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Autore: Oggetto: Un'altra faccia della stessa medaglia....

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 03/02/2006 alle 01:49
Andrea Vaturi è un pattinatore specialista in danza su ghiaccio. Fa coppia con Alessia Aureli, con la quale s’è classificato 3° agli Assoluti. Con la medesima compagna, ha poi chiuso al 18° posto la sua partecipazione agli Europei. Bene, nel controllo antidoping svoltosi al termine della rassegna tricolore, è risultato positivo per un metabolita di Finasteride. Lo ha annunciato oggi il CONI, con un comunicato che recita: “La Federazione medico sportiva italiana ha ricevuto e trasmesso al Coordinamento antidoping del Coni, che a sua volta ha informato la Federazione interessata con cui ha provveduto all`abbinamento codice/atleta, un caso di registrata positivita`. Il laboratorio di Seibersdorf (Austria) ha rilevato, nel primo campione sottoposto ad analisi, la presenza di Metabolita di Finasteride per Andrea Vaturi, tesserato della Federazione italiana sport del ghiaccio (societa` A.S. Agora` skating team, controllo ordinario del 7 gennaio 2006 a Sesto San Giovanni, in occasione dei campionati italiani di danza su ghiaccio)”.

Ma che cosa è il finasteride?

A premessa va detto che Vaturi, a differenza del sottoscritto, è dotato di una capoccia folta di capelli neri, senza il benché minimo segno di calvizie….

In medicina un milligrammo al giorno di medicinali a base di finasteride serve per curare malattie tricologiche e, in taluni casi, per prevenire tumori e altre malattie alla prostata.
Si dirà: “Caspita che previdente questo Vaturi, visti i capelli che possiede e quella giovane età da sempre garanzia di una prostata in piena efficienza!”
La realtà però, è diversa, perché il finasteride è un ottimo mascherante per altri prodotti, in particolare gli steroidi e quel nandrolone che oggi rappresenta la “punta di diamante” degli anabolizzanti. Non a caso, il finasteride, alla fine del 2004, è stati bandito dall`Agenzia mondiale antidoping (Wada).
Recentemente lo slittinista statunitense (ettepareva!) Zach Lund, era stato trovato positivo per la stessa sostanza e privato di un podio ottenuto in Coppa del Mondo. Lund, si era difeso sostenendo che stava curando la sua alopecia con un medicinale a base di finesteride, fin dal 1999 (!).
Userà la stessa probabile scusa, anche Vaturi? Vedremo.

Ho riportato questa notizia, perché sono ancora tanti i nostri lettori accaniti, non iscritti a Cicloweb, in particolare giornalisti pure illustri, nonché dirigenti sportivi, pronti a sostenere che il ciclismo sia la pecora nera dello sport, in quanto a pulizia. Ora, senza allargarmi sui casi di doping nella vela, nelle bocce ecc., di cui, come tanti, sono a conoscenza, gradirei che questi signori, tanto spesso eletti a sapienza per la salute morale e civile di chi li legge, provassero a guardare il doping come un fatto totalizzante dello sport e dicessero una buona volta che non c’è battaglia a questo flagello, se non paritaria su tutte le discipline, amatori compresi. Ed è ora che qualche benpensante (?), dica ai quattro venti quanto sia necessario togliere ai Comitati Olimpici il compito dell’antidoping, per trasferirlo a dovere degli Stati. Altrimenti, ci prendiamo tutti in giro sulle onde di un chiasma, che poi, alla fine, altri non è che la chiara, sincera e lapalissiana volontà di lasciare le cose come stanno, nella più piena libertà “della libera volpe nel libero pollaio”. Proprio come avviene, a livello più ampio, nelle società. In primis, quelle che si definiscono civili ed avanzate….. per le grazie del dio danaro. Ah dimenticavo ….il doping è un business, perché combatterlo?

Eccolo qua, il segno odierno di una probabile normalità.....

Andrea Vaturi, con la compagna Alessia Aureli


Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 03/02/2006 alle 02:08

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2006 alle 08:28
Originariamente inviato da Morris
Ho riportato questa notizia, perché sono ancora tanti i nostri lettori accaniti, non iscritti a Cicloweb, in particolare giornalisti pure illustri, nonché dirigenti sportivi, pronti a sostenere che il ciclismo sia la pecora nera dello sport, in quanto a pulizia. Ora, senza allargarmi sui casi di doping nella vela, nelle bocce ecc., di cui, come tanti, sono a conoscenza, gradirei che questi signori, tanto spesso eletti a sapienza per la salute morale e civile di chi li legge, provassero a guardare il doping come un fatto totalizzante dello sport e dicessero una buona volta che non c’è battaglia a questo flagello, se non paritaria su tutte le discipline, amatori compresi.

Ah dimenticavo ….il doping è un business, perché combatterlo?



 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2006 alle 08:46
Grandissimo Morris!!!
Spero che qualche giornalista che reputa il ciclismo la pecora nero dello sport per quanto riguarda il doping, venga a farsi un giretto in cicloweb o cmq si legga ste notizie perchè è ora di smetterla con questa accusa perenne verso le due ruote...

 

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EROE DEL GAVIA

A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2006 alle 08:58
certo che sto vaturi capelli ne ha tanti e a meno che non sia il più grande successo di cesare ragazzi .......

vedrete che la cosa passerà sotto silenzio, mica volete rovinare il clima olimpico....

morris, oramai ti leggo da più di un anno, ma la tua competenza mi impressiona sempre
ciao
mesty

 
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  postato il 03/02/2006 alle 11:58
Morris grazie per tenerci sempre gli occhi aperti.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/02/2006 alle 12:21
Ottimo scritto, Morris...
Quindi in passato ho usato anch'io il finasteride... buono a sapersi!

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Ottobre 2009




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  postato il 03/02/2006 alle 12:38
il doping è un business, perché combatterlo?



grazie morris

 

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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
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  postato il 03/02/2006 alle 13:09



Ah dimenticavo ….il doping è un business, perché combatterlo?


Infatti sono sempre più convinta che non lo combatta nessuno, tutto deve apparentemente cambiare perché non cambi niente.........

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Utente del mese Agosto 2009




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  postato il 03/02/2006 alle 15:28
Purtroppo nolti giornalisti italiani sono abituati a scrivere non sulla base di dati effettivi ma basandosi sul "sentito dire", su quelli che sono i luoghi comuni e i pregiudizi creati dal nostri immaginario collettivo quindi a loro risulta più facile cavalcare l'onda dell'impatto emotivo creato da un avvenimento piuttosto che indagare tra le pieghe della verità per scoprirne tutte le sfaccettature, ecco perchè il ciclismo è stato "lapidato" da tutti gli organi di informazione, perchè è stato l'unico sport a "farsi le pulci" e ciò ha naturalmente attirato tutti gli avvoltoi della carta stampata e della tv che hanno trovato un'occasione irripetibile per propinarci fiumi di chiacchiere a buon mercato creando un insostenibile alone di sospetto tu tutto il mondo del pedale!

Grazie Morris per i tuoi interventi che ci permettono di capire tanti aspetti dello sport che nessuno ha il coraggio di scrivere.

 

[Modificato il 03/02/2006 alle 15:32 by W00DST0CK76]

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 04/02/2006 alle 21:00
Ciao belli,

sarà che mia moglie è una (quasi ex) pattinatrice, sarà che mi ha sempre detto che in tanti anni di agonismo non ha mai sentito parlare di doping,……sarà che sono un testone, dico la mia.

È necessaria una premessa, eccola: sono fondamentalmente d’accordo con l’assioma Morrisiano che recita che il doping è diffuso orizzontalmente in tutti gli sport e che la maggiore diffusione dipende dalla quantità di soldi in gioco e dalla competitività della specialità.
Di più, trovo giusta la battaglia combattuta su queste pagine allo scopo di controvertire il luogo comune che vede il ciclismo come regno del doping per eccellenza. Giusta e doverosa.

Ecco i distinguo:

Morris cita un caso di doping acclarato in una gara di pattinaggio artistico. Tutto il mondo è paese, verrebbe da dire con l’ausilio di proverbi e luoghi comuni.
Mai piaciuti i luoghi comuni e nemmeno le osservazioni superficiali.
Ora, diciamolo, abbiamo statistiche affidabili sul numero dei casi di doping riscontrati nei diversi sport? Se le abbiamo tiriamole fuori, leggiamole e fine dei discorsi. Per affidabili intendo che tengano conto della diversa incidenza dei controlli, siano ponderate sul numero delle manifestazioni e sul numero dei praticanti.
Dubito che qualcuno abbia sotto mano studi così approfonditi e aggiornati, (ecco un incarico per assidui ricercatori e indefessi compilatori), in mancanza dei quali si finisce col tenersi su un piano di “impressioni”, ipotesi, ragionamenti.
I ragionamenti sono tutti auspicabili, anzi di più, perciò ringrazio ancora il baffo.

Altro discorso è toccare la sfera degli organi di informazione.
Faccio solo notare che se una notizia come quella di Vaturi passa sotto silenzio non è per un ben orchestrato intento di centrare tutte le colpe sul “fottuto ciclismo”, ma semplicemente perché tutto il “dannato pattinaggio” passa sotto silenzio. Il pattinaggio, la lotta, le bocce e tutto il cucuzzaro di sport “poveri”, regolarmente dimenticati e recuperati solo per la medaglietta olimpica o giù di lì.

Ora Morris ci dice che il doping si combatte solo con una azione che si applichi uguale su tutto l’orizzonte dell’agonismo.
Benissimo, non ci piove, sembra di essere nel deserto talmente non ci piove, ma tento di fare un passo in più.

Ho sempre avuto una mia idea sulla diffusione del doping, e devo dire che bazzicare queste pagine ha contribuito a precisarmela, a integrarla e anche a cambiare parte delle mie convinzioni. (sono un super-democratico!)

Ho l’idea, che potrà sembrare sbagliata, che alcuni sport siano più “dopabili” e altri meno.
Checcefrega? Dirà qualcuno….boh, in effetti potrebbe non fregarcene granchè, questo è un forum di ciclismo! Ma poiché la premessa di questo trhread si occupa proprio della diffusione del doping in tutti gli sport ecco che anche le cosette che mi frullano nel cervello hanno diritto di campeggio.

Ma facciamo un passo indietro e torniamo al pattinaggio, gli esempi sono sempre più comprensibili e soprattutto i più facili da esporre anche per me.

Nelle competizioni di pattinaggio artistico le classifiche vengono redatte sulla base di voti espressi da giudici, questo lo sapete tutti.
Questi giudizi sono di due tipi; impressione tecnica e impressione “artistica”. Nella prima vengono valutate l’esecuzione delle difficoltà obbligatorie e quelle previste dal regolamento. Faccio un esempio; ci sono salti, movimenti, trottole e figure che hanno un nome e che vengono pagate con una frazione di punteggio quando eseguite correttamente e meno se eseguite in modo incompleto. Ci sono altre figure che non sono codificate, che fanno da contorno, che uniscono una fase standard all’altra e che insieme alla scelta delle musiche, di costumi, delle coreografie e dell’espressività emanata dall’atleta durante la performance formano il cosiddetto giudizio “artistico”.
Va detto, per la precisione, che il giudizio tecnico viene tacitamente considerato fondamentale, cioè la base su cui costruire un buon giudizio artistico. Nel senso che nessun pattinatore batterà un altro che ha fatto meglio le parti tecniche, solo sulla base di una migliore interpretazione artistica. Invece spesso l’interpretazione decide le gare quando le parti tecniche sono svolte in modo omogeneo da due o più atleti.
Poiché a certi livelli le capacità atletiche e tecniche si vanno pareggiando, va da sé che spesso la differenza la facciano proprio l’interpretazione, la coreografia e la scelta delle musiche. Negli ultimi anni si è giunti a una compressione in alto della tecnica, i maschi riescono a fare tutti salti tripli e qualche (rarissimo) quadruplo, le ragazze arrivano al salto triplo e molto spesso al doppio, insomma, sembra che la specialità abbia raggiunto una sorta di plafoniera tecnica, in alcuni anni c’è anche un regresso dei risultati. Ecco che allora diventano fondamentali gli aspetti meno atletici.

L’altro argomento di grande importanza che vi vorrei esporre è il seguente: nel pattinaggio una delle discriminanti decisive per la carriera di un atleta è……l’allenatore! Esistono pochi allenatori veramente bravi che sono contesi da atleti e federazioni. Badate bene, non si tratta di preparatori atletici, ma di allenatori della tecnica. Addirittura vengono chiamati “maestri” proprio come nella scherma ed appare chiaro che la loro opera sia soprattutto qualitativa.
Pensate alla nostra Carolina Kostner che vive e studia in Germania, a Obersdorf, da 5 anni per potersi allenare con il coach Michael Huth.
Questo coach sono il fattore essenziale per fare il salto di qualità, sanno individuare gli errori d’impostazione, correggerli e adattarli ad ogni singolo atleta. Sono super pagati dalle federazioni e si tengono sempre buoni gli atleti migliori per continuare a “marcare” i podi delle manifestazioni principali con il loro nome.
Questi coach collaborano con coreografi professionisti e i team lavorano insieme alla formazione del numero con il quale l’atleta si presenterà all’olimpiade o al campionato di turno.
In sostanza la possibilità di allenarsi con questo o quell’allenatore o con quel coreografo è un fattore determinante per l’atleta, molto di più della forma atletica più o meno esasperata. Non esiste alcun atleta che abbia vinto medaglie senza affidarsi a questi Guru della tecnica.

Mi direte, e allora?
E allora ecco dimostrato che uno, anzi due dei fattori che determinano il risultato in gara non è direttamente influenzabile dalla assunzione o meno di prodotti dopanti. Anzi con la voglia di essere originale che mi compete, dirò che i doping più efficaci per i pattinatori hanno nomi, cognomi e conti in banca sostanziosi, sono i trainer.

Che poi a parità di bravura dei rispettivi coach, a parità di espressione artistica, l’assunzione un prodotto che ti faccia rendere bene il giorno della gara, o di un Nandrolone che, migliorando la tua forza, ti permetta lo slancio per un salto triplo in luogo di un doppio è sempre possibile e il caso Vaturi esposto dal Morris ce lo dimostra.

Spero però di essere stato convincente, nel dimostrare che in alcuni sport la frazione di “dopabilità” della prestazione è minore che in altri. Non ho detto assente, ho detto minore.
In un certo senso si tratta di doping diversi, non chimici, ma umani, non sintetici ma personali.
Se trovo una persona che riesce a spiegarmi, come nessun altro, come devo mettere il piede destro all’attacco di un triplo Lutz, allora il triplo Lutz riuscirò finalmente a chiuderlo per bene e vincerò la gara cui tengo tanto. Il mio doping sarà stato il signor Taldeitali, allenatore.

Secondo me è di vitale importanza a comprendere e accettare che alcuni tipi di prestazione possono essere più soggetti al doping chimico di altri, perché ci permette di affrontare l’argomento senza preconcetti e chiusure.
Come dice aranciata_bottecchia, la cultura è l’unica libertà, e io sono d’accordo.

Adesso che sappiamo che non è assolutamente vero che il ciclismo sia la culla del doping a fronte di paradisi di verginità assoluta, facciamo un passo in più e per amore della conoscenza vediamo quali sono i fattori che influenzano la prestazione nelle diverse specialità.
Ammettere senza problemi che il pattinaggio artistico (o qualche altro) è uno sport meno “dopabile” del calcio, del ciclismo e del tennis (o qualche altro) è un modo per completare il cerchio della comprensione del fenomeno.

La mia personale opinione è che quanto più una specialità abbia componenti, nell’ordine; espressive, tecniche, tattiche e psicologiche. A scapito di componenti atletiche (resistenza e forza) , quanto meno sia influenzabile dall’apporto del doping.
Resta inteso che spesso la capacità tecnica si poggia su valori atletici, ma anche il contrario, perciò non mi sembra di dire cose insensate.
Chi lo sa, forse scopriremmo che la combinazione più pericolosa è quella che comprende, come nel calcio, sia la forza esplosiva, la forza resistente e la tecnica, con una piccola quantità di tattica e una grandissima quantità di denari!

Chiudo e vi lascio tutti a un buon sabato sera.

Vabbè, il fatto è che Roberta è a Torino e Giorgia è dai nonni…qua a casa da solo, non so proprio come passare il tempo.
Ciao belli
Claudio

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 04/02/2006 alle 23:16
Postilla doverosa.

Il caso citato da Morris accade nel pattinaggio artistico su ghiaccio.
Roberta proviene da quello su rotelle, da sempre parente povero e non olimpico di quell'altro dei palaghiacci.
Ovvio che le mie informazioni derivano dall'ambiente del pattinaggio a rotelle.
Tanto dovevo, per la precisione.
ciao
Claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 00:36
Claudio sono fondamentalmente daccordo con te.
Il doping è inversamente proporzionale alla tecnica.
Faccio un esempio "ad minchiam" un giocatore di biliardo potrebbe trarre vantaggio dall'assunzione di anfetamine, ma mai quanto un ciclista dall'assunzione di epo.
Gli sport che richiedono potenza e resistenza come ciclismo, atletica, nuoto e sci di fondo sono "naturalmente" più attratte dall'uso (massiccio) di doping.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/02/2006 alle 10:25
Originariamente inviato da Ottavio

Claudio sono fondamentalmente daccordo con te.
Il doping è inversamente proporzionale alla tecnica.
Faccio un esempio "ad minchiam" un giocatore di biliardo potrebbe trarre vantaggio dall'assunzione di anfetamine, ma mai quanto un ciclista dall'assunzione di epo.
Gli sport che richiedono potenza e resistenza come ciclismo, atletica, nuoto e sci di fondo sono "naturalmente" più attratte dall'uso (massiccio) di doping.

Ottavio carissimo,
forse la definizione di "inversamente proporzionale" è eccessivamente precisa e deterministica, forse la realtà è più sfumata, credo che anche le abilità tecniche e le capacità coordinative siano influenzabili dal doping, ma probabilmente meno dei caratteri più squisitamente atletici come la forza e la resistenza.
Per fare un esempio, il sollevamento pesi è fra gli sport più flagellati dal doping.

Lo stesso ciclismo si può dividere fra la specialità in linea e quella a cronometro, dove nella prima, a scapito della seconda, la valenza delle variabili tattiche assume un peso grandissimo nel risultato finale della gara. Questa variabile tattica non è "dopabile" e quindi appare corretto dire che le cronometro sono una specialità nella quale l’incidenza del doping sul risultato finale della gara è maggiore.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 11:45
Fondamentalmente sono d'accordo con Ottavio: in uno sport maggiore è l'importanza delle doti atletiche rispetto a quelle tecniche e maggiore sarà la diffusione del doping in quel determinato sport.
E' chiaro che in tutti gli sport i muscoli servono sempre, e quindi non esistono sport immuni da questo flagello, ma nel calcio, come nel basket, come nel tennis ecc. solo con i muscoli non si va da nessuna parte: io posso essere il miglior atleta del mondo, ma se non so stoppare il pallone non posso giocare a calcio, se non riesco a centrare un canestro nemmeno da un metro di distanza non posso giocare a basket e così via.
D'altronde per vedere l'importanza del doping in un determinato sport basta vedere le vittorie a livello internazionale ottenute da quelle nazioni dove il doping era considerato un affare di stato: vi risulta che la DDR abbia mai contato qualcosa a livello di basket, oppure abbia mai raggiunto risultati importanti ai mondiali di calcio? Loro dominavano nell'atletica, nel nuoto e via dicendo, dove la componente atletica prevale in larghissima misura su tutto il resto: nelle altre discipline erano normali se non addirittura scadenti.
Poi chiaramente potenza muscolare e resistenza fanno comodo in tutti gli sport, e quindi troveremo atleti dopati dappertutto, ma la percentuale di diffusione di queste sostanze sarà sempre maggiore negli sport nominati da Ottavio.

Se poi possano esistere prodotti dopanti che aiutano a sviluppare la tecnica, questo non lo so e quindi mi astengo dall'entrare in argomento.

Concordo invece su quanto detto da Claudio sul fatto che le notizie riguardanti il doping negli sport minori vengono date nei trafiletti perchè di quelle discipline non frega niente a nessuno; non ci vedo nessuna volontà di criminalizzare il ciclismo, è solamente un fatto di mercato: lo sport che tira va in prima pagina nella buona e nella cattiva sorte, mentre agli altri sport, in ogni occasione, restano i trafiletti .

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 12:06
Premetto che di questo discorso so poco e per questo non voglio rovinare questi bellissimi post. Ma...
Originariamente inviato da Morris
Ora, senza allargarmi sui casi di doping nella vela, nelle bocce ecc., di cui, come tanti, sono a conoscenza,


NELLE BOCCE?????????? E con cosa si dopano???? Con il vino rosso??

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 13:10
Alcune mie osservazioni:
1) L'attuale sistema anti-doping non è efficiente, ma non è nemmeno una burla. Se parliamo di "complotto" a Campiglio, significa che ciò che è accaduto andava fuori dall'ordinario, diversamente nessuno si sarebbe scandalizzato, tantomeno Pantani stesso. Gli atleti trovati positivi non sono estratti a sorte, non sono vittime del caso, bensì dei propri errori.
La questione è: l'attuale sistema anti-doping è la massima espressione dello stato dell'arte nella materia in questione? No (perchè? ahi ahi...).
Ci sono delle falle che vanno colmate, soprattutto attraverso un cambio di filosofia, attraverso una ridefinizione del concetto di doping, un ostacolo da superare soprattutto in vista della diffusione del cosiddetto "doping genetico" (i cui primi esempi, probabilmente, sono tra noi; del resto, verso il 1990 o il 1991, chi poteva sapere che certi risultati...).
2) La necessità dell'indipendenza del sistema anti-doping, ricordata da Morris, è fondamentale. Nel ciclismo la "lotta" è affidata a due soli enti, Wada e Uci, ma si è visto per esempio che la volontà di vederci chiaro sulle famose provette del Tour de France (anni 1998/1999/2000) fu espressa dal governo francese.
Solo i governi (nazionali, o quello unico europeo, nel quale le fazioni nazionali sono assai accese) possono garantire la competitività in questo ambito (perchè? guardate un po' la politica internazionale e rifletteteci su...).
3) L'abitudine di differenziare in ambito doping gli sport dove la tecnica ha un'incidenza maggiore, dagli altri sport, in termini di percentuale (ricorrenti al doping rispetto ai praticanti) non mi convince, o almeno mi convince solo in parte.
Che il doping possa alterare in misura inferiore i risultati degli sport ad alto tasso tecnico, è un parere condivisibile, succede anche nel ciclismo per esempio, dove i risultati delle cronometro sono alterati maggiormente rispetto alle corse in linea.
Ma che per questo stesso motivo si giunga a ritenere che, in termini di percentuale, gli sport tecnici sono "più puliti", per me è una sciocchezza.
Il doping non si muove stimolato dalla prospettiva dell'efficacia, perchè abbiamo visto testimonianze di amatori che perseveravano nell'assunzione di farmaci dopanti pure in assenza di qualsiasi minimo riscontro di miglioramenti in termini prestazionali.
Sono tre gli elementi che spingono al ricorso di pratiche dopanti: a) la convinzione, fondata o meno, che il farmaco possa portare dei miglioramenti anche minimi alle prestazioni, a qualsiasi livello, in qualsiasi sport che richieda sforzo muscolare o concentrazione o coordinazione etc etc; b) il denaro, perchè se nella serie A pallonara giocano cagnacci senza arte nè parte, che fanno sembrare il vecchio Furino una pippa, un motivo ci sarà; c) l'assenza o la precarietà dei controlli anti-doping, perchè come si suol dire "l'occasione fa l'uomo ladro".

Queste sono le mie opinioni.

 

____________________
Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 13:12
Originariamente inviato da Zillo

Premetto che di questo discorso so poco e per questo non voglio rovinare questi bellissimi post. Ma...
Originariamente inviato da Morris
Ora, senza allargarmi sui casi di doping nella vela, nelle bocce ecc., di cui, come tanti, sono a conoscenza,


NELLE BOCCE?????????? E con cosa si dopano???? Con il vino rosso??


Boh, io ho visto alcune immagini del campionato mondiale e ho notato che gli atleti sono in continuo movimento (in un tempo prefissato devono colpire il maggior numero di volte un boccino correndo da una parte all'altra della pista, in uno dei vari esercizi).
Insomma, è fuorviante l'idea delle bocce come un surrogato degli scacchi.

 

____________________
Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 14:55
caro Davide,
premesso che nessuno di noi ha in mano statistiche certe sull'argomento, penso sia corretto ritenere che il doping sia percentualmente più diffuso là dove può dare più vantaggi.
Il discorso che fai tu sull'effetto placebo di una pratica dopante può essere valido per qualcuno, ma non per la stragrande maggioranza di coloro che vi fanno ricorso: mi riesce difficile pensare che una persona possa continuare ad usare certe sostanze anche se capisce che non gli portano nessun beneficio; non fosse altro perchè quella roba non è proprio a buon mercato.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/02/2006 alle 16:21
Quoto Antonello.

Preciso che intendevo stabilire una diversa incisività dei prodotti dopanti nei risultati agonistici di sport diversi. Il che non corrisponde per forza di cose a una diversa percentuale di atleti dopati. Questo è ovvio.
Mi sembra però eccessivamente pessimista la posizione di aranciata, poca fiducia nell’intelligenza degli atleti.


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 17:06
Antonello, io non ho mai parlato di effetto placebo.
L'effetto placebo, lo dice il nome, sortisce un effetto, indotto dalla psiche.
Non c'entra nulla con quanto ho scritto, dal momento che numerosi atleti, anche in assenza di effetto placebo, continuano a doparsi.
Per il resto, non è che mi metto a fare la conta di chi è d'accordo con me e di chi no, ho semplicemente detto la mia.
Dal momento che il doping è un reato, potrei dire: vi pare che la criminalità sia diffusa solo laddove reca più vantaggi?
Il crimine è diffuso in tutti i livelli, altro discorso è affermare che l'assalto al furgone portavalori è percepito (erroneamente) in modo diverso dalla bancarotta fraudolenta di un Cragnotti o di un Tanzi.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 17:50
Originariamente inviato da claudiodance

Mi sembra però eccessivamente pessimista la posizione di aranciata, poca fiducia nell’intelligenza degli atleti.



Pessimista? Ottimista? Scusa, che c'entra in tutto ciò?
Ho scritto qualcosa di falso? É falso affermare che una quota di atleti ricorrono al doping anche in assenza di risultati?
Ciao bello.

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/02/2006 alle 18:45
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da claudiodance

Mi sembra però eccessivamente pessimista la posizione di aranciata, poca fiducia nell’intelligenza degli atleti.



Pessimista? Ottimista? Scusa, che c'entra in tutto ciò?
Ho scritto qualcosa di falso? É falso affermare che una quota di atleti ricorrono al doping anche in assenza di risultati?
Ciao bello.

Esempio/ipotesi:
Se sono un sollevatore di pesi e so che il doping migliora radicalmente la mia prestazione, sono disposto a correre il rischio di una squalifica.
Viceversa, se sono un pattinatore artistico e so che il doping influisce solo su una frazione della mia prestazione, prima di correre il rischio ci penso due volte.
Non mi sembra di dire nulla di straordinario.
Ciao bello.
claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/02/2006 alle 19:04
Ciao Claudiobello, la questione è: sei sicuro di saperlo?
I ballerini che si esibiscono alla Scala hanno una padronanza tecnica incredibile, ma persino loro otterrebbero vantaggi da "trattamenti farmaceutici", visto che si mettono a fare sollevamento pesi con gli alluci (chiaramente attraverso un sistema di cinghie e carrucole).
Un pattinatore che solleva la sua partner, non compie forse un "sollevamento pesi"?
Un qualunque atleta depresso, demotivato, potrebbe avere bisogno di un "aiuto" in fase di allenamento...
Credo che molti atleti entrino in contatto con l'epo nella convalescenza dagli infortunii, per accelerare il recupero, o perchè si sentono in credito col destino e dunque autorizzati, o giustificati, a cercare un "aiuto"...
Insomma, le possibilità sono infinite e, a meno di applicare allo sport un metro di giudizio di tipo religioso, non c'è disciplina immune da tentazione, ma proprio in senso assoluto, fermo restando che sono luoghi fertili per il doping quegli sport dove c'è più denaro, oppure dove non ci sono controlli, o meglio ancora dove c'è più denaro e non ci sono controlli.

 

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Davide

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 05/02/2006 alle 23:08
No, Davide, hai capito bene cosa voglio dire, furbacchione….. Mi autocito per chiarire ulteriormente:

“(…)Spero però di essere stato convincente, nel dimostrare che in alcuni sport la frazione di “dopabilità” della prestazione è minore che in altri. Non ho detto assente, ho detto minore.(…)”

Tutto qui.
Continui a dire che tutti gli sport sono esposti alla tentazione, ma nessuno dice il contrario.
Dico che alcuni sport hanno più motivi razionali di “caderci nella tentazione”, perché le prestazioni e/o i risultati agonistici sono maggiormente dopabili di altri.
Me lo dici tu stesso con la differenza fra cronometro e gare in linea nel ciclismo.
L’esempio dell’atleta che recupera da un infortunio è inopportuno, in quanto è applicabile in modo generico ad ogni situazione ed esula da un contesto di normalità.
La tua teoria è, perdonami, strana, perché pone tutti gli sport su un piano di parità assoluta, ugualmente immersi nel mare democratico del doping, il che è impossibile per mero calcolo statistico.
Non la penso così, e non credo che sia utile ad alcuna causa pensarla così….tu sì? Se sì, perché?
Ps.
Per conoscenza: Il pattinaggio di coppia si divide in due specialità., il sollevamento della partner avviene nella specialità “coppia artistico”. Esiste anche la “coppia danza” dove i sollevamenti sopra la linea delle spalle sono proibiti per regolamento e la valutazione avviene sulla base di figure, tecnica, velocità, passi e coreografie.
Le due diverse discipline le riconosci subito. L’artistico è quello con il maschio colossale e la partner piccolina, nella coppia danza i due sono pressoché della stessa taglia, il perché si capisce subito.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 00:29
Originariamente inviato da claudiodance

Continui a dire che tutti gli sport sono esposti alla tentazione, ma nessuno dice il contrario.
Dico che alcuni sport hanno più motivi razionali di “caderci nella tentazione”, perché le prestazioni e/o i risultati agonistici sono maggiormente dopabili di altri.


Bene, nessun problema, abbiamo semplicemente due opinioni differenti.
Io ritengo che il margine di valore influenzabile abbia poco o nessun peso.
Margini ampi determinano effetti "catapulta", margini minori no, ma l'idea che un aiuto possa fare la differenza tra un quarto posto e un bronzo, lo capisci da te, può indurre a ritenere che in fondo sono tanti quattro anni tra un'olimpiade e l'altra...

Me lo dici tu stesso con la differenza fra cronometro e gare in linea nel ciclismo.


Se stai cercando di farmi dire che il ciclismo delle classiche è più "pulito" di quello delle cronometro, allora caschi male.
É semplicemente meno deturpato.

La tua teoria è, perdonami, strana, perché pone tutti gli sport su un piano di parità assoluta, ugualmente immersi nel mare democratico del doping, il che è impossibile per mero calcolo statistico.
Non la penso così, e non credo che sia utile ad alcuna causa pensarla così….tu sì? Se sì, perché?


Ricapitoliamo: 1) parliamo di uno sport dove il doping può portare vantaggi? Gli stimolanti sono facili da trovare all'anti-doping, quindi scacchi e scopone scientifico sono al sicuro; nello sci e nella moto gp l'acol è considerato doping per motivi di sicurezza, quindi non pretendo di ritenere che una sbronza possa essere fraudolenta; detto questo, tutti gli altri sport sono coinvolti, stimolati dal desiderio della gloria, dal bisogno di vedere ripagati a tutti i costi i sacrifici profusi, o da qualcosa di ancora più forte.... 2) Qual è il livello di denaro che circola nello sport in questione? Il denaro è lo stimolo più forte, per alcuni si tratta di milioni, per altri si tratta del mensile necessario per finire di pagare il mutuo della casa o della gelateria 3) Qual è il livello dei controlli anti-doping nello sport in questione?
Basta, non ci sono teoremi strani, ma una assoluta linearità.
Ciao bello.

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 00:57
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia
Il doping non si muove stimolato dalla prospettiva dell'efficacia, perchè abbiamo visto testimonianze di amatori che perseveravano nell'assunzione di farmaci dopanti pure in assenza di qualsiasi minimo riscontro di miglioramenti in termini prestazionali.
Sono tre gli elementi che spingono al ricorso di pratiche dopanti: a) la convinzione, fondata o meno, che il farmaco possa portare dei miglioramenti anche minimi alle prestazioni,


questo è quello che tu hai scritto e che io ho sinteticamente riassunto in "effetto placebo": se ho interpretato male il tuo pensiero, chiedo scusa.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 06/02/2006 alle 09:42
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

...Bene, nessun problema, abbiamo semplicemente due opinioni differenti.
...

...that's all, folks!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 11:10
Provo a lanciare un piccolo sasso nello stagno: voi tutti finora avete parlato giustamente di doping "fisico", sottolineando giustamente (e in questo sono molto d'accordo con Claudio) come da questo punto di vista esistano sicuramente discipline dove l'utilizzo di sostanze dopanti sia più marcato rispetto ad altre...

Il punto è questo: cosa ne pensate dell'esistenza di un doping più "psicologico" che "fisico"?
Mi spiego meglio: secondo voi esistono aiuti farmacologici che possano illecitamente dare vantaggi ad un'atleta, dal punto di vista della concentrazione? Si sa quanto essere concentrati sia molto importante in tutte le discipline (ma proprio tutte... anche lo scopone scientifico e le tanto vituperate bocce, che poi è uno sport bellissimo! )
Faccio un esempio molto banale: io sono una persona fin troppo emotiva, e ho sempre sofferto le interrogazioni orali, sia a scuola che all'università.
Un giorno il medico mi consigliò un farmaco, seppur leggero, a base di camomilla, che mi aiutò abbastanza nel tenere la calma e la concentrazione al momento di essere esaminato: il risultato è che qualche volta sono stato ammesso invece che bocciato, e altre volte invece che prendere 18 ho preso 20 o 21, migliorando la mia performance.

Vorrei sapere che ne pensate... secondo me questo è un aspetto del doping forse un po' sottovalutato: si punta l'attenzione - magari anche giustamente - sulle prestazioni più fisiche... ma nessuno s'è mai domandato se dietro tali prestazioni fisiche ci sia anche l'aiutino psicologico?

 

[Modificato il 06/02/2006 alle 11:18 by marco83]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 11:24
Originariamente inviato da marco83
Il punto è questo: cosa ne pensate dell'esistenza di un doping più "psicologico" che "fisico"?
Mi spiego meglio: secondo voi esistono aiuti farmacologici che possano illecitamente dare vantaggi ad un'atleta, dal punto di vista della concentrazione? Si sa quanto essere concentrati sia molto importante in tutte le discipline (ma proprio tutte... anche lo scopone scientifico e le tanto vituperate bocce, che poi è uno sport bellissimo! )
Faccio un esempio molto banale: io sono una persona fin troppo emotiva, e ho sempre sofferto le interrogazioni orali, sia a scuola che all'università.
Un giorno il medico mi consigliò un farmaco, seppur leggero, a base di camomilla, che mi aiutò abbastanza nel tenere la calma e la concentrazione al momento di essere esaminato: il risultato è che qualche volta sono stato ammesso invece che bocciato, e altre volte invece che prendere 18 ho preso 20 o 21, migliorando la mia performance.

Vorrei sapere che ne pensate... secondo me questo è un aspetto del doping forse un po' sottovalutato: si punta l'attenzione - magari anche giustamente - sulle prestazioni più fisiche... ma nessuno s'è mai domandato se dietro tali prestazioni fisiche ci sia anche l'aiutino psicologico?


Hai pienamente ragione

P.S. ... ehm ... studiare di più?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 11:26
Originariamente inviato da ProfRoubaix

P.S. ... ehm ... studiare di più?

Prof, non fare il bacchettone... io ho sempre studiato tanto e bene!

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 06/02/2006 alle 11:45
Originariamente inviato da marco83

Provo a lanciare un piccolo sasso nello stagno: voi tutti finora avete parlato giustamente di doping "fisico", sottolineando giustamente (e in questo sono molto d'accordo con Claudio) come da questo punto di vista esistano sicuramente discipline dove l'utilizzo di sostanze dopanti sia più marcato rispetto ad altre...

Il punto è questo: cosa ne pensate dell'esistenza di un doping più "psicologico" che "fisico"?
Mi spiego meglio: secondo voi esistono aiuti farmacologici che possano illecitamente dare vantaggi ad un'atleta, dal punto di vista della concentrazione? Si sa quanto essere concentrati sia molto importante in tutte le discipline (ma proprio tutte... anche lo scopone scientifico e le tanto vituperate bocce, che poi è uno sport bellissimo! )
Faccio un esempio molto banale: io sono una persona fin troppo emotiva, e ho sempre sofferto le interrogazioni orali, sia a scuola che all'università.
Un giorno il medico mi consigliò un farmaco, seppur leggero, a base di camomilla, che mi aiutò abbastanza nel tenere la calma e la concentrazione al momento di essere esaminato: il risultato è che qualche volta sono stato ammesso invece che bocciato, e altre volte invece che prendere 18 ho preso 20 o 21, migliorando la mia performance.

Vorrei sapere che ne pensate... secondo me questo è un aspetto del doping forse un po' sottovalutato: si punta l'attenzione - magari anche giustamente - sulle prestazioni più fisiche... ma nessuno s'è mai domandato se dietro tali prestazioni fisiche ci sia anche l'aiutino psicologico?

Sicuramente c’è, prafo Marco. Magari Morris ti può dire anche nomi di farmaci, principi attivi eccetera.
In linea del tutto generale potremmo dire che la dove viene a diminuire il dato “fisico”, aumenta l’influenza di doping “mentale”. Questo argomento tende a smentire la mia teoria, in quanto ipotizza un sostanziale parità nelle diverse discipline.
Ammetto tranquillamente l’importanza di questi aspetti psicologici e ti ringrazio, ma rimango del parere che alcuni sport siano maggiormente influenzabili di altri, nelle prestazioni, da fattori dopanti di sintesi. Se penso a un cronoman ciclistico, a un maratoneta, a uno sciatore di fondo ecco che la componente “cervello” si somma algebricamente a quella “muscoli” nel computo immaginario che stò ipotizzando.


….comunque, tu, mio caro, sei uno studente dopato….e prendi solo 21!!!vergogna!!!!
Ciao bello
claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/02/2006 alle 14:42
Originariamente inviato da claudiodance

comunque, tu, mio caro, sei uno studente dopato….e prendi solo 21!!!vergogna!!!!
Ciao bello
claudio

Hehe, non a caso mi chiamano l'anti-Armstrong, in facoltà...

... e comunque ho preso anche un 30 (in spagnolo, ndr), ma non amo molto autocelebrarmi, così ho preferito riferire dei miei voti meno brillanti!

Ciao bello!
Marco

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 06/02/2006 alle 14:50
Originariamente inviato da marco83
... e comunque ho preso anche un 30 (in spagnolo, ndr


sì, perchè all'esame hai mandato Trueno!!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/02/2006 alle 21:26
A quanto pare c'è un'epidemia di alopecia negli sportivi.
(e io che mi sto pelando me ne strafrego).
leggete qui:

Torino: doping, positivo monegasco
Il bobbista Gattuso sospeso sei mesi per finasteride (ANSA) - MONACO, 8 FEB - Sebastien Gattuso, bobbista della nazionale monegasca, e' stato sospeso per 6 mesi per positivita' a un test antidoping a sorpresa. Lo ha annunciato il governo del principato. Gattuso e' stato trovato positivo alla finasteride e non potra' partire per le Olimpiadi di Torino. Secondo gli esperti la sostanza non influisce sulle prestazioni degli atleti, ma puo' avere effetti di copertura su altre sostanze proibite.

Doping: 1 anno squalifica a Hood
Argentino risultato positivo al finasteride (ANSA) - ROMA,8 FEB - La federazione internazionale tennis ha squalificato per un anno l'argentino Mariano Hood, risultato positivo ad un controllo antidoping. Hood, uno specialista del doppio, era risultato positivo al finasteride, una sostanza usata per mascherare l'utilizzo di prodotti dopanti. Hood si e' discolpato dicendo di aver assunto la sostanza come parte di cure mediche per la caduta dei capelli. La squalifica e' retroattiva e scatta dal 10 ottobre 2005.

Fonte www.ansa.it

Stesso prodotto dopante, a uno un anno all'altro 6 mesi!!!!!!!

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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  postato il 08/02/2006 alle 21:30
Originariamente inviato da stress

Stesso prodotto dopante, a uno un anno all'altro 6 mesi!!!!!!!


Stesso cognome: al bobbista 6 mesi, al calciatore la nazionale...

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 08/02/2006 alle 21:43
Eccolo qua un altro sport dove potremmo imbastire un mare di interrogativi su valenze tecniche, atletiche e....calvizie....

Calcio a 5 - Doping: tre giocatori positivi

Il giocatore della AS Roma Calcio a 5, Jocimar Jubanski, e` risultato positivo dopo un controllo antidoping. La notizia e` stata ufficializzata dal CONI, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, attraverso una nota ufficiale.

Nella nota si legge: `La Federazione Medico Sportiva Italiana ha ricevuto e trasmesso al Coordinamento Antidoping del CONI, che a sua volta ha informato la Federazione interessata con cui ha proceduto all`abbinamento codice/atleta, tre casi di positivita`. Il laboratorio di Colonia (Germania) ha rilevato, nel primo campione sottoposto ad analisi, la presenza di Carboxy-THC per Stefano Ravalli (AS Prato Calcio), controllo ordinario del 14 gennaio 2006 a Prato in occasione della gara Prato-Terni. La presenza della stessa sostanza e` stata altresi` rilevata per l`atleta Giovanni Grande (ASD Augusta), controllo ordinario del 7 gennaio 2006 a Viterbo in occasione della gara Nepi-Augusta. Il laboratorio di Colonia ha rilevato la presenza di Finasteride per l`atleta Jocimar Jubanski (AS Roma Calcio a 5), controllo ordinario del 7 gennaio 2006 a Terni in occasione della gara Terni-Roma`.

Datasport.it

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/02/2006 alle 22:05
Io mi pelo ma non mi curo.
Questi si "CURANO" ma non si pelano!!!!!!!
Fantastico.

 

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Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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  postato il 08/02/2006 alle 23:04
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da stress

Stesso prodotto dopante, a uno un anno all'altro 6 mesi!!!!!!!


Stesso cognome: al bobbista 6 mesi, al calciatore la nazionale...


Ocio...dove sta scritto che Gattuso è stato trovato positivo a qualcosa?
Si è rifiutato di fare un "prelievo"...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 16/02/2006 alle 20:53
A proposito di finasteride.... leggete questa, che è una sentenza che, seppur attuata in Germania, può fare giurisprudenza anche in Italia, e sarebbe una cosa davvero nuova per il mondo del pallone!

Giocatore dopato? Si ripete la gara
Vucicevic trovato positivo in Germania


Giocatore dopato, gara da rifare. Si ripeterà la partita Wacker Burghausen-Monaco 1860, valida per la Bundesliga 2 e vinta per 2-0 dagli ospiti lo scorso 4 novembre. La decisione di far rigiocare il match è stata presa, dalla federcalcio tedesca, alla luce della positività di Nemanja Vucicevic: il giocatore del Monaco 1860, risultato positivo alla finasteride, era entrato al 72' quando il punteggio era già sul 2-0.
Una decisione inedita per la Federcalcio tedesca, che solitamente punisce con punti di penalizzazione le società dei giocatori trovati positivi, ma "circostanze speciali possono portare a provvedimenti diversi rispetto a quelli previsti in linea di principio". In questo caso, infatti, sul verdetto avrebbe influito la tipologia della sostanza assunta da Vucicevic, 'tradito' da un prodotto per combattere la calvizie.
Il giocatore è risultato positivo alla finasteride, considerata illecita perchè in grado di coprire altri prodotti capaci di condizionare le prestazioni di un atleta. Il giudizio ha tenuto anche conto del fatto che Vucicevic ha giocato solo 18' nel match in questione e non ha influito sul risultato, maturato prima del suo ingresso in campo.
La decisione della DFB è stata accolta positivamente dalle due società. Il Burghausen considera la ripetizione del match come "la soluzione migliore dal punto di vista sportivo". Il Monaco 1860 ha diffuso un comunicato: "Accettiamo il verdetto, ma ora pensiamo alla partita di venerdì contro il Kickers Offenbach". Una sanzione che sarebbe stata completamente diversa in Italia, dove vengono puniti solamente gli atleti trovati positivi e non le squadre.


tgcom.it

 

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  postato il 16/02/2006 alle 21:01
Per me quella del "rigiocare" è una palese e colozzale cappellata.

Ce la vedete la Vuelta ri-organizzata perché il vincitore è stato trovato positivo? A che pro?
Ecco, una partita la potrebbero rifare per farla rivedere in TV così gli sponsor son più contenti (e mangierebbero il doppio col doping, pensate un po'...).

Ricordo che nel regolamento italiano della F.I.G.C. una partita può essere ripetuta soltanto per un errore tecnico imputabile al direttore di gara (uno scambio di giocatori in un'espulsione, una squadra che gioca in 12, etc.) e non so se per la FIFA e l'International Board valga la stessa cosa.

Se è una regola internazionale, in Germania non possono fare come gli pare. Se non lo è, che rigiocassero pure, ma secondo me non è una novità da applaudire.

(è troppo facile anche per le società, e qui si torna al discorso della "responsabilità oggettiva" e del "concorso di colpa", o del "mancato monitoraggio")

 

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