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Autore: Oggetto: Luigi Cecchini

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 11/01/2006 alle 11:22
Nel thread sulle domande da sottoporre a Cunego, Donchisciotte suggerisce di chiedere se sia confermata la voce, sparsa nel web attraverso alcuni blog, della collaborazione tra il corridore di Cerro Veronese ed il preparatore atletico Luigi Cecchini.
La domanda è effettivamente interessante e propongo un po' di materiale.

Questo è un articolo di Tuttobici (rivista n.9 del 1996):

______________________________________________

Titolo: Cecchini «il» preparatore

di Stefano Fiori

Luigi Cecchini, cinquantadue anni, lucchese, è sicuramente il medico più popolare del momento nel mondo del ciclismo. Una fama, costruita a suon di risultati, che arriva ad oscurare perfino quella del discusso dottor Michele Ferrari, dopo i recenti trionfi ottenuti dagli atleti da lui assistiti nel Giro delle Fiandre (Bartoli), nel campionato italiano e nel Giro d’Italia donne (Luperini), nel Tour de France (Riis) e nella prova su strada delle Olimpiadi di Atlanta, dove i «suoi» - nell’ordine Richard, Sorensen e Sciandri - hanno occupato tutto il podio. Un’annata indimenticabile, quindi, per questo instancabile medico e preparatore, sposato con Anna e padre di due figli (Ansano di 27 anni, maestro di sci, e Stefano, 18 anni) che si dedicano con entusiasmo, come lui del resto, al ciclismo amatoriale. Il dottor Cecchini è anche direttore del Centro Medico Sprotivo di Lucca e alla sua «scuola» stanno crescendo medici apprezzati in campo ciclistico, come il dottor Carlo Giammattei che già opera con la MG e i dottori Galli e Carmagnini.
Molti i corridori assistiti a livello professionistico da Cecchini, tra cui ricordiamo Bugno, Bartoli, Riis, Sorensen, Richard, Tchmil, i tre fratelli Casagrande, Coppolillo, Baldato, Della Santa, Sciandri, Scinto, Hamburger e pochi selezionati dilettanti (tra cui Dario Pieri, che nel ’97 debutterà tra i professionisti con la Scrigno, e Paolo Bettini, anche lui pronto al salto con la Mg di Ferretti).
«Mi sto rendendo conto che nelle categorie minori, juniores, allievi e perfino tra gli esordienti - dice il professor Cecchini - stanno accadendo cose spaventose, che potrebbero portare a gravi sviluppi. Ci sono genitori e tecnici alla perenne ricerca di prodotti e metodologie per aumentare il rendimento dei propri ragazzi, senza arretrare di fronte a nulla. Circolano voci inquietanti nell’ambiente su come vengono “preparati” questi ragazzi ma io ho deciso di non dare assistenza a nessuno di loro. Per me il ciclismo agonistico dovrebbe iniziare a 15 anni: chi comincia a sei-sette anni difficilmente potrà arrivare a livelli di eccellenza senza accusare una logica stanchezza fisica e psicologica».

Ho conosciuto la bici perché ero grasso...

E lei, come si è avvicinato al ciclismo?
«Ho scoperto la bici a 40 anni e l’ho fatto perché mi ci hanno costretto problemi di salute, come sovrappeso e pressione alta. Ho iniziato per divertimento, poi mi sono appassionato e sono arrivato addirittura a gareggiare, come faccio ancora, tra i cicloamatori. Mi interesso comunque di altri sport e prima praticavo l’automobilismo. Ho poi il brevetto di pilota d’aereo, altro sport bellissimo. E, per finire, ho praticato anche calcio e tennis».
Allora si può arrivare all’agonismo nel ciclismo anche a 40 anni, secondo la sua esperienza diretta, ottenendo risultati eclatanti come quello della cronocoppie di Agliana, da lei vinta in coppia con Bartoli, ad oltre 50 km orari di media, nell’ottobre scorso?
«Andiamoci piano. Io amo “testare” su di me certe metodologie ma chi vuol praticare il ciclismo agonistico dopo i 40 anni deve stare molto attento e controllarsi assiduamente. Per me sarebbe meglio, però, che il ciclismo dopo i 40 anni fosse praticato solo per diletto, senza sforzi eccessivi, tipo Gran fondo».
Qual è il ruolo di un medico-preparatore di successo come lei nel ciclismo attuale?
«C’è molta diffidenza nei nostri confronti. Esiste il problema di un medico che è quello ufficiale di una squadra professionistica e che allo stesso tempo segue atleti di altri club. È un’incompatibilità a cui ho ovviato rinunciando ad ogni incarico in seno a società professionistiche. Mi ritengo un libero professionista a disposizione di atleti che vogliano sfruttare le mie capacità e la mia esperienza di medico e di preparatore. In certi club deve esserci chiarezza nei rapporti di questo tipo soprattutto tra direttore sportivo e medico: certe situazioni vanno accettate subito o nemmeno avviate. Capisco perciò la decisione della Mapei di voler affidare tutti i suoi corridori ad un unico preparatore. Una decisione giusta».
Ma chi può legittimamente rivestire il ruolo di preparatore?
«O un professore di educazione fisica, laureato ISEF, con esperienza specifica nel ciclismo o un medico specializzato in medicina dello sport, in cui figurano materie specifiche sui metodi di preparazione e allenamento per un ciclista. Le due figure possono coesistere e addirittura completarsi. Sarà la legge di mercato a premiare chi svolgerà meglio il proprio lavoro. Non deve sembrare che noi si voglia “rubare” il mestiere ai professori di ginnastica! Un dato di fatto che deve far riflettere è quello che, esaminando la classifica dei primi 20/30 migliori professionisti del mondo, questi sono tutti seguiti attualmente da un medico preparatore. Significherà pur qualcosa... Secondo me un professore ISEF svolgerebbe meglio il proprio lavoro nelle categorie minori, allievi e juniores».
In un momento in cui i campioni selezionano pochi obiettivi a stagione, che tipo di preparazione bisogna svolgere per essere al top nel momento giusto?
«Il ciclismo è profondamente cambiato in questi anni. Il calendario si è dilatato a dismisura e a differenza del passato tutti i big si allenano spesso e molto. I valori si sono così estremamente livellati e vincere è sempre più difficile, così come è difficile mantenere a lungo la forma vincente. Questo è un problema comune ad altri sport, vedi l’atletica leggera, che richiedono fondo. Si parla così giustamente di una “periodizzazione” dell’allenamento che è alla base di ogni risultato importante».
Qual è la sua opinione circa l’ormai periodica “caccia alle streghe” che colpisce il mondo del ciclismo in tema di doping?
«Io ritengo che, nel lavoro come nello sport, sia insito in ogni uomo il desiderio di migliorarsi, di prevalere sugli altri. Il doping nel ciclismo, e negli altri sport, esiste ed è sempre esistito; ed è il prevalere in modo scorretto sugli altri, usando pratiche non lecite, che deve esere perseguito. Nel ciclismo i controlli antidoping funzionano e servono da deterrente: prima dell’istituzione dei controlli c’era un 15% di atleti che nel ciclismo faceva uso di anfetamine, ora siamo sotto l’1% secondo dati in mio possesso. Personalmente poi sono contrario al permesso di assumere sostanze proibite, a scopo terapeutico, da parte degli atleti. Una cosa concettualmente valida ma che come al solito si presterebbe a favorire i soliti “furbi” senza scrupoli. Si sarebbe dovuti passare da un controllo qualitativo ad uno quantitativo. Un assurdo. Però, come si dice in Toscana, anche con il doping “un ciuco resta un ciuco”, non diventa un cavallo da corsa...».
Si parla di endoartrite obliterante dell’arteria iliaca relativamente ai problemi alle gambe di molti atleti, in questo periodo, facendone risalire le cause all’uso di Epo. Cosa ne pensa?
«Per me questa malattia non può essere messa in rapporto con l’uso di certe sostanze dopanti. Oggi troviamo più atleti afflitti da questa patologia solo perché in passato essa non era riconosciuta. Cito l’esempio di un mio caro amico, l’ex professionista pistoiese Marcello Soldi, che cessò l’attività ancora molto giovane per problemi ad una gamba e successivamente continuò ad avere questi problemi anche nella vita normale fino a quando - solo un paio d’anni fa - gli venne riconosciuta questa malattia e potè essere operato in Francia dal dottor Chevalier, un vero luminare in materia. Questo restringimento dell’arteria è ormai dimostrato che colpisce con maggiore facilità coloro che gareggiano in bici da più anni e che hanno iniziato presto l’attività agonistica».
Lei è assai scettico circa le notizie delle misteriose morti di ex ciclisti olandesi e belgi: come mai?
«Ritengo che alla base di tutta questa situazione, se effettivamente ha le dimensioni riportate di mass-media, ci sia un controllo medico assai deficitario da parte delle autorità sanitarie di quei paesi verso coloro che praticano lo sport. Secondo me in certe nazioni si rilasciano attestati d’idoneità per il ciclismo agonistico con troppa disinvoltura. Un caso esemplare fu quello del polacco Halupczock, “rigettato” dai club italiani dopo le visite mediche nonostante fosse campione del mondo dei dilettanti. Il poveretto è poi morto in patria mentre svolgeva attività sportiva. E che pensare dell’olandese Danny Nelissen, fermato in un primo tempo dalla sua Federazione e poi riabilitato all’agonismo? Lo scorso anno ha vinto il mondiale dei dilettanti e adesso è addirittura grande protagonista tra i professionisti. Cosa lo attende, in futuro?».
Cosa c’è alla base del sorprendente trionfo al Tour di Bjarne Riis?
«Riis è davvero un caso esemplare di cosa si possa ottenere nel ciclismo seguendo con estrema determinazione una preparazione appropriata. Quello che voglio dire è che l’importante è allenarsi in un certo modo, con tenacia e costanza. Le tecniche dei Conconi, Ferrari e Cecchini non sono poi così tanto diverse tra loro. La differenza sta nei risultati, ovviamente, nella testa, nel fisico, nella grinta e nella determinazione di ogni atleta. La svolta epocale nella preparazione per il ciclismo è stata data inconfutabilmente dal professor Conconi che per primo ha ha capito come allenarsi sulla resistenza. Io, Ferrari e gli altri abbiamo messo a profitto quei risultati e quella preziosa esperienza, sperimentando inoltre alcune nostre convinzioni. In Italia siamo stati i primi a seguire questa strada e all’estero sono rimasti indietro. Ora le distanze si sono ridotte ed anche atleti come Riis, appartenenti a paesi ciclisticamente meno evoluti, riescono ad essere competitivi ai massimi livelli.

Riis aveva detto che avrebbe vinto il Tour

«Quando Riis arrivò in Italia cinque anni fa si allenava per otto ore al giorno, a 28 km all’ora e pesava 8 chili più di oggi. Grazie ai consigli di Ferretti e Bombini si è migliorato e, dato che possedeva una “cilindrata“ da fuoriclasse, i risultati sono puntualmente arrivati. Non sapeva cos’era il frequenzimetro e si è appassionato ai test, lavorando scrupolosamente. La sua forza basilare, poi, è la grande fiducia in se stesso. Quando si piazzò quinto al Tour promise a tutti noi che un giorno avrebbe vinto la Grande Boucle: io non lo presi sul serio. È un corridore intelligentissimo, capace di capire tutto quello che deve fare e come farlo. Quest’anno poi al Tour tutto è filato liscio per lui: si è trovato nella forma atletica migliore al momento più favorevole con la squadra più forte del lotto...»
A questo punto ci può sintetizzare i suoi metodi di allenamento, segreti a parte?
«Non ho segreti, glielo garantisco. Un corretto rapporto tra peso e potenza, periodicizzazione dell’allenamento e determinazione sono alla base del successo di chiunque. Divido la stagione in uno o due periodi di allenamento a seconda delle caratteristiche dell’atleta e degli obiettivi che si è prefissato. Per esempio, uno che punta al Tour farà una sola periodizzazione, chi invece punta alle Classiche dovrà fare una doppia periodizzazione, ad inizio e a metà stagione. Nel primo periodo, più lungo, si effettuerà un periodo di lavoro più quantitativo e meno qualitativo - qualità che ultimamente sto cercando di incrementare - seguito da un avvio di stagione tranquillo, per fare il ritmo di gara. In un mese si giunge così al top, che in termini di prestazione atletica sarà proporzionale al lavoro iniziale svolto. Ad esempio, ad un allenamento di una quindicina di giorni corrisponderà un forma ottimle di circa 10 giorni, mentre ad un paio di mesi di intensa preparazione una cinquantina di giorni al top. Segue poi un opportuno periodo di scarico. Diverso il discorso per atleti che hanno più di trent’anni. A vent’anni si può smettere e ritrovare la condizione in poco tempo, mentre il ciclista più vecchio - se vuole migliorarsi - non deve mai scendere dalla bicicletta durante l’anno».
Fino a che età si può ancora progredire nel ciclismo attuale?
«Direi almeno fino a 34-35 anni. Dipende però dalla motivazione del singolo atleta, dalla sua grinta e da quanto tempo pedala. Chi ha cominciato troppo presto, attorno ai 10-12 anni, assai raramente è un atleta longevo. Con l’età si migliora in resistenza, per cui gli atleti di fondo sono avvantaggiati, mentre velocisti e passisti perdono inevitabilmente il loro smalto con il passare degli anni».
Allora Miguel Indurain può ancora vincere il sesto Tour, dopo il trionfo nella crono olimpica?
«Ne sono convinto. Ma solo se avrà la voglia di sacrificarsi e di soffrire ancora per prepararsi come ha mostrato di saper fare in passato».
I ciclisti che lei segue in Toscana parlano spesso di due salite che lei usa per i suoi test: quali sono?
«Oltre ai test Conconi, per determinare la soglia anaerobica, che svolgiamo in laboratorio, uso queste due salite per valutare il grado di forma effettivo, periodo dopo periodo. È un vero e proprio test, sulle salite del Ciapino e del Monte Serra, vicino a Lucca. Vengono fatte come una cronoscalata, certe volte anche ogni 15 giorni, per valutare il grado di forma raggiunto in base ai tempi registrati. Altre volte, per capire se c’è bisogno di lavorare sulla resistenza, vengono affrontate dopo un percorso prestabilito misto di 5 ore. Minore è il tempo impiegato e maggiore perciò il grado di resistenza allo sforzo raggiunto. Con questo metodo si capisce subito dove dobbiamo lavorare per migliorare la condizione atletica».
Indurain, Olano, Tonkov, ora Ullrich: perché in Italia non si riesce più ad avere un atleta competitivo per i grandi Giri?
«Purtroppo al momento non mi sembra di vedere in Italia atleti con caratteristiche genetiche adatte per specializzarsi nei grandi Giri. Oltre a ciò in Italia, purtroppo, si pretende troppo e subito dai nostri ciclisti, fin dalle categorie minori. Quando si spreme esageratamente uno juniores sarà poi improbabile che questo diventi un campione tra i professionisti. Stesso discorso per i dilettanti. All’estero questo non succede e quindi gli atleti arrivano al professionismo così pieni di energie e determinazioni che prima o poi esplodono. Da noi uno junior spesso è già un semiprofessionista».
È forse il caso di uno dei suoi assistiti, Francesco Casagrande?
«Direi proprio di sì. Francesco voleva curare la classifica al Giro d’Italia, anche andando contro i miei convincimenti che lo vedono vincente al Giro non prima dei trent’anni. Lui voleva però fare un buon Giro ed aveva attorno a sè chi gli faceva pressione per essere competitivo. Lui poi è un ragazzo che non va alle corse per allenarsi e che quando indossa il numero di gara ce la mette tutta per ben figurare. Ha così dominato alla Tirreno-Adriatico e al Giro dei Paesi Baschi, ma è arrivato al via del Giro già in declino e quindi i risultati sono stati deficitari. Resta però a mio parere un atleta che può vincere qualsiasi classica o breve gara a tappe. Per i grandi Giri sarà competitivo, lo ripeto, solo dopo i 30 anni».
E tra gli altri italiani non c’è un possibile vincitore di un Giro?
«Sicuramente lo sfortunatissimo Marco Pantani».
Un giudizio su un’altra sua pupilla: Fabiana Luperini.
«È una ragazza eccezionale, assai determinata, con grinta, intelligenza e tanta voglia di allenarsi. Cerchiamo però di non assillarla, di non stressarla. È giovane, studia ed è una ragazza di 22 anni, che ha cultura e... la testa sulle spalle. Deve gareggiare con gioia, senza ansia o pressioni eccessive. È un talento naturale ma anche quest’anno la sua stagione durerà troppo, da febbraio a novembre, attraverso Giro, Tour, Mondiale e campionato tricolore. Il suo fisico potrebbe risentirne, e così anche la sua freschezza psicologica».
Qual è stata la sua più grossa soddisfazione, nel ciclismo?
«Mi ha esaltato Michele Bartoli sul Grammont, al Giro delle Fiandre. Una vittoria che ha entusiasmato tutti gli italiani e anche me, che lo seguo ormai da tempo. Da incorniciare anche i trionfi di Riis al Tour e di Richard alle Olimpiadi. Un ’96 tutto ok».
E un Bartoli protagonista nelle corse a tappe è solo un sogno?
«Sono certo che fra qualche anno avrà il diritto di provare a prepararsi per fare una grande gara a tappe da protagonista. Con ottime possibilità di vincerla».
Il più bel riconoscimento per il suo lavoro quale sarebbe?
«Il portare un ciclista dalle categorie minori fino ad essere protagonista tra i professionisti, seguendo i miei metodi e assecondando i miei convincimenti. È quello che sono riuscito a fare, per ora, solo con Bartoli e in parte con Casagrande. Tra le grandi vittorie di miei assistiti sogno una Sanremo e un Mondiale. Il bello del mio lavoro è che con certi atleti che seguo da molto tempo - come Bartoli, Casagrande e Sorensen - si è instaurato un rapporto bellissmo. Sono come dei figli per me, e non è una frase fatta».
Il ciclista del passato e quello del presente che ammira di più ed il campione che le piacerebbe seguire: chi sono?
«Tra i campioni del passato Eddy Merckx, tra quelli del presente Indurain. Mi piacerebbe invece lavorare con Berzin: rispetto il lavoro del dottor Mazzoni che lo ha portato a grandi risultati, ma Berzin mi piace per la sua forza psicologica e per le sue caratteristiche tecnico-atletiche. Non ha ancora dato il meglio di sè. È una scommessa per il ciclismo mondiale».

Stefano Fiori, 42 anni, toscano, giornalista free lance

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Questo invece è un articolo di Le Monde del 23/07/03 (se qualcuno avesse difficoltà nella comprensione del francese, chieda):

Lance Armstrong (US Postal) et Jan Ullrich (Bianchi), qui ont profité de la journée de repos du 22 juillet pour recharger leurs batteries, sont l'un et l'autre suivis par des médecins italiens aux pratiques controversées, Michele Ferrari et Luigi Cecchini.

Pau de notre envoyé spécial

Derrière le match que se livrent au grand jour Lance Armstrong et Jan Ullrich, un autre duel oppose, dans l'ombre, deux "préparateurs": Michele Ferrari et Luigi Cecchini. Tous deux sont italiens, médecins et très controversés. Le premier conseille le quadruple vainqueur du Tour depuis 1995. Le second suit le lauréat de la Grande Boucle 1997 depuis cet hiver.

Depuis que l'Allemand et l'Américain ont rejoint leurs mentors respectifs, ils ont l'un et l'autre sensiblement réduit leur charge pondérale et accéléré leur fréquence de pédalage. Différence significative entre les favoris du Tour 2003 : Jan Ullrich accepte de partager son préparateur quand le Texan préfère une collaboration exclusive.

Avant de prendre en main la destinée sportive de Lance Armstrong, le "mythe", comme on surnomme Michele Ferrari dans le peloton, a accompagné les succès de Francesco Moser, Gianni Bugno, Moreno Argentin et autres Tony Rominger. Avec le docteur Ferrari dans ses rangs, l'équipe italienne Gewis et son leader-russe Evgueni Berzine ont dominé le peloton professionnel et emporté en une seule et même saison (1994) les classiques Milan-San Remo, Liège-Bastogne-Liège, le Tour des Flandres et le Critérium international.

La même année, devenu préparateur personnel, c'est depuis le bord de la piste du vélodrome de Bordeaux-qu'il avait guidé le Suisse Tony Rominger vers le record de l'heure (55,291 km/h), repoussant l'ancien détenteur, Miguel Indurain, à plus de 2000 mètres.

Avant de récupérer le coureur allemand dans son giron, Luigi Cecchini avait également fait valoir quelques états de service. C'est en 1996 que le "preparatore" s'est fait un nom dans le milieu. Cette année-là, son protégé s'appelle Bjarne Riis : il emporte le Tour de France - devant le jeune Jan Ullrich - après une carrière jusque-là sans brio. Quelques semaines plus tard, trois de ses poulains (Pascal Richard, Rolf Sörensen et Massimiliano Sciandri) trustent les trois premières places de l'épreuve sur route des Jeux olympiques d'Atlanta. En 2002, ce sont les classiques de Coupe du monde qui sont accaparées par ses patients. Michele Bartoli triomphe sur l'Amstel Gold Race et le Tour de Lombardie. Andrea Tafi s'impose sur le Tour des Flandres. Mario Cipollini s'adjuge Milan-San Remo, Gand-Wevelgem et le titre de champion du monde à Zolder. Tous sont absents du Tour 2003.

En revanche, la formation danoise CSC, qui occupait la première place du classement par équipe du Tour 2003, mercredi 23 juillet, avant la 16e étape entre Pau et Bayonne, continue d'aller consulter le docteur Cecchini à Lucca, près de Pise. Avant qu'il ne signe chez Team Coast, puis chez Team Bianchi, Jan Ullrich avait été un temps annoncé chez CSC. Le directeur sportif de la formation danoise, Bjarne Riis, avait alors posé comme condition que le coureur allemand adopte les méthodes d'entraînement de Luigi Cecchini.

UN OSTÉOPATHE PARMESAN

Jan Ullrich a effectué cet hiver plusieurs séjours en Toscane, où il avait un temps songer à s'installer comme la plupart des clients italiens du docteur. Lance Armstrong a pris l'habitude de rejoindre Michele Ferrari à Saint-Moritz (Suisse) pour préparer le Tour.

Quel est le secret de la réussite exceptionnelle des coureurs préparés depuis une vingtaine d'années par les deux médecins italiens ? Luigi Cecchini, qui dirigea jusqu'en 1999 le centre de médecine de Pise, ne laisse rien filtrer sur ses méthodes d'entraînement.

Quant à Michele Ferrari, selon Lance Armstrong, ses talents sont à rechercher du côté des ses compétences en matière d'alimentation et d'oxygénation en altitude. Sur le Tour du centenaire, le "mythe" a dépêché un ostéopathe parmesan, qui aura profité de la journée de repos du 22 juillet pour remettre son client d'aplomb après sa chute et les efforts de la veille, dans la montée vers Luz-Ardiden.

La justice italienne croit avoir trouvé une explication aux formidables résultats des deux préparateurs. Au printemps 1997, la brigade des stupéfiants (NAS) de Florence avait mis la main, dans la pharmacie Giardini Margherita de Bologne - plaque tournante à cette époque du trafic de produits dopants dans la péninsule -, sur des ordonnances de substances interdites (stéroïdes anabolisants, hormones peptidiques, DHEA...) destinées à des athlètes et signées de la main des deux médecins.

Dès 1994, Sandro Donati, responsable-de la commission scientifique du Comité national olympique italien (Coni), avait épinglé, dans un rapport sur le dopage en Italie, le docteur Ferrari comme l'un des principaux prescripteurs d'érythropoïétine.

Aujourd'hui, le médecin est poursuivi par la justice de son pays pour fraude sportive, exercice abusif de la profession de pharmacien, distribution et administration de produits dopants. Les poursuites engagées contre Luigi Cecchini, également mis en examen par le procureur de Bologne, ont été abandonnées au moment où l'enquête était transférée au tribunal de Lucca.

Stéphane Mandard (avec Guillaume Prébois)

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Questa è una scheda di Luigi Cecchini tratta da un sito francese (chiedo scusa ma non trovo più il link):

Luigi Cecchini

Un dossier de Cyclisme & Dopage



Repères


Né en 1944, médecin, se présente comme préparateur physique
Dirige le Centre de médecine sportive de Pise jusqu'en 1999
Remporte un contre-la-montre amateur en duo avec Michele Bartoli à plus de 50 km/h de moyenne
Se fait un nom en préparant Bjarne Riis pour le Tour de France 1996 que celui-ci remporte après une carrière pourtant discrète jusqu'alors.
Confirme la même année en s'occupant des trois premiers de l'épreuve sur route des Jeux olympiques d'Atlanta (Pascal Richard, Rolf Sörensen et Massimiliano Sciandri)
En 1998, la justice italienne découvre son nom sur des documents retrouvés dans la pharmacie Giardini Margherita de Bologne, plaque tournante du trafic de produits dopants en Italie.
Mis en cause au cours d'une conversation téléphonique interceptée entre le médecin de la Kelme, Euphemiano Fuentes, et le coureur de l'équipe Festina Angel Casero.
En 2004, l'équipe CSC de Bjarne Riis s'attache ses services. Avec succès puisque Jörg Jaksche remporte aussitôt Paris-Nice

Le fabuleux palmarès 2002 du Docteur Luigi Cecchini
1er de Milan - San Remo (Mario Cipollini)
1er de Gand - Wevelgem (Mario Cipollini)
1er des championnats du monde (Mario Cipollini)
1er de l'Amstel Gold Race (Michele Bartoli)
1er du Tour de Lombardie (Michele Bartoli)
1er du Tour des Flandres (Andrea Tafi)
11ème de la Coupe du monde (Francesco Casagrande)

"Patients" du Docteur Luigi Cecchini
Paolo Bettini (alors qu'il était amateur)
Michele Bartoli
Gianni Bugno
Francesco Casagrande
Angel Casero
Mario Cipollini
Tyler Hamilton (Phonak)
Fabiana Luperini
Pascal Richard
Bjarne Riis
Massimiliano Sciandri
Rolf Sörensen
Andrea Tafi
Jan Ullrich (depuis 2003)
L'équipe CSC de... Bjarne Riis (à partir de 2004)

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Questo invece è un breve accenno di Bartoli a Cecchini da un'intervista apparsa su Tuttobici n.4 nel 2005:

È nostalgia della vita che ha sempre avuto, fatta di rapporti profondi. Anche quello con Cecchini, il suo preparatore.
«Era difficile parlarne finchè correvo, perché il preparatore è sempre un argomento tabù. Ma per me il Cecco è stato prima un uomo di cui mi fidavo ciecamente dal punto di vista professionale, poi è diventato addirittura uno di famiglia».




 

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Davide

 
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Livello Tour




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  postato il 11/01/2006 alle 11:51
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Nel thread sulle domande da sottoporre a Cunego, Donchisciotte suggerisce di chiedere se sia confermata la voce, sparsa nel web attraverso alcuni blog, della collaborazione tra il corridore di Cerro Veronese ed il preparatore atletico Luigi Cecchini.

...

È un vero e proprio test, sulle salite del Ciapino e del Monte Serra, vicino a Lucca.



Essendo della zona (vedi il nick ) qualcosa ne so. Un mio amico l'altro giorno fermo all'uscita dell'autostrada ha visto un'ammiraglia della lampre e un ragazzo che a lui è sembrato Cunego al telefono. Notizia da prendere col beneficio d'inventario, non vuol dire nulla e poteva anche non essere Cunego o essere a Lucca per caso.
Nella mia zona il Dottor Cecchini è una figura molto stimata, qualche volta c'ho pedalato assieme e mi è sembrata una persona alla mano, dal punto di vista delle capacità professionali, penso che gli ordini di arrivo parlino chiaro. Ultimamente anche tra gli amatori è dilagata la moda di accodarsi agli allenamenti che il Cecchini conduce personalmente assieme a professionisti della zona (io c'ho incontrato Chicchi e Petacchi, alcune ragazze del team bianchi). Il bello è che gli amatori spesso non ce la fanno a sopportare i lunghi chilometraggi e alcuni sono stati visti vagare all'imbrunire alla ricerca della via di casa. Questo è quanto succede quando si vuole scimmiottare i prof. Noi siamo amatori e a questo dobbiamo limitarci.
Da quel che ne so, non mi ricordo se per sentito dire o letto da qualche parte, c'è stata la rottura tra Riis e il dottor Cecchini. La CSC, o almeno alcuni della suadra sono comunque stati avvistati recentemente in zona, anche perchè Riis ha una villa sulle colline vicino Lucca.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2006 alle 11:56
Sì, mi pare d'avere letto che il rapporto tra la CSC e Cecchini è stato sospeso dopo il Giro d'Italia di quest'anno.
Sia chiaro, io non ho però espresso alcun giudizio e mi sono limitato a riportare del materiale.

 

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Davide

 
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Livello Tour




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  postato il 11/01/2006 alle 12:03
idem per me. su certi argomenti, quando può essere coinvolta la serietà di corridori e del preparatore stesso, prima di esprimere giudizi in un verso o nell'altro bisogna avere una conoscenza approfondita dei fatti. Quelli che ho riportato io, e altri che mi verranno a mente poi, sono fatti, alcuni che ho visto personalmente, altri riportati da persone che ritengo affidabili. Nell'ambiente girano tante voci, alcune al limite della leggenda, che credo non meritino nemmeno di essere considerate.
Spero si sia capito il senso di questo mio intervento

 
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Livello Greg Lemond




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  postato il 11/01/2006 alle 12:40
Originariamente inviato da chapino

Un mio amico l'altro giorno fermo all'uscita dell'autostrada ha visto un'ammiraglia della lampre e un ragazzo che a lui è sembrato Cunego al telefono. Notizia da prendere col beneficio d'inventario, non vuol dire nulla e poteva anche non essere Cunego o essere a Lucca per caso.


Cunego è attualmente in Sicilia, nel siracusano, ad allenarsi con i compagni Tiralongo (che è appunto siracusano), Napolitano (anch'egli siciliano), Ballan e Bennati. E' lì dall' inizio della settimana scorsa e rientrerà venerdì, quindi escluderei che si trattasse di lui...

 
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Livello Tour




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  postato il 11/01/2006 alle 14:56
ho detto l'altro giorno, ma effettivamente non ti so dire di preciso a quando si riferisce la cosa. Ho incontrato l'amico in questione sabato, lui mi ha accennato alla cosa come se fosse avvenuta qualche giorno prima, però mi sembrava parecchio sicuro.
comunque ribadisco che è stato solo una avvistamento. E poi non ci sarebbe niente di male anche se fosse stato cunego che effettivamente andava dal noto preparatore.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 11/01/2006 alle 18:03
Certo nel rispetto di tutti ma è interessante capire perché i preparatori che sono stati collaboratori di Conconi sono i più richiesti anche oggi.
La voce non gira solo sui blog, ho letto in un sito in inglese che Riis ha licenziato Cecchini per conflitto d’interessi, avendo lui fra i suoi clienti, fra gli altri, Cunego e Ullrich.
Ti ringrazio Davide per i tuoi articoli, sarebbe interessante sapere anche come è poi finito il processo a Cecchini , visto che il suo si è staccato da quello degli altri ed è finito a Lucca.
Le testimonianze dei corridori lo confermano: il centro studi di Conconi era pieno di persone che avevano un grande ascendente anche umano sui corridori, il PM Spinosa ha definito Conconi un grande scienziato.
E mi interessa anche questa cosa che attraversa il ciclismo del portare i corridori sottopeso: da Ferrari con Armstrong a Cecchini.
Il discorso che ha fatto Mestatore in un altro thread è interessante.
A me interessano molto queste cose, certo per capirne altre che riguardano la storia che nel ciclismo oggi mi interessa di più.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Tour




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  postato il 11/01/2006 alle 19:11
ho avuto l'impressione che gli atleti finiscano troppo sottopeso quando sono in mano a preparatori meno "preparati" (sorry) di quelli in questione. Penso che sia il modo più veloce, e sbagliato per vedere progressi in salita, una specie di scorciatoia che alla lunga non paga. Armstrong non credo si possa definire sottopeso, ha comunque conservato una notevole muscolatura rispetto a molti suoi colleghi. Non ho sottomano l'articolo di Bs sulle diete, ma gli ho dato una scorsa e mi sembra che si parlasse di medici sportivi di Lucca che criticano questa mania per la magrezza, uno fra questi dovrebbe essere il Gianmattei, cresciuto, secondo l'intervista riportata da Aranciata, alla scuola del Cecchini.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/01/2006 alle 01:10
Grazie a Sorrisi e Canzoni TV, sul cui sito ho trovato il documento che segue.
Parla Massimo Donelli, direttore di TV Sorrisi e Canzoni (almeno nel 2004, non so oggi), rispondendo ad un lettore:

Gentile Giovanni,
detesto il giornalismo dopato con l'emotività, la compassione pelosa, la ferocia caricaturale, il barocchismo lessicale, le giravolte intellettuali, i dibattiti fragorosi e inutili, il protagonismo accentuato da occhiali colorati, abiti clowneschi e finta compunzione. Quello che ho visto, letto e sentito in questi giorni mi ha irritato. Tantissimo. E' brutto autocitarsi, ma in questo caso non posso proprio farne a meno. Nel 1996, quando ero direttore di Epoca, ho pubblicato sul numero 51/52, che porta la data del 20 dicembre, una copertina con questo titolo: ESCLUSIVO- SOS DOPING. Integrale il documento segreto che accusa: i campioni italiani dello sport rischiano la morte per vincere. Con 40 testimonianze (dal ciclismo allo sci) inedite e sconvolgenti.
All'interno, INTEGRALE, senza censure, il dossier che il dottor Sandro Donati, medico, dipendente del Coni, ha scritto nel 1994 e che si è fatto di tutto per nascondere.
Un dossier documentato, con nomi e cognomi, implacabile. Due bravissimi giornalisti, Gilberto Bazoli (oggi lavora a La Provincia di Cremona) e Massimo Arcidiacono (oggi lavora a La Gazzetta dello Sport) hanno chiamato uno per uno tutti coloro indicati da Donati come dopati o dopatori. E di tutti abbiamo riportato l'autodifesa, le ammissioni e le non-risposte imbarazzate. I nomi di tutti coloro (pochi) che non siamo riusciti a raggiungere sono stati cancellati: perché volevamo che fosse un'inchiesta seria, non smentibile, con le accuse da una parte e la possibilità di replica dall'altra.
Bene. Sono andato a rileggermi tutto: un documento sconvolgente, un esempio di giornalismo serio e asciutto davvero raro. Infatti, ricevemmo una sola querela, che però si infranse in tribunale contro il muro della verità e della correttezza professionale. Una vittoria del buon giornalismo, insomma.
Le parlo di 8 (otto) anni fa. Trascorsi inutilmente. In questi 96 mesi, infatti, tutto è andato avanti come se niente fosse. Con le complicità di autorità sportive, dirigenti delle squadre, allenatori, medici, corridori e del variegato circolo di addetti ai lavori (sporchi). Arriviamo a Pantani, adesso.
Pantani veniva dopato e si faceva dopare. Non ha mai voluto ammetterlo perchè nel mondo dello sport professionistico l'omertà è un dogma. Ma non si può convivere troppo a lungo con la menzogna. E non si sfugge al proprio passato. Al massimo lo si può emendare con la verità e con l'espiazione (ricominciando dal gradino più basso, per esempio). Oppure si può disperatamente tentare la fuga da se stessi con la cocaina, l'eroina, l'alcolismo, finendo diritti diritti su una strada che porta solo alla morte. Appunto...
Buona giornata (e grazie per le sue belle parole)
md


di seguito viene allegato il dossier di Sandro Donati (scritto nel 1994 ma insabbiato dal CONI) pubblicato su Epoca nel 1996:

Pubblichiamo integralmente il documento preparato dal dottor Sandro Donati (e consegnato al Coni) sul doping nel ciclismo, assieme ai commenti delle persone citate. Nel testo abbiamo sostituito con le lettere dell'alfabeto greco o con i puntini di sospensione i nomi di quanti, tirati in ballo, è stato impossibile raggiungere per raccogliere un'eventuale replica o che, raggiunti, si sono rifiutati di commentare nel merito le affermazioni contenute nel dossier.
L'utilizzazione dell'eritropoietina nel ciclismo professionistico italiano (appunti di una breve inchiesta tra alcuni esperti e operatori)

1. Premessa
2. Informazioni raccolte
3. Interviste
4. Conclusioni

I commenti dei protagonisti


1. Premessa
Tutti coloro che ho interpellato sull'argomento sono stati concordi nell' affermare che l'eritropoietina (a volte associata ad altri ormoni) è utilizzata da un'elevatissima percentuale di ciclisti professionisti. Come logica conseguenza a un'estesa diffusione, i corridori, i tecnici, i medici, i dirigenti e i massaggiatori tendono a costituire una vera e propria barriera di riservatezza, impenetrabile dall'esterno dei loro ambienti. A ciò si aggiunga il fatto che il mondo del professionismo già tende, di per sé, ad autogestirsi e a distinguersi dal resto dell'ambiente ciclistico (per esempio, da quello dilettantistico). Si può, dunque, ben comprendere come sia difficile raccogliere testimonianze determinanti e, meno che meno, prove riguardo all'utilizzazione, alle eventuali modalità di prescrizione e ai sistemi di approvvigionamento dell'eritropoietina. Ciononostante, esiste una più concreta possibilità di acquisire informazioni attraverso i canali contigui al mondo del ciclismo professionistico: i corridori, i tecnici e i medici che vi hanno militato di recente, i tecnici e i medici dei dilettanti passati da poco al professionismo.
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2. Informazioni raccolte
Per procedere in questo sondaggio preliminare ho adottato il semplice metodo di far derivare il materiale di partenza dalle informazioni in possesso di alcuni esperti da me interpellati. E'implicito che si tratti di persone particolarmente competenti e affidabili sul piano etico. Con esse ho vagliato tutte le informazioni che man mano sono riuscito a ottenere da altri e che, pure, ho distinto in schede.

Scheda n. 1 (F.V., tecnico) Ritiene che l'utilizzo degli steroidi sia in forte diminuzione tra i professionisti e pressoché prossimo alla scomparsa. In contrapposizione si è sempre più diffuso il ricorso ad altri ormoni quali l'eritropoietina e la gonadotropina. In qualche caso le due forme di doping vengono associate. In qualche altro le si pratica in modo distinto. Soprattutto l'eritropoietina si è rivelata estremamente efficace per lo sviluppo della capacità di prestazione agonistica ed è divenuta la forma di doping più diffusa e praticata almeno dal 60-70% dei corridori.
A somministrarla ci sono, nella grande maggioranza dei casi, i medici. Fra questi il professor Francesco Conconi e alcuni dei suoi assistenti e collaboratori. Il professor Conconi tratta direttamente alcuni campioni come "Alfa" e fa da riferimento (consiglia, coordina) per altri come Gianni Bugno, Claudio Chiappucci e Maurizio Fondriest. Il dottor Michele Ferrari si occupa di Moreno Argentin, di "Beta", di "Gamma" e di numerosi altri corridori appartenenti a diverse squadre: con i primi due ha firmato un contratto con il quale si è assicurato una percentuale dei loro guadagni, agli altri fa pagare a seconda del livello (dosaggio e durata) del trattamento.
Il dottor "Delta", altro assistente del professor Conconi, ha somministrato l'eritropoietina a Guido Bontempi della Carrera. Anche il dottor "Sigma", a sua volta collaboratore di Conconi, risulta implicato ma soltanto con singoli corridori e non con una squadra. Un altro medico molto "attivo" è il dottor Santuccione di Pescara, soprattutto con i dilettanti che continua a seguire allorché passano tra i professionisti. In un caso il tecnico F.V. ha saputo direttamente da un corridore della Squadra Nazionale Dilettanti che a "trattarlo" era stato il dottor Santuccione: successivamente questo corridore è passato al professionismo. Il tecnico è in grado di precisare ulteriori dettagli di questo episodio.
In qualche altro caso sono addirittura i direttori sportivi a interessarsi del trattamento con Epo dei propri corridori come, per esempio, nel caso di Salutini della squadra Mercatone uno. Un corridore di questa formazione durante il Giro d'Italia dello scorso anno, dopo un avvio molto brillante, fu colto da un collasso.
Quando venne soccorso gli riscontrarono una frequenza cardiaca di 25 battiti al minuto (in pieno sforzo!).

Scheda n. 2 (Z.E., tecnico) Conferma del parere precedente a proposito degli steroidi anabolizzanti: Z.E. li considera in disuso non solo tra i professionisti ma anche tra i dilettanti. In sostituzione degli steroidi i corridori tendono a utilizzare altri ormoni proteici quali, per esempio, l'Acth e l'Hcg. Il professor Conconi è indicato nell'ambiente del ciclismo professionistico come il punto di riferimento di Claudio Chiappucci, di Maurizio Fondriest, di Gianni Bugno e di "Alfa".
Il dottor Michele Ferrari è considerato come il più coinvolto, fra gli assistenti del professor Conconi, nella somministrazione dell'Epo. Di lui i corridori dicono che ha tratto un enorme profitto economico dall'attività di medico-dopatore.
Z.E. ritiene del tutto veritiera la distinzione indicata dal dottor Polini fra gli atleti che venivano "curati" dal dottor Ferrari e gli atleti (di minor valore) seguiti dallo stesso Polini. Fra questi ultimi, evidentemente, il dottor Polini contava di trovare uno o due possibili testimoni in grado di confermare quanto da lui dichiarato in televisione e di fronte alla Commissione di Indagine del Coni.
Essi sono: Pierobon, passato in questa stagione con la squadra di Fanini "Amore e Vita", considerando che è proprio da questa squadra che sono venute molte delle informazioni riferite dal vicepresidente federale Ferrini si potrebbe ritenere Pierobon come un possibile teste ma sarà improbabile che accetti di deporre: Minali, corridore che spera di ottenere qualche risultato in questa stagione e che, presumibilmente, eviterà di parlare; Gamba, che nell'ambiente viene considerato come un "raccomandato" e che, pertanto, non si trova nella condizione migliore per esprimersi su un argomento così delicato; Martinelli, professionista da tre anni, sempre assistito da Polini, quando Polini ha parlato era fra i "disoccupati" ma ora, nonostante il suo non eccelso valore, ha trovato una squadra e si guarderà bene dall'esporsi; Frattini, è un corridore totalmente privo di risultati agonistici di sia pur minimo rilievo, psicologicamente incerto, avrà certamente timore a parlare. Come si può dedurre molto difficilmente Polini riuscirà ad avere conferme testimoniali da qualcuno dei suoi ex corridori.
Il personaggio Ferrini va opportunamente inquadrato. E' un tipico dirigente sportivo con radice politica che cura molto e che ha sempre aiutato la propria base elettorale. Al punto che con il dilettante Daddi, trovato positivo a un controllo antidoping, si adoperò in ogni modo per fargli avere uno "sconto" nella sanzione, se non proprio un annullamento. Occorre ricordare che Daddi era risultato positivo per anabolizzanti a un controllo antidoping preventivo deciso dalla Fci, prima dei Campionati Mondiali Dilettanti in Francia. Non venne, dunque, convocato. Ferrini si adoperò a suo favore sostenendo che solo i controlli ufficiali in gara potevano dar luogo a squalifiche. Il Cf della Fci comminò, invece, due anni di squalifica. Ferrini si attivò allora per farla ridurre. Dopo meno di un anno il Cf riesaminò il caso e decise di ridurre a un anno la sanzione ma Ferrini che aveva proposto il riesame votò addirittura contro! Occorre, inoltre, aggiungere che proprio lui era il dirigente responsabile della Squadra Nazionale Italiana nelle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, allorché i corridori azzurri vennero sottoposti dal professor Francesco Conconi all' emotrasfusione. A chi gli chiede come mai abbia taciuto su quei fatti egli è solito rispondere che erano altri tempi e non si valutava appieno ciò che si faceva.
Z.E. indica l'altro assistente del professor Conconi, "Delta", come il medico della "Kappa", coinvolto nella somministrazione dell'Epo (...) in particolare a Guido Bontempi e a Gian Carlo Perini altro corridore "esploso" improvvisamente a grandi livelli dopo molti anni di carriera anonima. A proposito del dottor "Delta" occorre rilevare che, analogamente a Ferrari e "Sigma", è tra coloro che hanno firmato i lavori scientifici del professor Conconi.
Per quanto si riferisce al dottor "Sigma", egli lavora a Ferrara (...). Almeno in un caso (quello del corridore professionista Flavio Vanzella) ha provveduto al trattamento con l'Epo dopo analisi e test svolti a Ferrara. Z.E. ritiene il dottor Santuccione di Pescara collegato con il tecnico della squadra nazionale Valentini e con gli stayer che sono risultati positivi agli steroidi anabolizzanti. In un'occasione fu trovato positivo addirittura un guidatore della moto da stayer, Grifoni, poi morto a 40 anni per tumore. Nel 1991 un atleta abruzzese, D'Ascenzo, fu trovato positivo per gli steroidi anabolizzanti. Il suo medico era il dottor Santuccione. Durante il periodo di stop, dopo circa quattro mesi dalla positività riscontrata, D'Ascenzo ha avuto un tumore alla gola che lo ha costretto a una lunga degenza in ospedale.
Z.E. sostiene che anche "Tau", trovato a suo tempo positivo per gli steroidi anabolizzanti, era stato trattato dal dottor Santuccione. Quanto da lui affermato in occasione della sua audizione presso la Commissione d'Indagine ("non mi sono mai drogato, sono stato vittima di una trappola") è, dunque, totalmente falso.

Scheda n. 3 (I.O., medico) Rileva un particolare di significato fondamentale: allorché si verificarono i ritiri in massa dei corridori della "Lambda" dal Tour de France vennero trovate nelle loro urine tracce di un farmaco fluidificante, l'intralipide. Si sa per certo che in questa squadra si faceva un rilevante uso dell'Epo (tra l'altro la "Lambda" ha avuto un morto tra i diciotto verificatisi per arresto cardiaco, riconducibili all'utilizzo dell'Epo secondo il parere autorevole di diverse fonti scientifiche).
Così come si sa che l'Epo produce un forte incremento della viscosità del sangue e, dunque, un elevato rischio per la salute e per la vita. I farmaci fluidificanti servono a bilanciare la maggiore viscosità del sangue. Il professor Conconi e il suo gruppo vengono considerati particolarmente esperti proprio nel "bilanciamento" fra l'Epo e i fluidificanti. I.O. indica due canali di acquisizione dell'Epo che servono, soprattutto, ai corridori e ai medici che non sono in grado di avere il farmaco direttamente dalle strutture ospedaliere: la Farmacia del Vaticano e le farmacie svizzere, specialmente quelle vicine al confine. I.O. ritiene che la maggior parte dei corridori professionisti che assumono l'Epo si rivolgano ai medici di Ferrara, soprattutto a Ferrari oltreché a "Sigma" e "Delta".

Scheda n. 4 (L.U., ex corridore professionista) Ritiene che il dottor Michele Ferrari sia, di gran lunga, il personaggio maggiormente coinvolto nella somministrazione dell'Epo ai corridori professionisti. Ha guadagnato cifre iperboliche con la sua attività di dopatore al punto che, nell'ambiente, viene definito come il "corridore" che guadagna di più al mondo dopo Miguel Indurain...
L.U. lo definisce un assatanato di denaro e descrive il sistema "razionale" con cui ha definito i suoi interventi "professionali". Esiste un primo livello di interventi (livello elementare...) per il quale si limita a chiedere al corridore un compenso di 7-10 milioni all'anno. Esso consiste esclusivamente nella stesura di un programma di allenamento. Il secondo livello prevede, oltre al programma di allenamento, la somministrazione di qualche farmaco (Epo, gonadotropina, o altro). Il costo si aggira sui 12-15 milioni e corrisponde a un trattamento farmacologico modesto quantitativamente. Occorre, infatti, tenere presente che il dottor Ferrari fornisce direttamente all'atleta i farmaci. (...) I livelli successivi non possono essere definiti in quanto riguardano trattamenti con Epo e con altri ormoni molto costosi. A seconda della durata del trattamento varia il costo. Solo i corridori di gran nome possono accedere a questi livelli di trattamento (per esempio, Argentin e "Ypsilon"). Il piccolo corridore è tagliato fuori. Questa constatazione induce, spesso, i corridori più modesti a spendere una grossa parte dei loro guadagni per un "investimento" in doping.
Per tale ragione si è sviluppato un vero e proprio livello "fai da te". In questo modo l'atleta cerca di procurarsi personalmente l'Epo, per risparmiare, affrontando così grandi rischi. Infatti, i corridori che pagano il medico dopatore ricevono un'assistenza che diminuisce i rischi e inoltre questi provvede ad "aggiustare" i livelli ormonali in modo che l'atleta non risulti positivo agli esami antidoping.
L.U. ricorda il ricovero in ospedale di Moreno Argentin dopo la vittoria al Campionato Mondiale su strada. Nell'occasione l'atleta era stato trattato dal professor Conconi. Lo stesso fu, dal primario professor Furlanello dell' ospedale di Trento, cacciato dal reparto dove era ricoverato l'atleta. Ne scrissero anche i giornali.
La squadra Ariostea, diretta da Ferretti e che ha come medico sociale il dottor Cecchini, è fortemente dedita al doping con l'Epo. Tra gli atleti di questa squadra trattati ricorda Cassani, Lelli, "Omega", Saligari, tutti molto forti durante il 1993.

Scheda n. 5 (S.F., tecnico) Indica nel professor Francesco Conconi l'origine della diffusione della pratica del doping mediante l'Epo. Ritiene che il professor Conconi sia anche attualmente uno dei punti di riferimento, anche perché i suoi assistenti che risultano coinvolti nella somministrazione dell'Epo hanno condotto sotto la sua guida gli studi di base, palesi o riservati, sull'Epo o collaborano con lui (per esempio il dottor "Sigma") (...) nell'assistenza di alcuni importanti corridori. Il dottor Michele Ferrari è, senza alcun dubbio, il medico che tratta con l'Epo (e non solo con l'Epo) il maggior numero di corridori professionisti. Tra l'altro alcuni importanti atleti dell'Ariostea sono seguiti da lui. E' a conoscenza di un altro collaboratore del professor Conconi, il dottor "Delta", attivo nella somministrazione dell'Epo.
Per quanto concerne i canali di acquisizione dell'Epo sa che molti fanno riferimento alla farmacia del Vaticano e alle farmacie svizzere. A volte i medici che praticano il doping non risultano nei tesseramenti ufficiali della squadra (è stato il caso, per esempio, del dottor Ferrari che, fino a tutto il 1993, non risultava ufficialmente tesserato: ora la Fci ha imposto alle squadre di utilizzare soltanto i medici ufficiali ma la regola viene facilmente e sistematicamente disattesa). In ogni modo, anche i medici prestanome sanno, così come dimostra lo stesso caso di Polini. Rientrava in questa fattispecie il dottor Cecchini di Lucca, medico ufficiale dell'Ariostea che ora, però, ha ben imparato il "mestiere" dedicandosi, a sua volta, in proprio, al trattamento dei corridori della sua squadra oltreché dei dilettanti e amatori della sua zona. Il dottor Cecchini tratta anche Cipollini (anche lui di Lucca), nonostante non sia un corridore dell'Ariostea.

Scheda n. 6 (Z.R., tecnico) Sostiene che il 70-80% dei corridori professionisti utilizza l'Epo. Ha avuto occasione di parlare direttamente con il professor Conconi di ciò che sta facendo il dottor Ferrari. Il professor Conconi ha risposto testualmente che Ferrari ha deciso di fare il commerciante. In seguito a questo colloquio ha ricevuto dal segretario generale della Fci, il maestro di sport Renato Di Rocco che era venuto a conoscenza della cosa, un esplicito invito a evitare per il futuro l'argomento.

Scheda n. 7 (L.U., giornalista) C'è un medico belga di nome Van Mol che lavora con la Mg Bianchi Gb e ha trattato con l'Epo alcuni corridori di questa squadra fra cui, a più riprese, Franco Chioccioli. Questo medico proviene dalla Del Tongo Mg di Beppe Saronni. Ha avuto, alcuni anni fa, grossi problemi in Belgio per questioni legate al doping dei cavalli. Inoltre, fu proprio lui a somministrare il cortisone a Beppe Saronni durante l'ultimo Giro d'Italia da questi vinto. Il trattamento causò a Saronni gravi problemi tra cui un'insufficienza surrenale. Da allora Saronni non vinse più una gara. In seguito a questo fatto Saronni prese posizione contro Van Mol ottenendo il suo allontanamento dalla squadra. Dalla Del Tongo Van Mol passò nella squadra di "Eta" e trattò farmacologicamente il corridore (...). In questo modo Van Mol tornò in auge in un ambiente che presta ai trattamenti farmacologici un'attenzione maniacale. Quando Saronni lasciò la Del Tongo (1991) questa squadra riassunse Van Mol. Tutto il blocco della Del Tongo Mg, nel 1992, si spostò alla Bianchi unitamente allo sponsor belga Gb (che corrisponde a una catena di grandi magazzini belgi) portato proprio da Van Mol, vero e proprio affarista a tutto campo. Van Mol conosceva, dunque, molto bene la maggior parte dei corridori, Chioccioli compreso.
Altri corridori di grande nome trattati da Van Mol sono "Iota" (nell'ambiente ciclistico viene giudicata incredibile la sua prestazione nell'ultimo Tour de France) (...), "Mu" e Ballerini. Va aggiunto che il dottor Van Mol, pur interessandosi di squadre italiane, ha sempre mantenuto rapporti stretti con alcuni corridori belgi e ha provveduto sia a trattarli farmacologicamente (tra di essi il più noto è "Pi") sia a collocarli ora in una squadra ora in un'altra. C'è un particolare da verificare riguardo alla presunta consegna da parte di Van Mol di due fiale di Epo a un corridore che, a sua volta, le mise nelle mani del dottor Alessandri che le fece analizzare. Alessandri ha operato per qualche tempo come sostituto del dottor Merigo di Lucca con la squadra nazionale femminile.

Scheda n. 8 (A.L., tecnico svizzero) Riferisce che in una farmacia di Stabio, in Svizzera, vicino al confine con l'Italia, ha visto lo stayer "Ro", per due volte durante il 1993, acquistare farmaci (Epo si presume, poiché egli ha genericamente riferito che si trattava di una cura per i globuli rossi) per alcuni milioni. "Ro" era in compagnia di un uomo con i baffi (sia il tecnico dell'atleta Valentini, sia [...] li hanno). Sembra che si sia rifornito di Epo solo per sé. "Ro" attualmente non ha squadra, ma risulta in trattativa con la "Amore e Vita" di Fanini.

Scheda n. 9 (F.C., ex corridore professionista) Confida che il medico di cui parla nelle sue interviste in televisione e sui giornali è il dottor Ferrari. Descrive la sua villa dove, più volte, si è recato per ricevere direttamente i farmaci da assumere...

Scheda n. 10 (E.B., ex corridore professionista) Ha corso con la squadra di Fanini fino al 1992. Confida di essere stato trattato dal dottor Ferrari. Molto difficilmente accetterebbe di parlare.

Scheda n. 11 (R.B., ex corridore professionista) Ha confidato a un tecnico che lo aveva allenato in passato di aver fatto uso più volte di Acth ma non di Epo durante i tre anni in cui ha gareggiato tra i professionisti.

Scheda n. 12 (G.Z., medico) E' certo, avendolo visto in più occasioni anche recenti, che gli steroidi tradizionalmente conosciuti siano stati in gran parte abbandonati dai corridori professionisti e sostituiti con altri non rilevabili dagli attuali sistemi di controllo antidoping.
Indica i farmaci da lui intravisti in numerose occasioni nelle borse dei massaggiatori e dei medici durante le corse e negli alberghi:
- Genotropin (ormone somatotropo biosintetico)
- Maxicortex 2000 (corteccia surrenale)
- Neocromatoncortex 200 (corteccia surrenale + complesso B)
- Ne 300 (corteccia surrenale + complesso B)
- Profasi Hp (gonadotropina corionica)
- Sinsurrene forte (corteccia surrenale)
- Solu-medrol (metil-prednisolone)
- Synacthen (Acth)
- Synchodyn 1-17 (Acth)
- Andriol (testosterone undecanoato)
- Animine (caffeina)
- Astenile (prasterone)
- Bentelan (betametasone)
- Celestone (betametasone)
- Cortigen B6 (corteccia surrenale + B6)
- Eprex (eritropoiena)
- Flebocortid (idrocortisone)
A proposito della gonadotropina corionica ritiene improbabile il suo utilizzo come sostanza doping vera e propria: piuttosto potrebbe essere usata per riattivare le gonadi dopo trattamenti prolungati con gli steroidi che hanno prodotto l'inibizione della produzione endogena.
Fino allo scorso anno era facilissimo scorgere i frigoriferi portatili cui fa riferimento Polini, così come i medici e i massaggiatori custodivano con discrezione ma senza troppi accorgimenti i farmaci doping. Ora la situazione è cambiata, in seguito alle diverse accuse mosse all'ambiente e al clamore di stampa che ne è derivato: si giunge perfino a custodire i farmaci all'interno di doppi fondi nei furgoni delle squadre.
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3. Interviste
Nelle ultime settimane sono comparse sulla stampa o in televisione numerose interviste di "addetti ai lavori" dell'ambiente ciclistico che hanno fatto una serie di denunce, essenzialmente sul problema dell'Epo. Tra esse le più importanti sono certamente quelle del vicepresidente della Fci Ferrini, del dottor Polini, del campione italiano Podenzana, del suo allenatore Tendola e dell'ex corridore professionista Cavallini.
Ferrini è stato ascoltato dalla Commissione d'Indagine del Coni e non conosco, se non frammentariamente e per sentito dire, ciò che ha detto. Nelle interviste rilasciate ha, però, affermato che la pratica dell'Epo è molto diffusa e che vi sono implicati medici noti. Mi risulta che in Commissione abbia fatto il nome del dottor Michele Ferrari. Mentre con i giornali ha fatto chiaro riferimento al traffico che si è sviluppato sull' Epo e che vede coinvolte diverse persone dell'ambiente ciclistico. Il nome del dottor Ferrari è, invece, stato fatto pubblicamente dal dottor Polini. Fra gli atleti trattati dal dottor Ferrari egli ha indicato Argentin, "Ypsilon" e "Ics". Ha anche fatto riferimento ai piccoli frigoriferi a mano che ha visto comparire in occasione delle corse. Cavallini, ex corridore professionista, piccolo industriale ben avviato e, dunque, sufficientemente autonomo economicamente per poter parlare, è molto più di un addetto ai lavori che ha visto o che è venuto a sapere di fatti di doping. Egli lo ha praticato e lo dichiara.
Questo gli attribuisce una credibilità particolarmente elevata. Dice: "Volevo migliorare le mie prestazioni, alcuni miei colleghi mi hanno raccomandato un dottore, loro con le sue cure avevano ottenuto grandi risultati, sono andato a trovarlo. Pensavo che mi spiegasse come allenarmi, e invece mi ha detto di prendere delle medicine. Non ne ricordo il nome, so però che contengono la gonadotropina, la sostanza che hanno trovato nelle analisi di Volpi... Tutto il mio stipendio di corridore se ne andava in boccette miracolo, voleva che facessi delle iniezioni dieci-quindici giorni prima delle gare".
L'intervista rilasciata a Repubblica dal campione d'Italia Massimo Podenzana è in linea con il quadro descritto da Cavallini, anche se il suo linguaggio è velato. Tra l'altro ammette "che l'utilizzazione dell' eritropoietina nel ciclismo è un fatto grave perché turba gli equilibri sportivi... vedo che molti corridori vanno spesso a Ferrara, ma non so se si limitano a semplici test".
L'allenatore di Podenzana, Gianni Tendola, analizza la situazione dal punto di vista tecnico e dice: "L'uso dell'Epo rischia di trasformare radicalmente il ciclismo, se non si corre ai ripari subito i corridori puliti scompariranno... A cosa serve allenarsi tantissimo per poi essere battuti da chi usa il doping?".
A proposito di ciò che è apparso sui mezzi di informazione, è anche molto significativo l'articolo di Angelo Zomegnan apparso sulla Gazzetta dello Sport del 27 agosto 1993.
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4. Conclusioni
Prima di sintetizzare quanto emerge dalle diverse "schede" da me raccolte e dalle interviste rilasciate da alcuni protagonisti è utile fare alcune considerazioni sulle peculiarità dell'Epo. Il suo costo estremamente elevato e l'impossibilità di acquistarla in farmacia rendono questa sostanza, per molti aspetti, assimilabile a quelle che costituiscono l'oggetto del narcotraffico. In Italia, infatti, in base alla normativa in vigore, possono acquistarla soltanto alcune strutture ospedaliere specializzate. All'estero (per esempio in Germania o in Svizzera o nella più volte citata Farmacia del Vaticano) una scatola da sei fiale costa circa 600.000.
Al costo dell'Epo occorre, però, aggiungere quello dei farmaci fluidificanti e l'onorario (si fa per dire...) del medico che regola il tutto. Considerando che un trattamento può estendersi a un periodo di circa sette settimane, il costo complessivo finisce per essere, spesso, superiore agli 8-10 milioni. La notevole efficacia sul rendimento atletico e i grandi guadagni che questa sostanza consente hanno sovrastimolato il mercato dell' offerta e della domanda.
Non c'è alcun dubbio, se si fa riferimento alle tante e coincidenti testimonianze in merito, che l'Università di Ferrara sia stata il nucleo dal quale tale pratica di doping si è originata. Così come non c'è alcun dubbio che il professor Conconi sia stato il punto centrale di riferimento di questo nucleo attorno al quale si è formato un gruppo di suoi assistenti. Il professor Conconi, così come è caratteristica dei direttori di Istituto nelle università, ha gestito la pratica dell'Epo con il suo gruppo che, però, con il trascorrere del tempo e con l'aumentare degli interessi economici, ha perso la compattezza originaria. Uno in particolare dei suoi collaboratori, Michele Ferrari, si è distinto per spregiudicatezza e avidità di guadagni divenendo il riferimento di un gran numero di corridori. Mentre il professor Conconi s'indirizzava, sempre più, verso alcuni rapporti "privilegiati" (con pochi grandi campioni, con il Coni, con le Fsn, con il Cio, con l'Uci) e ben remunerati, il dottor Michele Ferrari restava pressoché padrone del campo e si dedicava a una molteplicità di rapporti con squadre e con singoli corridori.
Altri assistenti di Conconi (due almeno: "Sigma" e il dottor "Delta") seguono singole squadre o pochi singoli casi. Esistono poi altri medici dediti alla somministrazione dell'Epo: tra di essi spiccano il belga Van Mol, il pescarese Santuccione e il lucchese Cecchini considerati da più fonti come molto attivi. Perfino alcuni tecnici si sono buttati a capofitto sull'affare-doping: uno di questi è il d.s. della Mercatone uno Salutini, un altro è collegato con l'ambiente degli stayer, un terzo è il d.s. della Mg Bianchi Gb Paolo Abetoni. Addirittura, in alcuni casi, risulterebbero implicati degli ospedali.
Nell'ambiente del ciclismo professionistico è addirittura accaduto che un tecnico che aveva appena acquistato in Svizzera farmaci doping per circa 70 milioni reagisse con rabbia alla denuncia fatta da Ferrini che rischiava di spaventare i suoi potenziali clienti.
Dinanzi a un fenomeno di tali caratteristiche e di tale portata è evidente che la strategia di contrasto non può certo essere basata sui controlli antidoping su sostanze, per altro, impossibili da rilevare, al momento e forse per un anno ancora! E' più logico pensare a un'azione combinata che si estrinsechi, da una parte, mediante un esposto alla magistratura per appurare se sussistano gli estremi di reati penali e, dall'altra, attraverso un'indagine della Commissione del Coni. L'esposto alla magistratura va, se già non lo è stato, inoltrato con urgenza: è ben noto che di Epo si muore. E' accaduto per 18 ciclisti olandesi e belgi (nell' ambiente del ciclismo il numero viene già corretto a 22). Pochi giorni fa è morto, all'età di 26 anni (non 27 come riportato dalla stampa), il polacco Halupczok, per la solita crisi cardiaca. Nel 1989 aveva stravinto il Campionato Mondiale Dilettanti su strada e aveva trascinato la sua squadra verso la medaglia d'argento della 100 km; nel 1990 aveva corso per la Diana Colnago e nel 1991 per la Del Tongo Mg (di cui era medico il belga Van Mol).
Parlando con alcuni campioni professionisti si scopre che l'Epo e, più in generale, l'esigenza del doping per essere competitivi, è divenuta per loro un'angoscia, di cui non sanno come liberarsi. Ma chi dovrebbe liberarli se non coloro che dirigono il ciclismo? E' totalmente ridicolo che si sia giunti al punto che, a causa del doping, si salga sulle montagne più prestigiose del Tour e del Giro con rapporti da pianura e ad alta velocità, ma senza che si riesca a fare selezione essendo molti corridori pieni di Epo, di Acth, di Hcg e di testosterone! Parallelamente all'azione eventuale della magistratura il sistema sportivo (il Coni, visto che la Fci non sembra in grado di farlo) deve indagare per proprio conto. Ma con la volontà di scoprire. A tale fine occorre, però, una Commissione d'indagine che abbia nel proprio interno competenze specifiche rispetto agli argomenti di cui si occupa: almeno uno specializzato in medicina dello sport che sappia distinguere una pratica doping dall'altra e un esperto di allenamento che sappia percepire e orientarsi nel linguaggio degli allenatori e degli atleti.


PS ovviamente questo dossier sarà già conosciuto dai più, ma comparendovi il personaggio in questione ho ritenuto itneressante riportarlo.

 

[Modificato il 12/01/2006 alle 01:15 by aranciata_bottecchia]

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Davide

 
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Livello Greg Lemond




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  postato il 12/01/2006 alle 01:21
Originariamente inviato da chapino

ho detto l'altro giorno, ma effettivamente non ti so dire di preciso a quando si riferisce la cosa. Ho incontrato l'amico in questione sabato, lui mi ha accennato alla cosa come se fosse avvenuta qualche giorno prima, però mi sembrava parecchio sicuro


Ma come, chapino, prima affermi "Un mio amico l'altro giorno (...) ha visto etc" - e l' altro giorno sarebbe lunedì - poi di fronte alla mia perplessità dovuta al fatto che Cunego è in Sicilia cambi versione e affermi di avere incontrato il suddetto amico sabato scorso e che lui avrebbe visto "qualche giorno prima" Cunego in toscana? Suvvia...
Probabilmente non sai che Damiano è in Sicilia dal 3 di gennaio, quindi il tuo amico non avrebbe potuto vederlo in Toscana nemmeno la settimana scorsa, e che prima ha trascorso le feste in famiglia (cosa che suppongo abbia fatto anche il noto preparatore, magari in qualche luogo esotico).
Evidentemente il tuo amico, l' altro giorno o la settimana scorsa che fosse, ha preso un abbaglio...come dici, non ci sarebbe niente di male anche se fosse stato cunego che effettivamente andava dal noto preparatore, ma non poteva esserlo però, e c'è invece qualcosa di male nel voler far credere una cosa non vera...perlomeno questa è la sensazione che questi tuoi post mi hanno provocato, scusa la franchezza.

Donchisciotte, ti dispiacerebbe per cortesia postare il link a quel sito inglese di cui parli? Io non ne ho trovato traccia nelle mie ricerche, e siccome so per lunga esperienza che in Internet (soprattutto su forums e blog) si diffondono molte dicerie prive di fondamento, vorrei dare un' occhiata anch'io a quel sito e verificarne l' attendibilità...


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/01/2006 alle 01:29
Qui c'è qualcosa: http://www.ivanbasso.net/?m=200504

Mi puzza il fatto che, stando a questa "unofficial Ivan Basso fan page", sarebbe lo stesso Basso, in data 22 aprile, ad affermare che Cecchini segue Cunego.
Tutto è possibile, ma dubito dell'attendibilità.

 

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Davide

 
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  postato il 12/01/2006 alle 01:38
Originariamente inviato da chapino
La CSC, o almeno alcuni della suadra sono comunque stati avvistati recentemente in zona, anche perchè Riis ha una villa sulle colline vicino Lucca.

Sì, effettivamente Basso ha detto che ci va spesso per allenamenti di alcuni giorni.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/01/2006 alle 01:39
Digitando su Google le parole Cecchini Riis Basso Cunego, si visualizzano link che mandano a forum o pagine amatoriali, non ho trovato niente di ufficiale o di "giornalistico".

 

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Davide

 
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  postato il 12/01/2006 alle 01:42
A parziale conferma che questa voce sarebbe uscita dall'ambiente "danese", ecco un altro link: http://www.cyclingpost.com/rider/printer_401.shtml

Basso parts ways with doctor Cecchini
By Andreas Jøhnke
Apr 23, 2005, 17:42

ROME, Apr 23 (CP) - Ivan Basso has ended the cooperation with Italian doctor Luigi Cecchini. This due to the fact that Cecchini also works with the German Jan Ullrich and the Italian Damiano Cunego.

Especially the latter is known to be Basso's major competitor in this year's edition of the Giro d’Italia,
which is the main reason for Basso dropping his doctor.

By Danish media, Basso has been predicted as next Italian Tour de France winner. The last time an Italian rider won Le Tour was in 1998, when Marco Pantani took the final victory.

© Copyright 2004 Cyclingpost.com / Andreas Jøhnke

 

[Modificato il 12/01/2006 alle 01:52 by aranciata_bottecchia]

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  postato il 12/01/2006 alle 01:48
Stando a Cyclingpost, Basso avrebbe dunque affermato di avere interrotto la collaborazione con Cecchini poichè costui assistiva anche Ullrich (fatto noto) e Cunego (fatto non noto).
Sarebbe interessante sapere se:
1) Basso abbia mai detto una cosa del genere (essendomi fatto una certa idea sulla riservatezza del varesino, sinceramente ne dubito).
2) Cunego sarebbe pronto a smentire l'affermazione di Basso, qualora fosse autentica, oppure la confermerebbe.

 

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  postato il 12/01/2006 alle 01:49
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Qui c'è qualcosa: http://www.ivanbasso.net/?m=200504

Mi puzza il fatto che, stando a questa "unofficial Ivan Basso fan page", sarebbe lo stesso Basso, in data 22 aprile, ad affermare che Cecchini segue Cunego.
Tutto è possibile, ma dubito dell'attendibilità.


Io proprio non ci credo, francamente. Perchè io ci creda dovrei leggere una dichiarazione rilasciata alla stampa, nero su bianco, su un quotidiano tipo la Gazzetta, o su un periodico specializzato, o al limite su di un sito serio, oppure vedere un video. Di hoax in Internet ne ho visti fin troppi, e vista la fonte, poi....
A quanto mi risulta, e questo invece è un fatto certo e accertato, Basso e Damiano hanno in comune un tecnico, Ulrich Schoberer, inventore del SRM, con il quale entrambi hanno lavorato per la crono sulla pista di Büttgen - e, fatto curioso, ci sono andati entrambi tra la Freccia e la Liegi l' anno scorso, nello stesso giorno.

 
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  postato il 12/01/2006 alle 02:01
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

A parziale conferma che questa voce è uscita dall'ambiente "danese", ecco un altro link: http://www.cyclingpost.com/rider/printer_401.shtml

Basso parts ways with doctor Cecchini
By Andreas Jøhnke
Apr 23, 2005, 17:42

ROME, Apr 23 (CP) - Ivan Basso has ended the cooperation with Italian doctor Luigi Cecchini. This due to the fact that Cecchini also works with the German Jan Ullrich and the Italian Damiano Cunego.

Especially the latter is known to be Basso's major competitor in this year's edition of the Giro d’Italia,
which is the main reason for Basso dropping his doctor.

By Danish media, Basso has been predicted as next Italian Tour de France winner. The last time an Italian rider won Le Tour was in 1998, when Marco Pantani took the final victory.

© Copyright 2004 Cyclingpost.com / Andreas Jøhnke


Io un paio di siti abbastanza seri li avevo trovati, ma parlavano di Basso, Ullrich e molti altri corridori quali clienti del dr. Cecchini, ma non di Cunego.
Tra l' altro, mi sembra perlomeno strano che il "conflitto d' interessi" valga ipoteticamente per Cunego ma non per Ullrich, cliente di Cecchini da anni...

Comunque, quello che hai trovato è un forum, vale a dire un sito decisamente inattendibile, dove chiunque può postare ciò che vuole.
Se poi si tratta di un danese...

 
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  postato il 12/01/2006 alle 02:08
Originariamente inviato da gabri59

Comunque, quello che hai trovato è un forum, vale a dire un sito decisamente inattendibile, dove chiunque può postare ciò che vuole.
Se poi si tratta di un danese...


Vero, me ne sono accorto, è un sito amatoriale.
L'unico professionista è un tale Mario Casaldi, che devo avere già letto da qualche parte...

Insomma, non è certo un'agenzia di stampa.
Secondo me alla base di tutto c'è un equivoco, un fraintendimento, una traduzione sbagliata (diciamo che lo spero, pur con tutto il rispetto per corridori come Ullrich, Basso, Bartoli, Bettini, Cipollini etc etc).

 

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Davide

 
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  postato il 12/01/2006 alle 02:12
Ah Mario, dijelo a quelli de saiclinpostepuntocomme de spiegarse mejo, aho, stanno a dì che Basso ha detto che Cecchini fa er preparatore de Cunego!

 

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  postato il 12/01/2006 alle 02:18
Davide ti ringrazio veramente di aver postato quel documento, ne avevo parlato ne Il capro espiatorio ma ne avevo solo dei frammenti, invece il tuo post è estremamente interessante.
Anche il giudizio di Conconi su ferrari lo è , anche perché conferma una certa immagine che si ha di quel centro ( Conconi ricercatore , i suoi allievi molto più pragmatici).
Gabri59, più o meno a agosto mi sono arrivate diverse e mail con l'indicazione di molti siti ( stranieri) dove si parlava di Cunego e Cecchini.
Quella e mail non ce l'ho più ma le notizie contenute erano quelle indicate nei siti citati da Davide: le affermazioni di Riis ( in nessuno dei siti che avevo letto ad agosto c'era scritto che la notizia venisse da Basso) sul fatto che aveva licenziato Cecchini perché aveva fra i suoi clienti Ullrich e Cunego.
Del resto Riis e Basso non hanno mai nascosto di avere come preparatore Cecchini quindi non vedo perché dovrebbero temere di dire che quel preparatore è anche preparatore di altri.
Evidentemente è un fatto normale.
Ricordo che il medico della carrera di cui si parla nel documento era Grazzi che entrò nell'inchiesta insieme a Conconi. Naturalmente allora ricordai immediatamente che Grazzi era stato medico della Carrera ( ex squadra di Pantani) ma prima di leggerlo sul giornale che leggo tutte le mattine ho dovuto attendere il 6 giugno 1999.
E Grazzi era medico sociale della squadra, Pantani ce l'aveva trovato alla carrera......... ma, evidentemente, prima del 6 giugno 1999 quella notizia non si dava.

 

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  postato il 12/01/2006 alle 02:28
Visto che, comunque, la notizia gira, perché, dal momento che qui ci sono diversi giornalisti , perché non lo chiedete direttamente a lui?
E perché tanto scandalo? Se basso lo dice apertamente di averlo vuol dire che non c'è problema ad averlo.
Quello che temo è che in Danimarca si possa dire ma magari in Italia no......

 

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  postato il 12/01/2006 alle 08:57
per Gabri59, avevo scritto (lo so, è brutto auto-citarsi):

Notizia da prendere col beneficio d'inventario, non vuol dire nulla e poteva anche non essere Cunego o essere a Lucca per caso.

quindi avevo già messo le mani avanti, non ricordandomi esattamente come era andata la faccenda. si sa le vacanze di natale, i panettoni e lo spumante hanno i loro effetti.
Comunque ti ricordo che a Lucca c'è anche l'importatore dell'SRM, e che di conseguenza la zona è molto trafficata da prof a inizio stagione per far montare l'srm sulle nuove bici. POichè Cunego ha cambiato bici, dovendo andare in sicilia in ritiro, non mi stupirebbe che fosse andato a farsi installare un nuovo misuratore. Non avrebbe potuto utilizare quelli delle cannondale in quanto quelli sono specifici per tale modello, mentre probabilmente sulla nuova wilier verrà adottato il modello con pedivella shimano. Spero che dire che cunego usa l'srm non sia un'insinuazione di bassa lega sulla moralità del corridore...(scherzo)
Comunque basta aspettare l'intervista.

ciao

ps sto leggendo piano piano i post di Aranciata , ma è veramente tanta roba!!

 
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  postato il 12/01/2006 alle 09:00
Originariamente inviato da gabri59

Comunque, quello che hai trovato è un forum, vale a dire un sito decisamente inattendibile, dove chiunque può postare ciò che vuole.
Se poi si tratta di un danese...


Allora, visto che conosco un po' di ragazzi che lavorano al sito http://www.cyclingpost.com potrei fornire un po' di risposte, magari interpellando anche i diretti interessati.

Quello riportato da Aranciata non è una pagina di un forum (che pure cyclingpost.com possiede), ma è la "versione stampabile" di una pagina web contenente un articolo pubblicato in home-page scritto da Andreas Jøhnke.

Questo ragazzo danese studiava giornalismo fino a qualche periodo fa (l'ultima volta che l'ho sentito) e non so se si sia laureato o sia ancora uno studente - il mio stesso status, insomma.

Non è un'agenzia di stampa, ma è un sito nato un anno fa e che è gestito in maniera autonoma da un ragazzo olandese che vive in Spagna. Tra i suoi collaboratori, anche danesi ed italiani ().

Se sento Andreas in tempo utile gli dico di postare una replica in inglese, oppure me la faccio mandare e ve la traduco.

Mario.

P.S.: Donchisciotte, Basso odia i telefonini...

 

[Modificato il 12/01/2006 alle 09:04 by Monsieur 40%]

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  postato il 12/01/2006 alle 09:30
cari amici,
vi ricordo che grimpeur 55x11, noto forumnista "in sonno", ha riportato in modo sibillino la notizia del passaggio di cunego alla scuderia cecchini già molti mesi fa.

mi ha colpito il dossier di donati, che mi era noto solo in parte.

mi colpisce ancor di più, che anzichè prendere atto del coinvolgimento, per me scontato, di tanti personaggi del ciclismo nel doping, l' unica preoccupazione di gabri 59 sia di cercare di dimostrare la non contiguità di damiano con personaggi nel passato coinvolti con il doping.
Tale sforzo appare veramente ai miei occhi patetico, perchè non esiste un ciclista, cunego compreso, che non abbia rapporti di contiguità con personaggi in qualche modo legati al doping.
tale contiguità o coinvolgimento è talmente generale da non significare nulla e proprio per questo è inutile cercare di dimostrare questa presunta diversità di qualcuno.
spero che tutti interpretino in modo corretto le mie parole , giacchè non si tratta di una sorta di chiamata di correità di alcuno, ma semplicemente rilevo come sia difficile assegnare patenti di diversità , tanto più sulla base del tifo e della simpatia.

la cosa per me più impressionante è la plausibilità del dossier donati:non so se sia tutto vero, certo è plausibile.

certamente da allora si è messa un po' di acqua nel vino: speriamo che il pendolo continui ad oscillare verso la parte giusta.

ciao
mestatore

ps: bravo aranciata.


 
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  postato il 12/01/2006 alle 09:33
Originariamente inviato da mestatore

[...]Tale sforzo appare veramente ai miei occhi patetico, perchè non esiste un ciclista, cunego compreso, che non abbia rapporti di contiguità con personaggi in qualche modo legati al doping.[...]


Un unico appunto: direi più <<...non esiste atleta professionista...>>.

 

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  postato il 12/01/2006 alle 09:40
una curiosità, che effetto fece l'uscita dell'inchiesta di Donati?
insomma le accuse sono esplicite, mi sembra di aver capito che i personaggi chiamati in causa non abbiano smentito. Cosa successe poi? in quegli anni ancora non seguivo il ciclismo

per mestatore: che ci vuoi fare il tifo è tifo, mi sono beccato il cazziatone, nonostante avessi fatto le dovute premesse e avessi detto che non c'è nulla di male se cunego si fa seguire dal Cecchini.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 12/01/2006 alle 11:05
Mestatore, il tuo è un intervento bellissimo e giustissimo, infatti ti leggo sempre con piacere ( ovviamente condivido la precisazione "atleta professionista").
Purtroppo l'idea della differenza mitica è dura a morire. Ovviamente con questo non esprimo nessun giudizio sul talento degli atleti.
Visto che 55x11 mi pare di capire che sappiamo chi è mi sembra molto attendibile come notizia.
L'inchiesta di Donati fu insabbiata dal 1994 al 1996 nei cassetti del Coni, poi uscì sui giornali, si aprì un'ichiesta giudiziaria, Conconi continuò ad essere personaggio importantissimo dello sport italiano ( faceva parte del CIO, rispettato da tutti e per un soffio non divenne sottosegretario allo sport nel Governo Prodi.
Ottobre 1998 esplode lo scandalo Conconi, per coincidenza con la fine del governo Prodi.

 

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  postato il 12/01/2006 alle 11:41
Originariamente inviato da Donchisciotte
Davide ti ringrazio veramente di aver postato quel documento, ne avevo parlato ne Il capro espiatorio ma ne avevo solo dei frammenti, invece il tuo post è estremamente interessante.
Anche il giudizio di Conconi su ferrari lo è , anche perché conferma una certa immagine che si ha di quel centro ( Conconi ricercatore , i suoi allievi molto più pragmatici).


Ci mancherebbe, sai benissimo che, anche se abbiamo alcune opinioni differenti e anche se ogni tanto di rifilo qualche frecciata, la mia stima nei tuoi confronti è alta e mi fa piacere se quanto riportato potrà esserti utile.

Del resto Riis e Basso non hanno mai nascosto di avere come preparatore Cecchini quindi non vedo perché dovrebbero temere di dire che quel preparatore è anche preparatore di altri.
Evidentemente è un fatto normale.


Attenzione però, Riis ha già dimostrato, attraverso dichiarazioni del passato recente, di essere fin troppo smaliziato, insinuante e talvolta pure arrogante.
Tutto ciò che dice Riis lo prenderei con le molle.
Il fatto che a suo tempo non rilevasti che la voce provenisse da Basso ma da Riis, mentre la Unofficial Fan Page la riporta come dichiarazione di Basso, non fa altro che aumentare la nebulosità attorno alla questione.
Io ci vedo fin troppa malizia e anche un filo di cattiveria.
Nulla toglie che questa indiscrezione possa risultare poi veritiera, ma per ora ho parecchi dubbi.

 

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Davide

 
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  postato il 12/01/2006 alle 11:43
Ok, dài, mi attivo per cercare di venirne a capo... non sarà facile, ma il Monsieur è qui per questo, no?!

......

 

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  postato il 12/01/2006 alle 11:52
Originariamente inviato da mestatore
Tale sforzo appare veramente ai miei occhi patetico, perchè non esiste un ciclista, cunego compreso, che non abbia rapporti di contiguità con personaggi in qualche modo legati al doping.
tale contiguità o coinvolgimento è talmente generale da non significare nulla e proprio per questo è inutile cercare di dimostrare questa presunta diversità di qualcuno.
spero che tutti interpretino in modo corretto le mie parole , giacchè non si tratta di una sorta di chiamata di correità di alcuno, ma semplicemente rilevo come sia difficile assegnare patenti di diversità , tanto più sulla base del tifo e della simpatia.


Sì, questo lo penso anche io.
Nel ciclismo non c'è stata una rivoluzione giacobina, non sono state tagliate teste, si è sacrificata una vittima punto e basta (Maria Rita ha ragione da tempo, a proposito di questo argomento).
Dunque tutte le figure del ciclismo "prima di Campiglio" sono rimaste al loro posto, ed essendone impregnato l'ambiente (se il 75% del plotone era filodoping, per osmosi anche il 75% di direttori sportivi, medici e preparatori lo era), accade che pure oggi siano inevitabili contatti di atleti puliti con figure che in passato non lo sono state (e che forse, ma solo forse, non lo sono tuttora).
Questi rapporti, effettivi (Basso) o presunti (Cunego) che siano, non possono assolutamente fare bollare come dopati nè Basso nè Cunego.
Il problema sta nel fatto, come dice Donchisciotte, che di certe cose in Italia non si può parlare (forse perchè c'è sempre un "biscardi" alle spalle pronto ad azzannarti sul collo).

 

[Modificato il 12/01/2006 alle 12:10 by aranciata_bottecchia]

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  postato il 12/01/2006 alle 11:53
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Ok, dài, mi attivo per cercare di venirne a capo... non sarà facile, ma il Monsieur è qui per questo, no?!

......


Ahò, t'ho citato come professionista, datte da fà, no?

 

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  postato il 12/01/2006 alle 12:04
Originariamente inviato da mestatore
la cosa per me più impressionante è la plausibilità del dossier donati:non so se sia tutto vero, certo è plausibile.

certamente da allora si è messa un po' di acqua nel vino: speriamo che il pendolo continui ad oscillare verso la parte giusta.

ciao
mestatore

ps: bravo aranciata.



Concordo, l'introduzione di un test abbastanza efficace contro l'epo (nel 2001) ha migliorato un po' le cose, e credo che grandissimo merito vada al ministero della sanità francese, l'organo che più di UCI, Cio etc etc ha spinto per una credibile lotta al doping.
Certo, permane la pratica del microdosaggio, ma i casi Hamilton e Santi Perez (autoemotrasfusione) sono la testimonianza che l'efficacia delle vecchie pratiche è stata intaccata in misura non trascurabile.
La vicenda L'équipe vs Armstrong, con le provette tolte dall'ibernazione, ha fatto capire ai corridori che i loro peccati di oggi potrebbero venire smascherati domani.
Rimane il problema degli anabolizzanti e del thg, a mio avviso se ne fa un uso massiccio e quasi nessuno viene cuccato.
A volte poi basta qualche problemuccio endocrino (tipo testicoli) per poter fare davvero tutto ciò che si vuole con testosterone e affini.
Ricordo che questi ormoni aumentano tutte le masse muscolari, cuore compreso, e che se non sono causa diretta di malformazioni cardiache (ereditarie), le possono comunque aggravare (o sbaglio?).
Il ciclismo, e ancora di più il calcio, presentano una sequenza di decessi sul campo che fa paura.

PS PS dico, il dossier Donati su Sorrisi e Canzoni TV! quando andavo alle scuole medie ci mettevano Al Bano, Romina e i Duran Duran!
Però, Sorrisi...Berlusconi...calcio...eh? sono malizioso?

 

[Modificato il 12/01/2006 alle 12:10 by aranciata_bottecchia]

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  postato il 12/01/2006 alle 12:04
...voglio fare il giornalista, mica il juke-box...

 

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  postato il 12/01/2006 alle 12:06
Originariamente inviato da Monsieur 40%

...voglio fare il giornalista, mica il juke-box...


Er jukkeboxxe? Ahò, che stai a dì? Ahò, che stai a fà, er cabarettista? Ahò, guarda che alla Tim je basta De Sica!

 

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  postato il 12/01/2006 alle 12:14
Marco Grassi in una e-mail di qualche tempo fa mi ha espressamente proibito di fare la battuta del "kaki"...

hhahahahaha... oh, a Vanzina je serve 'n milanese che spiccica e'romano, che Bordi se n'è 'nnato, e De Sica rischia de mori' de solitudine... hahahahahhah

 

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  postato il 12/01/2006 alle 12:44
Originariamente inviato da mestatore

mi colpisce ancor di più, che anzichè prendere atto del coinvolgimento, per me scontato, di tanti personaggi del ciclismo nel doping, l' unica preoccupazione di gabri 59 sia di cercare di dimostrare la non contiguità di damiano con personaggi nel passato coinvolti con il doping.
Tale sforzo appare veramente ai miei occhi patetico, perchè non esiste un ciclista, cunego compreso, che non abbia rapporti di contiguità con personaggi in qualche modo legati al doping.
tale contiguità o coinvolgimento è talmente generale da non significare nulla e proprio per questo è inutile cercare di dimostrare questa presunta diversità di qualcuno.
spero che tutti interpretino in modo corretto le mie parole , giacchè non si tratta di una sorta di chiamata di correità di alcuno, ma semplicemente rilevo come sia difficile assegnare patenti di diversità , tanto più sulla base del tifo e della simpatia.


Mestatore, anche per me sono assolutamente scontati la contiguità/il coinvolgimento di moltissimi atleti professionisti con il doping, esattamente come lo è per te, e mi sembra tra l' altro di averlo detto spesso (basta usare occhi e cervello, dopotutto).
Non rigirare la frittata, per favore: non sto affatto cercando di dimostrare o provare nulla, e se la voce che Cunego sarebbe anch'egli un cliente del dr. Cecchini si rivelasse fondata non avrei problemi a prenderne atto. Dev'essere fondata, però, e il punto, caro mestatore, è proprio che la voce finora non si è rivelata affatto fondata, basandosi su dicerie apparse su qualche blog e forum, ovvero sul nulla. Io ho fatto le mie ricerche e non ho trovato nulla di ufficiale, e finora nessuno qui o altrove è stato in grado di presentare una notizia, cosa ben diversa da una voce su Internet. Ripeto, se e quando questa notizia ci sarà ne prenderò atto, nel frattempo ribadisco che alle voci su Internet non credo...in questo caso, poi, specialmente se arrivano dall' ambiente di Basso....


Per quanto riguarda quella che tu chiami "la diversità di Damiano", io mi limito a constatare che è diverso in quanto corre tutta la stagione ad alti livelli, non ha particolari alti e bassi, non fa medie da motorino a cronometro nè VAM spaziali in salita. Questa è una diversità constatabile, per il resto ognuno può eventualmente trarne le conclusioni che vuole.

PS: constato che anche tu, Donchisciotte, non sei in grado di sostenere le voci che riporti con delle notizie. Devo pertanto ribadire quanto ho appena scritto. Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/01/2006 alle 12:45
Originariamente inviato da Monsieur 40%

hhahahahaha... oh, a Vanzina je serve 'n milanese che spiccica e'romano, che Bordi se n'è 'nnato, e De Sica rischia de mori' de solitudine... hahahahahhah


Ahò, ho da rispettà a fila, ce stà prima er Silvio, che pure c'assomija a Boldi.

 

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Davide

 
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  postato il 12/01/2006 alle 12:48
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da gabri59

Comunque, quello che hai trovato è un forum, vale a dire un sito decisamente inattendibile, dove chiunque può postare ciò che vuole.
Se poi si tratta di un danese...


Allora, visto che conosco un po' di ragazzi che lavorano al sito http://www.cyclingpost.com potrei fornire un po' di risposte, magari interpellando anche i diretti interessati.

Quello riportato da Aranciata non è una pagina di un forum (che pure cyclingpost.com possiede), ma è la "versione stampabile" di una pagina web contenente un articolo pubblicato in home-page scritto da Andreas Jøhnke.

Questo ragazzo danese studiava giornalismo fino a qualche periodo fa (l'ultima volta che l'ho sentito) e non so se si sia laureato o sia ancora uno studente - il mio stesso status, insomma.

Non è un'agenzia di stampa, ma è un sito nato un anno fa e che è gestito in maniera autonoma da un ragazzo olandese che vive in Spagna. Tra i suoi collaboratori, anche danesi ed italiani ().

Se sento Andreas in tempo utile gli dico di postare una replica in inglese, oppure me la faccio mandare e ve la traduco.

Mario.

P.S.: Donchisciotte, Basso odia i telefonini...


Gabri, perché mi dai sempre l'impressione che non leggi!? Questo è il mio post, riportato qualche post più in su!

Quello riportato da www.cyclingpost.com è una notizia al pari delle notizie date da siti come cicloweb, come ilciclismo, come ciclismo-online, come tanti organi di informazione via web. Non è un'agenzia di stampa, ma perché considerarla "voce di blog e forum"?!
Non è rispetto per chi si impegna nel proprio lavoro (o hobby, ma fa differenza?)...

 

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  postato il 12/01/2006 alle 12:48
Originariamente inviato da gabri59
...nè VAM spaziali in salita...


Se non le fa lui, chi le deve fare?
Petacchi?!?!?!
Ma sai quello che scrivi?

 

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  postato il 12/01/2006 alle 13:05
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Originariamente inviato da Monsieur 40%

hhahahahaha... oh, a Vanzina je serve 'n milanese che spiccica e'romano, che Bordi se n'è 'nnato, e De Sica rischia de mori' de solitudine... hahahahahhah


Ahò, ho da rispettà a fila, ce stà prima er Silvio, che pure c'assomija a Boldi.


Ma io nun t'ho mai visto... come faccio a sapè che 'n je somiji pure te?

 

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  postato il 12/01/2006 alle 13:28
Originariamente inviato da chapino

per mestatore: che ci vuoi fare il tifo è tifo, mi sono beccato il cazziatone, nonostante avessi fatto le dovute premesse e avessi detto che non c'è nulla di male se cunego si fa seguire dal Cecchini.


Eh no chapino, non cercare di far passare come dovuto al "tifo" il "cazziatone che ti sei beccato"! Lo hai "beccato", sempre per usare le tue parole, perchè hai insistito in un' insinuazione priva di fondamento, cercando anche di cambiare versione dopo che ti era stata contestata una prima volta!

 
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  postato il 12/01/2006 alle 13:31
L'hai beccato pure te sulla VAM...

 

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  postato il 12/01/2006 alle 13:32
Originariamente inviato da Donchisciotte
Visto che 55x11 mi pare di capire che sappiamo chi è mi sembra molto attendibile come notizia.

Il punto è che non è affatto una notizia, ma solo una voce su forums e blog in Internet.

 
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Livello Greg Lemond




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  postato il 12/01/2006 alle 13:34
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia

Attenzione però, Riis ha già dimostrato, attraverso dichiarazioni del passato recente, di essere fin troppo smaliziato, insinuante e talvolta pure arrogante.
Tutto ciò che dice Riis lo prenderei con le molle.
Il fatto che a suo tempo non rilevasti che la voce provenisse da Basso ma da Riis, mentre la Unofficial Fan Page la riporta come dichiarazione di Basso, non fa altro che aumentare la nebulosità attorno alla questione.
Io ci vedo fin troppa malizia e anche un filo di cattiveria.
Nulla toglie che questa indiscrezione possa risultare poi veritiera, ma per ora ho parecchi dubbi.


Condivido in toto.

 
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Livello Greg Lemond




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  postato il 12/01/2006 alle 13:42
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

Originariamente inviato da gabri59
...nè VAM spaziali in salita...


Se non le fa lui, chi le deve fare?
Petacchi?!?!?!
Ma sai quello che scrivi?

Le hanno fatte ad esempio Di Luca, Simoni e Rujano sul Finestre, e l' ha fatto rilevare proprio lo stesso Cipollini. E non mi risulta affatto che Cunego abbia mai fatto altrettanto.
Ma sai quello che scrivi?

 
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