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Autore: Oggetto: Crono, giorno di festa ma non per gli italiani

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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 12/03/2006 alle 18:14
Ripensavo ad una frase del grande Miguel Indurain che affermava "quando si corre a cronometro per me è giorno di festa" visti i suoi risultati direi che non gli si potesse dar torto!
Mi chiedevo però perchè in Italia questa specialità è così trascurata, eppure nel ciclismo attuale è divenuta sempre più importante, soprattutto al Tour, dopo Moser non abbiamo più avuto un grande specialista del "tic tac", adesso c'è Basso che è molto migliorato ma i suoi progressi sono comunque finalizzati al perdere il meno possibile dagli specialisti.
Da quando esiste il mondiale a cronometro abbiamo vinto sono un argento con Chiurato nel 1994 (prima edizione) poi più nulla, nelle grandi corse a tappe ricordo sono le vittorie di Frigo al giro 2001 e di Basso al giro dell'anno scorso. molti corridori passano professionisti senza essere mai saliti su una vera bici da crono e penso non sia facile reinventarsi cronomen senza averne le basi, credo che sin da juniores i ragazzi debbano allenarsi anche in questo esercizio privilegiando l'agiità, cosa che poi tornerebbe utile anche in salita.
Il nuovo staff tecnico della federazione ha affidato a Sandro Callari la gestione del settore Endurance che annovera tra le sue discipline anche la cronometro, speriamo che si riesca a diffondere anche nel nostro paese la cultura delle corse contro il tempo.
Rimango dell'avviso che l'essenza del ciclismo è la salita, le folle oceaniche si trovano sulle grandi montagne e non lungo i percorsi piatti delle crono, però credo che si debba cercare di essere il più completi possibile, soprattutto per chi ha come obiettivo le grandi corse a tappe.

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 18:34
Sicuramente ha peso il fatto che in italia si svolgano pochissime corse a cronometro, l'anno scorso, oltre a quelle del Giro c'erano la Firenze-Pistoia, una Cronosquadre alla Coppi e Bartali e la cronoscalata del Brixia. Basta. Anche al Giro la crono ultimamente ha avuto poco spazio (nel 2004 c'era addirittura solo una crono più il prologo), quindi ovviamente gli italiani non ci si dedicano, avendo solo 6-7 gare in calendario.
Poi c'è la concezione che il vero ciclismo è solo quello in salita, e che la crono possa essere al massimo un complemento per lo scalatore per non perdere troppo. Molti italiani che hanno doti a cronometro spesso cambiano specializzazione (Velo è andato a tirare le volate a Petacchi).

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 12/03/2006 alle 18:41
Quella che nel ciclismo contano solo le salite è una concezione assurda perchè tutti sanno che per vincere la corsa più importante del mondo è indispensabile andare forte contro il tempo, non dico essere i campioni del mondo della specialità ma difendersi piuttosto bene si. L'unico che lo ha capito è Basso e infatti è l'unico italiano in grado oggi di vincere il Tour.
Mi auguro per il bene del ciclismo italiano che anche altri comincino a cambiare questa mentalità altrimenti continueremo ad avere corridori italiani che potranno vincere solo il Giro (ovviamente classiche escluse).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 20:07
Credo che prima di tutto sia un problema legato al declino del nostro ciclismo su pista.
In secondo luogo pesa la rarefatta frequenza delle competizioni contro il cronometro nel nostro paese, dilettantismo compreso.

 

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Davide

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 12/03/2006 alle 20:23
Non credo sia una questione di poche gare in Italia (non ce ne sono molte neanche all'estero) per i professionisti visto che ormai italiani e stranieri corrono in tutto il mondo, mentre penso che il problema sia a livello dilettantistico, dove i giovani non si abituano a questo tipo di gare.
Sta tutta lì la differenza con i corridori starnieri, basta vedere le crono dei campionati del mondo juniores.

 
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  postato il 12/03/2006 alle 20:56
Probabilmente in Italia c'è ancora la tendenza a pensare che preparare una cronometro voglia dire abusare di grossi rapporti e ingolfarsi poi in salita, credo proprio che non sia così. Indurain volava a cronometro e in salita si staccava solo da Pantani (non era l'unico) ma riusciva comunque a limitare i distacchi grazia all'agilità, anche Armstrong ha dimostrato che si possono sviluppare alte velocità senza spingere rapporti mostruosi.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 20:59
Da quest'anno la federazione a livello allievi e Juniores ha promosso il progetto 'Il bracciale del cronoman'... Una serie di gare a cronometro che permetteranno ai tecnici di individuare e poi lavorare su un gruppo di ragazzi e ragazze che si dimostrano avvezzi alla specialità.. e ci sono!!! La crono comunque è una specialità da curare... E' troppo importante andare anche discretamente contro il tempo...sia a livello giovanile che in un futuro ad alti livelli...

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 12/03/2006 alle 21:09
Penso che qualunque corridore, almeno una volta a settimana debba allenarsi anche a cronometro. speriamo che le nuove iniziative possano portare anche nel nostro paese ad una cultura della crono, senza più pregiudizi.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 21:17
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Probabilmente in Italia c'è ancora la tendenza a pensare che preparare una cronometro voglia dire abusare di grossi rapporti e ingolfarsi poi in salita, credo proprio che non sia così. Indurain volava a cronometro e in salita si staccava solo da Pantani (non era l'unico) ma riusciva comunque a limitare i distacchi grazia all'agilità, anche Armstrong ha dimostrato che si possono sviluppare alte velocità senza spingere rapporti mostruosi.

Penso che quanto detto da Woodstock sui rapporti sia molto sensato.

Mi sembra che la questione "italiani a cronometro" rispecchi due lacune abbastanza distinte (di cui a me preoccupa solo la prima):
1. i corridori da corse a tappe e in particolare da Tour che (a parte Basso, ma non del tutto) a causa di questo handicap o sono scalatori straordinari o sono tagliati fuori;
2. gli specialisti (non so neanche i nomi: Rich? Sosenka?) delle crono. Personalmente, non credo alle stagioni impostate su prologo al Tour, mondiale crono e poco altro, e di questo tipo di corridori sento molto meno la mancanza (anzi, per dirla tutta, li manderei tranquillamente a tirare volate).

A proposito di volate, e di salite. Classiche a parte (la vera specialità italiana, in questi anni), non credo che in Italia ci sia la cultura dello scalatore a tutti i costi. Piuttosto, o salita o volata. Non a caso abbiamo (grandissimi) velocisti che, rispetto a molti loro colleghi, hanno enormi difficoltà in salita.

Per chiarire (se non si era capito) quanto siano incerte queste mie considerazioni, una domanda più generale: con squadre (e preparatori) internazionali, ha senso parlare di "scuole" nazionali?
Oppure (leggera variante) non è che le "scuole" sono frutto soprattutto dell'emulazione (per cui dopo Pantani abbiamo una generazione di aspiranti scalatori, in Spagna dopo Indurain altri cronoman, etc. etc.) perchè i giovani vogliono (giustamente) emulare i loro idoli?

 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 12/03/2006 alle 21:27
Forse un buon esempio può venire dalla Spagna, li ci sono un'infinità di brevi corse a tappe e in ognuna di queste c'è una cronometro, ciò fa si che i corridori possano avere una buona consuetudine a questo tipo di gara.
L'obiettivo non è tanto quello dell'iperspecializzazione alla Boardman, ma di avere dei corridori in grado di fare bene su ogni terreno.
Sono d'accordo anche con Aranciata quando parla del problema della pista, una maggiore frequentazione dei velodromi da parte degli stradisti non potrebbe che far bene, non sono per le crono ma anche per gli sprint.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 22:14
Mettere una crono nelle piccole gare a tappe non è sbagliato.. ok non si sente la mancanza di corridori come gli specialisti..ma attenzione... quanti corridori sono solo specialisti del crono?? Tutti hanno anche altre peculiarità..tra le quali l'essere delle locomotive. Ben venga il lavoro sui giovani scoperti dal nuovo progetto... Per le crono importanti stesse ma anche per il loro stesso futuro tra i pro...

 

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(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/03/2006 alle 22:34
Penso sempre che la situazione della pista sia la principale responsabile.
Per esempio l'Olanda, la Germania ed i paesi dell'est europeo i propri cronoman li forgiano tutti nella pista.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 00:55
Beh premessa che uno degli aspetti della carenza di cronoman italiani è come dice giustamente Aranciata la mancanza di una cultura di pista, vorrei dire che secondo me non è l'unica responsabile.
Io vorrei sintetizzare l'aspetto principale con una sola frase dialettale: non c'è petitto. (ovvero non si ha appetito, ovvero non si ha voglia di questa cosa).
Ricordo nel 2000 alle olimpiadi di Sidney (dove vinse Ekimov la medaglia d'oro), che ho chiesto a Cassani in diretta tramite mail - allora conduceva Laura una rubrica speciale - come mai nessun italiano prese parte alla corsa, nonostante, secondo il mio avviso con una preparazione all'altezza qualche risultato si poteva ottenere, ricordando l'anno prima la medaglia d'argento mondiale di uno sconosciuto come Anderson... lui mi rispose che la nazionale italiana aveva deciso di puntare solo sulla corsa in linea quasi a volersene fregare di questa prova (quest'ultimo l'ho aggiunto io), mi pare sintomatico il fatto che non è considerato l'esercizio dall'ambiente italiano...
Chiurato si aveva vinto a Catania l'argento dietro peraltro al grande Boardman di + non si poteva chiedere e questo poteva essere un ottimo viatico per scoprire nuovi talenti contro il tempo, poi invece il buio...
Ricordo dopo Chiurato che se la cavava bene anche nientepopodimeno che Casagrande (mi pare abbia vinto una firenze - pistoia che era in pratica il campionato italiano a crono), fino ad avere per me un grande cronoman che era (anche se gareggia ancora uso il passato) Marco Velo.
Per me il fatto che Marco Velo abbia deciso di emulare la carriera di Lombardi, piuttosto che avere qualche chance di gloria personale, la dice lunga di quanto gli italiani ci tengono a questa prova!

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 00:59
Ah dimenticavo, se Casagrande non avesse avuto l'infelicissima idea di dimenticarsi totalmente come si corre a cronometro, probabilmente avrebbe vinto una tra il giro e il mondiale, se non tutt'e due, ma in entrambi i casi essendo parecchio scarso a cronometro ha gettato alle ortiche entrambi i risultati!

 

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  postato il 13/03/2006 alle 01:35
E' necessario ripartire dal nuovo progetto della Federazione,incentivando la partecipazione degli atleti a prove anche nuove soprattutto a livello giovanile.A livello professionistico purtroppo c'e' ancora un sacco da lavorare e il miglioramento viene visto piu' in funzione di una vittoria in una corsa a tappe(Basso ad esempio)piuttosto che al raggiungimento di una dimensione dove il corridore punta alla vittoria in prove anche brevi come i prologhi(tra gli stranieri Boardman ne vinceva a bizzeffe di prologhi soprattutto ed anche Gonchar,prima che migliorasse notevolmente in salita,lo si vedeva lottare per la vittoria solo nelle gare contro il tempo.In Italia riponevamo molte aspettative contro il tempo anche per le corse a tappe in Dario Frigo,sappiamo tutti pero' quel che e' successo dopo.Gli stessi campionati italiani dovrebbero essere sponsorizzati di piu',far correre la prova a tanti atleti compresi i nostri maggiori campioni che risultano regolarmente assenti.Se vediamo le ultime edizioni vediamo il citato Velo che era divenuto un habitue' del tricolore ma poi se andiamo a vedere a parte alcuni piazzamenti discreti in qualche cronometro del Giro non e' riuscito ad ottenere risultati di rilievo che io mi ricordi(mi posso anche sbagliare comunque);poi abbiamo avuto anche edizioni farsa come quella della vittoria di Mondini(con tutto il rispetto)dove se non sbaglio si presentarono al via solo in 7.Anche l'ultima edizione ha dimostrato che ci sono corridori in grado di fare bene in questa prova ma che poi in altre occasioni come tappe di grandi giri o anche mondiali finiscono abbastanza indietro:infatti Bruseghin che e' arrivato 2° nel 2005 riesce a fare buoni piazzamenti,di gran lunga migliori di quelli del campione uscente Pinotti(che anche alla Tirreno-Adriatico per prendere l'esempio piu' recente non e' andato oltre un 47° posto nella gara contro il tempo.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 09:19
Dice bene Bottecchia: L'assenza della pista è uno dei fattori più importanti a spiegare il declino della crono made in Italy.

Inoltre non dimentichiamo che per quindici anni, fino ad arrivare a Bugno e Chiappucci, pochissimi italiani (alcuni anni zero!) amavano correre il Tour dove la capacità a crono si capitalizzava al massimo. E di lì è nata la disgraziata tendenza a non allenarsi sulla bici speciale.

Oggi questi signori sono i DS dei corridori italiani e non è un caso che l'unico italiano che abbia investito tutto e poi tutto sulla crono (senza essere necessariamente un campione della specialità) sia emigrato in Danimarca.

Conta poi la fissazione tutta italiana di dimagrire all'osso. Qualcuno cita Casagrande "che si è dimenticato di come si va a crono", senza ricordare che sul finire degli anni '90 lo stesso Casagrande perse 6 kg guadagnando in salita ma perdendo in potenza.

Ora sento Cunego (che vinse un giro pesando 64 kg e perse una stagione intera dopo avere perso 5 kg!) che dice che gli manca x per arrivare al peso forma di 59 kg! Poi ci spiegherà lui come farà a non prenderle nelle crono del Giro e del Tour!

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 11:09
sono d'accordo con Massimo: la crono non interessa più a nessuno.

Dai primi anni 90, quando Indurain (grazie alle cronometro) bastonava regolarmente i nostri Bugno e Chiappucci al Giro e al Tour, in Italia c'è stato un esercizio denigratorio verso le crono abbastanza importante: non sono spettacolari, non c'è fantasia, è un puro esercizio di forza, vuoi mettere una bella tappa di salita, ecc.ecc.

Naturalmente nessuno si sarebbe sognato di dire queste cose ai tempi di Moser o di Gimondi, però pare che da noi (non so se anche nelle altre nazioni capita lo stesso) si tende a giudicare giusta o sbagliata una cosa, guardando soltanto alla convenienza del momento: abbiamo il grande passista? viva la cronometro, esercizio che è veritiero al massimo, dove non ci si può nascondere ecc. ecc.; abbiamo il grande scalatore? viva la salita, lo spettacolo, la fantasia, l'epica e cose di questo genere.

Come dicevo, in Italia per puri motivi di convenienza si è cominciato a parlar male delle cronometro, il Giro d'Italia (che è la corsa traino di tutto il movimento) ha cominciato a ridurre pian piano i km contro il tempo e alla fine il messaggio è passato: la cronometro è una specialità che non serve, non porta audience, non porta tifosi, e quindi è inutile perder tempo con essa, meglio darsi da fare per migliorare in salita (Casagrande docet), che alla fine se ne avranno i benefici.

Se ci si aggiunge il fatto che i miglioramenti contro il tempo richiedono un lavoro rigoroso sulla posizione in bici, sulla capacità di tenere la concentrazione, sul ritmo di pedalata, sui materiali ecc., il quadro è completo ed il risultato di questa presa di posizione è sotto gli occhi di tutti.

Basso è stato costretto a migliorare contro il tempo perchè aveva ambizioni di maglia gialla, e si sa che difficilmente si arriva in giallo a Parigi se si va piano a cronometro: gli altri, che questo stimolo non l'hanno avuto, non ci hanno nemmeno provato a fare quello che ha fatto lui.
Ho l'impressione che per lungo tempo vedremo andar forte a cronometro solo quelli che avranno le possibilità di vincere il Tour.

A meno che non venga fuori un cronoman di quelli epocali (e l'Italia ne ha avuti diversi: Coppi, Baldini, Gimondi, Moser; tra l'altro tutti grandi inseguitori su pista), capace di andar forte naturalmente contro il tempo, senza bisogno di lavorarci troppo, che mostri una grande predisposizione naturale verso questo esercizio fin da giovane e continui ad averla anche da professionista: in tal caso cambierebbe l'opinione comune verso questa specialità, cambierebbero anche le scelte organizzative e l'intero movimento ciclistico si adeguerebbe di conseguenza.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 11:17
c'è da dire che gli organizzatori del Tour, pur nella loro mancanza di inventiva sono rimasti sempre coerenti alla loro concezione della corsa, adatta a corridori completi, i passisti scalatori, forti sia a cronometro che in salita. in Italia invece i percorsi hanno spesso ricalcato le "tendenze" del momenti, percorsi piatti ai tempi di Moser e Saronni, percorsi durissimi (che sicuramente non dispiacciono a nessuno) ma con pochissimi km a cronometro nel periodo in cui in Italia ci sono molti bravi scalatori.
Non a caso gli italiani dominano il Giro (anche grazie all'assenza di molti corridori stranieri) ormai da 9 anni mentre al Tpur possiamo vantare solo la vittoria di Pantani che però costituisce un caso non classificabile visto che corridori come lui ne nascono uno ogni 50 anni!
concludo con una statistica, negli ultimi 30 anni gli unici scalatori vittoriosi al Tour sono stati il già citato Pirata e il belga Lucien Van Impe.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 11:43
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concludo con una statistica, negli ultimi 30 anni gli unici scalatori vittoriosi al Tour sono stati il già citato Pirata e il belga Lucien Van Impe.


tra l'altro entrambi in edizioni particolari del Tour: le cosiddette annate di transizione, quando finisce l'epoca di un dominatore, ma ancora non comincia quella del fuoriclasse successivo.
Van Impe sfruttò il buco tra l'era-Merckx e l'era-Hinault, mentre Pantani sfruttò quello tra Indurain e Armstrong (ma anche uno dei più clamorosi errori della storia del ciclismo recente: la crisi di fame di Ullrich nella tappa del Galibier).
In definitiva non due mosche bianche, ma addirittura immacolate.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 12:21
Frank ho fatto il riferimento di Casagrande perchè trovo assurdo che nell'ultima tappa del giro 2000 abbia preso 2 minuti (quasi) da Garzelli nella cronoscalata, quando in primis Garzelli non è assolutamente forte contro il tempo, ora come ora per me forse è + forte Simoni, e in seconda battuta nell'ultima cronometro si sa che i livelli si pareggiano cosa che non è successa in quella occasione...
Lo so che la potenza è alla base di tutto e il fatto di perdere peso contava, però dai magari se si fosse allenato, visto e considerato che puntava non solo alle classiche ma anche a un grande giro, probabilmente qualche cosa ne usciva, ricordiamoci doping a parte quello che ha fatto Heras che sicuramente non ha lo stesso fisico di Indurain...
Ma perchè secondo voi nell'azione del mondiale (se non sbalio era quello di Verona) se avesse avuto + convinzione e non si fosse voltato trenta volte non poteva andare in porto la vittoria?

 

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  postato il 13/03/2006 alle 12:25
Su Ivan c'è da fare un discorso: se correva per la Lampre (ad esempio), sarebbe migliorato a cronometro?

 

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  postato il 13/03/2006 alle 12:40
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concludo con una statistica, negli ultimi 30 anni gli unici scalatori vittoriosi al Tour sono stati il già citato Pirata e il belga Lucien Van Impe.


tra l'altro entrambi in edizioni particolari del Tour: le cosiddette annate di transizione, quando finisce l'epoca di un dominatore, ma ancora non comincia quella del fuoriclasse successivo.
Van Impe sfruttò il buco tra l'era-Merckx e l'era-Hinault, mentre Pantani sfruttò quello tra Indurain e Armstrong (ma anche uno dei più clamorosi errori della storia del ciclismo recente: la crisi di fame di Ullrich nella tappa del Galibier).
In definitiva non due mosche bianche, ma addirittura immacolate.


La crisi di fame di Ullrich? Non la ingigantirei, la verità, come ammette lo stesso Ullrich, è che già dopo il Tour del 1997 Jan non riuscì più a conciliare le teorie della scuola berlinese con l'appetito pantagruelico.
I suoi errori furono commessi in inverno, avrebbe perso anche senza la crisi di fame, presunta o concreta che fosse (io sono per il presunta, una buona scusa per nascondere una preparazione inadeguata).
Pantani come intermezzo? Chi può dirlo, forse sì, probabilmente no, in fondo per lui il 1998, dopo annate forzatamente condotte a mezza velocità, era il suo primo anno a livello "normale".

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 13/03/2006 alle 12:44
Sono d'accordo sul ruolo avuto dal Giro d'Italia nell'andamento delle prestazioni contro il cronometro da parte degli Italiani (comunque si tratta pur sempre di un ruolo, quella del Giro, di importanza inferiore rispetto a quella del declino della pista).
É stata però la salvezza del ciclismo italiano, anche se ottenuta involontariamente.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 12:47
Originariamente inviato da W00DST0CK76

c'è da dire che gli organizzatori del Tour, pur nella loro mancanza di inventiva sono rimasti sempre coerenti alla loro concezione della corsa, adatta a corridori completi, i passisti scalatori, forti sia a cronometro che in salita.


No, stai commettendo un errore di valutazione storica.
Il Tour de France si è prostituito al cronometro a partire dal 1978, con l'avvento di Hinault.
Alla faccia che marchetta...

 

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  postato il 13/03/2006 alle 12:49
Originariamente inviato da Frank VDB
Ora sento Cunego (che vinse un giro pesando 64 kg e perse una stagione intera dopo avere perso 5 kg!) che dice che gli manca x per arrivare al peso forma di 59 kg! Poi ci spiegherà lui come farà a non prenderle nelle crono del Giro e del Tour!


Condivido, e ne ho il terrore.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 12:53
Io questi anni di transizione li ho sempre definiti come tour senza nè re nè regina...
Ad ogni modo perchè scusate considerare di transizione l'anno di Pantani, e non considerare di transizione gli anni di Rijs e Ullrich? Entrambi non partivano certo favoriti alla corsa, quando vinse Rijs il faovrito era certamente Indurain, quando vinse il tedesco il favorito era Rijs che aveva vinto l'anno prima ed era anche il suo capitano, entrambi cmq non hanno saputo mai ripetersi nè hanno mai saputo reggere il peso dei favori alla vigilia...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
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  postato il 13/03/2006 alle 12:55
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da Frank VDB
Ora sento Cunego (che vinse un giro pesando 64 kg e perse una stagione intera dopo avere perso 5 kg!) che dice che gli manca x per arrivare al peso forma di 59 kg! Poi ci spiegherà lui come farà a non prenderle nelle crono del Giro e del Tour!


Condivido, e ne ho il terrore.


Non cambia la sostanza, il concetto è validissimo, però credo, e chiedo conferma, che Cunego vinse il Giro pesando 59 kg e affrontò il 2005 pesando 54kg.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 13:12
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
La crisi di fame di Ullrich? Non la ingigantirei, la verità, come ammette lo stesso Ullrich, è che già dopo il Tour del 1997 Jan non riuscì più a conciliare le teorie della scuola berlinese con l'appetito pantagruelico.
I suoi errori furono commessi in inverno, avrebbe perso anche senza la crisi di fame, presunta o concreta che fosse (io sono per il presunta, una buona scusa per nascondere una preparazione inadeguata).


se si fosse trattato di preparazione sbagliata, Ullrich nella tappa di Albertville non sarebbe riuscito a fare il numero che poi effettivamente fece.
A Les Deux Alpes il tedesco beccò quasi 4 minuti da Bobby Julich e gliene arrivarono davanti almeno una trentina: se non è crisi di fame questa...

Chi avrebbe vinto senza quella crisi? boh!
Certamente il percorso era più adatto alle caratteristiche di Ullrich.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 13:15
Originariamente inviato da riddler

Io questi anni di transizione li ho sempre definiti come tour senza nè re nè regina...
Ad ogni modo perchè scusate considerare di transizione l'anno di Pantani, e non considerare di transizione gli anni di Rijs e Ullrich? Entrambi non partivano certo favoriti alla corsa, quando vinse Rijs il faovrito era certamente Indurain, quando vinse il tedesco il favorito era Rijs che aveva vinto l'anno prima ed era anche il suo capitano, entrambi cmq non hanno saputo mai ripetersi nè hanno mai saputo reggere il peso dei favori alla vigilia...


in teoria nè il 1997 nè il 1998, avrebbero dovuto essere anni di transizione, bensì i primi del nuovo monarca (Ullrich): ci pensò però la sua fame atavica a cambiare la storia.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 13:22
Piccolo controsenso: ieri nella crono della Tirreno abbiamo avuto 4 italiani nei primi 10 piazzati nella cronometro.

Non dico che il problema non esista, per carità - se vediamo il piazzamento di Pinotti prende parecchio a male -, ma volevo sottolineare la "curiosità" dell'apertura di un thread simile nel giorno in cui si è sviluppata una buona cronometro (visti i precedenti) da parte dei corridori italiani.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 13:34
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Piccolo controsenso: ieri nella crono della Tirreno abbiamo avuto 4 italiani nei primi 10 piazzati nella cronometro.

Non dico che il problema non esista, per carità - se vediamo il piazzamento di Pinotti prende parecchio a male -, ma volevo sottolineare la "curiosità" dell'apertura di un thread simile nel giorno in cui si è sviluppata una buona cronometro (visti i precedenti) da parte dei corridori italiani.


caro Mario, ho pensato di aprire questo thread non come commento al risultato della crono di ieri che non ho potuto nemmeno seguire in TV visto che nelle mie zone il maltemo ha "oscurato" la Rai, la mia era una semplice riflessione sull'approccio degli italiani a questa specialità basata soprattutto sui "precedenti" da te stesso citati.
Il mio auspicio è quello di vedere corridori sempre più completi, in grado di lottare anche per il Tour in grado di eccellere in salita senza prendere camionate di minuti a cronometro.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 13:40
Probabilmente Wood voleva sottolineare che è mancato l'acuto di un italiano, in fondo il miglior italiano è stato Ballan (quinto si, però a 38") quando magari ci si aspettava qualcosa di + da Basso...

 

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  postato il 13/03/2006 alle 13:48
Sì, sì, Wood... avevo sottolineato che anche secondo me il problema esiste e la necessità che sia discusso... per carità... facevo soltanto notare la "curiosità statistica", se vogliamo chiamarla così...

Riddler, se ti aspettavi di più da Basso credo che tu abbia dimenticato che Ivan quest'anno punta a Giro e Tour (maggio e luglio)...

 

[Modificato il 13/03/2006 alle 13:50 by Monsieur 40%]

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  postato il 13/03/2006 alle 13:49
A livello di professionisti, la differenza la fa molto anche la squadra di appartenenza più che la nazionalità. Discovery e CSC soprattutto curano molto le cronometro. Ieri 5 dei primi 10 appartengono a CSC e Discovery. Il peggior Discovery (Padrnos) è arrivato 55° a 1:50 da Cancellara.
Io sono convinto che Ullrich alla Discovery o alla CSC vincerebbe il Tour a mani basse grazie ai minuti guadagnati a cronometro.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 13:52
No no Mario quello che mi aspetto da Basso è di non vedere + quello che ha combinato lo scorso anno a S. Etienne, dove sono sicuro di poter affermare che in quella discesa Eugene Rambler sarebbe andato + veloce!

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:23
Originariamente inviato da antonello64
se si fosse trattato di preparazione sbagliata, Ullrich nella tappa di Albertville non sarebbe riuscito a fare il numero che poi effettivamente fece.


Oh, può essere che Ullrich sia un bugiardo, che ti devo dire, facevo riferimento alle sue parole.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:39
In linea di massima sono d'accordo sull'analisi fatta dal bravo Aranciata... il problema-crono risiede soprattutto nella crisi del settore pista, e sarà bene che questo discorso venga approfondito nella stanza dei bottoni del nostro ciclismo.
In ogni caso qualche buon cronoman in Italia ce l'abbiamo (tre nomi su tutti: Basso, Savoldelli e Bruseghin, ma ho visto che anche Ballan comincia a prendere confidenza con la specialità): il problema è che di questi tre, solo Bruseghin viene schierato nella prova iridata a cronometro... come mai? Rifiuto dei corridori, o abbaglio del commissario tecnico? Sarei più portato a pensare la prima delle due...

Originariamente inviato da riddler

No no Mario quello che mi aspetto da Basso è di non vedere + quello che ha combinato lo scorso anno a S. Etienne, dove sono sicuro di poter affermare che in quella discesa Eugene Rambler sarebbe andato + veloce!

Massimo, a pelle credo che il problema di Basso nelle discese non sia una cosa facilmente migliorabile, tutt'altro: viene da un fattore psicologico che nasce da quando l'atleta intraprende la bicicletta... che dire, forse a Basso servirebbe una seduta di psicanalisi, piuttosto che allenamenti in bici!
E il discorso vale ovviamente anche per chi invece in discesa va molto forte, come Savoldelli, Celestino o lo stesso Cunego.

PS: alla crisi di fame di Ullrich sul Galibier io invece ci credo eccome, così come dico che senza di quella è difficile che Pantani sarebbe riuscito a vincerlo, quel Tour...

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:43
Basti pensare che a parte la crono mondiale e quella del campionato italiano, mi sembra ci siano solo altre due prove a cronometro, giri esclusi.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:51
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

Basti pensare che a parte la crono mondiale e quella del campionato italiano, mi sembra ci siano solo altre due prove a cronometro, giri esclusi.


Una è quella della Tirreno. Il Brixia di solito ha una breve cronoscalata, quindi non la terrei in considerazione.
la Firenze Pistoia, causa il suo collocamento a fine ottobre, direi che non fa testo.
Se la Settimana Coppi e Bartali ha una crono individuale, siamo effettivamente a due.

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:53
Ops...ho omesso dilettanti!!!
Ma effettivamente manco i proff ne hanno di più...

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:55
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Se la Settimana Coppi e Bartali ha una crono individuale, siamo effettivamente a due.

C'è solo la cronosquadre alla seconda semitappa della prima giornata (Misano-Misano, 12 km).

 

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  postato il 13/03/2006 alle 14:56
No no Mario quale abbaglio dei commissari tecnici, altrimenti cosa si dovrebbe dire del ct degli Usa che al posto di Armstrong e Zabriskie ha messo in campo ai recenti mondiali Julich?
E' chiaro che sono i corridori che si rifiutano, cmq il discorso non è legato esclusivamente alla prova mondiale, è legato anche al tour in modo specifico e alle corse a tappe in generale...

 

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  postato il 13/03/2006 alle 15:01
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da antonello64
se si fosse trattato di preparazione sbagliata, Ullrich nella tappa di Albertville non sarebbe riuscito a fare il numero che poi effettivamente fece.


Oh, può essere che Ullrich sia un bugiardo, che ti devo dire, facevo riferimento alle sue parole.


non è un bugiardo.
Lui non era al livello dell'anno precedente, ma non era neanche da buttare: le due crono le vinse abbastanza nettamente, e senza quella crisi se la sarebbe giocata anche per la classifica generale.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 15:04
Originariamente inviato da marco83
Massimo, a pelle credo che il problema di Basso nelle discese non sia una cosa facilmente migliorabile, tutt'altro: viene da un fattore psicologico che nasce da quando l'atleta intraprende la bicicletta... che dire, forse a Basso servirebbe una seduta di psicanalisi, piuttosto che allenamenti in bici!


mi pare che Bugno, per superare i suoi problemi in discesa, avesse usato una terapia che includeva l'ascolto della musica di Mozart: se funziona, quest'anno in discesa sarò un missile.

 
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  postato il 13/03/2006 alle 15:07
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

Ops...ho omesso dilettanti!!!


L'anno scorso tra i dilettanti, nel calendario italiano, ci sono stati (escluse le cronoscalate):

Memorial Marchina, 1.19 di 27km
Trofeo provincia di Brescia, 1.20 di 11km, gli ultimi 3 in salita
GP Unipol, 1.20 di 27km
S.Vendemiano, 1.19 di 27 km valida anche come Campionato Veneto
Campionato Italiano Cronometro Under 23
Cronoprologo del Giro delle Dolomiti
Trofeo Cibimetal, 1.19 di 24km
Memorial Marilena, 1.19 di 24km
Memorial Fardelli, 1.19 di 23km
Coppa del Mobilio, 1.19, crono di 34km valida per la combinata

In sostanza una decina di prove, più tre o quattro cronoscalate, più quelle del calendario estero.

 

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