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Autore: Oggetto: Frasi significative....

Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/10/2005 alle 20:03
In questo giorni mi sto dicumentando per la tesina che dovrò presentare alla prova orale dell'esame di stato....leggendo il libro scritto da Leo Turrini dedicato a Bartali, mi sono imbattuta in una bellissima frase pronunciata dal meccanico di Bartali, proprio colui che lo mise in sella...

"Caro Bartalino, sai cosa c'è di bello nel ciclismo?Che se uno va forte non contano le origini, la nobiltà, la ricchezza, i soldi.Il ciclismo è il vero sport di noi proletari, perchè in bicicletta c'è giustizia."

che dire, proprio in questa era di licenze protour, circuiti ristretti alle sole squadre con un certo budget questa frase fa pensare...almeno mi fa pensare molto....

 

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"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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  postato il 06/10/2005 alle 22:07
su questo concordo con te, i propositi dei pro tour erano sicuramente buoni: difendere la storia del ciclismo garantendo alle classiche monumento il miglior ordine di partenza possibile.
purtroppo i risultati sono stati diversi, come si è visto al giro di quest'anno, molte squadre erano presenti solo x onore di firma in quanto "obbligate" mentre squadre che avrebbero potuto ben meritare sono rimaste tagliate fuori.
difficiel trovare un giusto equilibrio, speriamo che i nuovi vertici dell'uci riescano a raggiungere gli obiettivi prefissi, tutelando la storia e non il budget.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 16:20
Violetta sono curioso quale è il titolo della tua tesi?
 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:04
"il ciclismo, legame sociale nell'Italia del dopoguerra"

spero di aver soddisfatto la tua curiosità

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:11
Originariamente inviato da violetta

"il ciclismo, legame sociale nell'Italia del dopoguerra"

spero di aver soddisfatto la tua curiosità


Sono solo domande a viola. Nulla di personale e nulla di politico.
Tra parentesi il fascismo era stato sconfitto e c'erano solo
i monarchici, i democristiani e i comunisti più qualche partitino.

Viola ma tu credi che la rivoluzione sia stata sventata da bartali?
Credi che i comunisti si siano fermati per vedere bartali?

Non ammazzatemi. Viola mi bastano anche dei no o dei si.
Grazie ed in culo alla balena.
Mauro

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:17
ma tranquillo non mi da assolutamente fastidio rispondere a delle domande.

La mia tesina partirà dal fatto che il ciclismo è da sempre visto come un fondante sociale fra persone, fra studenti e professori, fra muratori e dirigenti di alte società, fra giovani e meno giovani, non metterò dentro ne Bartali ne Coppi, ne il fascismo ne il comunismo, la mia sarà una tesina di impianto sociologico, nn c'entreranno ideologie politiche.

Certo è che nessuno può smentire che l'arrivo d una tappa sia lo specchio d ciò che ho scritto nelle primissime righe della risposta...una moltitudine di persone, di tutte le età di tutte e estrazioni sociali.

Sarà "il ciclismo" l'argomento su cui si fonderanno tutti gli altri colegamenti, dalla fisica, alla storia, alla biologia, alle tre lingue straniere chesto studiando, alla filosofia.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:19
comunque no, assolutamente no non è stato Bartali a far cessare i conflitti, ma ciò che vedo io se riguardo e rileggo le pagine eroiche del ciclismo di quei tempi, è che il ciclismo, nella figura del Bartali , è ruscito a far dimenticare alle persone anche solo per qualche minuto, veloce come il passaggio di un tour o un Giro,quanto fossero tormentati quegli anni.

Viola

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:22
Anche se non mi hai risp alle mie domande (dai bastavano 2 monosillabe), sono felice che ci sia
qualcuno/na che decide di studiare e descrivere l'impatto sociale del ciclismo.
Rinnovo il mio "in culo alla Balena".

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:26
comunque stress ti ho risposto...prova a rileggere la seconda risposta...c'è tutto anche se condensato in una sola lunga risposta discorsiva...

Grazie mille per l'incoraggiamento!

 

[Modificato il 07/10/2005 alle 17:34 by violetta]

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Livello Sean Kelly




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  postato il 07/10/2005 alle 17:31
Originariamente inviato da violetta

Il ciclismo è il vero sport di noi proletari, perchè in bicicletta c'è giustizia."



Purtroppo non è sempre vero, ma la frase, effettivamente, è molto bella!!!!

Complimenti Violetta, certo è una tesi che si potrebbe collegare con un numero vastissimo di argomenti, situazioni e avvenimenti correlati!

Per Stress, se posso rispondere io alle tue domande, azzarderei un doppio sì. (tiene presente il basso livello culturale di gran parte della popolazione di allora...cioè valeva secondo me l'equazione MOLTA MISERIA=MOLTA IGNORANZA...questo, sia detto chiaramente, da parte di tutte le fazioni in campo in quel periodo :cool

Ciao a tutti.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:32
Originariamente inviato da violetta

comunque stress ti ho risposto...prova a rileggere la seconda risposta...c'è tutto anche se condensato in una sola lunga risposta discorsiva...

Grazie milla per l'incoraggiamento!

Chiedo scusa, ma mentre tu scrivevi la secondarisposta, io scrivevio la mia.
Grazie

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:33
comunque si, ha moltissimi argomenti da correlare, ma dovrò tagliare il più possibile, il tempo del colloquio no sarebbe sufficiente...purtroppo...

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 07/10/2005 alle 17:46
L'ho letto anch'io il libro di Turrini e mi pare che anche lui lasci il quesito un po' in sospeso. La mia idea è sempre stata che il pci senza la guida di Togliatti si sarebbe trovato in forte difetto di iniziativa perchè anche all'interno della sua classe dirigente vi erano profonde divisioni tra coloro che erano sulla linea togliattiana e l'ala insurrezionalista, di minoranza. Non dimenticate che Togliatti veniva chiamato 'il Migliore' con la maiuscola, un po' come il 'Piccolo Padre' o come il 'Lider Maximo', nella tradizione dei partiti comunisti. Ma ugualmente un indiscutibile merito va ascritto alle imprese di Bartali: ha contribuito grandemente, e questo è ampiamente accertato, alla sdrammatizazzione di quegli eventi. Non vi era la televisione a quei tempi e la gente si ritrovava nei bar a commentare le sue imprese basandosi sulla lettura di articoli di giornale redatti da giornalisti-scrittori dal grande potere immaginifico. Una cosa era ascoltare alla radio o leggere sui giornali di vette inviolabili conquistate nella tormenta dal nostro eroe che schiantava la resistenza di altri irriducibili giganti della strada e una cosa è guardare il ciclismo oggi alla tv che tutto appiattisce. Ci si può immaginare quali sogni passavano per la testa dei giovani di allora, che probabilmente non avevano mai visto quelle montagne e per i quali la Francia era un paese lontano.
Bella la tua tesina.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 17:51
è appunto questo che io vorrei sottolineare nella mia tesina, non c'è nulla di ideologico, assolutamente non c'entra, l'unico mio intentoè quello di far capire, anche ai miei prof,quanto uno sport come il ciclismo, sia stato fondamentale, nella testa della gente, a sgomberare tutti i pensieri che gravavano durante i duri anni della guerra e dell'immediato dpoguerra.
spero con tutto il cuore di riuscirci...sarebbe un grande obiettivo per me!

Grazie comunque

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 07/10/2005 alle 18:17
Infatti, volevo dire tutt'altro, a supporto della tua tesi.

Pensa che il mio nickname (prof) è quello che mi fu affibbiato dai miei compagni di squadra all'epoca in cui cominciai a correre: ero infatti l'unico che era iscritto ad una scuola ed avevamo solo 15 anni: tutti gli altri lavoravano di già, per lo più come garzoni ed apprendisti. Ero 'prof' solo perchè avevo un qualche grado di istruzione più di loro. Continuai fino alla laurea e... ma questo non interessa.
Era uno sport praticato solo da ragazzi che fin da giovani già conoscevano le asprezze della vita, tanto che per i miei successivi compagni di liceo e di università io avevo uno status inferiore, rispetto a loro che praticavano sport più 'nobili'. Anche per le ragazze non era molto attraente uscire con uno che correva in bicicletta: andavano di più i calciatori, i nuotatori. Pensa che in tutta la mia città eravamo in tutto poche decine a praticare il ciclismo ai vari livelli. Grande scuola era il ciclismo...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 18:24
grazie comunque "prof"!!!!!!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 18:34
Violetta, titolo bello ed impegnativo! In bocca al lupo!
Dopo la discussione della tesi hai intenzione di pubblicarla, magari nel tuo blog? Facci sapere.
Quanto alla affermazione del meccanico di Bartali "il ciclismo è lo sport dei proletari perché vi è giustizia", mi sembra un'pò fuorviante.
Effettivamente, il ciclismo ai suoi albori (non nel periodo pionieristico quando era un passatempo per pochi ricchi stravaganti) era praticato quasi esclusivaemnte da muratori, operai, garzoni ecc, ed anche successivamente le cose non sono molto cambiate. Ma quanto alla giustizia avrei molto da ridire.
Infatti non c'è niente di può inguisto dello sport, dove chi è dotato dalla natura di mezzi migliori ha molte più possibilità di vittoria rispetto ad un corridore meno dotato anche se grande lavoratore. E' dunque un aspetto decisamente aristocratco e dunque ontologicamente ingiusto.
Certo lo sport è latore dei concetti di sacrificio, fatica, coraggio, ma questo non toglie che Coppi abbia vinto più di Malabrocca perché così ha voluto la natura.
Portando agli estremi il mio (sconclusionato) ragionamento il doping sarebbe un'arma di democrazia, la vera rivoluzione che porta all'abbattimento del sistema aristocratico dello sport!
In ogni caso è curiosa questa dicotomia dello sport, "proletario" quanto ad estrazione sociale e "aristocratico" quanto alla gerarchia dei praticanti.

Per rispondere a Stress: ovviamente non fu Bartali a fermare la rivoluzione. Primo perché la rivoluzione non era iniziata e secondo perché fu lo stesso Togliatti (di cui si può dire tutto il male possibile, ma non che non fosse realista) a bloccare ogni azione violenta. Il segretario del PCI era ben conscio che l'Italia ormai faceva parte del blocco occidentale e stava maturando l'idea, poi fondamento dell'azione del PCI fino agli anni '70, della crezione di un sistema comunista in Italia a seguito della vittoria democratica alle elezioni.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/10/2005 alle 19:50
Grazie Ottavio, probabilmente si la pubblicherò in seguito nel mo blog, ma non prima di aver ultimato un altro impegno scritto su un ciclista delle mie zone, anche questo mi porterà via pareccio tempo.Vi farò sapere comunque...

 

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  postato il 07/10/2005 alle 23:19
Originariamente inviato da violetta
Sarà "il ciclismo" l'argomento su cui si fonderanno tutti gli altri colegamenti, dalla fisica, alla storia, alla biologia, alle tre lingue straniere chesto studiando, alla filosofia.


Bellissimo!
Come tu dici troppo poco il tempo del colloquio per poter approfondire,
perche` in seguito non riprendi il progetto in mano e lo fai diventare
un libro ? Io prenoto gia` una copia ( se me l'autografi )

Piccolo contributo (uff lo so dico sempre le stesse cose):
a differenza dell`altro sport "di massa", il calcio, il ciclismo
ha sempre stimolato sentimenti di solidarieta` ed amicizia che,
specie in quei tempi bui, tiravano su gli animi a tutti:
tecnicamente non c`erano perdenti, umanamente era (ed e`) una
gran festa di strada, un`occasione per stare insieme condividendo
il poco a disposizione.

 

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"Non esistono montagne impossibili, esistono uomini che non sono capaci di salirle", Cesare Maestri

"Non chiederci la parola che mondi possa aprirti, si` qualche storta sillaba e secca come un ramo...
codesto solo oggi possiamo dirti: cio` che non siamo, cio` che non vogliamo.", Eugenio Montale.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/10/2005 alle 14:52
la voglia di farlo diventare un libro c'è, ed è anche tanta, ma prima, devo ultimare un altro progetto, che probabilmente posticiperà la creazione da tesina a libro di questo tema, è certo che i vostri incoraggiamenti fanno crescere in me la convinzione e la voglia di provarci.

 

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