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Autore: Oggetto: Domande Per Jan Jan, Morris o chi altri sia informato attorno a Bruno Beatrice, radiazioni e flebocl

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 04/07/2005 alle 17:14
Stamane ho avuto modo di ascoltare su Radio 24 una trasmissione dove era ospite la vedova del calciatore Bruno Beatrice, il quale era apprezzatissimo mastinaccio di centrocampo nella Fiorentina degli anni ’70.
Beatrice morì nel 1987 per "leucemia linfoblastica acuta", dopo un calvario particolarmente duro.
La vedova raccontava come nel 1976, in seguito ad uno strappo muscolare, Beatrice fu indotto da un consigliere sociale della Firoentina, il quale era primario della clinica Villa Camerata di Fiesole, a sottoporsi ad un ciclo di radiazioni "renghen" (chiedo scusa, non so quale sia la grafia corretta), tutti i giorni per tre mesi.
Alla vedova vennero alcuni sospetti quando scoprì un trattatello scientifico, edito da Feltrinelli già nel lontano 1971, intitolato "le cavie dello sport" o qualcosa del genere, dove venivano denunciati gli eccessi e le sperimentazioni praticati nel mondo dello sport, e tra i vari argomenti si parlava proprio dell’uso massiccio di questo tipo di radiazioni, al di fuori di ogni logica terapeutica, al di fuori di ogni sicurezza derivata da sperimentazioni precedenti, si accusava insomma una situazione che vedeva gli atleti come vere e proprie cavie di laboratorio.
Sempre la vedova raccontava di come il marito le telefonasse dal centro sportivo dove si allenava la Fiorentina, e le diceva cose del tipo "non ti preoccupare, possiamo farci due chiacchiere, mi hanno appena messo la flebo e ne avrò almeno per mezz’ora".
Sui contenuti delle flebo il marito non fu mai esplicito, ma in altre occasioni, parlando con amici o colleghi, lo sentì nominare farmaci come Micoren o Supracortex (anche qui potrei avere capito male il nome del prodotto).

Nella trasmissione era ospite anche il professore di farmacologia Gianmartino Benzi (docente presso l’università di Pavia se ricordo e se ho capito bene) che ha ribadito alcuni concetti importanti.
Benzi ha dichiarato prima di tutto che, essendo egli un materialista, non ha alcun interesse a discutere sugli aspetti decoubertiniani che coinvolgono l’etica degli atleti e la credibilità dei valori sportivi, ciò che a lui interessa è il coinvolgimento della medicina nello sport secondo criteri non scientifici.

Ha affermato per esempio che le fleboclisi, qualunque fleboclisi, sono forme di medicalizzazione cruenta che alterano la condizione della persona, negli ospedali stessi la fleboclisi è un’opzione alla quale si ricorre solo ed esclusivamente quando le circostanze lo richiedono senza possibilità di alternative. Non può essere questo il caso di un calciatore che si sottopone a flebo alcune ore prima di un incontro o durante le sedute di allenamento.

Ha sostenuto che gli stessi farmaci, assunti per fleboclisi anzichè per via orale, tanto per fare un esempio, hanno spesso effetti differenti perchè differenti diventano le dinamiche del farmaco.

Ha affermato che i farmaci esistenti, tutti i farmaci, sono prodotti studiati per curare persone ammalate, e non esiste letteratura scientifica attorno all’uso di qualsivoglia farmaco su persone sane che praticano agonismo.

Ha affermato che le liste farmaci leciti / farmaci illeciti esistono solo nello sport, nella medicina non esistono farmaci leciti o illeciti ma solo farmaci opportuni e farmaci inopportuni a seconda della patologia sulla quale intervenire.
Ma ha anche affermato che lo stesso CIO sottolinea che le liste dei farmaci vietati sono ESEMPLIFICATIVE, nelle liste del CIO si può leggere come sia vietato un tale farmaco e tutti i prodotti ad esso correlati, per funzione o conseguenze, anche se NON INCLUSI nelle liste.

Vi chiedo cosa ne pensate e, in particolare, cosa sono queste radiazioni renghen.

Un saluto

 

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Davide

 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 1635
Registrato: Apr 2005

  postato il 04/07/2005 alle 17:48
La roetgen terapia era una forma di radioterapia molto in voga negli anni 70 per curare affezioni infiammatorie , in particolare delle articolazioni. Il metodo consiteva nell'irradiare le zone infiammate con radiazioni a bassa penetranza. Diciamo che rappresentavano la forma più tecnologicamente semplice e leggera di RXterapia. Metodo abbandonato per la scarsa efficacia a lungo termine e per la pericolosità...le radiazioni sono tutte a rischio cancerogeno.....più o meno alto, ma il rischio lo prevedono. I tumori che potevano essere indotti, riguardavano principalmente linfomi e leucemie. Le cellule del midollo osseo, quindi, indebitamente trattate.
In quegli anni andava molto di moda anche trattare atleti con fleboclisi di corticosteroidi (Merckx fu un capostipite) come il maxicortex 2000 o simili.
In realtà l'azione stimolante delle surrenali (aumento della resistenza e soprattutto migliore recupero..)si aveva solo dopo un uso molto intenso e non paragonabile a metodi moderni. E' stato invece invocato il pericolo di contrarre, con gli estratti surrenalici ad alto dosaggio, malattie pericolose come la sindrome di Ghorig, dovute alla scarsa purificazione degli estratti surrenalici stessi.
Medicine fai da te insomma. Stregoni da sale massaggio o spogliatoio...
Che danni tremendi che hanno fatto.....guardare per credere la frequenza di malattie neoplastico/degenerative negli atleti di una generazione intera.
E gli estratti di corteccia venivano dati anche senza ricetta medica....
Concordo col dire che l'etica della medicalizzazione è di per se pericolosa, e altera le caratteristiche fisiche degli atleti. Non sempre in senso positivo. ad esempio, certi cali da superallenamento, venivano favoriti proprio dalla sensazione di efficacia che certe sostanze danno....per molto tempo gli atleti, soprattutto i calciatori, sostituivano l'allenamento con la flebo di maxicortex.....ed allora infortuni, cali di forma eccetera, erano pronti a comparire.
La medicina vera era, ed è stata, collaterale per molto tempo a questi intrugli. Altro che dr.xxx di oggi.....Quello descritto dalla signora Beatrice era un operiodo selvaggio...il regno della superficialità e faciloneria.
E molti ci hanno rimesso pelle e salute.
Forse era peggio di oggi.

 

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pedala che fa bene.....

 
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Livello Claudio Chiappucci




Posts: 333
Registrato: Dec 2004

  postato il 04/07/2005 alle 18:13
Documentandomi sull'argomento trovato un intervista fatta alla moglie di Bruno Beatrice alquanto inquietante:

"Nel 1976 per una pubalgia mio marito fu sottoposto a radiazioni Rengen, fatte nell’arco di tre mesi quasi tutti i giorni per partecipare a una partita di coppa italia, oltre a flebo e altre bombe che gli sono state propinate. Sono convinta che questi trattamenti abbiano portato alla leucemia linfoblastica acuta per cui è morto nel 1987".

"Quello che veniva detto ai giocatori era: o fai le flebo o rimani in panchina, non prendi inl premio partita e non giochi per tre settimane... Insomma un ambiente nel quale i ricattini sono molto di moda".

"Ho conosciuto i colleghi di mio mariti all’epoca. Rognoni è morto. Saltuzzi è morto. Martorino è ammalato anche lui. Lombardi è ammalato. Un numero elevato per una rosa di persone limitata che ho consociuto. Credo che nessuno al mondo per la gloria di un goal voglia morire a venti, trenta o quarant'anni".

 

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antonio

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 04/07/2005 alle 21:56
Ciao Davide! Jan, con la sua conoscenza medica, ci ha già portato una serie di spiegazioni illuminanti su tempi d'anarchia e, paradossalmente, di selvaggia sperimentazione. Ma la Fiorentina degli anni settanta ha dei precedenti, diciamo con circa tre lustri d'anticipo. Non se ne parla mai, forse perchè in Italia, il solo Guariniello, sta facendo uno screening sulle "morti da....calcio". Figuriamoci se i giornali, sulla SLA (Morbo di Lou Gerigh), dopo le conclusioni a vanvera e da radiazione della professione medica di un Convegno di medici sportivi in quel di Coverciano - dove s'è sancito che è il fumo il fattore scatenante della malattia- osano approfondire!
Comunque, come dicevo, la Fiorentina ha un precedente: la Sampdoria di fine anni '50, inizio anni '60.
All'uopo, riporto un'interlocuzione che ebbi con un tifoso blucerchiato, egli stesso dubbioso sulle strane morti dei giocatori di quella squadra che segnò un lustro.

N.B. Mi scuso in anticipo, sugli sconfinamenti calcistici che poco hanno a che fare con l'oggetto del thread.

Domanda:
La grande sampdoria: Rosin, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Mora, Ockwirk, Brighenti, Skocklund, Cucchiaroni; mitica!!!
So che abbiamo vinto uno scudetto, ma per un vero sampdoriano la grande sampdoria rimane questa. Però, degli attacanti solo brighenti è ancora vivo, gli altri sono morti giovani. Cosa ne pensi?


Risposta:
Concordo. La Sampdoria storica, quella che in rapporto al calcio del tempo, ha giocato meglio e che è riuscita a donare emozioni forti al cospetto di squadroni veramente tali per quattrini a disposizione, entità tecniche e seguito, è stata realmente quella della fine degli anni ’50 e inizio anni ‘60. Una provinciale divenuta grande per la sapienza nelle scelte di giocatori spesso frettolosamente scartati dai grandi club, ma in possesso di una personalità ed uno spessore decisamente superiore a quella che poi vinse lo scudetto. Non te la prendere, ma della Sampdoria scudettata, i soli Pagliuca, Vierchowod, Cerezo e il grande Mancini (sicuramente grande calciatore, mentre come tecnico ho ancora dei dubbi), avrebbero trovato posto sicuro nella squadra che tu ci hai riportato alla memoria e all’attenzione. Non ci ho messo Vialli, per mille motivi che non dico, ti basti il mio giudizio di giocatore tanto più venduto di quello che era il reale valore e l’unico, dipinto da media già divenuti cadaverici, come esecutore di gol favolosi, solo perché aveva sbagliato un cross, poi trasformatosi in tiro da rete giudicato impossibile… (Svezia docet). Mi gioco i cosiddetti, ma Monzeglio, lo avrebbe tenuto perenne riserva di Brighenti, Mora e Cucchiaroni, semplicemente perché gli erano superiori. La Sampdoria che poi vinse lo scudetto, era una squadra che aveva scelto il meglio e speso anche tanti quattrini, grazie alla capacità e ai soldi, in primis, del grande Mantovani. Costui, agì sul mercato come un protagonista in grado di competere coi colleghi più illustri, in alcuni casi più arguto nella scelta dei giovani, ma è indubbio che la caratura societaria messa insieme da quel grande presidente, fosse di ben altro livello rispetto a quella della seconda metà degli anni cinquanta.
Dunque Rosin, Vincenzi, Marocchi, Bergamaschi, Bernasconi, Vicini, Mora, Ockwirk, Brighenti, Skoglund e Cucchiaroni, furono veramente la “Grande Sampdoria”, come ad esempio l’Inter di Herrera è stata la “Grande Inter”. E quanto sia radicato il pensiero da te espresso dentro il tifo sampdoriano, lo dimostra appieno il fatto che i primi ultras di una squadra di calcio, siano stati proprio quelli blucerchiati, con la scelta di un nome che dice tanto: “Ultras Tito Cucchiaroni”!

Dall’altra parte non posso non rimarcare quanto effettivamente da te sostenuto. Non ci sono solo Mora, Ockwirk, Skoglund e Cucchiaroni, i quattro del reparto avanzato, ma a questi c’è da aggiungere Guido Vincenzi. I cinque undicesimi di quella formazione sono dunque tutti morti prima del compimento dei cinquant’anni: tre per SLA (Morbo di Lou Gehrig) e due per tumore. Un fatto che non ha paragoni in nessun’altra squadra, ma va pure detto che i cinque non possono definirsi solo sampdoriani e non hanno militato così a lungo in blucerchiato da considerare come quello il sodalizio di certe pratiche che poi hanno scatenato quelle patologie mortali. Il fatto dimostra che il doping nel calcio è sempre esistito e che certi pastrocchi, i bibitoni, le prime flebo di corteccia surrenale, gli stimolanti somministrati insieme a qualcos’altro per via orale ecc. seppur in maniera confusionaria, sono dei lati perenni di questo sport, ancora da troppi considerato meno pesante in quanto di squadra. Vincenti, in particolare, attraverso la vedova è entrato nell’indagine di Guariniello ed è indubbio che le morti di quei cinque, se non vogliamo stravolgere la matematica più ovvia per difendere il dio pallone, siano state causate da motivi scatenanti che poco hanno a che fare con la naturalità delle cose. Oddio, è possibile che si possa morire naturalmente per infarto o tumore a 40 anni, ma non per SLA e poi, è perlomeno strana l’insorgenza di queste improvvise cause di morte a percentuali così forti nel calcio. Se facciamo un confronto col famigerato ciclismo, al tempo dei sampdoriani citati, pieno di stimolanti, non troviamo nessuna percentuale che si possa solo avvicinare a questa. Sia chiaro che il confronto, è stato fatto su base internazionale. Ciò significa che il calcio pastrocchiava di più, come hanno ammesso le dichiarazioni dei coinvolti. Il “lavoro” sulle ghiandole surrenali, ad esempio, entrò nel ciclismo dopo che il calcio ne faceva usa da almeno un decennio. Le prime sperimentazioni con tanto di cavie eccellenti, sugli ormoni che i paesi comunisti tendevano a somministrare in particolare sugli sport prettamente olimpici, sono arrivati in occidente prima di tutto sul calcio. Lo sanno tutti e quello che scrivo io, fra qualche anno, quando saranno arrivati altri morti, nonché una più debole omertà del mondo pallonaro, sarà di dominio pubblico. Le mie sono opinioni nate da troppe “frasette” o mezze ammissioni, sentite dagli atleti di mezza Europa, dalla semplice osservazione interdisciplinare di alcuni fatti, dagli studi sul doping e da tutto quello che ogni dirigente, non totalmente stupido, ha potuto osservare. Nessuna prova con tanto di provetta, ammissione o autoammissione di qualcuno, ma un’infinità di particolari e notizie che formano un puzzle molto chiaro, certo non valido giuridicamente, ma determinante nella cura, senza bestemmiare, della intelligenza.
Cucchiaroni è compagni erano figli di quel tempo, tutti venuti in Italia per vincere in squadre importanti, poi finiti a dimostrarsi comunque fortissimi in una provinciale, grazie a loro divenuta una formazione di dimensioni internazionali. Altri erano giovani di belle speranze sui quali costruire successo. Giocavano bene, ma si voleva farli giocare ancora meglio e sempre al massimo. Ignari, han preso tutto quello che i soliti medici o zambottini direttamente, o attraverso la siringa facile dei massaggiatori, han voluto trasmettere. Un’ignoranza o uno spirito emulativo che ha provocato la loro morte precoce.

Quella Sampdoria, dunque, era bella, bellissima, la più bella. Certo, nelle vene di quei funamboli che giocavano un calcio spumeggiante, scorreva prima di tutto un male del tempo e dell’ambiente. Che poi quei virtuosi morti così giovani, si siano uniti su quella maglia, è stato un caso. Ma non mi chiedere mai, se era più dopato Skoglund o Vialli, perché la risposta che ti potrei dare la conosci………

Ciao!

Morris

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Livello Marco Pantani




Posts: 1476
Registrato: Mar 2005

  postato il 05/07/2005 alle 11:08
Originariamente inviato da aranciata_bottecchia


Nella trasmissione era ospite anche il professore di farmacologia Gianmartino Benzi (...)Ha affermato per esempio che le fleboclisi, qualunque fleboclisi, sono forme di medicalizzazione cruenta che alterano la condizione della persona, negli ospedali stessi la fleboclisi è un’opzione alla quale si ricorre solo ed esclusivamente quando le circostanze lo richiedono senza possibilità di alternative. Non può essere questo il caso di un calciatore che si sottopone a flebo alcune ore prima di un incontro o durante le sedute di allenamento.

Ha sostenuto che gli stessi farmaci, assunti per fleboclisi anzichè per via orale, tanto per fare un esempio, hanno spesso effetti differenti perchè differenti diventano le dinamiche del farmaco.

Ha affermato che i farmaci esistenti, tutti i farmaci, sono prodotti studiati per curare persone ammalate, e non esiste letteratura scientifica attorno all’uso di qualsivoglia farmaco su persone sane che praticano agonismo.

Ha affermato che le liste farmaci leciti / farmaci illeciti esistono solo nello sport, nella medicina non esistono farmaci leciti o illeciti ma solo farmaci opportuni e farmaci inopportuni a seconda della patologia sulla quale intervenire.




Nella recente e famosa trasmissione tv sul “video-choc” di Cannavaro, il Professor Silvio Garattini, farmacologo di fama che compare spesso in televisione, si esprimeva nello stesso modo. Richiamando l’attenzione non tanto sull’efficacia dopante o sull’inclusione del prodotto utilizzato negli elenchi di prodotti vietati. Quanto sul suo uso distorto. Affermava, in particolare, che ogni volta che un farmaco viene usato per motivi diversi dal curare la patologia per la quale è stato creato si deve parlare di abuso dello stesso e di azione eticamente scorretta del medico che lo somministra.
Calcava la dose il grande Garattini, dicendo che si stupiva della presenza di medici dello sport che rivestivano la figura del preparatore atletico. A suo dire il medico sportivo dovrebbe fare essenzialmente tre cose: curare le patologie degli atleti, rilasciare o meno le idoneità e prevenire le patologie stesse. Tutto il resto lo descriveva come pratiche esterne alla professione.
Una visione molto chiara della professione e chiarificatrice di un sacco di ciarpame che infesta il modo dello sport agonistico.
Ciao belli
claudio


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 05/07/2005 alle 12:59
Grazie a tutti per gli interventi.
Ricordo quel nonno simpatico che è Brighenti, ospite di Sport Daily su Antenna 3 con Maurizio Mosca lo scorso settembre, apprendere che il campione olimpico contro il cronometro ad Atene, Tyler Hamilton, era stato trovato positivo per auto-emotrasfusione. Il buon Brighenti esclamò: "Hai capito Maurizio, il doping è sempre più avanti, adesso c’è l’auto-doping, cioè questi si fanno il doping da soli, senza neanche il bisogno del dottore".
Maurizio Mosca ha strabuzzato gli occhi dietro ai ai fondi di bottiglia, ha digrignato la mascella e infine ha accennato ad annuire con una oscillazione della testa, mentre io stavo piegato per le risate.
Chissà quante ne ha viste il povero Brighenti, senza neanche capire cosa fossero.
Comunque anche io penso che il doping del passato fosse decisamente molto molto meno performante e influente di quello attuale, probabilmente assai più diffuso, sicuramente altrettanto pericoloso o forse anche di più.
Ciao a Tutti!

 

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Davide

 
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