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Autore: Oggetto: Obbligo del Casco

Livello Tour




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  postato il 02/01/2006 alle 10:07
Il casco è indispensabile, sia per i professionisti, sia per gli amatori. Oggi si fabbricano caschi leggeri che permettono una buona areazione anche nelle giornate più calde. Io lo levo solo nelle salite lunghe se fa molto caldo e c'è traffico poco traffico, ma appena termina la salita me lo rimetto subito. Anche sul fatto della regola di obbligare i corridori a tenere il casco sugli arrivi in salita sono perfettamente d'accordo. In salite non particolarmente difficili si viaggia anche a 30 Km/h, si può arrivare anche a fare una volata di 10-15 corridori (Montevergine ad esempio) in un eventuale falsopiano finale e levare il casco significherebbe vanificare tutte le misure di sicurezza adottate.
 
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  postato il 02/01/2006 alle 10:08
Ciao Andrea, solo per precisazione: sicuro che l'arrivo di Montevergine di Mercogliano fosse segnalato come "arrivo in salita"?!

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Tour




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  postato il 02/01/2006 alle 10:11
nel 2001 e 2004 (quando era già entrato in vigore l'obbligo del casco ma non ancora nell'ultima salita) sì.
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 10:15
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo, mi sembra che il calcio fosse uno sport da effemminati e non il ciclismo, quanto per il fatto di Casartelli e co. allora diciamo pure che Pantani e molti altri con delle cadute mostruose alle spalle facevano le discese pirenaiche del Tour senza casco e sotto la pioggia, allora Pantani, Ullrich, Jalabert ecc. sono pazzi?


Manuel, tu dici che il ciclismo è fatto per uomini veri, che però si dovrebbero comportare come bambini, insomma sarebbe uno sport per stupidi, tipo i jackass di mtv.
Non credo, dunque si è finalmente capito che il casco permetterà loro di fare esattamente le medesime cose che facevano prima, ma con maggiore sicurezza.
Ovviamente tu sei liberissimo di fare quello che ti pare nella vita privata (anche se poi le spese per la rianimazione, la degenza ospedaliera e la riabilitazione, se te la cavi e non ci lasci le penne, sono a carico dei contribuenti), ma non è corretto che tu faccia l'apologia del kamikaze su questo forum.
Ciao, cordialmente

 
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  postato il 02/01/2006 alle 10:28
Originariamente inviato da andrea81

nel 2001 e 2004 (quando era già entrato in vigore l'obbligo del casco ma non ancora nell'ultima salita) sì.


E' vero. Grazie della segnalazione.
Allora lascerei l'obbligo del caso in tutte le occasioni, compresi gli arrivi in salita.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 14:08
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo,


ma scherziamo!!! i veri uomini sono quelli che si buttano nelle discese pirenaiche (hai presente quelle discese tutte curve, senza parapetti e con strapiombi da far paura solo a guardarli) non solo senza casco, ma anche senza freni sulla bicicletta e magari anche con la strada bagnata.
Quelli si che sono veri uomini, altro che le femminucce che si limitano soltanto ad andare in giro senza il casco!

P.S. se poi fanno la discesa anche quando c'è il ghiaccio, allora guadagnano il titolo di "super-veri uomini".

P.P.S. le prove per passare alla categoria di "iper-veri uomini" ancora non mi vengono in mente, ma ci sto pensando; ve le farò sapere al più presto.

ciao


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 14:19
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo, mi sembra che il calcio fosse uno sport da effemminati e non il ciclismo, quanto per il fatto di Casartelli e co. allora diciamo pure che Pantani e molti altri con delle cadute mostruose alle spalle facevano le discese pirenaiche del Tour senza casco e sotto la pioggia, allora Pantani, Ullrich, Jalabert ecc. sono pazzi?


scusa ma non ti capisco!!!!
se tu avessi un figlio che va in bici che cosa fai gli insegni di non mettere il casco così se cade e sbatte la testa magari muore!!!!!!
Scusami mma per me i tuoi discorsi sono completamente insensati!!!!!!!!!

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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  postato il 02/01/2006 alle 15:00
Originariamente inviato da antonello64

P.P.S. le prove per passare alla categoria di "iper-veri uomini" ancora non mi vengono in mente, ma ci sto pensando; ve le farò sapere al più presto.


Suggerimento: applaudire i post di ManuelDR potrebbe essere il lascia-passare iniziale...

 

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Livello Tour




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  postato il 02/01/2006 alle 15:12
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo, mi sembra che il calcio fosse uno sport da effemminati e non il ciclismo, quanto per il fatto di Casartelli e co. allora diciamo pure che Pantani e molti altri con delle cadute mostruose alle spalle facevano le discese pirenaiche del Tour senza casco e sotto la pioggia, allora Pantani, Ullrich, Jalabert ecc. sono pazzi?




questo me l'ero perso perchè stavo scrivendo il mio post...
io concluderei (tanto pesno che non riuscirem mai a farti cambiare idea, e forse non ne vale la pena) dicendoti questo: te che sei un vero uomo, vai pure senza casco. Io preferisco passare (a gli occhi di quelli come te) per mezzasega e il casco me lo metto.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 15:13
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da antonello64

P.P.S. le prove per passare alla categoria di "iper-veri uomini" ancora non mi vengono in mente, ma ci sto pensando; ve le farò sapere al più presto.


Suggerimento: applaudire i post di ManuelDR potrebbe essere il lascia-passare iniziale...


primo suggerimento OK: se ne accettano altri

 
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  postato il 02/01/2006 alle 15:15
Non mi molto piace il fatto che il casco è indipensabile...Molti ciclisti corevanno senza durante tanti anni et non c'era molti gravi incidenti...E un buona cosa.Ma qualchi sono morti al "training" perché non avevanno il casco.Ci sono molti incidenti al "training"...Pero è impossibile di controllare tutti ciclisti in questo momento.

Forse sarà bene di ritornare alla regola che pemetteva ai ciclisti di non avere il casco all'ultima scallata.E poi,non riconosciammo chi è chi sui caschi...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 15:25
Originariamente inviato da acquachiara
Forse sarà bene di ritornare alla regola che pemetteva ai ciclisti di non avere il casco all'ultima scallata.E poi,non riconosciammo chi è chi sui caschi...


Può essere vero che è più difficile riconoscere i corridori.
Le soluzioni ci sono: caschi personalizzati (almeno per i campione: dai sponsor, su! E' così difficile?), nomi sulle maglie.
E comunque di solito è un problema che non esiste proprio negli arrivi in salita, con il gruppo sgranato.
Può essere difficile identificare i corridori in volata, ma su questo forse Manuel IDR troverà una soluzione: che ne dici, una telecamera in mezzo alla strada ogni cinque metri può essere un'idea?

 
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Livello Tour




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  postato il 02/01/2006 alle 15:40
ahi ahi ahi, qui sotto sotto si vuole insinuare che nel mondo del ciclismo femminile si fa massiccio uso di ormoni maschili: infatti se unA ciclista non indossa il casco, vuol dire che è un vero uomo. L'unica spiegazione per questa apparente incongruenza è che le cicliste senza casco si curino col testosterone. Ma pensa te...

qualcuno ha visto "attila flagello di Dio"? bene nel film un grande abatantuono dei tempi d'oro viene sfidato da un aspirante re degli "sbarbari" a "testa di ferro":in pratica una gara di capocciate. Io proporrei di sfidare il detentore del titolo alla stessa prova. ovviamente è vietato l'uso del casco, ci mancherebbe altro

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 16:30
Vorrei ringraziare Manuel per questa frase: " il ciclismo è fatto per uomini che alla morte ci sputano in faccia".
Io mi emoziono sempre qando leggo un frase così perfettamente idiota!!!!
E' un'autentico capolavoro!
Grazie ancora!

 
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  postato il 02/01/2006 alle 17:12
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo, mi sembra che il calcio fosse uno sport da effemminati e non il ciclismo, quanto per il fatto di Casartelli e co. allora diciamo pure che Pantani e molti altri con delle cadute mostruose alle spalle facevano le discese pirenaiche del Tour senza casco e sotto la pioggia, allora Pantani, Ullrich, Jalabert ecc. sono pazzi?


Credo tu abbia una concezione un po deviata del nostro sport, discorsi come il tuo li usavano nell'epoca del "machismo fascista".
Credo che una cosa che può salvarti la vita è SEMPRE utile e poi non vedo tutto questo fastidio, basta sceglierne uno ben areato e non da problemi nemmeno col caldo, te lo dice uno che in estate sfrutta le sue ore di pausa pranzo per uscire in bici e, nella provincia di salerno, ad agosto e alle 2 del pomeriggio il caldo si fa sentire eccome.
Il fatto che tanti campioni sono usciti indenni da rovinose cadute è solo questione di fortuna e non è detto che vada sempre bene!

Quando ero ragazzino e andavo in bici prendevo sempre in giro un mio amico che si ostinava a portare in testa una specie di insalatiera di polistirolo espanso (parlo di 15 anni fa), un giorno lui mi disse...
"quando avrai 3 figli che ti aspettano a casa imparerai a pensarla in modo diverso"

 
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Livello Giro di Romandia




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  postato il 02/01/2006 alle 17:45
Forse ti sembrerà strano ma esistono cose che valgono più della vita
 
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  postato il 02/01/2006 alle 17:56
Originariamente inviato da ManuelDR

Forse ti sembrerà strano ma esistono cose che valgono più della vita



questa frase quasi quasi me la metto nella firma!


P.S.: ManuelDR scommetto che hai gia' lasciato disposizioni
al fine che la frase diventi il tuo epitaffio, vero ?

 

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"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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  postato il 02/01/2006 alle 18:29
Originariamente inviato da ManuelDR

Forse ti sembrerà strano ma esistono cose che valgono più della vita


certo, come il dimostrare di esser coraggiosi andando in bici senza casco.

 
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  postato il 02/01/2006 alle 18:46
si, pero´ una cosa..
l´ obbligo esiste gia´ x tutti i tipi di corse. e su questo posso essere d´ accordo (ma sulle salite lunghe?).
non sono d´ accordo sull´ obbligarieta´ estesa in altre situazioni. posso comprendere situazioni in strade molto trafficate o quando si e´ in gruppi numerosi..
pero´ se si e´ in situazioni di relativa tranquillita´, con traffico prossimo allo 0, oppure si esce x una sgambata in parco..
che facciamo? la multa alla vecchina con la graziella?
cioe´: lasciare ad ognuno la facolta´ di scegliere..

 
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  postato il 02/01/2006 alle 18:53
Originariamente inviato da ManuelDR

E comunque l'utilità del casco non la capirò mai, il ciclismo è fatto per veri uomini che alla morte gli sputano in faccia, e non per delle femminucce che hanno paura di fare un passo se non sono protetti da cima a fondo, mi sembra che il calcio fosse uno sport da effemminati e non il ciclismo, quanto per il fatto di Casartelli e co. allora diciamo pure che Pantani e molti altri con delle cadute mostruose alle spalle facevano le discese pirenaiche del Tour senza casco e sotto la pioggia, allora Pantani, Ullrich, Jalabert ecc. sono pazzi?


Allora per te un Freire o un Cioni (i primi che mi vengono in mente), gente che mette sempre il casco anche in allenamento e che lo metterebbe in corsa anche senza l'obbligo, sono solo delle femminucce??? Bè devo dire che hai capito proprio molto del ciclismo...

 
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  postato il 02/01/2006 alle 19:02
Originariamente inviato da cikki

si, pero´ una cosa..
l´ obbligo esiste gia´ x tutti i tipi di corse. e su questo posso essere d´ accordo (ma sulle salite lunghe?).
non sono d´ accordo sull´ obbligarieta´ estesa in altre situazioni. posso comprendere situazioni in strade molto trafficate o quando si e´ in gruppi numerosi..
pero´ se si e´ in situazioni di relativa tranquillita´, con traffico prossimo allo 0, oppure si esce x una sgambata in parco..
che facciamo? la multa alla vecchina con la graziella?
cioe´: lasciare ad ognuno la facolta´ di scegliere..


Il problema esiste, anche perchè da tempo si insiste sulla necessità di allestire più piste ciclabili.
Detto questo, la bici da corsa comporta maggiori pericoli, implicitamente per la velocità che può sviluppare, per la miserrima superficie di contatto del pneumatico con l'asfalto (quindi minore aderenza), per la posizione stessa assunta dal ciclista, per l'uso di pedali che bloccano il piede (benchè lo sgancio rapido abbia cambiato parecchio le cose).
Insomma, non giova molto tirare in ballo la vecchina con la graziella.
Pensa a Lopez de Munain che per una banale distrazione, se non avesse avuto il casco, avrebbe lasciato la sua vita contro un guard-rail.
Insomma, il casco è importantissimo, in allenamento come in corsa.
La graziella e la pista ciclabile sono un altro discorso, ma credo che prima o poi si arriverà anche a quello (come è giusto che sia).

 
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  postato il 02/01/2006 alle 19:29
si, pero´ il mio discorso riguardava un certo grado di discrezionalita´. che secondo me va mantenuto.altrimenti o tutto o niente.
andare in ciclabile con una bici da strada e´ + rischioso che sulla strada stessa. e di molto. impossibile nei giorni festivi. non parliamo poi, se si e´ in gruppo. io uso il casco solo quando so di uscire in gruppo, in quanto mi da abbastanza fastidio. specialmente sotto il sole cocente. e non e´ una questione di leggerezza + o-.non sopporto nemmeno tanto berretti etc.
le ciclabili non risolvono proprio nulla (parlando di bici da corsa)
sono anzi da evitare (ho esperienza in nordeuropa, che a ciclabili non scherza) e´ vero che il casco ti puo´ salvare.
ma la bici x me e´ anche liberta´. liberta´ di gestirmi come voglio.

 
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  postato il 02/01/2006 alle 19:36
Originariamente inviato da ManuelDR

Forse ti sembrerà strano ma esistono cose che valgono più della vita


...cosa?

...i fianchi?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 19:42
Originariamente inviato da cikki

si, pero´ il mio discorso riguardava un certo grado di discrezionalita´. che secondo me va mantenuto.altrimenti o tutto o niente.
andare in ciclabile con una bici da strada e´ + rischioso che sulla strada stessa. e di molto. impossibile nei giorni festivi. non parliamo poi, se si e´ in gruppo. io uso il casco solo quando so di uscire in gruppo, in quanto mi da abbastanza fastidio. specialmente sotto il sole cocente. e non e´ una questione di leggerezza + o-.non sopporto nemmeno tanto berretti etc.
le ciclabili non risolvono proprio nulla (parlando di bici da corsa)
sono anzi da evitare (ho esperienza in nordeuropa, che a ciclabili non scherza) e´ vero che il casco ti puo´ salvare.
ma la bici x me e´ anche liberta´. liberta´ di gestirmi come voglio.


Forse mi sono espresso male, intendevo dire che prima o poi si arriverà al casco per tutte le biciclette, indipendentemente dalle "grazielle" e dalle piste ciclabili.
E, visto l'andazzo, credo che accadrà la stessa cosa sui campi da sci.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 20:22
lo ha anche detto il buon vittone nel primo video ai discepoli di cicloweb...<>

per chi se l'è perso ---> http://www.cicloweb.it/2006giroric01.html

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 20:39
Originariamente inviato da ManuelDR

Forse ti sembrerà strano ma esistono cose che valgono più della vita

Urka... ma davvero?
Mi piacerebbe tanto sapere cosa... così mi faccio un'idea di quanto in là si possa spingere la mente umana, in termini di idiozia!

Perdonatemi... in genere rispetto tutto e tutti, ma di fronte a ste str...ate davvero è difficile tenersi calmi!

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 20:42
e poi...perdonate la filosofia spicciola, che poi è logica pura: ma cosa può essere più importante dell'essenza stessa, in questo caso la vita?! se io non sono vivo non esistono cose, quindi esse non possono essere più importanti di altre giusto? conclusione: qualche post fa è stato scritto qualcosa di assurdo, illogico, insensato e direi profondamente stupido e miope.
 
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  postato il 02/01/2006 alle 20:51
Originariamente inviato da EugeRambler

lo ha anche detto il buon vittone nel primo video ai discepoli di cicloweb...<>

per chi se l'è perso ---> http://www.cicloweb.it/2006giroric01.html


ehm.. dovresti rigirare la scena con una parruccona tipo Platinette
e dire la frase <>
con fare effemminato
Cosi'Manuel sarebbe contento

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 02/01/2006 alle 21:03
Originariamente inviato da cikki

si, pero´ il mio discorso riguardava un certo grado di discrezionalita´. che secondo me va mantenuto.altrimenti o tutto o niente.
andare in ciclabile con una bici da strada e´ + rischioso che sulla strada stessa. e di molto. impossibile nei giorni festivi. non parliamo poi, se si e´ in gruppo. io uso il casco solo quando so di uscire in gruppo, in quanto mi da abbastanza fastidio. specialmente sotto il sole cocente. e non e´ una questione di leggerezza + o-.non sopporto nemmeno tanto berretti etc.
le ciclabili non risolvono proprio nulla (parlando di bici da corsa)
sono anzi da evitare (ho esperienza in nordeuropa, che a ciclabili non scherza) e´ vero che il casco ti puo´ salvare.
ma la bici x me e´ anche liberta´. liberta´ di gestirmi come voglio.


caro cikki
la mia idea è sempre stata la seguente: quando esco in bici la cosa più importante è tornare a casa tutto intero, poi viene il divertimento, la passione e tutte le altre cose che ci fanno amare questo sport.
Il fatto di portare il casco non mi fa certo sentire meno libero rispetto a chi non lo porta, sono ben altre le limitazioni al mio concetto di libertà.
Riguardo al fastidio ho notato che, specialmente tra i pro, quando il casco serve per ragioni aerodinamiche (vedi cronometro) nessuno se ne lamenta, mentre quando si tratta di ragioni di sicurezza non si sopporta mai niente.
Non ti sembra assurdo dare più valore ai pochi secondi guadagnati in una crono piuttosto che alla propria salute?

ciao

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 02/01/2006 alle 21:18
Nei miei primi giretti in bici non usavo il casco perchè usavo una MTB e non facevo molti km nonostante mia mamma fosse preoccupata che io mi facessi male... poi, un giorno, un uomo in bici da corsa che proveniva dal senso opposto al mio mi è prprio caduto di fronte, a causa di una traversina di un ponte mal messa, battendo la testa sull'safalto.
Mi sono fermata a soccorrerlo e a chiamare il 118 e penso proprio che il casco gli abbia salvato la vita! Dopodichè ho girato la bici e sono tornata a casa e il giorno dopo sono andata a comprarmi il casco ... da quel giorno MAI PIU' sono uscita senza casco ... ora mi sento più sicura e so che anche mia mamma a casa è più tranquilla.

 

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"...poi Dio creò la biciletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'ardito itinerario della vita ..." (monumento al Ghisallo)


L’orizzonte era fatto di monti
che guardavano in fondo la valle.
S'ergevano austeri e inviolati
al cuore d'un credo
provato dal non lontano
ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Livello Miguel Poblet




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  postato il 02/01/2006 alle 21:24
eh davvero un idiozia anche per me!!!
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 01:23
Fa piacere vedere che certe idiozie riescano cmq a creare delle discussioni costruttive. Io personalmente il casco lo uso sempre, ne ho comprato uno economico (30 euri) eppure solido e leggero così tanto che a volte mi dimentico di averlo e devo controllare...

All'inizio nelle mie prime uscite non lo usavo per il semplice fatto che non lo avevo ancora comprato, e quando rientravo con la bici il mio vicino di pianerottolo mi squadrava male e mi diceva: "E sto casco?? Dov'è??Quando lo prendi??Guarda che è pericoloso andare senza!!" e in effetti ora non esco mai senza.

 

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"Se hai la fortuna clamorosa di diventare un cronista di ciclismo, non puoi fare a meno di essere coinvolto, trascinato in una passione infinita, irrinunciabile, che ti segna per sempre" - Pietro Cabras

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 01:30
Originariamente inviato da Vuelta Espana

Fa piacere vedere che certe idiozie riescano cmq a creare delle discussioni costruttive.


si, fa davvero piacere...
quindi mi sa che chi sguinzaglia certi (pseudo)utenti in questo magnifico forum, abbia veramente sbagliato tattica

 
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Livello Tour




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  postato il 03/01/2006 alle 08:25
x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 09:35
Originariamente inviato da cikki

x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


caro cikki
mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao

 
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  postato il 03/01/2006 alle 09:57
Originariamente inviato da cikki

...
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


sei un ruotafissaro? sono curioso riguardo l'argomento. Da quel poco che ho letto in rete mi è sembrata un po' una snobberia: caricare di tutti 'sti significati pseudo-filosofici la bicicletta, però solo se è senza ruota libera...mah
mi piacerebbe aprire un confronto, magari coinvolgendo gli amanti della pista: mi sembra di aver capito che l'idea iniziale fosse quella di dare rilancio al movimento in pista, penso che alcuni siano rimasti fedeli a quell'ottima idea. altri credo che non la usino nemmeno, la bici...

magari possiamo aprire un thread apposito

 
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  postato il 03/01/2006 alle 10:06
Originariamente inviato da EugeRambler

e poi...perdonate la filosofia spicciola, che poi è logica pura: ma cosa può essere più importante dell'essenza stessa, in questo caso la vita?! se io non sono vivo non esistono cose, quindi esse non possono essere più importanti di altre giusto? conclusione: qualche post fa è stato scritto qualcosa di assurdo, illogico, insensato e direi profondamente stupido e miope.


Se proprio vogliamo farla "spicciola", direi che anche che quello che scrivi tu è piuttosto errato.

In un film Mel Gibson, che rappresentava William Wallace, rivoluzionario scozzese che ha dato vita al film "Braveheart" diceva: <>.
Ovvio che la frase va contestualizzata e non riusata ogni qualvolta c'è una costrizione (non potremmo usarla per l'obbligo del casco, né per quello delle cinture, ad esempio), ma ci sono valori che - in determinati casi - valgono più della propria vita.

La salvaguardia dei propri figli, e più in generale della famiglia e delle persone che si amano. Il senso del dovere dei corpi armati che devono difendere chi si trova in loro custodia. Le reazioni leali (grazie Pedalando) della massa contro i regimi totalitari.
Direi che questi sono buonissimi pretesti per far passare il valore della propria vita in secondo piano, ma è proprio sul quel valore (fondamentale, soprattutto per i credenti in talune religioni) che si basano.

La frase è risultata ridicola perché contestualizzata nel discorso "casco: lo metto o non lo metto", ma ecco che se si fosse parlato di altro quella frase avrebbe assunto perlocuzioni diverse, e magari più importanti.

 

[Modificato il 03/01/2006 alle 11:10 by Monsieur 40%]

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  postato il 03/01/2006 alle 10:52
Originariamente inviato da Monsieur 40%

Originariamente inviato da EugeRambler

e poi...perdonate la filosofia spicciola, che poi è logica pura: ma cosa può essere più importante dell'essenza stessa, in questo caso la vita?! se io non sono vivo non esistono cose, quindi esse non possono essere più importanti di altre giusto? conclusione: qualche post fa è stato scritto qualcosa di assurdo, illogico, insensato e direi profondamente stupido e miope.


Se proprio vogliamo farla "spicciola", direi che anche che quello che scrivi tu è piuttosto errato.

In un film Mel Gibson, che rappresentava William Wallace, rivoluzionario scozzese che ha dato vita al film "Braveheart" diceva: <>.
Ovvio che la frase va contestualizzata e non riusata ogni qualvolta c'è una costrizione (non potremmo usarla per l'obbligo del casco, né per quello delle cinture, ad esempio), ma ci sono valori che - in determinati casi - valgono più della propria vita.

La salvaguardia dei propri figli, e più in generale della famiglia e delle persone che si amano. Il senso del dovere dei corpi armati che devono difendere chi si trova in loro custodia. Le reazioni di massa a regimi totalitari.
Direi che questi sono buonissimi pretesti per far passare il valore della propria vita in secondo piano, ma è proprio sul quel valore (fondamentale, soprattutto per i credenti in talune religioni) che si basano.

La frase è risultata ridicola perché contestualizzata nel discorso "casco: lo metto o non lo metto", ma ecco che se si fosse parlato di altro quella frase avrebbe assunto perlocuzioni diverse, e magari più importanti.

Trovo giusto l'appunto di Mario sui valori "superiori" alla propria vita
quando si tratta della vita altrui, lo trovo un po' forzato negli
altri casi; qui si rischia di finire sotto il cappello di qualche
ideologia fra cui quella degli odierni kamikaze.

Per coloro che considerano l'obbligo del casco come una grave
limitazione alla propria liberta`: avete mai pensato che vi
stanno anche obbligando a viaggare sulle strade sul lato destro
limitando la vostra liberta' a stare al centro della corsia opposta ?

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

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  postato il 03/01/2006 alle 11:08
Originariamente inviato da pedalando

Originariamente inviato da Monsieur 40%

[...]Le reazioni di massa a regimi totalitari.[...]


Trovo giusto l'appunto di Mario sui valori "superiori" alla propria vita
quando si tratta della vita altrui, lo trovo un po' forzato negli
altri casi; qui si rischia di finire sotto il cappello di qualche
ideologia fra cui quella degli odierni kamikaze.


Urka. Grazie AlbertoLando, in realtà poteva essere travisata.

Intendevo con "reazioni di massa" le mobilitazioni popolari come i Rivoluzionari Francesi, o i Partigiani d'Italia. Movimenti "leali".
E' ovvio - ma nella frase che mi auto-quoto forse non lo era, e ti ringrazio ancora - che non considero i kamikaze "leali".

 

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Livello Gastone Nencini




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  postato il 03/01/2006 alle 11:47
CHI CREDE CHE IL CASCO SALVA LA VITA SE LO PORTA, CHI INVECE CREDE CHE NON SERVE LO METTE LO STESSO

 

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Demetrio Vilardi

sta firma la devo cambiare

 
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  postato il 03/01/2006 alle 13:55
x chapino
si ultimamente sto´ un po´ in fissa col fisso
allora apro un 3D apposito?
ok

 
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  postato il 03/01/2006 alle 15:02
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da cikki

x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


caro cikki
mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao


ogni obbligo e´ SEMPRE limitante.
x la liberta´ in particolare.
cominciamo a difenderci anche da questi obblighi.
sara´ gia´ qualcosa. in questo mondo odierno.

ciao

 
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  postato il 03/01/2006 alle 15:18
Originariamente inviato da cikki

Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da cikki

x anto 64
i prof meno li guardi- a parlar di sicurezza - meglio e´..
io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


caro cikki
mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao


ogni obbligo e´ SEMPRE limitante.
x la liberta´ in particolare.
cominciamo a difenderci anche da questi obblighi.
sara´ gia´ qualcosa. in questo mondo odierno.

ciao


Vorrei far "notare" ai "distratti" che questi obblighi in realtà fanno parte di un contesto di società civile. Come le leggi di uno Stato (anzi, proprio leggi di uno Stato sono).
Ricordo che l'utilizzo delle cinture di sicurezza, l'uso del casco o - più ciclisticamente parlando - lo stop di 15 giorni dell'attività agonistica previsto in caso di ematocrito che superi il 50% avviene per la "salvaguardia della salute".
Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa, ma perché come giustamente ha ricordato qualcuno in Italia l'assistenza sanitaria è gratuita, e le cure di un "distratto" (fumatore, guidatore, ciclista, ecc...) le pagano tutti i contribuenti.

Quindi non è da queste libertà che si parte. Perché io potrei avere la necessità di sentirmi libero non pagando le tasse per le tue cure ospedaliere. Ed in quel caso intaccherei la tua libertà. Come tu la intacchi costringendomi a pagare di più per le tue cure (dico "tue", ma non mi riferisco spiccatamente a te, parlo della "categoria").

La vera libertà è quella che non lede la libertà altrui.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/01/2006 alle 15:24
Originariamente inviato da Monsieur 40%
Vorrei far "notare" ai "distratti" che questi obblighi in realtà fanno parte di un contesto di società civile. Come le leggi di uno Stato (anzi, proprio leggi di uno Stato sono).
Ricordo che l'utilizzo delle cinture di sicurezza, l'uso del casco o - più ciclisticamente parlando - lo stop di 15 giorni dell'attività agonistica previsto in caso di ematocrito che superi il 50% avviene per la "salvaguardia della salute".
Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa, ma perché come giustamente ha ricordato qualcuno in Italia l'assistenza sanitaria è gratuita, e le cure di un "distratto" (fumatore, guidatore, ciclista, ecc...) le pagano tutti i contribuenti.

Quindi non è da queste libertà che si parte. Perché io potrei avere la necessità di sentirmi libero non pagando le tasse per le tue cure ospedaliere. Ed in quel caso intaccherei la tua libertà. Come tu la intacchi costringendomi a pagare di più per le tue cure (dico "tue", ma non mi riferisco spiccatamente a te, parlo della "categoria").

La vera libertà è quella che non lede la libertà altrui.


QIT.
E aggiungo una considerazione e una domanda/proposta.

La considerazione: è proprio questa garanzia che rende socialmente accettato (a cominciare dal livello delle tasse e dalla spesa sanitaria) che alcuni svolgano per hobby (o manie di grandezza, etc.) attività pericolose (come andare in bici, lanciarsi con il paracadute, etc.).
In cambio, mi sembra quantomeno doveroso che essi restituiscano alla società il rispetto di alcune piccole norme (portare il casco, non passare con il rosso, etc.).

La domanda/proposta: qualcuno sa come si comportano le assicurazioni per i ciclisti? Prevedono premi diversi per chi ha incidenti con o senza casco?

 
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  postato il 03/01/2006 alle 16:26
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io vado in bici da una vita. sono un romanticone pedalatore. e sulla bici, che x me rappr. sole, aria, respiro - non solo carbonio o ripetute, anzi - non voglio assolutamente avere "obblighi". che, se estendiamo cosi come parrebbe, sono anche alquanto ridicoli. la bici, oltre gli "amatori", oltre le gf, oltre i pro e´ liberta´. di forme, di tecniche..
c´e´ la cultura del "fisso". quella e´ la massima liberta´ x girare in bici. in citta´


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mi dispiace ma non riesco proprio a vedere come l'obbligo del casco limiti il concetto di libertà di una persona: per il sottoscritto la libertà è una cosa ben superiore al poter scegliere o meno se portare il casco in bici, magari fossero tutte così le limitazioni alla libertà di un individuo.
Comunque fai come ti pare: se per te la tua libertà in bicicletta è qualcosa di assoluto ed intoccabile, e viene prima della tua salute, non ho nulla da obiettare.
Nella vita ognuno di noi ha le proprie priorità: la famiglia, il lavoro, la salute, la libertà di scegliere se portare o meno il casco in bicicletta.

ciao


ogni obbligo e´ SEMPRE limitante.
x la liberta´ in particolare.
cominciamo a difenderci anche da questi obblighi.
sara´ gia´ qualcosa. in questo mondo odierno.

ciao


Vorrei far "notare" ai "distratti" che questi obblighi in realtà fanno parte di un contesto di società civile. Come le leggi di uno Stato (anzi, proprio leggi di uno Stato sono).
Ricordo che l'utilizzo delle cinture di sicurezza, l'uso del casco o - più ciclisticamente parlando - lo stop di 15 giorni dell'attività agonistica previsto in caso di ematocrito che superi il 50% avviene per la "salvaguardia della salute".
Non che stia particolarmente a cuore la salute di tutti a tutti gli altri, questo si sa, ma perché come giustamente ha ricordato qualcuno in Italia l'assistenza sanitaria è gratuita, e le cure di un "distratto" (fumatore, guidatore, ciclista, ecc...) le pagano tutti i contribuenti.

Quindi non è da queste libertà che si parte. Perché io potrei avere la necessità di sentirmi libero non pagando le tasse per le tue cure ospedaliere. Ed in quel caso intaccherei la tua libertà. Come tu la intacchi costringendomi a pagare di più per le tue cure (dico "tue", ma non mi riferisco spiccatamente a te, parlo della "categoria").

La vera libertà è quella che non lede la libertà altrui.


infatti: tu non devi ledere la mia liberta´, obbligandomi in senso coercitivo, all´ uso del casco. tu, pagando le tasse paghi anche la tua liberta´. questo in teoria.i n pratica confermi la liberizzazione della liberta´. xche´, con + denaro in tasca ti reputi + libero?
ovvero: la liberta quantificata a denaro.lo stesso discorso che fa uno stato:non ti drogare
xche´? xche´ mi costi (pero´ alcol e tabacco rappr. cospicue entrate..)
ergo, la "salvaguardia della salute" e´ solo uno specchietto x le allodole. che in realta´ nasconde fini economici.
che poi a ben pensare non sono neanche poi tali. una nazione di "vecchi" tra pensioni e cure e medicine, costerebbe anche di piu´.

 
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