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Autore: Oggetto: Lance Armstrong alla Gazzetta dello Sport

Livello Ottavio Bottecchia




Posts: 559
Registrato: Jul 2005

  postato il 26/07/2005 alle 14:16
Ecco l'articolo-intervista pubblicato oggi dalla Gazzetta su Armstrong.

ciao a tutti

55x11grimpeur

Superata l'ossessione Tour, Lance è in vacanza con i figli e Sheryl Crow. "Sono un sopravvissuto al cancro. Il resto è in più. Ora cerco equilibrio e normalità"

Il signor Tour è tornato a essere, semplicemente, mister Armstrong. Pantaloncini corti, maglietta e braccialetto di caucciù giallo, Lance è con i tre figli e Sheryl Crow su una spiaggia nel Sud della Francia. Pesce, vino e gelati a volontà al posto di chilometri, acqua e barrette. Il texano ha detto addio al ciclismo dopo aver conquistato la settima maglia gialla consecutiva. Ha detto ciao guardando il suo mondo dall’alto. Come nessun altro.
— Chi è, oggi, Lance Armstrong?
«Un sopravvissuto al cancro, un atleta che ha avuto una carriera fortunata e straordinaria e che ora va alla ricerca di equilibrio, di serenità. Mi aspettano giornate intense, ma senza stress».
— Addio definitivo? Nessun ripensamento?
«Mmmmm... No, nessuna possibilità di tornare alle gare col numero sulla schiena. Non farò come Michael Jordan. Andrò ancora in bici per restare in forma e potrei anche partecipare a qualche corsa di mountain bike o cross giusto per divertirmi, ma niente più gare su strada».
— Cosa vuol dire lasciare da numero uno?
«E’ esattamente quello che sognavo e avevo progettato di fare». — Ora avrà più tempo per gli altri «suoi» sport. Golf o maratona? «Nessun dubbio: maratona. Vorrei prepararne una per correre sotto le 2 ore e 30 minuti, e magari punterò alle 2 ore e 15...».
— L’agonismo per lei resta un bisogno!
«Sì, so che farò correre le mie sfide su qualche altra strada della vita. Ma non subito. Fino ad ora vincere, essere il migliore era per me una necessità, quasi un’ossessione. Da ora non lo sarà più. Ho bisogno di normalità. Di serenità».
— Ha un progetto in particolare? Si parla di un suo possibile impegno in politica, magari la corsa per diventare governatore del Texas. Con chi? Con il presidente George Bush, che le ha telefonato domenica sera a Parigi, o con il democratico John Kerry, che è addirittura venuto a trovarla a Saint Etienne?
«Bush e Kerry sono due amici, ma per il momento non ho alcun tipo di velleità o ambizione politica. No, ora ho bisogno di trovare il mio equilibrio. Per i prossimi due o tre anni vorrei stare tranquillo. Vorrei affrontare il post-campionismo con il massimo della serenità possibile». — Non correrà più? Nemmeno circuiti a ingaggio?
«Niente gare, solo pedalate senza agonismo con finalità benefiche, come la "Ride for the Roses" della mia Fondazione».
— Non è facile rinunciare al richiamo della foresta e alle offerte milionarie.
«I soldi non sono mai stati uno stimolo. Ho guadagnato moltissimo. Ne ho abbastanza perché anche i miei figli possano avere una bella vita. Guadagnare non è al centro dei miei interessi».
— Lei è considerato il più grande specialista di Tour, ma ne ha fatto un obiettivo esclusivo, mentre avrebbe potuto vincere molto di più. Cosa manca alla sua carriera? Quali occasioni non colte rimpiange di più: Giro d’Italia, record dell’ora, classiche?
«Forse una classica monumento di primavera, un Giro delle Fiandre, una Roubaix... Penso a Fiandre e Roubaix perché si adattano alla mia personalità di corridore. Ecco, per quelle ho un piccolo rimpianto».
— Ivan Basso nella sua Discovery Channel.
«Già lo scorso anno mi ero accorto che Ivan può essere il futuro del Tour de France. Con me e Bruyneel avrebbe certamente vinto una o più maglia gialle. Ha scelto diversamente e gli auguro. di realizzare comunque i suoi sogni. Noi abbiamo fiducia nella crescita di Popovich e siamo molto contenti di Savoldelli».
— Come vuole essere ricordato dal mondo del ciclismo?
«Come il campione che ha radicalmente cambiato il modo di avvicinarsi e vincere il Tour. Il lavoro invernale, la costruzione della squadra, gli stage su Alpi e Pirenei, l’approccio studiato nei dettagli. Per sette anni io ho vissuto per il Tour».
— Cosa pensa del doping?
«Il doping è sempre esistito, fin dalla prima Olimpiade. Possiamo, anzi dobbiamo lottare, dobbiamo darci regole severe, ma dobbiamo essere consapevoli che esisterà sempre. Quello che mi dà personalmente fastidio è che i grandi campioni, quelli che sono al vertice del loro sport saranno sempre accusati o sospettati di doping. So che fa parte del gioco, ma nello stesso tempo non ne posso più. Non sopporto più le domande sul doping e sui sospetti in generale. E sono stanco di mettere continuamente il mio corpo a disposizione di controlli d’ogni tipo da parte di organizzazioni d’ogni tipo: Uci, Wada, Usada, Federciclismo, Ministero francese... Non c’è più limite. Al Tour, oltre ai quotidiani controlli antidoping previsti dal regolamento, mi sono sottoposto ai test sul sangue dell’Uci e ad altri sette controlli a sorpresa, la maggior parte dei quali voluti da organismi americani. E so che continueranno a cercarmi, magari anche nell’inverno, perché pensano che io possa tornare alle gare. No, non tornerò».
— I compagni la chiamano «Boss» o «President», ma tra i suoi soprannomi ci sono anche «Action man», «Mister Millimetro», «Cowboy» e l’«Uomo dei miracoli». Qual è il suo preferito?
«Mister Millimetro. Ho sempre cercato di avvicinarmi alla perfezione». — Si considera un uomo fortunato?
«Incredibilmente fortunato. Intanto perché sono qui e vi assicuro che nell’autunno-inverno del ’96 non era così scontato. E poi perché nel mio mestiere è andato più o meno tutto come volevo. Se mi guardo in giro, non vedo un altro atleta più fortunato di me».
— Il giorno migliore della carriera?
«Dal punto di vista tecnico direi Alpe d’Huez 2001, quando staccai Ullrich fin dai primi tornanti, oppure Hautacam 2000 quando mi lasciai alle spalle sia Ullrich sia Pantani. Ma sul piano delle emozioni la vittoria di Limoges ’95 resta insuperabile: fuori categoria».
— Il peggiore?
«La crono di Cap Decouverte 2003, di gran lunga. Segue Morzine 2000, altra giornataccia».
— Il podio dei suoi avversari nei sette Tour vinti?
«Ullrich facile numero uno, poi Beloki e Basso».
— E Pantani?
«Ho avuto grande stima di Marco. In montagna aveva classe straordinaria e personalità, ma non è stato un rivale per la classifica finale».
— Il campione di più grande classe con il quale ha corso?
«Devo risalire ai primi anni della mia carriera e mi vengono in mente Sean Kelly, Miguel Indurain, Moreno Argentin: leggende della strada. E Gianni Bugno... Bugno aveva più classe in un alluce di quella che un corridore normale ha in tutto il corpo. Gianni poteva vincere tutto, ma ha vinto molto meno di quello che meritava».
— Lance Armstrong è più sopravvissuto o più grande atleta?
«La sconfitta del cancro resta centrale nella mia vita. Tutto quello che è venuto dopo è in più».
— E’ diventato un simbolo per chi lotta contro la malattia. Si sente «macchina di speranza»?
«Sento una grande responsabilità. So che la mia esperienza può essere di aiuto, ma non ci penso tutti i giorni. Vi assicuro che nelle ultime settimane ho pensato soprattutto alle bici, alle montagne, agli avversari, a come rivincere per la settima volta la corsa più importante del mondo. Il resto è una conseguenza».
— Una persona con la quale andrebbe a cena?
«Scelgo Sheryl Crow, donna stupenda, dotata di una vivacissima intelligenza, con la quale è bello condividere il tempo».
— E’ vero che la seguirà anche in tournée come uno dei suoi «groupies»?
«Sono molto innamorato di Sheryl. Averla al Tour mi ha dato forza. Adesso sa tutto di ciclismo. Ora tocca a me. Certo, potrei seguirla in giro per il mondo dei concerti. Sono un pensionato della bici e ho voglia di recuperare qualche bella serata a base di rock’n roll, buon cibo, buon vino... e se avesse bisogno potrei pure suonare la chitarra».
— Mamma Linda?
«La prima che mi ha spinto verso strade nuove nello sport. Soprattutto per l’alimentazione: colazioni e cene che farebbero scuola ancora oggi».
— George Hincapie, gregario di tutti e sette i Tour vinti?
«Il mio miglior amico nel gruppo. Di lui ho una fiducia assoluta».
— Il tecnico Johan Bruyneel?
«E’ il segreto più grande dietro ai miei successi».
— Jim Ochowitz?
«E’ come un padre. Mi ha guidato con sicurezza nei primi passi nel professionismo».
— Il manager Bill Stapleton?
«Stratega, intelligente e grande uomo d’affari».
— Il dottor Michele Ferrari?
«Incompreso. Avrà fatto errori, ma c’è stato accanimento nei suoi confronti. Ha fatto comodo a tutti che venisse punito, ma pochi lo conoscono veramente. Con me è sempre stato corretto».
— Filippo Simeoni?
«Ho sbagliato a inseguirlo. Gli ho dato troppa importanza, ma non ho mai detto le frasi che mi attribuisce. So che la Procura di Lucca ha archiviato il dossier che mi riguarda».
— Birra o vino? «Vino».
— Quale? «Rosso. Sassiccaia in particolare».
— Una città? «Austin».
— Una canzone? «"Letter to God", sarà nel prossimo album di Sheryl Crow. Bellissima».
— Una bici?
«La Trek Col de la Madonne in carbonio del Tour 2004».
— Gli amici: Robin Williams?
«Il mio gregario comico».
— Bono degli U2?
«Uno dei pochi amici che possono seriamente cambiare in meglio il destino dell’umanità. E’ molto più che un cantante, è un simbolo».
— Andre Agassi?
«Una leggenda. È uno dei miei eroi dello sport».
— Kevin Costner?
«Uomo umile e molto generoso».
— Eddy Merckx?
«Il mio papà europeo. Con Eddy ho anche i contrasti che si hanno con un padre. Nel 2003, dopo che andai a prendere Axel nella Liegi-Bastogne-Liegi, me ne disse di tutti i colori. Era imbufalito. E aveva ragione perché poi ho perso... Io e Eddy ci vogliamo molto bene».
— Il suo messaggio nella bottiglia?
«Il ciclismo resta lo sport più bello del mondo. Vorrei che i tifosi tornassero a credere nei campioni della bici, vorrei che dimenticassero la diffidenza. I miracoli esistono. Io ve lo posso assicurare...».

 
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Livello Miguel Indurain




Posts: 676
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  postato il 26/07/2005 alle 14:40
Sono quasi commosso.

Ma le lacrime sono da coccodriLLo !


 
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Moderatore




Posts: 2848
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  postato il 26/07/2005 alle 22:17
Originariamente inviato da 55x11grimpeur

Golf o maratona? «Nessun dubbio: maratona. Vorrei prepararne una per correre sotto le 2 ore e 30 minuti, e magari punterò alle 2 ore e 15...».



Ho letto l'intervista ma questa frase mi ha quasi sconvolto! Non è che lascia il ciclismo per puntare alla maratona di Pechino 2008?!? 2 ore e 15 sarebbe un tempo di soli 10 minuti superiore alla miglior prestazione di sempre!!!!

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 1635
Registrato: Apr 2005

  postato il 26/07/2005 alle 22:41
2h15........mizzica.
già andare sotto 2h30 per un amateur l'è dùra.....

 

____________________
pedala che fa bene.....

 
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Livello Tour




Posts: 241
Registrato: Mar 2005

  postato il 26/07/2005 alle 23:08
Beh!, almeno su Bugno la pensa come me!
 
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Livello Ottavio Bottecchia




Posts: 559
Registrato: Jul 2005

  postato il 26/07/2005 alle 23:09
ok ragazzi... se corre la maratona sotto le 2h15 sono pronto a ritirare tutte le belle parole spese per difenderlo...
 
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Livello Freddy Maertens




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  postato il 27/07/2005 alle 00:00
Se io corressi i 100m in 11", correrei senz'altro forte, ma avrei migliaia di atleti al mondo meglio di me! Armstrong viene dal triathlon e mi aspetto che corra molto forte, non vedo perché non potrebbe scendere sotto le 2H15', questo non farebbe di lui un maratoneta da olimpiadi.
 
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Livello Fausto Coppi




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Registrato: Jul 2004

  postato il 27/07/2005 alle 00:19
Io non posso permettermelo perchè costa troppo, comunque Sassicaia si scrive con una sola C, non con due.

 

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Davide

 
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Livello Giro del Lazio




Posts: 64
Registrato: May 2005

  postato il 27/07/2005 alle 08:33
Bravo aranciata. Sempre molto attento.
Per Armstrong bere un Sassicaia é come per noi bere dell'acqua dalla fontana pubblica.

 

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...menate ragazzi...

 
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Livello Freddy Maertens




Posts: 874
Registrato: Jul 2005

  postato il 27/07/2005 alle 12:03
Originariamente inviato da Lore_88

cm nn sarebbe un maratoneta da olimpiadi??? arriverebbe fra gli ultimi ma indubbiamente nn avrebbe tanti problemi a qualificarsi x le olimpiadi! cn 7 o 8 min in meno si lotta x l'oro...


Hai idea di cosa significhi ridurre il tempo di una maratona da 2h15' a 2h08'??? Sarebbe come dire che Fothen con un quarto d'ora in meno vinceva il giro d'Italia! Sono proprio quei 7/8 minuti a fare la differenza tra un buon atleta e un atleta da olimpiadi!!! Io penso che molti ciclisti professionisti sarebbero in grado di correre una maratona con ottimi tempi, se poi sei stato campione americano di triathlon allora lo darei quasi per scontato.

 
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Livello Miguel Poblet




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Registrato: Oct 2004

  postato il 27/07/2005 alle 12:11
torniamo al sassicaia
 
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Livello Milano-Sanremo




Posts: 123
Registrato: Jul 2005

  postato il 27/07/2005 alle 16:33
Per me se davvero vuole provare una maratona c'impiegherà almeno tre ore. Sono due sport completamente agli opposti, due movimenti di gambe troppo diversi.
 
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Member





Posts: -1
Registrato: Aug 2006

  postato il 27/07/2005 alle 21:40
Mo' pure la maratona???
Ma chi è?
Gelindo Bordin?

L'avevo detto io! Ora gli rimane solo di tentare il record dell'ora....magari in altura....ma altura vera, non Città del Messico, col nome che porta....potrebbe tentarlo sulla LUNA!!

 

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Livello Giro del Lazio




Posts: 64
Registrato: May 2005

  postato il 28/07/2005 alle 07:26
Chissà, forse parteciperà all'Ironman sulle Hawaii...

 

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...menate ragazzi...

 
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