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Autore: Oggetto: "Resistere al ProTour" - Baldato e Petito + Bossoni col Monsieur

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  postato il 17/03/2006 alle 00:26
http://www.cicloweb.it/art533.html

Ritiro di Sant'Anastasio, tra Terracina e Fondi: dal ritiro della Tenax-Salmilano i tre ex-Fassa ci raccontano la loro stagione 2006, ma non solo.
Se riesco, tra qualche giorno posto anche qualche altra foto.

http://www.cicloweb.it/art533.html

 

[Modificato il 20/03/2006 alle 12:21 by Monsieur 40%]

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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  postato il 17/03/2006 alle 00:29
Una bella intervista la tua!Molto emblematiche ed interessanti le considerazioni dei "senatori" della Tenax sul Pro Tour e sul movimento in generale.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/03/2006 alle 10:38
bella intervista,complimenti Mario,ci sai fare con la penna

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/03/2006 alle 02:13
Altra intervista di notevole livello.
Da notare che si ribadiscono le due oscenità principali imputate al Pro-Tour, già evidenziate nel forum:
1) Troppe squadre determinano un calo della qualità media delle corse.
2) Un calendario che obbliga i Pro Team a frequentare delle corse assurde, che possono essere la Tirreno per una squadra e Nizza per un'altra, il Catalogna per una squadra e il Delfinato per un'altra, costringendole a disertare corse storiche che fanno parte della tradizione.
Il Pro-Tour deve raccogliere gli avvenimenti essenziali, invece esclude il Campionato del Mondo e ingloba la Parigi Nizza...

 

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Davide

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 18/03/2006 alle 08:32
Il Campionato del Mondo non deve essere inserito nel ProTour perchè è soggetto alle logiche delle convocazioni in nazionale che, soprattutto da noi, spesso escludono i campioni.
Un ruolo importante lo giocano anche le nazionali: un kazako non ha a disposizione una squadra, mentre un italiano o un belga possono avere come "gregari" gente che fa il capitano per tutto il resto dell'anno.

Sulla Tirreno e su Nizza ho visto che abbiamo idee divergenti.
Mi sembra giusto premiare chi vince queste brevi corse a tappe, ma senza mettere tutto nello stesso calderone, il Giro di Svizzera o di Delfinato con quello di Polonia o di Germania, la Parigi-Nizza e il Giro del Benelux, perchè il blasone è un po' differente.
Piuttosto su queste corse si può fare una rotazione, un anno la Tirreno e il Giro di Svizzera, quello dopo Nizza e il Delfinato, ecc. per creare un calendario razionale.
I corridori devono poter fare una buona parte di queste corse, in modo che la classifica rifletta i reali valori in campo.
I punteggi, soprattutto nei grandi giri, devono cambiare.
Erano ridicoli lo scorso anno, 3 punti per una tappa al Giro, lo sono ora che sono stati portati a 10: praticamente potevano già dare la maglia bianca a Petacchi, che facevano prima.

Hanno ragione Petito e Baldato quando dicono che le Professional sono penalizzate, che devono combattere per farsi invitare alle corse PT-HC-.1 e sono escluse dalle .2 , per fare posto nelle corse PT alle 20 squadre PT (l'esclusione della Tenax alla Sanremo e alla Tirreno grida vendetta, anche se sono un po' partigiano nel dirlo...) e nelle .1 alle Continental, dove anche qui bisogna distinguere tra formazioni che lavorano sul serio e altre che sfigurerebbero tra i dilettanti.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/03/2006 alle 11:46
Originariamente inviato da cassius
Il Campionato del Mondo non deve essere inserito nel ProTour perchè è soggetto alle logiche delle convocazioni in nazionale che, soprattutto da noi, spesso escludono i campioni.


Questo aspetto poteva avere uno straccio d'importanza all'epoca della Coppa del Mondo (della quale il Mondiale non faceva infatti parte), ma in un brodo spurio come il Pro Tour, dove nella minestra ci trovi anche sabbia (Nizza) e scarafaggi (Polonia), e poi classicissime mescolate a grandi giri, l'argomentazione in questione perde ogni significato: il Mondiale dovrebbe essere la prova più importante di tutto il Pro Tour.

Sulla Tirreno e su Nizza ho visto che abbiamo idee divergenti.
Mi sembra giusto premiare chi vince queste brevi corse a tappe, ma senza mettere tutto nello stesso calderone, il Giro di Svizzera o di Delfinato con quello di Polonia o di Germania, la Parigi-Nizza e il Giro del Benelux, perchè il blasone è un po' differente.


Non c'entra nulla il concetto di premiare chi vince queste corse secondarie, c'entra invece il concetto aberrante di imporre alle squadre la partecipazione ad una corsa minore piuttosto che ad un'altra.
Un conto è costringere una squadra a partecipare alla Parigi Roubaix, un altro conto è costringerla a partecipare ad una corsa da Landaluze come il Delfinato: come paragonare il culatello ai wurstel.

Piuttosto su queste corse si può fare una rotazione, un anno la Tirreno e il Giro di Svizzera, quello dopo Nizza e il Delfinato, ecc. per creare un calendario razionale.


Premessa: le corse che in passato hanno fatto parte a rotazione della Coppa del Mondo, hanno fatto una brutta fine (GP des Ameriques), hanno perso buona parte del notevole prestigio che avevano (Francoforte) oppure sono rimaste il brodo di dado che erano (Japan Cup).
Facciano come gli pare.
Chiusura: l'importante è evitare la sovrapposizione contemporanea delle prove Pro-Tour, in secondo luogo qualche sforbiciata (Polonia, Benelux, Plouay...) farebbe bene.

La questione dei punti assegnati dal Pro Tour ha una certa importanza, ma si tratta di un argomento differente, non sono certo i punteggi dell'attuale ProTour a mettere in difficoltà il ciclismo italiano.

 

[Modificato il 18/03/2006 alle 12:13 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/03/2006 alle 11:51
Intendiamoci: il Pro Tour nasce come corporazione di una parte del ciclismo contro un'altra parte del ciclismo che non è stata capace di entrare nella corporazione e non sembra possedere peso politico.
I punteggi, le prove a rotazione, lo sfoltimento del calendario etc etc sono tutte cosucce che all'UCI non possono fregare di meno, visto che con squadre e organizzatori (tipo quelli del Paesi Baschi, del Delfinato, del Fiandre) hanno sottoscritto contratti pluriennali.

 

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Davide

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 19/03/2006 alle 19:41
Io sono un nostalgico della vecchia Coppa del Mondo perchè era un vero campionato delle corse di un giorno, adatto per i corridori da classiche.
Semmai avrei ideato una specie di "altra" coppa del mondo solo sulle corse a tappe, quelle che una volta erano classificate 2.HC (Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico, etc..). Lascierei fuori i Mondiali e i grandi giri, o al massimo inserirei i grandi giri nella coppa alternativa.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 19/03/2006 alle 21:27
Caro bottecchia, continuo a non condividere il tuo disprezzo per le brevi corse a tappe. Il Delfinato non è una corsa "per Landaluze", ci può stare che per un anno vinca un carneade.
Se guardiamo certi vincitori della Sanremo, e soprattutto quanto (poco) sono durati... chi ha orecchie per intendere intenda!

marco79, mi unisco al tuo appello:

ARIDATECE LA COPPA DEL MONDO !!!!

Includeva tutte le classiche monumento, ha valorizzato corse che se lo meritavano (leggi: il Campionato di Zurigo che è una figata), aveva un punteggio comprensibile, costringeva chi voleva vincerla a essere competitivo tutto l'anno (molto più di quanto non faccia il PT).
Questo sistema mette insieme corse improbabili alle quali viene dato un valore uguale o superiore alle classiche monumento (qualcuno mi vuole spiegare come fa Pozzato a non essere nei primi in classifica? Ieri si è corsa la Classicissima o l'ultima delle gare per tapascioni?).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 19/03/2006 alle 22:09
Cassius, la Sanremo è una corsa in linea, che c'entra?
Poi: ma che disprezzo! realismo direi piuttosto.

 

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Davide

 
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  postato il 19/03/2006 alle 22:52
Anch'io penso che il Pro Tour sia diventata un coacervo di corse troppo eterogeneo, penso che ci sarebbe voluta una maggiore selezione degli appuntamenti. trovo sciocco che alcune squadre debbano essere costrette a correre gare come il Giro di Polonia, il Delfinato, il GP Plouay o la cronosquadre di Eindoven solo perchè le loro organizzazioni avevano abbastanza soldi per entrare nel circuito.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 20/03/2006 alle 12:24
Baldato "da combattimento" con Salerno e Miozzo (ds) alle spalle:

 

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  postato il 20/03/2006 alle 12:25
Petito confabula con il meccanico Emilio Garanzini:

 

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  postato il 20/03/2006 alle 12:30
Il nostro amico Miculà De Matteis col ds Flavio Miozzo:



La bici di Bossoni:



Giancarlo Ginestri (di fianco):

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 20/03/2006 alle 21:53
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Cassius, la Sanremo è una corsa in linea, che c'entra?
Poi: ma che disprezzo! realismo direi piuttosto.


Ho parlato della Sanremo per far presente che anche le corse più prestigiose possono avere nell'albo d'oro della gente che ha vinto solo quello, o la cui carriera è durata pochissimo per i motivi più disparati (a pensar male si fa peccato ma ci si azzecca spesso).
E poi dicevo che non è possibile che chi vince la Sanremo conti meno della Parigi-Nizza. La corsa francese ha una buona tradizione ma non certo paragonabile alla Classicissima.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 20/03/2006 alle 22:33
Non ha importanza, conta la tipologia.
Quale corsa può essere vinta da un Landaluze lanciato in una fuga bidone?
Le Dauphiné, merde (se lo disse Cambronne, posso dirlo anche io in questo forum).

Intendiamoci, il problema che nel Pro Tour la Sanremo assegni i medesimi punti della Parigi Nizza è chiaramente un falso problema.
Beninteso: chi se ne frega della classifica del Pro Tour? Onore a Di Luca, per carità...
Viva Pozzato.
Abbasso i Landaluze.

 

[Modificato il 20/03/2006 alle 22:36 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2006 alle 00:17
Davide quale è la corsa che può essere vinta da Clerici con una fuga bidone.....................?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2006 alle 20:18
Originariamente inviato da Ottavio

Davide quale è la corsa che può essere vinta da Clerici con una fuga bidone.....................?


Fammici pensare, è forse la stessa che può essere vinta da un qualsiasi Walkowiak con una fuga bidone?
Ah, no, chiedo scusa, quello è il Tour de France.

 

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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 21/03/2006 alle 22:43
Vuelta 1990. Giovannetti vince con una fuga bidone, gestendo nelle ultime tappe il vantaggio contro uno scatenato Delgado.
Forse l'ultimo grande giro vinto in questo modo.
Come vedi, bottecchia, tutti e tre i GT sono stati vinti almeno una volta da un carneade con una fuga bidone.
Che poi Giovannetti era un signor carneade, un corridore di buon livello (ma non da classifica generale).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2006 alle 22:59
Come vedi, Cassius, in una grande corsa a tappe, il bidonaro deve avere una fibra tostissima per resistere alle insidie a venire, le quali si presenteranno nel corso delle successive quindici o venti tappe, delle quali almeno cinque o sei potrebbero essere determinanti.
Nelle brevi corse a tappe, si tratta in genere, con poche eccezioni, di tenere duro nella tappa regina, che non sarà mai paragonabile ad una tappa di alta montagna di una GT, dopodichè, tranne che per poche eccezioni, il gioco è fatto.
Per non parlare delle brevi corse a tappe decise da scarti minimi di abbuono, con i primi dieci della classifica racchiusi in trenta secondi, per non parlare delle brevi corse a tappe decise da una cronometro alla quale segue una tappa di mezza montagna, tanto che spesso sembrano dei Critérium International dilatati con l'aggiunta di due o tre tappe per velocisti.
Si può continuare all'infinito.
Sono corse di preparazione, tutto qui, ma non è che me lo invento io, persino Hinault è di questa opinione (e lui lo ha vinto il Delfinato, dunque è al di sopra di ogni sospetto).
Comunque il mio scopo non è convertirvi, ci mancherebbe.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 21/03/2006 alle 23:38
Davide la mia era ovviamente solo una battuta, è molto più facile vincere una breve corsa a tappe con una fuga bidone che una grande giro.
Comunque a me piacciono molto le corse a tappe dure e tecniche come la Paris-Nice, Pais Vasco, il Delfinato, il Catalunya per non parlare del Giro di Svizzera.
Non considero una vittoria in una di queste gare tecnicamente inferiore a quella in una grande classica (anche monumento). Certo la tradizione è un'altra cosa.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 22/03/2006 alle 00:03
Che vuoi che ti dica caro Ottavio, per me un Zaballa che vince a San Sebastian o un Pozzato che vince ad Amburgo, compiono un gesto che richiede risorse mentali e capacità di autocontrollo superiori a quelle richieste a Jaksche o a Julich o a Landis per vincere la Parigi Nizza, e tanto basta, ma pure le risorse atletiche necessarie non sono di qualità inferiore, ricavando uguale dignità dalla diversità, e nel caso delle classiche monumento le risorse atletiche richieste ricavano dignità superiore dalla radicazione del gesto, dalla tradizione, dalla storicità dell'impresa (anche per questo la Sanremo deve tornare al suo spirito originario).
Ciao

 

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  postato il 22/03/2006 alle 03:06
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Come vedi, Cassius, in una grande corsa a tappe, il bidonaro deve avere una fibra tostissima per resistere alle insidie a venire, le quali si presenteranno nel corso delle successive quindici o venti tappe, delle quali almeno cinque o sei potrebbero essere determinanti.
Nelle brevi corse a tappe, si tratta in genere, con poche eccezioni, di tenere duro nella tappa regina, che non sarà mai paragonabile ad una tappa di alta montagna di una GT, dopodichè, tranne che per poche eccezioni, il gioco è fatto.
Per non parlare delle brevi corse a tappe decise da scarti minimi di abbuono, con i primi dieci della classifica racchiusi in trenta secondi, per non parlare delle brevi corse a tappe decise da una cronometro alla quale segue una tappa di mezza montagna, tanto che spesso sembrano dei Critérium International dilatati con l'aggiunta di due o tre tappe per velocisti.
Si può continuare all'infinito.
Sono corse di preparazione, tutto qui, ma non è che me lo invento io, persino Hinault è di questa opinione (e lui lo ha vinto il Delfinato, dunque è al di sopra di ogni sospetto).
Comunque il mio scopo non è convertirvi, ci mancherebbe.

Giuste osservazioni,al giorno d'oggi e' molto piu' difficile vedere la fuga bidone decidere il grande Giro:se vogliamo l'ultima che ha rischiato di cambiare l'esito di una delle 3 corse a tappe e' stata quella del Tour 2001 a Pontarlier quando il gruppo dei migliori giunse dopo quasi 36 minuti dai primi.Come detto da aranciata pero' e' fondamentale la tenuta sia a livello fisico che,soprattutto secondo il mio punto di vista,psicologico,ragion per cui il miracolo non riusci' ne'al povero Kiviliev(che ricordo comunque come un buon corridore che si difendeva in salita)ne' a François Simon(ricordato per lo piu' per essere un discreto passista veloce e per aver vinto un titolo francese)che grazie a quella giornata conclusero quel Tour rispettivamente al 4° e al 6° posto,vivendo qualche giorno di gloria prima di piegarsi al consueto monologo di Armstrong.

 
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