Board logo

Il Forum di Cicloweb

Non hai fatto il login | Login Pagina principale > Dite la vostra sul ciclismo! > Raelene Boyle, la bionda volante di Melbourne
Nuovo Thread  Nuova risposta  Nuovo sondaggio
< Ultimo thread   Prossimo thread >  |  Versione stampabile
Autore: Oggetto: Raelene Boyle, la bionda volante di Melbourne

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 12/08/2005 alle 04:11
Già che ci sono, ed onore dell’atletica tanto in voga in questi giorni, voglio riportarvi un personaggio che non può essere dimenticato, perlomeno per la sua pulizia di atleta dalle rare stimmate……..



RAELENE BOYLE, LA BIONDA VOLANTE DI MELBOURNE

Quando lei faceva scivolare al vento la sua lunga chioma bionda, io ero un ragazzo che la guardava sognando ad occhi aperti il proprio amore aldilà dell’oceano, perduto fra i grattaceli di Manhattan. Non ho mai capito perché, quella grande atleta australiana, tanto diversa dalla mia ragazza americana, fosse così capace di farmela ricordare. Probabilmente quel suo correre, rappresentava il mio desiderio inconscio di sciogliere l’impossibilità di quel rapporto e quello struggente senso di lontananza, era probabilmente un modo per raggiungere veloce la figura della mia infatuazione, ed il bisogno di abbracciarla.
Guardavo la sua falcata da gazzella e la sua pelle bianchissima sullo sfondo di “Indian spring time” (è tempo di primavera indiana), un brano solo suonato, di cui mai ho voluto conoscere l’autore, ma che echeggiava in me ogni volta che vedevo correre Raelene e il ricordo di Francis che, della velocista aussie, avevo appunto eletto controfigura, pur nella pelle più scura mi veniva siamese.
L’atleta sublime, forse la più forte sprinter bianca e pulita che l’atletica abbia mai partorito, era Raelene Boyle, una ragazza che già nel 1968, a soli sedici anni, aveva colto un argento olimpico sui 200 metri. Un risultato straordinario, da vero fenomeno.



Raelene non era bella, ma quei lunghi capelli biondi e quel passo disteso da velocista di colore, la facevano atleta evidente, quanto i suoi simpatici sorrisi. Non ci metteva molto a piacerti. I Giochi del Commonwealth erano il suo impero, lì dominava regina nell’attesa del meritato incontro con l’oro olimpico.
Alle Olimpiadi di Monaco colse due argenti, entrambi dietro uno dei primi stereotipi della medicina della Germania dell’Est: Renate Stecher Meissner. Costei, potrei benissimo chiamarla “mister muscolo”: una donna che in origine poteva pure essere bella, ma portava sul viso, le cosce e le spalle, tutti i segni di chi è semplice cavia dello sport come affare di stato.
Gli argenti della Boyle, invece, erano quelli di una donna bianca che aveva avuto da mamma e papà gli stigmi e il talento degli atleti straordinari. Non posso dimenticare il suo pianto, dopo quei 200 metri (la sua vera specialità), persi ancora una volta per un niente, che gridavano vendetta per il sospetto, più che personale, che a vincere fosse stata una bionica.



Ancora i Giochi del Commonwealth e ancora successi per la bionda australiana dalla pelle color latte, il modo migliore per schiacciare l’attesa verso Montreal ’76 e per quell’oro, forse chiamato troppo presto e così duro a venire.
In Canada, sui 100 metri, Raelene colse un quarto posto, anch’esso dall’incipiente sapore di beffa. Davanti a lei tre tedesche, due dell’est e una dell’ovest. Fu proprio la meteora occidentale Richter, a vincere, ma attenzione, l’allenatore era un fuoriuscito dell’est.
La gara della Boyle però, era quella sui 200. Arrivata in finale, dopo aver ben impressionato nei turni preliminari, a Raelene venne contestata una falsa partenza (poi risultata completamente priva di fondamento) e la gazzella australiana si innervosì incappando nella seconda (in realtà la prima) e venne così squalificata. Ancora una volta l’appuntamento con quell’oro che meritava per la continuità e la sua autorevolezza, venne rimandato.



A Mosca però, la Boyle mai ci arriverà, anche se la sua forma era formidabile al punto di guadagnarsi i galloni di favorita. L’Australia boicottò i giochi e per Raelene fu la fine. Chiuse con l’ennesima grande prestazione ai Giochi del Commonwealth, la “sua” manifestazione, dove nelle quattro edizioni a cui partecipò, seppe collezionare sette ori e due argenti.
La bionda volante di Melbourne, dopo la fine della carriera entrò in politica e per ben dieci anni fu impegnata nel Consiglio dello Stato di Victoria, con specifici impegni verso lo sport. Poi, nel 1996, la tegola: le fu diagnosticato un tumore al seno.
Per lei fu l’avvio di un’altra e ben più importante corsa. Superato il male Raelene Boyle capì l’esigenza di un impegno sociale verso i tanti che han conosciuto quella terribile malattia, con lo scopo di favorire la ricerca. L’ex velocista divenne così, in questo campo, un’istituzione.
A Sydney è stata vista in forma e l’amico Thomas m’ha sempre rassicurato sulla sua salute.
Mai dimenticherò le sue falcate e quei capelli biondi al vento.
Ciao Raelene, stammi bene, quell'oro lo hai avuto ugualmente: alla carriera e per le sensazioni che ci hai donato.

Morris

 

____________________
"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Alfredo Binda




Posts: 1101
Registrato: May 2004

  postato il 12/08/2005 alle 11:09
Ho letto il tuo racconto Morris: al di là del doping la cosa che mi è venuta in mente è quanto iniquo possa essere lo sport. Questa donna, che in un certo senso ha attraversato 4 olimpiadi, per ragioni dovute al beffardo destino, non ha mai conquistato l'oro A volte esistono degli outsider che fanno incetta di medaglie d'oro e grandi campioni che restanno all'asciutto.
Faccio alcuni esempi che mi vengono in mente: Holmertz nei 200 s.l. di nuoto che vinse una volta gli europei e a mondiali e olimpiadi fu sempre argento o bronzo per un decennio.
Poi mi viene in mente Frankie Frederick che ha vinto si due titoli mondiali sui 200 metri piani (indoor e outdoor), che vanta pure un incredibile 19'92 al coperto e un 19'68 all'aperto, ma che alle olimpiadi ha ottenuto 4 medaglie d'argento e un quarto posto, saltando quelle olimpiadi del 2000 che probailmente avrebbe vinto.

 

____________________
"Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi", Mario Ferretti, Radiocronista Rai

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 1635
Registrato: Apr 2005

  postato il 12/08/2005 alle 11:26
..........e Marlene Ottey? L'eterna giamaicana. O Jay Silvester nel disco, Igor Ter-Ovanesian nel lungo, Ron Clarcke, Jym Ryun........i grandi atleti non sono solo medaglie. Oggi coi mondiali ogni due anni è molto più facile arricchire il palmares, ma ai tempi di Sylvester, Ter-Ovanesian, Boyle ecc. se saltavano le olimpiadi...bisognava reggere per altri quattro anni!

 

____________________
pedala che fa bene.....

 
Edit Post Reply With Quote
Nuovo Thread  Nuova risposta   Nuovo sondaggio
 
Powered by Lux sulla base di XMB
Lux Forum vers. 1.6
0.9456820