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Autore: Oggetto: Come in questo forum si parla cosi poco di ciclismo praticato?

Livello Hugo Koblet




Posts: 402
Registrato: Feb 2005

  postato il 18/08/2005 alle 10:14
Come in questo forum si parla cosi poco di ciclismo praticato?
Chiunque scrive qui penso sia molto legato allo sport su due ruote non motorizzate. E molti di voi da quello che ho capito pratcano pure questo sport. Ma la stragrande maggioranza di post parla di ciclismo visto e non praticato e mi chiedevo perche il nostro ciclismo, che a mio avviso è quello più vero venga affrontato cosi poco nelle discussioni!

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 18/08/2005 alle 10:42
Ok....ad esempio io posso raccontarti che domenica scorsa solo salito verso una zona delle alpi Apuane. Ho fatto circa 70 Km di cui 34 quasi tutti in salita. Poichè ero da solo negli ultimi km dell'ascesa salivo a 8/9 km orari era durissima e avrei voluto mettere un rapporto più agile...cavolo...ma non c'era!!!
Poi sono arrivato alla meta e dentro di me ero soddisfatto e orgoglioso e ho provato quella sensazione di forza e di benessere che mi da solo la bicicletta!!

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 2258
Registrato: Feb 2005

  postato il 18/08/2005 alle 11:17
Caro Cimospa, mi permetto di contraddirti in parte, in quanto più volte sono comparsi dei thread che riguardavano il "nostro" ciclismo praticato, vedi quello su quale bici possediamo, o le nostre salite preferite, o l'uscita più lunga...certo che parlare una volta di più delle nostre "prodezze" ci fa sentire ancora più vicini al nostro sport.

Personalmente ho poche imprese epiche da raccontare, vado in bici da due mesi e il mio più grande traguardo è stato la salita di Opicina (8 km al 5%), ma raggiungere la cima è stata lo stesso una soddisfazione immensa.
Ieri per arrivare a casa mia ho fatto la salita col 39-19 anzichè col 39-23..una soddisfazione anche quella! Vabè, meglio lasciare spazio a chi ha di meglio da raccontare

 

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Livello Hugo Koblet




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Registrato: Feb 2005

  postato il 18/08/2005 alle 11:42
Vuelta, infatti io non ho detto che non si parla ma che si parla poco del nostro ciclismo. e ritengo che sia piu emozionante riuscire ad arrivare sopra ad una salita o ad un traguardo vario anziche guardare una corsa di qualsiasi genere. A me piace guaradre il ciclismo ma andraci e tutta un altra emozione. E mi piacerebbe poter sentire e condividere maggiormente queste sensazioni.
Col mio Thread colevo solo capire se si parlava poco perche si rpeferisce il cicliscmo prof o similare o perche manca stimolo....

 

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Livello Federico Bahamontes




Posts: 392
Registrato: Feb 2005

  postato il 18/08/2005 alle 12:14
31 luglio: 10 anni dopo è di nuovo leggenda. E' di nuovo impresa nel giorno più significativo dell'anno. E' impresa. Record. Rivincita contro la sfortuna.
31 luglio 2005. Ore 5:15. La sveglia suona tra 45 minuti ma il cielo che comincia a rischiarare mi toglie in un attimo il sonno. E' il giorno. Dopo tanta attesa, oggi si fa sul serio. I km da percorrere, il caldo, l'allenamento non proprio ottimale mettono paura, ma non sarebbe impresa se non ci fossero ostacoli da superare. Ancora una volta torna il ciclismo, il mio ciclismo, a essere metafora di vita. E tutto diventa tremendamente più facile da sopportare e più bello da vivere.
E' un anno particolare questo. Chissà se alla mezzanotte del 31 dicembre 2004 c'era qualcosa dentro di me che mi avvertiva di quanto indimenticabile sarebbe stato quest'anno... Un fatto è certo comunque. Per la prima volta mi sono commosso davvero. Quando è scattata la mezzanotte, quando è cominciato questo incredibile 2005... ho bagnato lo spumante con un paio di lacrime. E' come se avessi sentito che in quel momento cominciava un altro periodo della mia vita. E fino alla metà di febbraio nulla di particolare era successo. Poi casualmente, un gesto semplice, quasi insignificante, una semplice iscrizione a un forum ha cambiato completamente il corso di quest'anno rendendolo unico e irripetibile. Tra dieci, vent'anni, quando sentirò parlare di 2005 ricorderò tutte le emozioni di questi mesi, emozioni positive, negative, la confusione, i dubbi, le paure, la voglia di prendere mille treni pur di incontrare quelle persone. Fino allo scorso anno... sembrava incredibile poter andare a vedere partenza e arrivo della Milano-Sanremo. Vedere due corse in Toscana. Tornarci due settimane dopo per vedere la cronometro del Giro e poi fare un'altra trasferta per vedere il Campionato Italiano in Abruzzo. Pensavo di annoiarmi quest'anno dopo l'esperienza del 2004 con 5 giorni di gare in occasione del Mondiale di Verona. E invece è andata anche meglio dello scorso anno. E non solo per la varietà di corse viste... anzi decisamente per altri motivi: gli stessi motivi che rendono unico e indimenticabile questo 2005.
E allora era giusto, doveroso, rendere indimenticabile e unica la giornata simbolo della mia passione per il ciclismo: quel 31 luglio che da dieci anni caratterizza un giorno di festa per me, in ricordo della prima uscita da cicloamatore. Non fu un'uscita come tutte le altre quella. Da quel giorno il mio prendere la bici diventò una scommessa, per dimostrare a me stesso di poter arrivare anche molto più lontano di Ostia, che da casa dista appena 15 km. Forse è proprio per questo che alla fine... il mio ciclismo è diverso da quelli che vanno a fare le corse, magari di un'ora e mezza ma vanno a più di 40 km/h. Caratterialmente non sono fatto per queste cose. Mi piace andar più piano, ma assaporare tutte le sensazioni che è in grado di offrirmi il paesaggio; ammirare quella foresta fitta dove il sole fa fatica a filtrare; godere degli spazi aperti di quella vallata e delle montagne intorno; voltare lo sguardo a destra o a sinistra e ammirare lo spettacolo del mare mosso, con le onde che fanno la spuma; lasciarmi invadere i polmoni dall'odore denso di iodio nelle domeniche d'inverno, quando la strada che costeggia il mare è libera dal traffico delle auto e intorno hai tanta gente simile a te, che ha deciso, come te, di passare la domenica mattina in mezzo a un gruppo, che pian piano va infoltendosi fino a raggiungere dimensioni di 100-200 ciclisti. E lì diventa festa grande. Il vento non dà più fastidio. Tutto quello che senti è rumore di catene, girare di pedali, stridere di freni e il click della leva del cambio... E le risate e le chiacchiere di chi in gruppo scherza con chi gli sta vicino. Rumori che sembrano poesia per chi vive di questa passione.
E così, dalla passione e dalla voglia di far sempre tanti, tantissimi km, che nasce appunto da quello stimolo, che mi spinse a raggiungere Ostia, per la prima volta, in quel lontano 31 luglio 1995; e dalla voglia di rendere unico quello che è stato il decimo anniversario di quella data, in un anno così particolare... non poteva che venir fuori una giornata storica, epica, leggendaria.
Il percorso l'avevo studiato più e più volte... l'avevo modificato, allargato, ridisegnato... e alla fine l'ho ridisegnato proprio all'ultimo, avendo letto dei lavori in corso a Rocca di Papa ma non è cambiato poi più di tanto.
Sveglia dunque anticipata. Colazione a base di miele, un caffè... e poi via. Pantaloncino sociale giallo-verde e la maglia di Campione Nazionale US ACLI Cronometro 2005. Nella tasca centrale della maglietta ho messo solo il cellulare per averlo a portata di mano per ogni evenienza, tutto il resto in una borsetta nera che ho indossato dietro le spalle. Dentro, 3 camere d'aria nuove, ancora nella scatola, due buste di sali minerali, una boccetta di zuccheri ad assorbimento rapido, 3 barrette ai cereali, una banana e 2 panini con miele e marmellata.
31 luglio 2005. Ore 6:43. La bici è fuori dalla cantina. Io sto seduto sulla sella. Un pensiero rivolto a chi mi segue dall'alto e uno a tutti coloro che sono stati presenti nella mia vita in questi mesi, ai quali ovviamente dedico la mia impresa. Ore 6:43 della mattina. Il cielo è azzurro. Il caldo fra poco sarà micidiale. L'impresa dovrà fare i conti anche con questo.
Primi km... sempre gli stessi, le solite strade. Una volta fuori dal quartiere, laterale via Pontina, via di Vallerano, via Castel Di Leva, poi via Ardeatina, Falcognana, "Gotto d'Oro" (sede del famoso vino dei Castelli Romani), Frattocchie. Da lì comincia la via Nettunense. Pavona, Cecchina, Campoleone. La strada è semplice fino a lì, è tutto un saliscendi, ma molto dolce, non impegnativo. Da Campoleone, però, bisogna armarsi di pazienza, cambiare ritmo e non farsi prendere dalla fretta, accelerando il passo. Alla prima sosta, a una fontanella tra Frattocchie e Pavona, il primo intertempo fa registrare una media di 23,7. Da lì, a parte qualche strappetto, la strada è veloce fino a Campoleone, così, al semaforo dove, attorno alle 7:50, svolto a sinistra, per puntare a Lanuvio, la media è vicina ai 25 km/h (24,7). Svoltato a sinistra, comincia la prima salita di giornata. Non difficile, anzi abbastanza pedalabile, ma lunga circa 7 km. Seconda sosta di giornata alle 8:20 circa, sulla piazza di Lanuvio, ove domina la scena una fontana davvero incantevole. Giusto il tempo di prendere l'acqua e mettere in bocca qualcosa e si riparte. Il computerino segna già 40 km dalla partenza. Seguono due km abbastanza facili, a parte un paio di strappetti e si arriva a Genzano. Curva a gomito a destra e la strada torna a salire in maniera significativa. Ci sono altri 5-6 km di salita prima di arrivare a Nemi, passare sotto il tunnel e sbucare sulla via dei Laghi, quasi all'altezza del bivio per i Pratoni del Vivaro. La strada è bella. Il famoso lago di Nemi è un po' nascosto ma in alcuni punti si intravede in basso guardando a sinistra per chi va verso il paese. A destra, un fitto bosco rende ombrata la strada e fresca e piacevole l'aria della mattina. Mancano pochi minuti alle 9 quando termina anche la seconda salita di giornata. Il tempo è già superiore alle 2 ore. Da lì ad arrivare al bivio per i Pratoni del Vivaro la strada è in rifacimento, per cui è sconnessa, sembra di passare sul pavé. Faccio più fatica in quel tratto di 500 metri che nelle due precedenti salite.
Finalmente è tempo di scendere. Dai tempi delle vertigini mi mancava di tornare ad affrontare una sola discesa, quella che dalla via dei Laghi riporta giù a Velletri... E allora ho approfittato per ripassarci, in un giorno così particolare. Discesa abbastanza divertente, diverse curve ad ampio raggio, giusto dei tratti di discreta pendenza. La prima parte l'ho affrontata senza grossi problemi, poi poco prima di arrivare a Velletri, dove finisce la discesa... un po' per le macchine che mi superavano, un po' per altri motivi... ho cominciato a tirare un po' il freno, a scendere un po' più contratto. Comunque è andato tutto bene. Intorno alle 9:10 ero a Velletri. Rapida sosta per l'acqua e poi via verso Lariano, dove avevo intenzione di fare la prima vera sosta della giornata. In prossimità della piazza c'è il bar dello sport... mi son fermato per un po' di ricarica :-) Un buon caffè, un po' di riposo e via verso Giulianello, lungo una strada mai affrontata in 10 anni.
Sono circa le 9:45 quando rimonto in bici e il computerino segna 62 km. La strada per Giulianello è bella, un paio di tratti in discesa, si arriva subito a un bivio e da lì è di nuovo strada che conosco. Il posto è bello, forse sono i km più belli di tutta l'uscita dal punto di vista paesaggistico. Il traffico è scarso e sullo sfondo non c'è più il comprensorio dei Castelli Romani ma le prime cime dei Monti Lepini. Fino a Giulianello la strada è facile e anche dopo, quando si prende la strada per Artena, si pedala senza troppi problemi, solo alcuni strappetti ma non impegnativi. A un certo punto mi supera un pullmann smuovendo l'aria e riesco a sfruttare la scia per 200-300 metri anche grazie al precedente tratto di discesa e alla velocità per questo già sostenuta. Poi però penso che i km da fare sono ancora molti, moltissimi e allora è meglio rallentare, anche perché (sono le 10:15 circa) comincia a fare davvero caldo lungo questa strada priva di alberi.
Comincia da lì la terza salita di giornata, almeno 4 km di salita, non dura sicuramente ma costante e dopo 72 km già un po' di stanchezza comincia ad affiorare. Da Artena, splendido paese all'antica, arroccato su una montagna, si punta (anche qui per la prima volta in dieci anni) a Valmontone, dove ero stato solo lo scorso anno in occasione della tappa del Giro d'Italia vinta da Petacchi, ma in bici non ci ero mai andato. Poco prima di arrivare al paese, trovo una fontanella e faccio rifornimento. E' caldissima l'acqua, ma meglio che rimanere a secco. E ho fatto bene a prenderla lì altrimenti sarei rimasto senza acqua per diversi km. Da Valmontone si risale: è la quarta asperità della giornata, ma la supero senza troppa difficoltà: le pendenze non sono impossibili; la salita è lunga circa 10 km ed è costante, così ho tutto il tempo di trovare il giusto ritmo e salire del mio passo senza addormentarmi né andare in crisi: quando termina la salita un cartello mi dà il benvenuto a Palestrina. Il computerino è a quota 87 km. Comincio a cercare una panchina, un posto dove potermi fermare per consumare il primo panino (già ho fatto fuori mezza banana e una barretta, più la colazione a Lariano). Alla fine mi trovo ad uscire da Palestrina senza aver trovato una fontanella e nemmeno una panchina. A quel punto, ai bordi di un'area di servizio trovo un po' di ombra, un posto dove sedermi e non ci penso un'attimo. Mangio, mi sistemo e riparto. Sono le 11:20 circa e ho già coperto i primi 93 km del percorso. Ma il peggio arriva adesso. Strada comoda, in leggera discesa, fino a Zagarolo e poi a San Cesareo.
Da lì, quando sono le 11:45 svolto a destra in prossimità del bivio "Faeta-Montecompatri". 2 km circa di salita fino alla famosa rotonda dove comincia la salita più dura dei Castelli (ovviamente evitata ieri)... La strada è tutta in salita, il sole è geometricamente preciso nell'infuocare il mio volto in maniera frontale. E' quasi mezzogiorno, comincio a cercare le zone d'ombra, ma di ombra ce n'è davvero poca. Per evitare la salita della Faeta scelgo di arrivare a Rocca Priora dall'altro versante (mai affrontato fino a ieri....) ma dopo poche pedalate mi accorgo che non c'è da fidarsi di una salita così. E' la più dura della giornata. E' già la quinta salita, è l'ora più calda, l'acqua è poca nella borraccia e praticamente bollente, la uso giusto per bagnarmi ma di sollievo ne dà poco. Pendenze secondo me anche oltre il 10% e la mia bici in quei lunghissimi 4 km di ascesa va disperatamente a cercare i luoghi di ombra. Questo non basta ad abbassare la temperatura corporea, il casco è una trappola di caldo. Finalmente arrivo in paese. Ormai per il sudore faccio fatica a tenere saldamente il manubrio, ma mi faccio prendere dall'entusiasmo. Comincio a vedere le indicazioni per il centro storico. La cima è qui, non può essere lontana..... E invece il bello deve ancora venire: una rampa terrificante intorno al 12-13% e lunga almeno 500 metri finisce di sfinirmi. E se da una parte si sale.. dall'altra si scende: discesa di un km... senza esagerare al 20%!!! Un po' di panico ma niente di più. Svolta a destra e si prende la strada che porta al centro storico: il computerino è già oltre i 100 km. In piazza c'è una bellissima fontana in pietra. L'acqua esce lentamente ma è fredda e piacevole da bere. Ai bordi ci sono alcune panchine, ma solo una è all'ombra. Mi trascino la bici e la borsa fino ad appoggiarmi sulla panchina e mi siedo a sorseggiare tutta la borraccia. Dopo una salita così, sento le gambe già distrutte e allora stabilisco che è il momento per mangiare l'altra mezza banana. Riempio la borraccia, attraverso la strada per buttare la buccia della banana e riparto. Sono le 12:30 circa, sono in bici da ormai più di 4 ore e mancano più di cento km a casa.
Discesa. Lunga, bella, non pericolosa: non pedalo molto, anche per risparmiare le gambe in vista delle prossime salite. Questa volta sono salite che conosco e non sono così dure come la precedente. Certo è che dopo la discesa verso Montecompatri, Monte Porzio Catone e Frascati comincia la sesta salita di giornata e all'una del pomeriggio il sole diventa clemente, facendo capolino tra le nuvole pomeridiane. Si sale al Tuscolo. Pendenze non impossibili, ma salita lunga anche questa, almeno 7 km. Il paesaggio è incantevole, tranquillo e la salita si attorciglia in diverse curve e tornanti. Vedo un ciclista avanzare poco avanti a me, lo prendo come punto di riferimento: la pagherò duramente! Arrivo su in cima al Tuscolo avanzando a zig zag, a velocità non superiore ai 9 km/h. Meglio fermarsi a quel punto, riprendere fiato, cominciare a mettere sali minerali nella borraccia e cercare di recuperare un po' di energie. I km percorsi sono ormai 126,5. E la salita non è ancora finita.
Si torna a scendere fino a Grottaferrata e da lì si punta a Marino, con la strada che torna a fare su e giù. Quando mi fermo alla fontanella di Marino, per riprendere l'acqua, mi accorgo che comincio ad avvertire i primi dolori, soprattutto alla schiena e alle ossa. Per fortuna, è solo un momento. Ormai sono le 14:30 quando imbocco la via dei Laghi direzione Rocca di Papa, per l'ultima vera difficoltà della giornata. E dopo circa 20 minuti scollino finalmente al bivio per Rocca di Papa dal quale comincia la discesa, bella, divertente fino ad Ariccia. Da lì si riprende l'Appia, lasciata la mattina per puntare a Nemi dopo l'attraversamento di Genzano. Svolta a destra verso Albano, da lì un paio di strappetti fino a Castelgandolfo e giù in discesa, dalla strada del passaggio a livello, che scende al Lago di Castelgandolfo. Attorno alle 15:15 sono di nuovo fermo per mangiare il secondo panino. I km percorsi sono ormai 150,5. Da qui però non ci sono più vere e proprie salite, solo tanti strappetti, che dopo 150 km rischiano comunque di mettere in difficoltà. Lascio il lago passando sotto la galleria e imboccando la discesa che riporta sull'Appia. E la discesa prosegue più o meno costante fino al semaforo di Santa Maria delle Mole dove mi fermo per consumare l'ultima barretta rimasta. Poi c'è ancora pianura, fino dentro Roma, ma la strada tende a scendere e la sensazione di stare ormai vicino all'impresa comincia a dare anche quella forza che sembrerebbe non esserci. Dentro Roma arrivo fino all'ippodromo delle Capannelle e da lì prendo via Torricola, una via che porta dall'Appia fino alla via Ardeatina. All'incrocio giro a sinistra e ritorno al Santuario del Divino Amore riprendendo via Castel di Leva. Da lì, ci sono geograficamente 12,5 km per tornare a casa, ma non bastano ancora. In compenso sono da poco passate le 16 e di sole ce n'è ancora molto. Il record è ormai a portata di mano. Mi fermo a prendere l'acqua alla fontanella di via Vallerano e ne approfitto per fare un giro e mezzo del circuito dove spesso faccio le mie passeggiate "di scarico". Da lì ritorno a Spinaceto. Aria di casa, di impresa ormai vicina. Ho ancora un po' di zuccheri in boccetta da utilizzare. E quando passo sotto casa per la prima volta, il contakm segna ormai 187.
Dal '96 o '97 al massimo, faccio diversi giri su un percorso ormai classico, di 5,5 km circa. Un giro, due giri. Al terzo giro, dopo appena 300 metri mi rendo conto che è il momento di raccogliere i frutti di tutta questa epica fatica. Proprio in prossimità di un incrocio il contakm tocca quota 200!!! Mancano solo 2,5 km e sarà nuovo record di km in un giorno. Il vecchio record era appunto di 202,4 km e risaliva al 19 aprile 2000: il percorso era completamente pianeggiante, tutto sul lungomare fino a Sabaudia, a parte i primi e gli ultimi 15 km. Ma questa volta, arrivare a 200 km, eguagliare e superare il vecchio record a distanza di più di cinque anni e farlo soprattutto con un percorso ove di pianura ce n'è davvero poca, con 7 salite e diversi km di saliscendi, è qualcosa di veramente più grande. Anche perché, nella follia stessa c'è l'impresa. Il record è venuto dopo una cavalcata solitaria, in uno dei giorni più caldi dell'estate (5 anni fa era aprile), con preparazione atletica non ottimale. E' stato incredibile il momento decisivo: sulla laterale della via Pontina, in prossimità di un benzinaio il contakm rende ufficialmente realizzata l'impresa. L'uscita più lunga di sempre è da ieri quella del 31 luglio 2005. Su un percorso duro, selettivo e affascinante, concluso con quattro giri attorno alle vie del quartiere. E quando ormai erano le 6:05, il contakm ha potuto finalmente fermarsi rendendo definitivi i seguenti dati:

210,6 km; tempo 9:28':39"; velocità media 22,2 km/h

Ho reso omaggio a tutti i paesi dei Castelli Romani, toccandoli tutti una sola volta; toccando strade che in questi dieci anni sono state lo sfondo di irripetibili avventure; toccando anche posti nuovi (come la via da Lariano a Giulianello) o la via per Valmontone, e la salita fino a Palestrina; raggiungendo per la prima volta Palestrina partendo da casa, quindi anche Zagarolo e San Cesareo; affrontando per la prima volta la salita di Rocca Priora da un versante inedito e particolarmente insidioso; tornando a scalare il Tuscolo da Frascati dopo più di 5 anni...
Ho reso omaggio, con un 31 luglio indimenticabile, a un 2005 che non so ancora cosa mi riserverà nel finale, ma che sicuramente lascerà un segno indelebile nella mia personalità.



Questo è il mio ciclismo...... Questa è la mia passione per uno sport che fa parte di me..

 

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Livello Tour




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  postato il 18/08/2005 alle 13:29
io nel mio "piccolo" ho fatto 2 cose "particolari"
La prima e' del 1996 sono partito da Venezia sono passato per Verona Insbruk Monaco Pilzen Praga e sono arrivato in Polonia a Jelenia Gora con relativo ritorno tutta da solo in circa 20 giorni e 2000 km
Poi nel 1997 ho fatto in un solo giorno Venezia Trieste Venezia cioe' 300 km in circa 12 che e' anche il mio record di km...
Poi il nulla perche' non ho piu' corso per ben 7 anni adesso ho ricominciato e ho in programma di ritornare a fare i viaggi come nel 1996
Ciao a tutti

 
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Livello Fausto Coppi




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  postato il 18/08/2005 alle 13:39
Originariamente inviato da markustefan
adesso ho ricominciato e ho in programma di ritornare a fare i viaggi come nel 1996


Se ripassi per Trieste fai un fischio che magari ti faccio compagnia per qualche km!

x Cimospa: non so perchè si parli poco del nostro ciclismo, però basta dare lo spunto come hai fatto tu e saltano fuori tante belle cose..menomale!

 

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Livello Federico Bahamontes




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  postato il 18/08/2005 alle 14:22
comunque condivido l'osservazione... Quest'anno ho capito una marea di cose ma.. soprattutto che il mio seguire il ciclismo in giro per l'italia non è causa ma conseguenza del mio andare in bici. Vedere una corsa, o anche semplicemente seguire l'evolversi della stagione via internet non è che l'ombra di un'uscita forse folle, ma che rimarrà nella mia memoria per tutta la vita. E avere la possibilità di condividere con qualcuno queste sensazioni è 500 volte meglio che sapere chi ha vinto questa o quell'altra corsa. E forse è anche per quello che recentemente ho scritto un meno da queste parti.

 

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