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Autore: Oggetto: IL PRESTIGIO DEL GIRO D'ITALIA

Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 17:54
Immagino già numerosi hara-kiri in sequenza, sento già voci che implorano perchè la smetta di parlare del giro d'italia...
Ma sono molto cattivo, perciò ne parlerò ancora.

PROLOGO
Via il dente via il dolore.
Il giro d'italia è meno prestigioso del tour de france?

Il giro d'italia è sempre stato meno prestigioso del tour de france?

La distanza tra tour e giro è sempre aumentata?


PRIMA TAPPA
Vuoi perchè il tour de france è nato prima, vuoi perchè la francia è la patria del ciclismo moderno, vuoi perchè agli inizi del secolo parigi e la francia stessa erano un riferimento culturale più importante che non l'italia, il giro d'italia nasce già con una piccola inferiorità rispetto al tour, contenuta negli anni dopo la prima guerra dalla comparsa di protagonisti formidabili come Girardengo, Brunero, Binda, Guerra...
Bilancio: il giro perde 0.25 punti.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 18:07
SECONDA TAPPA (IL FASCISMO)
Il fascismo si occupò soprattutto di calcio, conscio che l'orgoglio del campanilismo locale potesse trasformarsi nell'orgoglio della peculiarità nazionalista.
Nel 1925 vinse lo scudetto il bologna che sconfisse un fortissimo genoa, campione uscente e vincitore delle ultime due stagioni.
Dopo quattro scontri, con due vittorie e due pareggi, la bella si disputò a milano alle otto di mattina senza la presenza del pubblico e il bologna vinse due a zero.
Nel 1929 l'internazionale, dal nome troppo comunista, fu costretta a fondersi con la u.s. milanese cambiando il proprio nome in ambrosiana, ma poichè sugli spalti il pubblico continuava ad inneggiare all'inter, l'anno successivo fu concesso che la squadra si chiamasse ambrosiana-inter (per tornare a chiamarsi internazionale solo dopo la caduta del fascismo).
Nel 1934 la stampa estera accusò che gli arbitraggi dei mondiali svoltisi in italia erano stati clamorosamente compiacenti con gli interessi del fascismo.
Il fascismo finì per corrompere definitivamente l'immagine dell'italia percepita dagli stranieri, e di tutto ciò non potè non risentirne lo sport italiano e con esso il ciclismo e il giro d'italia, che divenne un fenomeno quasi provinciale.
Nel 1939 per solidarietà con la germania il fascismo impedì ai corridori italiani di disputare il tour de france, tra questi c'era un travolgente Gino Bartali, vincitore a parigi l'anno precedente.
Proprio la presenza di campioni assoluti come Bartali, Coppi e Magni impedì negli anni a seguire che il giro d'italia risentisse oltremisura del prestigio perso a causa del fascismo.
Bilancio: il giro d'italia perde 0.25 punti

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 18:18
TERZA TAPPA (IL TRAMONTO DEI CAMPIONISSIMI)
Fino alla fine degli anni cinquanta il giro d'italia non perse ulteriore prestigio.
Accadde però dagli anni sessanta in poi l'area franco-belga vide la nascita di talenti irraggiungibili nelle corse a tappe, campioni del calibro di Anquetil, Merckx, Hinault, Fignon, capaci di vincere indifferentemente il tour come il giro, mentre l'unico atleta di questo livello comparso in italia sarà Felice Gimondi, almeno fino all'esplosione di talenti come Chiappucci e Bugno, competitivi ovunque, ma soprattutto Pantani, competitivo e vincente.
In questo trentennio, che grossomodo và dal '60 al '90, inevitabilmente il giro d'italia ha risentito della crescita di interesse attorno alla corsa francese, obbiettivo dei corridori francesi così come dei vicini del belgio e dell'olanda.
Fortunatamente la crema di quei tre paesi non disdegnava di confrontarsi sulle strade del giro, impegnandosi anche, frenando così in qualche modo il lento slittamento della corsa rosa.
Bilancio: il giro perde 0.5 punti (ma sarebbe corretto dire che li guadagna il tour).

 

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Davide

 
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  postato il 04/11/2004 alle 18:38
Precisazione (forse superflua) sul 1925: il Bologna battè il Genoa nella finale della Lega Nord; per vincere lo scudetto dovette battere nella finalissima l'Alba, vincitrice della Lega Sud. Lo squadrone che tremar il mondo faceva fece naturalmente polpette dell'Alba (2-0 e 4-0).
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 18:48
QUARTA TAPPA (GOD BLESS AMERICA, UND DEUTSCHLAND)
Gli anni '80 segnano l'ascesa di un campione come Greg Lemond, che porta con sè l'interesse via via crescente del pubblico americano verso uno sport tipicamente europeo come il ciclismo.
Non si può tuttavia nascondere che Lemond inaugurò la filosofia del "tour de france a tutti i costi"; poichè veniva al giro d'italia per allenarsi, puntando poi tutto sulla grande-boucle, per i suoi conterranei fu facile credere che il giro d'italia fosse una corsa di serie B.
Il tour de france si trovava di colpo a disposizione una grandissima platea inattesa, crescendo economicamente in misura costante grazie ai nuovi ricavi ottenuti da televisione e pubblicità.
Tutto il contrario di quanto accadeva al giro.
E' in questo periodo che secondo me si registra il più netto sbilanciamento a favore del tour de france, fenomeno in parte frenato finchè pedalarono campioni legati alla tradizione come Fignon, Indurain o Rominger, che non rinunciarono a cimentarsi con impegno nel giro d'italia (ricevendone in cambio grande stima), ma il colpo di grazia fu inferto dalla comparsa di Armstrong, che portò all'ennesima potenza la filosofia di Lemond, curiosamente imitato dall'erede della tradizione sportiva della DDR, kaiser Ullrich, portatore anch'esso di un pubblico, quello tedesco, sempre più affamato del ciclismo che conta.
Il giro d'italia sarebbe crollato, senza la presenza di quel fantastico campione che è stato Pantani.
Appare sempre più evidente che il giro d'italia, per quanto prestigioso, non è più il valore aggiunto del ciclismo italiano, piuttosto è esso stesso che và a traino del movimento ciclistico numero uno al mondo, appare chiaro che se il movimento ciclistico italiano subisse una netta flessione il giro ne risentirebbe mortalmente.
Bilancio: il giro perde 1 punto

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 04/11/2004 alle 18:50
Merckx nasce, come grande corridore di corse a tappe, al Giro (del '68 credo). Corre per squadre italiane, la Molteni e la Faema, quindi il Giro era per lui una priorita'. Vince 5 Giri e 5 Tours (ma avrebbe vinto un Giro di piu' se un anno non lo avessero squalificato per doping). Un +0,25 per il Giro?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 19:05
QUINTA TAPPA (L'ANNO ZERO)
I fatti del 1998 non intaccarono l'interesse del pubblico per la grand-boucle, poichè essa da tempo brilla di luce propria ed è svincolata dalle sorti del ciclismo francese, profondamente colpito in quell'occasione.
Per il ciclismo italiano, e per il giro d'italia, il 1999 ebbe conseguenze più pesanti, i carabinieri entrano nelle stanze d'albergo e i ciclisti nelle aule di tribunale, tra il pubblico cresce la sfiducia, il disprezzo e non ultimo il disinteresse, tanto c'è il calcio.
"L'è tutto da rifare" direbbe Ginettaccio, è l'anno zero.
Il giro d'italia perde sempre di più la capacità di attirare l'interesse internazionale, e con essa un'altra bella porzione di prestigio.
Bilancio: il giro perde 0,5 punti

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 19:19
credo pero'che oltre che molti giri siano stati,soprattutto a cavallo della guerra ma nn solo,piu'spettacolari dei tour,credo alcuni giri abbiano avuto un livello di partecipanti,di vincitori,e d'importanza superiore anche a molti tour basti pensare alle epiche sfide tra magni,coppi,kubler,bartali ed altri mostri del ciclismo mondiale rispetto alle molteplici esclusioni dei campioni italiani al tour di quegli anni!
di certo nn si puo'dir la stessa cosa della vuelta...

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 19:38
SESTA TAPPA (EPILOGO E PROSPETTIVE)
Il giro perde due punti e mezzo se non ho fatto male i miei stessi conti.
Quindi se il tour vale dieci il giro potrebbe valere sette e mezzo.
Da fanatico del giro mi rimane il sospetto di essere stato di manica larga, quindi con un ritocchino il giro scende a sette più.

Come scritto in precedenza, le sorti del giro d'italia, oggi come oggi, trovo che siano strettamente legate all'andamento del ciclismo italiano, se il movimento cresce allora cresce anche il giro, e viceversa.
E' dunque importante il ricambio generazionale per il bene del futuro più vicino, e sotto questo profilo si può essere moderatamente ottimisti grazie alla presenza di Cunego, Basso, Sella, gli stessi Pozzovivo e Nibali, ben lontani dall'essere delle garanzie, sono comunque un segno della vitalità del vivaio italiano.

Perchè il futuro del giro sia roseo (scusate il gioco di parole), cioè meno legato all'andamento degli atleti italiani, è importante che la nuova dirigenza sappia restituire alla corsa il fascino internazionale che è andato in buona parte perduto, coltivando magari l'interesse di quei paesi dove forte è stata l'immigrazione italiana, nonchè di tutti quei paesi a oriente che si sbrodolano per tutto il made in italy, da Vale Rossi alla ferrari passando per gli abiti di Armani e Versace, finendo con il chianti e il parmigiano.
E' importante che il parlamento europeo faccia capire alla magistratura iberica che siamo tutti sulla stessa barca e che è bene remare tutti assieme.
E' importante che la lotta al doping diventi sempre più importante e indipendente dallo stretto controllo delle federazioni locali e internazionali.
E' importante che il pro-tour insista sull'aspetto qualitativo degli organici obbligati a partecipare al giro d'italia.
Tutto ciò per creare un equilibrio che consenta al giro d'italia di recuperare almeno una parte del terreno che ha ceduto al tour de france.

Fine

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 19:43
mi hai rasserenato nn poco,nn ci avevo ancora pensato ma tra nibali,visconti,pozzovivo,corridori gia'piu'formati come sella,campioni in erba ma gia'grandi come damiano cunego e corridori ritornati campioni dopo una maturazione diciamo fisiologica..quale basso il giro da qui al 2015 puo'star tranquillo!!
alla faccia del tour e della grandeur francese...

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 22:23
Per Felice: è vero che Merckx si è sempre comportato in modo esemplare verso il giro (ne ha disputato uno in più rispetto al tour), ma non si può rinfacciare nulla nemmeno ad Anquetil, Hinault e Fignon.
Il discorso era che, essendo questi fuoriclasse appartenenti all'area franco-belga, il tour de france ne ha ricavato un certo beneficio come prestigio.
Forse ho esagerato ponendo il nodo temporale attorno all'inizio degli anni sessanta, probabilmente va spostato di un decennio, all'inizio degli anni sessanta, quando molto protagonisti del tour cominciarono a ignorare il giro (come fecero Ocana e Zoetemelk), a presenziarvi una volta per onor di firma (come Thevenet) o ad approdarvi oramai prossimi al pensionamento come VanImpe.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/11/2004 alle 22:44
Per Admin: hai fatto bene a ricordare che quello tra genoa e bologna era lo scontro finale della lega nord.
Il fatto che tra lega nord e lega centro-sud non ci fosse mai stata storia (o quasi mai) mi ha fatto sottintendere erroneamente che la finale suddetta fosse quella dello scudetto (lo era nella sostanza ma non nella forma).
Tra le altre cose mi sembra che l'alba (credo con riferimento ad albalonga) fosse una delle squadre che, pochi anni dopo, si fusero per dare vita alla a.s.roma.

 

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Livello Alfredo Binda




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  postato il 04/11/2004 alle 23:24
Concordo perfettamente sull'analisi di Aranciata.
Concordo anche con Pirata: la qualità dei vincitori di molti Giri anche in anni recenti è stat superiore a quella del tour. Un esempio, Rominger ha vinto il Giro nel 1995, ma non il tour. Riis ha vinto il tour nel 1996, ma non il Giro nella sua carriera. Questo è un tipico esempio di vincitori del giro più prestigiosi in qualche occasione.
Ora però facciamoci una domanda; assodato che la debolezza del Giro è quella di essere troppo suscettibile dal valore del movimento ciclistico, chiediamoci quali sono le due corse che dal punto di vista del calendario internazionale godono di prestigio granitico: la Milano Sanremo e il giro di Lombardia. Il Lombardia è una corsa cui sono affezionato perchè passa a pochi chilometri da casa la ritengo pari al Fiandre o alla Liegi come prestigio, però ha ricevuto un piccolo colpo col mondiale ad ottobre. Prima del 1995 tutto il finale di stagione verteva sul Lombardia, oggi si pensa al Lombardia come grande rivincita degli esclusi dalle nazionali che lo preparano con cura (vedi bartoli) o come rivincita del mondiale. Sia chiaro, il Lombardia è e resta una delle 10 corse più importanti del mondo, resta importantissimo, ma meriterebbe un palcoscenico senza altri attori che gli rubano le luci. Anche perchè il suo percorso molto tecnico ci dice più di un mondiale oggi giorno.
La corsa che brilla sempre moltissimo nel firmamento delle corse italiane è invece la Milano Sanremo: ogni anno si pensa a come renderla più dura, a come fare selezione, ma il bello della Sanremo è che il suo fascino resta immutato: per anni si sono visti gli assoli di Coppi o di Merckx, poi si sono visti le volate degli sprinter fra cui Gavazzi, poi si sono visti le grandi performance di corridori che avrebbero vinto i grandi giri nella stessa stagione come Moser, Fignon o Bugno, si sono visti i domini degli eroi di inzio stagione (Jalabert, Fondriest, Furlan), si sono visti gli sprint di Zabel, le sortite di Tchmil e la consacrazione di Cipollini. Cambiano gli arrivi, le tipologie dei vincitori, ma la Sanremo esprime (quasi) sempre vincitori di qualità, nonostante il tracciato non sia quello della Liegi. La qualità dei suoi vincitori è spesso migliore di quelli della Roubaix. L'ultimo brocco a vincere a Sanremo mi risulta essere stato Colombo, ma per il resto grande qualità. La corsa ha grande fascino, ha una sua identità e un fascino indiscusso. Per tutto il mondo è la classicissima.
Fermo restando che il Giro è il primo appuntamento della stagione, mi piacerebbe che le nostre due superclassiche venissero più apprezzate e stimate dalla massa degli sportivi italiani con maggiore pubblicità e coinvolgimento.
Mi spiego: il Giro d'Italia è un evento mediatico del quale tutti in italia si accorgono....anche i tifosi degli altri sport. Se voi prendete un qualsiasi tifoso della curva sud della roma che vive di calcio 24 ore su 24 e gli chiedete il nome di una corsa ciclistica, questi risponderà "Giro d'Italia". Se gli chiedete: dimmi una corsa italiana che non sia il "giro d'italia" probabilmente resterà zitto!
Mi piacerebbe che si costruissero di più 2 fantastici eventi come il giro di Lombardia e come la milano Sanremo. Vorrei che ogni italiano, o almeno 8 su 10 sappiano cosa sia la Milano Sanremo, se 10 su 10 sanno cosa è il Giro.
Vorrei che si prendesse coscienza delle dimensioni del nostro movimento. Al nostro movimento ciclistico, che è il più grande del mondo, il Giro d'Italia non può bastare come evento immagine, abbiamo bisogno di più e questo più si chiama Lombardia e Sanremo.
Non possiamo essere solo Giro-dipendenti se no verremmo sempre schiacciati dal Tour e dal peso del confronto con la grand boucle.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2004 alle 00:25
Ciao Emiliano, condivido integralmente il contenuto del tuo post.
Tra le altre cose avevo letto che la "missione" di Zomegnan sarebbe stata quella di rende il giro d'italia un'azienda capace di rendere denaro.
La cosa è meno banale di quanto appare, almeno stando alle dichiarazioni dei signori RCS, perchè fino ad ora la corsa rosa avrebbe avuto il proprio pregio maggiore nell'essere cassa di risonanza per la gazzetta dello sport, ma evidentemente gli uomini di Romiti hanno negli occhi la ASO francese che ha trasformato il tour in una gallina dalle uova d'oro.
La cosa in sè non mi dispiace perchè sarà difficile aumentare i ricavi senza aumentare il prestigio del giro, i due aspetti mi sembrano legati.
Ma poichè un attacco di petto al tour de france costituirebbe una sconfitta in partenza (nonchè una pretesa patetica), trovo che una strada saggia sarebbe quella di far crescere l'interesse per l'italianità del ciclismo nel suo complesso: le squadre e i loro protagonisti, le due grandi classiche ma anche tutte le classiche minori, una lotta al doping credibile.
Chiaramente starà ai dirigenti RCS (ma anche agli scaldasedie della federazione) trovare le giuste collaborazioni e gli adeguati spazi televisivi, radiofonici, informatici e cartacei.

In particolare sul lombardia (la mia corsa preferita assieme alla LBL), trovo già positivo che l'anno prossimo tra esso e il mondiale siano interposte gare come zurigo e parigi-tours, mi sembra un'ottima premessa perchè cresca l'interesse verso il finale della stagione (nella speranza che quest'ultima edizione, da leccarsi i baffi, diventi una regola e non l'eccezione).

ps ammesso e non concesso che il calendario definitivo del pro-tour non si discosti dalla bozza che circola da mesi.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/11/2004 alle 12:29
POSTILLA ALLA SESTA TAPPA
Armstrong inevitabilmente avrà un calo di rendimento, non credo che riuscirà a disputare più di un paio di stagioni ai livelli consueti, dopodichè inevitabilmente si ritirerà o comunque si sgonfierà come fenomeno mediatico.
E con lui si ritirerà il pubblico americano, cui del ciclismo senza un Armstrong vincente importa ben poco.
Ovviamente potrebbe crescere ulteriormente l'interesse europeo per la grande-boucle grazie alla bagarre per la successione al trono di Armstrong, ma il giro può solo trarre beneficio dalla scomparsa di un mostro che l'ha accusato (nei fatti) di essere una corsetta di serie B.

 

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Davide

 
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