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Autore: Oggetto: Bici Sport

Livello Luison Bobet




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  postato il 05/01/2010 alle 20:38
Bell'esercizio di ricerca della depilazione dell'uovo.... ogni volta che scrive Vicennati è un dio, ogni volta che scrive Neri jr è un somaro. Troppo semplice. E troppo banale. E' evidente che Contador è di tutt'altro spessore rispetto a Schleck, ma il ciclismo non è filosofia, è pedalare e mettere la ruota davanti all'altro (chi non lo pratica, non lo può capire, punto): non mi sorpenderei se Andy riuscisse a battere Alberto, perchè è un fuoriclasse ed ha margini enormi di crescita, anche se preferisco largamente lo spagnolo. Ma giudicare il corridore e l'uomo solo in base a ciò che dice ed a chi lo intervista è esercizio veramente indefinibile.
Luca Neri è stato criticato spesso anche dal sottoscritto, ma se fa qualcosa di buono bisogna per forza affossarlo? Io credo di no. Acquisto BS anche per leggere Neri jr, mentre Neri sr lo evito volentieri.
Neri jr sta un pò migliorando, a mio avviso: tu pensala come vuoi, tanto non importa... in questi casi mi dico quanto sia bello pensare e parlare liberamente, senza doversi per forza asservire a sostegno di questo o di quell'altro. Non sentirsi addosso 'obblighi di riconoscenza' è troppo bello....
Luca Neri, se mi leggi: vai così, stai migliorando. Non sarai un novello Garcia Lorca, ma il tuo lavoro lo stai facendo meglio.

 

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Verità e giustizia per Marco Pantani

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/01/2010 alle 21:28
Originariamente inviato da luke

ogni volta che scrive Vicennati è un dio


Oh, finalmente.
L'impressione è che, essendo Vicennati il "giornalista di Pantani", porti con sè una sorta di aureola che lo rende impareggiabile.
A me piace molto ma, ad essere sincero, ho scoperto una paio di cose poco simpatiche.

Quando Claudio aprì il thread sul Pantani grimpeur, mi piccai ri recuperare il numero di BS nel quale si paragonavano gli approcci di Pantani e Bartoli sulla Cipressa. Ho così iniziato a scorrere i vari BS delle annate 98-99-00, per curiosità e malinconia, e ho torvato numerosi (sono veramente numerosi) suoi articoli in cui incensa il tristemente noto Olivano Locatelli; piccole cose ma 1)Locatelli era spesso presente sulle pagine di quei BS in qualità di guru del movimento dilettantistico 2)Spesso l'intervistatore era Vicennati.
Strano.
Perchè poi, durante l'affaire Frigo, Locatelli e i suoi metodi da Gestapo vanno a mare. Peccato che, si scrive, fossero noti già dai tempi di Commesso, Bortolami, lo stesso Frigo.....
Se erano noti questi sistemi di esasperazione, perchè Locatelli ci veniva presentato, da BS e da Vicennati, come modello sportivo e di educazione?
E' una cosa che mi ha lasciato molto perplesso...

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 05/01/2010 alle 23:32
Mio caro carrefour de l'arbre, se non sbaglio fu proprio Vicennati a fare un'inchiesta molto dura su Locatelli qualche tempo fa.
I tempi nella vita possono essere diversi, una cosa si può scrivere quando è provata non solo quando si mormora e certo tutti, compresa repubblica, hanno avuto tempi diversi per dire le cose. Nel 1998 Conconi, per Repubblica,per esempio, non era certo il mostro che è divenuto dopo.
Una cosa è sapere e mormorare, un'altra scrivere su un giornale e esporsi a querele.
Quanto al "giornalista di Pantani", intanto spero che lo diventi sempre di più e meglio e poi, a parte il fatto che le mie preferenze sono di leggere quello che dice su Pantani, non penso che Vicennati abbia scritto solo di Pantani.
Infine carrefour, non è vero che io parli bene solo del "giornalista di Pantani", trovo, per esempio, che uno come Mura sia bravissimo ( nonostante con Pantani sia stato ambiguo parecchio ai tempi della gogna) e lo dico sempre, anche se non c'è un thread su Repubblica o Mura,come ho detto Sergio Neri è uno che è stato molto bravo, Bergonzi,Marco Grassi, non so non mi va di spremermi a cercarne altri, ma a me piace leggere e se leggo un articolo bello lo esalto, tutto qua.Spesso capita che sia di Vicennati ma questo dipende dalla qualità degli articoli e dal fatto che di giornali leggo Repubblica e BS, raramente altri.
Infine su "tolleranza zero" su cui non sono mai stata d'accordo con BS e Vicennati, non mi pare di averlo mai nascosto, è stata anche l'unica domanda sul doping che gli ho fatto nell'intervista di febbraio scorso.
E di tolleranza zero e di altro ho anche discusso al telefono con Sergio Neri, mesi fa,per una lettera che gli avevo scritto, non nascondendo quello che penso. Perché amo il ciclismo ( come pare a me) ma non campo di ciclismo.
Se davvero il ciclismo fosse solo, come dice Luke con la consueta malignità degna di miglior causa che da anni mi riserva con ammirevole costanza, tenacia e attenzione alla mia indegna persona, mettere una ruota davanti all'altro, non ci sarebbe questo forum, non ci sarebbero i giornali di ciclismo e i giornalisti: si attenderebbe di vedere quale ruota va avanti e quale indietro. E poi si leggerebbe su televideo: essere arrivato uno il ciclista Schleck, ciao mama!
Per fortuna non è così e si può scrivere con grazia anche di ciclismo, per lettori che sanno apprezzare. E che, liberamente, lo dicono come ho fatto io, con lo stesso diritto di chi non la pensa come me.

 

[Modificato il 06/01/2010 alle 00:21 by Donchisciotte]

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Livello Marco Pantani
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  postato il 05/01/2010 alle 23:49
Lo devo mettere qua perche hanno chiuso il thread, Prof. Roubaix, anche se avevo detto, per i motivi che ho detto nel thread chiuso, di non voler vincere il titolo di utente dell'anno, il tuo è il voto che mi ha fatto davvero piacere, perché inaspettato e perché siamo su posizioni opposte su quasi tutto, mi fa piacere, moltissimo, soprattutto la motivazione del tuo voto. Grazie.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/01/2010 alle 11:23
Donchi, la mia non è una critica verso di te o verso chicchesia.
Dico solo che, nel mare magnum di mediocrità della classe giornalistica (in generale, ma nello specifico parliamo di ciclismo) mi pare che Vicennati vada nella direzione opposta. Bravo è bravo, indiscutibilmente, però ultimamente mi sembra che nei suoi confronti si sconfini nel proselitismo.
Di certo non farà proseliti, tra le teste pensanti, un Capodacqua e i suoi irritanti scritti: gli va però riconosciuta una certa dose di coerenza che, a togliere la polvere sui vecchi BS, non sembra appartenere a Vicennati.

Ti riporto un esempio. Bs di aprile 99, quello con il resoconto della Sanremo. Si parla dell'apertura della stagione under 23.

"Altre corse, altre storie. L'apertura toscana dell'attività ha lanciato in alto le schiere Vellutex guidate da Locatelli e Tortoli, che in due settimane hanno sbaragliato il campo con Goustov e Becagli (?), Passeuello (?) e Giordani. Lo squadrone di Quarrata conta ventitrè atleti e due direttori sportivi. Locatelli è quello burbero, quello capace di mettere i ragazzi in bicicletta indicando loro la posizione perfetta: un tecnico eccellente [sic!]. Tortoli è quello più sottile, quello che raggiunge gli obiettivi più spinosi col sorriso sulle labbra e il gelo negli occhi. Locatelli ha il chiodo fisso del peso[sic!]: i corridori debbono essere magri e se per questo occorre gettare via crostate dalla finestra o seguirli fino alle pasticcerie (in cui cercano scampo), non si perde d'animo e parte in quarta. Anche Tortoli ha la testa al peso, ma preferisce ascoltare e scoprire così le scappatelle. difficilmente dice qualcosa: aspetta, pii colpisce.
nel ritiro di Santa Severa, dieci giorni prima delle corse , c'eraa becagli con dei chili di troppo. Lo vedevano mangiare in abbondanza, troppo per il lavoro che svolgeva. Così, senza tante parole, con l'appetito è aumentata ogni giorno e in modo esponenziale anche la razione di chilometri. E' durata tre giorni, poi il corridore ha capito l'andazzo e si è messo a regime. Infine, quando tutti gli altri sono tornati a casa, a lui è toccata una razione supllementare di ritiro: dopo tanto patire, il secondo posto alla Firenze_Empoli ha messo fine al supplizio e alle cattive abitudini."

Complimenti a Becagli per questo secondo posto, non mi pare però che queste metodologie di lavoro gli abbiano consentito una brillante carriera sulle Ardenne o nei GT.

Questo è un piccolo esempio, ma ne puoi trovare diversi in quelle annate. Locatelli viene costantemente incensato addirittura adducendo questi episodi come motivazione della sua eccellenza; quando invece scoppiò l'affaire-Frigo, le stesse motivazioni vengono addotte per dipingerlo come un aguzzino/dittatore/arrogante/profittatore.
Qui non è certo questione di tempi e modi, il giornale è lo stesso e idem per gli episodi. Non capisco perchè quindi, a distanza di 5 anni, il tecnico eccellente è diventato l'orco. Il paragone con Conconi non mi pare appropriato, dopotutto sembrava che Conconi portasse una ventata di scienza nella preparazione atletica: in realtà non era niente altro che doping, e probabilmente chi realmente sapeva non poteva parlare, che è diverso dal non volerne parlare.
Gli stessi episodi vengono presentati in due vesti diametralmente opposte. Perchè?

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 06/01/2010 alle 12:17
Secondo me è questione di tempi e di prove. Ti faccio un altro esempio, di Conconi chi avesse letto il dossier Donati pubblicato dalla Gazzetta nel 1996, sapeva tutto ( e il Coni sapeva dal 1994, visto che quel dossier è del 1994).
Eppure, come dico diffusamente nel capro espiatorio, fino a ottobre del 1998 Conconi sui giornali è riverito e ascoltato come membro del Cio, esperto di ciclismo, ulivista e amico di Prodi.
A ottobre 1998 diventa " Il dottor sangue" per repubblica.
Purtroppo è così, ci sono momenti in cui se scrivi vai incontro a una querela, altri in cui hai in mano maggiori prove.
E anhe sulle diete e i digiuni qualche tempo fa c'è stata un'inchiesta, proprio su BS, di Vicennati.
Errare è umano, perseverare è diabolico. Proprio poco tempo fa BS ( Beppe Conti) ha rievocato l'ora di Moser e ha ribadito l'idea di Conconi che portava la scienza nell'arcaico ciclismo, senza accennare minimamente al genere di guai di Conconi. Ecco, questo è perseverare. C'è persino una sentenza su Conconi ( di assoluzione per prescrizione ma che dice chiaramente le cose come stanno).
Saper rimeditare le cose che si sono pensate è nella logica umana, fino al 2005, per esempio, io pensavo tutto il bene possibile dell'operato della Ronchi, dal 2005 la penso molto diversamente. Se prendi quello che scrivevo della Ronchi ( non puoi, hanno cancellato tutti i vecchi forum di Pantani), ti assicuro che le idee sono cambiate di parecchio.
Purtroppo la vita è fatta anche di errori. Per tutti.
Proselitismo, mi sembra esagerato.
Io ho idea che della tanta gente che ha circondato Pantani e la sua famiglia uno dei pochissimi sinceri e davvero coinvolti emotivamente e esistenzialmente nella vicenda di Marco sia Vicennati. E mi aspetto molto da lui. Poi è un bravo giornalista, scrive da dio, con passione per la scrittura ,perché non dovrei riconoscergli onestà e bravura, attenzione alla scrittura che per me è importante?
Ho persino detto che l'intervista di Capodacqua a Bani è fatta benissimo, io se c'è il merito lo riconosco, tutto qua.
Gli errori e le contraddizioni fanno parte dell'umano, Pasolini diceva: Ragionare è anonimo, contraddirsi è personale.

 

[Modificato il 06/01/2010 alle 12:20 by Donchisciotte]

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/01/2010 alle 14:43
Originariamente inviato da Donchisciotte

Eppure, come dico diffusamente nel capro espiatorio, fino a ottobre del 1998 Conconi sui giornali è riverito e ascoltato come membro del Cio, esperto di ciclismo, ulivista e amico di Prodi.
A ottobre 1998 diventa " Il dottor sangue" per repubblica.



Donchi donchi, sta proprio tra le pieghe del tuo discorso la differenza tra i due casi. ma prima ti faccio un altro esempio.

Io e te e tutto il forum di cicloweb possiamo malignare su MilanLab e cosa possa voler dire. Ponendo di essere giornalisti, non potremmo però scrivere ciò che pensiamo: non abbiamo prove e, se anche le avessimo, ci farebbero a pezzi.

Di Conconi si maligna, poi Donati scopre il velo e dice quel che c'è da dire: nulla. Conconi è amico di Prodi. Conconi nel 1998 diventa il dottor Sangue. Quando cade il primo governo Prodi?

Il Vicennati invece racconta gli stessi fatti ma, a seconda dei momenti, li declina prima come disciplina da tecnico esemplare (1999) e poi come schizofrenie da persona invasiva e dittatoriale (2004 o giù di lì) sono gli stessi, e non neccesitano di prove e riscontri. Non è come per Conconi, di cui prima ci hanno venduto la versione del medico dello sport attento all'applicazione della medicina all'attività sportiva, e poi ce lo rappresentano come un Mabuse con un'artiglieria d'avanguardia. Su Locatelli gli episodi sono gli stessi, le persone che glieli raccontano (verosimilmente prima del 1999) sono le stesse. Il problema è che cambia completamente il modo di raccontare, e questo mi pone qualche dubbio circa l'eventuale (sottolineo "eventuale") opportunismo di Vicennati.

Non è che ce l'ho con lui ma non per questo, quando vedo queste macroscopische incongruenze, le abbuono in virtù dell'essere uno dei migliori giornalisti italiani di ciclismo.



 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 07/01/2010 alle 07:34
Però la diversità di trattamento su Locatelli l'ho notata anche io, ma mi chiedo se in realtà non siano davvero cambiate le cose nel corso degli anni. Ricordo una volta in una intervista a Gotti letta sulla Gazzetta, mi pare dopo che aveva vinto il primo Giro, in cui diceva che negli squadroni di Locatelli si vinceva tanto anche perché erano gli unici con tanti soldi e potevano prendere i migliori. Erano una specie di Real Madrid dei dilettanti ed era ovvio che vincessero. Forse dopo - diciamo dal 1995? - quando è venuta fuori la Zalf, poi le altre varie squadrone che anno dopo anno si sono prese i più forti, lo stesso Locatelli per vincere ha dovuto cambiare registro e allora - risparmiamoci per favore i soliti sospetti - ha spinto sul discorso della magrezza e magari ha esagerato, portando qualche ragazzo sull'orlo dell'anoressia.
Forse il discorso può essere anche quello. Del resto, da quando lo hanno messo sotto la lente e da quando si è fatto gli arresti domiciliari e ha smesso di avere degli sponsor milionari, anche i risultati e gli estremismi sono scesi. Non dico scomparsi, perché non lo so, ma cero le sue squadre sono fra le prime, ma non più le primissime. Come altre, su cui invece registro da parte di BS un cauto scetticismo, al minimo, ma senza gli slanci di una volta.

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/01/2010 alle 18:05
Leggo BS da tanti anni (almeno 18) è ho assistito a molti cambiamenti radicali nella politica editoriale della rivista.
Mi ricordo molto bene, ad esempio, del loro sperticato appoggio ai preparatori prima del 1998.
In particolare, mi colpì tantissimo una loro copertina di inizio 96 (non sono sicurissimo, ma mi sembra di ricordare Olano in maglia iridata) che presentava unaq foto di Rominger, Olano ed altri corridori in ritiro in Sudafrica accompagnati da Ferrari.
Che corridori di diverse squadra utilizzassero lo stesso preparatore era considerato una cosa normale.
Mi ricordo poi l'entusatico articolo su Cecchini dopo la vittoria di Riis al Tour.
Poi è arrivato la posizione anti preparatori e anti doping.
(Stesso dicasi di Locatelli, prima lodato poi odiato)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/01/2010 alle 21:24
BS ha cambiato notevolmente registro, scegliendo la strada che assicura loro il maggior numero di copie vendute. Sono convinto che se facessimo un sondaggio tra gli appassionati di ciclismo, la radiazione vincerebbe di gran lunga, come punizione per il ciclista dopato (che poi, tra questi "radiatori", siano pochi quelli che sarebbero in grado di motivare la loro idea in confronto a chi, invece, ragiona di pancia è un altro paio di maniche).

Tuttavia quello che proprio non mi è piaciuto di questa mia "riscoperta" non è tanto l'idea che Locatelli potesse essere considerato una brava persona; è che, dopo l'affare Frigo, Vicennati lo distrugge descrivendo con dovizia di particolari aneddoti che solo cinque anni prima venivano usati per incensarlo.

Costui, da tecnico eccellente, diventa improvvisamente l'orco, il mostro, la pecora nera;

Sbaglio o questo ricorda un altro caso?

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 07/01/2010 alle 22:42
No, non ricorda per niente un altro caso.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/01/2010 alle 23:11
ci assomiglia molto

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 08/01/2010 alle 07:11
Carrefour, d'accordo su tante cose, ma su questa non ti seguo. Le valutazioni possono cambiare e anzi devono essere cambiate se gli elementi che si acquisiscono aprono altri scenari. E poi ci sta anche che le persone cambino e cambino le loro stesse condotte. Tu sei certo che il Locatelli dei primi tempi, quello che aveva imparato da Cioli come si guidasse una squadra, fosse uguale a quello che poi a un certo punto è stato arrestato per cose non proprio onorevoli?
Io no, così come penso che anche la valutazione sui preparatori si cambiata negli anni alla luce di quello che negli anni veniva scoperto. Qui non si tratta secondo me di usare le persone in base a quello che fanno vendere, perché magari sbaglio, ma Locatelli di copie ne sposta pochine. Secondo me invece si tratta di aver seguito negli anni le evoluzioni di certi comportamenti. Credo che la revisione sul personaggio sia iniziata prima di Frigo, mi pare che già nel 2000 e nel 2001 fossero partite le prime "botte", con la storia dell'antisportività delle tante affiliazioni e la scorrettezza e la "violenza" verso Caruso a favore di Popovych (altro non ricordo e non avrei troppa voglia di soffiare via la polvere da quelle riviste, sennò mia moglie chi la sente...) mentre Frigo venne fuori nel 2005 se non sbaglio.
Insomma, c'è chi dice che Mussolini all'inizio abbia fatto buone cose e poi sia degenerato e ne abbia fatte di sbagliate. Per me le ha fatte sempre sbagliate, ma credo che anche Locatelli possa aver sempre avuto metodi da dittatore nelle sue squadre, ma che a un certo punto anche lui abbia cambiato registro, scadendo. Se chi ha raccontato Mussolini avesse sempre continuato a dire che era un grande, allora sì che avrei visto del marcio. Quelli che hanno detto il contrario (e che per questo sono stati anche censurati o peggio) hanno dimostrato di aver voluto guardare oltre la cortina della propaganda.
Ed è comunque chiaro, al di là della capacità di indagine di questo o quel giornalista, che se i corridori non confermano voci e sospetti, è difficile - almeno credo - scrivere senza beccare denunce. Un conto è che ti dicano ridendo: non ci dava da mangiare, oppure: ci teneva a stecchetto. Un conto è raccontare con dovizia di particolari e senza ridere che a causa di questi suoi metodi, qualcuno è finito dal dottore con patologie serie.
Ecco perché su questo non riesco seguirti e perché francamente questo caso non me ne ricorda altri in particolare. Un saluto

 

[Modificato il 08/01/2010 alle 07:15 by grilloparlante]


 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 08/01/2010 alle 12:12
Comunque, devo dire che un po' mi fa sorridere il paragone fra l'inchiesta sui digiuni e su Locatelli di Vicennati e la persecuzione mediatica di cui è stato oggetto Pantani ( perché è a Pantani che ti riferisci no? Carrefour).
Ha qualcosa del teatro dell'assurdo...

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/01/2010 alle 13:49
Originariamente inviato da grilloparlante

Tu sei certo che il Locatelli dei primi tempi, quello che aveva imparato da Cioli come si guidasse una squadra, fosse uguale a quello che poi a un certo punto è stato arrestato per cose non proprio onorevoli?


Beh, a meno di non essere proprio addormentati, Vicennati probabilmente sapeva ciò che avveniva nelle squadre di Locatelli. ma non è tanto il fatto di cosa avvenisse, quello ormai lo sappiamo (così come immaginiamo cosa succede anche in altre squadre di dilettanti, portate ad esempio come squadre pulite e che fanno crescere i ragazzi - ma che poi saltano anche i controlli, all'occorrenza, senza che nessuno dica niente).

Ricordo benissimo l'articolo di Vicennati su Locatelli, quello del 2004: presi per buono tutto quanto scrisse. Ora non ce l'ho sottomano, ma mi pare che l'unica forzatura fosse il fatto di addebitargli la rottura del piede di un corridore a casusa di una scivolata entrando in una pasticceria; colpa, secondo Vicennati, di una scappatella dovuta alla troppa rigidità alimentare dello stesso Olivano.

Però riscopro i BS dell'epoca e mi accorgo (del cambio di politica culturale me ne ero accorto e infatti ho smesso di comprarlo) che Vicennati, una delle migliori penne del giornalismo italiano, usava gli argomenti, utilizzati per massacrarlo, anche per dipingerlo come un tecnico eccellente.
A me sembra piuttosto grave. Perchè qui non è questione di cambio di mentalità, sua o del giornale: qui, tenendo fermi i fatti (su cui ritengo non sia possibile una mediazione: o li si assume come disciplina neccessaria, o li si assume come inutili e pesanti crudezze, è un pò come il dibattito sul body scanner, c'è chi ingoia anche questa in nome della sicurezza e chi, come me, la ritiene un'altra boiata) si passa dal bianco al nero, il tecnico eccellente diventa l'orco, la bestia nera.

Il paragone con Pantani è ovviamente forzato, però.....Prima quest'uomo viene riempito di soldi (dagli sponsor) e gli si permette di fare di tutto, ai suoi atleti, agli altri atleti, ai tecnici e agli organizzatori; improvvisamente, arrestato per fatti di doping, viene abbandonato da molti dei suoi leccapiedi e il giornalista migliore fa partire il suo fuoco di fila. C'è voluto il padre di Frigo per dargli coraggio?

Il paragone è forzato ma la storia assomigli assai. ma non è questo il punto. Il punto è perchè Vicennati non abbia messo in guardia il lettore medio di BS che il tecnico eccellente, che vince e stravince, è in primo luogo un gran pezzo di m****. Non dico scrivere: "li bomba". Dico scrivere che i successi di questi ragazzi sono frutto di enormi sacrifici, forse superiori a quelli effettivamente richiesti in ragione dell'età, della categoria e dei comunque ottimi risultati. Questo non l'ho letto, ai tempi d'oro.

 

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Livello Eddy Merckx




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  postato il 08/01/2010 alle 19:21
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre


il dibattito sul body scanner, c'è chi ingoia anche questa in nome della sicurezza e chi, come me, la ritiene un'altra boiata


Su questo sono pienamente d'accordo con te, Ale. L'idea che quest'anno possa ingollarmi 50 od 60 RX o piu' mi sconvolge e non mi fa dormire la notte. Mah ... mi scappa da ridere a pensare che qualcuno possa scambiare per sicurezza questa massificazione scannerizzata. Forse era proprio cosi' che i terroristi pensavano di farci fuori. Quattro o cinque anni di questa cura e tutti al Creatore con un bel tumoraccio ...

Per il resto, non posso che congratularmi con tutti e due, Grillo e Ale/Carrefour per questo bel dibattito. Ricordo perfettamente anch'io la posizione di BS, ma potrei dire di tutta la stampa italiana di quell'epoca. Maria Rita ricorda, anche lei giustamente, quale era la percezione che la gran parte dei giornalisti aveva di Conconi. Soltanto dall'estero (segnatamente dalla Francia) qualcuno, non ricordo chi, si scandalizzava per le vittorie dei Colombo, fei Furlan e dei carneadi del ciclismo italiano.

Non dico che fosse facile riconoscere in quei personaggi ed in quel ciclismo la peggior continuità con l'epoca delle pastiglie ma, per chi aveva già qualche anno sulle spalle, non era nemmeno troppo difficile. Per tanti il record di Moser fu una pagliacciata e niente piu'. Era anche l'epoca dei fuochi artificiali al tour per personaggi alla Rooks e Theunisse, precursori forse del ciclismo degli Armstrong e dei Contador. Insomma, c'era già abbastanza carne al fuoco per capire cosa stava accadendo e francamente non so se giovani come Vicennati potessero o dovessero già leggere quegli avvenimenti nella giusta luce.
Se non potevano (o volevano) loro, avrebbe però dovuto farlo il loro direttore, per il quale non valeva di certo quell'attenuante.

Quello che però mi sento di dire è che non è materia che si presti a giudizi netti ed è per questo che apprezzo sia l'una che l'altra delle vostre posizioni. Gli avvenimenti di vent'anni o trenta addietro vanno sempre letti con una lente un po' speciale. Questo ovviamente non si applica ad eventi che sin dall'inizio hanno una caratterizzazione molto precisa. Sul caso Pantani non sono ammessi dubbi.

 

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(dalla poesia "Saluto e augurio" - "La nuova gioventu'" di P.P. Pasolini - Ediz. Einaudi)

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 09/01/2010 alle 17:55
I 3d sulle riviste ciclistiche sono gli unici che ancora leggo regolarmente sul forum, oggi non riesco proprio a stare fuori dal dibattito su BS, incredibile!!! Ricordo ancora perfettamente la password....

Siete stupefatti dall'atteggiamento di BS nel corso degli anni? Cosa c'è da stupirsi non capisco proprio.... BS un giorno incensa un personaggio e il giorno dopo lo distrugge.
BS sa sempre quello che fanno i protagonisti del mondo del ciclismo e se è necessario si lodano, se è utile si sbrodano per poi massacrarli quando fa comodo. Non c'è bisogno di andare a leggere tanto indietro negli anni.

Secondo me Neri jr è migliorato solo perchè ha letto le critiche qui, non certo perchè un giorno si è svegliato ed ha scoperto di essere più bravo! Vicennati invece avrà scritto quel che ha scritto sui preparatori allora, perchè allora l'aria non era sospettosa anzi, tutto faceva presagire un futuro radioso per il ciclismo. Oggi l'ambiente viene visto come torbido e marcio e BS amplifica queste sensazioni perchè gli appassionati sentano la mancanza del ciclismo che fu.

Ciao belli e buon 2010!

 

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Michela
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Vita in te ci credo le nebbie si diradano e oramai ti vedo non è stato facile uscire da un passato che mi ha lavato l'anima fino quasi a renderla un po' sdrucita. Anche gli angeli capita a volte sai si sporcano ma la sofferenza tocca il limite e cosi cancella tutto e rinasce un fiore sopra un fatto brutto



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Livello Moreno Argentin




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  postato il 09/01/2010 alle 22:36
Quello che penso l'ho detto poche righe sopra, aggiungo solo che qui forse si fa un uso un po' spregiudicato del senno di poi... Allora dovrei pensare che sapessero che Basso faceva le sacche e l'hanno coperto fino al giorno in cui è venuta fuori l'operacion puerto?
No, non credo sia così. Allo stesso modo con Locatelli. Secondo me, se vuoi emozionare col tuo racconto , devi tu per primo provare emozioni. Quindi devi credere in quel che vedi, non c'è emozione sapendo di avere davanti dei farabutti o degli imbroglioni.
Preferisco credere nella buona fede di chi scrive su Bs, perché tante volte leggendo la loro delusione, vi ho riconosciuto la mia.

 

[Modificato il 09/01/2010 alle 22:40 by grilloparlante]


 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 10/01/2010 alle 11:50
No, Micky, la vocazione persecutoria, PER FORTUNA, non è assolutamente nelle corde di BS, di nessuno di chi ci scrive.
Si limitano, dopo che uno è stato beccato, a non parlarne, tipo il silenzio e la meditazione nel tempo dell'espiazione, poi, scontata la pena, riaccolgono ( come è stato per Basso), senza dimenticare ma anche senza ossessionare con il ricordo.
Sinceramente non ho mai visto nessuno messo alla gogna in modo feroce da BS ( qualche battuta del direttore Neri su Piepoli, uno spazio dato a Saronni contro Basso e rimediato un po' maldestramente dal Direttore, anche perché l'intervista a saronni l'aveva fatta il figlio e il figlio nulla aveva replicato a Saronni).
Sul beccato cala il silenzio, un po' l'idea che chi è beccato non deve avere una ribalta ma meditare nel silenzio , un'idea un po' cattolica, forse, ma MERITORIAMENTE, non persecutoria.
Poi ci sono, come ho già detto, tempi e prove per poter fare inchieste di un certo tipo, le fai quando hai le prove e, probabilmente, le prove ( cioè magari dichiarazioni chiare e pubblicizzabili, non private, da parte di atleti) le hai quando i fatti diventano palesi( come è stato con i domiciliari di Locatelli).
Tuttavia non mi pare fosse un'inchiesta ( quella dei digiuni) persecutoria, anche perché la gogna non educa a niente, mette il perseguitato in una sensazione di ingiustizia subita.
Se non ricordo male si parlava dei digiuni, con foto varie anche di professionisti, si diceva chiaramente che si stava parlando di " estremizzazioni" e non di doping.
E questo mi pare meritorio perché i digiuni, che secondo me sono anche funzionali al doping, sono molto ma molto pericolosi in ragazzi giovani, la via dell'anoressia non è infrequente, purtroppo.
Ci sono sempre tempi giusti, l'importante è non restare fossilizzati su certe posizioni.
Negli anni sessanta il mito, esaltato da tutti, delle ragazzine era Twiggi, modella scheletrica. Anni dopo si è capito che tipo di modello negativo rappresentino le modelle scheletriche, allora nessuno scriveva niente del genere.
Dario Fo , giovanissimo, è stato repubblichino, nel tempo mi pare abbia abbondantemente capito di essersi sbagliato, per giovinezza e scarsità di informazioni.
Tante sante della chiesa ( Santa Teresa d'Avila, per esempio) sono state esaltate come sante, appunto, adesso si sa che erano certamente anoressiche ( sulla santità non mi pronuncio, essendo oggetto di fede) e si parla, in un bellissimo libro, di "Santa anoressia".
Nei cambi di opionione o di conoscenza dei fatti o di dicibilità dei fatti non c'è sempre malafede, l'importante è non diventare mai persecutori.
Infine Micki, Neri junior non è migliorato, secondo me.Magari bastasse leggere il forum di cicloweb!

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 10/01/2010 alle 13:50
BS Aprile 1999 - E. Vicennati
"[...]Locatelli ha il chiodo fisso del peso[sic!]: i corridori debbono essere magri e se per questo occorre gettare via crostate dalla finestra o seguirli fino alle pasticcerie (in cui cercano scampo), non si perde d'animo e parte in quarta. Anche Tortoli ha la testa al peso, ma preferisce ascoltare e scoprire così le scappatelle. difficilmente dice qualcosa: aspetta, pii colpisce.
nel ritiro di Santa Severa, dieci giorni prima delle corse , c'eraa becagli con dei chili di troppo. Lo vedevano mangiare in abbondanza, troppo per il lavoro che svolgeva. Così, senza tante parole, con l'appetito è aumentata ogni giorno e in modo esponenziale anche la razione di chilometri. E' durata tre giorni, poi il corridore ha capito l'andazzo e si è messo a regime. Infine, quando tutti gli altri sono tornati a casa, a lui è toccata una razione supllementare di ritiro: dopo tanto patire, il secondo posto alla Firenze_Empoli ha messo fine al supplizio e alle cattive abitudini.[...]"

BS Settembre 2005 - E.Vicennati.

"[...]Si deve vincere e per farlo si deve essere magri, magrissimi. E' giusto che il corridore impari ad avere una discilina alimentare, ma è sbagliato costringerlo a diete assurde o a saltare i pasti. Eravamo presenti quando a un corridore di nome Becagli, che aveva il difetto di mangiare davvero troppo, venne a sua insaputa prequisita la stanza del ritiro, in cerca di dolciumi[...]". Becagli? Non era quello che grazie (nel 1999) a questi metodi otteneva ottimi risultati?

"[...] Ma il messaggio del padre di Frigo richiede attenzione. Certo, sarebbe stato meglio se si fosse alzata la mano a suo tempo, se ci fossero già state delle denunce, ma quando ci sono di mezzo i giovani, l'importante è iniziare. Anche se fino a qualche anno fa il fumo negli occhi bastava per garantire foto, articoli e impunità. Adesso basta, bisogna cominciare a parlare [...]".

"[...] Va avanti da anni, ma negli ultimi sei o sette anni la situazione è peggiorata. Così dicono i suoi corridori, così si riscontra sul campo [...]".

"[...]Il ciclismo è uno sport bellissimo e una bellissima scuola di vita. Facciamo in modo che anche i maestri ne siano degni. E la federazione cosa fa?[...]"

Come Bani. Il "sistema". Tutta colpa del "sistema". A questo punto però traggo la mia conclusione: anche Vicennati fa parte del "sistema", non credo ci sia molto da aggiungere. Qua non è un uso spregiudicato del "senno di poi", come mi imputa Donchi e su cui mi invita a riflettere anche prof. Qua ci troviamo di fronte ad un radicale (opposto) cambio di opinione nei confronti di un personaggio, già ampiamente discusso ai tempi in cui veniva idolatrato.

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 10/01/2010 alle 16:46
E questo sarebbe un articolo persecutorio? Questo sarebbe il radicale cambio di opinione? Dai, tanto rumore per nulla.
Nel 1999 si racconta di un ciclista che obiettivamente mangia troppo ( pure questo non si fa, né troppo né poco) a cui vengono buttate le crostate dalla finestra.
Sei anni dopo si racconta dello stesso ciclista, che obiettivamente mangia troppo, e si parla di un trattamento più rude, si dice che la rudezza va avanti da anni ma che negli ultimi sei è peggiorata ( cioè dal 1999, data del primo articolo) e che di questo peggioramento parlano i ciclisti di Locatelli e si riscontra sul campo. E si dice pure che , forse, le denunce ( ovviamente da parte dei ciclisti) dovevano partire prima.
Mi pare che l'articolo del 2005 sia assolutamente coerente con quello del 1999.
Come stessero i fatti nella realtà io non lo so, ma certo il racconto dei fatti è assolutamente coerente, nel 1999 e nel 2005.
E siccome credo nell'onestà di Vicennati, penso che quello che si sapeva nel 1999 con certezza documentata fosse quello.
Se queste sono le persecuzioni, l'accanimento, la gogna per un DS, beh... penso che il senso delle proporzioni dovrebbe aiutarci.

 

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  postato il 10/01/2010 alle 17:26
Ma hai letto per bene? Si parla degli stessi fatti, comportamenti, personaggi, modus operandi. Nel 1999 era cosa buona e giusta; nel 2005, dopo che l'andazzo va avanti da anni (lo dice lo stesso Vicennati) basta, tutto ciò non può più andare bene. Anzi, perchè non ci sono state denunce prima? E dov'era la Federazione? Questo si chiede Vicennati.

Non è che gli aneddoti si sono tradotti in prove: sono rimasti aneddoti perchè nel mondo omertoso del dilettantismo (lo è quello pro, fiugurarsi nei dilettanti) tutti ne parlano a microfoni spenti. Se sono rimasti aneddoti, perchè adesso Vicennati li riporta dettagliandoli? Solo perchè Locatelli è stato in galera per questioni di doping? Ma questo non c'entra nulla con i metodi da Gestapo applicati ai suoi atleti....

No, qui c'è un vero e proprio cambio di presentazione del personaggio: prima alle stelle e poi alle stalle. Considerando che, per dirla alla Pantani, "era tutto alla conoscenza di tutti" (fondamentalmente lo scrive lo stesso Vicennati), perchè Locatelli è stato impallinato in quel modo?

Mi chiedo solo quando avverrà questo cambio di opinione anche verso la Zalf, che due o tre porcate ultimamente le ha fatte...

 

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  postato il 10/01/2010 alle 19:23
Becagli si presentò a quel ritiro di Santa Severa con una vagonata di chili in eccesso. Trattandosi di un velocista che avrebbe dovuto andare forte in avvio di stagione, in squadra scattò l’allarme: il ragazzone si staccava anche sui cavalcavia e per fare la volata alla Firenze-Empoli, mondiale toscano di inizio stagione, occorreva digerire anche delle salite vere.
Era un ritiro insolito. Si erano fuse la squadra toscana con l’ironia di Tortoli e quella bergamasca con i modi rudi di Locatelli. Tortoli faceva battute strette in toscano, Locatelli non capiva e si offendeva, Tortoli rideva ancora più forte.
I pochi corridori con eccesso di peso venivano fatti sedere a un tavolo, gli altri erano accanto. Quando fu evidente che Becagli continuava a mangiare ben più di quanto gli servisse, fu spostato nel girone dei... golosi. Ugualmente, nonostante i tanti chilometri in allenamento e i pasti sotto stretto controllo, il ragazzo non perdeva peso e così i direttori sportivi si convinsero che avesse qualcosa da mangiare in stanza e andarono a controllare.

«Lo vedevano mangiare in abbondanza, troppo per il lavoro che svolgeva. Così, senza tante parole, con l'appetito è aumentata ogni giorno e in modo esponenziale anche la razione di chilometri. E' durata tre giorni, poi il corridore ha capito l'andazzo e si è messo a regime. Infine, quando tutti gli altri sono tornati a casa, a lui è toccata una razione supplementare di ritiro: dopo tanto patire, il secondo posto alla Firenze-Empoli ha messo fine al supplizio e alle cattive abitudini».

Becagli infatti alla fine dimagrì e ottenne qualche buon risultato, ma i tanti chili che perse servirono appena a riportarlo attorno al suo normale peso forma. Non si stava parlando di un atleta in condizione costretto a dimagrire contro la sua natura: si trattava di un corridore che mangiava e continuava a mangiare troppo.
Come disse Ballerini: «Il guaio del Pieri non è che mangia... E’ che rimangia!».
Era giusto in altre parole dire che il corridore non può essere grasso, poi però occorre anche fare dei distinguo. Primo punto da tenere a mente.

«E' giusto che il corridore impari ad avere una disciplina alimentare, ma è sbagliato costringerlo a diete assurde o a saltare i pasti. Eravamo presenti quando a un corridore di nome Becagli, che aveva il difetto di mangiare davvero troppo, venne a sua insaputa prequisita la stanza del ritiro, in cerca di dolciumi».

Mi pare abbastanza chiaro che il fatto di perquisire la sua stanza sia stato indicato come esempio negativo e che quello che in un primo momento era sembrato un fatto isolato, una volta degenerato e divenuto prassi abituale ai danni di altri, sia stato ricondotto in ben altro alveo.
Ma tornando nel merito, puoi essere grasso e voler mangiare come un toro ed è compito del tuo tecnico evitare che tu continui a farlo e spiegarti il perché, poi però sta a te.
Possono costringerti ad allungare l’allenamento o tenerti in ritiro qualche giorno più degli altri, ma quanto può durare questo regime di costrizione? Forse per il tempo del ritiro, forse per il tempo di una stagione (ma è già tropo).
Detto questo, se alla fine non capisci che essere magro è una necessità del tuo mestiere, e qui il doping non c’entra, forse è meglio che cambi strada. E infatti Becagli cambiò squadra e alla fine smise di correre, mentre a Locatelli contestammo più volte che un conto è insegnare a un atleta il perché delle cose che fa e un conto è costringerlo a farle senza dargli gli strumenti per capirne l’utilità. Secondo punto da tenere a mente.

Altra cosa è la storia di un corridore meridionale, fortissimo fra gli juniores e per nulla goloso né grasso (mi ha sempre chiesto di non fare il suo nome, anche se nell’ambiente la storia è nota), che cinque anni dopo quei giorni di Becagli piombò nell’anoressia, spogliato dei suoi muscoli e delle sue certezze a causa di un’estremizzazione di atteggiamenti che un tempo erano appena accennati.
Gli aneddoti, amici, sono diventati prove, ma né la federazione né il Coni ritennero di approfondire.
Atleti pesati due volte al giorno: ossessione. Atleti fatti allenare di pomeriggio sotto l’acqua per altre tre ore solo perché non avevano pulito la bici: altra ossessione. Atleti fatti spiare dalla cuoca del ritiro: malattia. Atleti probabilmente plagiati al punto da farsi la spia l’uno con l’altro: follia. Ma tutto questo venne dopo. Terzo punto da tenere a mente.

Locatelli è uno che ha dei meriti: di ciclismo se ne intendeva più di altri (uso l’imperfetto perché i tempi e le teorie del ciclismo sono cambiate e la sua evoluzione non è andata di pari passo) ed è ancora uno dei pochi che, forse in virtù della sua esperienza, sa programmare bene le stagioni degli atleti.
Questo però non significa che sia un grand’uomo o un personaggio da prendere ad esempio. Forse lo è stato, tecnicamente, all’inizio. Poi probabilmente è stato colto dalla voglia di rimanere primo a tutti i costi, quel senso di onnipotenza che a volte colpisce chi è stato a lungo tanto in alto e crede di essere destinato a rimanerci per sempre.
Dal 1999, circa, dagli anni delle cinque affiliazioni e delle 90 vittorie a stagione, le cose sono precipitate. Sono cambiati gli atteggiamenti nei confronti dei corridori e quelle che prima erano le sue sfuriate variopinte, che si limitavano al lancio della crostata o agli strilli nelle stanze del ritiro, sono diventate imposizioni pesanti, culminate con gli allenamenti notturni a Livigno che, stigmatizzati su Bicisport, portarono anche a un paio di aggressioni verbali verso il sottoscritto (ben prima che venisse arrestato), con tanto di minaccia di querela (chiedere a chi era presente all’arrivo sul Gran San Bernardo al Val d’Aosta del 2001, mi pare, tappa vinta da Pidgorny).
E le cose hanno continuato a cambiare, arrivando all’aggressione e i pugni in corsa al figlio di Gazzoli nelle Marche; l’eccesso di pressione nei confronti dei ragazzi costretti a non mangiare e allenarsi allo sfinimento e tutta una serie di fatti ora documentabili attraverso il racconto degli stessi atleti; gli atteggiamenti inspiegabili di cui può raccontare Marco Saligari nel primo anno di Popovych alla Landbouwkrediet; sino ai fatti che lo portarono agli arresti, ma essendo quella una vicenda ormai prescritta e conclusa, c’è tanto da immaginare e poco da scrivere... Quarto punto.

Non so, forse faccio davvero parte di un sistema. Oppure più semplicemente racconto ciò che vedo con la più grande onestà possibile e poi, laddove mi renda conto di dover cambiare registro, con la stessa onestà provvedo a farlo. Preferisco scrivere che Zanette è morto d’infarto, ben sapendo quel che si dice in giro e che sarà comunque scritto il giorno dopo su altri giornali. Preferisco scrivere che Pantani è stato mandato a casa dal Giro per un controllo lacunoso, invece di scrivere doping.
C’è un cartello nella stanza di Sergio Neri, che recita: Racconta, non fare il furbo.
Bè, liberi di non crederci, ma è la sola regola cui mi sia attenuto fino ad oggi e cui continuerò ad attenermi.
Se qualcuno sa cose e ne ha le prove, alzi pure il telefono oppure scriva: magari si potesse fare di più!
Io so quanto male possa fare un articolo ingiusto. Allora preferisco informarmi, avere le carte in mano e la coscienza a posto. Il giorno in cui dovrò scriverene uno più duro di altri, il soggetto in questione non potrà dire che ci sia stata persecuzione. Meglio partire dai fatti, non dalle voci.
Sul primo Locatelli, quello che ho conosciuto nel 1992, non c’erano voci particolari. Aveva degli eccessi. Se a Bergamo pioveva, li caricava tutti in ammiraglia e li portava ad allenarsi sul Garda. Ha sempre avuto il mito del peso, ma i suoi corridori hanno sempre tenuto crostate, nutella e bibite sul cornicione del Ventolosa di Villa d’Almè: lui lo ha sempre saputo (chiedete a Belli, Bortolami, Fina, Gotti e gli altri), ma finché i ragazzi continuavano ad allenarsi e a vincere aveva poco di cui lamentarsi. E vittorie ne venivano tante: aveva tutti i migliori, era l’unico con i soldi e non aveva problemi a fare mercato.
Quando però le voci su di lui sono aumentate, quando sono calate le vittorie e probabilmente sono aumentate la concorrenza, le pressioni degli sponsor e la necessità di restare in alto, quando alle voci è stato possibile abbinare i fatti, quando cioè gli aneddoti si sono trasformati in prove, i toni di Bicisport sono cambiati.

Non crediate che raccontare il bello o il brutto di Locatelli attiri folle di lettori. A fronte delle migliaia che per fortuna ci comprano ogni mese, quanti sarebbero quelli che lo farebbero solo per leggere il bello o il brutto di Olivano?
Non vale la pena rischiare l’onorabilità e la propria firma facendo simili calcoli, per nessuno.
Della Zalf abbiamo scritto, dei controlli saltati, di strani mal di pancia e cose simili. Ma a parte le voci, la federazione ha archiviato il caso e anche se le risposte ricevute non ci hanno soddisfatto del tutto, non possiamo far altro che continuare ad osservare tenendo tutto a mente.
Non sono il miglior giornalista del mondo e mai lo sarò, spero però di rimanere fra quelli onesti. Questo è quello che dovevo o che sentivo di dovere, continuerò a leggervi, assicurando che a Bs ce la mettiamo tutti davvero tutta per fare ogni volta il massimo. Ognuno con le sue corde e le sue capacità. Non entro nei vostri giudizi, ma ringrazio per le belle parole. Ricordo però che non tutti sono campioni, non tutti vincono, ma magari sanno far vincere. Alle volte è meglio una squadra compatta che ce la mette tutta, di un campione che non si allena e vive di parole. Un abbraccio e buon 2010 a tutti.

 

[Modificato il 10/01/2010 alle 19:33 by enzo.vice]


 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 10/01/2010 alle 22:50
Sì, Carrefour, avevo letto benissimo e capito altrettanto bene.
Mi pare confermato anche dall’ottimo intervento di Vicennati che fa chiarezza, come è giusto e, in più, generosamente, offre un’intensa riflessione sul giornalista e il modo di esserlo, come Kapuscinski, Vicennati sa che un giornalista deve , prima di tutto, essere buono, che non significa opportunista ma rispettoso dell’altro.
Questo post di Vicennati non fa che confermarmi nell’opinione che ho di lui e mi fa piacere che anche dentro BS ci sia attenzione per il mondo di internet.
Del resto, Carrefour, se consideriamo persecutori e indicativi di un opportunistico cambio radicale di opinione gli articoli che hai postato e che Vicennati ha commentato, poi ci mancano le parole per definirne altri.
Come potremmo chiamare, allora, articoli che parlano di un campione a me molto caro come “ campione di improntitudine che sfrutta quel po’ di benevolenza che ancora riesce ad accaparrarsi fra la gente” o “ mozzarella di bufala”, quando fino al 5 giugno 1999 si erano esaltate le sue imprese senza suggerire dubbi anche minimi, o articoli scritti da chi ancora non ha digerito la cena fatta con lui e che di primo mattino parla di “traditore”. O articoli, appunto, che senza aspettare almeno l’autopsia ,parlano di Zanette e del doping di cui sarebbe morto?
Poi ci mancherebbero le parole. Le parole vanno usate con cautela.
Il miglior giornalista del mondo non esiste ( come non esiste il miglior scrittore o musicista o pittore ecc.), ma, sicuramente, Vicennati fa il suo lavoro con onestà, passione, attenzione all’uomo che c’è dietro il campione, dietro il dopato, dietro l’ossessivo allenatore. Riflettendo su se stesso e sul suo lavoro,sapendo che un articolo può fare male parecchio. Francamente, carrefour, hai sbagliato bersaglio. Capita.

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 11/01/2010 alle 20:32
Ringrazio Vicennati dell'intervento. E' una posizione che chiarisce parte delle ambiguità che ravvisavo, ma che a mio parere non chiariscono tutto.

Originariamente inviato da enzo.vice

Dal 1999, circa, dagli anni delle cinque affiliazioni e delle 90 vittorie a stagione, le cose sono precipitate. Sono cambiati gli atteggiamenti nei confronti dei corridori e quelle che prima erano le sue sfuriate variopinte, che si limitavano al lancio della crostata o agli strilli nelle stanze del ritiro, sono diventate imposizioni pesanti, culminate con gli allenamenti notturni a Livigno che, stigmatizzati su Bicisport, portarono anche a un paio di aggressioni verbali verso il sottoscritto (ben prima che venisse arrestato), con tanto di minaccia di querela (chiedere a chi era presente all’arrivo sul Gran San Bernardo al Val d’Aosta del 2001, mi pare, tappa vinta da Pidgorny).
[...]
Sul primo Locatelli, quello che ho conosciuto nel 1992, non c’erano voci particolari. Aveva degli eccessi. Se a Bergamo pioveva, li caricava tutti in ammiraglia e li portava ad allenarsi sul Garda. Ha sempre avuto il mito del peso, ma i suoi corridori hanno sempre tenuto crostate, nutella e bibite sul cornicione del Ventolosa di Villa d’Almè: lui lo ha sempre saputo (chiedete a Belli, Bortolami, Fina, Gotti e gli altri), ma finché i ragazzi continuavano ad allenarsi e a vincere aveva poco di cui lamentarsi. E vittorie ne venivano tante: aveva tutti i migliori, era l’unico con i soldi e non aveva problemi a fare mercato.
Quando però le voci su di lui sono aumentate, quando sono calate le vittorie e probabilmente sono aumentate la concorrenza, le pressioni degli sponsor e la necessità di restare in alto, quando alle voci è stato possibile abbinare i fatti, quando cioè gli aneddoti si sono trasformati in prove, i toni di Bicisport sono cambiati.


Il caso della Roncola di Frigo avviene ben prima del 1999, e sembra pure che non sia stato un caso isolato. Quindi, il fatto che Locatelli non si limitasse a gettare crostate dalla finestra prima del 1999 è un dato acquisito. I ricordi possono farsi più nebulosi o magari il primo Vicennati non aveva un occhio giornalistico ancora affinato da capire/vedere determinate cose (l'entusiasmo giovanile), ma le "cazzate di Locatelli" erano già fatti certi.

Pare di capire che l'anno zero della non sopportazione di queste "caz.zate" avvenga in concomitanza con la cannibalizzazione del mondo dilettantistico. Il 1999, anno delle cinque affiliazioni. Forse, allora, (e non è una critica a Vicennati), Locatelli ha iniziato a pestare un bel pò di scarpe, e allora ecco che il mito si è sgretolato: però, a questo punto, non sono stati i peraltro già presenti eccessi, ma il sistema stesso a colpire chi non si accontentava più della sua (lauta) fetta di torta. In poche parole, l'uomo d'oro del dilettantismo è diventato "troppo" d'oro....e chi lo portava in palmo di mano inizia a serrare le fila; tra questi - innegabile - BS per bocca di Vicennati.

Originariamente inviato da Donchisciotte
Del resto, Carrefour, se consideriamo persecutori e indicativi di un opportunistico cambio radicale di opinione gli articoli che hai postato e che Vicennati ha commentato, poi ci mancano le parole per definirne altri.
[...] Francamente, carrefour, hai sbagliato bersaglio. Capita.


Ma io, Donchi, non ho mai accusato Vicennati di persecuzione nei confronti di Locatelli, nè di opportunismo. D'altronde, se anche lo credessi, mi farei subito la stessa domanda che mi ha posto lo stesso Enzo: "quante copie in più vendi a parlare male di Locatelli?" Io dico poche.
Ma il cambio, radicale, di opinione c'è stato. Non credo che l'anno zero dei metodi da kapò, del controllo ossessivo sugli atleti e delle punizioni "atletiche" sia stato il 1999. Quelle sono manie, arroganze, e metodologie che ti trascini da tempo non per un'involuzione e deterioramento dei tuoi rapporti, ma perchè ritieni che siano metodi efficaci nella gestione di un giovane. Questi metodi erano in voga già da tempo, ma sono stati sbugiardati quando l'uomo (pessimo) Locatelli non era più il modello da seguire ma, anzi, era diventato troppo ingombrante e scomodo per tutti.

 

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Livello Roger De Vlaeminck




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  postato il 11/01/2010 alle 20:56
La Copertina di BS gennaio 2010 è imbattibile. La peggiore della storia.

 

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Pap

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 11/01/2010 alle 22:44
Originariamente inviato da Carrefour de l arbre

]Ma io , Donchi, non ho mai accusato Vicennati di persecuzione nei confronti di Locatelli, nè di opportunismo.


Purtroppo, Carrefour, penso che non ci intendiamo sul senso delle parole.
Se uno dice, come tu hai detto, che si cambia " politica culturale" o versione, descrivendo gli stessi fatti prima come simpatici e poi come vessazioni dittatoriali perché a un certo punto " cambia l'aria", quando si paragona questo al caso Pantani, si sta dando, appunto, del persecutore e dell'opportunista a chi lo fa.
Vicennati ti ha ampiamente spiegato i tempi, modi, quello che si sa e quello che si sa con prove, i cambiamenti del tecnico e il suo modo coerente di guardare le cose da giornalista e da uomo.
Per me la storia finisce qua, con un plauso a Vicennati ( non per piaggeria perché quando si parla, per esempio, di tolleranza zero non sono d'accordo con lui e lo dico), se poi tu ritieni che sia essenziale, per te, non ammettere di avere torto, fai, datti ragione. Per me non ce l'hai , tutto qua.
Però le cose chiamale con il loro nome, non dire " non volevo dire che...".

Questo è, una parte, di quello che hai scritto:

"Però riscopro i BS dell'epoca e mi accorgo (del cambio di politica culturale me ne ero accorto e infatti ho smesso di comprarlo) che Vicennati, una delle migliori penne del giornalismo italiano, usava gli argomenti, utilizzati per massacrarlo, anche per dipingerlo come un tecnico eccellente.
A me sembra piuttosto grave. Perchè qui non è questione di cambio di mentalità, sua o del giornale: qui, tenendo fermi i fatti (su cui ritengo non sia possibile una mediazione: o li si assume come disciplina neccessaria, o li si assume come inutili e pesanti crudezze, è un pò come il dibattito sul body scanner, c'è chi ingoia anche questa in nome della sicurezza e chi, come me, la ritiene un'altra boiata) si passa dal bianco al nero, il tecnico eccellente diventa l'orco, la bestia nera.

Il paragone con Pantani è ovviamente forzato, però.....Prima quest'uomo viene riempito di soldi (dagli sponsor) e gli si permette di fare di tutto, ai suoi atleti, agli altri atleti, ai tecnici e agli organizzatori; improvvisamente, arrestato per fatti di doping, viene abbandonato da molti dei suoi leccapiedi e il giornalista migliore fa partire il suo fuoco di fila. C'è voluto il padre di Frigo per dargli coraggio? "



Questo significa,appunto, accusare di essere persecutorio e opportunista, le parole hanno un senso. Per me Vicennati ti ha mostrato di non essere né persecutorio né opportunista, se tu ritieni che, invece, hai ragione tu, datti ragione ( per alcuni risulta impossibile dire: avevo torto), solo chiama le cose con il loro nome.
Per me la polemica finisce qua, del resto se, su un argomento, si parlano lingue diverse, è inutile accanirsi.

 

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  postato il 11/01/2010 alle 22:52
Io ne ricordo una(se non erro)del 1993, c'è Alfredo Martini in primo piano, sguardo ink nero e posizione da duce, col titolone "un azzurro ha tradito Martini!", di primo acchito chiunque avrebbe pensato che il fatto si riferisse all'ultima edizione dei mondiali (quelli di Oslo vinti da Armstrong) e invece, leggendo con attenzione (e magari servendosi di una lente d'ingrandimento) un titolo più piccolo, viene fuori che il "tradimento" risaliva di mondiali del 1981...alla faccia dello scoop!
La storia andò avanti per qualche mese, Maertens accusò Vandi di avergli svelato (in buona fede) i piani azzurri per il finale della prova iridata di Praga ma alla fine tutto si sgonfiò, non ci voleva certo 007 per capire che l'Italia avrebbe lavorato per Saronni e Moser.
Per cose del genere esiste un sito internet: www.graziear......com!

 

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Vorrei morire in bici, in un giorno di sole, dopo aver scalato una di quelle montagne che sembrano protendersi verso il cielo, mi adagerei sull'erba fresca senza rimpianti, attendendo con serenità il compiersi del mio tempo. Non importa se sarà ...oggi o tra cent'anni, avrò in ogni caso trovato il mio giorno perfetto.

 
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  postato il 12/01/2010 alle 19:54
Originariamente inviato da Donchisciotte
Per me la polemica finisce qua, del resto se, su un argomento, si parlano lingue diverse, è inutile accanirsi.


A questo punto anche per me, ma per quieto vivere, non certo perchè ritenga di avere torto (lo ammetterei, credimi) nè per le risposte di Vicennati, che chiariscono solo in parte il suo cambio di opinione (la localizzazione temporale dell'inizio del problema è errata e i fatti - non le voci - lo dimostrano). Anch'io ci tengo a non diventare ripetitivo e monoton, o fors'anche a colpevolizzare eccessivamente colui che comunque, nel tempo, ha dimostrato di essere un ottimo giornalista.
Però lo terrò a mente.

 

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Livello Moreno Argentin




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  postato il 12/01/2010 alle 22:12
Caro Carrefour, a me il discorso pare molto più chiaro di quello che cerchi di dipingere.
Locatelli nasce "umano" e con dei lati positivi, che inducono il giornalista a parlarne in un certo modo. Poi Locatelli cambia, inizia e esasperare i suoi modi, scade, degenera e a questo punto il giudizio cambia. Non si tratta di opportunismo, solo di aver osservato e valutato il cambiamento delle cosa. Quanto alla cronologia, a meno che tu non ci stupisca svelando un'identità da primattore della commedia, sarei tentato di credere a Bicisport.
Sul fatto di ammettere o meno di avere torto, non mi sognerei mai di pretendere tanto, ma certo annoto una tua certa rigidità nell'accogliere le pur ben documentate tesi altrui.
Di certo Locatelli non piace neanche a me, ma avendone parlato con chi lo frequentava agli inizi, sono tentato di riconoscergli un'anima primordiale ben più candida dell'attuale. Ma benvenga la posizione garantista di chi, prima di crocifiggerlo, ha atteso di avere un'evidenza.

 
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Livello Marco Pantani
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  postato il 27/01/2010 alle 11:14
Ho visto il sommario di BS di febbraio.
E ho subito un motivo di incavolatura e dispiacere profondo: non un articolo su Marco Pantani, a febbraio c'era da dire dei 40 anni e c'è l'anniversario della morte.
In compenso ben due articoli ricordano "l'ora di MerckX" che poteva essere ricordata in qualsiasi numero.
Essendo BS un giornale, giustamente, attento alla storia del ciclismo, al ricordo del passato, trovo ancora più vergognoso che non si spenda almeno un articolo per ricordare Marco. Non è morto il gatto di casa e il mondo del ciclismo se lo dovrebbe ben scolpire in testa.
Ovviamente attendo di leggere il giornale, però già mi pare una cosa gravissima.

C'è di buono che le idee sulle soluzioni del doping del direttore ( credo, dal sommario, che si tratti di un editoriale di Sergio Neri) non durano tanto, dopo la commissione dei grandi del passato, ecco la nuova idea ( copiata dal sommario):

La politica. Presidente, nomini in accordo con i comitati regionali un gruppo di giovani coraggiosi, decisi, competenti uno per ogni regione, per creare una pattuglia di operatori destinati solo ad uno scopo: purificare l’ambiente, denunciare tutti i faccendieri che inquinano questo meraviglioso mondo dei giovani. Li chiameremo i guerrieri dell’onestà. Se lei riesce a realizzare in tempi brevi un’operazione così forte e clamorosa, lei sarà sempre ricordato come l’uomo di una formidabile svolta. E tutti sappiamo quanto è necessario un salutare colpo di timone al mondo del ciclismo.

 

[Modificato il 27/01/2010 alle 11:16 by Donchisciotte]

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Livello Parigi-Nizza




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  postato il 27/01/2010 alle 12:41
Non c'è nulla nel sommario?
E cosa vuoi che sia, magari avranno messo due righe in 103esima pagina, naturalmente in basso, a destra, in una pagina con un numero pari.....
Insomma nel posto meno visibile di tutto il giornale.
BS mi lascia sempre più perplesso.
Non riesco a capire dove vadano a parare.
Ma come?
Nel 50esimo della morte di Coppi, copertina sul Campionissimo e servizi all'interno e su Pantani nulla?
Chi li capisce è bravo.
Non si pretendeva lo stesso spazio, ovvio e comprensibile (anche se non da me, ultras Pantaniano) ma almeno qualcosina ci doveva essere.
Su BS ci sono sempre molti articoli sul passato, anche su argomenti che a volte stimolano un "ancora?" da parte del lettore e sul Pirata niente proprio nel mese del 40esimo compleanno e dell'imminente anniversario della morte.
Io sono amareggiato più che incazzato.
Quanto alle soluzioni per fronteggiare il doping..... la fantasia non ha evidentemente limiti.
Spero che qualcuno di BS legga questo mio umile intervento con il quale voglio suggerire ulteriori proposte, degna prosecuzione di quella che Donchisciotte ha riportato:
1- commissione di ispettori vestiti come i Blues Brothers che vadano alle corse. Li chiameremo "balla che ti passa"
A cosa servono? A ballare sui tavoli..... sempre qualcosa in più rispetto all'utilità della commissione dei vecchi saggi.
2- nominiamo dei giovani, anzi dei molto giovani, meglio ancora delle molto giovani (che è senz'altro meglio), le chiameremo le "crocerossine del traguardo" e chi risulta negativo ad un controllo antidoping vince un'appuntamento con cena pagata.
3- proponiamo che tutti i bagagli dei ciclisti, i ciclisti stessi, il personale delle squadre, vengano passati attraverso i "body scanner" si quelli che vogliono mettere negli aeroporti, prima di entrare negli alberghi e quando ne escono.
Non servirà a niente nemmeno questo? Probabile, però permetterà di far diventare un'altra volte i ciclisti le cavie di nuovi metodi.
4- oltre ai "guerrieri dell'onestà" (per i più giovani: "l'onestà" era una catena di grandi magazzini un tempo diffusa a Milano) per par condicio dovremmo nominare anche "le guardie dell'oviesse", i "soldatini della rinascente" e "i difensori dell'esselunga".
Per ultimi nomineremo anche "i ragazzi della Via Pal", che non c'entra niente ma era il mio libro preferito da ragazzo ed ho voluto scriverlo con una scusa.

 
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  postato il 27/01/2010 alle 12:47
Guardate i "Guerrieri dell'Onestà" è un nome così ispirante che quasi quasi mi ci iscrivo... o mi devono per forza nominare? Sono abbastanza giovane?

 

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Un uomo comincerà a comportarsi in modo ragionevole solamente quando avrà terminato ogni altra possibile soluzione.
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Livello Marco Pantani
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  postato il 27/01/2010 alle 13:24
Strepitoso Tex, come sempre.
Anche per i Ragazzi della via Paal che è un grande libro.

 

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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 27/01/2010 alle 14:14
ahahahahah i guerrieri dell'onestà
li vedo già, timidi ed impacciati, togliere di mano i gatorade ai genitori degli esordienti...
oppure prendere schiaffi alla prima corsa di dilettanti in toscana

 

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  postato il 27/01/2010 alle 15:56
Originariamente inviato da Donchisciotte

Presidente, nomini in accordo con i comitati regionali un gruppo di giovani coraggiosi, decisi, competenti uno per ogni regione, per creare una pattuglia di operatori destinati solo ad uno scopo: purificare l’ambiente, denunciare tutti i faccendieri che inquinano questo meraviglioso mondo dei giovani. Li chiameremo i guerrieri dell’onestà.


Hahahahahahahaha
ALABARDA SPAZIALE!!!

 

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Amarti m'affatica, mi svuota dentro
qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Amarti m'affatica, mi dà malinconia
che vuoi farci, è la vita... è la vita, la mia

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Livello Luison Bobet




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  postato il 27/01/2010 alle 21:50
Capisco perfettamente lo stupore di Donchisciotte nel leggere il sommario del numero di febbraio: chiunque si aspetterebbe che, nell'anniversario della morte del Pirata e nell'anno di quello che sarebbe stato il suo 40° compleanno, un mensile prestigioso come BS dedicasse un pò (non molto, un pò...) di spazio a quest'avvenimento. Tuttavia, in attesa di leggere il numero di febbraio con l'ormai solita impazienza, vorrei ricordare (senza alcun spirito polemico, assolutamente) tutto ciò di buono che BS ha fatto: loro (e TEX) sono stati i primi a dubitare della manager, hanno sostenuto il Pirata contro tutti, dopo la morte hanno dato spazio ad un documento prezioso come il dossier su Campiglio e, non ultimo, tutto l'impegno che il grande Vicennati ha dedicato a Marco (sì, il libro 'Era mio figlio', ma anche la gestione del forum pantani.it e tutto il resto).
E' vero, l'ha fatto da privato, come 'Enzo Vicennati', ma essendo il capo redattore di BS, penso che se il suo direttore non fosse stato d'accordo, sarebbe stato molto più difficile poter fare tutto ciò.
Per questi motivi, in attesa di leggere il numero nuovo, vi invito a non dimenticare tutto ciò di buono che è stato fatto da loro.
Tornando al numero di gennaio, mi ha molto emozionato l'intervista a Masciarelli e la storia dei tre fratelli corridori. Dovete sapere che io, in adolescenza, avrei voluto correre, almeno provarci, ma trovai un fermo 'no' nella persona di mio padre (fatto che, innegabilmente, ha cambiato in peggio il nostro rapporto). Per paura del pericolo, forse, ma io l'ho sempre vissuta come poca fiducia nelle mie capacità, quella poca fiducia che spesso io stesso ho riposto nelle mie medesime possibilità.
Mi ha colpito molto l'episodio di Palmiro che, davanti alla poca voglia di correre del figlio, di ritorno da una corsa tira fuori la bici di Francesco dall'auto, ci salta sopra e la rompe. Poco dopo, Francesco torna dal padre, chiede di trovargli un'altra bici tra le lacrime, ci salta sopra ed imbocca la strada della sua vita (detto chiaro e tondo, Francesco a me piace moltissimo, ottimo talento). Lì, in un primo momento, ho pensato che se quella bici l'avessi avuta io avrei tentato di agguantare il mio sogno... ma poi, ho dovuto ricordarmi di come ero io a quell'età: incostante, sognatore ma nel concreto pigro, quella bici l'avrei accolta con gioia e ci avrei fatto qualche giro, poi sarebbe finita in garage ad impolverarsi. Ho capito che essere corridore non è per tutti: certo, ora che ho 44 anni sono capace di sacrifici allora impensabili, come sabato scorso, con 90 chilometri di saliscendi percorsi ad andatura folle con gli amici di sempre, con un freddo cane ed i piedi che son rimasti congelati sino a sera. Ma questo accade ora, mentre i corridori veri si vedono là, a 16 anni o poco più.
Gran bel pezzo, quello sui Masciarelli... quel padre apparentemente duro sino all'eccesso, in realtà in quell'episodio ha mandato al figlio il più chiaro ed importante messaggio: se vuoi fare il corridore, lascia stare il resto, togliti i dubbi e dai tutto ciò che hai dentro, altrimenti è meglio segare la bici in due.



PS: lo scrivo qui perchè, se lo scrivessi nel topic dell'utente dell'anno, magari lo leggerebbe poca gente, invece è giusto che tutti leggano. Quando ho letto l'intervento di donchisciotte sul fatto che, in fondo, era meglio che quel titolo lo vincesse Abajia, mi sono pure sentito soddisfatto: anche io la pensavo così, volevo vincesse Abajia e difatti l'ho votato. L'ho fatto principalmente perchè non vincesse Donki, anche se in fondo Andrea meritava il voto per la sua costanza e, in primis, per aver tolto la foto di Cunego dall'avatar
Ma resta il fatto reale: volevo che donchisciotte perdesse. Per l'antipatia che da qualche anno, dopo la rottura totale da me stesso provocata, provo nei suoi confronti. Pura meschinità.
In realtà, se c'è una persona che merita tanto di cappello per ciò che ha fatto (e fa e, son sicuro, farà) per la causa Pantaniana, è proprio lei (oltre a TEX, lungimirante, fu il primo a scontrarsi con la manager, avendo praticamente tutti contro). Diciamo che, con il senno di poi, cara MRita, il titolo di utente dell'anno di Cicloweb ti starebbe stretto.
Non per Cicloweb in sè, che è un forum importante e prestigioso, ma per il fatto che il titolo di utente dell'anno ti spetta di diritto nel forum Pantani.it e soprattutto nella vicenda di Marco. Sei riuscita dove praticamente tutti hanno fallito, con dedizione, caparbietà, passione ed assoluta competenza. Su BS lascia correre: loro non hanno dato spazio a Marco ed ai suoi quarant'anni, al vuoto che ha lasciato nel ciclismo, ma se vuoi tirati su il morale rileggiti l'intervista che, un'anno fa, hai fatto su questo sito ad Enzo vicennati: quella è davvero un capolavoro.

Ciao a tutti, chiedo venia per la necessaria lunghezza. Luca

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 28/01/2010 alle 10:10
Scusate questo post in parte ( solo in parte) personale. Gioco a carte scoperte, ovviamente nei limiti di una comunicazione pubblica.
Luca, mi stupisci.
Penso di avere come certezza della vita, da qualche anno, il tuo odio per me, esperienza per me nuova ( sì, a qualcuno non sono simpatica ma l’odio non me lo sono mai sentita addosso),esperienza molto spiacevole, accompagnata dalla convinzione che l’odio faccia male, oltre che a chi ne è oggetto, anche a chi lo prova ( restringe l’orizzonte, rende ossessivi).
Poi mi trovo un post come quello che hai scritto che non so come interpretare.
Andiamo per punti:
1) Una volta capite alcune cose su quanto avessero ragione ,non ho mai messo in discussione che Bicisport ha fatto molte cose positive per Pantani, ciò non toglie che se fanno una cosa grossa come non ricordarlo in questa occasione particolare io lo dica, hanno fatto tante cose giuste su Pantani ma questa di non ricordarlo è una cosa pessima che non cancella niente di quanto di buono è stato fatto, ovviamente.
2) Con Vicennati con me sfondi una porta letteralmente spalancata. Mi limito perché, appunto, tu, con il tuo odio per me, non perdi occasione per imputarmi un leccaculismo nei confronti di Vicennati che io non ho. La prefazione al Capro espiatorio gli è stata chiesta da Tonina, ovviamente gliene sono gratissima, non per leccaculismo ma perché per me è un onore che abbia scritto qualcosa su quel libro. Ed è un onore perché io stimo moltissimo Vicennati, davvero moltissimo: perché è un bravissimo giornalista, perché scrive da dio, per tutto quello che lo lega, affettivamente, a Pantani ( e che si capisce nel suo libro) e per tutto quello che fa per lui e che, sono sicura, farà,, per quello che, da ciò che scrive, traspare del suo modo di intendere il ciclismo e i rapporti umani.
Gli sono grata per l’intervista di febbraio scorso che, ovviamente, non ci sarebbe stata se non ci avesse creduto prima di tutto Marco Grassi e se lui non si fosse impegnato tantissimo nelle risposte, mostrando Marco ma anche se stesso e la sua sensibilità.
Gli sono grata per l’impegno nel forum di Pantani, destinato alla sconfitta perché il forum era troppo deteriorato ma i suoi interventi lasciano il rimpianto lancinante di quello che sarebbe stato quel forum se lui lo avesse gestito da subito, se, quindi, le cose fossero andate diversamente.
E anche se i vecchi del forum, quelli che avevano qualcosa da dire, si fossero impegnati di più per appoggiare lo sforzo di Vicennati invece di accusare me di mettermi, ancora una volta, in mostra.
Gli sono grata ma non servile, perché non appartiene alla mia natura personale e politica esserlo e perché trovo che il servilismo sia offensivo anche per chi ne è oggetto, è molto più importante la stima profonda che il servilismo.
Vicennati è un grandissimo e quando qualcuno merita io non mi censuro nei complimenti, la vita è già abbastanza triste da sola, non vedo perché ci dovremmo privare della gioia di esprimere apprezzamento e, per chi ne è oggetto, di riceverlo.
3) Ovviamente avevo capito benissimo che io tuo voto per Abaija ( senza nulla togliere a Andrea) era una delle tante manifestazioni del tuo odio per me, ma ero e sono convinta che fosse giusta la sua vittoria.
4) Infine io non ho fatto nulla per Pantani, assolutamente nulla, magari avessi potuto farlo. Io ho solo gratitudine per Marco: per la gioia irripetibile che mi ha dato come ciclista e grandissimo campione, per il dolore che è venuto dopo e perché l’impegno pubblico per lui, che mi ha stravolto la vita, mi ha anche salvato da abissi pericolosi quando ho vissuto, dal 2001 al 2005, due lutti tremendi. No, io devo solo gratitudine al Panta e per lui, purtroppo, non ho fatto niente per ripagalo davvero.

Stupita da quanto scrivi, da questo squarcio di riconoscimento umano che mi riservi, ti ringrazio, Luca.

 

[Modificato il 28/01/2010 alle 10:13 by Donchisciotte]

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Livello Luison Bobet




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  postato il 28/01/2010 alle 17:36
Originariamente inviato da Donchisciotte
Stupita da quanto scrivi, da questo squarcio di riconoscimento umano che mi riservi, ti ringrazio, Luca.


Non mi devi ringraziare, semmai sono io che devo interrogarmi su quanto sia stato errato il mio comportamento nei tuoi confronti: comunque parlerei di risentimento ed antipatia, non di odio. Il senso dell'intervento: mai sentito parlare di 'deporre le armi'? Ecco, io depongo le armi, mi sono stancato di prendermela quando leggo qualcosa che scrivi tu e che non mi va, perchè devo ammettere che i tuoi interventi (oltre a quelli di grilloparlante e, ovviamente, del mio amico TEX), sono gli unici che leggo sempre... con questo ho detto tutto.
Anzi no: nessuno può negare quello che hai fatto di buono (ed è moltissimo), io qualche volta l'ho fatto e in questo modo ho voluto espiare questa mia colpa.
Ora però smetto di occupare questo spazio per le questioni private e torno al topic: da te BS è arrivato? Da me neppure l'ombra, ma è presto, effettivamente. Ciao Luca

 

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Livello Marco Pantani
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  postato il 28/01/2010 alle 20:26
" Se accetti un gesto gentile, devi deporre la spada".
Accetto il gesto gentile, con molto piacere.

No, ovviamente Bs non è ancora arrivato.

 

[Modificato il 28/01/2010 alle 20:31 by Donchisciotte]

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  postato il 31/01/2010 alle 11:57
Non ho ancora letto tutto BS, solo qualche articolo, devo però specificare, visto che ho sbagliato vedendo solo il sommario sul sito, che l'articolo sui guerrieri dell'onestà non è di Sergio Neri ma di Tony Lo Schiavo.

 

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  postato il 01/02/2010 alle 19:21
Il nuovo numero di BS. Confermo che Cadel Evans entra, anche lui, nella galleria dei personaggi sbiaditi e inconsistenti, non per loro colpa ma perché la scrittura che li ritrae li rende così. Mi spiace, Luca, ma io non trovo per niente migliorato Luca Neri.
Non farò il solito elogio di E.V., mi pare solo che l'attesa paziente di mezz'ora di Sanchez in mezzo alla neve che gli ha impedito di trovarsi un inviato sulla coscienza, sia stata provvidenziale anche per i lettori di BS.
Siccome non sono monotematica, segnalo, invece, uno che, non grandissimo, svolge bene il suo lavoro: Davide Falcioni. Secco, scorbutico ma l'intervista in Argentina a Nibali è fatta bene, esaustiva, consistente e densa.
Poi:
1) Luca neri ( penso sia lui perché l'articolo era dall'Australia in cui era inviato) mi ha fatto sobbalzare una sola volta. Quando,nell'articolo su Armstrong, ho letto che l'Amerikano ha detto che la stampa spagnola è concordemente, a prescindere, a favore di Contador, esattamente come quella italiana lo era per Pantani.
Da dove viene Robocop?
La stampa italiana era, a prescindere, a favore di Pantani e lo difendeva? Ma per piacere! Lèns: collegare il cervello alla bocca, no?
2) Su Pantani c'è un trafiletto con le parole di Gattuso. In compenso alcune pagine sull'ora di Merckx che poteva essere trattata in qualsiasi mese.
Senza disconoscere i grandi meriti di BS su Pantani ( fra le poche voci accanto a Pantani, altro che le sciocchezze di Armstrong), è vergognoso ricordarlo con un trafiletto.
3)L'articolo di Tony Lo Schiavo sul doping.
Al di là del tono concitato, eccessivamente emotivo, ansiogeno, al di là del fatto che sono mesi che dice che il doping, ormai, nel ciclismo della mattanza è praticato da pochi idioti e, invece ,qua dice che la bufera non è passata,anzi, al di là di questo c'è una sostanza contraddittoria.
Ci sono una serie di denunce ( dai controlli che si fanno pochissimo nel settore giovanile per il rimbalzo di responabilità di Coni e FCI, ai medici, agli sponsor delle squadre giovanili che pretendono risultati dopo aver fatto squadre quasi professionistiche, al triangolo delle Bemude della Toscana dove prosperano medici e preparatori anche per i giovani ecc.), denunce che fanno capire come il problema sia di struttura, insuperabile.
Poi le soluzioni "romantiche", irreali, inadeguate.
I campioni del passato ( che, ovviamente, di doping nulla sanno),i guerrieri dell'onestà, il ritorno alla povertà.
Ma davvero Lo Schiavo crede che nel mondo del capitalismo selvaggio, del libero mercato, della tecnica dominante, il ciclismo, solo il ciclismo, rinuncia a soldi, affari, ricchezza e torna alla povertà dei bei tempi antichi così gli stregoni non trovano soldi e se ne vanno?
Come il Papa che invoca di non licenziare però il mondo deve rimanere uguale, la struttura economica rimane la stessa ma, per carità cristiana, i datori di lavoro non licenziano e il ciclismo torna alla povertà pura e senza doping.
Boh...
4) Un sorriso per la lettera del lettore che elogia l'intervista a Schleck di Junior e il babbo mette la fotina per ricordare l'articolo e elogia il figliolo: tanti complimenti per quell'articolo, un gran colpo del bravo inviato. L'Italia, terra dei "papi".

 

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IO NON L'HO VOTATO.

IO CORRO DOPATO COME TUTTI.

"E' tutto alla conoscenza di tutti" Marco Pantani,1997 ( tempi non sospetti),parlando di doping in un'intervista televisiva con Gianni Minà.

Non sono a favore del doping. Sono semplicemente contro l'antidoping.

Hypocrisy free.

CAREFUL WITH THAT AXE, EUGENIO.



 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 02/02/2010 alle 09:03
Su Luca devo darti ragione: forse è un pò migliorato come modo di scrivere, ma un'intervistatore deve andare un pò in profondità. Questo con neri jr non accade.
Le interviste a Sastre e Sanchez le ho solo sfogliate, al momento, ma non ho dubbi sulla loro validità. Quello che mi chiedo è se davvero fosse necessario dare tutto quello spazio al tentativo, da parte di Cancellara, di battere il record dell'ora. Nel quarantennale della nascita del Pirata, un pò di spazio a lui dedicato non guastava di certo.
Per quanto rigurda Robocop, penso sia arcinota la mia posizione nei suoi confronti: questa della stampa spagnola che crede alle 'bugie' di Contador e lo difende ad oltranza, dice lui come quella italiana con Pantani, beh... si qualifica da solo.
Forse dovresti mandargli il 'Capro', all'americano, così si informa meglio su come la stampa difendesse sempre Marco.... e poi, con questo paragone azzardatissimo, mi fa capire che quelle di Contador non sono affatto bugie.

 

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  postato il 02/02/2010 alle 09:10
Dimenticavo: quella dei 'guerrieri dell'onestà' mi ha regalato mezz'ora di autentico divertimento. Ma sul serio crede davvero a ciò che scrive, il buon Lo Schiavo? Creare 'una pattuglia di operatori destinati solo ad uno scopo: purificare l'ambiente'? Sì, come la pattuglia di 'Ghostbusters', gli acchappafantasmi.....

 

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  postato il 03/02/2010 alle 16:59
Ho letto l'intervista a Nibali: verissimo, Falcioni lavora bene. Però è anche vero che non sempre l'intervistatore fa grande o sminuisce il personaggio, come tu sostieni nel caso di Evans intervistato da Neri jr: certo, leggendol'intervista post mondiale del solito Vicennati, il personaggio (Cadel, ovviamente) che emerge è sicuramente di maggior spessore, ma secondo me non viene annientato dalle carenze dell'intervistatore (bella la 'botta' a Cunego...), così come Nibali non ne esce come il nuovo gigante del ciclismo italiano, ma rimane un personaggio a mio avviso mediocre (non mi piace, vedi firma appena modificata).
Fastidioso quel suo continuo piagnucolare sulle gerarchie in Liquigas (con 4 capitani al Tour, bel segno di fiducia!!) e soprattutto con le sue frecciatine a Riccò, che a suo dire deve dimostrare tutto e che lo infastidisce quando dice che può staccare Contador.
Caro signor Nibali, per la precisione Contador l'ha già staccato al Giro 2008, non era il vero Contador ma per gli altri bastava ed avanzava.... ha dubbi sul Giro di Riccò? I test li ha passati tutti, esattamente come gli altri. Anche lei li ha passati? Sa, non ricordo se era presente al Giro 2008
Riccardo deve certamente dissipare i dubbi che lo circondano a seguito della positività al Tour ed alla conseguente inattività: se ci riuscirà, dimostrerà che per stare alla pari degli altri non ha bisogno di nulla, se non ci riuscirà qualcuno potrà sempre dire che per poter competere bisogna essere ad armi pari... I dubbi ci possono essere a partire dal Tour '08 (per me comunque neppure su quello), quello che è accaduto prima è vero, se ne faccia una ragione. Detto per inciso, io non sono un ultras di Riccò: a me piacciono i corridori che danno spettacolo, lei a mio avviso non fa parte di questi.
In quanto alla Liquigas, perchè non ha rescisso il contratto per andare da un'altra parte? Forse perchè nessuno si sentiva di scommettere su di lei?
Ecco, in questa intervista mi pare che BS investa troppo su Nibali. Dopo averlo presentato come la faccia pulita del ciclismo (già accaduto molte volte in passato, o no?), come quello che ha il coraggio di gridare 'Fuori i ladri dal gruppo' (sa chi sono? E allora lo dica, prove alla mano...), ora ci raccontano i passi del nuovo fenomeno alla luce di un settimo posto al Tour dove, dietro a sè, non ricordo nomi di grandi campioni in buone condizioni. Forse è lui a dover dimostrare qualcosa: Pantani, al primo tour, fece terzo e regalò sogni all'intero pianeta. Quello era un fenomeno, è stato l'ultimo fenomeno.
Altro argomento....sarò noioso, ma gli articoli di Conti non mi dicono granchè: ho letto quello dedicato alla Liquigas, al tandem Basso-Pellizotti che gli vuol fare male davvero. E' un professionista preparato, ma non mi coinvolge affatto con tutte quelle sue teorie su tattiche, presunte alleanze e pronostici spesso falliti (Cunego possibile protagonista? Sì, come no...). Secondo me, meglio dare più spazio a reportages come quello dedicato ai due spagnoli Sastre e Sanchez, ciclismo e personaggi reali. O forse bastava dare un minimo di spazio a Pantani, qualcuno ricorda l'articolo di Vicennati dedicato alla fuga di Morzine (Tour 2000)?

 

[Modificato il 03/02/2010 alle 17:06 by luke]

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