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Autore: Oggetto: Bici Sport

Livello Claudio Chiappucci




Posts: 324
Registrato: Jul 2005

  postato il 05/09/2005 alle 16:45
ho smesso di comprare con regolarità bicisport da qualche anno, ora compro la rivista una volta ogni tanto (ma molto tanto). ho smesso perché non c'erano gli approfondimenti che desideravo. magari montavano un servizio di venti pagine per polemizzare sul perché, al mondiale, ghirotto non era scattato al chilometro 120, ma poi mancava l'articolo in cui si approfondiva il perché - per es. - berzin dopo l'exploit del 1994 è scomparso dalla circolazione. oppure perché il mitico ferretti continuava ad essere mitico dopo certi comportamenti dei suoi corridori in fatto di doping.
perché scrivo tutto ciò? mi ricollego al mio post sul giornalismo sportivo italiano nel thread su olivano locatelli. che insegue la facile intervista e la dichiarazione da strapazzo ed evita troppo spesso l'approfondimento serio.

 

[Modificato il 05/03/2008 alle 12:55 by Monsieur 40%]


 
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Livello Hugo Koblet




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Registrato: Aug 2005

  postato il 06/09/2005 alle 12:15
Ciao Effebi,
pensa che io ho comprato Bicisport dopo un 'astinenza di oltre 10 anni solo per il servizio di Locatelli, perchè lho letto qua nel forum.
E ancora mi trovo i servizi su Bugno Moser Chiappucci Ballerini ecc ecc parlando sempre di grandi imprese e grandi campioni, oppure Hinault che parla di Lance Armstrong esattamente come noi nel forum, e i continui paragoni con se stesso.
Insomma come l'ho lasciato l'ho ritrovato, sempre con quelle fette di salami sugli occhi come allora, stupendosi dei fatti che avvengono a galla quotidianamente e loro che dicono "non me lo sarei mai aspettato".
Poi non ho capito perchè tutti quelli che scrivono nella posta debbano per forza avere una risposta dall'illustrissimo direttore Neri.
Spero che tutte le citazioni fatte nel forum arrivino ai redattori di BiciSport, perchè secondo me ha bisogno di modernizzarsi un bel pò.
Best regards

 
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Livello Claudio Chiappucci




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Registrato: Mar 2005

  postato il 06/09/2005 alle 12:46
ciao, anche io non compro piu Bs dallo scorso anno, la motivazione é semplice, lo scorso anno andai sull alpe D' Huez con Pozzovivo per fare un servizio per Bicisport, ovviamente il pezzo me l' hanno rimbalzato, e questo ci puo anche stare. La cosa che più mi ha dato rabbia quando pubblicarono un articolo sui neoprof passati, invece di scrivere che l anno scorso vinsi due prove di Coppa del mondo Under 23, scrisse che ero stato al Alpe D' Huez a fare foto e scrivere un pezzo!!Non sono mica un passao perche sono un giornalista o fotografo

 

____________________
http://www.danielecolli.it

 
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Livello Claudio Chiappucci




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Registrato: Jul 2005

  postato il 06/09/2005 alle 12:55
Originariamente inviato da collidani

La cosa che più mi ha dato rabbia quando pubblicarono un articolo sui neoprof passati, invece di scrivere che l anno scorso vinsi due prove di Coppa del mondo Under 23, scrisse che ero stato al Alpe D' Huez a fare foto e scrivere un pezzo!!Non sono mica un passao perche sono un giornalista o fotografo



bicisport ha anche il difetto di essere troppo autoreferenziale. per questo può diventare più importante aver fatto foto che vincere delle gare.

 
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Livello Liegi-Bastogne-Liegi




Posts: 110
Registrato: Feb 2005

  postato il 06/09/2005 alle 13:31
Ciao,anch'io dico la mia sui giornali del settore, anche se non siete d'accordo criticatemi pure, ma faccio una premessa,non vi mettete a ridere, nonostante vado in bici da circa 8 anni io provo ancora emozione e gioia quando mi guardo la bici e sò che devo uscire,quindi sono ancora innamoratissmo del ciclismo,ma per quanto rigurda il ciclismo professionistico ed agonistico ultimamente sona abbastanza nauseato.
Quando ho iniziato ad andare in bici compravo bs, ciclotrurismo, la bicicletta e granfondo.
adesso sapete cosa leggo? WWW.cicloweb.it Sapete il perchè?
Semplice, per me nessun giornalista ha le p...e per denunciare la schifezza che gira nel ns amato sport,essi sanno di che cosa "si nutrono" i ciclisti.
Invece di magnificare pseudo campioni dovrebbero portare a galla il marcio che c'è.Ma hanno paura di sputare nel piatto, d'altronde ci mangiano anche loro.Regna l'omertà.
questi pseudo campioni che fine hanno fatto? mi riferisco a:Bottaro,Colombo,Frattini,Berzin,(indovinate da chi erano in cura?)
I giornalisti si sono mai chiesti come mai sono andati forte un anno forse due e poi sonio scomparsi? loro sanno tutto ma tacciono.
Ma quel ds che ha fatto una "chiavica" diretta tv quell'altro dopato,quando ere ds della mg o dell'asics non venne squalificato?
Non potevano ricordarlielo in diretta tv? avevano il coraggio?
I giornalisti del settore non si sono chiesti come mai qualcuno ha vinto il giro passato la trentina?non era un segno premonitore? Chioccioli docet.
Moser che in una tappa in salita del suo vittorioso giro d'Italia un'altro pò staccava Fignon, mentre in passato sulla stesse salite beccava minuti.Siccome in italia siamo cattolici l'unica ragione di cotanto cambiamento era dovuta al fatto che in quel giro il Francesco nazionale fosse stato unto dal signore.Cosi hanno pensato i giornalisti? qualche dubbietto gli è passato per la testa? In questi anni si è vede di tutto e di più.
E questi giornali di che cosa parlano? quello non tira, quell'altro ha avuto l'influenza, quell'altro ha chiuso il buco per favorire lo spagnolo. Ma và.
Io sono intransigente,andrebbero arrestati immediatamente i medici che somministrano il doping ,poi squalificati a vita i ciclisti dopati, quest'ultimi andrebbero anche denunciati per truffa in quanto chi adopera sostanze vietate preclude eventualmente la carriere professionistica a chi non bara.
Perchè queste firme altosonanti del giornalismo delle 2 ruote non sono mai andate ad intervistare ( e di conseguenza pubblicare)quegli ex professionisti che dovevono dormire con la sirena inserita(passatemi il termine) in quanto potevano morire da un momento all'altro.Come mai per un certo periodo parecchi professionisti sono stati operati alla vena ilioco femorale?non bastava chiedere ad un chirurgo?
Perchè non fanno un bel servizio su chi era il ds della GEWISS,ha qualcosa da dire in merito alle continue calunnie che gli fanno?
Avete mai letto in una recensione all'interno delle riviste del settore su qualche bici, chesso," nonostante la bici sia davvero bella e performante e ricca di innovazione tecnologica ha un solo difetto, costa troppo, oppure che le bici nel giro di qualche anno costano 3 volte tanto e che adesso una bici di alto di gamma costa quanto un auto.
Se per caso tutto questo è avvenuto, fatemi un fischio che corro in edicola, anzi mi abbono.
Visto che parliamo di giornale e giornalisti, qualche giorno fà è arrivata in Italia l'auto sulla quale è stata assasinata LA GIORNALISTA ILARIA ALPI ED IL SUO OPERATORE.
e poi parliamo di giornalisti.
Quelli che rischiano la vita e muoino per amore della verità e quelli che ...........
Saluti a tutti.

 
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Livello Moreno Argentin




Posts: 369
Registrato: Sep 2005

  postato il 06/09/2005 alle 14:06
Sul fatto che Bicisport dovrebbe rammodernarsi, forse sono anche d'accordo, del resto lo ha fatto il Corriere della Sera e possono farlo anche loro.
Sul fatto che siano autoreferenziali e quindi aver fatto foto conta più di andar forte in bicicletta non sono d'accordo, perché mi pare che sia la sola rivista che dà spazio ai gregari con quelle pagine di confidenze e ltri articoli.
Sul fatto che a collidani (scusa la domada: sei Daniele Colli?) abbiano rifiutato l'articolo... Io provo da anni a diventare collaboratore di qualche giornale della mia zona, ne ho scritti decine e decine me ne hanno restituite, dicendo che non erano all'altezza. Ci sono rimasto male, ma forse hanno ragione.
Sul fatto che si dovrebbe mettere in dubbio ogni vittoria, dico che allora è meglio lasciar stare tutto, la vita e il ciclismo: tanto se un imprenditore ha successo, secondo peppeleo, è perché non paga le tasse e se un corridore vince è perché si dopa. Allora si dopa anche collidani che ha vinto, come dice lui, due prove di Coppa del mondo Under 23? Io non credo, mi piace credere che non sia vero: se dovessi pensarlo, perché dovrei continuare a seguire il ciclismo?
Sono appena tornato dal bar e ne ho sentiti di discorsi di sport... ma credo che un conto è fare discorsi da bar, appunto, e un altro è scriverlo sui giornali.
Quanto al perché le risposte le dà sempre Sergio Neri... Celapossorifare, ti sei accorto che in alto c'è scritto lettere al direttore e non lettere alla redazione?
Boh, fate voi. Se non l'aveste capito, a me Bicisport piace molto. Il look si può cambiare e spero che prima o poi lo facciano. Ma credo anche che su quel giornale ci sono cresciute generazioni di corridori e tifosi, sta lì da trenta ani, mentre altre riviste sono spuntate, hanno fatto fumo e poche fiamme e poi hanno chiuso. Un motivo deve esserci...
Collidani, lo so che sei un corridore forte e per questo credo che dovrai abituarti ai giornalisti. Del resto, se sei Daniele Colli, sempre su Bicisport ti hanno seguito tutto l'anno e hanno scritto che meritavi di passare e che avevi vinto corse importanti. Nella borsa valori dei dilettanti, si chiama così mi pare.
Se poi tutti i giornalisti dovessero confrontarsi con Ilaria Alpi, mi dite noi che cavolo ci stiamo a fare al computer e non scendiamo in una miniera o, meglio, non andiamo tutti volontari in Iraq?
Ciao a tutti, popolo di moralizzatori e giornalisti mancati,
il vostro grilloparlante

 

[Modificato il 06/09/2005 alle 14:08 by grilloparlante]


 
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Livello Hugo Koblet




Posts: 413
Registrato: Aug 2005

  postato il 06/09/2005 alle 14:16
Ciao Grilloparlante,
Io intendevo dire che non c'è altro modo di scrivere sulla rivista se non quello di rivolgersi a sua eccellenza Sergio Neri, che facendo da filtro dà sempre una risposta ad ogni pensiero dei lettori.
Invece credo sia più interessante lasciare spazio alle polemiche senza troncarle subito come viene fatto in quella rubrica.
Quindi la rubrica moderna potrebbe essere LA VOCE DEI LETTORI( Che non c'è)
Ad esempio come in questo Forum molto competente, che ha l'unico difetto di non essere stampato e venduto in edicola.

 
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Juniores




Posts: 6
Registrato: Aug 2005

  postato il 06/09/2005 alle 15:21
Originariamente inviato da peppeleo


Perchè non fanno un bel servizio su chi era il ds della GEWISS


A proposito QUEL ds della Gewiss un paio di anni fa comparve come ospite in una trasmissione sul ciclismo della mia zona (Parma) affermando di essere uscito dal ciclismo perché schifato dall'ambiente...

Commenti?

 
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Livello Gastone Nencini




Posts: 483
Registrato: Sep 2005

  postato il 06/09/2005 alle 15:24
Devo ammettere che era alcuni mesi che non acquistavo più la rivista. Ho preso l'ocasione di questo articolo per precipitarmi in edicola. Erano anni che si vociferava sui vari comportamenti assunti da questa persona, ma dalle chiacchere da bar al leggerlo su una rivista ce ne passa.. Come molti di voi hanno scritto.. meglio tardi che mai. Al dilà della non tempestività con cui è uscito questo articolo, al dilà del comportamento che la rivista aveva assunto nei confronti di Locatelli negli anni precedenti.. penso che l'articolo meriti di essere preso in forte considerazione.
 
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Livello Moreno Argentin




Posts: 372
Registrato: Oct 2004

  postato il 06/09/2005 alle 15:45
Solo una riflessione:
non è che negli altri sport stiano meglio e nessuno di doping ne parla proprio!!!
Nel ciclismo se ne parla moltissimo riguardo a discipline come calcio, atletica, nuoto, tennis , rugby etc...
Ma li avete visti i trenini etiopi nelle gare di lunga distanza dei mondiali di atletica? E il ruggente ritorno degli americani in tutte le discipline veloci?? Devo parlare del nuoto???

 
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Livello Hugo Koblet




Posts: 413
Registrato: Aug 2005

  postato il 06/09/2005 alle 16:23
Che il ciclismo sia stato preso di mira dai mass media come sport simbolo del doping è indubbio.
Comunque se ne sente parlare anche in altri sport.
Forse per il fatto che tra tutti gli sport è quello più emotivamente travolgente per le imprese eroiche degli atleti, rimane il più sospettato.
Certo però che ogni volta che nasce un campione ora la prima cosa che si dice è Dopato, oppure e più dopato degli altri.
Comunque eliminare questa ombra di dubbio che accompagna ogni vittoria non sarà una cosa breve e facile.Ci vogliono grandi iniezioni di fiducia per sopportare questo ambiente ormai rovinato nell'immagine.
Io proporrei un bel reality show tipo Campioni di Italia 1 che segue costantemente una parte di stagione di professionisti volontari, dove mostra con quanto sacrificio ci si prepara a dei grandi eventi.


 
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Livello Mondiali




Posts: 133
Registrato: Aug 2005

  postato il 06/09/2005 alle 16:45
PEPPELEO non ti critico tutt'altro ti stringo virtualmente la mano, condivido pienamente cio' che hai scritto, mi hai tolto le parole di bocca.
Bravo!!!

 
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Livello Ottavio Bottecchia




Posts: 548
Registrato: Jul 2004

  postato il 06/09/2005 alle 17:17
BS continua ad essere la mia rivista preferita; competenza, pochi peli sula lingua, rapporto diretto con i corridori ed altro giustificano questa mia prefernza.
Unico difetto: modesti...

 

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http://www.bloggers.it/bici



 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Dec 2004

  postato il 06/09/2005 alle 21:02
pochi peli sulla lingua, a me non pare, preferisco Tuttobici!

 

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http://ilmiociclismo.blog.excite.it

"La vita e la morte.La pace e la guerra.La repubblica e la monarchia.Infine Bartali e Coppi e la progressiva identificazione di un popolo, che ripartiva da zero, in una coppia di campioni."Leo Turrini

 
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Professionista




Posts: 35
Registrato: Jun 2005

  postato il 06/09/2005 alle 22:53
Originariamente inviato da violetta

pochi peli sulla lingua, a me non pare, preferisco Tuttobici!

PUAH ...Tuttobici troppo di parte e soggiogato dagli umori del signor Rodella che pubblica e fà pubblicare quel che gli pare a seconda del contributo versato in base al contratto di lavoro.

 
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Livello Liegi-Bastogne-Liegi




Posts: 110
Registrato: Feb 2005

  postato il 07/09/2005 alle 10:08
Buongiorno,se mi consentite gradirei esporre meglio un concetto su quanto scritto ieri, in quanto nella foga forse non sono stato capace di riportare in modo decente i miei pensieri, infatti l'amico grilloparlante mi dice che io penso che tutti quelli che hanno successo barano.Scusami se ti ho fatto capire questo,ma non è cosi.Provo a spiegarmi meglio.
Indurain,Armstrong,Pantani,Bugno,Bettini,Bartoli,Jalabert,Hinault per intenderci corridori che sono stati per un decennio sempre vincenti per me sono Campioni veri al di là se fanno uso di piccoli o grandi aiuti.D'altronde come si dice il doping un asino non lo fà diventare cavallo.Le meteore invece mi lasciano qualche dubbio.Per esempio avreste mai immagginato che Chioccioli avrebbe dominato il giro battendo Bugno in quel modo,oppure Abdujaparov ed Argentin sarebbero state le guardie del corbo di Berzin in una tappa di montagna oppure Ryiis che strapazza Indurain in un tour, tutto questo qualche perplessità me la lasci.
Poi per quanto rigurda gli imprenditori di successo lasciamo stare, parlo del sottoscritto sono da 20 anni lavoratore dipendente e ti posso garantire che in questi 20 anni le tasse le ho pagate tutte fino all'ultimo centesimo e come tutti gli altri lavoratori dipendenti, voglio sperara che lo stesso sia avvenuto anche per le altr categorie.
Credimi senza polemica, voglio troppo bene al ciclismo per parlar male di tutto e di tutti, ma non mi posso mettere le fette di salame davanti agli occhi.Scusatemi questo o.t.
Ciao e buona giornata a tutti.

 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 07/09/2005 alle 11:32
per evitare che la discussione si avviti, provo a chiedere: cosa ci vorremmo dentro a un mensile di ciclismo, considerando che un mensile si deve occupare di approfondimenti più che di cronaca spicciola?
 
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Livello Hugo Koblet




Posts: 413
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  postato il 07/09/2005 alle 11:38
A parte il vecchiume di impostazione generale, ho letto un articolo molto interessante dove si parla dei passisti come l'unica categoria capace di vincere i grandi giri.
Io sono perfettamente daccordo, finchè i giri saranno disegnati così non ci sarà mai storia per un velocista puro oppure per uno scalatore puro.
E poi cosa molto preoccupante si basa solo sulla potenza dell'atleta, vedi cronometro e salite per agilità potenza.
E' chiaro quindi come la ricerca della massima forza resistenza porti inevitabilmente a cercare le cure tipo EPO che sono perfette per vincere un Tour alla grande.
Non sarebbe il caso di assegnare solo i punti per le vittorie invece che guardare il tempo finale, questo farebbe vedere un giro secondo me più combattuto invece che degli automi a pedali che corrono contro il tempo.

Mi sembra una bella idea.

 
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Livello Greg Lemond




Posts: 843
Registrato: Aug 2005

  postato il 07/09/2005 alle 11:58
Credo che nella tua analisi non venga considerato un fattore che nel ciclismo degli ultimi anni si sta facendo via via più importante: la squadra. Certi lavori di squadra vanificano molto del lavoro che uno scalatore può fare in salita. Inoltre, con l'avvento del pro-tour, le squadre che ne fanno parte sono tutte necessariamente forti. Se da un lato è un bene che non ci siano grosse diseguaglianze tra le varie squadre, che penalizzerebbero il singolo corridore, dall'altro un sacco di teams sono in grado di tenere bloccata una corsa, almeno fino all'ipotetica ultima salita, in cui non si può fare troppa differenza.
L'unico momento in cui il corridore si confronta da solo è la cronometro, con inevitabile vantaggio dei passisti.
Per quanto riguarda la classifica a punti, è un'idea. Ma se i percorsi rimangono gli stessi, quella classifica, la vincerebbero quasi certamente i velocisti.

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2797
Registrato: Apr 2005

  postato il 07/09/2005 alle 12:22
Colgo il suggerimento di Effebi.
Per me la rivista (mensile) di ciclismo agonistico dovrebbe essere così:
1) ua rassegna abbastanza particolareggiata delle corse dell'ultimo mese, con brevi cronache delle corse, classifiche e interviste ai protagonisti (Bicisport in questo è deficitaria, mentre è meglio cycling pro);
2) interviste a 3 o 4 ciclisti rappresentativi del momento;
3) presentazione delle future gare, con percorsi e possibili protagonisti;
4) inchieste su argomenti "caldi";
5) parte tecnica: test (veri) di almeno 2 bici da corsa e dei componenti (in questo La Bicicletta non è male);
6) parte storica: articoli su corse del passato (con cronaca) e schede su corridori del passato.
Eviterei le solite e frequentisime interviste ai corridori del passato che ci dicono che il ciclismo non è più quello di una volta ecc.
Tutti questi argomenti ovviamente andrebbero proposti anche per i "dilettanti".
Sarebbe bello che ci fosse un setimanale di ciclismo, magari come lo spagnolo Meta 2mil, formato tabloid per avere le notizie più fresche.

 
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Livello Moreno Argentin




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Registrato: Sep 2005

  postato il 07/09/2005 alle 14:28
Beh, scusa se mi reintrometto, ma allora hai fatto un mezzo identikit di Bicisport, fermo restanddo che secondo me un mensile non può andare appresso a tutte le corse che ci sono: per quello esistono i quotidiani.
Sul fatto dei collaudi ti do abbastanza ragione, anche se sfogliando le altre riviste, difficilmente ne trovi una capace di fare veramente la critica, come ad esempio può avenire nelle auto con Quattroruote: ti segnalo per certo che quando ci hanno provato quelli di Ciclismo, abituati a farlo con Motociclismo, si sono visti minacciare del taglio della pubblicità. E, ragazzi, si deve pure campare...
La presentazione delle corse potrebbe essere un'idea, ma non so se a me interesserebbe leggere che la Coppa Placci si giocherà ancora una volta sul Titano e che l'anno socrso l'ha vinta Tizio e che il record di percorrenza l'ha fatto Caio nel 1946... Però mi è piaciuta molto l'anno scorso la presentazione del Giro d'Italia, con tanto di copertina.
Io credo che un mensile debba approfondire: chiunque non lo faccia, merita la pernacchia.
Per esempio il mese prossimo mi farebbe piacere sentire cosa dice Cunego, che al 99 per cento lo lasciano a casa dal mondiale e gli tocca giocarsi tutto sul Lombardia: in quel caso una presentazione del Lombardia ci starebbe bene.
Oppure, visto che ci sarà il mondiale, vorrei sapere tutto quello che succederà a Madrid, ma questo mi pare che meglio di Bicisport non lo faccia nessuno.
Approfondire significa anche andare a vedere cosa succede fuori dalle gare e qui mi riallaccio a chi ha citato Tuttobici. Prendete il servizio d'inverno con Basso che faceva il soldato in Danimarca: Bicisport c'ha mandato l'inviato, Tuttobici ha preso un bel po' di foto di agenzia e ha fatto l'intervista al telefono. C'è una bella differenza, non vi pare?
Una rivista deve tirar fuori i personaggi del momento e mi pare che questo lo facciano tutti: è sin troppo facile.
Una rivista per contro non deve fare la cronaca delle corse, per quella ci sono sempre i quotidiani, ma deve dirci cosa c'è attorno, dietro e oltre le corse stesse. Deve farci vedere quello hce non ci dice Bulbarelli (cioè tutto...).
Che ne so: anche se ormai lo fanno da mille anni, il modo in cui Bicisport fa le classiche del Belgio a me piace, perché mi fa leggere dei pezzetti corti su una marea di temi e poi mi fa vedere i corridori in atteggiamenti diversi dal solito. Poi è un po' che hanno smesso con le foto in cucina o mentre affettano il prosciutto e va decisamente meglio...
E poi ci vuole il coraggio di affrontare i temi che scottano. Voi credete che il pezzo con Locatelli sia bello, io penso che sia coraggioso. Non so se Tuttobici, che con i dilettanti ci paga gli sstipendi (e fa bene, ci mancherebbe) attaccherebbe così uno dei suoi contributori più potenti.
Per finire, perché mi fanno male le ditas, la parte storica: se è troppa, dà fastidio. Ma a me rileggere di quando Coppi se la giocava con Bartali piace sempre. Leggere l'interpretazione del vecchio Martini arricchisce. Non ho 90 anni, ne ho 35, anche a me piacciono le signorine ancora prestanti, ma il bianco e nero ha il suo fascino...
Vabbè, questo è tutto, spero di aver dato il mio contributo. Adesso vado a lavorare. Ciao ragazzi, continuate così che siete forti.
grilloparlante

 

[Modificato il 07/09/2005 alle 14:34 by grilloparlante]


 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 07/09/2005 alle 14:28
Beh, scusa se mi reintrometto, ma allora hai fatto un mezzo identikit di Bicisport, fermo restanddo che secondo me un mensile non può andare appresso a tutte le corse che ci sono: per quello esistono i quotidiani.
Sul fatto dei collaudi ti do abbastanza ragione, anche se sfogliando le altre riviste, difficilmente ne trovi una capace di fare veramente la critica, come ad esempio può avenire nelle auto con Quattroruote: ti segnalo per certo che quando ci hanno provato quelli di Ciclismo, abituati a farlo con Motociclismo, si sono visti minacciare del taglio della pubblicità. E, ragazzi, si deve pure campare...
La presentazione delle corse potrebbe essere un'idea, ma non so se a me interesserebbe leggere che la Coppa Placci si giocherà ancora una volta sul Titano e che l'anno socrso l'ha vinta Tizio e che il record di percorrenza l'ha fatto Caio nel 1946... Però mi è piaciuta molto l'anno scorso la presentazione del Giro d'Italia, con tanto di copertina.
Io credo che un mensile debba approfondire: chiunque non lo faccia, merita la pernacchia.
Per esempio il mese prossimo mi farebbe piacere sentire cosa dice Cunego, che al 99 per cento lo lasciano a casa dal mondiale e gli tocca giocarsi tutto sul Lombardia: in quel caso una presentazione del Lombardia ci starebbe bene.
Oppure, visto che ci sarà il mondiale, vorrei sapere tutto quello che succederà a Madrid, ma questo mi pare che meglio di Bicisport non lo faccia nessuno.
Approfondire significa anche andare a vedere cosa succede fuori dalle gare e qui mi riallaccio a chi ha citato Tuttobici. Prendete il servizio d'inverno con Basso che faceva il soldato in Danimarca: Bicisport c'ha mandato l'inviato, Tuttobici ha preso un bel po' di foto di agenzia e ha fatto l'intervista al telefono. C'è una bella differenza, non vi pare?
Una rivista deve tirar fuori i personaggi del momento e mi pare che questo lo facciano tutti: è sin troppo facile.
Una rivista per contro non deve fare la cronaca delle corse, per quella ci sono sempre i quotidiani, ma deve dirci cosa c'è attorno, dietro e oltre le corse stesse. Deve farci vedere quello hce non ci dice Bulbarelli (cioè tutto...).
Che ne so: anche se ormai lo fanno da mille anni, il modo in cui Bicisport fa le classiche del Belgio a me piace, perché mi fa leggere dei pezzetti corti su una marea di temi e poi mi fa vedere i corridori in atteggiamenti diversi dal solito. Poi è un po' che hanno smesso con le foto in cucina o mentre affettano il prosciutto e va decisamente meglio...
E poi ci vuole il coraggio di affrontare i temi che scottano. Voi credete che il pezzo con Locatelli sia bello, io penso che sia coraggioso. Non so se Tuttobici, che con i dilettanti ci paga gli sstipendi (e fa bene, ci mancherebbe) attaccherebbe così uno dei suoi contributori più potenti.
Per finire, perché mi fanno male le ditas, la parte storica: se è troppa, dà fastidio. Ma a me rileggere di quando Coppi se la giocava con Bartali piace sempre. Leggere l'interpretazione del vecchio Martini arricchisce. Non ho 90 anni, ne ho 35, anche a me piacciono le signorine ancora prestanti, ma il bianco e nero ha il suo fascino...
Vabbè, questo è tutto, spero di aver dato il mio contributo. Adesso vado a scrivere proprio sull'articolo di Locatelli, perché ho visto che effebì mi ha risposto. Ciao ragazzi, continuate così che siete forti.
grilloparlante

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2797
Registrato: Apr 2005

  postato il 07/09/2005 alle 16:25
Grilloparlante, come hai detto tu il numero di Bicispot dopo le classiche del nord è il modello della rivista di ciclismo che vorrei, non capisco per ché BS (che è la rivista che compro da 13 anni) non faccia così tutti i mesi da febbraio ad ottobre.
Confermo però che l'aspetto tecnico è quasi del tutto trascurato e anche Cicloturismo (che ormai è diventata una rivista solo per i partecipanti alle gran fondo e agli organizzatori) non lo tratta a fondo.

 
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Livello Rik Van Looy




Posts: 802
Registrato: May 2005

  postato il 07/09/2005 alle 18:23
Originariamente inviato da celapossorifare

Ciao Effebi,
pensa che io ho comprato Bicisport dopo un 'astinenza di oltre 10 anni solo per il servizio di Locatelli, perchè lho letto qua nel forum.
E ancora mi trovo i servizi su Bugno Moser Chiappucci Ballerini ecc ecc parlando sempre di grandi imprese e grandi campioni, oppure Hinault che parla di Lance Armstrong esattamente come noi nel forum, e i continui paragoni con se stesso.
Insomma come l'ho lasciato l'ho ritrovato, sempre con quelle fette di salami sugli occhi come allora, stupendosi dei fatti che avvengono a galla quotidianamente e loro che dicono "non me lo sarei mai aspettato".
Poi non ho capito perchè tutti quelli che scrivono nella posta debbano per forza avere una risposta dall'illustrissimo direttore Neri.
Spero che tutte le citazioni fatte nel forum arrivino ai redattori di BiciSport, perchè secondo me ha bisogno di modernizzarsi un bel pò.
Best regards


sono curioso...ora quale rivista leggi?

 
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Livello Claudio Chiappucci




Posts: 324
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  postato il 07/09/2005 alle 18:31
io credo che certe parti del bs attuale ci possano anche stare (la posta del direttore, il medico che risponde, rubriche storiche che fa sempre piacere leggere o rivedere foto in bianco e nero di bitossi con i basettoni fin quaggiù, interviste), però deve essere sviluppata molto, molto meglio la parte sugli approfondimenti. le foto di retroscena nelle classiche del nord sono belle e gli articoli brevi a corredo sono interessanti... perché non farlo anche per il tour e il giro e per le altre corse? perché non presentare il giro o il tour o la vuelta con - più o meno - la stessa accuratezza riservata al mondiale? perché non raccontare anche storie di oggi (il neopro che dopo un anno scompare dalla circolazione... ma non facendo la solita intervista del menga, raccontando la verità), perché non approfondire il discorso doping? possibile che di doping sui media italiani si parli solamente quando viene trovato positivo il frigo di turno? un mensile - essendo svincolato dalla cronaca spicciola - avrebbe la possibilità di imbastire delle belle inchieste in proposito.
infine, i test: siamo realisti, se sputtani una bicicletta rischi di perdere una commessa pubblicitaria importante. e allora, un giornale serio ha di fronte a sé due strade: o limita le pagine dedicate ai test oppure corre il rischio.
infine, chiederei ai redattori di bs di essere meno autoreferenziali e di scrivere con un po' meno retorica. non dico che lo stile debba essere quello di morris o di aranciata bottecchia, ma insomma un po' più brillanti, dai, si può essere.

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 07/09/2005 alle 18:40
Adesso si comincia a ragionare, sono d'accordo. ma ti faccio una domanda, anzi la faccio a tutti: ma voi lo comprereste un giornale che tutti i mesi parla di doping? Guardate che esiste già, è il sito di Eugenio Capodacqua di Repubblica (www.sportpro.it), ma è una tristezza... A me piace il bello del ciclismo, il brutto lo so che c'è, mi fa piacere, anzi mi consola che qualcuno tenga sotto controllo il problema e che all'occorrenza me ne parli, ma non sopporterei ogni mese un'inchiesta sul doping. Anche perché, mi ripeto, il ciclismo è l'unico sport al mondo in cui si parla tanto di doping. Poi si finisce col dubitare di tutti e la gente si rompe le scatole.
Io credo che non tutti i biessini (bella sta definizione!!!) scrivano allo stesso modo, qualcuno un po' vispo c'è. Chiaro che le storie sempre all'imperfetto dopo un po' ti intristiscono, però capisco lo spirito, almeno credo: visto che la sera negli alberghi del Giro non c'è la Gazzetta e non c'è la rai, loro ti raccontano i momenti più intensi dei campioni. A me piace, ma magari si potrebbe sveltire il discorso. Sono d'accordo.
Quanto ai test... Ho comprato la bici nuova all'inizio dell'anno. Ne ho viste almeno una ventina, lo giuro, e non ce n'era una brutta. Ancghe perché, al di là di poche eccezioni (tra cui la Scott della Saunier) sono tutte uguali e bellissime. Quando fai un test, osa devi dire, che sono brutte? Ma se i test li fai solo sulle Ferrari e le Porsche, è ovvio che sono belle... Semmai sarebbero più divertenti i test sulle gamme medie, dove ti vendono a peso d'oro i cancelli. Ma siccome credo che i modelli da testare siano concordati con le aziende, dubito che vedremo mai dei modelli di seconda fascia.
Questo è quello che penso io, magari non è corretto, ma mi piace la piega di questa conversazione. Adesso però spengo, si è fatta una certa e non posso più stare qui. A domani,
grilloparlante

 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 07/09/2005 alle 18:47
Originariamente inviato da grilloparlante

Quando fai un test, osa devi dire, che sono brutte? Ma se i test li fai solo sulle Ferrari e le Porsche, è ovvio che sono belle... Semmai sarebbero più divertenti i test sulle gamme medie, dove ti vendono a peso d'oro i cancelli. Ma siccome credo che i modelli da testare siano concordati con le aziende, dubito che vedremo mai dei modelli di seconda fascia.



...la risposta l'hai data: senza dover sparare sulla croce rossa (tipo la recensione di quattroruote ai modelli della lada), basterebbe non concordare i modelli con i produttori.
per il resto io non dico che bisogna fare soltanto inchieste di doping. ho citato il doping perché è uno di quegli argomenti per i quali è possibile fare approfondimenti senza essere paranoici o capodacquici e senza però avere il prosciutto sugli occhi.

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 08/09/2005 alle 09:24
Per Cunego,
io mi risveglio ora dopo 10 anni di coma repulsivo verso il ciclismo,indi per cui non ho mai più comprato ne Bicisport ne altre riviste.
Ho scoperto che sono molto più interessanti le discussioni di questo forum che parla chiaramente del vero ambiente invece delle cronache in ritardo di un mese di tutti i mensili e senza accenni al marcio che c'è.
Ormai il Ciclismo è Doping e la colpa è mia che non ho mai denunciato il fatto ma sopratutto di chi ne ha abusato sempre.
Poi con internet le informazioni te le cerchi tu e sei sempre aggiornatissimo su tutto.
Ora sto leggendo la mia copia di bicisport di Settembre e non trovo nessuna differnza rispetto all'ultimo numero di 10 anni fà.
Quindi penso che questa sarà veramente la mia ultima copia.
Mi dispiace ma sono rimasto molto deluso dal ciclismo e chi si innamora una volta non ci ricade un'altra volta.
Finchè non sarò certo che questo sport è pulito sarà difficile crederci ancora.
Ma c a z z o ero l'unico pirla che non si dopava e per questo non cè la fatta oppure ero veramente una schiappa.
Attenzione non prendetemi per fallito, io non rimpiango niente del mio passato anche perchè ho dei ricordi bellissimi e ora posso dire di essermi sistemato benino.

Chi può dirlo.
E' certo che mia figlia non sarà mai indirizzata da me verso questo sport.

 
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Livello Giuseppe Saronni




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  postato il 08/09/2005 alle 13:06
BS è un giornale fantastico, il migliore in circolazione. Sono abbonato dal 1998 e il suo arrivo a casa è sempre motivo di grande gioia. I suoi servizi non solo sono fatti benissimo (straordnarie le foto), ma hanno sempre una sorta di filo comune, e cioè il culto per la tradizione del grande ciclismo. Per no parlare dei servizi che fanno con Martini e Magni. Io che sono un praticante, ricavo dalla lettura di BS un immensa voglia di salire in bici, ma chiaramente ognuno ha i suoi gusti. Inoltre sulla doping, vorrei sapere quale giornale di ciclismo fa il giustizialista e scrive, magari in prima pagina "Non credente a quei furfanti". La posizione di BS sul doping è per me esemplare: perdonare il corridore che ammette e fa i nomi la prima volta e radiarli nel caso di una recidiva. I primi colpevoli del fenomeno doping sono stati i medici e gli speculatori che girano nello sport, esempi perfetti della nostra società drogata di arrivismo e individualismo.
 
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Livello Claudio Chiappucci




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  postato il 08/09/2005 alle 14:45
Originariamente inviato da mont ventoux

Inoltre sulla doping, vorrei sapere quale giornale di ciclismo fa il giustizialista e scrive, magari in prima pagina "Non credente a quei furfanti". La posizione di BS sul doping è per me esemplare: perdonare il corridore che ammette e fa i nomi la prima volta e radiarli nel caso di una recidiva. I primi colpevoli del fenomeno doping sono stati i medici e gli speculatori che girano nello sport, esempi perfetti della nostra società drogata di arrivismo e individualismo.


calma, fare buon giornalismo d'inchiesta non significa essere giustizialisti sul doping. significa saper distinguere. è un po' diverso, mi pare.
come detto in precedenza, le storie di ciclismo vanno più che bene, un mensile deve parlarne proprio perché ha quel respiro che un quotidiano o un settimanale non ha. qui si chiede però di non riempire la rivista con i soliti articoli scritti con il prosciutto sugli occhi o inseguendo l'onda emozionale o quelli che non ti lasciano niente dopo avere letto.
la questione doping l'avevo citata come possibile esempio di inchiesta, di serie di servizi su cui insistere perché è una questione che, se affrontata in modo giusto, offre moltissimi spunti. ma si potrebbero fare tanti esempi. per esempio, sulle tattiche adottate dalle varie squadre nell'affrontare una corsa. cose che magari il non tecnico, quello che non è proprio addetto ai lavori conosce poco o niente, ma che offrono chiavi di lettura per seguire meglio la corsa. ricordo, per es., un articolo di bs del ...1992!, in cui raccontava per filo e per segno tutta la tattica adottata dall'ariostea alla sanremo per far vincere argentin (e infatti vinse kelly!). era molto interessante.

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 08/09/2005 alle 15:14
Ed ecco che Tuttobici ci dimostra un'altra volta di essere super partes e fa una belle difesa di Locatelli (andrò a mettere questo stesso testo nel thread che lo riguarda), dicendo che Bicisport non ha aspettato i tempi della giustizia e ha a Locatelli fatto un processo sommario e ingiusto, comportandosi in pratica in modo non civile.
Ma l'hanno letto Bicisport? Su Bicisport di Locatelli in relazione al doping non si parla proprio, ma mi pare che quelle quattro pagine siano tutte sui suoi metodi di trattare i corridori.
Allora, qual è la rivista imparziale e vivace, quella che ci prova o quella che difende i suoi investitori, pardon, investitori di Rodella?
Ah, c'è anche scritto che Locatelli non ha avuto neppure un avviso di garanzia. Già, l'hanno semplicemente arrestato...
Senza parole
grilloparlante

 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 08/09/2005 alle 15:17
Grillo scrivilo subito se no mi tocca andare comprare pure tuttobici per la curiosità.
Grazie

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 08/09/2005 alle 16:45
Dice, in sintesi. "Olivano Locatelli è tornato d'attualità in occasione delc aso Frigo, chiamato in causa dal padre del corridore. poi ci ha pensato Bicisport a proseguire il ervizio, dando per scontato che il tecnico bergamasco è un tipo di cui diffidare, sotto tutti i punti di vista. Il nostro punto di vista invewce è che finché la magistratura non si sarà pronunciata è giusto considerarlo uno al pari degli altri. Ad oggi non è stato raggiuntoi neppure da un avviso di garanzia e tutto lascia pensare che possa finire in archiviazione. Invece i processi ormai si fanno nelle edazioni dei giornali, ma quello che ci addolora è che vengano istituiti solo per alcuni. Se Bicisport ha prove inconfutabili, le fornisca alle autorità competenti, altrimenti abbia il buon gusto di aspettare i tempi della magistratura. Fino a prova contraria, come si fa nei paesi civili".
Ma le prove di cosa, che li fa allenare duramente? Ma su Bicisport chi ha parlato di doping? Boh, difesa di circostanza direi. O no?
grilloparlante

 
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Livello Tour




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  postato il 08/09/2005 alle 16:51
Ma vi ricordate di quando su BS veniva scritto che Riis era diventato un grande corridore perchè in Italia aveva imparato ad allenarsi ed alimentarsi?? Non ha mai scritto che veniva al Santuario di Lucca !!Alla sua età e dopo una direi mediocre carriera mi sembra abbia ridicolarizzato fior di corridori...ed ora è un tecnico-fenomeno..
 
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Livello Hugo Koblet




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  postato il 08/09/2005 alle 16:53
Infatti io non ho letto di doping riguardo Locatelli,
forse sottointendeva che per non deludere il Mister i corridori si sentivano obbligati a stimolarsi un pò per avere un pò di futuro in più con questo mostro.
Penso si riferisse soprattutto alla quantità industriale di campioncini che non hanno mai sfondato per colpa di questo personaggio che nauseava i corridori fino a farli smettere.
Se tuttobici ha attaccato Bicisport per vendere più copie è perchè ha visto nel forum di cicloweb che se ne fà un gran parlare.
Cosa alquanto probabile.

 
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Livello Moreno Argentin




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  postato il 08/09/2005 alle 17:06
Se è così, viva cicloweb!!!
Riis un campione? Se è per questo su Bicisport c'è scritto da cento anni di mandare via gli streoni, compreso quello di Lucca, no?
Certo il periodo di Riis che vinceva il Tour non deve essere stato facile da vivere, perché ancora non c'era in ballo neanche il limite dell'ematocrito e certi exploit erano difficili da leggere. Pensa a Berzin, all'inizio cosa potevi dirgli?
Io credo che alla fine il ciclismo continuerà a fare i conti con Locatelli e con Riis, perché nulla cambierà in nessun modo. Se un giorno di questi la fci dovesse decidere di farci qualcosa, potrei andare in bicicletta fino a Lourdes senza fermarmi mai...
E alla fine avrà avuto ragione Tuttobici. Perché Locatelli sarà archiviato, non perché pulito (su quel fronte va tutto dimostrato),ma perché la sua inchiesta è ferma da due anni; continuerà a fare quel cavolo che gli pare e il circo se ne ripartirà.
Ma se poi qualcuno dei comitati regionali si lamenta che non ci sono più corridori, gli mangio il naso. Tanto, caro Locatelli, quelli del sud ormai te li sei finiti tutti e quelli dell'est tra un po' finiranno anche loro. Poi chi prendi?
grilloparlante

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 08/09/2005 alle 17:44
per me bs segue troppo l'evento esempio il mondiale,il giro,il tour mentre seriverebbero numeri come avete già detto voi come quello di maggio delle clasiche del nord,meno spazio alle bici da corsa etc, più inchieste anche sui dilettanti e soprattutto BASTA AGLI ARTICOLI CON L'INTERVISTA AL VECCHIO MARTINI CHE DICE COME DEVE ESSERE LA VITA DEL CORRIDORE andare aletto alle 10,l'importanza dell'inverno ogni due mesi prima degli appuntamenti puntuale arriva questo articolo.

 

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  postato il 05/03/2008 alle 11:01
Voglia di sensazionalità a tutti i costi o giornalista poco informato?
Su BS di marzo, nelle ultime pagine è riportata una lunga intervista a Miguel Indurain a firma di Luca Neri. Vi riporto l'ultima domanda con relativa risposta:

D: "E qual è invece (prima era stata fatta una domanda analoga per il Tour) il successo al Giro d'Italia che ricordi con più piacere?"

R: "Tutti e due i miei Giri d'Italia li porto nel cuore come due grandi successi della mia carriera. Correre il Giro per me era davvero difficile perchè soffrivo molto il modo nervoso e aggressivo con cui si correva in Italia. La mia fortuna era però che riuscivo sempre a finire in crescendo di condizione e questo mi aiutava ad essere al top nella settimana decisiva e per questo salvarmi dalle terribili coltellate del mio incubo Marco Pantani."

Beh, non vi devo certo spiegare io che l'unica volta che sulle strade del Giro andò in scena il duello Indurain-Pantani fu nel '94 (nel '93 vinse lo spagnolo, con il neoprofessionista romagnolo fuori gioco dopo poche tappe per una tendinite).
Quell'anno l'ultima settimana fu stravolta, a quanto pare, all'ultimo momento dagli organizzatori per una polemica con Beppe Conti e non fu così dura tradizione vuole (e come era nei piani di Castellano).
Infatti il tappone Merano-Aprica era stato posto alla fine della seconda settimana e aveva delineato il podio (con Pantani e Indurain secondo e terzo rispettivamente) che nè la cronoscalata del Bocco, nè lo sfortunato attacco da lontano di Marco sull'Agnello (nella tappa che arrivava a Les Deux Alpes) avrebbero modificato di lì a Milano.
Quindi non capisco il riferimento di Miguel al suo "salvarsi dalle terribili coltellate dell'incubo Marco Pantani" nella terza settimana del Giro (ma, tra l'altro, mi pare sia abbastanza chiaro che si riferisca ai Giri del 92-93 da lui vinti).

Non voglio sollevare una polemica, solo una discussione. Secondo voi è messa lì apposta dal giornalista per finire l'intervista col botto (in barba alla verità storica) o si tratta di una cattiva interpretazione delle parole di Indurain?


PS: E se invece Miguelòn si fosse rinco...nito???

 

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Giuseppe Cristiano

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 05/03/2008 alle 11:28
Originariamente inviato da pepp

Voglia di sensazionalità a tutti i costi o giornalista poco informato?
Su BS di marzo, nelle ultime pagine è riportata una lunga intervista a Miguel Indurain a firma di Luca Neri. Vi riporto l'ultima domanda con relativa risposta:

D: "E qual è invece (prima era stata fatta una domanda analoga per il Tour) il successo al Giro d'Italia che ricordi con più piacere?"

R: "Tutti e due i miei Giri d'Italia li porto nel cuore come due grandi successi della mia carriera. Correre il Giro per me era davvero difficile perchè soffrivo molto il modo nervoso e aggressivo con cui si correva in Italia. La mia fortuna era però che riuscivo sempre a finire in crescendo di condizione e questo mi aiutava ad essere al top nella settimana decisiva e per questo salvarmi dalle terribili coltellate del mio incubo Marco Pantani."

Beh, non vi devo certo spiegare io che l'unica volta che sulle strade del Giro andò in scena il duello Indurain-Pantani fu nel '94 (nel '93 vinse lo spagnolo, con il neoprofessionista romagnolo fuori gioco dopo poche tappe per una tendinite).
Quell'anno l'ultima settimana fu stravolta, a quanto pare, all'ultimo momento dagli organizzatori per una polemica con Beppe Conti e non fu così dura tradizione vuole (e come era nei piani di Castellano).
Infatti il tappone Merano-Aprica era stato posto alla fine della seconda settimana e aveva delineato il podio (con Pantani e Indurain secondo e terzo rispettivamente) che nè la cronoscalata del Bocco, nè lo sfortunato attacco da lontano di Marco sull'Agnello (nella tappa che arrivava a Les Deux Alpes) avrebbero modificato di lì a Milano.
Quindi non capisco il riferimento di Miguel al suo "salvarsi dalle terribili coltellate dell'incubo Marco Pantani" nella terza settimana del Giro (ma, tra l'altro, mi pare sia abbastanza chiaro che si riferisca ai Giri del 92-93 da lui vinti).

Non voglio sollevare una polemica, solo una discussione. Secondo voi è messa lì apposta dal giornalista per finire l'intervista col botto (in barba alla verità storica) o si tratta di una cattiva interpretazione delle parole di Indurain?


PS: E se invece Miguelòn si fosse rinco...nito???



Volevo scrivere un post identico al tuo!
A parte quella degli scatti di Pantani nell'ultima settimana del Giro (anche io ho inteso parlasse dei giri vinti),che e' la ciliegina sulla torta, mi e' sembrato anche a me da tutta l'intervista:
-o indurain rinc****
-o luca neri rinc***
-o indurain pensando di avere un giornalista italiano non preparato gli ha detto certe frasi per dergli contentino
-o luca neri ha manipolato le risposte di indurain per fargli dire certe cose

A me non e' piaciuta per niente quell'intervista...

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 05/03/2008 alle 12:24
Originariamente inviato da pepp

Voglia di sensazionalità a tutti i costi o giornalista poco informato?
Su BS di marzo, nelle ultime pagine è riportata una lunga intervista a Miguel Indurain a firma di Luca Neri. Vi riporto l'ultima domanda con relativa risposta:

D: "E qual è invece (prima era stata fatta una domanda analoga per il Tour) il successo al Giro d'Italia che ricordi con più piacere?"

R: "Tutti e due i miei Giri d'Italia li porto nel cuore come due grandi successi della mia carriera. Correre il Giro per me era davvero difficile perchè soffrivo molto il modo nervoso e aggressivo con cui si correva in Italia. La mia fortuna era però che riuscivo sempre a finire in crescendo di condizione e questo mi aiutava ad essere al top nella settimana decisiva e per questo salvarmi dalle terribili coltellate del mio incubo Marco Pantani."

Beh, non vi devo certo spiegare io che l'unica volta che sulle strade del Giro andò in scena il duello Indurain-Pantani fu nel '94 (nel '93 vinse lo spagnolo, con il neoprofessionista romagnolo fuori gioco dopo poche tappe per una tendinite).
Quell'anno l'ultima settimana fu stravolta, a quanto pare, all'ultimo momento dagli organizzatori per una polemica con Beppe Conti e non fu così dura tradizione vuole (e come era nei piani di Castellano).
Infatti il tappone Merano-Aprica era stato posto alla fine della seconda settimana e aveva delineato il podio (con Pantani e Indurain secondo e terzo rispettivamente) che nè la cronoscalata del Bocco, nè lo sfortunato attacco da lontano di Marco sull'Agnello (nella tappa che arrivava a Les Deux Alpes) avrebbero modificato di lì a Milano.
Quindi non capisco il riferimento di Miguel al suo "salvarsi dalle terribili coltellate dell'incubo Marco Pantani" nella terza settimana del Giro (ma, tra l'altro, mi pare sia abbastanza chiaro che si riferisca ai Giri del 92-93 da lui vinti).

Non voglio sollevare una polemica, solo una discussione. Secondo voi è messa lì apposta dal giornalista per finire l'intervista col botto (in barba alla verità storica) o si tratta di una cattiva interpretazione delle parole di Indurain?


PS: E se invece Miguelòn si fosse rinco...nito???


Forse ha fatto confusione con Chiappucci...
Infatti era lui il principale avversario di Indurain nei due giri vinti.
O forse il giornalista (non so se è parente di Sergio, ma a volte mi sembra un po a corto di cultura ciclistica), ha messo qualcosa di suo.

 

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Livello Raymond Poulidor




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  postato il 05/03/2008 alle 12:42
io continuo a comprare bs per le splendide foto, sperando ogni tanto di trovare qualcosa scritto da cassani... cosa che accade raramente... ma per quanto riguarda il resto nn mi piace proprio più la loro linea editoriale

 

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 06/03/2008 alle 15:28
Originariamente inviato da pepp

Voglia di sensazionalità a tutti i costi o giornalista poco informato?
Su BS di marzo, nelle ultime pagine è riportata una lunga intervista a Miguel Indurain a firma di Luca Neri. Vi riporto l'ultima domanda con relativa risposta:

D: "E qual è invece (prima era stata fatta una domanda analoga per il Tour) il successo al Giro d'Italia che ricordi con più piacere?"

R: "Tutti e due i miei Giri d'Italia li porto nel cuore come due grandi successi della mia carriera. Correre il Giro per me era davvero difficile perchè soffrivo molto il modo nervoso e aggressivo con cui si correva in Italia. La mia fortuna era però che riuscivo sempre a finire in crescendo di condizione e questo mi aiutava ad essere al top nella settimana decisiva e per questo salvarmi dalle terribili coltellate del mio incubo Marco Pantani."

Beh, non vi devo certo spiegare io che l'unica volta che sulle strade del Giro andò in scena il duello Indurain-Pantani fu nel '94 (nel '93 vinse lo spagnolo, con il neoprofessionista romagnolo fuori gioco dopo poche tappe per una tendinite).
Quell'anno l'ultima settimana fu stravolta, a quanto pare, all'ultimo momento dagli organizzatori per una polemica con Beppe Conti e non fu così dura tradizione vuole (e come era nei piani di Castellano).
Infatti il tappone Merano-Aprica era stato posto alla fine della seconda settimana e aveva delineato il podio (con Pantani e Indurain secondo e terzo rispettivamente) che nè la cronoscalata del Bocco, nè lo sfortunato attacco da lontano di Marco sull'Agnello (nella tappa che arrivava a Les Deux Alpes) avrebbero modificato di lì a Milano.
Quindi non capisco il riferimento di Miguel al suo "salvarsi dalle terribili coltellate dell'incubo Marco Pantani" nella terza settimana del Giro (ma, tra l'altro, mi pare sia abbastanza chiaro che si riferisca ai Giri del 92-93 da lui vinti).

Non voglio sollevare una polemica, solo una discussione. Secondo voi è messa lì apposta dal giornalista per finire l'intervista col botto (in barba alla verità storica) o si tratta di una cattiva interpretazione delle parole di Indurain?


PS: E se invece Miguelòn si fosse rinco...nito???


miguelon è sempre stato molto diplomatico, sia quando correva sia in seguito, ma il finale dell'intervista è davvero strana.
e anche un po' in contrasto con la parte dell'intervista dove diceva che i suoi rivali più insidiosi sono stati bugno, chiappucci e jalabert.

 
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Livello Luison Bobet




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  postato il 07/08/2008 alle 16:26
Rispolvero questo vecchio thread a seguito della lettura (veloce) del numero di agosto 2008. Non posso non esprimere la mia delusione per quello che mi pare un cambio di linea editoriale, anzi una virata decisa verso le posizioni dell’intransigenza che, leggendo BS da una vita, non ho mai ritenuto proprie di questo mensile.
Ricordo benissimo la linea editoriale che hanno tenuto fino a poco tempo fa: sono stati tra i pochi a difendere i corridori, hanno difeso il grande Pantani (tra i pochi a farlo) anche dopo la tragica conclusione della sua vicenda. Hanno proposto inchieste coraggiose, il dossier Campiglio, denunciato le diete pericolose dei corridori, segnalato che alcuni radiati giravano ancora in mezzo ai corridori. Ricordo quella che era una sensata proposta del giornale: in caso di prima positività, proponevano per l’atleta il perdono in cambio di una confessione dettagliata con nomi degli ‘stregoni’, radiazione all’eventuale seconda positività; la ricordo benissimo sul numero di marzo 2004, quello dedicato soprattutto alla morte del Pirata.
Già avevo notato che, in seguito alla confessione di Basso ed ai casi Vinokourov e Landis, il giornale aveva preso nettamente le distanze da quei corridori; già questo non mi piaceva perché, come ci hanno spiegato più volte, i corridori sono gli ultimi ingranaggi del meccanismo e sono anche gli unici a pagare, ma la copertina di agosto mi ha colpito: ‘Tolleranza Zero’, chiedono.
All’interno, oltre ad una serie di lettere di lettori come me (quasi tutte contro Riccò, ovviamente), anche uno sgradevole articolo in cui vengono raccolte le dichiarazioni dei colleghi del modenese, quasi tutti esempi di coerenza…. Millar, che parla a fare? Non lo capisce che è l’ultimo a doverlo fare? E tutti gli altri, da Schleck a Cunego, da Cobo (che è arrivato con Piepoli all’Hautacam e senza faticare troppo) a Kirchen (se non erro ex-T-Mobile…), tutti a puntare il dito. L’unico commento accettabile, a mio avviso, è quello di Pozzato che, nonostante lui stesso dica che non si è mai preso con Riccò, afferma che era l’ultimo da fermare per quello che rappresentava per il ciclismo. E poi l’intervista a Nibali, che fa rivoltare lo stomaco. Spazio esagerato a questo corridore, ha urlato ‘fuori i ladri dal gruppo’, ma chi sono i ladri, quelli che vincono o quelli (tantini…) che gli arrivano davanti? Lui non ha mai vinto? Spazio ai suoi dubbi sul Riccò dell’Aspin (a dire il vero, in salita le prende da una vita e non solo sull’Aspin), anzi su tutta la carriera. Non dovevano dargli il certificato, dice…. Ma chi è lui per dirlo?
L’impressione è che, come Cunego era stato investito del titolo di ‘erede’, ora si voglia puntare forte su questo corridore. Possibile che debba esserci sempre un simbolo da sbandierare, possibile che certe esperienze del passato non siano servite?
Ma il punto non è questo. Posso capire che ci sia stata forte delusione, a seguito dello spazio dato ai vari Basso, Vinokourov e Riccò stesso, per cui loro possano ritenere di averci rimesso in termini di credibilità, posso anche capire che ormai l’andazzo sia quello dei forcaioli, fuori chi bara e viene beccato, dentro quelli puliti (o che non sono beccati?), ma mi chiedo dove stia la verità.
Credevano a quello che scrivevano qualche anno fa? Se sì, perchè cambiare così’ radicalmente linea? Se no, perché spendersi così tanto in precedenza per difendere i corridori?
Poi continua la lista dei dubbi: Neri invita i ‘corridori sani’ a lottare con Bs. Ebbene, come fa a sapere quali sono i corridori sani e quali i ‘bacati’? Forse sono sani fino a prova contraria?
Se avessi io le prove certe di chi non è sano e pensassi che il bene del ciclismo è conseguente alla cacciata dei ‘ladri’, ne avrei già fatto i nomi a chi di dovere senza chiedere le confessioni di chi è stato colpito.
Se poi ripenso allo scorso anno, ricordo bene anche la lettera di Torri ai corridori. Fiducia totale al procuratore, poi abbiamo visto di tutto ma nessuno ha mai fatto mea culpa. Anzi, un po’ di mea culpa c’è stato, ma l’errore rimane.
Insomma, mi chiedo se potrò continuare a leggere BS o se dovrò, mio malgrado, cambiare lettura. Sia chiaro che rimane il mensile numero uno in assoluto e, con riconoscenza, non posso dimenticare quanto hanno fatto di buono. Gli articoli di Vicennati sono sempre eccellenti, ma anche i suoi colleghi Barbieri, Falcioni, Barzanti, Luca Neri sono in gamba, è un gran giornale. Salto volentieri gli articoli di Conti e di Neri padre, che purtroppo riesce a parlare di doping in ogni occasione, anche quando non c’entra nulla e se ne potrebbe fare a meno.
Io credo che non si possa conoscere come funziona il meccanismo e dare contro ai corridori. Signori, lo dite voi che i corridori sono l’ultimo anello della catena, come fate ad essere così duri con loro? Forse perché in questo momento ogni ciclista beccato è un grosso danno per il movimento? Sì, è vero, ma non dimentichiamoci il perché c’è questo problema, non dimentichiamoci il dossier Donati, non dimentichiamoci che chi viene preso di mira (prescelto con cura, a quanto pare), dopo essere stato colpito ha anche bisogno e diritto di non essere ghettizzato e lasciato al suo destino. Voi che proponevate il perdono per chi desse un valido contributo nella lotta a questo grande male, confessando e facendo i nomi, come potete mettere all’indice chi ha confessato e i nomi li ha fatti?
Capisco che possiate sentirvi presi in giro, perché pare una maledizione: avete dato fiducia a corridori che poi sono caduti in fallo e vi hanno fatto fare brutta figura, ma la brutta figura è prima di tutto la loro.
Forse è meglio smettere di investire su questo o quel corridore, forse è meglio raccontare il ciclismo e le sue storie, forse è la cosa migliore da fare in questo momento. Ci sarà ancora chi verrà beccato, ma pagherà con la squalifica e mi pare già abbastanza. Sarà lui a dover riconquistare la fiducia della gente, non c’è bisogno di trattarli come appestati. Non è necessario stare con la gente che chiede la tolleranza zero, per avere magari più lettori, perché si rischia di perderne altri.

 

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Livello Fausto Coppi
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  postato il 07/08/2008 alle 16:54
Personalmente ho trovato incredibilmente stupido e insensato un passaggio di un articolo che critica la Federciclo.
Delle cose sono condivisibili, altre allucinanti a mio modo di vedere.

Ecco il passaggio "incriminato":
La presenza di certi personaggi attorno a Riccò aveva destato non poche inquietudini. E se la federazione avesse avuto il coraggio di deferirlo (Di Luca è stato squalificato per tre mesi per la frequentazione di un medico squalificato) forse oggi non dovremmo rinunciare ad un campione di indiscutibile talento.

Esatto il concetto che traspare tra le righe, quello che i corridori, in questi casi, sono senz'altro meno colpevoli di chi sta loro attorno (meno colpevoli, non è che non hanno colpe), ma mi fa rabbrividire il resto.
Voglio dire, ma quindi Riccò doveva essere deferito per semplice sospetto?
E allora perché non hanno mai fatto lo stesso discorso per tanti altri corridori che al pari di Riccò sono/erano circondati da gente poco raccomandabile?
Solo perché non sono mai stati trovati positivi?
Eh, così è troppo facile parlare, è facile fare i sapientoni col senno di poi.
Pensate se Riccò fosse stato squalificato per frequentazioni sospette che casino sarebbe venuto fuori.
C'è stato un gran baraonda per il caso Di Luca nonostante fossero noti a tutti i contenuti delle telefonate tra lui e Santuccione, figuriamoci cosa sarebbe successo con Riccò!

 

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Piazzamenti sul podio:


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GP Miguel Indurain: 1°
Ronde van Vlaanderen / Tour des Flandres: 3°
Rund um Köln: 1°
Liège-Bastogne-Liège: 1°
Giro d'Italia: Carrara - Montalcino: 2°
Tour de France: Sisteron - Bourg-lès-Valence: 1°
Tour de France: Longjumeau - Paris Champs-Élysées: 1°
Tour de France - classifica finale: 3°
Gran Premio Città di Peccioli - Coppa G. Sabatini: 1°

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Livello Fausto Coppi




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  postato il 07/08/2008 alle 17:00
Si è vero col senno di poi...però c'è da dire che quei medici sono squalificati per un certo motivo, e non dovrebbero rientrare nella sfera ciclismo. Siccome purtroppo l'unico modo per rendere loro inerti sarebbe la pena di morte, inattuabile ovviamente, allora si deve trovare un modo per evitare che i ciclisti ci caschino.
E quindi prevedere una squalifica, minima per carità, per i ciclisti che sgarrano e si fanno consigliare da questi squalificati.

Alla fine è una protezione per la loro carriera (vista la vicenda Riccò tre mesi son meno di due anni), per la loro salute, per la salute dei figli (il doping ripeto anche qui che provoca malformazione ai figli, vedi atlete/i della DDR), e salvaguarda il ciclismo da certi ovvi sospetti che nascono nel momento di sospette frequentazioni.

Per quanto da un certo punto di vista possa sembrarlo a mio avviso non è assolutamente assurdo.

 

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