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Autore: Oggetto: Imprese ciclo-fotografiche

Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 07:50
Giorno 5: del Mortirolo e del Gavia, 117 km, 3300m+


Mortirolo e Gavia, è il giorno. Quando arrivo davanti all’ufficio informazioni sono già tutti pronti, manco solo io. Lascio lo zaino in ammiraglia e si parte subito in direzione Mazzo di Valtellina. C’è un po’ di insicurezza sulla strada da fare, pare che quella che evita le gallerie sia chiusa per frana. Un modo per passare ci deve essere per forza però!

Infatti a un certo punto troviamo un’indicazione più chiara che mai: “percorso per i ciclisti”. In pratica una salita di circa 3-4 km fuori programma, tanto per scaldare un po’ le gambe. A proposito, stanno benone! Durante la discesa superiamo la frana con una “pista ciclabile” costruita per l’occorrenza, e ci accorgiamo che il resto della discesa è decisamente pendente. A farla alla rovescia sono dolori.



Zig zag continui nel groviglio di strade per evitare la statale sulla quale non possiamo andare. È come una specie di superstrada, a finire sotto qualche macchina si fa presto. Evitarla del tutto però non ci riesce, perché a un certo punto ci si infiliamo dentro, ma accorgendoci dell’errore torniamo indietro. Chiediamo informazioni a una signora che ci dice che ci possiamo passare “perché dei ciclisti prima ci sono passati”. Il problema è che quei ciclisti eravamo noi!

Così, fra una cosa e l’altra arriviamo nella piazza della chiesa a Mazzo, lì ci aspettano i nostri “ds”, per alleggerirci prima della scalata. Sono l’unico a non posare il casco, ho paura di prendere delle frescate in quota. Per il resto mi libero di qualsiasi cosa, eccetto la macchina fotografica. Facciamo le foto all’imbocco della salita, attimo di concentrazione e via.



L’ultima, e unica, volta che ho fatto il Mortirolo è stata due anni fa, in occasione del giro. Mi piacque in una maniera esagerata. Vuoi per il calore del pubblico, per l’atmosfera, per le pendenze o non so cos’altro. Una volta è bastata per dire “questa è la mia salita preferita”. Adesso è la riprova, senza atmosfera del giro, vivendo la salita nella sua intimità.




 

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Fabio

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 07:51
Mi ricordavo che l’inizio era una delle parti più semplici, ma stavolta mi sembra che l’inizio sia troppo breve. Tira già da subito, ma scelgo di salire senza forzare, tranquillamente, è lunga e dopo c’è il Gavia. Il gruppetto si fraziona già dal primo metro, io rimango con Sergio, ha il passo giusto. Entriamo nel bosco e sento arrivare un po’ di quella magia che mi ricordavo, fa uno strano effetto. Vorrei fare tante foto, ma un po’ per evitare di ribaltarsi e un po’ per poca voglia ne faccio poche.



Arriviamo così nel tratto che mi ricordavo perfettamente, il più duro. Mi accorgo di avere ancora il 23, ero convinto di avere il 26 mannaggia! Lo inserisco, il 29 lo tengo per dopo. Madonna come sale, e come mi piace questa sua regolarità, questo silenzio, questo profumo di bosco, questi tornanti che diminuiscono, questa valle che è sempre più lontana e più in basso. Bello che sei Mortirolo!



Monumento di Pantani, lo sguardo corre veloce lungo il tornante. È un attimo e siamo già proiettati al tornante successivo. Mi accorgo che Sergio ogni volta che la strada tende a spianare leggermente aumenta un po’ il passo. Un po’ mi dà noia, le gambe frizzano, il cuore reclama perché forse troppo rilassato su una salita del genere. Ormai non manca molto però, e infatti la salita tira un po’ meno.

In uno dei tratti dove spiana di più il “marescià” aumenta sensibilmente e perdo qualche metro. Poi un tornante, ritornano pendenze attorno al 9% e decido che forse è il momento di togliersi lo sfizio su questa salita sempre più bella. Butto giù un dente e imposto un passo regolare, senza esagerare, ma deciso. Lo riprendo e tempo poco rimango da solo. A questo punto continuo così come ho iniziato. Il cuore si è già abituato e mi sento davvero bene.





Un maledetto camion che scende mi costringe a mettere il piede a terra. Poche centinaia di metri dopo accade lo stesso perché due trattori occupavano tutta la sede stradale, costringendomi a passare nel fango della banchina. La stizza se ne va così velocemente come è venuta quando l’arco di trionfo che non c’è mi introduce alla radura dei pascoli. Il bosco finisce e inizia la fine. Sono emozioni troppo belle, indescrivibili, non mi rendo conto nemmeno della fatica. Arrivare sul passo è un attimo, così come rendersi conto che questa è veramente la mia salita preferita. Non so se è la più bella, ma so perfettamente che da qualche parte dentro di me c’è qualcosa che mi lega a questa ascesa.
Intanto sono arrivati tutti, mangiamo e facciamo le foto. Sergio mi dice che ci abbiamo messo 1h5’, un minuto in più di quando lo feci l’altra volta, il giorno del giro, che salii a tutta! Forse stavolta avrei potuto scendere sotto l’ora, ma non mi interessa molto, c’è anche il Gavia da fare ed è meglio essersi trattenuto un po’.


 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 07:53
La discesa verso Monno è davvero molto bella, strada abbastanza stretta e curve tecniche. È un piacere buttarsi giù al massimo delle mie capacità, non eccelse ma sufficienti a divertirsi. In fondo aspetto gli altri e mi spoglio un po’, in cima nell’attesa sono congelato e mi sono messo addosso tutto quello che avevo.



Prima di arrivare a Ponte di Legno ci fermiamo a mangiare. Forse 3 panini sono troppi, a ripartire ti ci voglio. E infatti la ripartenza è traumatica, faccio parecchia fatica. I falsopiani, neanche troppo difficili, sono brutti colpi per le gambe e l’unica speranza che ho è quella di cominciare la salita il più presto possibile. Infatti ad arrivare a Ponte di Legno non ci mettiamo molto. Seguiamo i cartelli per il passo, ma ci fanno passare fuori dal paese, facendo un paio di km di salita, per poi riscendere su di esso.



Per questo il “Taglia” e il “Landa” litigano per un po’. Ci pensa il Gavia però a placare le polemiche. La salita è iniziata. Sinceramente non mi sta piacendo per niente. Sembra una statale di primo livello e a livello di paesaggi non regala niente. Salgo a regime ridotto per aspettare tutti, evitando di congelare in cima come prima. Il sole se ne è anche andato, così come la vastità di colori che faceva risplendere fino a un attimo fa.




Dal nulla la strada si restringe a metà, entra nel bosco. Tutto cambia registro, sia come durezza che come bellezza. Adesso si comincia a ragionare, quantomeno sulla bellezza di questo passo, per le pendenze ne facevo volentieri a meno, più che altro per le pochissime pedalate al minuto. È proprio bella però, e sale quasi come il Mortirolo. Un cartello nascosto a chi sale indica il 16%, me ne accorgo solo voltandomi per vedere il Landa che sistema il freno che strusciava sulla ruota. Caritatevoli.




Il cartello successivo invece non è nascosto, è un 14% chiarissimo dalla testa alle gambe. Poi finisce il bosco, la valle si apre intorno a noi e il solo peccato è che il sole manca e non rende merito a tutto quello che sta intorno. La strada priva di parapetti è un toccasana per l’occhio e per i sensi. Sembra di aver trovato la strada per l’eden. È tutto favoloso, mi perdo tra sensazioni e scatti che non riescono a immortalare a sufficienza quello che riesco a vedere.



 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 07:54
Poi il terrore. La galleria. L’accordo è che la macchina ci scorterà da dietro, così da evitarci brutte esperienze. Invece io, Sergio e Mauro che eravamo un po’ più indietro rispetto a Mario e al Landa ci troviamo a iniziarla senza macchina, che è avanti. Una strizza terribile, e lunga. Da non sapere dove è il muro, la striscia di mezzeria, ah giusto, fortunatamente la sede stradale è più larga!



Aumento il passo perché voglio porre fine a questo terrore, ma sento arrivare da dietro una macchina. Chiudo gli occhi come per prepararmi all’impatto, e contraggo i muscoli del viso. La macchina passa senza mettermi sotto ed è una liberazione, ma mai paragonabile a quella della visione della luce, la fine della galleria. Quasi da commuoversi, esco e mi rendo conto di essere salvo. E quasi in cima.





Meno di 3 km, impegnativi, con le nuvole sempre più scure e il freddo sempre più pungente. La gola pizzica e le gambe pure, ma l’anestesia più efficace che c’è è vedere quel rifugio, quel varco fra le rocce e quel cartello così grande e stranamente spoglio di adesivi. Anche oggi è fatta, scendiamo che è meglio va.


 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 08:53
Che spettacolo!

 

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Premio These Dicks Award 2010

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 09:22

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 27/08/2010 alle 21:30
Eccomi qui anch'io per mettere qualcosa realizzato ieri: in tre, giro ad anello Prato - Santa Maria - passo Umbril - passo dello Stelvio e ritorno a Prato dal versante altoatesino.
Le condizioni atmosferiche, diversamente da quelle trovate da Plata, sono state splendide: sole caldo e cielo terso per tutto il percorso.
Vista su Malles nella direzione del passo di Resia.

Mustair, patrimonio culturale vivente.

La foto con il fondista è per Slegar (se sfoglia qui).

Lo sterrato, postato anche da Plata

Ormai ben fuori dal bosco

Si vede il passo dello Stelvio; il passo Umbrail si sta avvicinando.


Lungo la salita fino al passo Umbrail abbiamo incontrato solamente 5 o 6 ciclisti nella nostra direzione, mentre numerosi erano quelli che scendevano.
Ho trovato la salita da questo versante molto interessante perché varia negli scenari e nelle pendenze.
Sui tornanti della discesa dal versante italiano, circa a quota 1.700, c'è stata una foratura. Abbiamo sperimentato per la prima volta la bomboletta istantanea di riparazione della camera d'aria (neve di carnevale); ha funzionato davvero prontamente e la ruota è rimasta ben gonfia fino alla macchina.




 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 21:56
È proprio vero che con il sole è tutta un'altra cosa... sembra ci siano mille colori in più! Davvero bellissimo, complimenti Anna

 

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  postato il 27/08/2010 alle 22:20
Grazie Plata, la mia velocità non è di certo la tua, inoltre, faccio solo una salita lunga per volta.
Complimenti a te!
Quando l'altro giorno avevi postato le immagini con la neve a quota 2.300 mi era venuto un tonfo al cuore perché credevo di non poter realizzare il mio desiderio. Invece la neve si è sciolta rapidamente e non cola va nulla sulla strada. L'asfalto e lo sterrato erano completamente asciutti. Nemmeno sui pendii più alti erano rimaste macchie residue bianche.
Era un altro mondo rispetto a quello che hai visto tu.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 27/08/2010 alle 22:25
Le immagini con al neve si riferiscono a Lunedì 16. Già nel giro di Martedì quando ho fatto appunto l'Umbrail da Santa Maria, c'era rimasta pochissima neve. Giovedì 19 ho fatto l'Umbrail da Bormio e poi lo Stelvio da Prato... l'unica giornata veramente bella delle mie vacanze, e di neve in cima non ce n'era proprio più!

Domani non avrò tempo di postare il resoconto, riprenderò Lunedì


Leggendoti, mi sa che hai trovato anche una giornata con minor trnsito sull'Umbrail. Magari erano anche altri orari, ma io ho trovato un discreto (e inatteso) traffico...

 

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  postato il 27/08/2010 alle 23:11
Originariamente inviato da plata

Le immagini con al neve si riferiscono a Lunedì 16. Già nel giro di Martedì quando ho fatto appunto l'Umbrail da Santa Maria, c'era rimasta pochissima neve. Giovedì 19 ho fatto l'Umbrail da Bormio e poi lo Stelvio da Prato... l'unica giornata veramente bella delle mie vacanze, e di neve in cima non ce n'era proprio più!

.

Con le date ora capisco perché la neve era sparita.
Che bei gironi ti fai! Mi vien da dire "Plata umbreago de Umbrail"
Buona prosecuzione....

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/08/2010 alle 08:34
Giorno 6: dell'Umbrail e dello Stelvio, 104 km, 3300 m+


È una mattina bellissima e pare che oggi il soglia voglia scortaci per tutto il giorno. Mi godo i primi raggi della mattina attendendo gli altri. Quando arrivano mi accorgo di essere l’unico a mezze maniche. Stamani mi prendo questa licenza senza troppo pensare, la salita inizia subito. Da Bormio si punta subito al primo gpm di giornata: l’Umbrailpass, quota 2500 metri.



Dicono che il versante nobile dello Stelvio sia quello altoatesino, ma a me da Bormio proprio non dispiace. Varia, con le sue semicurve del primo tratto, i tornanti che introducono alle gallerie, queste che introducono alla serie di tornanti preceduti da un tratto al 14%, i tornanti che introducono alla conca brulla e desolata, e questa che per la prima volta ti fa vedere il passo, lassù.



Già lunedì ero salito, c’era la neve e un freddo micidiale. Oggi c’è il sole ed è come farlo la prima volta, tutto mi pare diverso. E più bello. Me la godo, me la godo come fosse l’ultima salita della vita, sembra di vivere un’esperienza irripetibile. E sono belle anche le gallerie umide stamani, così come il punto spacca gambe. È bello girarsi e rigirarsi sui tornanti, guardare sopra e sotto, prendere tutto il sole che riesce a filtrare fra le cime ancora un po’ bianche.



Entrare nella conca è un’ondata di caldo dove non ti aspetti. Potrebbe durare ancora un’ora, dipendesse da me. So benissimo però che la cantoniera che sovrasta di lato la valle è il primo punto di arrivo della giornata. Siamo saliti tutti insieme e insieme arriviamo. Anche fermi si sta bene, che giornata favolosa, speriamo così rimanga.





 

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  postato il 30/08/2010 alle 08:36
Ci vestiamo, io un po’ meno del solito e iniziamo a scendere verso Santa Maria, attenzione allo sterrato. Attenzione, tanta da parte mia, e concentrazione. Mi sento veramente in pace con me stesso e con tutto, posso dedicarmi appieno a questa discesa. Solo in fondo mi accorgo di quanto sia sceso veloce, e bene. Velocissimo e sicuro di me sullo sterrato, preciso e reattivo nel tecnico tratto nel bosco dove sorpasso macchine nella via stretta con una tranquillità che quasi fa paura a ripensarci.

Tempo di pensare al resto adesso, dopo essersi alleggerito della mantellina, e puntare alle Val Venosta. Qui in vacanza, nel 2002, non beccammo neanche un giorno di sole. Non l’avrei mai detto che otto anni dopo sarei stato ricompensato. La valle risplende nel suo tepore, nei riflessi dei campanili e nei colori dei fiori fra un campo e l’altro.



Seguiamo per Prato allo Stelvio, girando prima di Glorenza. Nei pressi di Montechiaro ci fermiamo a mangiare in un posto di fortuna, senza commettere l’errore del giorno prima. Due panini bastano e avanzano, possiamo ripartire e goderci gli ultimi 3 km di pianura della giornata. All’incrocio di Prato allo Stelvio giriamo a destra e la scalata comincia.




Prima senza farsi troppo sentire, poi richiedendo un po’ di fatica a chi la percorre, la salita scorre nel suo primo tratto. Scorto il Taglia, seguo il suo passo e gli faccio silenziosamente compagnia. Una salita di 25 km, con la durezza e la regolarità che promette, ha bisogno della giusta mentalità. Forse sono troppo immerso nell’attesa del tratto storico che non faccio troppo caso al commento di Mario: “che fai potenziamento?”.



Solo quando un ginocchio inizia a reclamare e le pedalate ad essere sempre più difficoltose l’occhio scende per caso verso il movimento di centro. Che strano spessore, e che scuro sul 53. Non sarà mica..?? Lo è. Ho salito i primi 11 km di 53x19-21. Mi scappa da ridere, non riesco a trattenermi, ma come ho fatto a non accorgermene? Risalgo fino a trovare Mario fermo a una fontana, gli dico del fattaccio e giustamente mi dà del depravato mentale.




 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 30/08/2010 alle 08:36
I 48 tornanti sono iniziati da un po’, ma solo adesso, nel bosco, sembra abbiano preso una loro regolarità. Anche a livello di pendenze sento una discreta regolarità, e sento le gambe in buone condizioni. Mancano dieci km e decido di salire del mio passo, cioè in soglia. Ogni tanto ci vuole, e parto con tanta convinzione. Il ritmo che imposto è davvero buono, vado su molto bene e i km passano piuttosto velocemente.




Fra un’occhiata verso l’alto e l’altra scatto qualche foto. Un ciclista tedesco se la ride quando mi vede salire così deciso, ma al tempo stesso impegnato a fare foto nei pressi di un tornante. Accenna a un applauso e quasi fa ridere anche me, non è il momento!





Il passo adesso si vede, capisco la leggenda d’asfalto di questa salita e dell’abbondanza di tornanti che tentano di coprire la mancanza di ossigeno che in fisica insegnano a non chiamare così. La poesia però non ha leggi e linguaggi che tengano, e per me è una poesia, è la scala del ciclismo la scalata che ho davanti. Sento la fatica ma continuo a spingere, ancora efficace, e me la godo così, pagando il biglietto col sudore per tanto spettacolo.




Fare l’ultimo tornante è una fra le più belle certezze, sai che dopo c’è solo quella linea immaginaria che segna un confine fra due terre e la memoria di tutti quelli che quassù passano. Il sole stavolta è mio testimone, la neve ritirata verso l’alto e un venticello non troppo fresco rinfresca la maglietta bagnata. Bravo Fabio, è andata.

Mi metto rapidamente lo smanicato e scendo a riprendere gli altri. Giro di nuovo la bici quando vedo il Landa a circa 2,5 km dalla vetta, e verso quella risalgo con lui. Dietro c’è ancora il Taglia, ma per motivi tecnici preferisco non forzare troppo i tempi. Arrivato in cima infatti mi dirigo alle bancarelle a comprare un pensierino. E penso che è più facile attraversare gli Champs Élysées all’ora di punta che la strada quassù adesso. C’è veramente il mondo, ma ce n’è tanto sotto di noi, e dopo un bel panino forse è meglio raggiungerlo di nuovo.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 30/08/2010 alle 12:50
Originariamente inviato da annasci
La foto con il fondista è per Slegar (se sfoglia qui).

Grazie

La zona tra Silandro - Lago di Resia - S.ta Maria (Müstair) è, a mio modesto parere, il più bel fondovalle dell'intero arco alpino.

E' qualche anno che non mi avventuro in "imprese" ciclistiche su passi alpini; in compenso questo mese sono passato in zona con un piccolo trekking Pejo Terme - Val Martello - Val d'Ultimo - Pejo Terme.

 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 30/08/2010 alle 22:44
Originariamente inviato da plata

........iniziamo a scendere verso Santa Maria, attenzione allo sterrato. Attenzione, tanta da parte mia, e concentrazione. Mi sento veramente in pace con me stesso e con tutto, posso dedicarmi appieno a questa discesa. Solo in fondo mi accorgo di quanto sia sceso veloce, e bene. Velocissimo e sicuro di me sullo sterrato, preciso e reattivo nel tecnico tratto nel bosco dove sorpasso macchine nella via stretta con una tranquillità che quasi fa paura a ripensarci.
...........

Ti credo che occorre molta concentrazione sullo sterrato sopre Santa Maria! Nel percorrerlo in salita mi sono detta che non mi entusiasma farlo in discesa.

E' interessante la discrizione di benessere psicofisico e performance. Queste parole possono essere scritte solo da chi le prova di persona.
Complimenti Plata per il bel giro!

 

[Modificato il 30/08/2010 alle 22:52 by annasci]


 
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Livello Eddy Merckx




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  postato il 30/08/2010 alle 23:12
Originariamente inviato da Slegar

.............. un piccolo trekking Pejo Terme - Val Martello - Val d'Ultimo - Pejo Terme.

diciamo che è un impegnativo trekking .

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Agosto 2010




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  postato il 30/08/2010 alle 23:43
Tutto è relativo
Partenza il venerdì mattina da casa, un centinaio di km di macchina, e ritorno a casa alla domenica alle 7 di sera.

Faccio il logout e cerco di terminare le scartoffie sportivo-amministrative di stasera. Buonanotte.

 

[Modificato il 31/08/2010 alle 00:17 by Slegar]


 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 31/08/2010 alle 01:19
Plata, ti odio! Meriti un ban di almeno 6 mesi, la non iscrizione alla CKC per almeno 3 anni e la cancellazione dagli albi d'oro passati.

Prima ci racconti il Mortirolo come un'esperienza appena impegnativa durante la quale si può fare e pensare (quasi) di tutto, tanto in cima si arriva in scioltezza.

Poi ci schiaffi sul muso mezzo Stelvio col 53
Sembra di leggere un Riccò qualunque.

O chiedi scusa per la tua sboronaggine oppure accetti di farti umiliare dal sottoscritto domenica 12 sul Giau alla DolomitiStar. Scegli tu


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2010 alle 07:34
Originariamente inviato da pitoro

Plata, ti odio! Meriti un ban di almeno 6 mesi, la non iscrizione alla CKC per almeno 3 anni e la cancellazione dagli albi d'oro passati.

Prima ci racconti il Mortirolo come un'esperienza appena impegnativa durante la quale si può fare e pensare (quasi) di tutto, tanto in cima si arriva in scioltezza.

Poi ci schiaffi sul muso mezzo Stelvio col 53
Sembra di leggere un Riccò qualunque.

O chiedi scusa per la tua sboronaggine oppure accetti di farti umiliare dal sottoscritto domenica 12 sul Giau alla DolomitiStar. Scegli tu



Ma magari Riccò... e magari pure la Dolomiti Stars! Quest'anno però con le trasferte ho chiuso. Avrei anche voglia di correre sinceramente, ma mi trattengo perchè non è il caso... Il 12 sarò a Firenze per il giro della Toscana, cicloturistica di 170 km... speriamo bene!

Comunque lo Stelvio di 53 mi ha distrutto un ginocchio, non è che non ha lasciato il segno Il Mortirolo invece si conferma come una bellissima salita impegnativa, ma assolutamente possibile

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2010 alle 07:36
Originariamente inviato da annasci

Ti credo che occorre molta concentrazione sullo sterrato sopre Santa Maria! Nel percorrerlo in salita mi sono detta che non mi entusiasma farlo in discesa.

E' interessante la discrizione di benessere psicofisico e performance. Queste parole possono essere scritte solo da chi le prova di persona.
Complimenti Plata per il bel giro!


Grazie Anna
Io credo che alla base di tutto ci sia la "condizione" mentale. È la chiave di volta per qualsiasi performance agostinistica o non.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 31/08/2010 alle 08:09
Giorno 7, dell'ultimo Stelvio e del Forte di Oga


Le previsioni non davano grandi aspettative per quest’ultimo giorno, ma svegliandomi mi accorgo che così male non è. Probabile che la perturbazione arrivi più tardi, meglio comunque evitare grandi imprese. Dovrò ritornare da queste parti però, perché l’idea di fare il Mortirolo da tutti e tre i versanti devo sicuramente trovare uno svolgimento.

Allora non c’è molto da pensare, forse oggi non sono nemmeno al top. Tosse e raffreddore sono apparsi con il giorno nuovo. Penso che l’ultimo Stelvio ci stia bene e dopo aver fatto colazione ed essermi cambiato sono già sulle prime docili rampe.

Appena le 7.35, macchine in giro abbastanza per Bormio, praticamente nulle sulla salita. Di ciclisti manco l’ombra, è davvero troppo presto. Ad essere mattinieri però di soddisfazioni se ne colgono. Mi immergo nell’atmosfera della salita, faccio riposare anche la macchina fotografica, e come un bagno termale i 22 km di salita mi rilassano fino all’ultimo neurone.



Quando arrivo in cima ci sono 3 persone, di cui una sono io. È bellissima questa calma, quasi paradossale se penso a ieri e al casino che c’era. Fra l’altro di ciclisti che scendevano non ne ho trovati. Sicuro non posso esserlo, ma ci sono serie possibilità di essere il primo della giornata ad essere salito quassù.



Senza troppo pensare e ghiacciare scendo verso Bormio. Decido di chiudere col pedale scalando una salita inedita, quella che porta al Forte di Oga.

Primi 4 km di medio impegno, con viste panoramiche su Bormio davvero interessanti. La Stelvio, pista da sci di coppa del mondo, si vede benissimo e mi mette una grandissima voglia di sciare. Invece non posso che pedalare, perché dopo il paesino di Oga una rampa assassina ampiamente oltre il 10% richiede tutto i mio impegno.




Superata quella non va molto meglio, le pendenze sono sempre impegnative. Fortuna che dura poco, due km e mezzo. Arrivo in cima e c’è un bar e l’arrivo di una pista da sci (infierire sulle voglie), ma non il Forte. Se c’è, per andarci c’è un impraticabile sentiero. Pazienza, sopravviverò.

Così scendo, per l’ultima volta, verso Bormio. La vacanza si chiude, mentre il diario dei ricordi si apre alla mia mente. Probabilmente rimarrà aperto, o forse chiuso per non farli volare via. Ne dubito però, ne dubito davvero.

 

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Fabio

I walk these streets, a loaded six string on my back...

"L'unico sport che pratico è seguire, camminando, i funerali dei miei amici che avevano praticato sport" Bertrand Russell

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