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Autore: Oggetto: Politiche per il ciclismo

Livello Fausto Coppi




Posts: 2797
Registrato: Apr 2005

  postato il 02/12/2005 alle 20:13
So che il titolo di questo 3d farà arrabbiare molti!
Tutte le volte che si introduce l'argomento si assiste ad una serie di scontri tra utenti che sfociano molto spesso negli insulti.
Questo 3d però vuole essere qualcosa di diverso: provare ad elencare le cosa che vorremmo che i politici facessero per il ciclismo, senza dividerci in schieramenti e senza condannare quello che i politici hanno fatto (o non hanno fatto) per il ciclismo in Italia negli ultimi anni.
Proporre dunque una sorta di programmino elettorale che vorremmo fosse adottato dai partiti alle elezioni, ripeto senza rivolgersi a questo o quel partito o schieramento.
Possibili argomenti: piste ciclabili, politica fiscale agevolata per l'acquisto di bici e per la sponsorizzazione del ciclismo sportivo, lotta al doping ecc.

 

[Modificato il 05/12/2005 alle 05:02 by Admin]


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2005 alle 10:29
Ciao Ottavio,

thread interessante. Mi permetto di "riciclare" della parti di messaggi che avevo mandato a una associazione ciclistica della mia città (Fiab, Pavia). Non tutte accolte, premetto (e quindi, come vedrai, è quasi scomparso anche il mio conflitto di interessi):

- a mio parere la viabilità "dolce" passa sì anche per le piste ciclabili e il trasporto pubblico, ma anche per l'attenzione delle amministrazioni alla convivenza civile sulle strade. Per essere più chiaro, finchè il traffico sarà anarchico come è ormai a Pavia, l'uso della bicicletta resterà scoraggiato anche se venissero costruite piste ciclabili (a proposito: e la manutenzione?), dal momento che il rischio di essere falciati in un attraversamento di una strada "per macchine" è comunque troppo elevato per chi non è un ciclista semiprofessionista. Insomma, quello che io fondamentalmente non accetto è che le amministrazioni (e talvolta anche le associazioni ciclofile) cerchino di "rinchiudere" i ciclisti in piste ciclabili, la cui quantità e qualità, data l'urbanistica delle città italiane (e in particolare quelle storiche come ahinoi è Pavia) non potrà mai essere sufficiente. Purtroppo, con il traffico motoristico dobbiamo convivere anche sulle strade!

COSE DA FARE:
1) "la mia prima biciclettina": FIAB potrebbe farsi promotore, eventualmente con l'amministrazione comunale, di una iniziativa per cui viene dato un "bonus", in convenzione con i rivenditori che ci stanno, per l'acquisto della prima biciclettina ai bambini. Come fatto ad esempio per gli indirizzi di e-mail, al compimento (ad esempio) dei tre anni arriverebbe a casa una lettera con il buono, la lista dei rivenditori ed eventualmente delle offerte, e un pistolotto su come è bello andare in bici (P.S. su questo punto dichiaro il mio pieno conflitto di interessi, da padre di bambina duenne);

2) convenzioni con negozi: questa è inutile spiegarla: a qualche commerciante (di materiale ciclabile) pavese magari fa piacere dichiararsi "amico della Fiab" e fare degli sconti ai soci (si potrebbe anche vedere se qualcuno vuole diventare "sostenitore" alleggerendo così le quote degli aderenti e/o consentendoci più attività, comunicazione, etc.);

3) distribuzione mappa ciclabili: ma il Comune ha mai distribuito ai cittadini una mappa delle sue fantastiche ciclabili?

Per ora tutto qui. Con una aggiunta: di solito le associazioni di questo tipo (certamente è così per la Fiab) hanno un taglio prevalentemente mirato alla mobilità "dolce" per famiglie più che per ciclosportivi. Sari molto curioso di sapere, magari dai veri corridori presenti in questo forum, che cosa ne pensano.

Ciao!

 
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Livello Gino Bartali




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Registrato: Mar 2005

  postato il 03/12/2005 alle 12:16
Complimenti Prof Roubaix, ottime idee; ti voterei sicuramente

Potevi concludere alla Cetto Laqualunque (il sindaco impersonato da Antonio Albanese): "A chiunque, qualunnnnnnque, chicchessia, espressamente, votatemi e ci sarà chiu pi.. pe tutti"

 

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http://www.stefanobertolotti.com

Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

Non è importante quello che si scrive ma quello che leggono gli altri

Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2005 alle 12:41
Originariamente inviato da Maracaibo
Potevi concludere alla Cetto Laqualunque (il sindaco impersonato da Antonio Albanese): "A chiunque, qualunnnnnnque, chicchessia, espressamente, votatemi e ci sarà chiu pi.. pe tutti"


visto l'argomento, ci potrebbe stare un bel "più rapporti per tutti"

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/12/2005 alle 16:50
Prof Roubaix le tue idee sono molto interessanti anche perché toccano un aspetto importantissimo: è inutile costruire piste ciclabili se non riescono a convivere con il normale traffico cittadino.

1) Bicicletta e città:
a)noleggio gratuito delle bici organizzato dai Comuni. Per evitare il furto gli utenti dovrebbero lasciare i loro dati personali;
b) aumento delle piste ciclabili e, cosa fondamentale, segnaletica stradale per le biciclette;
c) introduzione di corsi di ciclismo nelle scuole che vadano ad affiancarsi ai corsi di educazione stradale. Quest'ultima dovrebbe accompagnare il bambino dai primissimi anni;
d) acquisto agevolato di bici per bambini mediante accordi tra le scuole ed i rivenditori.
Tutto questo dovrebbe servire ad aumentare l'uso delle bici a scapito delle macchine ed in particolar modo dei motorini.

2) Sponsors e squadre professionistiche e amatoriali:
Per evitare che lo sport professionistico italiano dipenda esclusivamente dalla televisione a pagamento, andrebbero attuate politiche di massiccia defiscalizzazione delle sponsorizzazioni, magari vincolandole all'obbligo degli sponsor di collaborare e finanziare i progetti di corsi di ciclismo nelle scuole e la costruzione di piste ciclabili.

3) corse e doping:
a) creare, finalmente, la Coverciano del ciclismo, per formare direttori sportivi, preparatori e medici delle squadre professionistiche e non;
b) obbligare le squadre professionistiche a dotarsi di medici e preparatori interni provenineti da "Coverciano". Le squadre minori che non potessero permettersi una struttura interna potrebbe rivolgersi a quella federale;
c) spingere i vari stati della Comunità europea a emanare una legge penale comune in materia di doping, uniformando gli elenchi delle sostanze, i controlli e le pene.

Sono alcune idee scritte di getto, magari semplicistiche e banali ma che possono essere spunto di discussione.


$

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2005 alle 10:26
Originariamente inviato da Ottavio
2) Sponsors e squadre professionistiche e amatoriali:
Per evitare che lo sport professionistico italiano dipenda esclusivamente dalla televisione a pagamento, andrebbero attuate politiche di massiccia defiscalizzazione delle sponsorizzazioni, magari vincolandole all'obbligo degli sponsor di collaborare e finanziare i progetti di corsi di ciclismo nelle scuole e la costruzione di piste ciclabili.

3) corse e doping:
a) creare, finalmente, la Coverciano del ciclismo, per formare direttori sportivi, preparatori e medici delle squadre professionistiche e non;
b) obbligare le squadre professionistiche a dotarsi di medici e preparatori interni provenineti da "Coverciano". Le squadre minori che non potessero permettersi una struttura interna potrebbe rivolgersi a quella federale;
c) spingere i vari stati della Comunità europea a emanare una legge penale comune in materia di doping, uniformando gli elenchi delle sostanze, i controlli e le pene.


Lancio i primi emendamenti sui punti 2) e 3) (mentre su 1) sono d'accordo su tutto).

Limiterei il punto 2) alle squadre professionistiche. O comunque escluderei gli amatori al di sopra di una certa soglia (non superiore ai 150-200 Euro a ogni iscritto alla squadra). La ragione di questa proposta un po' radicale è che, dal poco che ne so, è proprio dalle (sebbene più lievi) defiscalizzazioni che esistono adesso che deriva il terribile fenomeno degli amatori stipendiati come semi-professionisti. Dei dilettanti non me ne intendo, ma anche qui, se proprio si deve, cercherei di porre un tetto che scoraggi le squadre dal proporre stipendi che stimolino i corridori a vedere il dilettantismo come un punto di arrivo e non di partenza.

Sul punto 3c) è davvero un piccolo emendamento. Non so come funzioni la distribuzione dei poteri fra Stato, Comitati olimpici e Federazioni, ma altrettanto importante è uniformare le regole per tutti gli sport.
E, ovviamente (ma questo è un problema più di altri sport che del ciclismo, che è sostanzialmente europeo), l'obiettivo finale dovrebbe essere quello di andare al di là dell'Unione europea nell'uniformare le regole.

Ciao!

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/12/2005 alle 23:31
Vedo che interessa a pochi: ma si può cambiare titolo del thread in quello che davvero è, e cioè "politiche per il ciclismo"?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/12/2005 alle 00:28
Prof Roubaix i tuoi "emendamenti" mi sembrano interessanti.
Sono assolutamente convinto che non ci debbano essere "stipendi" per gli amatori, le squadre e le gran fondo dovrebbero servire esclusivamente per ampliare il numero di ciclisti che fanno questo sport per perseguire il fine sociale dello sport che è quello di migliorare la salute dei cittadini, ed è per questo che ci dovrebbero essere maggiori controlli sul doping.

Non so se è possibile cambiare il titolo del 3d, se tu sai come si fa fallo pure, perché il titolo da te suggerito è molto migliore del mio.

 
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  postato il 05/12/2005 alle 10:20
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Vedo che interessa a pochi: ma si può cambiare titolo del thread in quello che davvero è, e cioè "politiche per il ciclismo"?


Interessa, interessa, ma l'argomento è vasto.
Attendo il ponte dell'Immacolata...

 

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  postato il 05/12/2005 alle 11:04
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Vedo che interessa a pochi: ma si può cambiare titolo del thread in quello che davvero è, e cioè "politiche per il ciclismo"?


interessa molto, invece. Personalmente preferisco leggere e capire
piuttosto che dire fesserie.
Grazie per la vostra, sperata, prosecuzione

 

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codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/12/2005 alle 12:18
Ottavio io credo che questo thread non farà arrabbiare nessuno, anzi... tutt'altro: io (e altri, come vedo) siamo contenti di poter discutere di ciò che si può fare per migliorare il rapporto ciclismo-amministrazioni locali.

Basta che poi non venga fuori qualcuno a dire che voterà per il Professore solo perchè è un patito ciclista... che allora mi arrabbio!

Tornando a noi, trovo anch'io che le idee espresse da ProfRoubaix e Ottavio siano molto interessanti... alcune delle quali a Verona sono già state apportate: ad esempio il noleggio gratuito di bici in alcune delle cosiddette domeniche a piedi (come ieri), cioè senza circolazione di veicoli a motore durante la giornata.
Oppure la distribuzione delle nuove mappe delle piste ciclabili cittadine e periferiche (e devo dire che una delle poche cose buone effettuate dall'attuale giunta comunale è proprio la costruzione di spazi ad hoc per i ciclisti).

Infine, spezzo una lancia a favore di quella che voi giustamente chiamate la Coverciano del ciclismo: mai come oggi servono DS preparati dal punto di vista strettamente sportivo.
Oggi troppi dirigenti perdono di vista l'obiettivo più strettamente ludico del ciclismo, a favore di quello economico: se cambiano alcuni aspetti dell'attuale etica sportiva (sulla quale stenderei un velo pietoso), a mio avviso buyona parte dei problemi inerenti al doping avrebbero molte chances in più per essere risolti.
E per questo il ruolo del dirigente è fondamentale, specie nel rapporto con gli atleti più giovani!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/12/2005 alle 12:43
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Vedo che interessa a pochi: ma si può cambiare titolo del thread in quello che davvero è, e cioè "politiche per il ciclismo"?


Interessa molto anche me, pero', come pedalando, preferisco leggere e capire piuttosto che dire fesserie.

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Tour




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  postato il 05/12/2005 alle 14:33
Bell'argomento!!! Poi potremmo fare una raccolta di tutte le proposte e inviarle davvero a qualche politico...

Cmq penso che la politica possa intervenire soprattutto in maniera diretta sull'aspetto viabilità e traffico.
Secondo me adesso più che puntare sulla costruzione di piste ciclabili (cosa cmq utilissima), io cercherei di eliminare più camion possibili e puntare molto sul trasporto a rotaia. Può sembrare un'iniziativa inutile per i ciclisti, ma sinceramente sono la cosa che più di tutte mi fa paura quando sono in strada... e ne conosco diversi che hanno fatto incidenti a causa di questo tipo di mezzi...
Ciao

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/12/2005 alle 22:22
Dimenticavo un'altra questione a mio parere importante.

Sperando di non fare arrabbiare Stress, credo che a livello di amministrazioni locali in molti si dovrebbero dare una regolata sul versante "cani".

Ma è possibile che uno passa vicino a certe case o fabbriche con cancelli aperti e si trova cani, cojoti e leoni pronti a sbranarlo?

 
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Non registrato



  postato il 09/12/2005 alle 22:56
Più che sbranare son pericolosi perchè possono far sbandare il ciclista o un auto o entrambi.
Non è colpa degli animali, ma dei padroni...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/12/2005 alle 23:02
Originariamente inviato da ProfRoubaix

Dimenticavo un'altra questione a mio parere importante.

Sperando di non fare arrabbiare Stress, credo che a livello di amministrazioni locali in molti si dovrebbero dare una regolata sul versante "cani".

Ma è possibile che uno passa vicino a certe case o fabbriche con cancelli aperti e si trova cani, cojoti e leoni pronti a sbranarlo?

I cojoti non sbranano gli animali su due ruote.
I cani si!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2005 alle 01:33
Originariamente inviato da WebmasterNSFC
Non è colpa degli animali, ma dei padroni...


Non c'è dubbio.
Più grave ancora, e (almeno potenzialmente) più semplici le politiche.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 14/12/2005 alle 01:40
Torno qui dopo la notizia del grave incidente del corridore polacco (su cui c'è un altro thread).

Per una osservazione. A me sembra che tradizionalmente i corridori, per loro abilità, capacità di trovare strade poco trafficate (di macchine), etc. fossero meno direttamente interessati dai problemi di sicurezza di questo tipo. Negli ultimi anni, però, mi sembra che non sia più così. Un altro segno di un traffico che in molte zone è, su tutte le strade, al di sopra del livello di guardia.
Ho iniziato a fare ciclismo (una ventina di anni fa) pensando che su (quasi) tutte le strade si potesse andare in bici. E (come ho scritto sopra) non penso che la sola soluzione sia "rinchiudere" i ciclisti in piste ciclabili. Tuttavia questi incidenti mostrano che, almeno per alcuni itinerari (di collegamento per superare zone particolarmente trafficate), le piste ciclabili sono forse l'unica soluzione. E che, almeno per alcuni tratti, dato che spesso si tratta di strade molto strette, avrebbe probabilmente senso pensare a piste "a due velocità", per corridori in allenamento e per ciclisti ordinari.

 
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  postato il 14/12/2005 alle 01:43
Visto che siamo OT, ma in tema cani, mi spiegate come mai
mi capita, io senza cane, di essere spesso fermato da
animalisti cinodotati che menano il bambinello con
discorsi contro l'abbandono di animali
La mia risposta standard e'che ad abbandonare gli animali
sono quelli che li possiedono

 

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  postato il 22/03/2006 alle 21:03
Riporto su questo interessante thread con questa notizia:

Gaiardoni si candida sindaco di Milano: più piste ciclabili

E' chiaro che nel programma politico di Sante Gaiardoni, campione del ciclismo anni '60, ci doveva essere la richiesta di qualche pista ciclabile in piu' perche' ''risolverebbe molti problemi''. E anche nel simbolo della lista che sosterra' l'ex sprinter, intenzionato a candidarsi a sindaco di Milano, non poteva che esserci una bicicletta. Con la ruota anteriore che riporta i colori dell' iride e quella posteriore divisa fra il rosso, il bianco e il verde. Non e' un esordio in assoluto quello di Gaiardoni. Alle regionali del 2005 apparve nel listino collegato al candidato presidente di Alternativa sociale. Adesso pero' promette che la sfida sara' fuori dai poli anche se non nasconde che ''sarebbe stato piu' facile accettare candidature in partiti consolidati, per trarne vantaggi personali''. Invece no: sara' corsa in solitario, come succedeva su pista alle Olimpiadi di Roma nel '60, con le due medaglie d'oro vinte: velocita' e chilometro da fermo. Il presente sono le tre vetrine del negozio in via Giambellino a Milano, attivita' ceduta di recente ma che resta la sua meta, con le bici appese al soffitto e le foto dei trionfi, dal titolo europeo dilettanti del '58 al mondiale di Lipsia, le grandi battaglie con Antonio Maspes. E poi le pedalate che Gaiardoni, 67 anni e ''un tumore alle spalle'', continua a non farsi mancare praticamente tutti i giorni. Poi, la politica. Con piu' piste ciclabili, sostiene, si potrebbe fare molto: miglior viabilita' e minor inquinamento, ad esempio, ''e sarebbe possibile raggiungere questi traguardi non certo dovendo usare finanziamenti stratosferici''. La bicicletta, dunque, ma non solo. Altro obiettivo e' ''portare avanti le esigenze del cittadino comune - spiega -, del lavoratore pendolare che chiede innanzitutto una decente vita di ogni giorno. Lo faccio per quelli che passano ore sui mezzi pubblici, lo faccio per quelli che una casa devono trovarla a decine di chilometri dal proprio lavoro. Non mi interessano le grandi cose se non abbiamo prima la soddisfazione della quotidianita'''. Quindi, ancora, la bici, e quello che fu il suo tempio: ''Nel mio programma ci sara' anche il Vigorelli, monumento nazionale dell'attivita' ciclistica, ricordato solo a parole e da progetti di ristrutturazione che dai politici non vengono mai realizzati. Rilanciare il velodromo non e' mica cosa difficile''. ''Fra i progetti in corso - aggiunge l'ex olimpionico - stiamo trattando per una campagna che sensibilizzi gli automobilisti a rispettare coloro che decidono di usare, in citta', la bicicletta come mezzo di locomozione. Costerebbe poco cercare di educare i meccanizzati al rispetto verso i ciclisti''. Il motivo e' anche una sorta di slogan: ''Una bicicletta in piu' per le strade equivale ad un'auto in meno in circolazione. La bici e' comoda, utile, pulita. Autisti, rispettiamo i ciclisti''. Ma come puo' pensare Sante Gaiardoni di fare il sindaco scontrandosi da solo contro le corazzate di centrodestra e centrosinistra? ''Vincere e' impossibile - risponde - ma se il gruppo che porto avanti e' forte, magari mi chiamano, mi danno una delega o chissa' che altro''. E se di fronte a un ipotetico ballottaggio i candidati di Unione e Casa delle Liberta' le chiedessero il suo appoggio? ''Preferisco la destra, e' logico. Con la Moratti, magari, forse. Con Ferrante no. Al momento con lui la porta e' chiusa''.

(fonte: tuttobiciweb)

 

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  postato il 23/03/2006 alle 09:26
Ma oltre alle piste ciclabile promette a tutti una maschera antigas con filtro anti particolato?
Però il rilancio (rifacimento) del Vigorelli sarebbe una bellissima cosa

 

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Livello Giro di Romandia




Posts: 51
Registrato: Jul 2006

  postato il 07/04/2006 alle 15:46
Quante proposte inutili e dannose per il ciclismo ho sentito in questo topic, meno male che non siete voi i "capi" del ciclismo, anche se Di Rocco non è che è molto meglio, uno che con la crisi e la miseria che vive il ciclismo ora và a regalare 2000 bici alle scuole, il ciclismo se vuole risorgere deve puntare tutto sul fattore mediatico, il ciclismo vive di sponsorizzazioni sia dagli enti locali che dalle aziende che cercano solo ed esclusivamente una buona pubblicità, quindi piuttosto di buttare i soldi per far comprare delle biciclette che come minimo verranno usate da aspiranti calciatori, io investirei sulla pubblicità del ciclismo.
 
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Livello Miguel Poblet




Posts: 530
Registrato: Oct 2004

  postato il 07/04/2006 alle 15:50
Ottimo, profRoubaix. Intanto ci sono parecchi parlamentari di tutti i partiti che vanno in bicicletta e che dovrebbero promuovere questi emendamenti!
 
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Livello Tour




Posts: 176
Registrato: Dec 2005

  postato il 07/04/2006 alle 16:46
attenzione alle ciclabili. sono un´ "arma" a doppio taglio. ho esperienza nel nord-europa.vanno bene x la passeggiata domenicale della famigliola. vanno bene x un ciclista evoluto (+ o -) se sono deserte. altrimenti divengono + pericolose che in strada. in germania hanno la mania delle ciclabili. addirittura larghe 1 metro (!) sui marciapiedi. quasi nessuno con la bici da corsa le percorre. sono peggio di un videogioco. cani, bimbi, signore con buste, macchine che ti tagliano la strada..non x niente, questo anno, la germania e´ al secondo posto x numero di decessi in bici. in un anno, 600. la ciclabile ha senso se ben larga, in modo che possa offrire visibilita´ sia a chi la percorre, sia a chi ci si AFFIANCA.
 
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Moderatore




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Registrato: Oct 2004

  postato il 01/08/2006 alle 17:15
Politica & Sport

Originariamente inviato da ManuelDR

Ieri sera al tg rai sport ho sentito dire che oggi avrebbero trattato i temi dello sport in parlamento insieme al ministro Melandri, qualcuno nè sà qualcosa? Ai canali Sky 824 e 825 pare che non ne stiano parlando....

 

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Moderatore
Utente del mese Aprile 2009, Febbraio 2010 e Luglio 2010




Posts: 8326
Registrato: Jun 2006

  postato il 01/08/2006 alle 17:40
Le politiche riguardo il ciclismo investono due ministeri.
Infrastrutture e Sport.
Dal mio punto vista è urgentissimo risolvere la questione infrastrutture con la creazione di piste ciclabili sicure e che permettano di raggiungere almeno la maggior parte del territorio.
Potremmo creare una proposta e poi proporla direttamente al Ministro Di Pietro sul suo sito e vedere così anche che proposte vengono dal ministero.

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
Proverbio cinese

Jamais Carmen ne cédera,
libre elle est née et libre elle mourra.

 
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Moderatore




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Registrato: Oct 2004

  postato il 01/08/2006 alle 20:10
La FIAB scrive al Ministro Rutelli

Ill.mo Sig. Ministro Rutelli, il popolo di cicloescursionisti della Federazione Italiana Amici della Bicicletta - FIAB onlus, che conta oltre 10.000 iscritti, è costretto ad andare all'estero a fare le propie vacanze in bicicletta perchè in Italia non ci sono piste ciclabili sicure, segnalate e cartografate. In Italia manca una rete ciclabile nazionale integrata con stazioni, porti e aeroporti, sui treni a lunga percorrenza è vietato trasportare le bici al seguito a meno che non siano smontate e messe in apposita "sacca-portabici", le strade sono pericolose e insicure tanto per adulti quanto per bambini, manca una segnaletica stradale adeguata per le "ciclovie", esiste una carenza tecnica diffusa nella progettazione di infrastrutturazioni ciclabili da parte degli Uffici tecnici degli enti locali, la legge nazionale n. 366/98 sulla mobilità ciclistica da cinque anni non viene più rifinanziata. Risultato? Per poter fare turismo in bici con le nostre famiglie siamo costretti a dover andare in Austria, sulle piste ciclabili del Danubio, o di qualche altro paese europeo dove i ciclisti sono rispettati e benvoluti.

FIAB onlus (Federazione Italiana Amici della Bicicletta)

(fonte: grandeciclismo.net)

 

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Livello Learco Guerra




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  postato il 01/08/2006 alle 22:52
se per il ciclismo ad alto livello il primo problema è il doping, ai livelli inferiori è il traffico. Molti genitori hanno paura a lasciare andare in giro i figli in bici, e non si può dargli torto. Anche per gli adulti c'è sempre da rischiare. Il probllema non è solo di spazi e piste ciclabili, ma soprattutto di educazione, o, per meglio dire, di civiltà. Chiunque abbia pedalato nei paesi dell'Europa sopra le Alpi ha sicuramente notato che c'è tutto un altro rispetto per il ciclista. In Italia ci sono moltissimi guidatori che attuano manovre pericolose, come sorpassare il ciclista a pochi cm di distanza, persino quando ci sarebbe tutto lo spazio per allargarsi. In questo modo, un leggero sbandamento del ciclista (per buca nel terreno, foratura, malore, o semplice distrazione) potrebbe essere fatale. Visto che gli italiani non ci arrivano con l'educazione, occorrerebbero leggi più severe contro ogni comportamento che mette in pericolo gli utenti più deboli della strada.

 

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Livello Octave Lapize




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  postato il 22/12/2006 alle 13:25
Ogni tanto anche qualche bella notizia:

Ecco quanto è stato deciso per il comune di Milano

"Presso la sede dell’assessorato alla Mobilità, Trasporti e Ambiente si è svolta ieri la prima riunione del gruppo di lavoro per la mobilità ciclistica incaricato di definire il tracciato della rete di piste ciclabili, la cui realizzazione si svilupperà nell’arco dei prossimi tre anni fino a raggiungere i 120 km contro i 70 attuali.

Del gruppo di lavoro fanno parte tecnici e funzionari dell’assessorato alla Mobilità, allo Sviluppo del territorio, all’Arredo urbano e verde, dell’Agenzia per la Mobilità e l’Ambiente, i rappresentanti del Sevizio Traffico e viabilità della Polizia locale, del Politecnico di Milano, il direttore generale dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori (Confindustria) e il presidente della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) Ciclobby.

"Il nostro obiettivo è la realizzazione di una rete a maglie larghe che permetta di muoversi con continuità all’interno della città, seguendo tracciati ben segnalati e sicuri. -ha ricordato l’assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci - La mobilità ciclabile a Milano coinvolge oggi il 5% della popolazione, una percentuale che desideriamo aumenti, in una logica di mobilità sostenibile".

( Edoardo Croci - Mobilità Trasporti e Ambiente)

 

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"...poi Dio creò la biciletta perché l'uomo ne facesse strumento di fatica e di esaltazione nell'ardito itinerario della vita ..." (monumento al Ghisallo)


L’orizzonte era fatto di monti
che guardavano in fondo la valle.
S'ergevano austeri e inviolati
al cuore d'un credo
provato dal non lontano
ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 12/01/2007 alle 10:13
A MILANO IN ARRIVO LE BICI BLU PER I CONSIGLIERI

In aggiunta alle auto di servizio i consiglieri comunali avranno presto a disposizione cinque biciclette "blu" di tipo economico. Un modo per agevolare gli spostamenti relativi all’attività istituzionale in città.

Le biciclette risponderanno ai requisiti della normativa ISO 4210. Saranno di colore blu scuro, con la scritta "Consiglio comunale di Milano" su entrambi i lati e le ruote adatte anche alla circolazione su pavé e lastricato; saranno dotate inoltre di portapacchi posteriore e dei necessari dispositivi di sicurezza acustici e luminosi, come previsto dal Codice della Strada. Le cinque biciclette saranno parcheggiate in una apposita rastrelliera a Palazzo Marino.

"Bene hanno fatto alcuni consiglieri - ha detto Manfredi Palmeri - a invitare i rappresentanti delle Istituzioni a farsi concretamente interpreti delle esigenze di mobilità sostenibile. Sono certo che gli spostamenti in bicicletta potranno integrare efficacemente quelli tradizionali su auto e mezzi pubblici". •
dal sito www.comune.milano.it

 

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L’orizzonte era fatto di monti
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al cuore d'un credo
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ricordo d'una immane prova di vita.... (L'Angelo della Montagna - Morris)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 12/01/2007 alle 10:24
Originariamente inviato da Stella alpina

A MILANO IN ARRIVO LE BICI BLU PER I CONSIGLIERI

In aggiunta alle auto di servizio i consiglieri comunali avranno presto a disposizione cinque biciclette "blu" di tipo economico.


fossi consiglierei mi arrabbierei solo per questo

 

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A 2 Km dalla vetta mi sono detto "Vai Marco o salti tu o salta lui...E' saltato lui.
Marco Pantani.Montecampione 1998

27/28/29 giugno 2008...son stato pure randonneur

!platonicamente innamorato di admin!

 
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  postato il 12/01/2007 alle 10:46
Originariamente inviato da Stella alpina

Ogni tanto anche qualche bella notizia:

Ecco quanto è stato deciso per il comune di Milano

"Presso la sede dell’assessorato alla Mobilità, Trasporti e Ambiente si è svolta ieri la prima riunione del gruppo di lavoro per la mobilità ciclistica incaricato di definire il tracciato della rete di piste ciclabili, la cui realizzazione si svilupperà nell’arco dei prossimi tre anni fino a raggiungere i 120 km contro i 70 attuali.

Del gruppo di lavoro fanno parte tecnici e funzionari dell’assessorato alla Mobilità, allo Sviluppo del territorio, all’Arredo urbano e verde, dell’Agenzia per la Mobilità e l’Ambiente, i rappresentanti del Sevizio Traffico e viabilità della Polizia locale, del Politecnico di Milano, il direttore generale dell’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori (Confindustria) e il presidente della Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) Ciclobby.

"Il nostro obiettivo è la realizzazione di una rete a maglie larghe che permetta di muoversi con continuità all’interno della città, seguendo tracciati ben segnalati e sicuri. -ha ricordato l’assessore alla Mobilità, Trasporti e Ambiente Edoardo Croci - La mobilità ciclabile a Milano coinvolge oggi il 5% della popolazione, una percentuale che desideriamo aumenti, in una logica di mobilità sostenibile".

( Edoardo Croci - Mobilità Trasporti e Ambiente)


Ciao,
anche qui a Reggio hanno spaventosamente aumentato l'estensione della rete di piste ciclabili, ma questo sulla carta.
Alcune, in effetti, realizzate come si deve (sopraelevate rispetto al manto stradale, spesso di colore rossastro per identificarle, con attraversamenti ciclabili privilegiati rispetto alla circolazione stradale), ma altre sono delle vere e proprie "bufale", sono semplicemente delle righe disegnate in terra, per cui protezione zero e arroganza a piene mani (spesso sono parcheggiate su queste presunte piste ciclabili auto di vario tipo, naturalmente tutte con le 4 frecce accese).

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/04/2007 alle 14:38
riprendo questo thread per postare un'allucinante articolo letto poco fa in pausa pranzo.

Fino a ieri sapevo che l'INAIL considera infortuni sul lavoro anche gli incidenti che capitano durante gli spostamenti da/per il luogo di lavoro, ma oggi ho letto che questo vale solo per spostamenti a piedi o in auto . Qualora uno venisse messo sotto mentre va a lavorare in bicicletta(quindi una toccatina è d'obbligo anche per me)non avrebbe diritto allo status di infortunato sul lavoro.
E' una legge del 1965 ancora in vigore.

Allucinante. In macchina sì, e in bicicletta no.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/04/2007 alle 14:45
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

riprendo questo thread per postare un'allucinante articolo letto poco fa in pausa pranzo.

Fino a ieri sapevo che l'INAIL considera infortuni sul lavoro anche gli incidenti che capitano durante gli spostamenti da/per il luogo di lavoro, ma oggi ho letto che questo vale solo per spostamenti a piedi o in auto . Qualora uno venisse messo sotto mentre va a lavorare in bicicletta(quindi una toccatina è d'obbligo anche per me)non avrebbe diritto allo status di infortunato sul lavoro.
E' una legge del 1965 ancora in vigore.

Allucinante. In macchina sì, e in bicicletta no.

E neanche in moto, cmq, che è abbastanza grave perchè le persone che vanno in moto al lavoro son tante.

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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  postato il 03/04/2007 alle 14:51
Utile come regola. E per i tram non c'hanno pensato? C'è un sacco di gente che per andare al lavoro utilizza i mezzi pubblici?
O magari quelli sono considerati lavoratori di serie B?

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/04/2007 alle 15:26
mah, credo che per i tram/autobus sia equiparato all'automobile (anche se non era specificato nell'articolo), per la moto non so.

Però c'è anche un sacco di gente che al lavoro ci va in bici, io percorro una strada a fianco di una scuola media e non vi dico le volte che ho rischiato il cu.lo a terra a causa o dei genitori che ti chiudono a bordo strada oppure dei ragazzini stessi che aprono le portiere senza guardare minimamente dopo che la macchina si è fermata repentinamente.....

 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 03/04/2007 alle 18:31
Indagare e come nel caso Ullrich,far uscir la verità aldilà di certi burocrati buoni a nulla

 

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W Bartali!voglio tornare al ciclismo fatto di polvere, di mangiate, bevute di vin rosso ,respiri di sofferenza vera e viaggi di avventura e di sana follia

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/06/2007 alle 11:59
Inserisco qui questa notizia, che ho letto su Repubblica on line, anche se forse non è il 3d adatto.

"Le associazioni di categoria lo dicono da tempo, ma il loro grido rimane inascoltato: per i ciclisti ormai è strage. Gli ultimi dati, elaborati come sempre dall'Asaps - associazione amici polizia stradale - parlano chiaro e dimostrano che da noi, in pratica, muoiono ogni sei mesi un numero di ciclisti pari a quelli che fanno il Giro d'Italia.

Anche qui c'è il solito problema dei numeri Istat perché l'anno di riferimento è solo il 2005, ma è l'ultimo disponibile: così si scopre che in 12 mesi sono morti 317 ciclisti, con un incremento del 5,7%, in totale controtendenza rispetto al calo generale della mortalità sulle strade che nel 2005 che è stato del 4,7%.

E non è tutto: in appena 3 anni, secondo un'inchiesta pubblicata sulla rivista il Centauro sono quasi 1.000 i ciclisti che hanno perso la vita sull'asfalto, con 12.476 feriti, (35.491 in tre anni), ossia il 6% in più rispetto agli 11.766 del 2004. Il dato generale fa segnalare invece un calo del 2,7%...
E sempre secondo le statistiche nel 2005 si sono contate 15 vittime fra i bambini che andavano in bici dagli 0 ai 14 anni. 13 maschi e 2 femmine. Sono state invece ben 161 le vittime fra i ciclisti over 65, pari al 50,8%. Fra gli anziani 122 erano maschi 75,8% e 39 le femmine 24,2%. La percentuale dei ciclisti sul totale delle vittime della strada è passata dal 5,3% al 5,8% dei morti e dal 3,7% al 4% dei feriti.

Tutto questo, in estrema sintesi, è la prova lampante di come automobilisti e motociclisti rispettino molto poco i poveri utenti delle biciclette... (v.bo.)
(8 giugno 2007)"

Io quando esco in bici non ho paura di cadere o di fare errori, ma di venire investito da un automobilista che non ha nessun rispetto per i ciclisti (purtroppo sono la stragrande maggiornaza).


 
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Livello Tour




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  postato il 08/06/2007 alle 13:41
Originariamente inviato da Ottavio


Io quando esco in bici non ho paura di cadere o di fare errori, ma di venire investito da un automobilista che non ha nessun rispetto per i ciclisti (purtroppo sono la stragrande maggiornaza).



Hai ragione. Io sono un cicloamatore e non vi dico quante volte macchine, o peggio, camion mi hanno fatto le basette. Ma sono anche automobilista e per onestà intellettuale bisogna dire che i gruppetti di ciclisti che occupano tutta la carreggiata non sono una rarità. Come sempre, cicloamatori o automobilisti poco conta, l'educazione non cresce sugli alberi.

Le piste ciclabili francamente non mi attirano molto se sono con la bici da corsa. Diciamo che mi accontenterei di strade larghe (se ci sono 50-70 cm di spazio tra la striscia laterale della carreggiata e la fine del manto stradale è quasi come avere una pista ciclabile) e ben asfaltate. Questo per le strade trafficate, per quelle di campagna (o quelle in genere meno trafficate) il problema dell'affollamento non si pone, aumenta piuttosto quello della qualità dell'asfalto.

Ovviamente se parliamo di bici da passeggio, o di cicloturismo, le piste ciclabili sono una meraviglia da incentivare.

Per il discorso pedalare in città, francamente non so quanto convenga con gli attuali livelli di inquinamento. Finché non chiuderanno i centri delle città agli autoveicoli inquinanti andarsi a respirare i tubi di scappamento delle macchine non so che grande affare sia. A tale riguardo, se togliamo i centri molto estesi (Milano, Roma e pochi altri) i centri delle città italiane sono molto piccoli; pensate a dei servizi efficienti di bici elettriche, di mezzi elettrici, di filobus ecc. ecc. Il trasporto di superficie non inquinante è possibile, basta volerlo.








 
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  postato il 12/06/2007 alle 04:35
INCIDENTI AI CICLISTI - ANNI 2003/2005

Originariamente inviato da itammb

INCIDENTI AI CICLISTI - ANNI 2003/2005


<2003> <2004> <2005> <% Tot.>
Morti 329 # 300 # -8.8% # 317 # 5.7% # 5.8%

Feriti 11.2 # 11.7 # +4.6% # 12.4 # 6% # 4%

Fonte Istat - Elaborazione Il Centauro-Asaps - ©

Questo dato fà paura bestia !

 

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  postato il 12/06/2007 alle 08:59
Hai ragione Itammb... questi danni fanno paura.
Paura perchè in molti posti pedalare è diventato impossibile. Anche le strade di campagna oramai sono sempre più trafficate. Le piste ciclabili spesso non sono protette da siepi o marciapiedi e le auto le usano come corsia di sorpasso (sulla destra!!!!!).
Ieri sera ho sentito al TG la legge per incentivare all'acquisto di biciclette. Per ogni motorino usato da rottamare un buono da 250 euro per l'acquisto di biciclette. Ma non basta se non fai strade protette per chi usa la bici!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/08/2007 alle 16:39
COMPLETATA LA NUOVA PISTA CICLABILE "GINO BARTALI"
- E' stata finalmente completata, a Lavagna, la pista ciclabile "Gino Bartali", intitolata a una leggenda delle nostre due ruote. La struttura, che rappresenta un indiscusso fiore all'occhiello per il comune del levante genovese guidato dall'attivissimo Sindaco Giuliano Vaccarezza. Il completamento del percorso è un bell'esempio di collaborazione tra pubblico e privato: da una parte, il geometra del Comune di Lavagna Diego Garibaldi, che è stato il direttore dei lavori, dall'altra, il geometra Luigi Meringolo, nipote di Pasquale e dipendente della Edilpiemme Srl.
I lavori sono costati circa 93mila euro, una cifra messa a disposizione dall'amministrazione comunale di Lavagna. Sono state tre le fasi di intervento: pulizia dai detriti, erbe infestanti e materiali di risulta di tutte le aree limitrofe alla pista, da destinare a ristoro; realizzazione di un nuovo percorso ciclo-pedonale delimitato da cordoli in calcestruzzo e costituito da sottofondo in cls e pavimentazione in moduli autobloccanti, il tutto secondo le più recenti normative; realizzazione di una nuova pavimentazione in conglomerato bituminoso in corrispondenza dell'ingresso da via Moggia. Oltre alla pista ciclabile, quindi, sono stati creati punti per il relax, all'ombra degli alberi, in una zona completamente ripulita, riqualificata e ideale per il tempo libero. Facilmente collegata con il percorso litoraneo posto tra mare e ferrovia, la pista ciclabile "Gino Bartali" risale tutta la riva del fiume Entella e rappresenta una perla per tutta la zona del Tigullio.

Fonte:www.agenfax.it

Ogni tanto qualche bella iniziativa!


 
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  postato il 12/10/2007 alle 15:06
La Fci e la Provincia di Parma insieme per il progetto “una terra da pedalare”

L’esigenza di valorizzare tutte le strutture e gli enti già esistenti sul territorio provinciale attraverso una promozione dell’attività ciclistica nel senso più ampio del termine, ha spinto la Provincia di Parma, supportata dalla Federazione Ciclistica Italiana, a sostenere e diffondere il progetto strategico “Provincia di Parma: una terra da pedalare”. La Provincia di Parma, già attiva nello sviluppo e ampliamento della rete dei percorsi ciclabili e della pratica sportiva, ha voluto allargare i suoi obiettivi supportando la diffusione di tematiche importanti come il ciclismo e la mobilità. Traguardo comune della Federciclismo e della Provincia di Parma è dare ampio spazio alla valorizzazione di piste ciclabili, ciclodromi e impianti polisportivi già esistenti promuovendo la pratica della bicicletta sia come sport, attraverso le “Scuole di ciclismo della Federazione Ciclistica Italiana”, sia come tempo libero.
Non soltanto. La mobilità sostenibile ed eco-compatibile, praticata in sicurezza e nel rispetto delle norme ciclabili, può innescare una valorizzazione turistica di tutto il territorio che sarà guidata in tutte le sue informazioni da un sito web dedicato.
Inoltre, allo scopo di passare alla fase attuativa del progetto, è stato istituito un Tavolo di Lavoro che coinvolgerà anche gli Enti provinciali impegnati nell’ambito ciclistico.
“Siamo molto soddisfatti di poter affiancare la Provincia di Parma in un progetto così ricco di tematiche e che può contribuire alla nascita di una nuova cultura della mobilità, sia sportiva che del tempo libero, rivolta anche ai disabili attraverso l’utilizzo di veicoli a trazione muscolare – commenta Renato Di Rocco, presidente della Federazione Ciclistica Italiana –. La bicicletta è, non dimentichiamo, sport, salute e svago. E’ da sempre nel nostro immaginario e come tale ricopre un ruolo importante nella nostra quotidianità. Il suo utilizzo come strumento di mobilità, in massima sicurezza, ci permette, non solo di scoprire il territorio circostante ma la sua continua valorizzazione”.
Il progetto “Provincia di Parma: una terra da pedalare” sarà presentato, nelle sue linee guida, sabato 13 ottobre alle ore 10.30 nella Sala Consiliare del Comune di Busseto alla presenza di Vincenzo Bernazzoli, Presidente della Provincia di Parma e di Renato Di Rocco, Presidente della Federazione Ciclistica Italiana. A seguire sarà inaugurato il nuovo ciclodromo presso il Parco dello Sport di Busseto.

(fonte: federciclismo.it)

 

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  postato il 12/10/2007 alle 15:16
Tre settimane fa anche a Brescia è stata fatta una manifestazione organizzata da FCI e Legambiente per sensibilizzare l'uso della biciclietta e lo sviluppo di percorsi ciclabili in città.
E' stato desolante...
Ci saranno state in tutto 100 persone di cui l'80% ragazzini delle superiori venuti ai concerti.
Non c'era una autorità del comune o della provincia.

 

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  postato il 25/10/2007 alle 13:46
MOBILITÀ IN BICI: Presentata oggi alla Camera dall’On. Luigi D’Agrò la proposta di legge “bipartisan” per la creazione degli itinerari ciclabili

ROMA (24/10) - Creare anche in Italia, sul modello di diversi paesi europei, una rete di 4.700 Km di piste ciclabili, di itinerari destinati alle due ruote con cui collegare i maggiori centri turistici italiani. E' lo scopo di una proposta di legge bipartisan presentata in una conferenza nella sala stampa di Montecitorio, primo firmatario, Luigi D'Agrò(Udc) dal titolo: "Programma nazionale per la mobilità ciclistica: itinerari ciclabili d'Italia". All'incontro erano presenti Renato Di Rocco, presidente della Fci, che ha espresso il suo apprezzamento per l'iniziativa, il segretario generale Maria Cristina Gabriotti e il consigliere nazionale Daniela Isetti.
"Il nostro progetto - ha spiegato D'Agrò - punta al rilancio del turismo ciclistico italiano in modo da rivalutare, anche da noi, una risorsa snobbata come il turismo su bicicletta nel pieno rispetto della mobilità ciclistica e dell'ambiente, affrontando al tempo stesso una vera emergenza come la sicurezza stradale".
"In tutta Europa - sottolinea D'Agrò - c'è una richiesta enorme di mobilità ciclistica a fini turistici di lunga percorrenza, sportivo-amatoriali e ricreativi". Una grande opportunità per promuovere l'uso della bicicletta, migliorando il sistema di viabilità e di trasporto esistente. "Occorre un programma in grado di superare gli interventi frammentari in materia, dando alle risorse gia' stanziate e a quelle da trovare un obiettivo di grande respiro".
Alla conferenza stampa era presente anche Marino Bartoletti, volto noto del giornalismo sportivo televisivo, in qualità di appassionato o, come si è definito, di "malato terminale di ciclismo".
"La bicicletta è qualcosa di più di un semplice sport, è cultura, storia, qualcosa che fa parte del Dna degli italiani. Pedalando in bicicletta - sottolinea Bartoletti - siamo usciti dalle brutture della guerra, siamo andati a lavorare, ci siamo divertiti. Oggi, anche su questo settore, dobbiamo uscire dalla cultura degli episodi ed entrare in quella della strategia".
Bartoletti cita come modello da seguire il caso dell'isola spagnola di Gran Canaria, definendola "il paradiso dei cicloturisti di tutto il mondo". "Ormai da anni in quel luogo si riuniscono tantissimi cicloamatori: là trovano di tutto, possono trasportare la propria bici senza rischiare di smarrirla, o affittarne una esattamente uguale, per girare tantissime piste riservate. Sarebbe bello che anche da noi creassimo qualcosa di simile. Per questo occorre uno spirito bipartisan, perché per pedalare bisogna tenere il manubrio con la destra e con la sinistra".
La proposta illustrata oggi prevede la creazione di 4 itinerari principali: il primo, lungo 500 km, parte dal Brennero e arriva al Tirreno. Collega il passo del Brennero con Bolzano, Trento, prosegue fino a Mantova, Modena, Bologna, Firenze, Siena, Grosseto e si collega al secondo lungo circa 1500 Km chiamato dei "Pellegrini", che collega la Svizzera e arriva ad Agrigento, passando per Milano, Parma, attraversa il passo della Cisa, prosegue lungo il Tirreno dalla costa sino a Roma, quindi Napoli, Reggio Calabria, Messina e Agrigento.
Il terzo itinerario, quello del Po, è lungo 750 Km e collega Ventimiglia alla Slovenia, passando da Savona, Torino, quindi lungo il Po raggiunge Ferrara, Venezia, Trieste e da qui la Slovenia.
Infine l'ultimo, quello "Adriatico", lungo 750 Km, che parte da Ferrara, prosegue sino a Rimini, segue la dorsale adriatica fino a Brindisi.
A questi itinerari vanno aggiunti alcune piste secondarie regionali, per altri 1.200 km.
Nel corso della conferenza stampa, a corredo della proposta di legge, è stato presentato un dossier illustrativo molto accurato sulla sua reale fattibilità nell'arco temporale dei prossimi 10 anni, a cura di Ambiter, Società di ingegneria ambientale - Parma.
(ANSA).

(fonte: federciclismo.it)

 

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