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Autore: Oggetto: Obbligo del Casco

Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 16:48
caro Monsieur
proprio qualche minuto prima di te stavo scrivendo le stesse cose che hai scritto tu, poi ho dovuto interrompere causa telefonate.
Complimenti, mi hai battuto al fotofinish.

Chi invoca la libertà di farsi del male, anche senza far male ad altri, dovrebbe avere la coerenza e la correttezza di pagarsi da solo le spese ospedaliere, senza ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale: finchè l'assistenza sanitaria viene fornita dallo stato a tutti i cittadini, mi sembra giusto che non sia concessa loro la libertà di farsi del male da soli.

P.S. questo uso indiscriminato del termine "libertà" mi da un pò fastidio: se non altro per rispetto a chi ha lottato per un altro tipo di libertà, quella vera, mi piacerebbe che questa parola venisse usata per le cose serie, non per una cosa futile come l'uso del casco da ciclista.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 16:58
Originariamente inviato da antonello64
P.S. questo uso indiscriminato del termine "libertà" mi da un pò fastidio: se non altro per rispetto a chi ha lottato per un altro tipo di libertà, quella vera, mi piacerebbe che questa parola venisse usata per le cose serie, non per una cosa futile come l'uso del casco da ciclista.




p.s. ha lottato e, in troppi contesti, lotta

 
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Livello Tour




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  postato il 03/01/2006 alle 17:13
tutta retorica ripassata in padella.in realta´ anch´ io pago tasse ,quindi ho il diritto di accedere a det. servizi. non vivo su marte.
oppure mettiamola cosi:
e´ accettabile farsi del male, anzi, non moralmente riplorevole, in quanto si ha una copertura assicurativa.almeno , in nome del dio danaro, non si scomoda + nessun "alto" concetto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 17:56
Originariamente inviato da cikki

tutta retorica ripassata in padella.in realta´ anch´ io pago tasse ,quindi ho il diritto di accedere a det. servizi. non vivo su marte.
oppure mettiamola cosi:
e´ accettabile farsi del male, anzi, non moralmente riplorevole, in quanto si ha una copertura assicurativa.almeno , in nome del dio danaro, non si scomoda + nessun "alto" concetto.


quest'anno sono caduto due volte (con il casco) e sono finito due volte all'ospedale, per un totale di 11 punti tra mano e faccia: al di la del costo economico, il sottoscritto è stato un peso per la comunità anche perchè il tempo dedicato a me i dottori lo hanno sottratto ad altri malati.
Se ci sono modi semplici (casco o cintura di sicurezza in auto) di limitare al massimo questo tipo di situazioni, lo stato ha il diritto di applicarli oppure no?
Secondo me si: tu hai i tuoi diritti e lo stato italiano ha i suoi.
Tieni presente che l'obbligo del casco non ti crea nessun danno, ma al massimo un disagio.

 
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Livello Tour




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  postato il 03/01/2006 alle 18:37
ci sono diritti. e doveri. io ho il dovere di non provocar danno agli altri. ma ho il diritto, x cio´ che riguarda un semplice svago, non competitivo, di decidere x me. x la mia persona. l´ obbligo e´ una pura bacchettonata. ripeto: che facciamo la multa alla vecchina sulla graziella che va dal fornaio?? se c´e´ coerenza si dovrebbe rispondere affermativamente. xche´ o e´ x tutti o..che? si decide in base al peso delle bici o al materiale? mi dispiace tu sia caduto. il tempo non lo hai fatto perdere a nessuno. ognuno e´ pagato x il proprio lavoro (non spesso...)non discuto su veicoli motorizzati,ne su gare, ma estendere l´ obbligo in maniera coercitiva mi sembra una gran baggianata.io ho una assicurazione r.c. xche´ una volta ho investito un pedone. si e´ fatto abbastanza male. ma non ha battuto ciglio. io mi sono sentito un po´ verme e da allora l´ ho fatta. quindi, x gli altri (e x me stesso, xche´ non voglio dissanguarmi x risarcire) porto il massimo rispetto. ma sulla mia persona non tollero inferenze.anche xche´ la bici e´ un mezzo talmente generico che risulta difficilmente omologabile a criteri di certificazione. posso andare a 10 all´ ora con una mtb da 100 euro in campagna, come a 50 su strada con una specialissima da 5000 e.


p.s. sulle assicurazioni.la mia polizza r.c. copre anche "gare". ma l´ uso del casco non e´ menzionato. almeno se ricordo bene.

 
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  postato il 03/01/2006 alle 21:58
Caro Cikki,
hai ragione ci sono diritti e doveri.
Non prendere questa mia insistenza come un volerti forzare a fare
qualcosa che non ti piace. E'un tuo diritto essere libero di
pensarla come vuoi.
Lo considero invece un mio dovere, essendo molto probabilmente
piu`anziano di te, provare a tramandarti un po` di quella saggezza
che è poi l`unico aspetto positivo dell`invecchiare.
Scusami anche se, in questo mio voler tramandare, annullo il
tuo diritto di sbagliare e fare esperienza da solo ma,
purtroppo, ci sono errori da cui non si puo` tornare piu`indietro.
L'indossare il casco puo` appunto evitare una di queste situazioni di
non ritorno. E' vero devi scendere a compromesso con il tuo
bisogno viscerale (e sacrosanto!) di liberta' ma fallo!
Fallo anche perche` oltre ai diritti anche tu hai dei doveri;
doveri verso chi ti sta vicino e ti vuole bene (per non parlare
di eventuali figli!).
Credimi,per parenti e amici non e`mai facile accettare nessuna
fatalita` e le frasi tipo "è successo mentre faceva cio` che
amava fare" sono banali palliativi che poco consolano e
mai spiegano definitivamente il perche` e'potuta accadere
una disgrazia, figurati se per colpa di un casco non indossato....

Quindi ti invito a considerare anche la libera scelta
di indossarlo quel casco.

concludo riportandoti cio` ce aveva scritto all'inizio di
questo 3D il nostro Mestatore(a proposito dell`estetica):

ti assicuro che quando vedo in una rianimazione un ciclista , giovane , bello, con mille tubi ,il monitor.... senza casco ,investito o banalmente caduto in allenamento, il cuore mi si stringe molto di più che al pensiero del pirata con il casco.
non vedo estetica in quei genitori e amici che si stringono affranti a cercare impossibili parole di speranza.
succede. troppo spesso , purtroppo.

 

[Modificato il 03/01/2006 alle 22:00 by pedalando]

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 03/01/2006 alle 22:06
Io credo che i pensieri di Antonello64 e Pedalando rispecchino alla perfezione anche il mio.

E poi, non venirci a dire che i nostri sono discorsi economici...

 

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  postato il 03/01/2006 alle 22:22
Ciao Cikki.
Nemmeno io correrei sulla pista ciclabile (per come sono strutturate ora), però il casco lo metterei anche se mi ritrovassi a correre su di una autostrada chiusa al traffico motorizzato.
Poi ti posso assicurare, per esperienza personale, senza il bisogno di passare per la rianimazione, solamene dalla camera di un ospedale, che un bel ragazzo, sano, forte e ora professionista, porterà (probabilmente) per sempre i segni in volto della libertà di decidere che tu invochi...e ogni mattina, quando si guarda allo specchio, probabilmente pensa ancora, a quasi due anni di distanza:"Se quella mattina, in un tranquillo sabato pre-gara, avessi avuto il casco?"
Chissà...pensaci, per questo le foto aiutano...

 

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  postato il 04/01/2006 alle 10:56
Originariamente inviato da antonello64

Chi invoca la libertà di farsi del male, anche senza far male ad altri, dovrebbe avere la coerenza e la correttezza di pagarsi da solo le spese ospedaliere, senza ricorrere al Servizio Sanitario Nazionale: finchè l'assistenza sanitaria viene fornita dallo stato a tutti i cittadini, mi sembra giusto che non sia concessa loro la libertà di farsi del male da soli.

P.S. questo uso indiscriminato del termine "libertà" mi da un pò fastidio: se non altro per rispetto a chi ha lottato per un altro tipo di libertà, quella vera, mi piacerebbe che questa parola venisse usata per le cose serie, non per una cosa futile come l'uso del casco da ciclista.


Sottoscrivo applaudendo. A me questa non sembra retorica come la definisce Cikki ma pura realtà. Mi sembra che ultimamente nella nostra società (non sto qui ad analizzarne le cause ma prima o poi lo farò) del concetto di libertà se ne fa un uso distorto, finalizzato solo a sottolineare l'individualismo più bieco e l'egosimo più ottuso. Libertà non è solo "faccio quello che cavolo mi pare e nessuno mi deve disturbare perchè io non disturbo nessuno" come qualcuno pensa oggi aggiungendo "ma io pago le tasse" (che poi quelli che lo dicono spesso sono anche quelli che le evadono), ma è anche fare in modo che le opportunità di ambire a realizzare i propri progetti siano realizzate. E ciò pone dei vincoli alla libertà "faccio quello che voglio". Perchè io non posso ambire a a realizzare i miei progetti se ad esempio sono vincolato ad accudire a un congiunto celebroleso a seguito di una caduta senza casco. O non posso realizzare i miei progetti se l'aiuto che la collettività potrebbe darmi in realtà è speso per pagare le cure mediche a certe persone...

Insomma, occhio a esaltare certi concetti troppo estremi di libertà... e se ti trovassi in prima persona con la testa rotta e la necessità di cure assistenza e ti rispondessimo che visto che non avevi il casco ora te la sbrighi da solo o con la tua assicurazione privata se ce l'hai?

 

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  postato il 04/01/2006 alle 11:00
Abbandondando la filosofia morale e tornando ai pedali:

E' allucinante che sempre di più tra gli amatori si diffonda la moda di uscrire senza casco, oggi che i caschi sono leggeri e ventilati e che le strade sono ogni giorno più pericolose e trafficate. Nella mia squadra a portare sempre e comunque il casco siamo rimasti davvero in pochissimi.
Ma cosa vuole essere? Una moda di imitazione dei prof, proprio ora che loro il casco lo hanno sempre?

Circa i prof, guai a togliere l'obbligo del casco. E ben vengano esempi come Rebellin che lo porta sempre, anche da prima dell'imposizione. Alleggerirei la norma riportando il regolamento al 2004, quando nell'ultima salita si poteva togliere il casco (magari attrezzando aree dove gettarlo e poi le squadre lo riprendono). Si tutelerebbero così anche legittimi desideri di promozione dell'immagine dell'atleta, che è massima nelle tappe in salita dei gt. Ma per il resto, casco sempre.

 

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  postato il 04/01/2006 alle 11:44
Originariamente inviato da Frank VDB
Abbandondando la filosofia morale e tornando ai pedali:

E' allucinante che sempre di più tra gli amatori si diffonda la moda di uscrire senza casco, oggi che i caschi sono leggeri e ventilati e che le strade sono ogni giorno più pericolose e trafficate. Nella mia squadra a portare sempre e comunque il casco siamo rimasti davvero in pochissimi.
Ma cosa vuole essere? Una moda di imitazione dei prof, proprio ora che loro il casco lo hanno sempre?

mah, guarda nel regolamento del nostro gruppo (definirla squadra' e'
un po' troppo anche se di fatto lo e`) abbiamo imposto l'uso del
casco per le uscite di gruppo.


Circa i prof, guai a togliere l'obbligo del casco. E ben vengano esempi come Rebellin che lo porta sempre, anche da prima dell'imposizione. Alleggerirei la norma riportando il regolamento al 2004, quando nell'ultima salita si poteva togliere il casco (magari attrezzando aree dove gettarlo e poi le squadre lo riprendono). Si tutelerebbero così anche legittimi desideri di promozione dell'immagine dell'atleta, che è massima nelle tappe in salita dei gt. Ma per il resto, casco sempre.

Il regolamento diceva piu' o meno cosi':
"a meno di diversi vincoli legali si puo` togliere il casco sull'ultima
salita se e' almeno....ecc."
I vincoli legali possono essere quelli imposti dall'assicurazione.

 

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  postato il 04/01/2006 alle 11:46
Eh, però capite che se un arrivo in salita è come quello di Montevergine di Mercogliano, concluso in pratica con una volata di gruppetto a velocità anche abbastanza alta, il casco serve...

...sarebbe da rivedere forse il concetto di "arrivo in salita"...

 

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  postato il 04/01/2006 alle 11:58
Ma scusa Mario cosa cambia?
Se cado a 60 è scivolo sull'asfalto, magari mi gratto solo la testa o se va male me la disintegro, se cado fermo in surplace e batto solo la testa me la spacco lo stesso.
Per me dovrebbero tenerlo sempre, non penso siano quei 2 etti ad ucciderli; poi con tutte le prese d'aria che hanno, non mi vengano a dire che tiene troppo caldo che non è proprio vero.

 

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  postato il 04/01/2006 alle 12:01
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  postato il 04/01/2006 alle 12:01
Sì, sì, è vero, hai ragione tu Andrè.

Era solo per cercare di "mediare" un compromesso tra la sicurezza e la visibilità in Tv, che magari negli arrivi in salita può essere accentuata.

Ma in realtà è un processo mentale abbastanza inutile, in quanto di solito negli arrivi in salita i ciclisti arrivano da soli o in gruppetti esigui e sono facilmente riconoscibili.
E poi - come hai fatto notare - bisogna maturare la mentalità che la sicurezza non vada affatto mediata.

Ritraggo.

 

[Modificato il 04/01/2006 alle 12:05 by Monsieur 40%]

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  postato il 04/01/2006 alle 12:07
2 Immagini a caso:



Ne è passata di acqua sotto i ponti...direi quasi che quelli nuovi son anche più pericolosi se si cade su qualcosa di sottile ma resistente.
Sarebbe proprio il massimo della sfiga, e comunque sempre meglio che prenderselo in zucca direttamente.

Che uomo il Marietto, che ritratta pure

 

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  postato il 04/01/2006 alle 12:16
Originariamente inviato da cikki

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x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


caro cikki
mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao


ogni obbligo e´ SEMPRE limitante.
x la liberta´ in particolare.
cominciamo a difenderci anche da questi obblighi.
sara´ gia´ qualcosa. in questo mondo odierno.

ciao


Vorrei far "notare" ai "distratti" che questi obblighi in realtà fanno parte di un contesto di società civile. Come le leggi di uno Stato (anzi, proprio leggi di uno Stato sono).
Ricordo che l'utilizzo delle cinture di sicurezza, l'uso del casco o - più ciclisticamente parlando - lo stop di 15 giorni dell'attività agonistica previsto in caso di ematocrito che superi il 50% avviene per la "salvaguardia della salute".
Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa, ma perché come giustamente ha ricordato qualcuno in Italia l'assistenza sanitaria è gratuita, e le cure di un "distratto" (fumatore, guidatore, ciclista, ecc...) le pagano tutti i contribuenti.

Quindi non è da queste libertà che si parte. Perché io potrei avere la necessità di sentirmi libero non pagando le tasse per le tue cure ospedaliere. Ed in quel caso intaccherei la tua libertà. Come tu la intacchi costringendomi a pagare di più per le tue cure (dico "tue", ma non mi riferisco spiccatamente a te, parlo della "categoria").

La vera libertà è quella che non lede la libertà altrui.


infatti: tu non devi ledere la mia liberta´, obbligandomi in senso coercitivo, all´ uso del casco. tu, pagando le tasse paghi anche la tua liberta´. questo in teoria.i n pratica confermi la liberizzazione della liberta´. xche´, con + denaro in tasca ti reputi + libero?
ovvero: la liberta quantificata a denaro.lo stesso discorso che fa uno stato:non ti drogare
xche´? xche´ mi costi (pero´ alcol e tabacco rappr. cospicue entrate..)
ergo, la "salvaguardia della salute" e´ solo uno specchietto x le allodole. che in realta´ nasconde fini economici.
che poi a ben pensare non sono neanche poi tali. una nazione di "vecchi" tra pensioni e cure e medicine, costerebbe anche di piu´.


"Coercitivo"?! Ma quando?
Io mica ti rincorro per strada e ti incollo il casco in testa col bostik! Ti faccio semplicemente pagare una multa se ti becco e non ti riconosco - nel caso ti facessi male - l'assistenza sanitaria gratuita in quanto l'atto del circolare senza casco è uno sporgersi al pericolo volontariamente.
E' ovvio che attuerei lo stesso principio per le cinture di sicurezza, per le luci spente, per alcolismo e tabagismo che non derivi da problemi psicologici, e lo stesso per la tossicodipendenza.

La "salvaguardia della salute" è uno specchietto per le allodole. Già avevo scritto: <<[...]Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa[...]>>, e quindi la questione non credo andasse di nuovo tirata in ballo.

Lo ripeto: le libertà necessarie, nella vita, sono ben altre.

 

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  postato il 04/01/2006 alle 12:19
Originariamente inviato da WebmasterNSFC

Che uomo il Marietto, che ritratta pure


In realtà già ero incanalato verso quella via...

Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da andrea81

nel 2001 e 2004 (quando era già entrato in vigore l'obbligo del casco ma non ancora nell'ultima salita) sì.


E' vero. Grazie della segnalazione.
Allora lascerei l'obbligo del caso in tutte le occasioni, compresi gli arrivi in salita.


Diciamo che vagavo a luci spente e mi hai fatto notare il problema.

P.S.: Diciamo anche che ancora non ho comprato la bici da corsa, ma ho già comprato il casco!

 

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  postato il 04/01/2006 alle 13:30
Originariamente inviato da Monsieur 40%
P.S.: Diciamo anche che ancora non ho comprato la bici da corsa, ma ho già comprato il casco!


E bravo il Marietto
cosa fai lo metti sulla cyclette per abituarti ?

 

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  postato il 04/01/2006 alle 14:27
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x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


caro cikki
mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao


ogni obbligo e´ SEMPRE limitante.
x la liberta´ in particolare.
cominciamo a difenderci anche da questi obblighi.
sara´ gia´ qualcosa. in questo mondo odierno.

ciao


Vorrei far "notare" ai "distratti" che questi obblighi in realtà fanno parte di un contesto di società civile. Come le leggi di uno Stato (anzi, proprio leggi di uno Stato sono).
Ricordo che l'utilizzo delle cinture di sicurezza, l'uso del casco o - più ciclisticamente parlando - lo stop di 15 giorni dell'attività agonistica previsto in caso di ematocrito che superi il 50% avviene per la "salvaguardia della salute".
Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa, ma perché come giustamente ha ricordato qualcuno in Italia l'assistenza sanitaria è gratuita, e le cure di un "distratto" (fumatore, guidatore, ciclista, ecc...) le pagano tutti i contribuenti.

Quindi non è da queste libertà che si parte. Perché io potrei avere la necessità di sentirmi libero non pagando le tasse per le tue cure ospedaliere. Ed in quel caso intaccherei la tua libertà. Come tu la intacchi costringendomi a pagare di più per le tue cure (dico "tue", ma non mi riferisco spiccatamente a te, parlo della "categoria").

La vera libertà è quella che non lede la libertà altrui.


infatti: tu non devi ledere la mia liberta´, obbligandomi in senso coercitivo, all´ uso del casco. tu, pagando le tasse paghi anche la tua liberta´. questo in teoria.i n pratica confermi la liberizzazione della liberta´. xche´, con + denaro in tasca ti reputi + libero?
ovvero: la liberta quantificata a denaro.lo stesso discorso che fa uno stato:non ti drogare
xche´? xche´ mi costi (pero´ alcol e tabacco rappr. cospicue entrate..)
ergo, la "salvaguardia della salute" e´ solo uno specchietto x le allodole. che in realta´ nasconde fini economici.
che poi a ben pensare non sono neanche poi tali. una nazione di "vecchi" tra pensioni e cure e medicine, costerebbe anche di piu´.


"Coercitivo"?! Ma quando?
Io mica ti rincorro per strada e ti incollo il casco in testa col bostik! Ti faccio semplicemente pagare una multa se ti becco e non ti riconosco - nel caso ti facessi male - l'assistenza sanitaria gratuita in quanto l'atto del circolare senza casco è uno sporgersi al pericolo volontariamente.
E' ovvio che attuerei lo stesso principio per le cinture di sicurezza, per le luci spente, per alcolismo e tabagismo che non derivi da problemi psicologici, e lo stesso per la tossicodipendenza.

La "salvaguardia della salute" è uno specchietto per le allodole. Già avevo scritto: <<[...]Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa[...]>>, e quindi la questione non credo andasse di nuovo tirata in ballo.

Lo ripeto: le libertà necessarie, nella vita, sono ben altre.


le liberta´ necessarie, nella vita, sono tutte.in specialmodo, quelle considerate + piccole. o "minori". cerchiamo, nel ns. piccolo, di conquistarcele. specialmente x cio´ che riguarda hobby e svaghi. altrimenti e´ davvero -visti i tempi - finita.
ripeto: x me la bici e´ innanzitutto liberta´. liberta´ di concepire un mezzo semplice ed elementare, se vogliamo. il concepimento di cio´ riguarda la mia sfera privata. e, con i dovuti accorgimenti, entro essa non tollero interferenze. l´ obbligo e´ coercitivo in quanto tale.
su cio´ che hai affermato riguardo ad alcol, e droga, non ti rispondo. rileggi cio´ che hai scritto.

 
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  postato il 04/01/2006 alle 14:34
Caro Cikki, leggendoti mi accorgo che non sei affatto liberale.

Originariamente inviato da cikki

su cio´ che hai affermato riguardo ad alcol, e droga, non ti rispondo. rileggi cio´ che hai scritto.


Urka... che signore che sei!!
Ma perché ci privi di questa gioia? Dài, facci sapere cosa ne pensi, come ho fatto io e come fanno tutti qui dentro, visto che un Forum riporta perlopiù pensieri...

 

[Modificato il 04/01/2006 alle 14:45 by Monsieur 40%]

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  postato il 04/01/2006 alle 14:41
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Caro Cikki, leggendoti mi accorgo che non sei affatto liberale.

Originariamente inviato da cikki

su cio´ che hai affermato riguardo ad alcol, e droga, non ti rispondo. rileggi cio´ che hai scritto.


Urka... che signore che sei!!
Ma perché ci privi di questa gioia? Dài, facci sapere cosa ne pensi, come ho fatto io e come fatto tutti qui dentro, visto che un Forum riporta perlopiù pensieri...


Monsieur, questa volta sono in disaccordo con te al 100%.
Di cosa altro ha da dire Cikki sulla questione del casco non mi interessa proprio niente!

 
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  postato il 04/01/2006 alle 14:45
...io vorrei solo sapere che dovrei "rileggere" in ciò che ho scritto...

 

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  postato il 04/01/2006 alle 14:48
Originariamente inviato da Monsieur 40%

...io vorrei solo sapere che dovrei "rileggere" in ciò che ho scritto...



Credo proprio nulla.
E' per questo che (almeno per quanto mi riguarda) ti aspetto in dibattiti più interessanti e sensati!

 
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  postato il 04/01/2006 alle 16:19
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Caro Cikki, leggendoti mi accorgo che non sei affatto liberale.

Originariamente inviato da cikki

su cio´ che hai affermato riguardo ad alcol, e droga, non ti rispondo. rileggi cio´ che hai scritto.


Urka... che signore che sei!!
Ma perché ci privi di questa gioia? Dài, facci sapere cosa ne pensi, come ho fatto io e come fanno tutti qui dentro, visto che un Forum riporta perlopiù pensieri...


infatti sono un signore.
e neanche liberale (politicamente)
ho scritto cio´ che pensavo riguardo l´ argomento. tant´ e´.
altrimenti siamo gia´ troppo o.t.
bella li´

* x l´ altro: parlare di liberta´, libero arbitrio e sfera individuale non mi sembra equiparabile a chiccherar di barzellette o futilita´.o di cose non "serie". evidentemente x te vi sono altre priorita´.

 
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  postato il 04/01/2006 alle 17:11
torno un attimo al messaggio iniziale di questo thread. mi pare si parlasse di abolizione dell'obbligo del casco, quindi quest'abolizione, auspicata da qualcuno che non riesce a guardare al di là del proprio naso, riguarderebbe l'aspetto agonistico del ciclismo, dal momento che nessuno impedisce la normale circolazione su strada senza casco, ed essa non è neppure soggetta a sanzioni amministrative (multe).

se si invoca l'abolizione dell'obbligo del casco, attrezzo che possiamo classificare sotto la categoria anti-infortunistica, lo stesso discorso andrebbe fatto per qualsiasi altra professione.

perchè un operaio che lavora sui ponteggi è costretto ad indossare casco, imbragatura, moschettoni, occhiali protettivi, scarpe anti-infortunistiche?

perchè un impiegato bancario è costretto a lavorare dietro ad un vetro anti-proiettili?

perchè un motociclista è costretto ad indosare una tuta con tutta una serie di protezioni per il corpo e il casco?

mi verrete a dire che nessuno di queste persone è libero? sono tutti martiri di queste anti-libertarie disposizioni di sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro?

io non credo che per un ciclista indossare il casco provochi tutto questo disagio, visto che i caschi di adesso, anche quelli più economici, hanno un peso che si aggira intorno ai due ettogrammi, ma bensì può essergli utile ed addirittura indispensabile in caso di caduta. troppe volte si sente parlare di ciclisti morti perchè non portavano il casco ed ogni volta, dopo questi avvenimenti, subito dopo le lacrime, si sente parlare di piste ciclabili e altri accorgimenti per la sicurezza, mai di uso del casco...come mai?

spero vivamente che coloro che pedalano senza casco si facciano una bella e sana caduta, si prendano lo scagotto come si direbbe volgarmente...forse la consapevolezza del potersi far male sulla strada li aiuterà a trovare la retta via! perchè potete anche sputare in faccia alla morte (come ha detto qualcuno...che idiozia!)e magari non succede niente, ma quando la morte sputa in faccia a te...

saluti e riflettete
euge, uno che indossa sempre il casco durante gli allenamenti e non per questo si sente uno sfigato

 
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  postato il 04/01/2006 alle 20:20
Originariamente inviato da EugeRambler

saluti e riflettete
euge, uno che indossa sempre il casco durante gli allenamenti e non per questo si sente uno sfigato


Però nella foto dell'avatar, e nelle riprese ciclowebbistiche in salita, il casco dov'è!?

 

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  postato il 04/01/2006 alle 22:27
per me è giusto che tutto rimanga come è adesso.
E' giusto fare una distinzione tra chi pratica ciclismo, e chi usa la bicicletta.
Il ciclista prof, amatore, semplice appassionato, ma che comunque ultilizza il mezzo biblichetta in maniera un po' più al limite (a chiunque può piacerre fare una tirata ognitanto, anche senza essere uno che fa gare) perme deve essere obbligato a portare il casco
per chi va a fare la spesa in bicicletta invece ho qualce dubbio.
Io per esempio ho spaccato il caschetto a 20 Km/h in salita battendo la testa contro un sasso e questa cosa può succedere a chiunque, sopratutto per strada. Da questo punto di vista sarebbe giusto imporlo, da un altro punto di vista vedere la vecchina in bici col casco mi sembra un po' troppo estremo.

Per chi in questo forum ha messo sul piato un discorso più "politico" cito larticolo 32 della nostra costituzione: "La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti."
Credo non siano necessari ulteriori commenti. Magari una cosa può essere impopolare (divieto di fumo, o caschetto) ma se mette a repentaglio la salute bisogna farlo capire o con le buone o con le cattive


 
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  postato il 04/01/2006 alle 22:29
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da EugeRambler

saluti e riflettete
euge, uno che indossa sempre il casco durante gli allenamenti e non per questo si sente uno sfigato


Però nella foto dell'avatar, e nelle riprese ciclowebbistiche in salita, il casco dov'è!?



infatti ho scritto allenamenti
cmq in salita se ho l'ammiraglia al seguito preferisco non usarlo, però poi prima della discesa lo metto sempre e lo tengo anche in pianura. quando esco per allenarmi, non avendo supporto esterno, lo tengo sempre, anche in salita

 
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  postato il 05/01/2006 alle 00:32
Originariamente inviato da EugeRambler
infatti ho scritto allenamenti
cmq in salita se ho l'ammiraglia al seguito preferisco non usarlo, però poi prima della discesa lo metto sempre e lo tengo anche in pianura. quando esco per allenarmi, non avendo supporto esterno, lo tengo sempre, anche in salita

Euge, Euge...
..dalle mie parti si chiama predicare bene e razzolare male

ma la cosa che veramente mi stupisce è la mancanza di un colbacco
viste le temperature

 

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 05/01/2006 alle 03:42
il casco è utile sopratutto durante gli allenamenti in strade trafficate però hanno esagerato quando hanno messo l'obbligo anche in salita
 
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  postato il 05/01/2006 alle 08:26
Originariamente inviato da pedalando
Euge, Euge...
..dalle mie parti si chiama predicare bene e razzolare male
ma la cosa che veramente mi stupisce è la mancanza di un colbacco
viste le temperature


Dalle mie si chiama fare lo sborone durante le foto e poi ricoprirsi prontamente

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/01/2006 alle 09:41
Originariamente inviato da Bucaniere
per chi va a fare la spesa in bicicletta invece ho qualche dubbio.
Io per esempio ho spaccato il caschetto a 20 Km/h in salita battendo la testa contro un sasso e questa cosa può succedere a chiunque, sopratutto per strada. Da questo punto di vista sarebbe giusto imporlo, da un altro punto di vista vedere la vecchina in bici col casco mi sembra un po' troppo estremo.


Beh, a leggere un po' di cronache dei quotidiani locali forse non sembra così estremo.

Spero molto che la situazione migliori con il passare delle generazioni.
Mia figlia sul seggiolino ha sempre il casco, e così quando va sulla biciclettina in cortile. Vede che io e mia moglie ce lo mettiamo ogni volta che andiamo ad allenarci. Le diciamo che chi non lo mette fa male, perchè se cade può farsi molto male. Speriamo che, così facendo, interiorizzi che in bici, semplicemente, il casco si mette. Un giorno ci chiederà perchè noi non mettiamo il casco quando andiamo in bici in città, e noi lo metteremo come lei. Le abitudini (anche le peggiori) si cambiano.

 
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  postato il 05/01/2006 alle 09:49
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Originariamente inviato da Bucaniere
per chi va a fare la spesa in bicicletta invece ho qualche dubbio.
Io per esempio ho spaccato il caschetto a 20 Km/h in salita battendo la testa contro un sasso e questa cosa può succedere a chiunque, sopratutto per strada. Da questo punto di vista sarebbe giusto imporlo, da un altro punto di vista vedere la vecchina in bici col casco mi sembra un po' troppo estremo.


Beh, a leggere un po' di cronache dei quotidiani locali forse non sembra così estremo.

Spero molto che la situazione migliori con il passare delle generazioni.
Mia figlia sul seggiolino ha sempre il casco, e così quando va sulla biciclettina in cortile. Vede che io e mia moglie ce lo mettiamo ogni volta che andiamo ad allenarci. Le diciamo che chi non lo mette fa male, perchè se cade può farsi molto male. Speriamo che, così facendo, interiorizzi che in bici, semplicemente, il casco si mette. Un giorno ci chiederà perchè noi non mettiamo il casco quando andiamo in bici in città, e noi lo metteremo come lei. Le abitudini (anche le peggiori) si cambiano.

ti quoto in tutto Bravo!

anche noi con il nostro bimbetto stiamo facendo lo stesso,
per lui il casco e` una parte della bici come le ruote il sellino ed il manubrio

 

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  postato il 18/03/2007 alle 06:02
Da http://www.sportpro.it/doping/news/2007/03.htm

Fanini: casco obbligatorio per "Amore&Vita" anche in allenamento

Dopo essere stato nel 1989 il primo presidente ad obbligare i propri atleti all’uso del casco in corsa (allora non esisteva un regolamento come oggi), Ivano Fanini torna all’attacco, decidendo in questi giorni di obbligare i suoi corridori ad indossare il casco anche in allenamento. Pena per chi si rifiuta, l’estromissione dalle corse in programma. Una vera e propria squalifica interna quindi, qualcosa che sicuramente farà discutere ma che, assicura Fanini, “è nata elusivamente per tutelare ulteriormente la vita degli atleti”. E a questo proposito il patron di Amore & Vita – McDonald’s non risparmia parole, soprattutto verso quegli atleti che hanno già trasgredito o che si sono mostrati contrari a questa iniziativa: “credo che il ciclismo sia uno sport molto rischioso sotto ogni punto di vista – spiega – non voglio fermarmi alla sola guerra al doping ma voglio cercare di tutelare a 360° la salute di chi pedala e credo che obbligare gli atleti ad usare il casco in allenamento sia importantissimo. In corsa fortunatamente esiste un regolamento entrato in vigore - dopo mille polemiche e la morte di alcuni atleti - soprattutto grazie alle mie battaglie. Purtroppo in allenamento, dove a mio giudizio si corrono a causa del traffico molti più rischi, quasi nessuno lo indossa. Mi auguro che altri dirigenti seguano questa mia presa di posizione e facciano altrettanto. E vorrei sperare inoltre che venisse stabilita in Italia, come anche in altre nazioni, una vera e propria legge statale che obblighi non solo gli atleti ma tutti coloro che usano la bici come mezzo di trasporto ad usare il casco. Intanto abbiamo già preso seri provvedimenti verso alcuni atleti che non hanno dato peso alle mie parole”.
I primi a pagarne le conseguenze sono stati Marius Stoica ed Ivan Quaranta.
Lo sprinter cremasco è stato richiamato a seguito di non averlo indossato al primo allenamento ma poi reintegrato nel team dopo aver accettato la nuova regola. E’ andata invece peggio al rumeno Marius Stoica che al pari del suo capitano era stato avvertito ma ha continuato ad allenarsi senza curarsi minimamente delle intimazioni. Per Stoica è scattata pertanto un immediata sospensione che non gli permetterà di prendere parte alle prossime corse che avrebbe avuto in programma, ovvero la Nokere – Kourse in Belgio e la Classic de Loire Atlantic e la Tourangelle in Francia. “Sono rimasto molto deluso dall’atteggiamento di Marius – commenta Fanini – non ha dato peso alla nostra decisione, atteggiandosi come se fosse già un campione. Lui ha solo vent’anni e deve imparare ad avere rispetto verso i suoi dirigenti e verso gli altri compagni che a differenza hanno accettato di usare il casco senza il minimo commento. Se ha paura di spettinarsi è giusto che torni a fare il modello perché in bicicletta non si fanno le sfilate. Già nel ‘93 feci a meno di un campione come Stefano Della Santa perché non condivideva questa mia decisione, posso quindi tranquillamente fare a meno anche di Stoica se non si dimostrerà collaborare” conclude amareggiato il patron di Amore & Vita – McDonald’s. Intanto il team si prepara per il prossimo appuntamento fissato in Svizzera questo weekend. Al Giro del Mendrisiotto prenderanno parte Ruslan Ivanov, Dainius Kairelis, Romas Sinicinas, Seweryn e Slawomir Kohut, Slawomir Bury, Josè Carballo e Michael Stevenson.

 
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  postato il 22/03/2007 alle 18:56
mi sembra giusto che i corridori debbano indossare il casco per vari motivi:la loro sicurezza;perche le gare sono sempre piu seguite dai ragazzi e devono tenere il casco e poi il motivo piu stupido e che ci sono aziende che tirano fuori dei gran soldi e non mi sembra giusto non indossare il casco..se non sbaglio la briko si lamentava con pantani perche non metteva il casco e non gli faceva pubblicità..comunque il casco non da fastidio piu che altro fanno impressione i segni dell'abbronzatura dai laccetti..
 
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  postato il 22/03/2007 alle 19:02
Originariamente inviato da megalon

Da http://www.sportpro.it/doping/news/2007/03.htm

Fanini: casco obbligatorio per "Amore&Vita" anche in allenamento

Dopo essere stato nel 1989 il primo presidente ad obbligare i propri atleti all’uso del casco in corsa (allora non esisteva un regolamento come oggi), Ivano Fanini torna all’attacco, decidendo in questi giorni di obbligare i suoi corridori ad indossare il casco anche in allenamento. Pena per chi si rifiuta, l’estromissione dalle corse in programma. Una vera e propria squalifica interna quindi, qualcosa che sicuramente farà discutere ma che, assicura Fanini, “è nata elusivamente per tutelare ulteriormente la vita degli atleti”. E a questo proposito il patron di Amore & Vita – McDonald’s non risparmia parole, soprattutto verso quegli atleti che hanno già trasgredito o che si sono mostrati contrari a questa iniziativa: “credo che il ciclismo sia uno sport molto rischioso sotto ogni punto di vista – spiega – non voglio fermarmi alla sola guerra al doping ma voglio cercare di tutelare a 360° la salute di chi pedala e credo che obbligare gli atleti ad usare il casco in allenamento sia importantissimo. In corsa fortunatamente esiste un regolamento entrato in vigore - dopo mille polemiche e la morte di alcuni atleti - soprattutto grazie alle mie battaglie. Purtroppo in allenamento, dove a mio giudizio si corrono a causa del traffico molti più rischi, quasi nessuno lo indossa. Mi auguro che altri dirigenti seguano questa mia presa di posizione e facciano altrettanto. E vorrei sperare inoltre che venisse stabilita in Italia, come anche in altre nazioni, una vera e propria legge statale che obblighi non solo gli atleti ma tutti coloro che usano la bici come mezzo di trasporto ad usare il casco. Intanto abbiamo già preso seri provvedimenti verso alcuni atleti che non hanno dato peso alle mie parole”.
I primi a pagarne le conseguenze sono stati Marius Stoica ed Ivan Quaranta.
Lo sprinter cremasco è stato richiamato a seguito di non averlo indossato al primo allenamento ma poi reintegrato nel team dopo aver accettato la nuova regola. E’ andata invece peggio al rumeno Marius Stoica che al pari del suo capitano era stato avvertito ma ha continuato ad allenarsi senza curarsi minimamente delle intimazioni. Per Stoica è scattata pertanto un immediata sospensione che non gli permetterà di prendere parte alle prossime corse che avrebbe avuto in programma, ovvero la Nokere – Kourse in Belgio e la Classic de Loire Atlantic e la Tourangelle in Francia. “Sono rimasto molto deluso dall’atteggiamento di Marius – commenta Fanini – non ha dato peso alla nostra decisione, atteggiandosi come se fosse già un campione. Lui ha solo vent’anni e deve imparare ad avere rispetto verso i suoi dirigenti e verso gli altri compagni che a differenza hanno accettato di usare il casco senza il minimo commento. Se ha paura di spettinarsi è giusto che torni a fare il modello perché in bicicletta non si fanno le sfilate. Già nel ‘93 feci a meno di un campione come Stefano Della Santa perché non condivideva questa mia decisione, posso quindi tranquillamente fare a meno anche di Stoica se non si dimostrerà collaborare” conclude amareggiato il patron di Amore & Vita – McDonald’s. Intanto il team si prepara per il prossimo appuntamento fissato in Svizzera questo weekend. Al Giro del Mendrisiotto prenderanno parte Ruslan Ivanov, Dainius Kairelis, Romas Sinicinas, Seweryn e Slawomir Kohut, Slawomir Bury, Josè Carballo e Michael Stevenson.


complimenti all'amore e vita cosi si fa!! il casco è importante!!
cavolo si parla tanto di sicurezza sul lavoro alla fine per i professionisti è un lavoro per cui il casco fa parte degli equipaggiamenti di sicurezza per cui è giusto che lo indossino anche durante gli allenamenti!!!

 

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Il volto umano è come la scatola nera degli aerei: registra i sentimenti che hanno segnato la nostra esistenza (MAURO CORONA)

"gli occhi fanno quel che possono niente meno e niente più tutto quello che non vedono è perchè non vuoi vederlo tu

cosa vuoi che sia passa tutto quanto solo un pò di tempo e ci riderai su..... " "Ligabue"

"Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna..."
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  postato il 22/03/2007 alle 19:18
Ho visto adesso questo 3D... Chi non vuole il casco lo vada a dire a quei corridori che magari dopo un volo terribile si sono salvati proprio per il casco...

 

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www.vcoazzurratv.it
...- --- .-.. .-
.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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  postato il 22/03/2007 alle 22:11
Originariamente inviato da Cascata del Toce

Ho visto adesso questo 3D... Chi non vuole il casco lo vada a dire a quei corridori che magari dopo un volo terribile si sono salvati proprio per il casco...


concordo. Magari e' gente che ambisce a finire nei Darwin Awards

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/03/2007 alle 02:34
fra l'altro giusto dopo l'incidente di rojas dell'altro giorno (investito da una macchina durante l'allenamento), uno dei medici dell'ospedale dove stanno facendo al corridore le varie analisi e cure, ha dichiarato che se non avesse avuto il casco la cosa sarebbe stata molto ma molto più grave.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 23/03/2007 alle 09:00
Io sono per l'obbligatorietà del casco nelle competizioni e pure negli allenamenti su strada (io ce l'ho sempre). Per chi affronta il traffico urbano per la propria mobilità, uno deve sapersi gestire: se usarlo, se no, se passa molto in mezzo al traffico piuttosto che sulle vie ciclabili. Oddio, su certe strade di città, il casco serve a ben poco: quando le macchine ti prendono sotto spesso i danni sono ben maggiori e il casco fa poco.

Originariamente inviato da ProfRoubaix


Mia figlia sul seggiolino ha sempre il casco, e così quando va sulla biciclettina in cortile. Vede che io e mia moglie ce lo mettiamo ogni volta che andiamo ad allenarci.


Circa i bambini e l'uso "ludico" (non sportivo, non per mobilità) della bici, io sono per la "protezione zero". Le zuccate, le sbucciature di gomiti e ginocchia, le ammaccature, fanno crescere e responsabilizzare meglio di quanto fanno certi eccessi di protezione.

Oh, vi parla uno che la testa sulla bici da cross se la è rotta per davvero e che successivamente, sempre sulla bici per uso ludico ci ho rimesso un dente e che finiva le estati che era tutto una crosta nelle gambe e nelle braccia...

 

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Il mio blog: http://passodellacisa.blogspot.com
La mia squadra ciclistica:http://altalunigiana04.comyr.com

 
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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 23/03/2007 alle 09:28
Scusate l'ottica forse eccessivamente cinica, ma imporre l'obbligo del casco anche in allenamento è più che giusto anche per questo motivo: il corridore è un professionista pagato per gareggiare, se è costretto allo stop per un banale incidente con danni evitabili se avesse usato il casco, crea un danno prima di tutto al suo datore di lavoro che nelle corse successive non potrà usufruire delle sue prestazioni.
 
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  postato il 23/03/2007 alle 10:56
Originariamente inviato da Frank VDB
Circa i bambini e l'uso "ludico" (non sportivo, non per mobilità) della bici, io sono per la "protezione zero". Le zuccate, le sbucciature di gomiti e ginocchia, le ammaccature, fanno crescere e responsabilizzare meglio di quanto fanno certi eccessi di protezione.

Capisco il metodo "imparare dai propri errori"
ma abituarli ad indossare sempre il casco e' anche educativo.
Mio figlio, ad esempio, ogni volta che vede uno senza casco
lo addita come "uno che sbaglia".
Inoltre con il casco non escludi l'incidente, eviti solo
che la lezione sia troppo dura

 

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Livello Tour




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  postato il 23/03/2007 alle 20:54
Io il casco lo metto in gara, anke se nn fosse obbligatorio lo metterei e quando pedalo in gruppo. quando invece mi alleno in solitudine andare senza mi dà un senso di libertà col sole ti abbronzi e sento di poterne farne a meno..lo so ke è sbagliato ma è piu forte di me..
 
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Under 23




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  postato il 01/06/2007 alle 12:25
Spero mi perdoniate se riapro questo thread, ma volevo dire la mia.

--- Questo potrà sembrarvi solo un giochino di parole, ma non lo è ---
Il punto principale è uno solo. Il rischio non è una cosa assoluta, ma relativa, può essere poco o tanto, non “essere” o “non-essere”. E se è così nessuno può andare ad un altro a dire che da 0,4% di rischio in poi allora non è accettabile oppure che da 1,3% di rischio in poi non è accettabile. Perchè qualcuno potrebbe arrogarsi il diritto di decidere quale di queste percentuali è giusta, quale di queste è accettabile e quale di queste non è accettabile?

Non nascondiamoci dietro a un dito, la vita è un rischio mortale, alzarsi dal letto la mattina è un rischio mortale, uscire di casa è un rischio mortale (meteoriti, fulmini), uscire in strada è un rischio mortale. Qualsiasi cosa si faccia è un rischio mortale.
Quindi i casi sono due o si dice "viviamo in un bunker sotteraneo" per evitare qualsiasi rischio oppure si accetta che per fare qualsiasi cosa nella vita bisogna correre un rischio, che può essere anche mortale.

Quindi dire "bisogna usare il casco perchè altrimenti si rischia di morire" è sbagliato, è incompleto, perchè sottointende che in qualsiasi caso si rischi di morire bisogni correre ai ripari.
Ma questo non è vero, perchè in questo caso bisognerebbe vivere in un bunker, e non mi sembra che nessuno qui sia favorevole all'ipotesi “bunker”.

Bisogna invece dire “si deve usare il casco perchè il rischio è troppo elevato”.
E per essere ancora più precisi “si deve usare il casco perchè il rischio è troppo elavato corrisposto al guadagno”.

Abbiamo due cose in gioco il “rischio” e il “guadagno” -> confrontando questi due fattori si saprà se il rischio vale il guadagno, cioè se il gioco vale la candela.

1-Adesso, il rischio c'è, inutile negarlo. Ma quant'è? Se uno tiene tanto ad andare in bici senza casco può stare molto attento alla strada, andare piano in discesa. Ma un minimo rischio c'è sempre, perchè arriva l'automobilista pazzoide e ti butta fuori di strada oppure un cane ti si butta davanti, sono imprevisti non controllabili. Dire “tanto sto attento” non ha senso, un minimo rischio c'è sempre. Certo io sto attento, ma sono perfettamente conscio che sto lo stesso correndo un minimo rischio.

2-Poi c'è il guadagno, e questo è totalmente soggettivo.
Chi decide cosa è importante nella vita per ognuno? Chi decide per cosa vale la pena rischiare e per cosa non vale la pena? Chi può dire “questo è un capriccio” o “questa è una cosa importante”?
Nessuno, perchè ognuno ha i propri valori, e voler imporre al prossimo i propri significa limitare la libertà.

Quindi questo rapporto “rischio”-”guadagno” è, visto che il guadagno è soggettivo, assolutamente soggettivo ed elastico.

Nessuno può fissare quanto è il “guadagno” e di conseguenza nessuno può dire quanto fa questo rapporto e se il gioco vale la candela.

--- Cosa faccio io ---
Per quanto mi riguarda il guadagno è tanto, ma tanto. Figuratevi che vado con una maglietta senza maniche perchè le maniche mi danno noia. La bici è aria, vento, libertà.
Andare in bici, senza casco, è una di quelle cose per cui penso che valga la pena vivere, è una di quelle cose per cui sono disposo a rischiare la vita, perchè vivere significa rischiare la vita, sempre.
Conscio comunque che il rischio è poco perchè sono prudente e perchè in discesa vado piano. Il rischio c'è, ma credo che sia poco. Non conosco le statistiche, ma fra le cause di morte sono altre le cose in cima alla lista. Salva molto più la vita guidare piano o farsi un pò di controlli tumorali, per esempio.

--- I corridori in gara ---
L'altro giorno hanno fatto vedere un immagine del buon Riss che scattava al Tour, l'altro giorno ho visto Pantani staccare Ullrich sull'Alpe du Hez nel '97. Niente da fare, quel ciclismo era tutta un'altra storia, vedere quelle immagini è tutta un'altra emozione. E all'inizio non capivo perchè Pantani e Ullrich in quelle immagini riuscissero a trasmettermi così tanto. Poi ho capito, non avevano il casco. Vedere quei ciclisti senza casco faticare fino al limite su una salita è tutta un'altra cosa rispetto a vedere le gare di oggi. Alla fine mi ci sono abituato, ma perchè ormai non mi ricordo nemmeno più come era ai vecchi tempi. Poi a volte, ma solo a volte, guardo qualcosa di vecchio e mi rendo conto che l'altro giorno sullo Zoncolan sarebbe stata tutta un'altra cosa senza casco.
Ovviamente però non è giusto che loro rischino la loro vita per fare contento me che sono seduto in poltrona a guardarli. Ma non è nemmeno giusto che qualcuno li obblighi a portare il casco se non vogliono. Chi vuole lo porti e chi non vuole non lo porti.
L'obbligo del casco non è giusto perchè è liberticida, e io credo che “libertà” e “non danneggiare il prossimo” siano gli unici due valori che possono e devono essere condivisi da tutti. E' la filosofia del ognuno faccia quello che gli pare senza danneggiare nessuno.

--- Conclusione ---
Cosa è razionale? E' razionale rinunciare a vivere e attendere il giorno della propria morte? E' razionale non fare quello in cui si crede? E' razionale non essere disposti a sacrificare qualcosa per qualcosa in cui si crede? E' razionale non voler correre nessun rischio e rinunciare per questo a qualcosa in cui si crede?
Non sono parole mie, ma possono servire: “la vita non si conta con i respiri che si è fatto, la vita si conta con le volte che si è rimasti senza respiro”.
La cultura del non-rischio, la cultura del rinunciare, la cultura della privazione, questa è la vera cultura di morte, questa è l'idolatria della morte, questa è l'odio della vita.

Io vi dico questo, mi sentirei più morto se andassi in bici con il casco che se morissi in bici senza casco.

p.s. Poi ognuno ovviamente la pensa come gli pare...

 
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