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Autore: Oggetto: Una testimonianza sportiva sul Papa....

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 03/04/2005 alle 14:41
All’epoca della guerra fra Argentina e Inghilterra per le Falckland o Malvine, nel maggio del 1982, Giovanni Paolo II, pur impegnato in quella difficile trattativa di mediazione affinché si deponessero le armi, aprì le sue porte a Muhammad Alì. Il grande pugile, che come si sa è ministro di culto mussulmano, nelle sue memorie e nelle interviste rilasciate poi, ci parlò di quel colloquio privato, con una dovizia di particolari tali, da farci capire la competenza e la passione del Papa verso il pugilato e lo sport più in generale. Il Pontefice manifestò la sua grande ammirazione verso il campione e l’uomo Alì. Gli disse che per vedere i suoi match chiedeva sempre il permesso al priore del convento polacco di Roma, luogo in cui abitava, ed anche quando divenne cardinale, non si perdeva un incontro del suo pugile preferito. Per farlo, dopo aver chiesto autorizzazione, accendeva la TV della sala mensa, la teneva a bassissimo volume e si concentrava nell’osservazione.
Alì ci parlò della tenerezza di quel colloquio e di come avesse capito, nelle parole da lui stesso riportate a mo’ di discorso diretto, la fedele lettura di Giovanni Paolo sulle sue debolezze e caratteristiche di boxeur: “Non ti piacevano i pugili che passavano sotto i tuoi colpi e ti picchiavano sotto, sui fianchi, al fegato, vero?” Ed infatti, Muhammad Alì, aggiunse: “Joe Frazier è stato l’avversario che più mi ha fatto soffrire, molto più di Norton. Non si faceva condizionare dalle mie provocazioni, ed era un grande colpitore sotto, allo stomaco, un tipo di attacco che non mi era mai piaciuto. Ma la prima volta a New York, nel marzo del ‘71, quando dopo quasi quattro anni potei tornare per tentare di prendermi la rivincita sul destino, io credo di essere stato troppo presuntuoso. Non ero abbastanza preparato e rischiai troppo inutilmente, anche se dopo quel match Joe, finì all’ospedale, come me del resto, ma ci rimase per molte settimane e alla boxe tornò solo dopo quasi un anno.”

Morris

 
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