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Autore: Oggetto: Gigi Meroni, poesie e pittura calcistica.

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 01/12/2005 alle 12:06
Quando si vive male, fra i tanti pensieri che affliggono una mente che ha perduto gran parte della sua dinamicità, ci si rifugia nei ricordi, su quel passato che si vede come manna, ma che costituisce un limite quando si è incapaci di congiungerlo al presente, per il futuro. E’ grave fermarsi sul cuscino di quelle emozioni che han perduto la fiamma della vivibilità: sono solo fotogrammi che si sommano, per un’osservazione dove non si è protagonisti di nulla. Lì, si corre il rischio di vivere intrinsecamente un documentario senza sbocchi, un messaggio senza echeggi sull’intorno, un idioma scritto su un linguaggio che corre veloce per sublimarsi in un chiasma di cui son nascosti ed impercettibili i significati. Qui, si può morire, pur continuando a camminare fra la gente.
Un uomo come me, che ha perso tanti degli stimoli di un tempo, convive nella sua decadenza con la paura di entrare in quel buco chiasmatico, senza percepire se vi è già entrato o meno. Ecco il passato che sostituisce il presente, ecco l’incapacità di proporsi per le tenaglie del perduto, ecco la dipendente volontà di percorrere le strade del tempo col volto girato all’indietro. Non ci sono stimoli per gli istmi che si rivolgono avanti e se le voci che circondano quel lasso chiedono sport, l’andar al passato diventa la risposta di un bicchier d’acqua nel deserto….
In un luogo dove tutto è scrittura, si rilegge lo svolto e gli occhi ritornano a nuotare sulle lacrime…..
In questi giorni si ricorda un virtuoso tragico, George Best. Anche in Italia, poco prima dell’epopea d’oro del britannico, si consumò una tragedia che tolse all’osservatorio qualcosa di simile, improvvisamente e senza nessuna possibile anticipazione della razionalità. Due epigoni del tragico, ed una base comune nell’estro. Grandi differenze umane, ma sempre deliziosi i contenuti della loro arte.

Ecco qua Gigi Meroni.

Da un ritratto presente su “Segnali di fumo”…..


IL MIO RICORDO DI GIGI MERONI


Taciturno, geniale come pochi, antipatico per non dire malvisto ai giornalisti, ai quali si concedeva col contagocce, amante della vita e dell’arte. A suo modo intellettuale, prestato a quel mondo del calcio che a veloci passi, si avviava a farsi dominare dalle spuntate penne degli scarti di chi, perennemente, dovrebbe fare cultura, proprio perché proiettato su numerose letture.

Era un esempio di non conformismo che anticipava col suo semplice stile di vita, il prossimo arrivo di tempi maturi per un profondo cambiamento culturale, ma lo faceva ignaro, seguendo l’istinto delle persone che hanno qualcosa in più. Il suo giocare a calcio era poesia, perché impreziosiva la fantasia accarezzandola con la generosità e l’onestà, sue compagne siamesi su ogni manifestazione, o semplice allenamento. Su quel campo verde che lo adorava, perché pettinava l’erba con leggerezza, quasi a volerne rispettare gli idiomi, o, come una grande cornice su cui poteva liberare i contenuti di quel quadro che dipingeva convinto, come quando, nel silenzio della sua casa, impugnava il pennello ed apriva i colori.

Gigi Meroni, non si cercava, era.

Il personaggio detestabile per le penne di quei lontani anni della mia adolescenza, o per i confronti coi chiacchieroni ben poco virtuosi dell’odierno, si scolpiva veleggiando su chi ancora aveva spazi per sognare e sulle lenti di chi voleva vedere gesti tecnici perfetti.

Era un grande che portava negli anni sessanta, gli echi leggendari d’una maglia granata che, vent’anni prima, tanto aveva significato per l’Italia anche al di fuori del semplice pallone.
Erano i suoi capelli lunghi e la sua barba, coi vestiti che si disegnava e si faceva confezionare nella semplicità lontana dal lusso, per ricordare che anche un calciatore può essere se stesso, senza auto lussuose e discoteche, occhiolini ai fotografi e mance ai parrucchieri, false tenerezze a fanciulle vinte dal sogno d’unirsi alla fama e ai lustrini e, per questo, tanto disponibili a tutto.

Era un grande pure nell’amore, immergendosi sull’orizzonte di una storia bellissima con una donna sposata, indifferente agli insulti che gli piovevano perché i tempi di Coppi e della “Dama Bianca”, non avevano insegnato ancora molto a quegli italiani bacchettoni da una parte, e infedeli per spesso comune morfologia dall’altra.

Gigi, raccoglieva sensazioni ed emozioni e le proiettava come fili conduttori del suo modo originale di dipingere sulla tela, impressioni profonde, o schizzi di un’intrinseca voglia di vivere per quello che la natura ci ha dato.

Poi, una sera, come a scolpire il suo incontro col mito che non potrà mai essere azzerato o mortificato da un prosieguo, se ne andò giovane nel modo più paradossale e banale: fu investito da un auto mentre attraversava la strada all’uscita del ristorante dove aveva cenato. La nuvola grigia che sempre accompagna un ricordo dopo il chiarore del tratto di vita, s’è pian piano offuscata nel fulgido dei significati che, ignaro, Gigi Meroni, ci ha lasciati sia sul campo che nel quotidiano. Ed il suo roteare virtuoso e sempre silenzioso con quel calzettoni abbassati alle caviglie, si leva ancora nell’eco d’una immagine ricorrente in chi ha avuto la fortuna di aver provato a marcare quel suo estro inimitabile, o per quella generazione che, con lui, s’è identificata negli apogei calcistici e nelle passioni ad essi legate.




LUIGI MERONI CALCIATORE.


Era un’ala destra, uno di quelli che oggi chiamiamo giocatori di fascia. La differenza con l’odierno sta nel fatto che Gigi era dotato di estro e fantasia da vendere, doti che si concretizzavano spesso attraverso tunnel furtivi e veloci che lasciavano il marcatore sul posto e lui poteva così andare al cross, oppure stringere al centro per puntare direttamente al gol. Nel nostro campionato, che mi ricordi, solo Omar Sivori (per chi scrive il più grande giocatore della storia della Juventus), ha dato saggio di tunnel superiori a Meroni. Ricordo una partita contro il Bologna (perlomeno mi pare fosse la squadra rossoblu), dove Gigi scartò quattro giocatori e tre volte il suo marcatore, mettendo in mostra tutto il repertorio del dribbling, fatto di finte, controfinte e tunnel. Mal digeriva lo scontato, non tirava i rigori e sapeva fare gol “impossibili”. Oggi un giocatore come Meroni, con la sua fantasia pura, farebbe ammattire i teorici degli schemi, ma quello dei suoi tempi era un calcio più umano e chi non conosceva cosa volesse dire un passaggio all’indietro, riusciva a trovare posto in squadra, ad esaltarsi ed esaltare. Giocatore correttissimo, rispettava le regole e sapeva ubbidire agli allenatori. Due le squadre in cui ha militato: il Genoa e il Torino. Del sodalizio granata è stato un simbolo, ed è davvero doloroso constatare che la curva che lo vide stendardo, sia stata, qualche sabato fa, protagonista di una delle pagine più tristi della storia del calcio. Sono sicuro che se fosse stato in campo, Gigi Meroni, sarebbe uscito volontariamente, ed avrebbe per la prima volta cercato una telecamera ed un microfono per rilasciare dichiarazioni pesanti. Era troppo sincero e genuino per passar sopra facilmente ad un atto di quelle dimensioni.


GIGI MERONI


....Guardo

lo scorrere dei miei giorni

non sono nato per non fare

quel che mi piace

o che posso.

Sono sincero,

perché non vivo nella noia

e mentire è come ripetere

un ritornello sbiadito

che offuscherebbe pure me.

Gioco,

perché è un divertimento

che mi fa gridare il mio credere.

Dipingo,

per non scordare le emozioni.

Amo,

quel che mi spinge all’amore

senza ragionare su un sentimento

che è solo istinto.

Ho solo voglia di vivere

per ringraziare chi mi ha dato

questa intensa possibilità.

Non vorrei morire

senza aver prima vissuto.



Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2004

  postato il 01/12/2005 alle 12:28
... Meroni, Taccola, Curi, Fortunato, davvero assurdo è il destino talvolta....

...come assurdo è stato l'incrocio col destino del suo investitore, nonchè accanito tifoso...

.... il presidente granata, Attilio Romero....

 

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Giuseppe Matranga

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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Nov 2004

  postato il 01/12/2005 alle 12:31
E' terribile..Romero aveva la stanza piena di immagini di Meroni...il destino che decide per te è davvero bastardo!!!

 

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.--. ..- .--. .. .-.. .-.. .-
...- --- .-.. .- !!!!

LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3579
Registrato: May 2005

  postato il 01/12/2005 alle 12:42
Splendido il ritratto di Morris su Gigi Meroni, una delle più forti ali destre che abbiamo avuto nel nostro calcio da doopoguerra... forse addirittura la più forte, assieme a Brunetto Conti da Nettuno.

Purtroppo però a volte la vita riserba tragiche esperienze... e sa ancora più di beffa il destino di Meroni, investito (come ha giustamente fatto rilevare Peppe) da un suo grande tifoso che in seguito diventerà addirittura presidente della società Torino, Attilio Romero.

Anche i fiori appena sbocciati a volte rischiano di appassire...

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 01/12/2005 alle 16:35
Premetto che sono juventino ma ho sempre stimato e mai odiato il Torino,e ho visto parecchi video di questa squadra,dagli splendori degli anni 30 e 40 fino alle ultime soddisfazioni europee dei primi anni 90.Ebbene,Meroni era un calciatore da un tiro micidiale,non potentissimo ma di una precisione che pochi giocatori hanno avuto.La storia di Romero e Meroni,è un altra vicenda triste di questa sfortunata società che però secondo me ha la fortuna di avere un tifo vero e passionale,cosa che la Juventus non ha...

 

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Gabriele Pella
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 01/12/2005 alle 20:56
Era il 15 ottobre del 1967. Il Torino aveva battuto la Sampdoria per 4 reti a 2.
Appresi la notizia dalla radio la mattina successiva, prima di andare a scuola: mi sembrò impossibile che un calciatore, un giovane campione, potesse morire in un incidente così assurdo.
Il suo estro calcistico, il suo anticonformismo nella vita lo avevano già reso mitico.
A Genova era un idolo: quando venne ceduto al Torino, mancò poco che i tifosi inferociti mettessero a soqquadro la sede del Genoa e dovette intevenire la polizia per riportare la calma.
Un'icona degli anni 60,uno dei nostri ricordi in bianco e nero.
Un'immagine della sua vita sportiva non dimentico: i calzettoni abbassati.
Nando dalla Chiesa lo ha ricordato con un bel libro, qualche anno fa:
"Come un moderno Icaro era volato troppo in alto. e una sorte inclemente e indispettita ne aveva interrotto il volo" (da "La Farfalla granata).
Grazie , Morris.

 
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Moderatore




Posts: 21608
Registrato: Oct 2004

  postato il 01/12/2005 alle 20:59
Vi avviso, e ricordo, che il ritratto di Meroni - come quello di altri Grandissimi - è nel libro "Segnali di Fumo", scritto da Morris e cui è dedicato un thread in questo stesso Forum.

Sembra meriti... no?!

http://www.cicloweb.it/forum/viewthread.php?tid=2942

 

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Mario Casaldi - Cicloweb.it

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 04/12/2005 alle 11:31
Sono tante le morti premature di calciatori famosi, per diversi motivi. Onore a Meroni

 

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