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Autore: Oggetto: Roberto Visentini

Under 23




Posts: 14
Registrato: Aug 2005

  postato il 07/09/2005 alle 10:58
Inizio la mia partecipazione a questo forum, chiedendo a tutti un parere, un ricordo o quant'altro sul ciclista che é stato il mio idolo indiscusso da sempre: Roberto Visentini, forse uno degli atleti più sottostimati di tutta l'italica storia della bici.
Per quanto mi riguarda fatta eccezione per gli innegabili difetti caratteriali, non ho mai ben capito se talvolta proprio non gliene fregasse niente o se non avesse gli attributi per poter reggere lo stress, é stato uno dei migliori scalatori-cronomen di sempre...
E' vero ha vinto poco, ha dominato un Giro, ma poteva forse vincere almeno un altro paio, ma allora costruivano i giri in maniera infame contribuendo in questo modo a svilire la nostra corsa per sempre...per far vincere passisti amati dai media e dagli sponsor.
Un solo ricordo fra gli altri: un Campionato italiano che poi perse allo sprint (io in fondo amo i perdenti), in cui lui e Corti da soli in fuga rifilarono agli altri quasi una decina di minuti....mai visto una cosa del genere....

 
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Livello Marco Pantani




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Registrato: Mar 2005

  postato il 07/09/2005 alle 14:09
Ciao Buffalmacco, benvenuto e complimenti per la scelta d’esordio nei thread.
Rispondo su Roberto Visentini in quanto sono anche io bresciano (oltretutto gardesano come il Golden Boy Visenta) e in quanto ho qualche aneddoto sul personaggio, l’ho conosciuto un pochino soprattutto ho frequentato in gioventù la mitica officina di Piero Serena, grande telaista bresciano, mentore e difensore del Roberto.

Dici bene, doti magnifiche e limiti caratteriali, ma anche un mai celato ostracismo del gruppo nei suoi confronti che gli ha precluso più di un risultato. Passato prof. (con la Vibor mi sembra) col cartellino di talentuoso predestinato, con un mondiale juniores alle spalle, ha scontato gli effetti di un caratterino peperino, ma soprattutto il pregiudizio nei suoi confronti dovuto alla sua estrazione sociale.
Bel ragazzo, elegante e ricco. Già, ricco, mai patito stenti il giovane di Gardone Riviera, l’impresa paterna di pompe funebri (che ora guida lui) gli garantiva soldi e futuro.

Dotato di qualità del tutto particolari, era infatti eccellente cronoman e scalatore di primissima schiera. Inchiodato come pochi allo sprint si diede da subito alle gare a tappe e trovo alla corte di Davide Boifava le condizioni per eccellere.

Un aneddoto gustoso tratto dalle serate goliardiche nell’officina Serena. (il quale gli costruiva telai su misura anche quando questi vincevano il Giro marcati Battaglin!):

Giro 1987: Il Visenta è campione uscente e superfavorito, la Carrera è uno squadrone e schiera anche S. Roche. Dopo aver vinto il prologo Roberto si supera nella cronoscalata a San Marino e a metà giro è saldamente maglia rosa. La sera in albergo l’ambiente Carrera è raggiante. Boifava si complimenta con Roby e dice “ragazzi, il giro è nelle nostre mani, aiutiamo tutti Roberto a vincere, che poi, come da accordi, lui verrà al Tour per aiutare Stephen a vincerlo, ricambiando il favore.”
Il Visenta però non è più dello stesso avviso e ribatte strafottente: “..no-no, io a luglio sono in vacanza in Costa Azzurra, con le balle a mollo nell’acqua!...”.
Il gelo si sparge sulla tavolata e Boifava cerca di minimizzare. Quello che però non minimizza è Stephen Roche, prima chiede chiarimenti e non ottenendoli se la lega al dito.
Due giorni a dopo l’irlandese fa il diavolo a quattro, attacca e manda in tilt Visentini e tutta la Carrera. Sbanca il Giro, Visenta crolla di nervi, sull’erta finale crolla e il giorno dopo non riparte nemmeno…la sua carriera ebbe una svolta negativa.

Ah, il Visenta, bello e impossibile.

Ciao Buffa
Claudio


 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/09/2005 alle 14:18
Originariamente inviato da claudiodance

Giro 1987: Il Visenta è campione uscente e superfavorito, la Carrera è uno squadrone e schiera anche S. Roche. Dopo aver vinto il prologo Roberto si supera nella cronoscalata a San Marino e a metà giro è saldamente maglia rosa. La sera in albergo l’ambiente Carrera è raggiante. Boifava si complimenta con Roby e dice “ragazzi, il giro è nelle nostre mani, aiutiamo tutti Roberto a vincere, che poi, come da accordi, lui verrà al Tour per aiutare Stephen a vincerlo, ricambiando il favore.”
Il Visenta però non è più dello stesso avviso e ribatte strafottente: “..no-no, io a luglio sono in vacanza in Costa Azzurra, con le balle a mollo nell’acqua!...”.
Il gelo si sparge sulla tavolata e Boifava cerca di minimizzare. Quello che però non minimizza è Stephen Roche, prima chiede chiarimenti e non ottenendoli se la lega al dito.
Due giorni a dopo l’irlandese fa il diavolo a quattro, attacca e manda in tilt Visentini e tutta la Carrera. Sbanca il Giro, Visenta crolla di nervi, sull’erta finale crolla e il giorno dopo non riparte nemmeno…la sua carriera ebbe una svolta negativa.


E chi la dimentica quella tappa.
Arrivo previsto a sappada con prima da scalare la salita di cima Sappada
da Forni a Voltri (lato friuli). Li successe il patatrak!.
O il mio ricordo è del giorno prima?
Grande Visentini.

Buffalmacco benvenuto.

 

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"MEGLIO NON ESSERE RICONOSCIUTO PER STRADA CHE ESSERLO ALL'OBITORIO.
IL CASCO SALVA LA VITA, LA CHIOMA VA BENE PER LA FOTO SULLA TOMBA"!!!


Articolo 27 della costituzione Italiana

La responsabilità penale è personale.
L'IMPUTATO NON E' CONSIDERATO COLPEVOLE SINO ALLA CONDANNA DEFINITIVA.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.

 
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Under 23




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Registrato: Sep 2005

  postato il 07/09/2005 alle 14:33
Ne approfitto per salutare tutti voi del forum e farvi i complimenti: mi sono appena registrato in quanto da tempo leggo le vostre interessantissime discussioni e ora,dopo qualche incertezza, mi sono deciso di entrare anch'io nel mondo o meglio famiglia di cicloweb.

Anch'io da piccolo ero tifosissimo di Roberto Visentini, un ciclista imprevedibile-estroso, ma che a mio parere nei anni metà 80 è stato secondo a nessuno nella più grande corsa a tappe italiana (giro d'italia).
Era forte in salita,forte a cronometro, spericolato in discesa (ricordo una sua uscita da brividi in discesa dal Turchino in una Milano-Sanremo), mentre il suo handicap era la volata.
Di giri ne ha vinti solo uno,ma ricordo che nel 1983 il signor Saronni Giuseppe trionfò solo grazie all'introduzione degli abbuoni: altrimenti quel giro (media record se non erro)lo avrebbe vinto Roberto.
Nel 87 ci fu il litigio con Roche, quando quest'ultimo non rispettò gli ordini di scuderia attaccando Roberto in maglia rosa ....
Nel 84 fecero il giro a doc per Moser ... (Se non sbaglio fu detto che vinse il giro a Verona su Fignon grazie anche a qualche scia di qualche moto.....)
Concordo sul fatto che Roberto nella sua carriera poteva fare molto di più se non avesse avuto quei limiti caratteriali che spesso lo portavano a litigare con il mondo intero...
A presto

Stila

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/09/2005 alle 14:35
Visentini non si ritirò il giorno dopo la tappa di Sappada, ma una settimana più tardi, alla vigilia dell'ultima tappa (la cronometro Aosta - Saint Vincent), a causa di una slogatura al polso che si era procurato nel tappone di Pila.

 

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Mauro Facoltosi
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jun 2005

  postato il 07/09/2005 alle 14:40
E benve anche a stila.

Be almeno la tappa del patatrak era quella che ricordavo.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 07/09/2005 alle 14:49
Originariamente inviato da maurofacoltosi

Visentini non si ritirò il giorno dopo la tappa di Sappada, ma una settimana più tardi, alla vigilia dell'ultima tappa (la cronometro Aosta - Saint Vincent), a causa di una slogatura al polso che si era procurato nel tappone di Pila.


..bella mauro, mi fido di te.
sei l'uomo dati del forum, massimo rispetto, io scrivo soprattutto sulla scorta delle memorie...che non sono il mio forte.
ciao precisino.
claudo

 
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Under 23




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  postato il 07/09/2005 alle 17:01
Ricordo la tappa del tradimento di Roche come se fosse ieri...bei tempi allora stavo studiando per l'esame di maturità...
L'aneddoto sulla Costa Azzurra però non lo conoscevo e mi ha fatto divertire un sacco.

In quella tappa però le cose non mi quadrarono per nulla...e mi rimane ancor oggi più di un punto oscuro.
Rammento infatti che Visentini non si staccò per un attacco di Roche, ma che ancora ben in gruppo coi migliori, stazionava in fondo per una crisi di fame, forse dovuta purtroppo ad un attacco di nervi...fatto sta che si staccò in pratica da solo e tanti saluti alla maglia rosa....
Da quel giorno é vero cominciò la sua discesa nel baratro....

 
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Livello Marco Pantani




Posts: 1476
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  postato il 07/09/2005 alle 17:24
Sì, era in preda di una crisi di nervi. Se il gruppo fosse salito ad andatura regolare forse si sarebbe salvato, ma quando Moreno Argentin si accorse che Roberto era in difficoltà si fiondò in testa per scatenare la bagarre già nei primi tratti di salita. Fra i due vi era della ruggine, poiché Visenta aveva dichiarato a inizio giro, con la sua solita diplomazia, di non considerare Argentin un avversario pericoloso per la generale. Il veneto lo ricambiò con tale moneta…bastardello no?
 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 07/09/2005 alle 17:28
altri aneddoti?
dai, claudio...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/09/2005 alle 17:30
Originariamente inviato da claudiodance

Fra i due vi era della ruggine, poiché Visenta aveva dichiarato a inizio giro, con la sua solita diplomazia, di non considerare Argentin un avversario pericoloso per la generale. Il veneto lo ricambiò con tale moneta…bastardello no?

Eh ma sai Claudio, noi veneti siamo molto orgogliosi e a volte ci "incarognamo" (chissà se c'è sullo Zingarelli! )...

Ciao bello, e bentornato!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/09/2005 alle 18:53
che bello, benvenuto!

 

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"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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  postato il 07/09/2005 alle 21:32
Originariamente inviato da claudiodance

Ciao Buffalmacco, benvenuto e complimenti per la scelta d’esordio nei thread.




Complimenti anche per il nick boccaccesco

E benvenuti, tu e stila, la famiglia si allarga...

Infine, pollice su per ClaudioDance, che regala sempre momenti indimenticabili a tutti noi. Grazie!!!

 
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  postato il 07/09/2005 alle 21:51
Benvenuto a Buffalmacco...hai fatto bene a ricordare Visentini...non Vicentini...Admin correggi in home page!?!?!?
Grazie al mitico Claudiodance per la correzione, chissà se oggi avrà ripreso la leadership della "Girada".
Lo scopriremo domani...
Ciauzzz

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 08/09/2005 alle 11:19
Originariamente inviato da marco83

[Eh ma sai Claudio, noi veneti siamo molto orgogliosi e a volte ci "incarognamo" (chissà se c'è sullo Zingarelli! )...

Ciao bello, e bentornato!


..a me lo dici? Mi sono sposato una “magnagatti” di Schio! Ciao ciccio.


Altri aneddoti sul Visenta: quando correva alla San Giacomo si prese una multa salata (molto prima di Cipollini) per essersi presentato al via di una crono con un nuovissimo body coi calzoncini azzurri e non neri come da prassi (azzurri erano in tinta con la maglia San Giacomo, ora lo fanno tutti).
Qualche giorno dopo vado con papà a vedere una kermesse post giro a Bedizzole. Arriva Visentini che parcheggia la macchina e comincia a praprarsi. Ecco spuntare il body incriminato, mio papà (lo conosceva abbastanza) gli fa: “ …ma Roby, continui a usarlo anche dopo che ti hanno multato?, non hai paura di squalifiche?” .
E lui: “…non me ne frega un caz.zo, mi metto il body che voglio, e loro (generico) possono andare affanc.ulo ( che i vaghes a fas encùlà, in dialetto), meglio se mi squalificano, resto a casa!...”

Altre chicche rese nelle interviste.
Dopo tappone dolomitico: “…oggi ero in fuga con gente che non tira un metro (Mario Beccia che poi vincerà la tappa per la gioia del Ds Zandegù), io questi parassiti non li capisco, i parassiti non dovrebbero correre in bicicletta…”
Intervistato risponde a domanda provocatoria sulle ragioni che lo spingono a correre sebbene non ne gradisse l’ambiente: “…io corro in bici perché mi pagano, e mi pagano profumatamente. Fra due anni smetto e vado a fare il maestro di sci….visto che scio benissimo…”

Che uomo! Un vero antesignano del trash. Un vero cult del tamarrismo: capelli lunghi, catenazza d’oro al collo su body con zip sempre mezza aperta sul petto.

Dopo il ritiro dalle corse è completamente uscito dall’ambiente, che non lo amava e che lui rifiutava in toto.
Nonostante tutto la bici è una malattia che non passa anche per lui e così mi è capitato di vederlo pedalare in bello stile sulla riviera del Garda, sempre da solo e sempre in eleganti e coordinatissimi completi di colore azzurro. Colore che deve amare particolarmente, infatti spesso si è servito nel negozio che avevano i miei genitori fino a qualche anno fa:
l’archivio mnemonico di mamma Dance riporta; Roby Visentini - rigorosamente azzurro, rigorosamente Descente (ditta svizzera di abbigliamento, storica per qualità e prezzi elevatissimi), non chiede mai lo sconto ed è riservato e gentile.

Grande Roberto, ci manchi tanto.

Ciao belli
claudio

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/09/2005 alle 11:31
Al Giro del 1985 pensò di schierarsi alla partenza del prologo con una bici dotate di ruote grasse (nel senso di ciccione, poichè avevano la forma di palloncini). Cambiò idea all'ultimo momento.

 

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Mauro Facoltosi
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 08/09/2005 alle 12:47
vado OT, ma l'accenno a beccia mi ha fatto tornare in mente una sua mitica uscita alla fine di una tappa del giro. dopo essersi lamentato nei giorni precedenti perché il giro era troppo piatto e non c'era verso di attaccare in salita, andò da martino incazzato come una iena e sbuffò: "ma non si possono mettere 'ste salite spaccagambe a 100 chilometri dall'arrivo!!!".
 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 08/09/2005 alle 14:32
certo che sarebbe bello se il Morris inserisse Visentini fra i suoi Graffiti....o almeno un commento a questo bel thread di Buffalmacco...Moorris?...Moo-òòrriiiis?
 
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Under 23




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  postato il 08/09/2005 alle 15:05
In effetti è un' pò di tempo che non 'vedo' Morris sul forum ....
Sono nuovo, forse mi sono perso qualcosa ...?
comunque è un piacere leggerVi, complimenti Claudio Dance .....
In merito a Visentini, Claudio ti ricordi ai tempi dei dilettanti nella squadra Mariani Cali, un suo compagno di nome Cresseri? Mi dicono che era più forte e soprattutto più 'matto' (nel senso buono della parola) di Roberto.
Qualcuno, quando ero ancora nel mondo delle due ruote, mi raccontò che tale Cresseri in fuga in cima alla salita di Lodrino (Brescia) con un paio di minuti sul gruppo dei migliori (comprendeva anche Roby) si fermò mangiò un panino e si fece riprendere. All'arrivo Cresseri arrivò 2°, 1° Visentini

Stila

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 08/09/2005 alle 15:18
Originariamente inviato da stila
In merito a Visentini, Claudio ti ricordi ai tempi dei dilettanti nella squadra Mariani Cali, un suo compagno di nome Cresseri? Mi dicono che era più forte e soprattutto più 'matto' (nel senso buono della parola) di Roberto.
Qualcuno, quando ero ancora nel mondo delle due ruote, mi raccontò che tale Cresseri in fuga in cima alla salita di Lodrino (Brescia) con un paio di minuti sul gruppo dei migliori (comprendeva anche Roby) si fermò mangiò un panino e si fece riprendere. All'arrivo Cresseri arrivò 2°, 1° Visentini

Stila

Cresseri, perbacco!
Non ho ricordi diretti, ma il mio vecchio lo ha nominato parecchie volte, accostandolo alle parole “fuoriclasse”, "cavallo pazzo" e “campione”.
Stasera lo vedo e gli domando.
Bella Stila, bravo, grande suggestione!



 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 08/09/2005 alle 15:22
Queste si che sono belle storie di ciclismo spensierato,
forse erano altri tempi ma in fondo rimangono nella leggenda i personaggi matti del ciclismo.
W Malabrocca storica e inespugnabile maglia nera del giro.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/09/2005 alle 09:42
Claudio Cresseri, detto “Caio”, nei ricordi del mio papà era un ciclista dotato di classe cristallina e, come molte volte accade, nessuna cognizione di causa.
Nella categoria Juniores era per l’appunto compagno di squadra di Roby Visentini e formavano una coppia di enfant prodige non solo circoscrivibile al ciclismo bresciano. Entrambi pupilli di Piero Serena, erano tecnicamente sovrapponibili: normotipi, fortissimi nell’esercizio solitario e in salita, forse Cresseri più veloce. Entrambi insofferenti alle regole, ma con Cresseri a eccellere in questo carattere. Diedero vita a una rivalità intestina da leggenda.

Ecco alcune testimonianze di Papà:
1975, campionato regionale in provincia di Milano, Cresseri attacca e difende per metà corsa una manciata di metri di vantaggio sul gruppo, è campione regionale e acclamato. Dopo qualche giorno nessuno ha più notizie di lui, non si allena e a casa non sanno dove sia finito. La società sportiva è allibita. È semplicemente stufo ed è andato “in vacanza in Svizzera”, con la fidanzata. Ritorna dopo quasi tre settimane e Piero Serena (l’artigiano telaista bresciano che ne coltiva più di tutti il talento) lo prende di petto e cerca di convincerlo a partecipare al campionato provinciale che si svolge dopo 2 giorni. “La squadra ci tiene, almeno ti schieri al via con la maglia di campione regionale, poi, visto che non ti alleni da venti giorni puoi anche ritirarti e la corsa la farà il Roberto.” Basta sentire il nome del rivale che Claudio risponde: “Ci vado, ma non per ritirarmi, vado a vincere!”
E difatti. Scatta in salita sul San Michele (la salita di gardone Riviera dove abita Visentini nb!) e non lo riprende più nessuno. Chiuderà la gara devastato dai crampi per la mancanza di allenamento, ma vincente.

Un altro episodio riguarda la Manerbio-Pieve di Bono, gara per scalatori. Cresseri attacca sul Lodrino, è solo e mancano 70 chilometri al traguardo. Sulla seconda salita Visenta stacca la concorrenza e si getta all’inseguimento del compagno rivale.
Ma Cresseri nel fondovalle verso Tione non molla e Visentini galleggia a un minuto senza riuscire a rientrare. Il ds dei due fenomenali testoni (era Mino Denti, notevole ciclista a sua volta) non sa più che pesci pigliare, vorrebbe un’arrivo in parata e così raggiunge Claudio per convincerlo a rallentare e attendere Roberto: “Che stà rientrando”. Ma il Caio non ne vuole sapere: “Se ce la fa rientra da solo, io non aspetto nessuno.” Inutile dire che manterrà il distacco.

Passa dilettante fra alterne fortune e nessuna voglia di fare sacrifici. Un talento buttato alle ortiche.
L’episodio del panino consumato in vetta dopo la fuga papà non lo ricorda, ma, dice “..potrebbe essere benissimo, era nel suo carattere!”

Tutto quanto detto sono i ricordi di mio padre, ma mi piacerebbe saperne di più, se qualcuno ci aiuta….


Ciao belli
claudio

 
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Under 23




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  postato il 09/09/2005 alle 10:10
Ciao Claudio,
grazie per le testimonianze di tuo padre sei sempre preciso e puntuale nel fornire racconti suggestivi a noi del forum ...
Io di Cresseri non sò nulla se non per sentito dire ....
Ma ti dò una 'chicca' ....... a fine anni 80, dopo parecchi anni di innattività, era ritornato a correre(per un paio di mesi) nei dilettanti per una squadra che tu conosci bene: la mitica 'Mobilbrix'...(ottenendo anche un paio di piazzamenti nei primi 10)

Stila

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/09/2005 alle 10:17
Originariamente inviato da stila
Ma ti dò una 'chicca' ....... a fine anni 80, dopo parecchi anni di innattività, era ritornato a correre(per un paio di mesi) nei dilettanti per una squadra che tu conosci bene: la mitica 'Mobilbrix'...(ottenendo anche un paio di piazzamenti nei primi 10)

Stila


grande!, questa la devo approfondire...grande Stila...ma chi sei, qualificati, siamo quasi coetanei...ex ciclista?

 
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Under 23




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Registrato: Sep 2005

  postato il 09/09/2005 alle 10:56
Ciao Claudio ......non voglio tirarti matto
Un giorno tu mi hai suggerito di iscrivermi al forum con il nick 'Mobilbrix'.... Hai capito chi sono?
Ho preferito Stila in quanto iniziali dei nomi dei miei bimbi.
Ritornando a Cresseri, non sò altro dovrei chiedere informazioni anch'io a mio padre. Ormai sono anni che non abbiamo notizie di lui ....
Personalmente l'avrò visto un paio di volte e confermo che era (è) un personaggio pieno di sè .....comunque molto simpatico.

Con affetto
Stila

 
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Livello Marco Pantani




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Registrato: Mar 2005

  postato il 09/09/2005 alle 11:05
Originariamente inviato da stila

Ciao Claudio ......non voglio tirarti matto
Un giorno tu mi hai suggerito di iscrivermi al forum con il nick 'Mobilbrix'.... Hai capito chi sono?
Ho preferito Stila in quanto iniziali dei nomi dei miei bimbi.
Ritornando a Cresseri, non sò altro dovrei chiedere informazioni anch'io a mio padre. Ormai sono anni che non abbiamo notizie di lui ....
Personalmente l'avrò visto un paio di volte e confermo che era (è) un personaggio pieno di sè .....comunque molto simpatico.

Con affetto
Stila



..ma sei un grande! ti ho riconosciuto, certo!
grazie bello, di nuovo benvenuto.

ah....ragazzi, il mio papà e quello di Stila hanno imperversato per 15 anni nella stessa squadra amatoriale all'insegna dell'agonismo e del divertimento. Insomma...sono anche un pò commosso...ma soprattutto contento!

dai, facci sapere di più di Cresseri, e salutami il papà!
un abbraccio!
ciao Gabuz!
claudio

 

[Modificato il 09/09/2005 alle 11:07 by claudiodance]


 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Apr 2005

  postato il 09/09/2005 alle 12:42
Per maurofacoltosi: quella bici al Giro '85 la ritirò lui o non gli permisero di usarla ?
Si sa che sia la Federazione internazionale che le Giurie hanno disturbi gastrici (troubles digestives) quando vedono nuove specie animali affacciarsi sull'albero dell'evoluzione.
Cambiando argomento: certo che nel Giro perso da Visentini e vinto da Roche la Società fece una figura pari solo a quella fatta dalla Nazionale a Lisbona.

 

____________________
nino58

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




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  postato il 09/10/2005 alle 02:07
Di questo thread, a parte il sempre importante zoom su un campione, mi ha colpito la ricchezza di riferimenti ed il ricordo di quel Claudio Cresseri, uno juniores la cui bravura, perlomeno pari a quella di Visentini, seppe raggiungere confini ben superiori alla terra lombarda. Il cognome mi era noto, ma non conoscevo la sua bizzarria e nemmeno uno dei riferimenti riportati. Non dimentichiamo che l’epopea dei bresciani Claudio e Roberto, si mosse lungo i primi anni di quella categoria juniores che, di fatto, sostituiva il troppo breve ed aleatorio cuscinetto dei dilettanti di 3a serie. La novità regolamentare portò per un lustro abbondante un interesse più marcato, anche per chi poggiava le proprie fondamenta d’osservatorio nella Romagna, una terra che non aveva ancora finito di seguire le evoluzioni di tre “enfant prodige” di qualche anno più anziani dei due lombardi: ovvero Glauco Santoni, Ivan Benedetti ed Ernesto Bisacchi.

Un’ulteriore annotazione sul topic ci viene dal nostro Claudio Dancè, il quale, abbandonando un attimo la concentrazione richiesta dall’evento “Girada 2005”, al tempo concomitante con questo dibattito, non s’è risparmiato nell’appassionante ricerca di dimenticati e stravaganti, da lui stesso aperta con Pizzoferrato, ed arricchitasi con Cresseri di una nuova puntata. All’amico Dancè, il consiglio di continuare con la solita maestria, ad attingere dal romanzo che esce dalla memoria del padre, storie e personaggi sì gradevoli da riportare al forum e al suo silenzioso osservatorio di lettori, taluni davvero inaspettati. Lo stesso vale per Stele, che gli può essere di grande supporto, nonché ulteriore occasione di stimolo. D’altronde, se non ho capito male, nella grande e poliforme storia ciclistica, la terra di entrambi rappresenta una fetta importante e di profonde radici. Un altro libro vocale da sfogliare e tradurre in scrittura, viene incontro ad entrambi dall’Officina Serena…e le memorie di quel vecchio diesse sono davvero preziose…Forza ragazzi!
Ah…prima di dimenticarmi, verificate se un tal Claudio Cresseri, pittore del bresciano, sia proprio l’ex corridore….


Su Roberto Visentini, credo che il quadro che esce da questo thread, sia ampiamente esaustivo e veritiero. Non è dunque facile aggiungere particolari in più o scavare ulteriormente su un personaggio che è certo passato come un protagonista degli anni ‘80, ma ha pure lasciato per strada le caratteristiche necessarie per legare alla sua ellisse quelle curiosità perenni che, forse, il suo indubbio talento meritava. Alludo a quei tratti facilmente distinguibili e visibili, nel bene e nel male, capaci di alimentare la popolarità e il ricordo, indipendentemente dal curriculum.
Roberto non è stato aiutato dal suo carattere, su cui tornerò, e nemmeno dal periodo in cui s’è trovato a correre, esageratamente chiuso, aldilà dei meriti dei singoli, sul dualismo Moser Saronni. L’appartenenza ad una famiglia da considerarsi a tutti gli effetti ricca, inoltre, non lo ha favorito nell’inserimento in un ambiente molto bacchettone e ligio ad uno status di sofferenti, come quello ciclistico. Anzi, alla lunga, in presenza di sempre più corpose difficoltà, l’esser ricco, ha rappresentato per questo stravagante atleta, un alibi-sicurezza da aggiungere alla sua intrinseca incapacità caratteriale di aggredire gli eventi e la china sulla quale si stava adagiando. Gli esempi qui riportati, sono figli di questo suo combattimento interno.

L’aggressività e la strafottenza compagne del suo carattere, anziché utili alla finalizzazione agonistica, sono state troppo lasciate dal Visentini fini se stesse, pregiudicando ulteriormente il suo rendimento e l’integrazione con l’ambiente, in particolare coi suoi compagni di squadra. Il caso-crogiolo che fece nascere “l’ammutinamento” di parte della Carrera al Giro ’87, qui riportato come sempre molto bene da Claudio, ne è stata una dimostrazione per taluni aspetti stucchevole. Ed il suo carattere bizzarro non ha contribuito a far decollare quel carisma che, spesso, è fautore di processi simpatetici pronti a perforare le difficoltà d’integrazione.
Il non facile Roberto però, poteva ugualmente guadagnarsi maggior stima o considerazione a dispetto del caratteraccio, se solo avesse visto nel Tour, colpevolmente lasciato marcire negli epigoni di Moser e Saronni, un terreno su cui costruirsi immagine e presa. Partecipò alla Grande Boucle solo due volte, nell’85 e nell’88, rimediando figuracce, a parte un ottimo secondo posto nella tappa a cronometro di Wasquehal nell’88.

La mia impressione di un Visentini corridore a metà o tre quarti, non già per carenze di talento fisico, ma inadeguatezza di mentalità, cattiveria e determinazione, l’ebbi compiutamente nel 1984, quando nel più piatto Giro della storia, corse bene fino a tre tappe dal termine, ma poi si fece sopraffare dalle sue esternazioni, pure legittime, guadagnandosi l’antipatia viscerale di taluni tifosi, in particolare moseriani. Un bel gruppo di questi poi, lo accompagnò con insulti ed intimidazioni lungo l’ascesa di Selva di Val Gardena (una delle mosche bianche di quella corsa) e Roberto s’abbandonò ad una colossale crisi di nervi che lo spinse a salire sull’ammiraglia. Lì, ci volle tutta la pazienza di Boifava e dello stesso Battaglin (al suo ultimo anno di carriera), per farlo ritornare in corsa. Giunse comunque al traguardo con quasi 13 minuti di ritardo… ed una “bollatura” che poi lo accompagnerà perenne fino all’ultimo dei suoi giorni ciclistici ufficiali.

Anche nel 1985, mi impressionò negativamente. E dire che il sottoscritto, tifoso di Fignon, aveva individuato proprio in Visentini, l’unico italiano in grado di contrastare lo strapotere di Hinault, dello stesso Laurent e di Lemond, nelle corse a tappe. Il quadro azzurro era desolante: Baronchelli, già anzianotto, continuava a sedersi sulla sua incompiutezza pur con le attenuanti di una malattia curata frettolosamente, Battaglin era alla fine di una carriera onorata, mentre solo l’insistenza ben poco tecnica dell’osservatorio nazionale, poteva vedere in Saronni e Moser corridori da Giro e Tour degni per cast e percorsi. Bene, nella “corsa rosa” dell’85, Visentini conquistò presto la maglia leader, ed a dispetto di condizioni di salute non certo buone, seppe tenerla per nove giorni, prima di cederla ad Hinault e ritirarsi. Fin qui, dunque, una condotta non criticabile e tutto il tempo di assorbire al meglio i malanni per presentarsi al Tour col coltello fra i denti. Invece, sulle strade francesi, si sciolse in una prova fallimentare: mai un piazzamento fra i dieci di tappa, ed una classifica finale umiliante (49°), a più di un’ora da Hinault. Non c’erano giustificazioni che potevano tenere: Roberto, mi parve come il classico italiano incapace di un sussulto sulle strade di quella Grande Boucle che, allora, presentava in tutto e per tutto, uno spessore ben superiore al Giro (non è così oggi).

La sua vittoria rosa nel 1986 e l’inizio del 1987 (la crono di San Marino fu un capolavoro di classe e qualità), mi parvero come un risveglio, ma Roberto non si smentì, giocandosi dapprima la squadra e la non certo facile convivenza con Roche, quindi pagò l’ostilità dell’ambiente (certo anche l’inimicizia di un alano con la faccia da chierichetto come Argentin), raccogliendo la solita crisi di nervi che lo mandò a gambe molli e testa a maccheroni, ancor prima del fendente dell’irlandese. Lì, di fatto, finì la carriera del Visenta, bello e fragile, spaccone ed irriverente, bizzarro ed inviso, con tanto di sentimenti ricambiati, all’ambiente ciclistico.
Ma il bresciano aveva tutto per essere un grande, il suo passo a cronometro era armonioso, con una compostezza che ricordava, non solo per somiglianza fisica, quella di Anquetil. In salita era forte, con buone progressioni e un più che discreto cambio di ritmo, in corsa era pure generoso. Insomma, doti fisiche peculiari per essere ottimo corridore da corse a tappe, ma come ho detto ancora, per emergere con costanza in quelle manifestazioni serve anche molta concentrazione, nonchè la capacità di isolarsi da tanti segmenti e contesti. Ci vuole anche una dose notevole di cattiveria agonistica per stare come una formichina lì, fra i primi, sempre. L’aspetto mentale diviene così decisivo quanto le gambe e su tutto pesa l’aggravante di un segmento lungo venti giorni. Per sopperire ad eventuali cali di concentrazione col solo fisico, l’unica possibilità, e non sempre sufficiente, è data da doti super in una variabile, ma il Visenta non era un cronoman realmente alla Anquetil, o uno scalatore alla Pantani. Alla fine, le sue mancanze caratteriali sono state decisive.
A sua parziale giustificazione, l’effettivo ed esagerato ostracismo che troppi tifosi con echi calcistici gli riservarono: moseriani, ripeto, in particolare.
Di un episodio fui testimone e confesso di essere rimasto basito. Era il 1987. Facevo ancora politica, ed ero assessore in un comune confinante un celebre colle romagnolo che da il nome al comune nel quale, da sempre, risiedo. Abbandonai una riunione inutile, come tante ad onor del vero, per seguire il passaggio della Coppa Placci, proprio sulle rampe di quella salita. Mi appostai sul punto che giudicavo più duro, proprio dove i corridori ti passavano davanti a velocità ridotta e a non più di un metro di distanza. Per trovarmi una posizione ideale, anticipai di quasi un’ora l’arrivo sul luogo. Rimasi subito stupito dallo strano comportamento di taluni spettatori già presenti, diversi dei quali miei conoscenti, mentre si apprestavano ad organizzare i cori contro Visentini. Provai a contestare, ma un fotografo che per Moser oggi si sarebbe fatto un tatuaggio gigante sul petto, mi rispose che niente poteva fermare la moneta che si doveva ad una testa di caz.zo come il bresciano.
Arrivò finalmente il passaggio del gruppo allungatissimo, con Roberto in una pericolosa ed imprudente ultima posizione. Nessun compagno di squadra gli era vicino, ed affrontò tutto solo quegli scalmanati che gliene dicevano di tutti i colori e continuavano la loro corposa gamma di frasi scurrili con debite rincorse accanto e dietro a lui. Il Visenta subì il tutto con una smorfia di sofferenza, guardando avanti senza porre mai gli occhi sui suoi tanti denigratori. Sembrava conscio di vivere la versione ciclistica del “giogo dei Sanniti”, ma pur con presumibile fuoco interno, non reagì. Fu davvero bravo, ma quel tifo contro era proprio insopportabile. Ne rimasi scosso per giorni.
Quante altre giornate come quella, ha dovuto subire Roberto in giro per l’Italia? Presumibilmente tante, nonostante il tifare contrario sia ben poco patrimonio del ciclismo. Che possa essere uscito limitato da simili comportamenti è pure legittimo, ma è altrettanto vero che il mondo dello sport ha trovato interpreti capaci di esaltare i rispettivi centri nervosi nell’avversione ambientale. Anche da qui, insomma, il pianeta Visenta, ci pone altri enigmi.

Non sono professore di niente, ma voglio chiudere questa “réflexion” sul comunque virtuoso gran personaggio Roberto da Gardone Riviera, come se lo fossi, con un voto. Béh….al Visentini darei un otto meno, frutto di una media nata da un nove nello scritto (il potenziale), ed un sette meno nell’orale (la traduzione delle sue qualità). Nel ciclismo, d’altronde, ci sono stati e ci saranno ancora, anche quelli con talento da dieci lode e una trasmissione pari ad un mezzo. Venturelli su tutti.

Morris


P.S. Un complimento al boccaccesco Buffalmacco, per il bel esordio e per la pacatezza con la quale, da tifoso del Visenta, ha saputo descrivere il proprio campione.

 

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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/10/2005 alle 10:33
Grande Morris!, l'hai promesso e l'hai fatto.
cercherò ancora news su Cresseri. Ciao
claudio
Anche io tenevo per Laurent, il parigino ha perso almeno 2 GT che meritava di vincere e bisognerà aprire un thread serio e tosto sulla sua carriera.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 09/10/2005 alle 10:36
Originariamente inviato da Morris

Di un episodio fui testimone e confesso di essere rimasto basito. Era il 1987. Facevo ancora politica, ed ero assessore in un comune confinante un celebre colle romagnolo che da il nome al comune nel quale, da sempre, risiedo. Abbandonai una riunione inutile, come tante ad onor del vero, per seguire il passaggio della Coppa Placci, proprio sulle rampe di quella salita. Mi appostai sul punto che giudicavo più duro, proprio dove i corridori ti passavano davanti a velocità ridotta e a non più di un metro di distanza. Per trovarmi una posizione ideale, anticipai di quasi un’ora l’arrivo sul luogo. Rimasi subito stupito dallo strano comportamento di taluni spettatori già presenti, diversi dei quali miei conoscenti, mentre si apprestavano ad organizzare i cori contro Visentini. Provai a contestare, ma un fotografo che per Moser oggi si sarebbe fatto un tatuaggio gigante sul petto, mi rispose che niente poteva fermare la moneta che si doveva ad una testa di caz.zo come il bresciano.
Arrivò finalmente il passaggio del gruppo allungatissimo, con Roberto in una pericolosa ed imprudente ultima posizione. Nessun compagno di squadra gli era vicino, ed affrontò tutto solo quegli scalmanati che gliene dicevano di tutti i colori e continuavano la loro corposa gamma di frasi scurrili con debite rincorse accanto e dietro a lui. Il Visenta subì il tutto con una smorfia di sofferenza, guardando avanti senza porre mai gli occhi sui suoi tanti denigratori. Sembrava conscio di vivere la versione ciclistica del “giogo dei Sanniti”, ma pur con presumibile fuoco interno, non reagì. Fu davvero bravo, ma quel tifo contro era proprio insopportabile. Ne rimasi scosso per giorni.
Quante altre giornate come quella, ha dovuto subire Roberto in giro per l’Italia? Presumibilmente tante, nonostante il tifare contrario sia ben poco patrimonio del ciclismo. Che possa essere uscito limitato da simili comportamenti è pure legittimo, ma è altrettanto vero che il mondo dello sport ha trovato interpreti capaci di esaltare i rispettivi centri nervosi nell’avversione ambientale. Anche da qui, insomma, il pianeta Visenta, ci pone altri enigmi.




questo episodio è davvero incredibile e mi riporta al clima allucinante che i moseriani rovesciarono sul ciclismo in quegli anni. grazie Morris, speriamo di non dover ripiombare in quello schifo.

 
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Livello Marco Pantani




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  postato il 10/10/2005 alle 14:36
Allego all’aneddoto di Morris un altro episodio della medesima pasta, dei medesimi anni, ma dall’epilogo boccaccesco e “sonoro”.
La fonte è sempre una delle tante serate passate nell’officina Serena a Brescia.
Si commenta il finale melodrammatico del giro 1984. Checco Moser ha rimontato Fignon nella crono finale di Verona e vinto immeritatamente il suo unico Giro. Ma l’aneddoto più gustoso lo piazza Piero Serena e riguarda due velocisti bresciani di solida fama e solidi bicipiti. Guido Bontempi e Paolo Rosola.

Andiamo con ordine: nella terzultima tappa del giro L. Figno stacca nettamente Moser sul traguardo dolomitico di Arabba e veste la rosa con un minuto e mezzo di vantaggio.
Manca solo una tappa pianeggiante e la crono di verona. Conconi e tutto lo staff del trentino si affrettano a frequentare le camere d’albergo di checco e puntano tutto sulla crono decisiva che si concluderà all’Arena. Invece Franz è un guerriero mai domo e si butta a capofitto anche nello sprint di Treviso, dove giunge terzo. Raggranella 10 secondi di abbuono, bene per il morale, ma pochi per la classifica, considerati i 30 in palio per il vincitore…..e chi sono i due specialisti delle mischie che hanno preceduto Moser?
Naturalmente la coppia di bresciani di Gussago, gente che si guadagna il pane sul filo dei settanta orari, mica noccioline.
Solo che quello “sgarro” non piace ai tifosi di Moser. Alcuni se la prendono a male e il giorno dopo sul percorso della crono volano parole grosse verso Bontempi e Rosola…troppe e troppo grosse, roba che si fatica a ripere anche nell’officina meccanica del Piero!

Insomma, santi non sono mai stati quei due e anche vestiti da chierichetti, non rifiutavano certo un bella zuffa. All’ennesimo insulto contro la madre a Guidone gli girano definitivamente, si ricorda che Rosola è partito pochi minuti dopo di lui e gli viene una grande idea! Rallenta e attende il Paolone. Quando questi lo raggiunge non servono molti discorsi, è stato insultato anche lui e le mani gli prudono da un bel po’ di chilometri.
Vanno avanti un insieme con le orecchie pronte a cogliere la mezza frase sbaglaita, giusto il tempo di sentire l’ennesimo e duplice insulto ed ecco che tirano i freni. Fra lo stupore dei tifosi scendono dai mezzi e con un balzo si avventano sul gruppetto di trentini menando cazzotti e sberloni a destra e a manca. All’urlo di “..queste le prendete per tutti gli altri che ci hanno insultato!” si sfogano contro la rappresentanza Moseriana in loco. Diesse e massaggiatori riescono a trattenere gli spallati sprinter prima che commettano obbrobri. Un paio di nasi spaccati e qualche occhio nero….checc.azzo!!

Ecco quanto. Piaciuta? A me fa ridere ancora oggi. Se incontrate uno dei due provate a chiedere conferma, nemmeno io son sicuro che sia tutto vero….ma se così fosse, massimo rispetto ragazzi.

Ciao belli
claudio


 
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Livello Fausto Coppi
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  postato il 03/06/2007 alle 19:07
Ieri il Visenta ha compiuto mezzo secolo. Ne hanno parlato in diversi, anche in TV. Un personaggio che, a carriera finita, ha chiuso la porta del ciclismo come pochi, ma interessante oggi come ieri.
Qui se ne è parlato e mi sembrava giusto riportare su questo thread.

Non so quanto di vero ci sia nell'aneddoto riportato testé sopra dall'iridato Claudio Dancelli, ma il suo racconto ha un pregio indubbio: rimarca al meglio gli aspetti di quel periodo poco edificante del ciclismo. Per me, il segmento più brutto della storia di questo sport....

 

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Livello Giro delle Fiandre




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  postato il 03/06/2007 alle 19:59
uno dei primi campioni che mi fece innamorare del ciclismo, il buon visentini....il suo giro vale mille volte quello di conconi-moser

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 20:15
Ora sono di corsa... ma Visentini mi piaceva... ne parlerò quando torno... Nino.,.non serve Mauro Facoltosi per sapere che non gli permisero di usarla quella foto... Fac ma lo sai che faccia ha Visentini??? scherzo...

 

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LA CAROVANA VA..CONFINI NON NE HA..E TUTTE LE DISTANZE ANNULLERA'!!
"..Dinnanzi a me non fuor cose create se non etterne.. Ed io in etterno duro!!
Lasciate ogni speranza voi ch'entrate...!!!

"C'è Bugno in testaaaa!!! è Bugnoooo!!! ed è campione del mondo Bugno su Jalabert!!!"

"...ma ti sollevero' tutte le volte che cadrai
e raccogliero' i tuoi fiori che per strada perderai
e seguiro' il tuo volo senza interferire mai
perche' quello che voglio e' stare insieme a te
senza catene stare insieme a te"...

"Cascata ha un pregio non da poco. ama il ciclismo e però lo riesce a guardare con l'occhio dello scienziato. informatissimo, sa sceglire personaggi sempre di levatira superiore, pur non "scadendo" nello scontato.
un bravo di cuore.
(post di Ilic JanJansen, nel Thread "Un ricordo: Pedro Delgado, il capitano di Indurain")

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 21:11
grande talento Visentini: forse il più completo (non il più forte) corridore da corse a tappe che abbiamo avuto negli ultimi 30 anni.
Forte sia in salita che a cronometro, però con un carattere sui generis.

Personalmente non mi andavano giù le sue continue lamentele, spesso anche senza motivo (e in questo mi ricorda molto l'allenatore dell'Inter, Roberto Mancini).
Ne ricordo un paio; al Giro del 1984 scappò con Fignon sul Passo del Tonale ma fu raggiunto prima di scollinare, e subito se la prese con le moto, colpevoli secondo lui di aver aiutato Moser a rientrare: fu smentito anche dal suo compagno di squadra Luciano Loro, che era nel gruppo della maglia rosa; l'anno dopo nel prologo di Verona gli bocciarono la bici con la ruota "incinta" e lui cominciò a lamentarsi come se da quella bici fosse dipeso il risultato del suo Giro: l'aveva provata appena mezz'ora.

Però quando vinse il Giro del 1986 fui veramente contento, e mi incavolai di brutto quando Roche gli tese la trappola a Sappada nel 1987; la sua mancanza di diplomazia lo penalizzò notevolmente, perchè aveva fatto capire a chiare lettere che lui al Tour ad aiutare Roche non aveva la minima intenzione di andarci.

Una cosa che non mi è mai andata giù è stato il suo totale disinteresse per il Tour de France.
Al Giro 1986 aveva tranquillamente messo sotto Lemond (che poi al Tour avrebbe dominato): non dico che potesse battere anche in Francia i vari Hinault, Fignon e Lemond, ma aveva tutti i mezzi per giocarsela con loro e quantomeno salire sul podio.
Invece per lui esisteva solo il Giro d'Italia.

Una curiosità: per buona parte della carriera aveva vinto solo cronometro e corse a tappe, e veniva definito il "corridore che vince senza alzare le braccia".
Evidentemente questa definizione deve essergli piaciuta, perchè quando gli capitò di vincere qualche corsa in linea continuò a passare la linea del traguardo senza alzare le braccia.

Infine un ricordo agonistico, la cronoscalata di San Marino nel 1987: una delle migliori esibizioni che ho visto in questo tipo di cronometro così particolare.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 21:25
a proposito della sua scarsa diplomazia,va rimarcato che anche nella trappola di Sappada la sua lingua lunga ha avuto la sua parte.
ad inizio Giro quando Argentin vinceva qualche tappa,gli e' stato chiesto se il veneto fosse pericoloso per la corsa alla maglia rosa.
"ma no"rispose il bresciano"alla fine conteremo le ore che avra' di distacco".
ovviamente questa frase non piacque molto a Moreno.che si vendicò(anche se non ce n'era bisogno,vista la crisi di nervi di Visentini).sul pezzo piu' duro della salita di Cima Sappada,ove mise alla frusta il gruppo con un allungo degno del miglior Argentin.e li' Visentini perse definitavemente la bussola e le ruote del gruppo.

 

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  postato il 03/06/2007 alle 21:47
credo che viste le sue scelte di vita, roberto visentini nn leggerà mai questo forum.
Peccato, mi piacerebbe che sapesse quanta passione c'è ancora intorno al suo personaggio.

Per me era un fenomeno!!!
Faceva il fighetta in un mondo dominato dai califfi? Almeno aveva coraggio!

Era ricco di famiglia e si sobbarcava le stesse fatiche di chi il ciclismo lo faceva per diventarlo? Chapeau!!

Gli hanno scippato due giri (quello "obbligatorio" per Moser, dei suoi civilissimi tifosi e degli elicotteri in faccia a Fignon; e quello di Roche). Un altro avrebbe ingoiato amaro e chinato la testa, lui no. E ripeto, di fatica ne faceva come gli altri.

GRANDISSIMO Roberto

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 22:01
Originariamente inviato da antonello64



Una cosa che non mi è mai andata giù è stato il suo totale disinteresse per il Tour de France.



infatti, a chi gli chiedeva il motivo di tutto questo suo snobbismo nei confronti della gran boucle lui soleva rispondere che con un paio di funerali tirava su lo stesso gruzzolo che avrebbe vinto trionfando al tour .suo padre ,infatti, era titolare di un impresa funebre.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 22:25
Originariamente inviato da pitoro
Gli hanno scippato due giri (quello "obbligatorio" per Moser, dei suoi civilissimi tifosi e degli elicotteri in faccia a Fignon; e quello di Roche). Un altro avrebbe ingoiato amaro e chinato la testa, lui no.


Che parole forti! addirittura "scippo", come se glieli avessero tolti con qualche imbroglio o con qualche atteggiamento fuorilegge.

Gli insulti dai moseriani Saronni li ha presi per tutta la carriera, così come Baronchelli, Fignon e tutti gli avversari del trentino (che in compenso si prendeva quelli dei saronniani), però solo Visentini è sceso di sella per ritirarsi.
La storia dell'elicottero poi è ridicola.

E Roche, pur con tutto il suo comportamento antisportivo, ha avuto la meglio sulla strada: non l'ha buttato per terra, nè gli ha bucato le gomme o l'ha preso a pugni.
Visentini aveva tutti i mezzi per controbattere la mossa dell'irlandese, bastava avere un minimo di freddezza: freddezza che però non ha mai avuto, ed è stato un suo grosso limite per tutta la carriera.

 

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Livello Gino Bartali




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  postato il 03/06/2007 alle 23:06
Originariamente inviato da antonello64

Originariamente inviato da pitoro
Gli hanno scippato due giri (quello "obbligatorio" per Moser, dei suoi civilissimi tifosi e degli elicotteri in faccia a Fignon; e quello di Roche). Un altro avrebbe ingoiato amaro e chinato la testa, lui no.




Che parole forti! addirittura "scippo", come se glieli avessero tolti con qualche imbroglio o con qualche atteggiamento fuorilegge.

Gli insulti dai moseriani Saronni li ha presi per tutta la carriera, così come Baronchelli, Fignon e tutti gli avversari del trentino (che in compenso si prendeva quelli dei saronniani), però solo Visentini è sceso di sella per ritirarsi.
La storia dell'elicottero poi è ridicola.

E Roche, pur con tutto il suo comportamento antisportivo, ha avuto la meglio sulla strada: non l'ha buttato per terra, nè gli ha bucato le gomme o l'ha preso a pugni.
Visentini aveva tutti i mezzi per controbattere la mossa dell'irlandese, bastava avere un minimo di freddezza: freddezza che però non ha mai avuto, ed è stato un suo grosso limite per tutta la carriera.




Antonello,
siamo quasi coetanei (io + vecchio, ahimé) quindi quelle cose le abbiamo viste tutti e due.
Io sarò anche accecato dall'amore e dalla stima verso uno che correva per passione, ma i fatti sono fatti. E non sono affatto ridicoli a mio avviso. In ogni caso fanno parte della storia del Giro.
Quel giro doveva essere di Moser, chiunque si azzardasse a scombinare il piano della rosea che l'aveva disegnato su misura e che pompava senza ritegno l'unto dal Signore (o unto dalla Gazzetta, in questo caso coincidono)doveva essere messo in riga. Con le buone (elicottero) o con le cattive (vedi anche il caso Rosola).

Che poi i tifosi trentini siano particolarmente "appassionati" lo sanno tutti. Chiedi a Belli, per esempio.


Lo scippo di Roche dimostra invece che Visentini non era un califfo. In quante altre squadre, a quei tempi, sarebbe potuta accadere impunemente una cosa del genere?

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 03/06/2007 alle 23:36
Originariamente inviato da pitoro
Antonello,
siamo quasi coetanei (io + vecchio, ahimé) quindi quelle cose le abbiamo viste tutti e due.
Io sarò anche accecato dall'amore e dalla stima verso uno che correva per passione, ma i fatti sono fatti. E non sono affatto ridicoli a mio avviso. In ogni caso fanno parte della storia del Giro.
Quel giro doveva essere di Moser, chiunque si azzardasse a scombinare il piano della rosea che l'aveva disegnato su misura e che pompava senza ritegno l'unto dal Signore (o unto dalla Gazzetta, in questo caso coincidono)doveva essere messo in riga. Con le buone (elicottero) o con le cattive (vedi anche il caso Rosola).



Anzitutto il comportamento dell'elicottero non lo ha visto nessuno, dato che il collegamento RAI ci fu quando gran parte della cronometro era stata disputata e Moser era già in vantaggio su Fignon.
Quindi chi tira in ballo quella storia, può solo fidarsi della parola di Fignon e Guimard.
L'elicottero fu tirato in ballo da Guimard come scusa di riserva, dopo aver visto che la scusa principale (le ruote lenticolari) non aveva riscosso molto successo nei media.
Il cronometro dice che il distacco tra Moser e Fignon a Verona era sulla falsariga della crono di Milano: quindi l'elicottero o c'era in entrambe le occasioni o non c'è mai stato.

In qualche altra parte del forum puoi trovare la versione di Giacomo Santini, che parlò con il pilota del famoso elicottero.

Se poi la Gazzetta avesse voluto aiutare Moser, c'erano metodi ben più semplici per farlo: ad esempio mettere una ventina di km in più a cronometro (il Tour metteva circa 140 km contro il tempo, il Giro quell'anno circa 85).

Poi, è chiaro, se a qualcuno sta antipatico Moser, tutti gli appigli sono buoni per denigrarlo.

 

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"L'uomo da battere è Gianni Bugno, e quasi certamente non riusciremo a batterlo" (Greg Lemond, Stoccarda, 24 agosto 1991)

"Il rock è jazz ignorante" (Thelonious Monk)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 04/06/2007 alle 00:08
che bel topic, comunque...pieno di aneddoti!

 

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...E' il giudizio che c'indebolisce.

 
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Livello Gino Bartali




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  postato il 04/06/2007 alle 10:00
Originariamente inviato da antonello64



Poi, è chiaro, se a qualcuno sta antipatico Moser, tutti gli appigli sono buoni per denigrarlo.



Eheheheh, tanto ognuno resterà della sua idea. Cmq a me non è antipatico Moser, mi è soltanto più simpatico Visentini (o non si era capito?)

 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Sep 2006

  postato il 04/06/2007 alle 11:14
al cronprologo,mi sembra a Lucca senza i presunti aiuti dall'alto,Moser straccio' la concorrenza rifilando tanti secondi a Fignon in pochi km..se ricordo bene piu' di 2 al km.Li' l'elicottero non c'entra nulla.
nella crono di Milano stessa storia.vinse nettamente.
ergo,non c'e' nulla di particolarmente anomalo nei distacchi della crono di Verona.

 

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non li senti?...questo e' il mio mondo..devo andare.

M.Rourke.THE WRESTLER.

 
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Livello Octave Lapize




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  postato il 04/06/2007 alle 11:54
Di visentini non ho un ricordo particolarmente piacevole.
Anch'io me lo ricordo un po' troppo piagnone. Può darsi che potesse avere anche qualche ragione, innegabilemente moser e saronni all'epoca godevano di privilegi mica da ridere, ma in ogni caso il giro da roche lo perse senza responsabilità esterne.
Ricordo una volta al tour, mi sembra, che alla conclusione di una tappa in salita, salì da martino per lamentarsi che i primi 40 andavano troppo forte, lasciando ovviamente intendere che la loro forza non dipendeva solo dalle gambe. All'epoca l'avevo intesa così, forse qualcuno ricorda meglio l'episodio.
fantastico poi l'arrivo con il dito indice alzato minacciosamente sul traguardo della tappa, il giorno del "tradimento" di roche
gall

 
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