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Autore: Oggetto: i grandi passisti

Livello Tour




Posts: 155
Registrato: Nov 2005

  postato il 16/11/2005 alle 16:10
Nel thread"una vita da gregario"janjanssen,che leggo sempre con piacere e di cui apprezzo la competenza,classifica tra i gregari o i super gregari campioni come Rudi Altig(96 vittorie)e Hermann Van Springel(137 vittorie)e personaggi come Joseph Bruyere(31 vittorie) e Roger Swerts(72 vittorie);
caro janjanssen,non sono per niente d'accordo,si tratta di campioni veri,i palmares parlano chiaro e,anche se i suddetti atleti hanno lavorato per altri capitani,sono più prestigiosi di quelli di molti campioncini o presunti tali che godono di eccessivo credito solo perchè scalatori o velocisti,forse per una sudditanza psicologica a seguito delle recenti imprese di Pantani e Cipollini,mentre è da un pò di tempo che non si parla dei passisti,gli uomini dei rapportoni e dei padelloni,quasi come se andare forte in pianura non sia politically correct,si esalta lo scattino in salita a 2 chilometri dall'arrivo o la vittoria in volata col famoso treno dimenticando che la storia del ciclismo è stata fatta anche dai grandi passisti,a partire dalla "locomotiva umana"Learco Guerra,campione del mondo a cronometro ma vincitore al giro e protagonista al tour,al fenomeno Coppi,dominatore dello Stelvio e dell'Izoard ma primattista dell'ora,fortissimo a cronometro e campione mondiale dell'inseguimento,ai grandi Anquetil,Koblet,Baldini,Francesco Moser,Indurain,che hanno vinto tutto,grandi giri,classiche monumento, campionati mondiali e olimpiadi su strada e mondiali dell'iseguimento,senza trascurare passisti della forza di Antonio Bevilacqua(vincitore di una Paris-Roubaix,2 mondiali inseguimento,11 tappe al giro),Wim Van Est(Giro delle Fiandre,3 tappe tour,1 tappa giro),Peter Post(Paris-Roubaix a media record),Jelle Nijdam(Amstel,6 tappe tour,1 tappa vuelta)protagonisti su strada e su pista,fino ai quasi contemporanei Ludwig,Tchmil e Tafi che ritengo siano stati spesso sottovalutati dalla critica e dall'ambiente.
Principali vittorie:
Rudi Altig:Campionato mondiale su strada,2 mondiali inseguimento,Vuelta,Giro delle Fiandre,Milano-Sanremo,8 tappe tour,4 tappe giro,6 tappe vuelta;
Joseph Bruyere:2 Liegi-Bastogne-Liegi,3 HetVolk,1 tappa tour,1 tappa giro;
Roger Swerts:1 Campionato Zurigo,1 Gand-Vewelgem,2 tappe giro,5 tappe vuelta,1 campionato belga;
Hermann Van Springel:Giro di Lombardia,1 Paris-Tours,1 Gand-Vewelgem,1 Campionato di Zurigo,7 Bordeaux-Paris,1 Trofeo Pernod,5 tappe tour,1 campionato belga,2°posto al tour e al giro;

 
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Livello Marco Pantani




Posts: 1446
Registrato: Oct 2004

  postato il 16/11/2005 alle 16:32
Uno dei più grandi passisti di tutti i tempi che andava piano in salita è stato Fiorenzo Magni ( e non era un fenomeno a cronometro).
 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 1635
Registrato: Apr 2005

  postato il 16/11/2005 alle 20:09
Caro Wing, ho letto con grande interesse il topic che hai proposto. Apprezzo senza dubbio alcune cose che hai scritto. Fra l'altro in me i grandi passisti hanno sempre esercitato un fascino particolare.
Le gare a cronometro, da ragazzo, mi facevano impazzire.
Vorrei però giustificare alcune mie affermazioni fatte nel topic relativo ai gregari.
In particolare Rudy Altig, H.V.Springel, R.Swerts e J.Bruyere.
Altig. Effettivamente siamo di fronte ad un campione, con un palmares di prim'ordine. Per me uno dei tedeschi più forti di sempre. Ullrich, Altig, Thurau, Zabel, Ludwig, Junkermann, Wolphsholl, Braun, Golz, Ampler, Peffghen, Tshan, Boelke, Renz, Kemper.....così, a memoria, quindi in modo impreciso, metterei in fila i corridori tedeschi dal dopoguerra. Altig non ha mai fatto volentieri il capitano, correndo da "luogotenente" con libertà in determinate corse prima di Anquetil, poi di Merckx, poi di Gimondi. Solo l'ulòtimissima pasrte della carriera, (70 e 71) ha corso senza grandi risultati da capitano nella Zimba (mi pare....). Lui si definiva con modestia gregario. Aveva le stimmate del campionesenz'altro. Un episodio mi è rimasto impresso di Altig. Nel 62 portò letteralmente alla vittoria Anquetil al Baracchi con l'asso normanno a rimorchio letteralmente negli ultimi 15 km. Forte , resistente il tedesco di ferro. Cronomen di classe con abilità in pista fuori dell'ordinario, (ha vinto molte sei giorni, 2 volte campione mondiale dell'inseguimento...) fece vincere a Jacquot la corsa a cronometro che più di ogni altra ha fatto penare il grande normanno. L'ho messo fra i gregari solo appunto perchè lui si definiva così.
Van Springel. E' l'inserimento più forzato. Da gregario (molto ben pagato) ha corso un biennio, il 71 ed il 72, alla corte del cannibale. Contribuì alla mitica rappa di marsiglia del tour, con l'intera molteni in fuga alla partenza per stroncare Ocana reduce dalla cavalcata di Orcieres Merlette. Con simili campioni, Merckx poteva permettersi, in pianura, di stroncare gli scalatori con ritmi folli e con la sua supersquadra, di andare in fuga IN PARTENZA e starci con tutta la squadra per 251 km. Ocana si salvò a sua volta con una impresa. Armani vinse la tappa in volata sull'instancabile cannibale.
Il resto della carriera Hermann fu capitano, mostrando a volte una emotività che gli ha fatto perdere un tour all'ultima tappa a cronometro, contro Jan Janssen (V.Springel era un fior di cronoman...e con lui il terzo Bracke...) ed un giro a vantaggio di G.Pettersson. In effetti però metterlo gregario è stata una forzatura. Ma la Molteni del 71....era una corazzata incredibile e Luis Ocana era riuscito a farla saltare.
Joseph Bruyere. Ha svolto tutta la sua carriera al servizio di Eddy Merckx. Da grandissimo gregario. Era anche lui nella folle tappa di Marsiglia. Ripeto, che squadrone la Molteni. Vinse due LBL una del 76, in epoca della crisi definitiva di Eddy, e nel 78, dopo il ritiro di Eddy. Questo dimostra solo la forza eccezionale delle squadre di Eddy, inarrivabile campione, servito da campioni travestiti da gregario. Non so dire cosa avrebbe potuto ottenere nelle gare di un giorno Joseph se non si fosse dedicato a Merckx....
Roger Swerts. Ha fatto il gregario di Merckx dal 68 al 73. In tutto e per tutto. cronomen eccellente, soprattutto nelle cronometro brevi-medie, poteva insidiare il suo capitano, come accadde nel 72, dove battè Merckx al giro a cronometro. Era anche lui in quella pazza fuga di Marsiglia e nel suo palmares ci sta un GP delle nazioni...a dimostrazione dell'amore per il tic-tac di Roger. Ha effettivamente corso per due anni (74 e 75) da capitano all'Ijsboerke, con 20 vittorie, fra le quali un giro del Belgio ed un campionato belga su strada. Un vero campione , certo, ma che scelse per la gran parte della carriera di fare, assolutamente ben pagato, il coequipier del cannibale. Ripeto...con V.Springel, Bruyere, Swerts e gli altri a tirare per lui, vincere anche per il fortissimo cannibale era meno difficile. Wagtmans stesso era un corridore dalle potenzialità eccellenti...Un vero squadrone. Ma vedi anche Poggiali era certamente un gregario, e molto forte, ha nel suo palmares un giro di svizzera, un giro del Lazio, ed una famosa freccia vallona vinta battendo allo sprint il debuttante Gimondi, che dopo un paio di anni lo volle come gregario personale....e Mugnaini, gregario di Bitossi, vinse diverse tappe al giro d0'Italia, al giro di svizzera con piazzamenti nei 5 in giro e Tour....insomma essere gregari non era poi così penalizzante dal punto di vista del palmares come potrebbe sembrare, anzi, molti gregari erano semicampioni spesso piazzati in grandi corse in linea ed a tappe , che dedicandosi ad un capitano vincente guadagnavano di più....
Non voglio poi straromperti ed uscire dall'interessantissimo topic....
a fianco dei grandi che hai citato, mi vengono in mente altri grandi passisti , di cui mi piacerebbe parlare e rivisitare la carrira assieme a te ad agli altri utenti. Mi fermo ad un certo punto, per non mescolare i discorsi coi passistoni da doping ematico e ormonale. Per non cadere nei discorsi, giusti, ma spesso fatti.
Grandi passisti...Roger Riviere.... Brankart, Bracke, Ritter, Knudsen, Segersall, Schuyten, Oosterbosch, Dirk Baert, De Meyer, Forestier, Impanis, Breukink, il padre di Jelle Nijdam, Gisiger, Braun, Piasecki, Fornara, Faggin, De Bruyne, Forè, Pollentier, Thurau, Sels......così, a memoria, con caratteristiche diverse, specialisti del cronometro, del pavè, della classiche franco belghe....corridori poco conosciuti, soprattutto fra i giovani.
Poi ci sono i Coppi e Merckx della pista...Sercu, Post, Kemper, Peffghen, Timoner, De Loof, Teruzzi, Messina, Faggin, Altig, Stam, Porter, Groen, Maspes........un ciclismo ingiustamente scordato e negletto. Sport eccezionale, quello delle due ruote. Pieno di tutto. Oggi si è impoverito di campioni, di teatri, di specialità.
ciao!

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3270
Registrato: Jul 2005

  postato il 16/11/2005 alle 20:12
Un altro grande passista è Simoni... si proprio lui!
Perchè ogni volta che era la vigilia del tour lui passava..
ah ah ah...

 

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Il procuratore aggiunto di Catania Renato Papa: Nel 2003 è stato abrogato un comma della legge che permetteva l'arresto dei diffidati recidivi, e di chi non si presentava alla firma. E questo è stato un grave gesto di debolezza.
Uno nessuno centomila! Un libro di Pirandello? No! I castelli di Kessler secondo Bulba...
All'ombra del cavaliere oscuro (la biografia di G. Fini)
La regola del fallo di mani nel calcio? Superata, oramai si gioca con 11 portieri come la lotteria istantanea - ponzi ponzi po po po
Baci riddler/Massimo

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 17/11/2005 alle 01:24
....e,anche se i suddetti atleti hanno lavorato per altri capitani,sono più prestigiosi di quelli di molti campioncini o presunti tali che godono di eccessivo credito solo perchè scalatori o velocisti,forse per una sudditanza psicologica a seguito delle recenti imprese di Pantani e Cipollini,mentre è da un pò di tempo che non si parla dei passisti,gli uomini dei rapportoni e dei padelloni,quasi come se andare forte in pianura non sia politically correct,si esalta lo scattino in salita a 2 chilometri dall'arrivo o la vittoria in volata col famoso treno dimenticando che la storia del ciclismo è stata fatta anche dai grandi passisti,a partire dalla "locomotiva umana"Learco Guerra,campione del mondo a cronometro ma vincitore al giro e protagonista al tour,al fenomeno Coppi,dominatore dello Stelvio e dell'Izoard ma primattista dell'ora,fortissimo a cronometro e campione mondiale


La storia non ha mai preso a schiaffi i passisti, anzi. Se oggi ci si esalta per gli scattini a due chilometri dalla cima di un colle, o per una volata con relativo treno, è soprattutto perchè la trasformazione, solo in parte dettata dalla normale evuluzione atletica e tecnica, ha reso il patrimonio ciclistico pieno zeppo di passisti. Attenzione però, passisti sì, ma grandi pochi, pochissimi. Una mediocrità al rialzo, ma niente a che vedere con gli Anquetil, i Baldini ecc. E niente da spartire con dei giganti dimenticati e sconosciuti ai più, come Peter Post.
Certo, i Van Springel, gli Altig and company, erano dei campioni tanto più grandi di qualche collezionista odierno, ma non è dispregiativo collocare una fetta consistente della loro carriera, sul tavolo del gregariato, perchè nei fatti lo furono veramente. Ed è vero che fino ad un quarto di secolo fa, con un numero di corse decisamente inferiore, le squadre (anch'esse in quantità inferiore all'odierno) contenevano nel loro seno, uno o due capitani, a cui venivano destinati l'80-90% degli obiettivi. In questo quadro autentici campioni erano frenati a monte. Ciononostante molti sono riusciti ad emergere ugualmente. Pensiamo ad un Edward Sels, quante corse avrebbe potuto vincere se si fosse liberato prima dal laccio dell'Imperatore di Herentals? Tante! Era resistente, forte sul passo, molto veloce, tagliato su misura per le classiche....
E' un tema appassionante, su cui si potrebbe scrivere un libro enorme, ma alla base resta l'interrogativo più cupo, per altro comune a tutti gli sport: quanto ha inciso nell'evoluzione e nelle odierne considerazioni, l'arrivo di motori di scorta portati da preparatori votati alla chimica, più che alla tecnica e alla dottrina pura dell'allenamento?

A tal proposito, domani posterò un thread a "sfondo pista", nato da un flop gigantesco di queste settimane, passato inosservato o quasi, ma significativo sui "garun"... spesso superiori dei corridori di un tempo....

Cari saluti a tutti.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 17/11/2005 alle 08:13
Attenzione! Noi tutti abbiamo la tendenza a far coincidere il passista con il cronometrista.
Non è sempre così.
Ci sono stati grandi passisti che non sono stati grandi cronometristi anche se non erano fermi a cronometro.
Magni è uno degli esempi più eclatanti.
Lo stesso Francesco Moser era un passista formidabile ed un ottimo cronometrista sulle distanze brevi mentre sulle cronometro lunghe aveva qualche problema.
Mi piacerebbe che provassimo a scoprire quale sottile differenza passa tra un passista ed un cronometrista.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/11/2005 alle 10:01
Originariamente inviato da ciclgian

Attenzione! Noi tutti abbiamo la tendenza a far coincidere il passista con il cronometrista.
Non è sempre così.
Ci sono stati grandi passisti che non sono stati grandi cronometristi anche se non erano fermi a cronometro.
Magni è uno degli esempi più eclatanti.
Lo stesso Francesco Moser era un passista formidabile ed un ottimo cronometrista sulle distanze brevi mentre sulle cronometro lunghe aveva qualche problema.
Mi piacerebbe che provassimo a scoprire quale sottile differenza passa tra un passista ed un cronometrista.


altro esempio di grande passista non cronometrista è stato Ballerini.

Non sono d'accordo su Moser: se avesse avuto problemi sulle lunghe cronometro non avrebbe mai fatto il record dell'ora; certo le brevi distanze, per un inseguitore come lui, erano una manna.

L'andar forte a cronometro, per un grande passista, credo sia soprattutto un fatto di concentrazione mentale: parlando con Leonardo Giordani, grandissimo passista tra i dilettanti che non è mai andato forte a cronometro, mi spiegava che lui non riesce a rimanere concentrato a lungo sulla pedalata nelle crono e questo non gli permette di esprimersi al massimo nelle corse contro il tempo (ma non sono sicuro di aver capito bene quello che mi disse).

L'esempio classico è proprio quello di Fiorenzo Magni: grandissimo passista nelle corse in linea (non aveva nulla di invidiare a Coppi in pianura), fortissimo nelle cronocoppie, buonino nelle cronometro perchè aveva problemi a concentrarsi quando correva da solo.

 
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Livello Tour




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  postato il 17/11/2005 alle 11:19
Condivido pienamente il dubbio di Morris legato alla comparsa di motori di scorta su base chimica,infatti a partire dalla seconda metà degli anni 70 non ho più aggiornato il mio database relativo alle classiche a cronometro(alcune delle quali poi non più disputate)quali GP delle Nazioni,GP Castrocaro,GP Cynar,Trofeo Baracchi,ecc,da quando ho visto succedere ai grandi negli albi d'oro(Coppi,Baldini,Anquetil,Gimondi,Bracke,Altig,Van Springel,Merckx,ecc)i vari Maertens,De Las Cuevas,Kelly,Rominger,ecc
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/11/2005 alle 11:31
Molto interessante il 3d di Wing, anche per gli ottimi (come sempre) interventi di Jan e Morris.
A me piacciono molto i passiti per quel senso di eleganza e forza che esprimono nella loro pedalata.
In passato ho criticato la posizione di Morris che considera i passisti come naturalmente più "adatti" al doping a differenza degli scalatori e
nutro ancora dei grossi dubbi a proposito, non foss'altro per il gran numero di scalatori "pizzicati".

Il miglior passista che ho visto correre è sicuramente Miguel Indurain, anche se il navarro andrebbe catalogato come passista-scalatore-cronoman.
Il suo numero al Tour del '95 nella tappa con arrivo al Liegi portandosi a rimorchio Bruyneel è stata l'apoteosi del passista.
Ho letto in una intervista a Perini (mi sembra) che in un Tour Hinault, stanco dei continui scatti in testa al gruppo durante una tappa di pianura, si fosse messo a spingere ad una trentina di metri davanti al gruppo per svariati Km senza venire ripreso fino a quando, contento della lezione impartita, aveva smesso di tirare. Vi ricordate quando è successo?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 17/11/2005 alle 11:40
Originariamente inviato da Ottavio

Ho letto in una intervista a Perini (mi sembra) che in un Tour Hinault, stanco dei continui scatti in testa al gruppo durante una tappa di pianura, si fosse messo a spingere ad una trentina di metri davanti al gruppo per svariati Km senza venire ripreso fino a quando, contento della lezione impartita, aveva smesso di tirare. Vi ricordate quando è successo?


non sono sicuro che si tratti dello stesso episodio, ma una cosa simile l'ho letta a proposito del Giro del Delfinato 1981 quando, stanco dei continui attacchi che gli venivano portati, decise di essere lui ad attaccare tutti i giorni in prima persona e vinse 4 tappe di fila (oltre alla classifica finale)

 
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Livello Federico Bahamontes




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Registrato: Oct 2005

  postato il 17/11/2005 alle 14:19
Non dimentichiamoci di Tafi e di come sapeva spingere il rapportone con la schiena perfettamente parallela al terreno e le mani sulla parte alta del manubrio
 
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Livello Miguel Poblet




Posts: 530
Registrato: Oct 2004

  postato il 17/11/2005 alle 14:53
Originariamente inviato da Morris

.... Pensiamo ad un Edward Sels, quante corse avrebbe potuto vincere se si fosse liberato prima dal laccio dell'Imperatore di Herentals? Tante! Era resistente, forte sul passo, molto veloce, tagliato su misura per le classiche....


Grande Morris, permettimi di non essere del tutto d'accordo sulla tua tesi. Sels era un campione, su questo non c'è dubbio, ma lo era diventato anche perché allievo del grande Rik Van Looy e "seconda punta" della Solo Superia. Tanto che a 26 anni era stato due volte campione del Belgio ed aveva vinto due classiche come Giro delle Fiandre e Parigi Bruxelles, oltre a varie tappe al Tour. Si avviava quindi a succedere a Van Looy che lo aveva scelto come suo erede. Negli stessi anni emerse anche Merckx, che nel giro di poco divenne di prepotenza il nuovo dominatore del ciclismo mondiale. Morale della favola: nello sport come nella vita, il tuo erede non è quello che scegli, ma colui che prende il tuo posto.

Quanto a Sels, vinse forse meno di quanto avrebbe potuto nel 1964-65, ma per il periodo successivo - pur correndo in una squadra diversa da quella di Van Looy - fu oscurato vari Goodefrot Reybrouk ed altri che lo chiusero nelle classiche.
con stima immutata

 
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