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Autore: Oggetto: La magia di un'eterna storia italiana: arriva il Giro

Livello Fausto Coppi




Posts: 2301
Registrato: Dec 2003

  postato il 01/05/2006 alle 11:16
Cari amici,
sono qualche giorno in anticipo, ma mi giustificherete, sto per partire per l'estero e quindi mi vedo costretto ad anticipare l'apertura di questo thread sulla magia del Giro che puntuale come la primavera scalda i nostri cuori.
Non ho mai detto che tra le altre cose, sono redattore del settimanale diocesano della mia città, Il Corriere Apuano. Due anni fa, il 10 maggio 2004, il Giro fece tappa per la prima volta qui da noi a Pontremoli. Penso lo ricordiate bene perchè fu la prima vittoria al Giro di Damiano Cunego.
Come settimanale facemmo uno speciale di 4 pagine su quell'evento.
Io scrissi un articolo "di costume". E' un pò invecchiato ma al tempo fu discretamente apprezzato. Non so cosa ne pensiate voi ma ve lo rimando, anche se la mia vena narrativa non è certo quella di altri che scrivono su questo forum, festeggiando in questo modo la partenza del Giro 2006, .


Da Il Corriere Apuano del 14 maggio 2004

Migliaia di tifosi assiepati lungo il percorso
AI BORDI DELLA STRADA ALLA RICERCA DELLA NOSTRA STORIA




“Ho visto una luce negli occhi di un uomo che spinto da un alito di vento col fiato rotto e le gambe pesanti percorreva strade e sentieri con animo leggero. Quell’uomo senza tempo spingeva sui pedali della sua Bici” (Anonimo)
Anche a Pontremoli il copione è stato rispettato: una nuvola multicolore ha sfrecciato veloce per via Bologna e Via Roma e lo spettacolo era già finito. Il Giro è arrivato e se ne è andato via subito. Alla sua maniera. Frettoloso, incurante e quasi dileggiante del tifoso che attende lo spettacolo per ore, a volte per giorni. È così da più di un secolo, ma inspiegabilmente ogni volta che si ripresenta una corsa in bici, migliaia di persone si assiepano ai bordi delle strade, non importa se sia una corsa di ragazzini o un grande traguardo del Tour, ipnotizzate da uno spettacolo troppo breve per essere giudicato tale, in cui spesso gli attori principali sono irriconoscibili o mischiati a molte comparse.
Ancora in troppi si chiedono perché. Perché oltre agli appassionati ci sono pure coloro che in bici non sanno neppure andare, o coloro che non seguono alcuno sport, o che sanno si e no il nome del campione del momento ma ignorano quelli del resto del peloton.
Chi scrive, una risposta alla fine se la è data. Il lettore provi a darsi la propria, tanto alla fine nessuna risposta è sbagliata.
Fatto sta che questo grande rito collettivo lunedì scorso per la prima volta è sbarcato a Pontremoli. E in quel secondo in cui ci è passato davanti ai nostri occhi ci ha narrato un racconto lungo 95 anni fatto di bici di 20 chili piano piano diventate più agili e leggere, di deserte strade bianche poi asfaltate e ampliate perché deserte non erano più, delle sterminate campagne coltivate a braccia e buoi poi sostituiti da enormi trattori, delle periferie operaie, degli ignoti paesi della provincia italiana e degli eleganti centri urbani. Ci ha ricordato i suoi protagonisti semplici ma immortali, come il corridore di Cittiglio pagato per stare a casa, o quei due fratelli di Novi dallo sguardo triste e del loro rivale toscano, della popolarità durata un solo giorno di tanti sconosciuti ragazzi di paese, come quella volta memorabile che uno di loro era uno di noi, uno schivo lunigianese che saliva la Cisa in maglia rosa. O come quando gioivamo per le gesta del figlio di un Barsan di Castiglione del Terziere. Ci ha detto di quando due guerre lo hanno fermato per lasciarlo poi ripartire appena cessati i combattimenti a portare un messaggio di speranza in giro per l’Italia. Ci ha detto dei tanti stranieri, bretoni, romandi, fiamminghi, navarri (chissà perché i ciclisti si ricordano ovunque per provincia anziché per nazione…) che hanno scalzato dalla scena i nostri pedalatori.
Ci ha riassunto la sua storia. Ma è la nostra storia! La storia della nostra Italia, della sua impetuosa e contraddittoria crescita, è la storia degli italiani, di ognuno di noi, dei nostri genitori, dei nostri nonni. E quei corridori, famosi o carneadi rappresentano un pezzo di noi, della nostra voglia di libertà, di raggiungere col fiato rotto, le gambe pesanti e l’animo leggero la nostra meta segreta.
Per questo lunedì a Pontremoli c’erano migliaia di persone, affacciate alle transenne, tese a cercare il posto migliore per scorgere un volto noto della Tv o riconoscere, in una frazione di secondo, un campione del gruppo. Si, molti aspettavano il velocista di casa nostra e il suo rivale lucchese, dimenticando quanto è impervia la Lunigiana. Alla fine ha vinto un giovane veronese, timido ma che sa il fatto suo. Sentiremo spesso parlare di lui in futuro. Tranne i più appassionati, dietro le transenne pochi lo conoscevano e qualcuno pure storpiava il nome. Certo tutti ricordano tristi il nome del Campione l’ultima volta che il Giro passò di qui. Oggi non c’è più, però passano tanti eroi del passato e gli animi si rasserenano, scrosciano gli applausi, “Vai Francescooo!”, “Vittorioooo!”. Finito l’attimo, si sgombera e la massa, completamente rivestita di rosa, invade la strada a caccia di autografi o di altri volti noti, nel turbinio di macchine e operai che smontano tutto, lasciando velocemente la via deserta. Si, è durato pochissimo, domani trepiderà altra gente, lontano da qui, sempre per pochi secondi.
Nella piazza sgombra si nota un cartello appeso da un residente ad una finestra delle case popolari, che ringrazia le maestranze romene che nelle ultime settimane hanno lavorato notte e giorno, pioggia e sole, per garantire lo spettacolo altrimenti seriamente compromesso. La corsa contro il tempo nel rifacimento di Piazza Italia e dei manti stradali è terminata, per merito loro, solo nelle prime ore del grande giorno, assistita dalla gente con spasimo quasi fosse l’arrivo della corsa stessa. Gli operai romeni, come i gregari del ciclismo, non li ha intervistati nessuno, non sappiamo nulla di loro, della loro vita, del loro stipendio (senz’altro da gregari) e del loro futuro. L’ultimo pensiero di questa memorabile giornata è per loro. Grazie.

***

Ps: il "figlio di un Barsan di Castiglione del Terziere" (il Barsan da noi era l'emigrato in Lombardia) è Claudio Chiappucci. Lo schivo lunigianese che sale la Cisa in maglia rosa è Massimo Podenzana nel 1988. Il velocista di casa nostra è Petacchi. "Il nome del Campione l’ultima volta che il Giro passò di qui" non ve lo dico, ma l'ultima volta che il Giro passava di lì, prima del 2004, era il 1999...

 

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La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/05/2006 alle 11:44
Complimenti, Frank!
 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




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  postato il 01/05/2006 alle 19:19
bello
Grazie per l'emozione

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2005

  postato il 01/05/2006 alle 19:29
Bello.

Un applausone agli operai Romeni.

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 9090
Registrato: Nov 2005

  postato il 02/05/2006 alle 13:01
L'ho letto solo ora!!!!!!! ehhhh che ricordi.... "il nome del campione l’ultima volta che il Giro passò di qui"....

Grazie Frank e complimenti per la vena narrativa !!!!!

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Marco Pantani




Posts: 1476
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  postato il 02/05/2006 alle 14:27
Prafo Franck, rispetto.

 

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“…..oh, ghè riàt Dancelli!....”


 
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Livello Moreno Argentin




Posts: 372
Registrato: Oct 2004

  postato il 02/05/2006 alle 16:21
Bravo!! Questo è il girooooo!!!
 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 10/05/2006 alle 02:16
Bravo, veramente bello, Frank!

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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