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Autore: Oggetto: Dilettanti. Colpa dei ds? Dei corridori? Di chi?

Livello Gino Bartali




Posts: 1332
Registrato: Mar 2005

  postato il 08/09/2005 alle 17:35
Vi volevo proporre un mio articolo dello scorso anno ma, purtroppo, attuale.

La stagione sta volgendo al termine e quando oramai mancano poche gare alla fine di questa annata sono necessarie alcune considerazioni su quello che è un movimento che, sotto certi aspetti, tutto il mondo ci invidia.
Solo sotto certi aspetti, però. Da un paio d’anni a questa parte assistendo alle tantissime gare che si svolgono su tutto il territorio nazionale si può rimanere colpiti da un fatto a dir poco increscioso. Cosa accade? Semplice: alla gara X che si corre da oltre 50 anni a Y, piccolo paese di provincia in cui la “corsa” richiede un anno di lavoro da parte degli organizzatori (personaggi che nella maggior parte dei casi hanno allestito anche la prima edizione) risultano iscritti 170 corridori. Un successo che si palpa entrando nel Bar Sport di Y dove dal pensionato, al dentista, al postino si pavoneggiano per una tale partecipazione. “La nostra si che è una Corsa, c’è anche il vincitore della settimana scorsa a Z, a tre chilometri da qui”. Tutti sono profondi conoscitori di questo movimento, si fanno pronostici (vince il 12, no il 34, anzi il 123, in queste gare i corridori non hanno nome), si improvvisano dibattiti, processi. Il ciclismo dei paesi è soprattutto questo. Si vive un anno intero aspettando la “corsa”, l’evento clou della Fiera del Santo Patrono.
Arriviamo a pochi minuti dal via e come una doccia fredda arriva la comunicazione dei partenti: 100 dei 170 iscritti. Oltre il 40% in meno! Addirittura non si presentano al via intere squadre. E al Bar Sport si scatenano le polemiche. Perché accade questo? Si parla tanto di ciclismo di alti livelli, di ciclismo dilettantistico che vive grazie alla passione di tecnici e direttori sportivi, i veri benefattori di questo sport; talmente benefattori che preferiscono disertare una gara per tre euro in più di ingaggio o perché all’altra corsa ci sono solo 43 corridori iscritti e le possibilità di vittoria sarebbero maggiori. Il povero organizzatore ha il morale sotto i tacchi e al Bar Sport il filosofo delle due ruote, quel personaggio romantico che nel 1930 andava a lavorare a Milano in bicicletta alle tre di notte e che vinse una gara di 190 chilometri raggiungendo la partenza a bordo di un camion di maiali, sentenzia: “La corsa la fanno i corridori!”. Un inciso: 100 partenti sono di tutto rispetto, intendiamoci, qualche defezione ci sta ma oltre al 40% no! Via, si parte. Tutto dimenticato. La musica dell’autoscontro a fianco del rettilineo d’arrivo inganna l’attesa, solo il profumo dei bomboloni fa ingrassare, il vigile del paesino, in alta uniforme per l’occasione dell’anno, è in uno stato apparente di trance per mantenere l’ordine e non riconoscerebbe nemmeno quella ragazza con cui filava 20 anni prima. Arriva la “Corsa”; primo giro (in genere poco più di una decina di chilometri), 48 chilometri orari di media ed ecco la prima fuga. “Sono in dodici con 15” di vantaggio” annuncia un improvvisato speaker, generalmente il “Filini” del paese. Al Bar Sport il dibattito si accende e l’organizzatore sorride. Secondo giro: “Ancora 12 al comando con 1’ di vantaggio!” Ci si avvicina al trentesimo chilometro. Un minuto e mezzo, due minuti al trentacinquesimo chilometro. Il Bar Sport si trasforma in un’aula universitaria delle due ruote; “Fanno la corsa dura”, “Li fanno cuocere”, “Li prendono quando vogliono”. Nuovo passaggio al quarantesimo chilometro: tre minuti il ritardo del gruppo, poco dopo il vantaggio sale in maniera esponenziale, quattro minuti. Sul rettilineo cala il silenzio, solo la musica dell’autoscontro da una certa allegria, anche gli accademici del Bar Sport diventano cupi fino a quando arriva la notizia: “Per problemi di viabilità e, visto il ritardo, il gruppo viene fermato; rimangono in gara dodici corridori”. Il povero organizzatore si metterebbe a piangere, si ferma anche la musica dell’autoscontro. Un’atmosfera irreale, al Bar Sport piomba un silenzio di tomba prima che tutti abbandonino la “cattedra” per essersi ricordati di un improvviso impegno. Nel frattempo la gara prosegue, tra i dodici due accusano la fatica e concludono la gara in dieci. In paese iniziano i commenti, la signora della merceria si chiede se valga la pena dare quei 20 euro per la Corsa che vede solo dieci corridori al traguardo, il sindaco mette in dubbio se era necessario togliere 100 euro di contributo al circolo filatelico a favore della gara e il povero organizzatore, che da un mese vive su un altro pianeta per allestire la corsa con pesanti minacce di divorzio, incassa senza fiatare ma con un magone simile a quello che assale un bambino dopo essere stato privato del giocattolo più caro per non essersi comportato bene. Signori, questo racconto non è fantascienza o frutto di un sogno dopo una solenne abbuffata, è la verità! Questo succede ogni settimana a quelle gare classificate nel calendario come “regionali” ma che per un paese sono più importanti di un campionato del mondo. Uno dei principi fondamentali dello sport dice che “ogni atleta deve difendere le proprie possibilità con i propri mezzi”. Possibile che su 100 corridori 90 siano in grado di fare solo quaranta chilometri di corsa? La replica da parte dei tecnici delle squadre è quasi sempre la stessa. “Si sono allenati”. Quaranta chilometri di allenamento non li fa nemmeno un esordiente nel pieno della stagione e poi, per fare quaranta chilometri di allenamento c’è bisogno di affrontare una trasferta ad una gara illudendo organizzatori, appassionati e sponsor? Non sarebbe meglio fare allenamento a casa propria o forse non sarebbe ancora meglio smettere di correre? Tutti sognano di diventare un professionista, nello sport il termine professionista ha lo stesso significato che assume nella vita di tutti i giorni. Recita il De Mauro (autorevole dizionario della lingua italiana) alla voce “professionista”: Chi svolge la propria occupazione con cura, competenza e serietà. Vi immaginate un chirurgo che durante un intervento dice di non essere in giornata? O un pilota di un boeing che decide di lasciare la cloche perché in fondo quel giorno avrebbe preferito fare un giro al mare? Per questa gente il professionismo è lontano anni luce. Non solo per i corridori ma soprattutto per chi li gestisce, personaggi alla ricerca di quei famosi 3 euro in più di ingaggio e capaci di spenderne centinaia per “comprare” una corsa. Ci vorrebbe più professionalità, ma sembra un’utopia, basterebbe solo un po’ più rispetto ed educazione nei confronti di chi vive questo sport con passione vera, che toglie tempo alla propria famiglia per organizzare una gara della quale se ne parlerà un anno intero.
Signori direttori sportivi, invece di lamentarvi per la mancanza di denari, di cercare i famosi tre euro in più, di fare proclami sulla salvezza del ciclismo, di essere i paladini dello sport pulito, di accusare il mondo delle due ruote per qualsiasi cosa senza trovare una soluzione, cercate di essere più professionali e di rispettare di più questo fantastico sport che è il ciclismo. Tutto dipende da voi, anche il futuro di quella gara che hanno concluso in dieci e che il povero organizzatore vuole cancellare. Signori direttori sportivi fate un bagno di umiltà perché se spariscono tutte quelle che voi chiamate “garette” il vostro giochino finisce e allora bisognerà andare a lavorare. Davvero.

 

[Modificato il 08/09/2005 alle 19:33 by Maracaibo]

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Il tempo del commentatore onniscente è finito. C'è sempre un lettore - spesso, un migliaio di lettori - che su un dato argomento ne sa più di noi. Dargli spazio e ascoltarlo non è demagogia, nè sfruttamento. E' buon senso. (Beppe Severgnini)

Sono come un ginecologo: lavoro dove gli altri si divertono

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Ci sono tre tipi di giornalisti: quelli che si sorprendono delle cose che succedono, quelli che aspettano che le cose succedano e quelli che fanno succedere le cose

 
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Livello Mondiali




Posts: 136
Registrato: Feb 2005

  postato il 08/09/2005 alle 18:05
Beh non ti dò proprio ragione, spesso nelle garette regionali (in cui non ci sono mai i controlli antidoping) si viaggia come dici tu a 48 di media, magari anche con il vento...Nelle gare del trofeo della bassa valle scrivia si fanno sempre medie esagerate ed è normale che la gara la finiscano in pochi!Ora io dico che chi corre non deve mai essere arrendevole, ma se va via una fuga in cui tutte le squadre sono rappresentate, cosa puoi fare?A me dispiace perchè sono veloce e mi piace arrivare in gruppo, e sono sempre tra gli ultimi a mollare ma spesso è inevitabile!E se come dici tu i 90 che si sono fermati dovessero smettere di correre, i 10 che sono arrivati non sarebbero neanche potuti partire!Di recente ho avuto una discussione per il rimborso spese che mi veniva negato perchè non avevo finito la corsa, causa ero finito in un prato durante il rifornimento, appena rientrato Hanno inizito a fare i "buchi", dopo averne chiusi 4 o 5 non ci sono più riuscito!Ma non era colpa mia e per fortuna non sempre và così!!!

P.S. se gli organizzatori non invitassero i pagnoncelli che volano controvento a 60km/h arriverebbero molti più corridori

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 3579
Registrato: May 2005

  postato il 08/09/2005 alle 18:07
Caro Stefano, trovo che l’articolo da te riportato sopra oltre ad essere tremendamente attuale è lo specchio fedele di un comportamento generale che colpisce, a mio modo di vedere, non solo il ciclismo, ma anche altri sport…

Premetto che il mio discorso è volutamente molto generico in quanto non sono così addentrato nel mondo dilettantistico da poter dare una visione più specifica dell’argomento… ma ritengo senza dubbio che la mancanza di professionalità secondo me sia dovuta al fatto che i valori più importanti, come la lealtà e la correttezza verso il prossimo, sono da tempo venuti meno in particolar modo per un fattore importante: IL DENARO.
E trovo che, a riguardo, la frase

Signori direttori sportivi, invece di lamentarvi per la mancanza di denari, di cercare i famosi tre euro in più, di fare proclami sulla salvezza del ciclismo, di essere i paladini dello sport pulito, di accusare il mondo delle due ruote per qualsiasi cosa senza trovare una soluzione, cercate di essere più professionali e di rispettare di più questo fantastico sport che è il ciclismo. Tutto dipende da voi, anche il futuro di quella gara che hanno concluso in dieci e che il povero organizzatore vuole cancellare. Signori direttori sportivi fate un bagno di umiltà perché se spariscono tutte quelle che voi chiamate “garette” il vostro giochino finisce e allora bisognerà andare a lavorare. Davvero.


sia la perfetta cartina al tornasole della faccenda.
La colpa è di tutti, e non è di nessuno: finche rimarremo pervasi dalla cultura del business, probabilmente episodi simili ne vedremo tutti i santi i giorni, in ogni ambito della nostra vita… perché tutto verrebbe giustificato dalla ricerca spregiudicata e ossessionata del Dio denaro. Il quale serve sì a far sopravvivere le società di ciclismo, ma a che prezzo?
L’immagine che ne traiamo fuori, leggendo storie di vita e di sport come queste, è quella di un mondo purtroppo marcio, per vari aspetti (e, si badi, la mia è solo un’opinione esterna da appassionato, da colui che giudica critica ciò che si trova di fronte, e che in questo caso particolare scrive con la dovuta lucidità, ma anche con rabbia e amarezza).
E la cosa peggiore è che spesso, per questa mancanza di scrupoli di coscienza da parte dei “santoni” del ciclismo, chi ci rimette sono i giovani atleti, manipolati nel peggiore dei modi!

Quindi, in conclusione, trovo che la colpa principale (se di colpa si può parlare) di tutta questa vicenda è, a mio modesto avviso, di tutti noi, che nella società di oggi non troviamo più il tempo per le cose e per i valori che davvero contano.
E, proprio per questo, forse i tempi di una volta, con la TV in bianco e nero e le figurine da attaccare sull’album con la Coccolina, erano veramente migliori!

Scusate se mi sono dilungato o se ho scritto qualche imprecisione, liberi di criticarmi, se volete!

 

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Lo stupido sa molto, l'intelligente sa poco, il saggio non sa nulla... MA EL MONA EL SA TUTO!!! (copyright sconosciuto)

ADOTTA ANCHE TU UNA AMY WINEHOUSE!!! Mangia poco, non sporca... e aspira tutta la polvere che hai in casa!

 
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Livello Tour




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  postato il 09/09/2005 alle 08:25
il quadro dipinto da Stefano rispecchia la realtà corrente, ha dimenticato una parte: tante delle persone che fanno sacrifici per organizzare quegli eventi che per loro contano più di qualunque altra cosa per dare lustro alla festa del paese si sono stufate, e piano piano tante corse storiche per tante piccole realtà andranno a sparire
è successo a Cavenago d'Adda, dove si è passati dai dilettanti agli amatori (orrendo, quanto meno la pro loco ha fatto cassa), probabilmente succederà a Santo Stefano Lodigiano e pure a Orio Litta ne hanno le palle piene di essere presi per il sedere da ds sbruffoni e corridori viziati
per canguro: in tutti questi casi la pagnoncelli non c'era alla partenza!!!
lo scorso anno a Orio Litta iscritti 130 circa, partiti un centinaio, DOPO 2 GIRI NE SONO RESTATI IN CORSA 13!!!!! CHE SQUALLORE E CHE PENA, E I RITIRATI CHE FACEVANO: MENTRE I LORO COLLEGHI SI FACEVANO IL C.ULO SU E GIU' L'ARGINE TRA I PAESINI DELLA BASSA SOTTO UN SOLE COCENTE, ERANO AL BAR CON LE LORO BELLE CIABATTINE ALLA MODA A FARSI UN GHIACCIOLO O BERSI UNA BIBITA, CAZZEGGIANDO QUA E LA' PER IL PAESE, TANTO IL LORO DOVERE LO AVEVANO FATTO (LEGGI RIMBORSO SPESE INCASSATO)
VIVA LA PROFESSIONALITA', L'IMPEGNO E L'ABNEGAZIONE, IL SACRIFICIO PER LA PROFESSIONE, QUI NON SI TRATTA DI ESSERE TAGLIATO FUORI DALLA CORSA PERCHE' QUALCUNO BOMBATO TIRA PRONTI VIA ALLA MORTE, MA DI RISPETTO PER TUTTI QUELLI CHE HANNO TRIBOLATO UN ANNO PER QUELL'EVENTO E A TORTA FINITA SI SENTONO DELUSI E DERUBATI DA UN MANIPOLO DI CICLISTI (O PSEUDO TALI) CHE SON VENUTI LI' SOLO PER METTERE LA LORO BELLA FIRMETTINA SUL CARTELLONE
GRAZIE PER L'ATTENZIONE
BUONA GIORNATA

 
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Livello Mondiali




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  postato il 09/09/2005 alle 10:37
Quindi secondo voi uno si spacca il culo in allenamento, non esce la sera, spesso lascia gli studi, a volte si droga...per fare il fighetto alle corse? Ma siete mai stati in gruppo?
 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 09/09/2005 alle 10:51
Originariamente inviato da canguro

P.S. se gli organizzatori non invitassero i pagnoncelli che volano controvento a 60km/h arriverebbero molti più corridori


Alla gara di Silvano Pietra, dove ha vinto Buccerro, la pagnoncelli faceva il treninio ai 60km/h contro vento....quel giorno ho visto la morte!!!

 

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Carpe diem, quam minimum credula postero!! (Orazio)

Mattia

 
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Livello Francesco Moser




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  postato il 09/09/2005 alle 10:57
A proposito di numero iscritti e numero partenti nelle gare: ieri all'Astico-Brenta su 140 iscritti siamo partiti in un centinaio, oppure martedì a Sona 180 iscritti e 120 partenti, domenica a Spinea 130 iscritti e 91 partenti, martedì scorso a Sommacampagna 145 iscritti e 101 partenti! In Media ne mancano sempre più o meno 1/3!

 

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Mattia

 
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Non registrato



  postato il 09/09/2005 alle 10:59
Mmmh...60 km/h controvento???

Cazzavano randa e fiocco???

Ci credo che hai visto la morte...però potevi almeno sparargli.
Cmq la colpa è un pò di tutti, dei Ds a cui basta avere uno buono davanti che gli garantisca il risultato, dei corridori che magari si accontentano dei premi da dividere, purtroppo all'apparenza sembra che ci rimettano solo gli organizzatori, ma alla fine a rimetterci è tutto il movimento, perchè come dice Ste, se gli organizzatori si stufano (e se continuiamo così prima o poi...) molti al posto di sognare il professionismo sogneranno un lavoro.
Calcolando anche il livello di istruzione molto bassino, i tempi che corrono, e alcuni altri fattori...cmq qua vado fuori tema.
Ciao

 

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Livello Tour




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  postato il 09/09/2005 alle 19:27
VIVA LA PROFESSIONALITA', L'IMPEGNO E L'ABNEGAZIONE, IL SACRIFICIO PER LA PROFESSIONE, QUI NON SI TRATTA DI ESSERE TAGLIATO FUORI DALLA CORSA PERCHE' QUALCUNO BOMBATO TIRA PRONTI VIA ALLA MORTE, MA DI RISPETTO PER TUTTI QUELLI CHE HANNO TRIBOLATO UN ANNO PER QUELL'EVENTO E A TORTA FINITA SI SENTONO DELUSI E DERUBATI DA UN MANIPOLO DI CICLISTI (O PSEUDO TALI) CHE SON VENUTI LI' SOLO PER METTERE LA LORO BELLA FIRMETTINA SUL CARTELLONE


Peccato che non riesco a fare un virtuale applauso ironico...
Ma te hai mai corso in bicicletta? Sei mai stato in gruppo per parlare così? A parte che il percorso della gara di Orio Litta è quasi da suicidio visto come sono ben messe le strade... ma mi piacerebbe vedere te al nostro posto cosa avresti fatto!!!
Chissà come mai a febbraio, marzo si parte sempre alle 9:00 mentre ad agosto i tanto bravi organizzatori ci fanno partire sempre alle 14:30...
E invece di parlare tanto prima vai ad informarti su quante gare facciamo in una settimana...Domenica, martedì e sabato e quanto capita anche al giovedì... Vorrei ben vedere chi anche dopo solo un mese così non ne avrebbe le palle piene!!! Non siamo più allievi o juniores dove andiamo a correre solo la domenica...
Cmq guarda le colpe le hanno i direttori sportivi ( che spesso ti portano a correre controvoglia...), i corridori, ma non credere, in egual misura anche gli organizzatori che hanno la convinzione che senza di lor il ciclismo non esisterebbe più e per lo spettacolo spesso tralasciano cose a volte molto più importanti...
Ciao

 
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Livello Mondiali




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Registrato: Feb 2005

  postato il 09/09/2005 alle 21:17
Si vede chi corre e chi organizza, opinioni un tantino contrastanti!!Altra cosa, se come consigliato non dovessero più correre quelli che non finiscono la gara, dopo un mese non correrebbe più nessuno, neanche i più forti le finiscono tutte!In più pieno accordo con flipper sugli orari!!!!!

p.s. se non organizzeranno gare non correrò più, facile soluzione

 
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Under 23




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  postato il 09/09/2005 alle 21:21
concordo pienamente con ste ed anzi rilancio visto che avendo esperienza
di gare nazionali e internazionali il fenomeno del ritiro immediato
capita anche li
ho visto con i miei occhi corridori fermarsi al primo cavalcavia senza alcun motivo e fregarsene
ed ho visto organizzatori delusi per non essere risuciti nemmeno a consegnare tutti i premi che avevano sudato per mancanza di arrivati
bisogna rendersi conto che ci vuole rispetto del lavori di tutti

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 09/09/2005 alle 23:53
L’articolo di Stefano (che sa scrivere molto bene) fa comunque riflettere
Farò arrabbiare quelli da 23 anni in sù, ma credo che un primo passo sarebbe quello di escludere i corridori élite dalle competizioni regionali, per rendere un po’ più omogeneo il livello della corsa, per stimolare la competizione.
Nella medesima corsa si confrontano ragazzi del 1985 o del 1986 con corridori anche del 1980 o del 1981, per essere una categoria giovanile direi che è una circostanza allucinante.
Ha ragione anche Flipper, i corridori spesso sono costretti a correre tre corse alla settimana, ma si torna al punto di partenza: manca la professionalità, la serietà, in questo caso direi soprattutto dei D.S.
Comunque l’argomento merita di essere ripreso, magari più avanti con nuove idee.

 

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Davide

 
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Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 10/09/2005 alle 00:26
Cari eretico e capo verde....
forse non bisogna fare di tutta l'erba un fascio..
secondo voi se ad una corsa arrivano 10 su 100, vuol dire che 90 vanno alle corse a fare i fighetti?
Eh si, essere al bar di alzano scrivia,silvano petra ecc unmartedi od una domenica pomeriggio e' il sogno di tutti i ventenni di come passare il tempo.
Forse di quei 90 ne tiriamo fuori 10 che non si sono impegnati e hanno mollato al primo cavalcavia (proprio a essere cattivi), e gli altri 80?

Forse non tenete conto che si corre tutto l'anno, che pochi fanno periodo di stacco (forse un ragazzo con tanta passione preferisce fare una corsa anche se non e' al top piuttosto che allenarsi a casa...non si accusano certi prof di correre poco?Allora questi vanno elogiati!)

Cosa si deve fare se va una fuga con un uomo per squadra, e tutti i ds dicono di lasciarla andare?Succede che si prendono i minuti e la giuria ferma il gruppone...(questo per le corse piane)

Io penso che quando uno non finisce una corsa, o la finisce non nelle posizioni di battaglia sia sempre dispiaciuto, i sacrifici li ha fatti (quasi) sempre anche lui come il vincitore...

Per gli organizzatori l'obiettivo invece dovrebbe essere quello di ospitare le squadre in modo ordianto, far si che tutto funzioni alla perfezione, che il percorso sia sicuro, che la polizia faccia bene il suo dovere ecc ecc indipendentemente da chi viene alla corsa.Invece a volte mi sembra che l'obiettivo principale sia avere il campione italiano o mondiale al via, o lo squadrone che vanta 30 vittorie in stagione.

(Certo, anche qui non tutti sono cosi..ci sono ancora organizzatori e organizzazioni dove la passione è l'ingrediente principale, e non si fanno troppo caso ai grandi numeri)

 
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