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Autore: Oggetto: UN'INTERESSANTE INTERVISTA AL PM SPINOSA.

Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 04/01/2006 alle 17:51
Questa intervista è apparsa qualche tempo fa su Il Giornale.

Doping libero per i pro linea dura con gli amatori»
di PIER AUGUSTO STAGI

Il pm Spinosa, che ha processato il medico di Armstrong, distingue tra spettacolo e sport
Pier Augusto Stagi

«Bisogna fare un salto culturale e considerare gli sportivi professionisti non atleti, ma uomini di spettacolo. IL VERO SCANDALO E' CHI FINGE DI SCANDALIZZARSI , CHI PENSA CHE IL DOPING SIA UN FENOMENO CIRCOSCRITTO A POCHE PERSONE O A POCHI SPORT MALATI.
L'ex pm di Bologna, Giovanni Spinosa, oggi giudice del Tribunale di Paola, il primo a scoperchiare nel nostro Paese il pentolone del doping, non ha dubbi e invia al mondo sportivo, politico e sociale un messaggio forte e chiaro. Spinosa qualche anno fa fece parlare di sé per un’inchiesta sul doping (giardini Margherita), che culminò nell'ottobre 2004 con la condanna in primo grado per frode sportiva ed esercizio abusivo della professione di farmacista del dottor Michele Ferrari, amico e preparatore di Lance Armstrong. Oggi Spinosa con il doping ha poco a che fare, ma prosegue a pedalare in sella alla sua bicicletta e a sperare che qualcosa cambi.
Dottor Spinosa, che cosa pensa di Lance Armstrong?
«Anni di indagini che per primi in Europa abbiamo svolto sul doping impongono di non scandalizzarsi per i dati pubblicati dall'Équipe. Il vero rischio è continuare a far finta che i grandi spettacoli agonistici siano sport, così confondendo in un'unica normativa - e in un'unica cultura - la pratica del grande campione con l'attività di milioni di amatori. Se poi nello specifico mi chiedete se mi piace Lance Armstrong, non ho problema a dirvi che il texano non è mai stato il mio campione ideale: uno che corre solo il Tour non è un campione, è uno che si prepara in modo scientifico e con tecniche da uomo di spettacolo».
Lei è per il doping libero?
«L’antidoping fra i professionisti è una battaglia ormai persa, tante e tali sono le tecniche di sofisticazione per mascherare le sostanze dopanti. Ma è giunto il momento di fare queste riflessioni ad alta voce. Bisogna uscire dall'ipocrisia: ogni battaglia per essere vinta deve essere credibile».
Quindi...
«È arrivato il momento di prendere in considerazione la distinzione fra professionismo e il resto dello sport».
Che cosa pensa del doping?
«Il fenomeno è mondiale, NON RIGUARDA POCHE MIGLIAIA DI AGONISTI , ma investe strutture contigue a quelle criminali. Mafia e camorra comprese. Un mercato con fatturato miliardario trae la propria manovalanza dalla malavita organizzata e si dirama in una rete di connivenze che vanno dal farmacista complice, al portantino d’ospedale che trafuga prodotti vietati, al gestore di palestra».
La gente della strada, spesso si chiede: perché la magistratura se l'è presa in modo particolare con il ciclismo e i ciclisti?
«Il calcio vive in un sistema chiuso, per certi versi più omertoso. Il Giro o il Tour sono un baraccone di nomadi in continuo movimento, che devono trovare sempre qualcuno disposto a portare le sostanze proibite e in certi casi anche a venirle a riprendere per provvedere al loro smaltimento. Il ciclismo è sport più esposto».
Contro il ciclismo ci sono accanimento e spettacolarizzazione?
«Sì, secondo me NON BISOGNEREBBE FARE I NOMI DEI CAMPIONI PERCHE' LA PUBBLICITA' E' QUELLO CHE VUOLE IL SISTEMA MALAVITOSO. I campioni trovati positivi finiscono per diventare testimonial involontari della criminalità organizzata che gestisce il doping».
E al presidente del Cio, Jacques Rogge, che cosa raccontiamo?
«I dirigenti del Cio, quelli del Coni e di tutte le Federazioni sportive, devono capire che gli atleti professionisti conducono vite anormali. Bisogna riparametrare le normative: il vero sport lo facciamo noi gente normale. Bastonate i cicloamatori della domenica, fate i controlli a tappeto nelle Gran Fondo, ma gli atleti professionisti trattateli per quello che sono: produttori di spettacolo».
Che cosa pensa del calcio che ha introdotto l'esame incrociato sangue-urine solo quest'anno?
«Meglio tardi che mai».
Che cosa pensa della Wada che non è andata nel mondo del calcio a fare esami a sorpresa?
«Meglio tardi che mai».
Che cosa pensa di Gattuso che non si è sottoposto ai controlli perché non c'erano le condizioni igieniche sanitarie adeguate?
«Posso avvalermi della facoltà di non rispondere?».
Che cosa pensa del professor Francesco Conconi?
«PER ME E' UNO SCIENZIATO , un grande ricercatore».


Guarda, quando ho letto questa intervista sono saltata sulla sedia perché ,finalmente, quello che ho sempre pensato lo dice un uomo che sul doping ha indagato, ha contribuito alla condanna di ferrari e che, correttamente, ha sempre considerato gli atleti come TESTIMONI e non alcuni testimoni e uno imputato.
Ha anche espresso, quando uscì la legge sul doping, parere negativo sulla punibilità dell'atleta.
Un uomo coerente e che ha capito del doping soprattutto una cosa: la complessità.
E che se tu dici che dopandosi un ronzinante diventa Pantani, questa è la più grande pubblicità al doping.
Lo ammetto, questa intervista mi ha davvero entusiasmato.


 

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Verità e giustizia per Marco Pantani: una battaglia di civiltà.

Arcana loggia per il ripristino della civiltà dell'ordalia.

IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Greg Lemond




Posts: 843
Registrato: Aug 2005

  postato il 04/01/2006 alle 18:29
E' una posizione. Non sono mai riuscito a capire però, pur interrogandomi, se sia una posizione coraggiosa o vile.
Credo che quello che non funziona in tutto questo ragionamento sia che non tiene conto della funzione educativa dello sport. Mi spiego: per bambini e ragazzi lo sport esercita una grossa funzione educativa, molto importante per il loro sviluppo psico-fisico. In tenera età però, la passione per uno sport va quasi sempre di pari passo con l'ammirazione, l'emulazione dei grandi di quello sport. Anche prendendo per buoni i presupposti da cui parte il pm Spinosa (tutti da verificare) sarebbe possibile salvare l'etica dello sport solo a certi livelli, proiettando la pratica professionistica così lontano dalla vita reale e riducendola (del tutto) a fenomeno da baraccone?
Non sono sicuro ma io dico di no.

 

[Modificato il 04/01/2006 alle 18:32 by Rinaldo in campo]


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 04/01/2006 alle 22:35


«Bisogna fare un salto culturale e considerare gli sportivi professionisti non atleti, ma uomini di spettacolo.


Che baggianata, altro che salto culturale.
Il ciclismo è uno spettacolo perchè è uno sport.
Se non è sport, non è spettacolo.
L'unico modo di legalizzare il doping e ottenere uno spettacolo sta nell'esempio del wrestling: non c'è competitività, è cinema, è finzione, via libera al body building ormonizzato.
É questo che vuole veramente Spinosa?
Diciamoci la verità, neppure il pm crede alle parole che ha detto, parole che assumono valore se interpretate come provocazione, diversamente sono una fesseria.

IL VERO SCANDALO E' CHI FINGE DI SCANDALIZZARSI , CHI PENSA CHE IL DOPING SIA UN FENOMENO CIRCOSCRITTO A POCHE PERSONE O A POCHI SPORT MALATI.


Anche qui c'è tanta confusione, perchè affida a vaghi aggettivi come "poche e pochi" quelle che dovrebbero essere considerazione di carattere strettamente statistico o numerico.
Io, che sono un ignoto imbrattatore di forum, potrei dire una banalità simile, ma affermazioni del genere non me le sarei aspettate da chi maneggia documenti ufficiali (che non ci sono).
Anche in questo caso, sono affermazioni che hanno valore solo ed esclusivamente se volute e interpretate come provocazioni, diversamente sono aria fritta.


Lei è per il doping libero?
«L’antidoping fra i professionisti è una battaglia ormai persa, tante e tali sono le tecniche di sofisticazione per mascherare le sostanze dopanti. Ma è giunto il momento di fare queste riflessioni ad alta voce. Bisogna uscire dall'ipocrisia: ogni battaglia per essere vinta deve essere credibile».


Sono parole vergognose se espresse con serietà.
Si potrebbe dire la medesima cosa della lotta alla mafia, della lotta alla partitocrazia, etc etc.
Anche in questo caso le parole assumono valore e importanza se interpretate come provocazioni.


«È arrivato il momento di prendere in considerazione la distinzione fra professionismo e il resto dello sport».
Che cosa pensa del doping?
«Il fenomeno è mondiale, NON RIGUARDA POCHE MIGLIAIA DI AGONISTI , ma investe strutture contigue a quelle criminali. Mafia e camorra comprese. Un mercato con fatturato miliardario trae la propria manovalanza dalla malavita organizzata e si dirama in una rete di connivenze che vanno dal farmacista complice, al portantino d’ospedale che trafuga prodotti vietati, al gestore di palestra».


Che minestrone eh? Condurre una lotta severa contro gli abusi farmaceutici tra gli amatori è sacroasnto, ma non si vede come debba implicare il degrado culturale (altro che "salto") auspicato all'inizio dell'intervista.

Il ciclismo è sport più esposto».


Ah, adesso il ciclismo è sport? Allora prima non parlava seriamente, era dunque una provocazione.


«Sì, secondo me NON BISOGNEREBBE FARE I NOMI DEI CAMPIONI PERCHE' LA PUBBLICITA' E' QUELLO CHE VUOLE IL SISTEMA MALAVITOSO. I campioni trovati positivi finiscono per diventare testimonial involontari della criminalità organizzata che gestisce il doping».


Bizzarro, magari non dovremmo anche sapere i nomi dei politici collusi con la mafia, o i nomi dei politici invischiati negli scandali corruttivi o nei crack finanziari, sarebbero testimonial involontari del decadimento della cultura democratica italiana.
State zitti Italiani, che vi fotte?

Che cosa pensa del professor Francesco Conconi?
«PER ME E' UNO SCIENZIATO , un grande ricercatore».


Ma certo, è uno scienziato, un grande ricercatore.
Scusate, chi lo ha mai negato?
Solo che c'è dell'altro e stavolta Spinosa provoca con il silenzio.
Non penso che quest'uomo sia uno sprovveduto, e l'unico modo di giudicarlo intelligente è ritenere che le sue siano SOLO ED ESCLUSIVAMENTE delle provocazioni, senza lo scopo di esporre un giudizio (un magistrato vero espone i giudizi solo in tribunale) ma con l'unico evidente fine di shockare, di attirare l'attenzione attorno ad un argomento delicato e troppo spesso trascurato o trattato in modo superficiale e biscardiano (perchè evidentemente, è bene farlo notare, Spinosa crede ancora nello sport, e probabilmente è un appassionato che vorrebbe più pulizia in questo ambiente, altro che doping libero; diversamente se ne sarebbe sbattuto, sarebbe stato zitto, che gli frega di quattro professionisti quando c'è un'oceano di amatori che gioca alla roulette russa ogni week end?).
Questa è la mia opinione.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 05/01/2006 alle 02:06
Quando si fanno affermazioni così perentorie e così estremiste è chiaro che c’è un fondo provocatorio.
Bisogna vedere se la provocazione è intelligente o è stupida.
Per me la provocazione di Spinosa è intelligente.
Esprime delle linee tendenziali. Oggi lo sport professionistico è ancora uno sport, con il progredire del doping diventerà davvero come il wrestling, pura fiction.
E il processo è inarrestabile, perché il doping progredirà sempre. E’ inutile nascondersi dietro il dito di dire: Datemi le statistiche esatte, non ci sono, nessuno dirà mai la verità, la dicono quelli che non hanno nulla da perdere , ex atleti che non rischiano più nulla .
Ma la realtà sulla diffusione del doping nel mondo professionistico è palese e sempre più grave. Interessantissimo, a questo proposito, quanto dice Mestatore sul sottopeso degli atleti, doping ormonale e diffusione di certe malattie fra i ciclisti o la creazione di fisici che non esistono in natura.
Il doping non è la corruzione o la mafia, è un frammento del problema epocale del rapporto dell’uomo con la scienza per questo richiede strumenti più sofisticati.
E’ chiaro che se un campione risulta positivo non si può non dirlo ( la squalifica come si applicherebbe?e) ma denunciare la pericolosità dell’uso del sensazionalismo e dello scandalismo è estremamente intelligente perché sono, nella realtà dei fatti, mezzi pubblicitari del doping.
Conconi è uno scienziato, la scienza, da sempre, si muove anche grazie a percorsi extrascientifici, per cui se Conconi studia l’epo per usarla nella cura di certe malattie, gli verrà la curiosità di vedere che succede se la si dà a una persona sana. E la sperimentò prima su di sé. ( Prima c’era stata l’autoemotrasfusione).
Quando iniziò il suo processo e fu cacciato dal Coni, lui stava, intanto, studiando come rintracciare l’epo ai controlli. Perché anche così procede una mentalità scientificamente curiosa.
Il problema vero del doping, oggi che è un doping assolutamente scientifico, è: come, perché e in quali casi si può impedire alla scienza di fare ciò che può fare? Che è un problema epocale.
La via giudiziaria, la morale, l’appello ai valori profondi dello sport sono pistole ad acqua.
Spinosa provoca, è uno che il fenomeno doping lo conosce bene, ha contribuito alla condanna di ferrari, ha scoperto i valori abnormi di ematocrito dei calciatori del parma ( nel 1998), adesso lavora ai processi contro la criminalità organizzata ( che c’entra parecchio con il doping) se fa provocazioni di questo tipo non le fa a caso, le fa intelligentemente per mostrare l’inadeguatezza dei sistemi usati fino a questo momento e forse anche per concentrarsi su quello che può ancora essere salvato ( i ragazzini).
E anche per spazzare qualche ipocrisia. Che ci siano sport più dopati di altri e che ci siano “ alcuni” montoni neri. La statistica non si avrà mai e lo sappiamo, ma Spinosa, che il fenomeno lo conosce, nello sport professionistico evidentemente non ha bisogno di statistiche.

 

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IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 05/01/2006 alle 13:07
Ciao Maria Rita, il tuo ultimo post mi trova più d’accordo, grosso modo, con qualche piccola eccezione di fondo (ma conosco la tua opinione come tu conosci la mia, dunque non voglio aprire un ping pong infinito).

Questa però è una considerazione che mi trova un po’ in disaccordo:

La via giudiziaria, la morale, l’appello ai valori profondi dello sport sono pistole ad acqua.


La via giudiziaria è irrinunciabile, perchè il doping è una truffa.
Sarebbe come dire che in Italia, popolo di evasori fiscali, che si tratti di falso in bilancio come dello scontrino del salumiere, non si dovrebbe più perseguire (penalmente o civilmente) questo tipo di reati.
Tra le altre cose, e questa considerazione si riallaccia al valore provocatorio delle dichiarazioni di Spinosa (che apprezzo molto, se intese appunto come provocazione), penso che giuridicamente sia impossibile combattere il doping a livello amatoriale e, parallelamente, non perseguire il medesimo reato se commesso da un professionista.
Non bastano le immunità dei parlamentari?

La morale: questo è un ambito molto particolare. Se intesa come "ideale da raggiungere", trovo che sia indispensabile, si mira in alto per ottenere un risultato di livello medio. Se intesa come "costume" o "comune sentire", allora la morale è uno sprone al doping, perchè il costume dei cicloamatori granfondisti è inzaccherato parecchio, e il comune sentire della pubblica opinione è di carattere circense, salva i gladiatori del calcio e affossa gli altri sport.

I valori profondi dello sport: che vuoi che ti dica, per me il calcioscommesse e le vittorie molto prevedibili di Armstrong sono la medesima cosa, esempi esecrabili.
La lealtà deve essere alla base di tutto, non solo nello sport, ma dovrebbe esserlo anche nella vita politica e in tutte le relazioni sociali.
Non è così, non sempre, ma è comunque un ideale cui doverosamente si deve tendere, a mio avviso.
Ciao

 
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Livello Learco Guerra




Posts: 918
Registrato: May 2005

  postato il 05/01/2006 alle 22:43
Io sono d'accordo con Aranciata. Spero anch'io che le parole di Spinosa siano una provocazione. Lo sport, anche ai massimi livelli, non può essere considerato solo spettacolo: porta (o dovrebbe portare) anche qualche valore.

 

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