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Autore: Oggetto: I professionisti corrono troppo?

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
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  postato il 09/03/2006 alle 10:05
Questa l’esternazione di Paolo Savoldelli pubblicata sulle pagine dell’eccellente tuttobiciweb.it.
Con estrema sintesi il Falco sostiene che dai tempi di Alberto Tomba in poi gli Italiani avrebbero dovuto capire che sono finiti i tempi di Stenmark e Merckx, dovrebbe essere evidente che lo sport è in mano agli specialisti e che non è possibile dilatare la stagione come accadeva un tempo, ed anche il Pro Tour dovrebbe tenerne conto.
Adorni dal canto suo ne prende atto, constata che è aumentata la qualità degli allenamenti e con essa è aumentato il tempo dedicato alla preparazione, a discapito del tempo dedicato all’agonismo.
Nulla di nuovo in fondo, anzi si rasenta l’ovvietà perchè quella descritta non è altro che l’immagine fedele del ciclismo nell’epoca di Armstrong, Ullrich, Cipollini, Museeuw, Bartoli, Bettini etc etc, dunque più che le dichiarazioni sono le intenzioni a suscitare delle riflessioni.
Una cosa però va detta, ovvero che da sempre la storia del ciclismo si gioca attorno ad una decina di corse, non di più, queste corse non sono altre che quelle conosciute come "Classiche Monumento", il Campionato del Mondo, il Tour de France e il Giro d’Italia, più due o tre competizioni a piacere, o a rotazione, a seconda del periodo storico.
La leggenda del ciclismo è stata fondata su queste strade.
Dico dunque che Savoldelli ha ragione se ritiene che sia oramai assurdo pretendere di vedere corridori importanti impegnarsi in corse di secondo piano come la Parigi Nizza o il Paesi Baschi o il Romandia, la sua critica è perciò costruttiva e oltremodo utile in questo frangente se intende esprimere l’esigenza percepita dal plotone di sfoltire un calendario, quello del Pro-Tour, ideato con proponimenti anacronistici che non tenevano conto della conclamata tendenza dei corridori più importanti a concentrarsi solo ed esclusivamente sui grandissimi appuntamenti internazionali, unita all’impossibilità per le squadre di trascurare gli appuntamenti dei rispettivi calendari nazionali, oggi inclusi nel circuito europeo dell’UCI, ritenuti giustamente minori ma irrinunciabli per atleti e squadre originati da una radicata tradizione e ad essa definitivamente legati.
Il parere di Savoldelli è dunque benvenuto all’interno della disputa tra Uci Pro Tour e Grandi Organizzatori, giacchè i corridori erano proprio, tra le parti in causa, quella che meno di tutte aveva fatto sentire la propria voce.
Non sarà facile però rivoluzionare il calendario del Pro Tour, dal momento che le corse meno significative sono quelle organizzate dagli alleati dell’Uci nella lotta contro Aso, Rcs e Unipublic.
La mia impressione è che il Pro Tour debba morire, annullando lacci e vincoli pluriennali, perchè ci si possa mettere al tavolo per ridisegnare il tutto.

Se invece l'opinione di Savoldelli non avesse avuto altro scopo che quello di difendere la validità della concenzione del ciclismo espressa da Armstrong e Ullrich e dai rispettivi preparatori, non si potrà che essere in disaccordo.

 

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Davide

 
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Utente del mese Gennaio 2009




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Registrato: Apr 2005

  postato il 09/03/2006 alle 11:33
Davide mi trovi daccordo sulle riflessioni dell'odierno
"sistema ciclismo" che pone gli atleti su un piano secondario,
direi quasi proletario.

Sulle motivazioni della dichiarazione del Falco mi viene da sospettare
che sia giusta "la seconda che hai detto".
Spero di sbagliarmi e che siano solo le prime scintille di un
pensiero del gruppo.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 12:10
Mi dispiace ripetermi, ma da Savoldelli non mi aspetto delle considerazioni diverse. Ho già scritto in questo forum, come Savoldelli abbia, a parte la scorsa stagione quando è andato al Tour per aiutare Armstrong, corso esclusivamente per andare forte un mese all'anno, a maggio. Infatti, a parte i 2 Giri, si ricordano le sue vittorie al Romandia e al Trentino. Sarà stato pure bravo, a massimizzare i risultati nel suo così "lungo" periodo di forma, ed è sicuramente un corridore dotato e intelligente, però il fatto che lui abbia sempre ignorato la gran parte del calendario, credo sia un fatto incontrovertibile.
Il suo passaggio alla Discovery, non poteva certamente cambiare questa sua tendenza a mirare un solo obiettivo all'anno, anzi paradossalmente, ha allungato un pò la stagione, doppierà nuovamente Giro e Tour, che è il minimo, che ci si possa aspettare da un corridore che vince 2 Giri d'Italia. Ma il punto non è questo.
Ma se un professionista, cioè una persona che è pagata, e nel caso di Savoldelli anche bene, per andare in bici, non riesce a raggiungere almeno 2 picchi di condizione distanziati in un anno, non è una cosa un pò strana?
Il Pro Tour non è fatto benissimo, forse si potrebbe togliere qualche corsa o fare a rotazione con altre corse adesso escluse, e sicuramente, 16 o 17 squadre, sarebbero sufficienti.
Ma per quale motivo, corse come la Tirreno, il Romandia, la Parigi Nizza, Giro di Svizzera, non devono essere onorate al massimo dai grandi corridori, essendo quelle le corse che oltre al Giro, al Tour o alle classiche, hanno fatto da sempre importanti i palmares dei grandi corridori?
Nel Tennis, tutti vorrebbero vincere certamente i 4 tornei dello slam, ma ci sono altri tornei ambitissimi come Roma, Montecarlo, Indian Wells e Amburgo, che nessuno osa relegare fra le cose di "contorno" o di allenamento.
Facciamo piuttosto risaltare l'importanza di quelle grandi corse, riducendo fortemente quelle davvero di secondo piano, e pensiamo che la stessa stampa, le TV o gli sportivi non strettamente appassionati di ciclismo, nemmeno si accorgono se Boonen vince 6 corse in 6 giorni in Qatar, e che con un calendario di corse di ripiego così fitto, le stesse corse monumento, fanno fatica a mettersi più in risalto e a calamitare l'attenzione che meriterebbero.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 12:59
Tutto è opinabile e rispetto la tua opinione, Mont Ventoux.
Tuttavia ritengo che le vittorie nella Parigi Nizza o nel Romandia non abbiano fatto la storia di niente, semmai fanno da corollario alla storia, nello stesso modo nel quale una cornice appropriata può valorizzare un quadro importante.
Ma una cornice non sarà mai una tela d'autore, anche se l'arte contemporanea pare avere talvolta un'opinione differente.
Personalmente non me ne frega niente della Tirreno o dello Svizzera, per esempio mi lascia indifferente che Cunego possa correre il Romandia piuttosto che il Trentino.
Ma provo dolore quando i campioni fanno delle scelte che tendono ad escludere la Sanremo piuttosto che Liegi o il Lombardia, oppure il Giro, per privilegiare altri obbiettivi.
Quanto a Savoldelli, ho scelto di pesare le sue dichiarazioni, non la sua carriera.

 

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Davide

 
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Livello Liegi-Bastogne-Liegi




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  postato il 09/03/2006 alle 13:17
È assurdo la verità!! tutti sapiamo che vuol dire essere un sportista professionale. la vita dell sportista è allenarsi, viaggiare e competere.

la gente normale lavora 8 ore ogni giorno con solo due di ripposo alla settimana e con 1 mesi di vacanze all'anno e tutto per poco denaro. allora, se un sportista all'anno già li pagan lo che una persona normale non riceve in 5 o 10 anni o in tutta la vita è di giustizia che l'sportista sia obbligatto a lavorare duro ed a partecipare in molte gare durante tutta la stagione.

che la vitta dell'sportista è dura,siii, ma uno non sta obligatto a essere sportista.


 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 13:26
Le dichiarazioni di Savoldelli, sono appunto inquadrabili nella carriera che ha fatto. Non credo che quelle stesse dichiarazioni le sentiremo fare mai a Bettini o Zabel o Vinokourov.
La realtà è che proprio l'ingordigia di corse di "paese", il vero male del ciclismo attuale. Un campione corre in Spagna, un altro fa un circuito in Belgio, un altro corre in Italia, e se va bene, ci si vede tutti o quasi, al Tour. Altro che Giro di Svizzera come "cornice", un ciclismo rispettoso della sua grandeur, evidenzierebbe di più l'importanza di una corsa del genere, e comunque, nel ciclismo d'oggi, lo stesso Giro d'Italia fuori dall'Italia non viene considerato e pesato molto più del Giro di Svizzera. E lo stesso discorso vale per la Vuelta. Conta solo il Tour.
Questa situazione si risolve solo snellendo radicalmente il calendario, distanziando accuratamente le corse che contano, se no in nome dell'internazionalizzazione e della capillarizzazione delle corse ciclistiche, va a finire che non si distinguono più le corse che contano dalle altre, con la conseguenza che appunto, non solo nelle grandi corse ci sono molte assenze, ma che proprio per questo, le stesse grandi corse, non vivono più dei confronti fra i grandi corridori, perdendo in qualità e prestigio. Quante assenze di peso, registriamo ogni anno al mondiale? Tante, troppe. Quanto incidono i mancati confronti ripetuti fra i grandi, sull'appeal del ciclismo? Tanto, tantissimo.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 13:33
Personalmente mi trovo d'accordo con Mont Ventoux... Savoldelli è uno che ha corso sempre molto molto poco e le sue vittorie sono sempre state il Giro o corse di preparazione al Giro. Stop. Mai la nazionale, sebbene a crono si difenda, mai uno stare in testa al gruppo in una classica.

E' vero che il calendario pro-tour va sfoltito, è vero che la storia del ciclismo si fa su 10-12 grandi corse. Ma è anche vero che la storia e la popolarità di questo sport si è anche sempre giocata sulla presenza capillare dei grandi a tutte le corse, dai grandi palcoscenici alle corse di periferia.

Mi rendo conto che non possiamo più tornare a quei tempi, ma sentire dire che adesso i corridori corrono troppo mi pare assurdo. Corse come il campionato nazionale o il campionato mondiale sono snobbate da tanti big. E allora sembra che con questo criterio avvallato da Savoldelli, la storia si faccia su una-due corse scelte dall'atleta stesso.

In questi ultimi anni, al di là della simpatia o dei risultati ho nutrito grande stima per quei corridori come Jalabert, Bugno, Casagrande, Bartoli, che ogni anno onoravano il calendario con la partecipazione alle classiche e ad almeno una corsa a tappe.


(tra parentesi c'è qualcosa di giusto anche nell'intervento di Trueno anche se il paragone sportivo-lavoratore regge dal punto di vista etico, molto meno quando si pensa alla diverso incarico che viene dato ai due tipi di lavoro).

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 14:58
Originariamente inviato da mont ventoux
Le dichiarazioni di Savoldelli, sono appunto inquadrabili nella carriera che ha fatto. Non credo che quelle stesse dichiarazioni le sentiremo fare mai a Bettini o Zabel o Vinokourov.
La realtà è che proprio l'ingordigia di corse di "paese", il vero male del ciclismo attuale. Un campione corre in Spagna, un altro fa un circuito in Belgio, un altro corre in Italia, e se va bene, ci si vede tutti o quasi, al Tour. Altro che Giro di Svizzera come "cornice", un ciclismo rispettoso della sua grandeur, evidenzierebbe di più l'importanza di una corsa del genere, e comunque, nel ciclismo d'oggi, lo stesso Giro d'Italia fuori dall'Italia non viene considerato e pesato molto più del Giro di Svizzera. E lo stesso discorso vale per la Vuelta. Conta solo il Tour.
Questa situazione si risolve solo snellendo radicalmente il calendario, distanziando accuratamente le corse che contano, se no in nome dell'internazionalizzazione e della capillarizzazione delle corse ciclistiche, va a finire che non si distinguono più le corse che contano dalle altre, con la conseguenza che appunto, non solo nelle grandi corse ci sono molte assenze, ma che proprio per questo, le stesse grandi corse, non vivono più dei confronti fra i grandi corridori, perdendo in qualità e prestigio. Quante assenze di peso, registriamo ogni anno al mondiale? Tante, troppe. Quanto incidono i mancati confronti ripetuti fra i grandi, sull'appeal del ciclismo? Tanto, tantissimo.


Non trovo un filo logico che mi soddisfi nel tuo ragionamento.
Io sostengo che debba essere valorizzato un piccolo gruppo di corse nelle quali non può essere tollerata l'assenza di un grande campione.
Non mi turba che all'estero il Giro sia paragonato allo Svizzera, anche se per me si tratta della tua opinione e niente più, l'importante invece è che per qualità il Giro è tremendamente superiore, come sempre, come tuttora accade, del resto è nettamente superiore anche rispetto alla Vuelta.
Delle corse periferiche, come la Parigi Nizza, o come quello che ti pare, penso che sia giusto e doveroso che sia il "mercato" a decretarne la vita o la morte, non le trovo importanti al punto di essere tutelate da uno scatolotto come il Pro Tour, si difendono bene da sole.
Tornando a Savoldelli, vedo che ti risulta difficile capire che ho estrapolato un discorso più ampio, che esulasse dalla particolarità del suo caso.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 15:18
ho letto l'articolo di Tuttobiciweb e penso che Savoldelli abbia preso una cantonata micidiale: fa l'esempio di Rocca e dimentica che il calendario dello sci dello sci è stato criticato per i motivi opposti a quelli da lui citati (troppo spazio tra gli ultimi slalom e gigante di coppa del mondo e le gare olimpiche).
Se fai il gigante, devi fare solo quello? Evidentemente deve essergli sfuggito che un certo Bode Miller l'anno scorso (mica secoli fa) ha vinto in tutte le discipline, e quest'anno Maier e Raich sono stati capaci di vincere in tre specialità differenti, per non parlare poi di quello che succede nello sci femminile.
Vuole correre di meno? ma se lui corre già solo due mesi all'anno!! sono troppi anche due mesi?
Se un discorso del genere lo avessero fatto Moser e Saronni lo avrei accettato: oggi, con tutti i corridori che vanno forte al massimo per quattro mesi l'anno, e nei restanti periodi gareggiano solo per onor di firma, una teoria del genere mi pare improponibile.
"Alla Tirreno-Adriatico ci sono quasi tutti i big, ma quelli che pensano al Giro o al Tour faranno solo presenza". E allora? qual'è il problema?
Intanto i big richiamano l'interesse della gente e dei media, e questo non fa mai male, ma la stessa cosa se vogliamo si può dire di tutte le corse del calendario tranne il Tour e il Mondiale.
Se poi lui ha problemi a correre quando non è al 100%, può anche stare a casa, sicuro che la sua assenza non la noterà nessuno: non può però parlare di un suo problema personale come se fosse un problema di tutto il ciclismo mondiale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 15:27
Alcuni corrono troppo altri poco è un discorso non generico!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 15:43
Che vuoi che ti dica Antonello, io in questi anni ho sempre ritenuto inaccettabile che Armstrong non facesse altro che il Tour, che Ullrich lo seguisse a ruota, che Simoni andasse al Tour solo per fare presenza, oppure che in Italia alcune squadre fossero costruite solo ed esclusivamente attorno alla figura del velocista, etc etc.
Nel 2005 abbiamo visto basso staccare la spina dopo il Tour, quest'anno Cunego non ha in programma Liegi e forse neppure il Lombardia, non sono segnali che mi piacciono.
Molti corridori snobbano anche il Campionato del Mondo (non è il caso dell'Italia, ci pensa Ballerini a lasciare a casa i campioni).
Allora la logica è questa: concediamo qualcosa alle squadre del pro Tour, togliamo dal Pro Tour tutte le brevi corse a tappe che servono solo a preparare altre corse, togliamo corse senza storia come Germania, Polonia, Benelux, Plouay, Eindhoven etc etc, ma si pretenda una maggiore e più attiva partecipazione dei corridori di primo piano ad un ristretto numero di prove (almeno ue Grandi Giri e meno di una decina di corse in linea, ovvero 50 giorni di gara).
Si trovino dei meccanismi opportuni per agevolare questo proponimento.
Per me il Pro Tour deve comprendere solamente i tre grandi giri, non più di una decina di corse in linea e, tra le brevi corse a tappe, solo lo Svizzera.
Le altre corse minori si facciano concorrenza leale.
Allo stesso modo il lotto delle squadre Pro Tour non può superare le 18 unità, e andrebbe rivisto pure il concetto di diritto/dovere di partecipazione alle prove, almeno per ciò che riguarda i Grandi Giri.

 

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Davide

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 19:57
Il mio ragionamento è lineare, e sei stato l'unico a non capirlo, mentre altri hanno, hanno scritto interventi simili al mio. Su Savoldelli, ci sono altri pareri simili a quello che ho dato io, ma tu te la prendi solo con me per aver infilato nel discorso Savoldelli. Sul Giro, ti arrabbi perchè ho detto sostanzialmente la verità, come se io fossi contento della scarsa considerazione di cui gode all'estero la nostra corsa a tappe. Dici che l'importante è che il Giro sia di qualità infinitamente superiore alla Vuelta, ma dimentichi, che come la Vuelta, la lotta per la maglia rosa è da parecchi anni un campionato nazionale...come dire, stai facendo tutto tu, nel senso che stai cercando di coinvolgermi in una polemica personale alla quale non sono minimamente interessato.
Nell'ultimo messaggio dice più o meno le stesse cose mie, cioè che bisogna valorizzare le grandi corse, solo che aggiungi che butteresti fuori dal Pro Tour più o meno la metà delle gare attuali. Anche per me alcune corse potrebbero ruotare, non è questo il punto.
Il vero problema che non cogli, e sul quale tu trovi il mio discorso incomprensibile e senza un filo logico, è che Coppi, Merckx o Hinault, hanno potuto onorare interamente i calendari della loro stagione, perchè alla Sanremo si arrivava con 3000 KM nelle gambe, mentre adesso li hanno fatti già a fine dicembre, perchè devono andare a correre in Malesya, in Qatar o alle Baleari a Gennaio, corse delle quali non si accorge nessuno, ma che i corridori sono chiamati a fare per impegni contrattuali, riempiendo il loro score di gare annuali di corse che non lasciano nulla, ma che sono comunque impegnative e stressanti. Come ci si fa a lamentare poi delle assenze, come fai tu, nelle grandi corse?
Ma se è il calendario a essere disumano e alienante!
Se vogliamo un ciclismo fatto di grandi duelli continuati durante l'anno, dobbiamo innanzitutto fare pulizia nel calendario internazionale. Non è buttando fuori Plouay dal Pro Tour, che tra l'altro è una corsa bellissima e che si svolge in un posto dove il ciclismo è amatissimo, che si risolvono le cose...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:03
Ventoux, anche il tuo ultimo post è zeppo di contraddizioni, all'interno del medesimo e pure in rapporto con quanto hai scritto prima.
Tendi già al vittimismo, perchè dovrei illustrarti i tuoi errori, facendoti un favore?
Applicati.

 

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Davide

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 20:13
Non hai nessun argomento, e ti nacondi dietro a quella che tu definisci incoerenza, per nascondere la tua incapacità dialettica. Infine, senza saper neanche chi sono, scendi pure sul piano dell'accusa personale, dicendo che sono abituato a fare il vittimista...d'accordo PROFESSORE, chiedo umilmente scusa, cercherò di non mettere più in evidenza le sue limitate conoscenze ciclistiche. E le consiglio anche di non cercare di applicarsi...non ne caverebbe molto.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:24
Originariamente inviato da mont ventoux

Il mio ragionamento è lineare, e sei stato l'unico a non capirlo, mentre altri hanno, hanno scritto interventi simili al mio. Su Savoldelli, ci sono altri pareri simili a quello che ho dato io, ma tu te la prendi solo con me per aver infilato nel discorso Savoldelli.


Perchè non c'entra una mazza, Antonello per esempio ha criticato l'opinione di Savoldelli ed ha fatto bene, ma a che serve stare qui a discutere su cariatidi come Armstrong, il Falco o Ullrich.
I loro vizi vanno combattuti, discutiamo sul come, che me ne frega di fare il processo alla carriera di Savoldelli o di Simoni o di Armstrong?

Sul Giro, ti arrabbi perchè ho detto sostanzialmente la verità, come se io fossi contento della scarsa considerazione di cui gode all'estero la nostra corsa a tappe.


Ma che me ne frega? Ma che c'entra con questo argomento? Vedi che sei un pistolino che cerca zizzania e poi piangiucchia se il Bottecchia lo bacchetta? Moccolone.

Nell'ultimo messaggio dice più o meno le stesse cose mie, cioè che bisogna valorizzare le grandi corse, solo che aggiungi che butteresti fuori dal Pro Tour più o meno la metà delle gare attuali.


Stocafisso, altro che "più o meno le tue stesse cose", è un concetto diametralmente opposto.

Il vero problema che non cogli, e sul quale tu trovi il mio discorso incomprensibile e senza un filo logico, è che Coppi, Merckx o Hinault, hanno potuto onorare interamente i calendari della loro stagione, perchè alla Sanremo si arrivava con 3000 KM nelle gambe, mentre adesso li hanno fatti già a fine dicembre, perchè devono andare a correre in Malesya, in Qatar o alle Baleari a Gennaio, corse delle quali non si accorge nessuno, ma che i corridori sono chiamati a fare per impegni contrattuali, riempiendo il loro score di gare annuali di corse che non lasciano nulla, ma che sono comunque impegnative e stressanti.


Invece la Parigi Nizza la corrono gratis. Però, caro Moccolone, ti faccio presente che i 18000km al posto dei 3000km di un tempo, li farebbero comunque, con o senza Qatarro e altre fesserie simili, sveglia!

Non è buttando fuori Plouay dal Pro Tour, che tra l'altro è una corsa bellissima e che si svolge in un posto dove il ciclismo è amatissimo, che si risolvono le cose...


Di corse bellissime è pieno il ciclismo, e parimenti il ciclismo ha appassionati ovunque, anche in Venezuela pensa un po', dobbiamo inventarci corse Pro Tour in ogni dove, anche quando sono senza storia come Plouay?
A proposito, il 25 settembre dov'era il vincitore di Plouay? A Madrid forse? No eh?
Non hai capito una mazza, altro che Mont ventoux, se sei la collinetta di San Siro ti va già bene.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:27
Originariamente inviato da mont ventoux

Non hai nessun argomento, e ti nacondi dietro a quella che tu definisci incoerenza, per nascondere la tua incapacità dialettica. Infine, senza saper neanche chi sono, scendi pure sul piano dell'accusa personale, dicendo che sono abituato a fare il vittimista...d'accordo PROFESSORE, chiedo umilmente scusa, cercherò di non mettere più in evidenza le sue limitate conoscenze ciclistiche. E le consiglio anche di non cercare di applicarsi...non ne caverebbe molto.


Grazie bello, da qui sono scappati pure il prebois e il suo amico dalla testa umidiccia, figurati se mi impressionano le tue astrazioni.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:34
A parte poi che il Tour è la più grande puttanata degli ultimi sette anni, meglio un campionato nazionale che un criterium preconfezionato.
La farsa gialla.

 

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Davide

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 20:42
Non hai smontato una vite del mio ragionamento, non hai trovato una sola contraddizione, hai solo delle opinioni diverse, sulle quali io, pur non condividendole, non sono intervenuto denigrandole o disprezzandole.
Ti atteggi a professorino, facendo una figura meschina, mi dai del moccolone, mi dai del piagnucolone... ma gli insulti non creano una sola ragione. Come si dice...te la canti e te la suoni, fai tutto da solo, e continuerai a farlo probabilmente.
Inutile dirti, che la tua furia distruttiva verso il mio ragionamento, proprio perchè immotivata e assolutamente non argomentata, dimostra solo un tuo stato di frustazione, spero momentaneo, che hai cercato di sfogare nei miei confronti, col primo che hai incontrato. La tua "Fanta" è scaduta. Se invece si tratta di spremute di arance, ti consiglio di non berti quelle che hanno fatto la muffa.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:44
Mi pare tu esageri..
Armstrong non mi è mai stato molto simpatico anzi.. ma definire il tour una farsa .. e degno del livello di un criterium

Nel 2000 c'e' un meraviglioso duello con marco e una tappa quella di Morzine stupenda
2003 non è stato malvagio

E' vero non son stati dei tour spettacolari ma quando uno domina è cosi'
Quelli di Hinault o Indurain eran spettacolari ?
Forse non te li ricordi..

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:48
Originariamente inviato da mont ventoux

Non hai smontato una vite del mio ragionamento


Come faccio a smontare un ragionamento che non esiste?
Ho messo in evidenza le contraddizioni delle tue opinioni sparse, perchè un filo logico nel tuo ragionamento non è reperibile, caro moccolone.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:50
Originariamente inviato da forzainter

Mi pare tu esageri..
Armstrong non mi è mai stato molto simpatico anzi.. ma definire il tour una farsa .. e degno del livello di un criterium

Nel 2000 c'e' un meraviglioso duello con marco e una tappa quella di Morzine stupenda
2003 non è stato malvagio

E' vero non son stati dei tour spettacolari ma quando uno domina è cosi'
Quelli di Hinault o Indurain eran spettacolari ?
Forse non te li ricordi..


Cazzarola, Fabio, sai benissimo che l'espressione "farsa gialla" non si riferisce certo alla spettacolarità della corsa, nè in positivo nè in termini negativi, era tutt'altro riferimento.
Ciao

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 20:54
domando scusa , pensavo ti riferissi all'intera corsa (la piu' grande puttanata..)

Certo riguardo lance.. (diciamo che concordo in pieno)

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 20:56
La cosa più divertente di questo tuo delirio, è che tutti si accorgeranno, leggendolo, dei tuoi complessi di frustazione. Non c'è stato un solo intervento in tuo favore, eppure tu vai avanti a testa bassa contro quello che ho scritto io, non stai ricevendo uno straccio di appoggio, ma probabilmente molta commiserazione da parte degli altri ciclowebisti.
Da persona che non capisce una mazza di ciclismo, da moccolone, da piagnucolone, da collinetta di San Siro quale sono, mi stai riservando un'attenzione spropositata. Magari, se non ti costa troppo, oltre agli insulti, aggiungi qualche argomentazione.
La tua figura meschina rimarrebbe, ma almeno potresti salvarti la faccia.

 
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Livello Gastone Nencini




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  postato il 09/03/2006 alle 21:07
C'e' da fare una distinzione tra professionisti ben retribuiti e chi ha lo stipendio da operaio! I professionisti che guadagnano molto vedi i
Basso, Di Luca,Valverde, Ullrich, Vinokourov, Savoldelli etc..... non possono lamentarsi in quanto fanno una cio' che gli piace (correre in bici ad alti livelli) e gia' questo e' una grande fortuna.Inoltre per quello che guadagnano e' normale che debbano fare dei sacrifici. Chi per me si puo' lamentare sono i corridori che prendono dai 1100 ai 2500 euro al mese, fanno enormi sacrifici, ore e ore di allenamento per riportare stipendi da operai. Fidatevi ci sono molti corridori che prendono tali stipendi anche nelle squadre professional, e di certo una volta finita la carriera ciclistica non si sono sistemati, e molti di loro vanno a lavorare in fabbrica. Insomma una vita piena di sacrifici. Conosco un ex-professionista che ha corso per la Mercatone Uno ai tempi di Pantani che abita dalle mie parti e vi assicuro che adesso lavora in fabbrica perche' con lo stipendio che prendeva da professionista ci pagava le spese che sostiene una famiglia normale!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 21:07
Originariamente inviato da mont ventoux

La cosa più divertente di questo tuo delirio, è che tutti si accorgeranno, leggendolo, dei tuoi complessi di frustazione. Non c'è stato un solo intervento in tuo favore, eppure tu vai avanti a testa bassa contro quello che ho scritto io, non stai ricevendo uno straccio di appoggio, ma probabilmente molta commiserazione da parte degli altri ciclowebisti.
Da persona che non capisce una mazza di ciclismo, da moccolone, da piagnucolone, da collinetta di San Siro quale sono, mi stai riservando un'attenzione spropositata. Magari, se non ti costa troppo, oltre agli insulti, aggiungi qualche argomentazione.
La tua figura meschina rimarrebbe, ma almeno potresti salvarti la faccia.


Cara Collinetta, sei così sicuro che io sia così frustrato e complessato? Perchè provi tanto interesse per la mia vita privata? Chi sei, Tom Ponzi?
Figura meschina? Faccia da salvare?
Ben vengano le figure meschine, a patto che a rinfacciarmele sia tu o qualcuno di inconcludenza pari.
Quando a farmelo notare sarà un Morris, un Felice, un Marco Grassi, un Mestatore, un Dancelli, un Casaldi...insomma ci siamo capiti, non sto a farti l'elenco completo (ce ne sono altri, certo), ecco, allora sì terrei in considerazione la critica.
Ma le tue scorregge, abbi pazienza...

 

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Davide

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 21:22
Provo a farmi spazio nell'aspra battaglia dialettica sulle dichiarazioni di Savoldelli.

Il Falco dice che non è possibile dilatare la stagione e che bisogna specializzarsi.
Sono spiacente, mio caro aranciata_bottecchia, ma anch'io scelgo la tua seconda ipotesi: Savoldelli parla così per difendere il ciclismo praticato dalla sua squadra.
Una squadra americana può anche permettersi di ragionare così.
Non dimentichiamoci che la US Postal ha interrotto un lungo e proficuo rapporto di sponsorizzazione anche perchè non poteva certo permettersi di spendere palate di soldi per fare attività in Europa, quando nel vecchio continente non trasportano neanche una cartolina postale.

E' da parte dell'UCI che ci vorrebbe una politica più vicina allo sport, per evitare di snaturarlo e di renderlo noioso (e quindi poco appetibile dagli sponsor, ricordo).
Non si può pretendere dagli sponsor una scelta così drastica: o investi grosse cifre (tipo 10 milioni di €), corri dove ti dico io anche se a te non te ne frega nulla, ti costringo ad avere un organico enorme e dispendioso... oppure farai solo corse di secondo piano.
Il calendario è stato demenziale: 153 giorni di corsa da fare con 8-9 corridori ogni volta sono una richiesta eccessiva, forse solo 4-5 team se lo possono veramente permettere e lo facevano già prima.
Non si possono mescolare corse monumento, classiche, semiclassiche, gare inventate su due piedi (Eindhoven Team Time Trial, il Giro di Polonia che esisteva da pochi anni ed era una corsetta, ecc.).

Per quanto riguarda le corse extra PT, si continua a inventarne di nuove.
Dove manca il blasone, una collocazione intelligente in calendario e un percorso tecnicamente accettabile, arrivano i soldi e improvvisamente al campione del mondo interessa vincere le corse nel deserto.
Si assiste al fenomeno già diffuso nel calcio, dove da fine luglio in poi è un fiorire di amichevoli e improbabili trofei.

Con una sfoltita al calendario, le corse che la gente conosce riacquisteranno tutto il loro spettacolo, e le altre saranno una ribalta per i giovani promettenti o per chi corre nelle piccole squadre.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 21:32
Ah si certo...le tue ingiurie invece mi impediranno di dormire la notte visto il rispetto e la riverenza che l'umanità intera nutre nei tuoi confronti. Hai fatto una figura orrenda, e non perchè tu abbia idee diverse dalle mie, ma perchè è evidente che avevi voglia di prendere di mira qualcuno e di litigarci, con provocazioni e prese in giro da professorino. Ripeto, chiunque legga i tuoi messaggi se ne accorgerà facilmente. Mi sembra che in passato, in questo forum, tu sia stato protagonista di vicende simili con altri utenti, tutte causate dalla tua supponenza e dalla tua voglia di mettere in crisi forzatamente gli interventi degli altri, e non perchè ogni intervento non sia in sè opinabile e soggettivo, ma perche ti ergi a maestrino da 4 soldi che sminuzza gli interventi degli altri, e si mette a costruire illazioni gratuite, a mettere sulla bocca, anzi sulla tastiera degli altri, delle cose che magari uno non ha neanche pensato. Il tuo è tutto un artifizio, un giochetto smontabile degno di una persona che ha voglia di seminare zizzanie artatamente. Ma è un giochetto da poverini, oltre che da persone che hanno molto tempo da perdere.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 21:36
non credo che il problema sia il calendario troppo affollato: lo sarebbe se i corridori si sentissero in obbligo di essere competitivi tutto l'anno ed in tutte le corse alle quali prendono parte, ma siccome così non è non vedo cosa cambierebbe lo sfoltimento del calendario.
Se un corridore punta a una o due corse all'anno, qual'è la differenza tra l'avere in calendario 100 corse o averne 300?
A parte le corse dove l'atleta correrà per il risultato (due o tre), le altre verranno sempre usate per allenarsi e rifinire la forma: non credo che eliminare le gare minori servirebbe a cambiare questo atteggiamento.

Credo piuttosto che Savoldelli volesse rivendicare il diritto ad andar forte per una sola corsa all'anno, come faceva il suo ex-capitano: faccia pure, non c'è problema, purchè non pretenda che tutta la carovana debba seguirlo in questa battaglia anti-storica e anti-sportiva.

Per il Pro-Tour, la mia opinione è che 15-16 corse sarebbero più che sufficienti: i quattro grandi giri nazionali (ci metto anche la Svizzera), le classiche monumento, i due mondiali (anche quello a cronometro), e altre 5 classiche che potrebbero anche ruotare (attualmente inserirei Amstel, Freccia, San Sebastian, Zurigo e Parigi-Tours), ma non per un fatto numerico, semplicemente perchè al di fuori di queste non ci sono corse degne (per prestigio e tradizione) di stare nel Pro-Tour.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 09/03/2006 alle 21:49
Lo sfoltimento del calendario, servirebbe a non seppellire le grandi corse completamente, a farle risaltare di più. Così, c'è troppo sperpero di forze da parte dei corridori, con una conseguente dispersione degli stessi in tante corse che si svolgono contemporaneamente, e allo stesso tempo, si crea solo confusione, le corse vengono misurate quantitivamente e non pesate per il loro valore intrinseco.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 22:14
Originariamente inviato da lozarpavel
C'e' da fare una distinzione tra professionisti ben retribuiti e chi ha lo stipendio da operaio! I professionisti che guadagnano molto vedi i
Basso, Di Luca,Valverde, Ullrich, Vinokourov, Savoldelli etc..... non possono lamentarsi in quanto fanno una cio' che gli piace (correre in bici ad alti livelli) e gia' questo e' una grande fortuna.Inoltre per quello che guadagnano e' normale che debbano fare dei sacrifici. Chi per me si puo' lamentare sono i corridori che prendono dai 1100 ai 2500 euro al mese, fanno enormi sacrifici, ore e ore di allenamento per riportare stipendi da operai. Fidatevi ci sono molti corridori che prendono tali stipendi anche nelle squadre professional, e di certo una volta finita la carriera ciclistica non si sono sistemati, e molti di loro vanno a lavorare in fabbrica. Insomma una vita piena di sacrifici. Conosco un ex-professionista che ha corso per la Mercatone Uno ai tempi di Pantani che abita dalle mie parti e vi assicuro che adesso lavora in fabbrica perche' con lo stipendio che prendeva da professionista ci pagava le spese che sostiene una famiglia normale!


Sono d'accordo, e questo aspetto bene si incastra nelle mie considerazioni: una squadra costretta a partecipare a competizioni che non rappresentano un valido ritorno economico (come accade per esempio ad una squadra italiana che participa a Parigi Nizza o Delfinato), preferirebbe poter correre le corse più gradite al proprio sponsor, almeno quando si parla di competizioni minori e non dei monumenti del ciclismo.
Perchè? Perchè se lo sponsor è contento, circoleranno più soldi.
Ma anche così ci sarebbe un problema. Quale? Il mediocre potere sindacale dei corridori. Sono i corridori l'anello debole in tutta la vicenda Pro Tour, la loro opinione non ha alcun peso (e non mi riferisco certo a Savoldelli).

 

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Davide

 
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  postato il 09/03/2006 alle 22:21
Premessa che io mi trovo d'accordo con Ventoux sul fatto che proprio Savoldelli dovrebbe essere l'ultimo ad aprire bocca, dico semplicemente la mia...
Spulciando sull'enciclopedia del ciclismo (memoire du ciclysme) beh ero curioso di vedere un pò le medie generali, del tour e ho scoperto che quando vinse ad esempio Coppi, la media generale era di 31,7 km./h, quando vinse Merckx la media superò (ma solo quando vinse lui, prima si avvicinava a 34) dicevo superò di poco i 35, adesso superiamo i 41, mi sembra un pò sballato rispetto alle tecnologie attuali, soprattutto se consideriamo che le tappe pianeggianti sfiorano sempre i 50 all'ora...
Certamente non penso che si possa andare a oltre 40 all'ora sia al giro che al tour che alla vuelta, mica sono superman...
Ed è anche chiaro che vanno così forte grazie anche a qualcosa di magico...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 22:40
Originariamente inviato da cassius
Sono spiacente, mio caro aranciata_bottecchia, ma anch'io scelgo la tua seconda ipotesi: Savoldelli parla così per difendere il ciclismo praticato dalla sua squadra.


Perchè sei spiacente? Quelle esposte sono solo apparentemente due ipotesi, in realtà non c'è scelta.
Nella prima "ipotesi" ho espresso la MIA opinione, ovvero il fastidio per l'approccio verso il ciclismo tipico della generazione di savoldelli, Armstrong, Heras, Ullrich, Simoni etc etc, sottolineando come, se da un lato è asfissiante l'obbligo per le squadre verso corse che non meritano questa attenzione, d'altro lato è inaccettabile l'assenza dei campioni dagli appuntamenti importanti, che tutti assieme non sommano più di 50 giorni di corsa (scegliendo ovviamente due Grandi Giri su tre).
Nella seconda ipotesi, attraverso una domanda retorica, ho collocato l'unica concreta intenzione di Savoldelli, alla quale non ho dato importanza perchè risaputa, ovvia, scontata, evidente già da tempo.
Come dire, anzichè la luna qualcuno si è soffermato sul dito che la indicava (non mi riferisco a te, sia chiaro).

Il calendario è stato demenziale: 153 giorni di corsa da fare con 8-9 corridori ogni volta sono una richiesta eccessiva, forse solo 4-5 team se lo possono veramente permettere e lo facevano già prima.
Non si possono mescolare corse monumento, classiche, semiclassiche, gare inventate su due piedi (Eindhoven Team Time Trial, il Giro di Polonia che esisteva da pochi anni ed era una corsetta, ecc.).


Penso che nessuno possa dire che siamo in disaccordo.
Vorrei fare notare altre incongruenze: l'obbligo a partecipare contemporaneamente a Parigi Nizza e Tirreno Adriatico, con danno evidente soprattutto per le squadre italiane.
La sovrapposizione (anche solo per un giorno) tra Delfinato e Svizzera costringe le squadre italiane a dirottare sulla corsa francese una parte dell'attenzione, mentre storicamente lo Svizzera era una corsa molto gradita ai nostri colori.
La sovrapposizione poi del Catalogna al Giro d'Italia e del Polonia alla Vuelta a España, con danno per i Grandi Giri italiano e spagnolo.
Insomma, dimezzare il calendario Pro Tour sarebbe la sola soluzione razionale.

Per quanto riguarda le corse extra PT, si continua a inventarne di nuove.
Dove manca il blasone, una collocazione intelligente in calendario e un percorso tecnicamente accettabile, arrivano i soldi e improvvisamente al campione del mondo interessa vincere le corse nel deserto.
Si assiste al fenomeno già diffuso nel calcio, dove da fine luglio in poi è un fiorire di amichevoli e improbabili trofei.
Con una sfoltita al calendario, le corse che la gente conosce riacquisteranno tutto il loro spettacolo, e le altre saranno una ribalta per i giovani promettenti o per chi corre nelle piccole squadre.


Io sono d'accordo, me ne parlò in un'intervista anche Adriano Amici che organizza il Giro dell'Emilia: ci sono troppe corse.
Ma il suo punto di vista era preciso: bisogna eliminare quelle organizzate male e privilegiare quelle gradite ai gruppi sportivi.
Lapalissiano, no?
Evidentemente se i gruppi sportivi vanno in Qatar, significa che la corsa è gradita, per un motivo o per un altro.
Tuteliamo le grandissime corse storiche, perchè non si ripetano casi come quelli della Bordeaux Parigi o della Parigi Bruxelles, nobili scomparse o decadute, ma per le altre corse si lasci spazio all'offerta del mercato.

 

[Modificato il 09/03/2006 alle 23:01 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/03/2006 alle 22:52
Originariamente inviato da antonello64
non credo che il problema sia il calendario troppo affollato: lo sarebbe se i corridori si sentissero in obbligo di essere competitivi tutto l'anno ed in tutte le corse alle quali prendono parte, ma siccome così non è non vedo cosa cambierebbe lo sfoltimento del calendario.
Se un corridore punta a una o due corse all'anno, qual'è la differenza tra l'avere in calendario 100 corse o averne 300?
A parte le corse dove l'atleta correrà per il risultato (due o tre), le altre verranno sempre usate per allenarsi e rifinire la forma: non credo che eliminare le gare minori servirebbe a cambiare questo atteggiamento.


Presumo che tu ti riferisca alle corse esterne al Pro Tour.
Se è così, io sono d'accordo, però gli organizzatori più seri lamentano un'eccessivo affollamento del calendario (le squadre possono fare delle scelte, gli organizzatori no), una sorta di concorrenza sleale da parte di organizzatori appassionati ma cialtroni.
Dunque sì al libero mercato, ma devono essere fissate delle regole nel cui esclusivo ambito ci si debba muovere, a mio avviso.

Per il Pro-Tour, la mia opinione è che 15-16 corse sarebbero più che sufficienti: i quattro grandi giri nazionali (ci metto anche la Svizzera), le classiche monumento, i due mondiali (anche quello a cronometro), e altre 5 classiche che potrebbero anche ruotare (attualmente inserirei Amstel, Freccia, San Sebastian, Zurigo e Parigi-Tours), ma non per un fatto numerico, semplicemente perchè al di fuori di queste non ci sono corse degne (per prestigio e tradizione) di stare nel Pro-Tour.


Sono completamente d'accordo: la questione numerica derivava appunto dalla considerazione sul peso storico delle corse, si oscilla tra i 50 e i 60 giorni di corsa per un campione che si cimentasse, più o meno competitivamente, in tutti gli obbiettivi pesanti.

 

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  postato il 09/03/2006 alle 23:04
Originariamente inviato da mont ventoux

Ah si certo...le tue ingiurie invece mi impediranno di dormire la notte visto il rispetto e la riverenza che l'umanità intera nutre nei tuoi confronti....


Accidenti che filippica! Che rospo avevi in gola!
Dimmi, ma sei davvero sicuro che la persona frustrata sia io?
Sogni d'oro.

 

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Davide

 
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  postato il 09/03/2006 alle 23:29
Essendo tu abituato a sproloquiare, ti sembra strano che io abbia cercato di far capire il senso delle tue provocazioni gratuite, dando le dovute spiegazioni. Tu invece sei abituato a sentenziare, a dare lezioni insindacabili, a mettere gli scolari dietro la lavagna, a considerarti sempre dalla parte della ragione...è triste vantarsi di cotanta miseria...
 
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  postato il 09/03/2006 alle 23:36
Originariamente inviato da mont ventoux

Essendo tu abituato a sproloquiare, ti sembra strano che io abbia cercato di far capire il senso delle tue provocazioni gratuite, dando le dovute spiegazioni. Tu invece sei abituato a sentenziare, a dare lezioni insindacabili, a mettere gli scolari dietro la lavagna, a considerarti sempre dalla parte della ragione...è triste vantarsi di cotanta miseria...


Quindi ti sei riconosciuto nella parte dello scolaretto bacchettato?
É un problema tuo.
Ciao

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/03/2006 alle 00:03
Secondo me i corridori non corrono troppo, anzi credo che corrano in media abbastanza meno di quanto facessero i loro predecessori negli anni 80.
Credo invece che si allenino troppo. Ho letto con sorpresa, se non addirittura sgomento, che Basso, che ricordo punta al Giro ed al Tour, si è presentato alla Milano-Torino con 5.000 Km sulle gambe!!!
Mi ricordo che facevano già impressione alla fine degli anni 90 i 4.000 Km di Zabel prima delle sue Sanremo vincenti.
Questo eccesso di allenamento secondo me è una delle ragioni della eccessiva specializzazione, i corridori infatti arrivano alle corse disgustati dalla bici e una volta ottenuto il risultato che si erano imposti (o peggio neanche avendolo ottenuto) non hanno più la forza mentale per cercare di vincere ancora (o di rifarsi).
Altra ragione della specializzazione temo sia stato l'aumento del doping che permette di preparare scentificamente una o poche corse con la "certezza" di avere tutta la benzina necessaria per vincere.

Arrivando al problema del pro-tour, non credo che questo causi dei danni ai corridori, infatti faticano di meno stando a fondo gruppo in una tappa del Tour de Pologne che facendo da soli una allenamento tirato.
Semmai causano danni a alla corsa del pro-tour a cui partecipano, che vede tra i corridori dei semplici gitanti.
Mi sembra che la soluzione più interessante al problema pro-tour ed alla partecipazione forzata delle squadre l'abbia individuata Aranciata "complotto" "bisontino" "ecc" Bottecchia: diminuire il numero di prove del pro-tour (anche se per me in modo meno drastico), diminuire il numero di squadre pro-tour e, cosa più importante di tutte, "pretendere una maggiore e più attiva partecipazione dei corridori di prima fascia ad un numero ristretto di prove".
A me non interessa tanto che tizio o Caio corra da febbraio a novembre ma che sia presente a tutte le corse importanti che si adattano alle sue caratteristiche, in pratica quello che ha fatto Tom Sboronen l'anno scorso.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/03/2006 alle 00:17
Chiaro, la preparazione ha assunto proporzioni inusitate, con o senza Qatar Boonen si presenterebbe alla Sanremo (e poi nelle Fiandre) con un carico impressionante di kilometri nelle gambe.
Dovrebbero trovare un meccanismo che possa mitigare questa esasperazione.
Ovviamente il pro-tour è fondato non su criteri di valorizzazione sportiva, ma piuttosto economici e clientelari, fatto che complica le cose.

PS ovviamente io comincerei riducendo drasticamente le cronometro ed abolendo rigorosamente qualsiasi corsa priva di dislivelli altimetrici degni di nota, i soli che possano ridurre la forza d'urto di un plotone lanciato a tutta.
Sono rimedi empirici che possono contribuire a far iniziare un mutamento nel corso degli, influenzando progressivamente il modo di correre del plotone e quello di concepire il ciclismo, a mio avviso.

 

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Davide

 
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  postato il 10/03/2006 alle 00:23
Davide, come sai, io non sono così contrario alle crono, che considero la prova più agonisticamente "pura" del ciclismo, ma condivido la necessità di rendere le corse più dure per contrastare lo strapotere del gruppo.
Questo però senza stravolgere la caratteristica classica delle corse, la Paris-Tour o la Sanremo non dovranno mai diventare terreno per passiti-scalatori, ma continuare nella loro evoluzione.
Le due corse, prese come semplice esempio, hanno "indurito" il percorso negli anni e dovranno continuare a farlo.

 
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  postato il 10/03/2006 alle 00:31
Io ripeto negli anni 80 c'erano + km. a crono e si andava + piano in media e si facevano + gare, se ci fossero gli stessi km. a crono di allora, sicuramente si griderebbe allo scandalo...
Ma invece se prendessimo l'esempio del mondiale? Ossia ridurre il nr dei componenti di ogni squadra? Ad esempio + squadre, ma che possono annoverare al massimo 6 corridori, non sarebbe meglio? Ammesso che sia fattibile la cosa...

 

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  postato il 10/03/2006 alle 00:41
Originariamente inviato da Ottavio
Davide, come sai, io non sono così contrario alle crono, che considero la prova più agonisticamente "pura" del ciclismo, ma condivido la necessità di rendere le corse più dure per contrastare lo strapotere del gruppo.
Questo però senza stravolgere la caratteristica classica delle corse, la Paris-Tour o la Sanremo non dovranno mai diventare terreno per passiti-scalatori, ma continuare nella loro evoluzione.
Le due corse, prese come semplice esempio, hanno "indurito" il percorso negli anni e dovranno continuare a farlo.


Ottavio, io non sono affatto contrario alle crono, mi piacciono pure (anche se preferirei che la tv evitasse il ping pong tra un corridore e l'altro ma ne seguisse pochi, per apprezzarne appieno stile e difetti), ma sono ostile a tutto ciò che attualmente sottendono (generalizzando, sia chiaro).
Sul resto, d'accordissimo con te.

 

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  postato il 10/03/2006 alle 00:43
Originariamente inviato da riddler

Io ripeto negli anni 80 c'erano + km. a crono e si andava + piano in media e si facevano + gare, se ci fossero gli stessi km. a crono di allora, sicuramente si griderebbe allo scandalo...
Ma invece se prendessimo l'esempio del mondiale? Ossia ridurre il nr dei componenti di ogni squadra? Ad esempio + squadre, ma che possono annoverare al massimo 6 corridori, non sarebbe meglio? Ammesso che sia fattibile la cosa...


Massimo, è aumentato il "peso" dei cronokilometri, non la distanza, ed è aumentato il "peso" del plotone, non solo la velocità.
Sul perchè, si può discutere a lungo.

 

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  postato il 10/03/2006 alle 00:51
Interessante invece la proposta di ridurre il munero di corridori per squadra, ma su questo aspetto i Team del pro tour hanno fatto le barricate, ostili soprattutto all'invito di ulteriori formazioni continentali (perchè la riduzione da nove ad otto uomini finirebbe comunque per aprire le porte a nuove wild card, ripristinando il valore numerico del plotone, 200 corridori).
Bisogneebbe ridurre il numero dei corridori per squadra e ridurre il "volume" del plotone a 160 o 170 corridori.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/03/2006 alle 01:39
Mi tocca tornare all'annosa questione del Tour, la corsa più importante del mondo.
Il Tour è tutto?
Se così fosse, perchè in Germania ci sono dei fessi che si sbattono per organizzare un Giro di Germania ad alti livelli?
Che gliene frega, se il Tour è tutto, perchè il Tour non basta?
Il Giro non conta nulla all'estero? Davvero?
Perchè gli stessi organizzatori del Giro di Germania si propongono esplicitamente (ed utopisticamente) di scalzare il Giro dal ruolo di seconda corsa a tappe per importanza? Ma non si trattava di una corsa dimenticata?
Philippe Gilbert, un francese gli chiede quale sia la corsa più bella, a parte quelle della Vallonia.
Che risponde? Il Giro d'Italia.
E il Tour? Il buon Gilbert riconosce che il Tour ti da notorietà immensa, ma sostiene che il Giro d'Italia è una corsa più bella e più emozionante.
Mica male per una garetta poco considerata all'estero.
Il Tour è tutto?
Suvvia, mi si dicesse che la figa è tutto, avrei ben poco da obbiettare e quel poco lo passerei sotto silenzio, ma il Tour...

 

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Davide

 
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  postato il 10/03/2006 alle 08:03
Sarebbe un topic interessante ma mi pare che qualcuno abbia degenerato e, sia pure a causa di una evidente ed encomiabile passione per la discussione e per il ciclismo, non abbia saputo limitare la propria verbosità (Aranciata hai occupato quasi il 50% del topic tra cui gli ultimi 4 post )
 
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