa è andata molto bene - ha detto la neo campionessa italiana -: la vittoria era programmata perché sia io, sia le mie compagne di squadra abbiamo tentato più volte di far la gara. Il percorso non era così duro, ma la distanza e il lavoro delle mie compagne l’hanno reso piuttosto selettivo: il mio titolo, che è importante come ogni maglia di campionessa italiana, è in realtà la vittoria di tutta la squadra, alla quale dedico il tricolore. Sono in una buona condizione, anche per il Giro d’Italia che è alle porte: il tracciato non mi si addice, ma al Giro vado per fare comunque bene».

1) Fabiana Luperini (Top Girls), 124 chilometri in 3 ore, 22 minuti e 6 secondi, alla media di 36,813 Km/h;
2) Gessica Turato (Chirio Forno d‚Asolo), a 1‚56";
3) Silvia Parietti (Safi Pasta Zara Manhattan), a 2‚39";
4) Emanuela Azzini (Nobili Ruibinetterie Menikini Cogeas), a 6‚40";
5) Silvia Valsecchi (Nobili Rubinetterie Menikini Cogeas), stesso tempo;
6) Noemi Cantele (Bigla Cycling team), a 7‚21";
7) Luisa Tamanini (Safi Pasta Zara Manhattan), a 7‚26";
8) Katia Longhin (Top Girls), a 7‚40";
9) Monia Baccaille (Team Saccarelli Emu), st;
10) Giorgia Bronzini (Team frw), st.
(fonte:www.tuttobiciweb.it)

Iscritte 67
Partite 54
Arrivate 31

... Una sola parola: FENOMENALE...

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 213
Registrato: May 2006

  postato il 24/06/2006 alle 09:46
Segnalo che oggi (24/06/2006) sul supplemento della gazzetta "Sport week" a pag.31 c'e' un articolo su Fabiana Luperini "Giro e Mondiale: attenti la Pantanina è tornata"
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 13/07/2008 alle 23:04
Questo thread è più attuale che mai….

Di imprese leggendarie, Fabiana ne ha fatte tante altre. Saranno riviste perchè sono già state scritte, in altre forme un domani, quando si potrà, con maggior freddezza raccontare, quanto questa fuoriclasse, sia stata un dono che la FCI e l’immancabile vergognoso CONI, non meritavano....

Negli interventi sopra, si potrà vedere quanto Fabi abbia subito una parte di quel massacro che fu indirizzato verso Marco Pantani, da parte di chi occupa le stanze di un governo dello sport che non è dissimile dalle organizzazioni più vergognose della nostra Italietta.

In questi giorni ho pianto rivedendola.
E’ tornato il Giro che si dovrebbe sempre vedere, ed è tornata, per gli smemorati o i superficiali, colei che per me è sempre stata la “donna sola al comando: troppo brava e troppo intensa per essere accettata da questo lordo paese. Lei, che per una gastrite non riconosciuta da un medico delle scarpe rotte (uno dei diversi in certi luoghi), fatta passare per chissà quale alchimia (sic!), le fu tolta la possibilità di correre un Giro ed un Tour, che poteva vincere, visto lo stato di forma in cui si trovava.

In questo sito, da troppe parti, si cerca sempre di fare in modo che il pio comportamento sia un modus, ma è difficile sopportare senza dire quello che si pensa, e si sa, con la veemenza del caso. Bene, il sottoscritto dall’infame trend del cosiddetto governo sportivo, ne ha subite di cotte e di crude e non può tollerare che l’unico vero patrimonio dello sport, ovvero gli atleti, anche quelli iperdotati o semplicemente stupidi, debbano essere messi in croce, solo perché sopra di loro ci stanno dirigenti che, a mio giudizio, sono fatti della stessa pasta di taluni che seguono l’ovvietà dei puntini di sospensione….
Ostracismi e vergogne di stampo “notorio” che continuano il loro corso come se niente fosse, solo perché la politica in Italia è la mondezza che sappiamo e l’osservatorio è fatto di persone che per paura o deficienza, al posto del cervello han messo il letame (altro termine, toglierebbe il realismo alla poesia, mi spiace per i puristi ma la mer.da è me.rda…).

Torno alla luce, ovvero a Fabiana, abbandonando il mefitico di certi palazzi e di persone genuflesse.
Lei non ha vinto il Giro, lo ha dominato, da sola contro tutte le più forti del mondo, esclusa la Vos (che la teme e che ringrazia per quello che dirò fra poco), senza poter avere una compagna quando la strada incontrava una pendenza. Certo, una squadra che va applaudita ugualmente, perchè ha saputo aiutarla in pianura e le si è dimostrata fedele e devota come si deve ad una regina, ma pur sempre una equipe più modesta, rispetto alle varie Flexpoint, Nurnberger, Columbia (facile vincere con la ragnatela, quando si corrono girucci attorno ad una rotonda vero Arndt?). Fabiana non ha mai tremato, nemmeno nella tappa del Cuvignone, corsa nelle condizioni a lei più ostiche e chi la conosce bene sa il perché. Ha vinto seppellendo di minuti le rampanti del ciclismo italiano che la devono ancora guardare da lontano e di cui solo la Guderzo possiede i numeri per dirsi pronta ai percorsi aspri.
Ma ora c’è Pechino, un percorso olimpico duro come non c’è mai stato. Forse più duro, per le condizioni ambientali così particolari, anche dei campionati del mondo degli ultimi cinque lustri, Duitama compresa. Fabiana, se si esclude Tatiana, che non so per quale diritto divino si doveva giocare il terzo posto disponibile per i Giochi con lei, ha lasciato Bastianelli e Cantele le titolari inamovibili (?) alle distanze che, se si ragiona, non sono possibili solo per peggiori condizioni di segmento: c’è tutto l’insieme e lo spessore che divide una fuoriclasse da una buona atleta.

Bene, anzi decisamente male: a Pechino Fabiana non andrà.
Sono state scelte le tre giovani e manco lontanamente s’è pensato che alla straordinaria superiorità, la Luperini potesse aggiungere il merito e la riconoscenza di una carriera (che purtroppo potrebbe chiudersi alla fine del 2008).
Qualsiasi ragione che il tecnico prescelto a parlare, ma, ne sono convinto, non a decidere, sarà un’accozzaglia di scuse ridicole, da narici piene di colante muco!
Va da sé che l’esclusione di Fabiana è uno SCANDALO che offende lo sport e chi lo segue, armato solo di un po’ di senno fra i neuroni che gli servono per camminare.
Una pagina grigia, vergognosa, da fischi e da pernacchie. Un monito per quei fessi che ancora credono allo sport come pagina da rendersi meno sporca.
L’unico augurio che si possono prendere coloro che hanno deciso, è quello che il fato doni loro un cul.o come quello di Lippi: che se lo guardi dai piedi, gli puoi fare un’ecografia.

Alla carissima Fabiana, che in questi giorni mi ha mostrato l’affetto e quella riconoscenza che mi porterò fino all’ultimo dei miei respiri, l’abbraccio di un uomo che continuerà imperterrito a dirle che è stato un valore della propria vita. E dire, che quando la portai in Sanson, i soliti patrimoni del ciclismo che pedalano e si credono di sapere tutto loro perché corrono, mi dissero: “bèh e tu credi che quel tappo sia una su cui investire? Capisci poco!”
Ha vinto 5 Giri, 3 Tour, con 3 doppiette consecutive (non ci è riuscito nessuno), più tutto il resto che troverete sopra, con tanto di aggiunte…..
Il ciclismo, prima del doping che non sconfiggerà mai (come nelle altre discipline del resto), dovrebbe cercare di pulirsi dalla marea di cogli.oni che lo circondano e lo dirigono. Questo è il vero dramma!

Morris

 

[Modificato il 13/07/2008 alle 23:12 by Morris]

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 7360
Registrato: Jun 2005

  postato il 13/07/2008 alle 23:19
Condivido in pieno.

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Moderatore




Posts: 3577
Registrato: Oct 2006

  postato il 13/07/2008 alle 23:20

Più altri applausi per l'invettiva contro l'esclusione...
Mi ricordo una risposta polemica di Fabiana..polemica ma con stile. Le chiedevano se avrebbe attaccato, se sarebbe stato facile. E lei: attaccare? Ma se qui è pieno di atlete olimpiche, vuol dire che vannopiù forte!
Quel giorno ha preso la maglia rosa.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 7360
Registrato: Jun 2005

  postato il 13/07/2008 alle 23:34
C'è fabiana alla domenica sportiva.

Comunque è un enorme vergogna, 2 atleti che fanno saltare in banco in ambo i sessi e rischiano di non andare a Pechino!

 

____________________
...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 14/07/2008 alle 00:35
Domani sentiremo le motivazioni ed avremo occasione per esternare .....qualcosa di mefitico....

Fiero di non essere più iscritto alla FCI e al Coni da anni!

Fiero di aver costruito all'estero una formazione che ha fatto piangere la nazionale italiana e che portò nel paese che mi ospitava, King Kong, l'Anima Grigia che è ancora dietro le quinte a comandare, ed il Fantoccio, ovvero l'allora trio "Cita Muerte", a fare "huè huè" come i neonati che hanno fame.

Fiero di essere ad oggi iscritto all'estero e speranzoso che il sopraggiungere di uno sponsor, mi permetta di costruire una formazione che, con poco, continuarà a farmi guardare il fondoschiena dalle squadre azzurre.

Intanto il mio amico Fabretto, ritornerà ad investire in Lituania. Fa solo bene.

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Rik Van Looy




Posts: 802
Registrato: May 2005

  postato il 14/07/2008 alle 00:39
Che bella giornata con Riccò e la Luperini!
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 5547
Registrato: Nov 2004

  postato il 14/07/2008 alle 01:26
Capisco le tue esternazioni Morris.. Come addetto stampa della squadra di Fabiana qualche giorno al Giro l' ho fatto.. e devo dire che mi è sembrata diversa dagli altri anni... Si..intendo il decennio post successi.. Dopo il 1998, quando dopo aver vinto il Giro subì lo smacco della sconfitta al Tour da parte di Edita... Tanti problemi ma anche tante vittorie.. ma il Giro basta... prima Joanne, poi la fresca Svizzera Braendli, Cooke ed ancore Edita.. "La Luperini?? Ormai certi successi se li sogna.." Ed invece quella che i benpensanti credevano fosse una "coppia che scoppia" (in negativo) composta dalla Lupa e da Walter Zini finisse male ha invece riportato in auge il talento più fulgido del ciclismo femminile italiano... Fabiana era maggiormente serena e si è visto... Un Giro che tutto sommato ho sentito anche mio... anche se non è che sia stato molto con la squadra in questi mesi... Sapevo della voglia di Fabi di portarlo a casa, Zini, che sento spessissimo ma aveva relazionato del suo star bene.. A Monte Serra si era capito come sarebbe finita.. La breve crono e la tappa infida al di la della mia sponda del Lago non hanno scalfito più di tanto... Montevecchia ha suggellato il ritornosul palco rosa di Fabiana... Brava Fabi...brava... Ora non so se Dino Salvoldi ed il 'tuo' Marino Amadori (bravi ragazzi e direi bravi tecnici, agli Europei ci siamo sentiti molto)porteranno Fabiana ai giochi... Spesso le convocazioni non sono solo il frutto della zucca del CT e tu lo sai meglio di me.. Non lo so che succederà... Certo 'questa' Luperini ingolosisce.. Vada come vade tiferemo le azzurre... ora però su i calici per la Fabi... per brindare ai successi odierni e passati

 

____________________
www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Freddy Maertens




Posts: 874
Registrato: Jul 2005

  postato il 19/07/2008 alle 21:23
Voglio indietro dalla Federazione Italiana quell'oro Olimpico che Fabiana ci avrebbe dato. Questa è la vera vergogna del ciclismo italiano.
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 19/07/2008 alle 23:39
Bravo Jerry !!!
I motivi dell’esclusione di Fabiana dalle Olimpiadi offendono il ciclismo in maniera totale, perché vengono a meno i presupposti minimi per rendere questo sport credibile.
Non è il doping un distinguo del ciclismo, anche se chi governa lo sport e la fitta ragnatela dei genuflessi dei media, fanno di tutto per farlo passare per tale. In nessuna Federazione sportiva italiana e internazionale, sarebbe stato possibile uno scempio del genere. Certo, anche in altre stanze, italiane e straniere, insistono fattori non propriamente puliti – lo sport, anche se sembra delittuoso dirlo, non è migliore di quel mondo della politica che ci si sente legittimamente di considerare melmoso - ma in nessuna si sarebbe giunti ad un atto così stupido. Altrove, di fronte all’impossibilità di una esclusione non sportiva così chiara, ci si sarebbe fermati e, torto-collo, si sarebbe giunti al “sì”. Forse per salvare le apparenze, ma tanto è!
Alla FCI no!
E’ la Federazione meno credibile da tanto tempo e chiunque abbia potuto frequentarne diverse come me, giungerebbe immediatamente alle mie medesime conclusioni.
Non mi piace il CONI, anzi lo aborro, ed ho un’enormità di motivi non certamente sciocchi per dirlo, ma la FCI è quanto di peggio lo sport italiano abbia prodotto e non è un caso se un tema come il doping, che è presente trasversalmente in tutte le discipline sportive, ed in varie forme nella vita di tutti i giorni, veda nel ciclismo l’animale nero. D’altronde, anche riuscire a copiare un compito in classe, o confondere completamente le proprie non positive intenzioni, o truffare, sono forme di abilità e di intelligenza. Aberranti o contestabili, ma pur sempre tali. Nella FCI, invece, la furbizia è il grottesco, proprio come questa decisione, dove lo sport non è di casa.
Con l’elezione di Renato Di Rocco, ho, da illuso per non dire cretino, sperato che lo stato di cose iniziasse un seppur lentissimo cambiamento. Mi sono sbagliato. Ed oggi dico a tutti quelli che operano nel ciclismo e che sono tesserati, di lottare e lavorare, se ne hanno le possibilità, affinché la FCI cambi faccia, partendo dagli uomini e dalle pochissime donne che la compongono. Questo sarebbe il primo vero atto d’amore per uno sport che sta morendo nell’ottica dei giovani e non certo per il doping (vista la presenza chimica massiccia fra gli amatori, in numeri dieci volte superiori alle categorie agonistiche classiche).
Intanto, l’assurda e vergognosa esclusione della Luperini dai Giochi, in considerazione della consistente fetta d’osservatorio che rappresenta Cicloweb, dovrebbe spingere centinaia di forumisti, a sottoscrivere una mail di protesta da inviare al presidente Di Rocco. Alle Olimpiadi ci devono andare gli atleti migliori e non si può sempre sperare che il fondoschiena, più facile nelle gare di un giorno, possa far dimenticare l’orrore che sta a monte.

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Giro di Svizzera




Posts: 92
Registrato: Feb 2005

  postato il 21/07/2008 alle 09:58
Originariamente inviato da Morris

Bravo Jerry !!!
I motivi dell’esclusione di Fabiana dalle Olimpiadi offendono il ciclismo in maniera totale, perché vengono a meno i presupposti minimi per rendere questo sport credibile.
Non è il doping un distinguo del ciclismo, anche se chi governa lo sport e la fitta ragnatela dei genuflessi dei media, fanno di tutto per farlo passare per tale. In nessuna Federazione sportiva italiana e internazionale, sarebbe stato possibile uno scempio del genere. Certo, anche in altre stanze, italiane e straniere, insistono fattori non propriamente puliti – lo sport, anche se sembra delittuoso dirlo, non è migliore di quel mondo della politica che ci si sente legittimamente di considerare melmoso - ma in nessuna si sarebbe giunti ad un atto così stupido. Altrove, di fronte all’impossibilità di una esclusione non sportiva così chiara, ci si sarebbe fermati e, torto-collo, si sarebbe giunti al “sì”. Forse per salvare le apparenze, ma tanto è!
Alla FCI no!
E’ la Federazione meno credibile da tanto tempo e chiunque abbia potuto frequentarne diverse come me, giungerebbe immediatamente alle mie medesime conclusioni.
Non mi piace il CONI, anzi lo aborro, ed ho un’enormità di motivi non certamente sciocchi per dirlo, ma la FCI è quanto di peggio lo sport italiano abbia prodotto e non è un caso se un tema come il doping, che è presente trasversalmente in tutte le discipline sportive, ed in varie forme nella vita di tutti i giorni, veda nel ciclismo l’animale nero. D’altronde, anche riuscire a copiare un compito in classe, o confondere completamente le proprie non positive intenzioni, o truffare, sono forme di abilità e di intelligenza. Aberranti o contestabili, ma pur sempre tali. Nella FCI, invece, la furbizia è il grottesco, proprio come questa decisione, dove lo sport non è di casa.
Con l’elezione di Renato Di Rocco, ho, da illuso per non dire cretino, sperato che lo stato di cose iniziasse un seppur lentissimo cambiamento. Mi sono sbagliato. Ed oggi dico a tutti quelli che operano nel ciclismo e che sono tesserati, di lottare e lavorare, se ne hanno le possibilità, affinché la FCI cambi faccia, partendo dagli uomini e dalle pochissime donne che la compongono. Questo sarebbe il primo vero atto d’amore per uno sport che sta morendo nell’ottica dei giovani e non certo per il doping (vista la presenza chimica massiccia fra gli amatori, in numeri dieci volte superiori alle categorie agonistiche classiche).
Intanto, l’assurda e vergognosa esclusione della Luperini dai Giochi, in considerazione della consistente fetta d’osservatorio che rappresenta Cicloweb, dovrebbe spingere centinaia di forumisti, a sottoscrivere una mail di protesta da inviare al presidente Di Rocco. Alle Olimpiadi ci devono andare gli atleti migliori e non si può sempre sperare che il fondoschiena, più facile nelle gare di un giorno, possa far dimenticare l’orrore che sta a monte.


Quoto integralmente. I giudizi sulla federazione sono sacrosanti.
Alle Olimpiadi devono andare gli atleti più forti. Per la formazione italiana di ciclismo femminile su strada a Pechino non sarà così. Per motivazioni non tecniche. Per motivazioni non dette, non chiarite, che non hanno nulla a che spartire con lo sport.
La gestione federale è stata più volte salvata dai successi mondiali di Bettini sui quali, inutile dirlo, non ha avuto influenza alcuna. E i buoni risultati colti negli ultimi anni in campo femminile non possono in alcun modo giustificare una simile scelta. Ma a chi ci vede bene il fondoschiena non fa dimenticare proprio niente. Di tutto questo sarebbe bene che se ne ricordassero con buona memoria le persone che a marzo andranno a votare i dirigenti fci per il quadriennio 2009-2012...

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Freddy Maertens




Posts: 874
Registrato: Jul 2005

  postato il 29/07/2008 alle 13:58
Il destino (o l'antidoping, scegliete pure) ha dato ai grandi esperti della Federazione l'occasione per rimediare alla piccola svista della mancata convocazione di Fabiana. Pregherei dunque i sopracitati di provvedere a mettere in condizione la Luperini di riempire il buco nel suo palmares e cogliere l'alloro olimpico.
Preghiera sprecata la mia?

 
Edit Post Reply With Quote

Moderatore




Posts: 21608
Registrato: Oct 2004

  postato il 29/07/2008 alle 14:15
Originariamente inviato da jerrydrake

Il destino (o l'antidoping, scegliete pure) ha dato ai grandi esperti della Federazione l'occasione per rimediare alla piccola svista della mancata convocazione di Fabiana. Pregherei dunque i sopracitati di provvedere a mettere in condizione la Luperini di riempire il buco nel suo palmares e cogliere l'alloro olimpico.
Preghiera sprecata la mia?


Credo, conoscendo un po' Fabiana, che se dovesse arrivare la convocazione per Pechino adesso, la pisana risponderebbe con un sonoro "Vaffa!" al telefono.
E non è facile darle torto, in effetti.

 

____________________
Mario Casaldi - Cicloweb.it

CICLISTI
Si sta come
d'autunno
sugli alberi
le foglie

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 29/07/2008 alle 14:22
Originariamente inviato da jerrydrake

Il destino (o l'antidoping, scegliete pure) ha dato ai grandi esperti della Federazione l'occasione per rimediare alla piccola svista della mancata convocazione di Fabiana. Pregherei dunque i sopracitati di provvedere a mettere in condizione la Luperini di riempire il buco nel suo palmares e cogliere l'alloro olimpico.
Preghiera sprecata la mia?


Sì, purtroppo è sprecata. Coni ed FCI, pur di non portarla a Pechino, sarebbero capaci di destinarla all'assistenza psicologica della noventenne zia zitella di Annibale Concimati....
Credimi, il problema vero dello sport, è il Coni e, per chi ama il ciclismo, la federazione più squallida in assoluto, proprio la FCI!

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Freddy Maertens




Posts: 874
Registrato: Jul 2005

  postato il 29/07/2008 alle 15:11
Nella mia testa pensavo che la non convocazione di Fabiana sarebbe accostabile a quella della Vezzali nella scherma che, per chi non lo sapesse, ha vinto 4 ori ed 1 argento nelle 5 gare olimpiche a cui ha partecipato. In realtà è ben più grave, in quanto nella scherma Trillini, Granbassi e Salvatori sono la 2, 3 ed 11 del mondo e quindi perfettamente in grado di portare a casa l'oro. Si può dire altrettanto per il ciclismo azzurro? Possibile che sui giornali non c'è stata ombra di uno scandalo sportivo di tale misura? Petrucci è in grado di fare l'offeso per Riccò e Bastianelli ma su questo tace ed acconsente?
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Eddy Merckx




Posts: 1229
Registrato: Apr 2008

  postato il 29/07/2008 alle 15:16
Perchè la Luperini non ha vinto un mondiale ?
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 3166
Registrato: Feb 2006

  postato il 29/07/2008 alle 15:36
Originariamente inviato da AuroDavide

Perchè la Luperini non ha vinto un mondiale ?


Qual'è il senso della domanda?

 

____________________
Rebellin... l'ultimo Gattopardo

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 2534
Registrato: Oct 2006

  postato il 29/07/2008 alle 15:42
Originariamente inviato da AuroDavide

Perchè la Luperini non ha vinto un mondiale ?


perchè non è mai arrivata al traguardo prima delle altre in un mondiale.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 4168
Registrato: Apr 2008

  postato il 29/07/2008 alle 15:44
Originariamente inviato da meriadoc

Originariamente inviato da AuroDavide

Perchè la Luperini non ha vinto un mondiale ?


perchè non è mai arrivata al traguardo prima delle altre in un mondiale.


oppure, meglio, perchè è sempre stata preceduta da almeno un'atleta in un mondiale.

 

____________________

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Eddy Merckx




Posts: 1229
Registrato: Apr 2008

  postato il 29/07/2008 alle 16:28
Originariamente inviato da babeuf

Originariamente inviato da meriadoc

Originariamente inviato da AuroDavide

Perchè la Luperini non ha vinto un mondiale ?


perchè non è mai arrivata al traguardo prima delle altre in un mondiale.


oppure, meglio, perchè è sempre stata preceduta da almeno un'atleta in un mondiale.


LA LUPERINI SI RITIRA IN LACRIME AL TERZO GIRO
Fabiana crolla, l' eterna Longo concede il bis

DAL NOSTRO INVIATO DUITAMA . La storia puo' attendere. Il campionato mondiale di Fabiana Luperini, ventunenne toscana fino a ieri pomeriggio reginetta del pedale femminile, e' durato un paio di giri. Quando l' azzurra ha provato a scattare al secondo passaggio della durissima salita, dapprima con stupore poi con sgomento ha scoperto che le sue ali di scricciolo s' erano fatte di piombo. Abituata sulle strade del Giro e del Tour a fare il vuoto appena la strada s' impennava, non ha potuto accettare che sul circuito di Duitama non solo non era in grado di staccare le altre ma addirittura faceva fatica a tenere le ruote di francesi, russe, lituane, delle stesse compagne di squadra. Ed allora c' e' stato il crollo al terzo giro, piu' psicologico che fisico: i sogni dello scricciolo sono annegati in un mare di lacrime sul pulmino parcheggiato dietro il box, divenuto rifugio adeguato per dar sfogo a tutta la sua comprensibile disperazione. Hanno provato tutti a consolarla: il commissario tecnico Broccardo, il suo vice Redaelli, che l' ha seguita quand' era ancora juniores, meccanici, massaggiatori. Anche Marco Pantani, arrivato sul circuito pochi minuti dopo l' abbandono di Fabiana, ha provato a parlarle dal finestrino, poi e' salito sul pulmino. Uniche risposte, lacrime che sgorgavano sempre piu' copiose dai suoi occhioni scurissimi. Quando poi e' stata raggiunta da Roberta Bonanomi, sua abituale compagna di squadra, protagonista di una buona prova (e' finita sesta, garantendo almeno all' Italia i tre posti per i Giochi di Atlanta) si sono aperte le cateratte ed anche la Bonanomi, "veterana" del clan azzurro insieme a Imelda Chiappa, si e' messa a singhiozzare. Il Mondiale della delusione italiana ha come contraltare il trionfo del ciclismo francese, che con l' eterna Jeannie Longo e con Catherine Marsal ha conquistato i primi due posti. Se la storia puo' attendere (avesse conquistato il titolo, Fabiana Luperini sarebbe stata la prima atleta ad indossare maglia rosa, gialla ed iridata nella stessa annata) nella leggenda e' finita Jeannie Longo. Questa trentasettenne francese di Grenoble ha conquistato ieri il suo decimo titolo iridato: cinque nelle prove su strada, tre come inseguitrice, una nella corsa a punti e mercoledi' scorso nella cronometro. Ha perso le posizioni di testa solo nel secondo giro, quando e' caduta senza conseguenze. Scattata con la connazionale Marsal prima della conclusione del penultimo, l' ha piantata in asso sull' ultima salita, tagliando il traguardo in perfetta solitudine anche se ha uno spunto piu' veloce della compagna di squadra. Non ha un carattere facile, Jeannie Longo, spesso in contrasto con la stessa federciclo francese. Ma nessuno puo' mettere in dubbio le sue qualita' . Dieci anni or sono lottava testa a testa sulle strade del Tour de France con Maria Canins. Adesso festeggia le sue dieci maglie. Complimenti, signora Longo. E complimenti al marito allenatore, Ciprelli, che dopo un paio di stagioni d' appannamento e' riuscito a riportarla al vertice.

(8 ottobre 1995) - Corriere della Sera

La Luperini era la superfavorita di quel mondiale, ma poi che successe ?


 
Edit Post Reply With Quote

Moderatore




Posts: 3308
Registrato: Aug 2005

  postato il 29/07/2008 alle 16:41
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da jerrydrake

Il destino (o l'antidoping, scegliete pure) ha dato ai grandi esperti della Federazione l'occasione per rimediare alla piccola svista della mancata convocazione di Fabiana. Pregherei dunque i sopracitati di provvedere a mettere in condizione la Luperini di riempire il buco nel suo palmares e cogliere l'alloro olimpico.
Preghiera sprecata la mia?


Credo, conoscendo un po' Fabiana, che se dovesse arrivare la convocazione per Pechino adesso, la pisana risponderebbe con un sonoro "Vaffa!" al telefono.
E non è facile darle torto, in effetti.

Quoto assolutamente e l'avevo già scritto ieri nell'altra discussione.Se si voleva portare la Luperini ci si doveva pensare prima perchè nell'ultimo mese erano arrivate risposte più che concrete nelle manifestazioni che contavano.La Luperini o la porti o non la porti ma non la si può chiamare come ripiego sfruttando le disgrazie altrui.E penso proprio che di pazienza ne abbia avuta abbastanza.

 

____________________
Vivian Ghianni

"...L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa.L'importante è ciò che provi mentre corri." (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote
Nuovo Thread  Nuova risposta   Nuovo sondaggio
 
Powered by Lux sulla base di XMB
Lux Forum vers. 1.6
1.3278871