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Autore: Oggetto: IL DOSSIER DI BICISPORT SU CAMPIGLIO.

Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 25/05/2005 alle 18:42
Riporto il post che ho messo anche sul forum di Pantani perché il dossier su Campiglio è importante e va diffuso e non va sottovalutato solo perché non ci dice il nome dell'assassino.


Ho appena terminato di leggere Bicisport. A me sembra che questo sia un dossier importante. Non si va da nessuna parte se si critica, comunque, tutto perché non ci dice nome e cognome e modalità di come è avvenuto l’agguato di Campiglio.
Bisogna partire da un presupposto: su Campiglio non è mai stata fatta da nessuno alcuna inchiesta.
Il processo di Tione, se si leggono le motivazioni della sentenza, è stato un’analisi ossessiva di quel sangue (SEMPRE DEL SANGUE DI QUELLA PROVETTA, NON CI FU NESSUNA CONTROANALISI CHE AVREBBE RICHIESTO L’ESISTENZA DI PIU’ CAMPIONI DI SANGUE) e domande di rito ai medici: avete fatto bene tutto? Sì ,abbiamo fatto bene tutto.
In assenza di indagini, a distanza di sei anni, Toni Lo Schiavo non può affermare che la persona X ha fatto questo istigata dalla persona y. E’ evidente.
Ma, con la prudenza che è necessaria se non si vuole rimetterci di brutto, ha tirato fuori tutti gli strani fatti di campiglio.
Soprattutto l’atmosfera precedente Campiglio, il fatto che la viltà dei corridori (che gli avevano chiesto di diventare loro rappresentante e poi lo hanno lasciato solo) lo avesse esposto come CONTROPARTE (parola esattissima e che vale oro) del Coni (di cui si dice la necessità di ripulirsi la faccia). Questo ha portato a Campiglio.
Il Ruolo di Squinzi, che alla gazzetta dello sport, commentando la lotta dei ciclisti, non dice “ il gruppo” ma Pantani.
PANTANI VIENE LENTAMENTE PORTATO AD ESSERE LA CONTROPARTE (lui, singolo, privo di potere) di un organismo politico molto potente.
SECONDO ME CHE SI DICA SU UN GIORNALE, QUESTO, E NON SOLO SUL FORUM DI PANTANI E’ DI IMPORTANZA ENORME.
La diffidenza di Pantani verso Cannavò (prima del 5 giugno) vi sembra roba da poco? Io sapevo solo il racconto di Kandido che parlava di un edificante discorso di opere pie.
La storia dell’anticoagulante è di importanza assoluta: nelle motivazioni della sentenza ci sono accenni interessanti, ne parlerò nella prossima puntata del capro espiatorio.
Pur con tutta la prudenza di Lo Schiavo qua si dice chiaramente che E’ SUCCESSO “QUALCOSA” CON QUELLA PROVETTA E CHE QUEL QUALCOSA HA DISTRUTTO PANTANI.
L’inquietudine di Marco che Lo Schiavo descrive è quella di chi SI ASPETTA QUEL QUALCOSA (addirittura Marco si misura, testimonianza di Borra, l’ematocrito DOPO aver fatto quello ufficiale, pochi minuti dopo, e il risultato è sotto 50!!!!!)
Lo Schiavo smentisce tutti quelli (Capodacqua compreso) che hanno sempre affermato che le indagini sulle dichiarazioni di Vallanzasca non hanno portato a nulla: NON SONO MAI STATE FATTE INDAGINI, MAI VALLANZASCA E’ STATO ASCOLTATO DA UN GIUDICE.
Anche sul doping dice cose importanti: Marco lo faceva MOLTO MENO degli altri perché aveva paura di quella roba, voleva uno sport pulito perché sapeva che lui avrebbe vinto di più.
QUETO LO DICE IL GIORNALE PIU’ IMPORTANTE DI CICLISMO NON PIU’ SOLO I TIFOSI DEL FORUM.
Lo Schiavo smentisce anni di caz….. di giornalisti della Gazzetta che hanno sparato che marco avesse “esagerato” perché voleva fare l’impresa alla Coppi, no, manco per niente, era amareggiato che lo vedessero come un cannibale e voleva lanciare Zaina.
Può darsi che molti di noi sapessero gran parte di quello che c’è scritto ma noi siamo pure gente che da sei anni non ha cessato di dare battaglia su questo, andatelo a chiedere al bar cosa pensano sia successo a Campiglio.
Toni Lo Schiavo, con prudenza ma anche facendo capire CHIARAMENTE che la verità su Campiglio non è mai stata detta, ha fatto un importante riassunto, soprattutto l’inquietudine di marco che SI ASPETTAVA QUEL GENERE DI AGGUATO.
Adesso si deve continuare: dopo Campiglio che è successo? Perché meno di una settimana dopo era indagato a Torino? CRONACA GIUDIZIARIA, MASSACRO MEDIATICO E MOBBIIN DAL MONDO DEL CICLISMO. L’INCHIESTA DEVE CONTINUARE.
Sta a noi non far passare sotto silenzio questa bella inchiesta che arriva nel mondo del ciclismo proprio durante il Giro.
E’ chiaro che tutto quell’ambiente cercherà di farla passare sotto silenzio, NON COMMETTIAMO L’ERRORE DI SMINUIRLA PERCHE’ NON CI DICE L’ASSASSINO, ALTRIMENTI PERDIAMO ANCHE DI CREDIBILITA’.
Questo è un primo passo MA E’ UN PASSO.
Certo, la famiglia dovrebbe costituire UN COMITATO 5 GIUGNO 1999 PRESIEDUTO DA UN AVVOCATO DAVVERO BRAVO.
Si è capito che marco voleva la VERITA’ e non ha mai cessato di credere che fosse stato oggetto di un agguato, questo si deve raccogliere.


 
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Livello Fausto Coppi




Posts: 5156
Registrato: Apr 2005

  postato il 25/05/2005 alle 21:13
Mi hai convinto.
Mi turerò il naso nel leggere quel mensile che troppo spesso ha tessuto il panegirico della galera; vediamo se qualcosa di utile salta fuori.

 

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nino58

 
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Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 26/05/2005 alle 01:16
Maria Rita, ovviamente concordo pienamente con te sui significati che può avere un dossier come questo, ma non ho ancora letto Bicisport, lo farò domani o sabato.
So bene che l'ematocrito di Marco non passava il 48%, per colloqui diretti sia con Borra e sia con chi lo esaminò in quel di Imola, la sera, mentre tornava a Cesenatico. Tra l'altro una frase che girava sul gruppo, tutt'oggi tenuta nascosta per ovvi motivi, riportata a me da un dottore, ci tengo a precisare pulito, era proprio quella dell'imbattibilità di Marco al 48%. Non aveva bisogno di "rabbocchi", già al tempo complicati e ben poco in grado di andare in circolo immediatamente.
Chi gli era stato vicino ai tempi terribili della ripresa dopo l'incidente di Torino, sapeva che il top del suo ritorno, sarebbe avvenuto non già nel '98, bensì nell'anno successivo.
Marco poteva non piacere come persona a chi non lo conosceva direttamente, ma è indubbio che i suoi valori atletici e le sue stimmate uniche, erano superiori alla comunque formidabile stagione della doppietta Giro-Tour. Lui ed Indurain, ognuno nel suo genere, non hanno nessun rivale o paragone ragionevole nella storia del ciclismo dopo Bernard Hinault e, per favore, non si tiri di mezzo Armstrong, se vogliamo essere seri e non dei fantocci in mano ai palmares o alle voci dei venditori mediatici. L'augurio che mi faccio da sportivo, da operatore interdisciplinare, da persona che ha sempre cercato di trattenere il proprio tifo quando questo nasceva o prosperava, è di non vedere più giornalisti e osservatorio, ad ogni mezzo scatto in salita di Tizio o nelle orecchie a sventola di Caio, un'occasione di attestati di eredità o paragoni con Marco. Nel ciclismo attuale, non c'è nessuna ombra nemmeno sfuocata di Pantani, come non ne esiste nessuna di Indurain. Ed è tragico constatare che uno di questi due immensi, non abbia potuto terminare la propria carriera coi mezzi del destino. A Madonna di Campiglio si consumò un epilogo voluto da qualcuno, come coacervo di interessi che si sommavano. Marco lo sapeva troppo bene, al punto di ripetere continuamente la sua ossessione. Non potrò mai dimenticare i tanti colloqui con Marino Amadori, quando con le mani nei capelli, non riusciva a darsi pace per il dramma umano di Pantani. Madonna di Campiglio era un ritornello, un punto fisso ed incancellabile per un uomo dalla sensibilità artistica; una persona che non accettava di pagare il peso di una macchia che non meritava perchè non colpevole, di un tarlo che lo uccideva dentro e che la cocaina poteva solo attenuare nel breve, per dargli morte poi. Ecco perchè la sua fine l'ho sempre vista come un suicidio cercato per non continuare quella tortura che ogni giorno lo svenava e che l'avrebbe comunque condotto a morte. Un assassinio materializzato in un suicidio: un assassinio perfetto, forse. Ed è proprio per questo "forse", che ci deve stare il senso di una battaglia, per la memoria di Marco prima di tutto, affinché quei "taluni" paghino col peso della paura dei cerchi che si stringono attorno a loro.
Lo dico nella convinzione che il ragazzino che mi faceva domande a ritmo asfissiante, che ho visto crescere con dei valori da talento primario ed inimmaginabili nel contesto dei pari età o dei colleghi, di quell'uomo-atleta rimasto artista nella promiscuità esistente per tutti fra la vita d'ogni giorno, la gioventù coi suoi siamesi divertimenti e lo sport, sia ancora lì, a porgermi le bandane per i miei figli e a dirmi:"Maurizio di te mi fido".
No carissimo Marco, il ciclismo per essere amato come un tempo, deve pagare il dazio che ti deve, facendo luce sui perchè t'ha spremuto il cuore, l'organo vero dei grandi. Proprio stasera, un allenatore di calcio, uno troppo bravo, troppo dialettico e senza anima pecora per sfondare, m'ha detto: "Hei, ma quanto dovremo aspettare ancora per sapere chi ha deciso la porcata che ha ammazzato Pantani!"
Ed adesso vado ad asciugarmi le lacrime.

 

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"Non discutere con gli stupidi, perchè scenderesti al loro livello e ti batterebbero per la loro esperienza".

 
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Moderatore
Utente del mese Gennaio 2009




Posts: 3948
Registrato: Apr 2005

  postato il 26/05/2005 alle 14:32
Ero uno di quelli che diffidava dell'articolo.
Mi fa piacere che invece contenga i passi evidenziati
da Donchisciotte.
Concordo che il fatto che manchi il nome dell'assasino
sia secondario. Anche perche' sarebbe una lista...
secondo me.

 
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Livello Marco Pantani
Utente del mese Febbraio 2009
Utente del mese Agosto 2009




Posts: 2093
Registrato: Sep 2004

  postato il 26/05/2005 alle 22:43
Grandissimo Morris, come sempre le parole che usi sono perfette.
Il ciclismo ,per essere amato come un tempo, deve pagare il dazio che deve a marco........ Semplicemente perfetto.

 
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