Board logo

Il Forum di Cicloweb

Non hai fatto il login | Login Pagina principale > Dite la vostra sul ciclismo! > esperienza
Nuovo Thread  Nuova risposta  Nuovo sondaggio
< Ultimo thread   Prossimo thread >  |  Versione stampabile
<<  1    2  >>
Autore: Oggetto: esperienza

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 26/03/2005 alle 16:03
ciao Ragazzi,mi sono appena registrato e sono un po' emozionato.E' dal 2002 che ho smesso di correre in bici e da allora ho voluto rimuovere tutto.Forse qui è l'unico luogo dove posso finalmente raccontare la mia esperienza.
Credo che bisogna cominciare dalle origini, dal mondo giovanile e pian piano andare avanti: solo oggi infatti riesco a capire alcune cose che all'epoca in cui correvo non "vedevo".
Ho Cominciato a correre da giovanissimo,e fortunatamente e grazie ai duri allenamenti ho subito incominciato a vincere, più di 50 corse in 3 anni. Ti accorgi che già da allora di cose pietose: padri che di nascosto portano i figli in un bar appartato e fanno bere ai bimbi di 9 10 anni due caffe; pastigliette di enervit imboscate date dai direttori sportivi. Poi passi esordiente e cambia tutto: cominci a vedere ragazzi alti e grossi che naturalmente fanno la differza e cominci a pensare che essi vincano solo grazie al fisico possente: molte volte è così, altre no.
Comunque siamo ancora in un mondo dorato. Il grande balzo arriva allievo. Incominciano le scuole superiori e purtroppo molti genitori che assecondano i figli a lasciare o trascurare gli studi per dedicarsi tempo pieno all'attività agonistica. Cmq la cosa che più mi ha cambiato è stato il campionato italiano secondo anno alliavo: eravamo a Biella, ero in camera con Marzoli, quello della Lampre e mi ero qualificato arrivando 3 al regionale e 4 all'indicativa, sempre fregato naturalmente sul traguardo da Samuele che, sebben più giovane di me, aveva già uno spunto notevole. Cmq già allora senti strane voci in albergo, tipo ragazzi con flebo attaccate prima di andare a dormire. Al mattino partiamo, il percorso è duro ma ragazzini di 15 e 16 anni sono dei tori: come è possibile arrivare 3 ad un regionale, davanti gente come Riccò e poi non riuscire a mettere il naso fuori dal gruppo quel giorno?Per la cronaca quel campionato italiano lo vinse Marengo(che fine ha fatto?) davanti un certo Failli. Si notano Polpacci matematicamente improponibili per ragazzini di quell'età, che solo la palestra e il patrimonio genetico non possono formare.
Comunque poi passi juniores e lì arriva il bello: sono passato alla Vigorplant e grazie a Sergio, il direttore sportivo russo, credevo che grazie alla fatica e al sacrificio si possano ottenere i risultati. Arrivi alla prima gara con 7500 Km sulle gambe. Negli allenamenti invernali noti strane trasformazioni: tipo sverniciare in volata noti velocisti figli di ex velocisti che sono anche letteralmente piantati in salita; ragazzi che si ammalano in ritiro, stanno fermi 2 settimane e poi, dopo miracolosi ritiri solitari di 10 giorni, tornare in squadra ed andare come dei treni. Cmq mi ruppi il braccio e fortunatamente sono stato fermo più di due mesi. CI ho messo altrettanto per recuperare una forma accettabile. in una corsa dura in Piemonte un mio caro compagno di squadra si ritirò con i crampi ed io arrivai quarto dietro un mio compagno velocista, che stranamente in Piemonte vinceva sempre( forse perchè non c'erano mai i controlli?) La settimana dopo il mio compagno che si ritirò con i crampi vinse a Montecampione, al termine di una massacrante salita di 14 km:in una settimana dalle stalle alle stelle. riguardando l'ordine d'arrivo di quella gara, i primi hanno tutti appeso la bici al chiodo tranne forse Buccero, ora nei guai con la sua squadra.
COmunque la cosa bella è che chi dominava in quegli anni, nel 90% dei casi è poi sparito. In ritiro vedevi ragazzini di 18 anni che si facevano delle endovene. una volta stupidamente, trascinato dalla voglia di emulazione, mi feci iniettare unafiala di Tad, un disintossicante che loro si facevano cone l'acqua. Ebbi uno svarione e da allora mi promisi di non spararmi più in vena nulla di quella merda. La cosa brutta è che il medico della squadra, Guardascione, era una persona onesta, non ci dava assolutamente nulla di nocivo: però quasi tutti avevano il medico privato. Poi passi dilettante e lì sei fottuto: ero alla Sintofarm, direttore sportivo un certo Baccin. Il primo giorno in ritiro, senza che avessimo fatto gli esami del sangue ci da tre fogli pieni di vitamine da acquistare.Beh, credevo che fosse in buona fede. Poi,esci a fare allenamento e stai in mezzo ai " vecchi" e ti senti gasato. Al ritiro seguente, sebbene mi fossi allenato come una bestia per 20 giorni, prendi 3 minuti in salita da chi 20 giorni prima era unamerda assoluta, tipo da uno che vince sempre la freccia dei vini negli ultimi anni. Torni n appartamento dopo 210 km (a gennaio!!!!! e a 19 anni!!!) ed io ero paralizzato e vedi gente che fa le scale saltando 2 gradini alla volta per andare a far la doccia subito. A tavola, dopo 7 ore in bici, ti vedi dare 2 foglie di insalata e una mozzarellina. Poi scendi alla riunione e ti senti dire: " ogni lavoro comporta dei rischi. Voi avete scelto questo e dovrete affrontare dei rischi". Il giorno dopo gli ho portato la bici indietro e da allora mi vien la nasuea anche solo spostarmi con una graziella.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 26/03/2005 alle 19:08
Ciao Pacho, prendo per vera la tua esperienza, ma anche se fosse inventata di sana pianta nulla cambierebbe, perchè sarebbe decisamente ispirata ad una realtà a portata d’intuito, e anche altri ragazzi del forum che tuttora corrono nel dilettantismo ci hanno riferito di strane voci e di strani segni sui polpacci all’altezza dei calzini.
Nessuno in questo forum cade dal pero, siamo più o meno tutti decisamente disincantati.
Comunque ti credo

Lasciami spezzare una lancia a favore del ciclismo, perchè la tua non sembri la solita pernacchia alla Ca po dac qua.
In tutto lo sport, e probabilmente in misura maggiore dove circola più denaro, il doping è considerato un trampolino di lancio verso la carriera professionistica e verso ingaggi migliori.
Quanti calciatori hanno avuto il cuore scoppiato? Quanti calciatori sono stati sospesi per malattie cardiache? Quante farmacie sono rimaste sprovviste di ormone della crescita?
Dunque alla tua testimonianza io voglio attribuire un valore universale che non sia la solita banale spallata allo sport che più amo.

Qual’è il nocciolo del problema, Pacho, eri forse un sognatore che si era convinto che un giorno sarebbe potuto passare professionista? Sei rimasto deluso davanti all’evidenza che, essendo un corridore mediocre, per emergere avresti dovuto pomparti come tanti altri mediocri che viaggiavano come razzi?
Eri un mediocre, caro Pacho, anche se capisco che tu come molti altri sei vittima dell’importanza effimera ed illusoria che rivestono i risultati tra i dilettanti, tu come molti altri consideri le vittorie di allievi e juniores e under 23 come valori assoluti quando invece sono solo ed esclusivamente oracoli da decifrare.
Se ti fossi pompato saresti stato una meteora destinata a sparire come il 90% dei brocchi che poi non hanno combinato più nulla (e bada, sono parole tue).
Allora di che piangi amico mio? Volevi essere uno dei fessi che rischiano la pelle per nulla? Ma non dovresti ridere degli altri ed essere orgoglioso di te stesso? Dovresti andare fiero della tua scelta, dovresti essere felice anzichè raccontarci che ti viene la nausea alla vista di una graziella.
Dovresti dire "io sono Pacho, amo il ciclismo ed ero un brocco, ma essendo innamorato della vita ho preferito salutare tutti quei cretini che modificavano i propri muscoli con gli ormoni".

Oppure, girando la medaglia per coglierne un aspetto correlato, non potrebbe essere che tu fossi un buon atleta dal carattere fragile?
I quattro angoli del successo nello sport sono le doti naturali, il sacrificio, le qualità mentali, il doping.
Caro Pacho, tu saggiamente sei rimasto lontano dal doping, a parte quella fesseria perdonabilissima in un ragazzo giovanissimo, e la tua scelta ti ha portato inevitabilmente a pensare che questo sia stato il motivo del tuo insuccesso, non trovi?
Ti attribuisco sulla fiducia una forte predisposizione al sacrificio, alla vita d’atleta, alla capacità di accettare serenamente le rinunce e i notevoli carichi di lavoro.
Supponiamo che la natura ti abbia dotato di una buona macchina biologica, per amore d’ipotesi, perchè magari le tue doti naturali erano mediocri, fermo restando che almeno fino a 21anni il fisico di un ragazzo è in evoluzione, talvolta anche fino a 23 anni.
Allora caro Pacho, non può essere che fossero le tue qualità mentali ad essere carenti? Non mi riferisco all’intelligenza, ma alla tenacia, alla voglia di continuare, pulito, anche se all’apparenza i risultati erano mediocri.
Stando alle tue parole la bicicletta l’hai riconsegnata tu, non ti hanno obbligato.

Ti mando un saluto cordiale Pacho, ti invito a guardare al ciclismo con uno sguardo positivo, aiutandoci a smascherare gli imbroglioni e ad esaltare chi lo merita (a meno che anche tu sia del partito "sono tutti dopati").
Spero che rimarrai con noi anche dopo aver esaurito il tuo sfogo.
Ciao!

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 257
Registrato: Nov 2004

  postato il 26/03/2005 alle 23:35
Ciao Pacho, capisco il tuo sfogo, io non ho le belle parole di Aranciata, però ti voglio portare la mia esperienza di direttore sportivo in una piccola squadra. Avevo un corridore che nella categoria giovanissimi ed esordienti vinceva più di 20 corse a stagione, correva nella sua categoria anche Pantani. Comunque come ben sai queste corse hanno un chilometraggio che non supera i 30 km e di solito si disputano tutte in pianura, quindi il mio corridore di nome Massimo era molto veloce e scaltro per la sua età e vinceva molto. Col passare di categoria, allievo e juniores, Massimo per la lunghezza e la durezza delle corse incominciò a non vincere più, e spuntarono nomi nuovi, come Pantani, Andreani. Nella Fausto Coppi dove correva Pantani, il vero fenomeno nelle categorie minori era un certo Antony Battistini, e anche lui fece la fine del mio Massimo. Di esempi ne posso fare altri, un certo Senni fu campione emiliano ed italiano sia nella categoria esordienti che allievi, ma da junior è sparito. Questo non vuol dire che non vinceva più perchè gli altri si bombassero, ma in età giovanile lo sviluppo tra gli atleti è diverso e può darsi che questi atleti fisicamente fossero già più maturi degli altri. Per quanto riguarda dilettanti che vincono certe corse e poi non mantengono più le loro aspettative la casistica ne riporta centinaia, non solo nei nostri tempi , dove se uno è vincente c'è sempre l' ombra del doping, ma anche negli anni '60, '70. Quindi continua ad avere fiducia e seguire questo sport, se puoi
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 26/03/2005 alle 23:50
Volevo solo dire una cosa...

nello sport, nel ciclismo, si sa (per chi ci vive o ha vissuto) che proprio a pane ed acqua non si va. Chi piu, chi meno (basta vedere la longevità degli atleti per distribuirli nei due gruppi.)

Il ritiro sintofarm, al pari di quello vellutex, sono stati i piu duri, soprattutto per alimentazione, e per i modi dei direttori sportivi (Fina,Locatelli).

La cosa che mi da fastidio del tuo post, e' il fatto di citare che un'endovena in genere e' una porcata, che il tad e' veleno...questo secondo me serve solo a creare confusione...alemno qui non facciamola!!

Lo fanno gia i giornalisti che si interessano al ciclismo solo se ci sono perquisizioni dei NAS, affiacando alle parole "prodotti dopanti", le immagini di confezioni di Supradin o Neoton....

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 26/03/2005 alle 23:53
Cmq Pacho..non preoccuparti..Quadranti ha sempre fatto presto ad entrare in forma... io ho conosciuto altri dilettanti di quello stampo..tranquillo si fermano da soli, nessuno è passato prof con risulati almeno decenti..
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 27/03/2005 alle 01:33
Innanzi tutto mando i miei saluti più cordiali al mitico Gibo, ti assicuro che la tua esperienza è decisamente istruttiva per capire che il doping esiste ma che è riduttivo rifarsi ad esso per dare una spiegazione esaustiva del ciclismo o di qualunque attività sportiva in genere.

Leo, premetto che ci credo bene che nel ciclismo non si viva solo di pane e acqua, nemmeno io che sono un poltrone vivo di pane e acqua, mi piace molto la trippa coi fagioli e la polenta con le lumache, piuttosto molti giovani corridori dovrebbero imparare a nutrirsi meglio, rinunciare alle creme merda e cioccolato, ricche di grassi vegetali idrogenati che intasano vene e arterie più che il colesterolo, o le patatine fritte nell’olio di palma, viviamo in una società che mangia male e non ci si può stupire che i ragazzini pensino a imbeverarsi di integratori durante e dopo un allenamento.

Trovo invece interessanti le tue parole intorno all’ambiente vellutex e sintofarm, può essere che il nostro Pacho fosse cascato davvero male e in questo caso gli va concessa una grandissima attenuante, ma va anche detto che non c’è bisogno di chiamarsi Pozzovivo per fare una pernacchia ai vellutex, avrebbe potuto anche lui cambiare squadra.

In ogni caso tendo la mano a Pacho, spero che trovi la voglia di dialogare in questo forum, non necessariamente a proposito dei suoi trascorsi, ma anche di Cunego, di Malacarne, di Merckx, della Roubaix, come tutti gli altri forumisti.
Ciao Pacho.

 
Edit Post Reply With Quote

Non registrato



  postato il 27/03/2005 alle 05:14
Pacho, ciao e benvenuto, e grazie della stima e della fiducia che nutri per questo Forum.

Posso capire che per un ragazzo, vista con gli occhi di un ragazzo, la voglia di arrivare un po' calpesti la voglia di ragionare, che la voglia di imporsi sovrasti quella di fermarsi, che le voglie nocive ma da prima pagina portino a infangare quelle più pure, visto che queste generalmente portano alle ciabatte ed al divano.

Soltanto che dalla bella persona che dimostri di essere, volta a scansare quelle "robe" che circolano nell'ambiente, sin e soprattutto dalle epoche più puerili per i giovani corridori in fasce, mi aspetto un grido disperato di amore verso il ciclismo, non verso uno pseudo-cinismo che aranciata rimanda a capodacquiana memoria.

Dovresti raccontarci di quanto sia bello faticare con il proprio sudore, ed essere convinti che ciò che secernono i nostri pori si tratti proprio di quello. Di quanto ti fanno male le gambe dopo aver "scalato" un cavalcavia se non sei in forma. Poi che ti frega se gli altri vanno su ad un altro passo, e se magari questi altri hanno fori "sospetti" appena al di sopra dei calzini.

Non sputare nel piatto che ami, caro Pacho, e utilizza questo sfogo e questo Forum per voltare pagina e per riconferire lucentezza ad uno sport che la merita, perchè vissuto da gente come noi.
Persone che ti invitano a riabbracciare la cara e vecchia "graziella", e non respingerla come fosse un demone tentatore.
Non si fa ciò che non si vuole, e tu hai dimostrato comunque di saper sfuggire, soprattutto in età matura, alle tentazioni più affascinanti.

Persone come te eviteranno che i tuoi figli, a 9 o a 10 anni, vadano in un bar a bere due caffè. Ma per evitarlo dovrai continuare ad amare il ciclismo, non voltare le spalle alla tua passione, anche se non è più, o non è mai stato, il tuo lavoro.

Un abbraccio,
Mario

P.S.: Se hai tempo e non l'hai fatto, fai una carellata di lettura dei post di Morris. Ancora ciao.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Claudio Chiappucci




Posts: 335
Registrato: Dec 2004

  postato il 27/03/2005 alle 10:34
Caro pacho,
io corro nella categoria allievi e ho corso anche in quella esordienti.
Ho vinto qualche corsa, ma senza prendere la caffeina o pastiglie di e******, solo carboidrati,carne e verdura.
Sono un primo anno allievi e per adesso al campionato italiano non ci sono ancora andato.
Mi ha fatto veramente schifo sapere queste cose.
Io mi trovo bene nella mia società(che non è una società famosissima) non c'è nessun tipo di pressione e l'obiettivo è divertirsi e provare a vincere.
Sono stato informato da un mio amico,(lo scorso anno correva in una squadra Under23 e adesso è passato prof.) e mi ha detto che gira troppo doping nella categoria under23-elite.
Aveva compagni di squadra che si facevano di ****** e erano sicuri che i controlli non li facessero.
Questo racconto mi ha dato molto fastidio, tu hai accusato già quelli che corrono nelle categorie esordienti-allievi barano.
Bè mi sembra un pò esagerato! ci manca solo che facciano i controlli agli esordienti e siamo a posto! non sò in che squadre hai corso tu, ma non dirmi che l'obiettivo della società era quello di far crescere i ragazzi... e che le società non sapevano che voi vi facevate di flebo prima delle gare...

Se ti viene la nausea a spostarti con una graziella, è perchè non hai il coraggio di confessare e di denunciare.
Se hai le palle confessa... io se fossi in te avrei già confessato tutto.

 

____________________

"A volte chiudiamo gli occhi perchè la realtà non ci piace...
...se però smettiamo di comunicare non riusciamo più ad assaporare la vita e a scrivere la nostra storia.
Il mio linguaggio è la bici...
e voglio continuare a scrivere quel capitolo del mio libro che da troppo tempo ho lasciato in sospeso..."

Marco Pantani



Il NOCE darà i suoi frutti.




 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 27/03/2005 alle 18:12
Vedi arancia bottecchia,non sto piangendo,fidati. Non ho nulla da nascondere o da mentire. Dopo tre anni mi sono rifatto una vita, mi sto laureando e il ciclismo è una parentesi chiusa. Mi ha aiutato a crescere, mi ha fatto sviluppare lati del carattere certamente positivi come la tenacia e la forza di volontà e per questo gliene sarò sempre grato. Vedi Arancia Bottecchia, non mi reputavo un campione: il fatto che dandomi (e dandoCI)del brocco, manchi di rispetto a moltissimi ragazzi che hanno un sogno e lo coltivano per anni. E' troppo facile per te affibiarCi l'appellativo di brocchi. Facendo così signor arancia bottecchia rovini il ciclismo e migliaia di ragazzi che lo praticano perchè il fatto di non vincere 10 corse all'anno non è dovuto al fatto che moltissimi ragazzi siano brocchi, come affermi tu; ma è dovuto al fato che molti purtroppo barano. Purtroppo credo che il ciclismo, e lo sport in generale, sia lo specchio della società in cui viviamo tutti i giorni. Una vita dove l'inganno e il sotterfugio sono i valori etici e morali che permettono troppo spesso di raggiungere il successo, una vita dove le aziende applicano con disinvoltura bilanci truccati, documenti falsi e dove il potere precostituito, invece di condannare tutto questo, lo incentiva. Tutto magari alle spese dei piccoli artigiani, magari quelli che per una vita si sono fatti un C... cosi, producendo ottimi prodotti. Cosa significa, che suddetti artigiani non sapessero fare il proprio lavoro? oppure più verosimilmente che quegli artigiani siano stati spazzati via dalle aziende che non erano trasparenti e baravano? Vedi Arancia bottecchia, mi chiedi con un po' di arroganza qual'era il nocciolo del problema, dandomi del sognatore. Si, ero un sognatore e stai sicuro che non ero nè un brocco nè un illuso. Non devi venire tu adesso a dirmi che ci vogliono sacrificio e forza di volontà. Lo sapevo già a 15 anni, quando tornavo a casa dal liceo all'una, all'una e dieci ero già in bici fino alle sei di sera,e quando tornavo a casa fino alle 10 sui libri.. E l'ho fatto per anni. Vedi, paradossalmente non mi pesava non poter uscire il sabato sera, perchè amavo il ciclismo. Poi arrivi a 18, 20 anni e vedi che c'è gente a cui gli sei sempre passata in testa che da un giorno all'altro si mette a volare (non nell'arco di anni, ma nel giro di poche settimanae)e ciò, credimi, ti rende una persona frustrata, impotente. Fortunatamente oggi posso dire che ho un'altra vita ed altri intressi. E alle migliaia di ragazzi che abbandonano la scuola a 14 anni per inseguire un sogno, proprio il sogno che tu deridi,cosa gli diciamo? Ragazzi che arrivano a 20 anni che non sanno fare un mestiere e senza un briciolo di cultura,che non hanno mai vissuto veramente, ragazzi già delusi dalla vita prima di cominciarla a viverla. COsa gli diciamo signor arancia bottecchia? Gli diciamo che son cazzi loro perchè eran tutti brocchi? o più verosimilmente gli diciamo la verità, cioè che ci sono ragazzi che barano e troppo spesso essi sono i ragazzi che emergono? Vedi arancia bottecchia, mi sa che il sognatore, nel senso lato del termine che tu intendi, non sono io. Perciò prima di dare giudizi ed emettere sentenze rifletti bene su ciò che dici perchè se veramente si vogliono cambiare le cose, il tuo comportamento, e come il tuo migliai di persone che circolano intorno a questo ambiente, è solamente nocivo e tende a conformarsi ad una realtà che da troppi anni è divenuta la regola.
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 27/03/2005 alle 19:13
Bravo Pacho...sono d'accordo con te in molte cose. Devi pero anche capire chi magari parla di questo sport dopo aver visto classifiche,trasmissioni televisive o giornali, e senza aver avuto la fortuna di fare parte di questo mondo da dentro (ne fa parte, per fortuna,pero da fuori).

Pacho, volevo dirti che però non devi parlare del Tad come prodotto dopante...se ci fosse solo il tad di mezzo stai tranquillo che non avresti notato quei salti di qualità!!

Ti volevo solo dire che sono d'accordo con te sul fatto che se rifiuti certe pratiche non si puo andare avanti...pero spero che tu sia consapevole che se le accetti non sei affatto sicuro di sfondare!!Per fortuna il motore conta ancora un po...logico che devi alimentarlo con benzina buona!

Un grande saluto e congratulazione per la tua futura laurea...

ciao ciao

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 27/03/2005 alle 19:23
ciao Leo, volevo scusarmi per il Tad. Non volevo criminalizzare quel prodotto. Ho preso paura quando lo avevo fatto perchè sicuramente il mio fisico, non essendoci abituato, aveva reagito male.Stai tranquillo, mi stanno sul c.. anche a me i giornalisti che, spesso nel calcio, quando si incomincia a parlare di doping, sviano il discorso sugli integratori e disintossicanti! Tranquillo, anche io prendevo la creatina e le vitamine, la b12 e la carnitina e, se il mio fisico avesse reagito bene, sicuramente anche il Tad, che è veramente essenziale per arrivare alla domenica con le gambe non cariche di tossine!Grazie per gli auguri, a presto, francesco
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 27/03/2005 alle 22:30
Pacho Pacho Pacho, da tempo mi mancava un punching-ball ma non credevo che ti saresti fatto avanti tu, ti facevo più sveglio.
Non ti reputavi un campione? Male, molto male, bisogna sempre reputarsi dei campioni, anche quando si perde, anche quando si mangia la polvere, anche quando hai la sensazione che l’avversario sia profondamente più forte tu devi reputarti un campione, ti avrebbe fatto bene fare un paio d’anni di boxe prima di metter le chiappe sulla bicicletta, caro Pacho.
Sì, penso che il dilettantismo sia pieno di brocchi caro Pacho, brocchi sportivamente parlando, ragazzi vittime di chi coltiva impietosamente le loro illusioni, non avendo il coraggio di dire loro che dovrebbero cambiare aria, oppure avendo convenienza nel convincerli del contrario.
Tu sei solo un frustrato, caro Pacho, non hai capito che non ha proprio nessuna importanza raccogliere successi copiosi tra i dilettanti, sei tu che attribuisci un valore smisurato alle coppe del nonno, sei caduto vittima della logica di chi teneva in piedi la baracca per la quale correvi, caro Pacho, e oltretutto ho l’impressione che tu abbia letto il mio scritto con una superficialità che mi annoia.
Se avessi letto bene dovresti aver capito che non ti rinfaccio la mancanza di disposizione al sacrificio, invece adesso vieni a menarmi il torrone cogli allenamenti all’una e dieci e mi devo pure sorbire l’eco di quel pappagallo di Leo che di doping non capisce una mazza, visto che parla di benzine, ed anche i bambini di questo forum hanno oramai capito che il doping non è una benzina.
Torna a scuola caro Pacho, ripassati la sintassi e la logica.
Buona sorte.
Davide

Ps mi lusinga che pensiate che io sia un giornalista e un signore, ma non sono ne l’uno ne l’altro.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 27/03/2005 alle 22:31
Un avvertimento agli amici che tuttora corrono tra allievi, juniores e dilettanti: occhio a carnitina creatina e amminoacidi vari, diffidatene, non siate fessi.
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 27/03/2005 alle 22:33
Vabbè che cicloweb sta avendo un successo crescente, ma avreste mai detto che sarei stato capace di rovinare migliaia e migliaia di ragazzi!
Orpo!

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 2432
Registrato: Jan 2005

  postato il 27/03/2005 alle 22:35
io consiglio vivamente a tutti vino rosso ai pasti, miele e latte condensato durante lo sforzo. altro che doping! meglio un bel bicchiere anche a 14-15 anni che tanta altra merda!
 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 27/03/2005 alle 23:00
Originariamente inviato da leo
Bravo Pacho...sono d'accordo con te in molte cose. Devi pero anche capire chi magari parla di questo sport dopo aver visto classifiche,trasmissioni televisive o giornali, e senza aver avuto la fortuna di fare parte di questo mondo da dentro (ne fa parte, per fortuna,pero da fuori).

Pacho, volevo dirti che però non devi parlare del Tad come prodotto dopante...se ci fosse solo il tad di mezzo stai tranquillo che non avresti notato quei salti di qualità!!

Ti volevo solo dire che sono d'accordo con te sul fatto che se rifiuti certe pratiche non si puo andare avanti...pero spero che tu sia consapevole che se le accetti non sei affatto sicuro di sfondare!!Per fortuna il motore conta ancora un po...logico che devi alimentarlo con benzina buona!


Non mi va proprio giù, non ho mai letto in questo forum una cosa così idiota, squallida, schifosa.
Sei degno di capo d' acqua

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 27/03/2005 alle 23:16
La cosa buffa e' che Capodacqua non lo sopporto nemmeno io...
Non sto a continuare una polemica che non pensavo si potesse creare... nei forum ognuno e' libero di dire la propria..poi se qualcuno ha la coda di paglia...

Pace e serenità a tutti!

 
Edit Post Reply With Quote

Moderatore




Posts: 1043
Registrato: Mar 2005

  postato il 27/03/2005 alle 23:43
Ciao Pacho, benvenuto da parte mia! Di storie simili alla tua ne conosco, e ti stimo per la coraggisa decisione di starne fuori... La cosa bella ed importante è che tu ora ti stia "ri"facendo una vita, che non è sempre facile!

 

____________________
Enula.
http://www.cicloweb.it
http://www.cicloweb.it/Pg/pg.html

 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 28/03/2005 alle 00:04
Cara Bauschan, tu sei dolcissima e le parole che riservi a Pacho sono profondamente amichevoli.
Però forse ti sfugge un dettaglio, Pacho e Leo ci stanno dicendo che il ciclismo, chi più chi meno, ma nessuno escluso, è imbottito di doping da capo a piedi.
Io sono tra i primi a puntare l’indice contro le prestazioni clamorosamente anomale nella storia di un ciclista, ma loro stanno compiendo un’operazione differente, e Leo mi dice pure che ho la coda di paglia.
Sai cosa stanno dicendo?
Stanno dicendo che Mauro Facci è necessariamente dopato, stanno dicendo che Claudio Corioni è necessariamente dopato, stanno dicendo che Danilo Napolitano è necessariamente dopato, stanno dicendo che Daniele Colli è necessariamente dopato, stanno dicendo che Nicola Scattolin è necessariamente dopato, stanno dicendo che Paride Grillo è necessariamente dopato, stanno dicendo che Alex Coutts è necessariamente dopato, tanto per citare alcuni nomi che ultimamente ricorrono nel forum.
In questo modo di pensare io non mi riconosco e mi incazzo come una bestia con chi lo accetta.
Ciao

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 28/03/2005 alle 01:17
Arancia bottecchia, credo che tu sia una persona disonesta intellettualmente e gente come te non facciano bene a chi si impegna per ripulire questo mondo. Non l'ho buttata sul personale perciò non ti permetto di dare del frustrato ( e gente che non capisce una mazza)a delle persone che non conosci nemmeno:ciò denota la tua maleducazione. Inoltre per esprimere la mia esperienza e la mia opinione non ho bisogno di leggere i tuoi precedenti post. Sei solo un illuso arancia bottecchia, svegliati che il mondo non è dorato come pensi. Non me ne frega un cavolo ciò che tu mi reputi, tanto io ho smesso di correre da quasi 3 anni ormai, ed essere stato un brocco o un campione non mi cambia la vita.Penso che il sudore delle ore in sella tu non sappia nemmeno il sapore che abbia, altrimenti non diresti delle baggianate così grosse da far ridere la gente.Se questo forum ha lo scopo di fare un po' di chiarezza e, nel suo piccolo, aiutare il ciclismo e con esso la salute di molti giovani penso che tu non sia la persona adatta per parlare. Francesco Macheda
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 28/03/2005 alle 01:20
ps: il torrone glielo meni a tuo padre.
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 28/03/2005 alle 02:43
Pacho Pacho Pacho, io sono profondamente maleducato, sì, ma per me onestà intellettuale significa portare delle motivazioni a quanto si afferma, e io lo faccio, tu no.
Quando dico a Leo che non capisce una mazza di doping dico la verità, conoscere l’esistenza di un farmaco e sapere che alcuni o tanti ragazzi ne fanno uso non significa avere capito i meccanismi del doping, povero il mio Pacho.
E’ davvero un peccato che tu non voglia leggere i miei post, impareresti qualcosa (ma se non ti pesa la cultura leggiti i post di Morris, tutti, sono bellissimi).
Il mondo non è dorato come penso? Mmm, conosco gli ospedali, conosco i tribunali, conosco il sapore di una pistola puntata alla tempia, non so a cosa ti riferisca.
Se la gente rida o meno davanti alle baggianate che scrivo, caro Pacho, lascialo decidere alla gente no?
Limitati ad esprimere le tue opinioni, e se ridi di quanto scrivo non fai un figurone.
Caro Pacho, la chiarezza si fa attraverso il dialogo, oppure pensavi che venire a raccontarci la brutta esperienza che hai vissuto ci avrebbe indotti necessariamente tutti quanti a ricavare le conclusioni che ne hai tratto tu? Dai, Pacho, nemmeno il Silvio arriva a tanta presunzione.

Quanto al torrone, dai, era un’allegoria, non interpretarla in senso letterale.
Saluti

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Amministratore




Posts: 5978
Registrato: Aug 2002

  postato il 28/03/2005 alle 03:34
Aranciata, perché esasperare i toni in questo modo?

Quando Pacho dice "Poi arrivi a 18, 20 anni e vedi che c'è gente a cui gli sei sempre passata in testa che da un giorno all'altro si mette a volare (non nell'arco di anni, ma nel giro di poche settimanae)", non fa altro che raccontare la sua personale esperienza, in maniera passabilmente circostanziata.
Se poi lui s'è fatto un'idea di un certo tipo relativamente al ciclismo, la questione riguarda più che altro lui.
Non crediamo che dare la patente di brocchi o di frustrati a prescindere sia il miglior viatico per imbastire un dibattito sereno, né pensiamo che giovi alla discussione dire che un altro utente non capisce una mazza, perché ha raffigurato un concetto in un modo piuttosto che in un altro.

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 28/03/2005 alle 09:25
Hai ragione Admin, purtroppo spesso sbaglio il modo, ma sulla sostanza non retrocedo di un millimetro.
Continuo a pensare che spesso nelle categorie giovanili vengano alimentate illusioni.
Purtroppo non sta scritto da nessuna parte che il sudore versato nelle lunghe ore passate sul sellino sia garanzia di successo, il sacrificio è uno dei cardini del ciclismo, ma da solo non può bastare, e in presenza di casi come quello di Francesco, il cui impegno io non ho mai messo in dubbio, non è accettabile sostenere che, a fronte di tanta fatica intrapresa, la sola spiegazione della mancanza di competitività sia riconducibile al rifiuto del doping.
Comunque chiedo scusa a Francesco per il "frustrato" e il "brocco", sono termini offensivi che non avrei dovuto usare.

Questione Leo, la mia è una provocazione valida, perchè questa affermazione di Leo:

« Ti volevo solo dire che sono d'accordo con te sul fatto che se rifiuti certe pratiche non si puo andare avanti...»

è un’affermazione che non può passare inosservata, pronunciata da un forumista che nella vita pratica ha avuto a che fare con il dilettantismo, è un messaggio pericoloso.
E’ un invito ad uniformarsi all’idea ciclismo=doping, necessariamente, ed è un sinistro monito verso quei ragazzini che avrebbero una mezza idea di confrontarsi con il ciclismo: attenti ragazzi, se non accettate il doping non andrete avanti.
E’ un invito a stare alla larga dal ciclismo (e badate bene che è pure il messaggio non troppo occulto che Francesco vuole fare passare attraverso la sua testimonianza).

Poi c’è un fenomeno esilarante che qualcuno prima o poi dovrà spiegarmi: io ho giocato a rugby a livello giovanile per tre anni, ma non mi è mai venuto in mente che il mio impegno avrebbe dovuto necessariamente portarmi in serie A: mi allenavo e giocavo per divertirmi e nel divertimento venivo ripagato delle mie fatiche.
Tutti questi dilettanti delusi (me lo passate il termine?) sembrano invece le vittime di un sistema che li vorrebbe tutti quanti uniformati al doping, diversamente i loro sacrifici sarebbero stati ripagati.
Mi concedete almeno che non è un bel messaggio?

« il fatto di non vincere 10 corse all'anno non è dovuto al fatto che moltissimi ragazzi siano brocchi, come affermi tu; ma è dovuto al fato che molti purtroppo barano » Pacho.

Sbaglierò nei modi, lo ammetto, ho sempre riconosciuto di non essere un Signore, ma vi invito nuovamente a ripensare a Danilo Napolitano, a Vincenzo Nibali, a Daniele Colli, a Nicola Scattolin ed altri ragazzi che stanno affrontando l’esordio tra i professionisti.
Avete capito cosa pensano di costoro Pacho & Leo?

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 28/03/2005 alle 11:51
Sarò costretto a svolgere questo intervento a puntate, perché ho ospiti a casa e non posso “isolarmi” più di tanto, quindi chiedo scusa in anticipo per il modus a contagocce col quale esprimerò le mie opinioni

Mi avete fatto incazzare Davide, e questo non solo mi dispiace, ma riconoscendogli ragioni da vendere, mi spinge ad un intervento che non vorrei fosse inteso come una difesa, perché si sa difendere benissimo senza interventi esterni, ma solo ribadire concetti in lui chiari e veritieri, sovente, guarda caso, proprio confusi o sconosciuti ai cosiddetti addetti ai lavori del ciclismo, in particolare quei diesse che, spesso, mi han portato a considerarli, in assoluto, come i tecnici più scarsi del panorama sportivo italiano. Questo thread, ne è un inno indiretto, sulla pelle di un ragazzo, uno dei tanti, su cui lo sbagliato approccio tecnico ha determinato, ben prima delle pastiche e delle flebo pur esistenti con tangibilità nell’ambiente, la sua caduta agonistica, il suo abbandono, ed una delusione avente un’origine a monte, tanto più grave perché ancora invisibile al protagonista. Il diping e le pratiche vengono dopo, hanno un peso meno decisivo di quel che appare e l’esperienza narrata, per quanto veritiera, per i riferimenti espressi si dipana, per chi sta nell’ambiente, come una logica conseguenza di una traiettoria largamente prevedibile. Qualcuno dirà: ma chi sei tu per giudicare i più bravi o meno bravi? La mia risposta senza presunzione è semplice: sono uno che ha lavorato e studiato direttamente sul campo, in una dozzina di discipline sportive, è stato direttore generale di una Polisportiva che per numero di sezioni e di impianti da gestire non ha pari in Italia e lo ha fatto senza strombazzarsi o vendersi, imparando e sperimentando ogni giorno con umiltà. Seguendo una passione nata nei miei albori sono stato protagonista a livello mondiale di un settore del ciclismo, mentre in diverse vesti ho scritto su questo sport, più che su altri, dove magari sono stato anche più considerato. Un impegno diretto che mi ha obbligato a dover scegliere dei timonieri sulla base di una competenza che dovevo far crescere in continuazione (non si finisce mai di studiare) se non volevo compiere errori macroscopici alla Moratti, per fare un esempio eclatante, preso dall’iperconosciuto mondo calcistico. Credetemi, capire i valori etici e professionali di un allenatore è assai più faticoso che scoprire un talento atletico. In carriera mi son passati davanti migliaia di atleti provenienti in gran parte dall’Italia, ma anche da altri 38 paesi divisi fra tutti i continenti, quindi pure un doppio numero di genitori, ed un centinaio di allenatori. Per chi guarda solo i titoli e le vittorie (che contano molto meno dell’uso che se ne fa), ho un curriculum lunghissimo dove ci sta almeno un titolo nazionale in cinque discipline, in tre delle quali con risultanze fino ai massimi livelli mondiali. Credo dunque di aver accumulato un’esperienza sufficiente per emettere qualche giudizio, tanto più in considerazione del fatto che in me non esiste l’interesse dettato dal doping del danaro, in quanto povero in canna e spesso fiero di esserlo. Una poli-disciplinarità che ho messo sovente a disposizione del ciclismo, gratuitamente, per formulare progetti, ristrutturazioni, riconversioni, spesso più analitiche e lunghe dei libri che ho scritto. Ne ho ricavato la paura dei dirigenti scalda-poltrone e l’indifferenza di tanti, troppi, pecoroni lessi chiamati allenatori, solo per aver sostenuto un esame…..per guidare un’ammiraglia. Nonostante i successi delle risultanze e la sottostimazione sul piano divulgativo, nonché le porcherie di basso QI del mondo del pedale, mai in me è calata la passione e l’amore verso questo sport. Mia moglie dice sempre che la classificazione esatta del mio sangue si sintetizza in una sigla RdB (ruote di biciclette).
Ma veniamo al dunque.

Per gradi.

Pacho scrive.
Credo che bisogna cominciare dalle origini, dal mondo giovanile e pian piano andare avanti: solo oggi infatti riesco a capire alcune cose che all'epoca in cui correvo non "vedevo".
Ho Cominciato a correre da giovanissimo,e fortunatamente e grazie ai duri allenamenti ho subito incominciato a vincere, più di 50 corse in 3 anni. Ti accorgi che già da allora di cose pietose: padri che di nascosto portano i figli in un bar appartato e fanno bere ai bimbi di 9 10 anni due caffe; pastigliette di enervit imboscate date dai direttori sportivi. Poi passi esordiente e cambia tutto: cominci a vedere ragazzi alti e grossi che naturalmente fanno la differza e cominci a pensare che essi vincano solo grazie al fisico possente: molte volte è così, altre no.

Tu, Pacho, vedrai oggi delle cose che all’epoca non consideravi, ma non hai ancora riconosciuto quel tarlo enorme che, proprio in quegli anni, ha segnato negativamente la tua carriera sportiva, con o senza sostanze. Sta qui, l’hai scritto, ma non lo vedi.
La categoria giovanissimi (la cui totale riconversione è d’obbligo e nemmeno l’abolizione sarebbe dannosa), ha creato flagelli in tutti i miniatleti dal valore medio. Si sono salvati, alla lunga, solo alcuni compresi nella fascia dall’ 85esimo al 93esimo percentile, nonché i pochi altri che il ciclismo recluta fra i superiori di potenzialità. Per stabilire le percentuali ci sono prove di atleticismo di base senza l’uso dello strumento bicicletta, a cui il ciclismo si vieta per mera miopia dei suoi operatori, tutti votati a far correre senza capire gli sviluppi delle carature e, soprattutto, il corroborante per mantenere, nel miniatleta, il giusto equilibrio fra gioco e acquisizione dei livelli agonistici. Troppi ragazzini sono andati a coda di topo progressivamente, proprio per quella esasperazione “corsistica” giovanile a cui società e genitori si sono dedicati con l’acritico consenso di una Federazione, la FCI, che non studia e non conosce. La monotematicità sportiva, tra l’altro, in un adolescente è vergognosa: non aiuta a sviluppare i potenziali e va salutata come un aspetto importante solo su discipline altamente tecniche e di flessibilità neuro-muscolare come la ginnastica artistica. In questo contesto si salva l’atletica leggera, perché è un insieme di varietà di movimenti e caratteristiche. Il ciclismo, come il nuoto, assolutamente no! Fare agonismo non esasperato, tanto più in una disciplina faticosa e monocorde come il ciclismo su strada, è essenziale. A quella età bisogna intervallare la bici con stage su pista, calcio, podismo, atletica, pallacanestro, pallavolo sfruttando al massimo l’insegnamento dell’Educazione fisica nella scuola e, là dove questa non arriva, prendere l’attività sportiva su singola disciplina, come un gioco. Nel tuo caso la gravità è esemplare.
Dici....…” e fortunatamente e grazie ai duri allenamenti ho subito incominciato a vincere, più di 50 corse in 3 anni” .
Dove sta scritto che per fare i dieci o venti chilometri delle deleterie gare per giovanissimi, servono duri allenamenti? Chi te lo disse? Tuo padre, o quel probabile imbecille che ti faceva da allenatore (sarebbe ora che una Federazione seria impedisca questi scempi)? Magari hai fatto anche rifiniture dietro moto? Oppure chilometri da allievo o juniores seguendo il cronicario degli amatori?
Tu, caro Pacho, in quegli anni hai bruciato col superallenamento la tua crescita, ti sei costruito un fondo enorme di fibre rosse che ha frenato la tua crescita nelle bianche, rattrappito i muscoli della potenza, portandoti ad uccidere sul nascere le molle dei cambi di ritmo, della scorrevolezza, del colpo d’occhio e della coordinazione. Il resto del tuo KO lo hanno recitato quelle assurde 50 vittorie in tre anni. Era molto meglio se giocavi a pallone tre giorni la settimana e andavi a correre in bicicletta la domenica, perlomeno era meno nefasto. In più, come ti ha ben spiegato GIBO, a quella età, la crescita muscolare e complessiva legata spesso alle peculiarità del superamento del confine della pubertà, senza interferire troppo su un fatto sì naturale, porta differenziazioni che creano risultanze dagli epigoni più vari. Le traduzioni agonistiche sono aleatorie e solo i cefali credono di avere a che fare con un campione, perché ogni domenica vince. Oddio, qualcuno al 99esimno percentile c’è, ma è solo un’eccezione che non deve fare assolutamente scuola. In più, il ragazzino colpito da improvviso clamore da vittoria, sviluppa una psicologia inconscia di superiorità che frena le consapevolezze delle sconfitte quando arrivano, producendo un altrettanto inconscio modus esplicativo delle motivazioni di quella che per lui è un’anomalia. Non bisogna mai dimenticare che la fragilità psicologica, spesso, si cela senza che il coinvolto ne capisca i confini, tanto più se è un ragazzino.
Le 50 vittorie erano dunque coltellate alla schiena per te e per la miriade di altri che le hanno ottenute e poi si sono sciolti come neve al sole, oppure han cercato, postumi, di ritrovare l’ebbrezza nel cronicario degli amatori, attraverso copiose dimensioni di quella chimica che tu credi di aver visto, o hai visto, da più grandicello. Ma nella tua ellisse c’è tanto altro, essenze che anziché correggere dove era possibile, non han fatto che cementare gli errori di genesi.

Devo andare a più tardi....

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 28/03/2005 alle 13:21
Morris volevo se possibile fare una precisazione: non ho scritto la mia esperienza per fare il martire, per giustificare qualcosa o qualcuno. HO scritto la mia esperienza perchè la cosa che mi rende triste è vedere che quando ex ciclisti ( o meglio, ragazzi ancora con una vita davanti) fanno delle confessioni (come il caso a "Striscia la notizia" o su qualche giornale) riguardo al doping, i ciclisti e gli addetti ai lavori lo insultano e lo denigrano. Si alza una barriera di omertà, complicità che è specchio dei tempi (..passami il termine, civili) che stiamo vivendo.Credo che lo sport sia lo specchio fedele dei valori che incarnano una società e la nostra purtroppo, fa davvero paura. E' inutile nascondere che la società capitalista in cui ci troviamo immersi fino al collo sfrutta il ciclismo, e naturalmente tutti gli altri sport, come vetrina per mostrare al grande pubblico i propri prodotti. Di conseguenza, al grande patron di una squadra non gliene frega un emerito c... se i suoi corridori si drogano: non gli importa la salute dei propri atleti (come all'amministratore delegato della Nike, della Fiat non gli importa nulla sulle condizioni lavorative dei propri lavoratori). Si preoccuperà invece dell'effetto negativo che un controllo anti-doping andato male potrà avere sulla propria azienda a livello di immagine, in una società in cui l'immagine e l'apparenza è divenuta la discriminante principale. Ci tengo a ripetertelo: il mio non è uno sfogo di un ex ciclista frustrato (questa è l'argomentazione che danno i professionisti al cospetto di una qualche confessione che miri ad intaccare lo status quo) che ha appena appeso la bicicletta al chiodo e senza più alcuna prospettiva, pieno di rabbia e rancore verso quel mondo. La mia vita oggi ha altre priorità: se ho scritto la mia esperienza è perchè non posso sopportare l'idea che nel ciclismo (e cosa molto più importante, nella vita), sempre più spesso vanno avanti i furbi. Se non fosse così non vedo il motivo per cui un ragazzo, già trovato drogato nelle categorie inferiori, sia data la possibiltà di passare professionista (così come nella vita di tutti i giorni, è permesso a chi è stato condannato per qualche reato, magari caduto in prescrizione, il diritto di governare un Paese).Odio le iporisie Morris, odio le falsità: se veramente non si volesse il doping, perchè l'unico patron che denuncia sistematicamente il doping, viene ripetutamente emarginato (oltre che querelato)? Sono stato fortunato Morris. Stai sicuro che la depressione post- ciclismo l'ho già passata tre anni orsono, ma oggi sono una persona che non serba rancore per quel mondo. Il ciclismo in tv lo guardo sempre, è come una malattia per me, amo seguirlo: ma forse con un po' più di accortezza, sapendo che tutto ciò che vedo non è forse così reale come si vuole far credere.Con stima, francesco
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 28/03/2005 alle 13:25
Un grazie a Morris per il suo intervento chiarificante.
Comunque chiedo nuovamente scusa a Pacho, anzichè definirlo offensivamente "brocco" avrei dovuto usare altre parole per spiegare che la sua mancanza di progressi aveva anche ben altre spiegazioni, non necessariamente riassumbili con la convinzione che gli altri fossero tutti dopati.

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Alfredo Binda




Posts: 1101
Registrato: May 2004

  postato il 28/03/2005 alle 21:48
Rispetto l'esperienza di Pacho che ha lasciato segni di delusione nei suoi confronti; certamente non riununicio a credere che rapide metamorfosi in poche settimane da parte di alcuni brocchi abbiano qualcosa di sospetto: certamente, e mi esprimo con sincerità, si tratta di poveri imbecilli (imbecilli soprattutto i genitori) che rischiano la salute per vincere una coppetta nell'età in cui lo sport deve essere cosa piacevole e non esasperato agonismo.
Tuttavia il ciclismo non è la classica notte in cui tutte le vacche sono nere, tanto per citare Hegel. E' proprio la parabola repentina di alcuni brocchi che all'improvviso vanno come razzi per poi sparire senza lasciare traccia di sè che dimostra l'asserto secondo cui non tutti possono essere dopati.

 

____________________
"Un uomo solo è al comando; la sua maglia è bianco-celeste; il suo nome è Fausto Coppi", Mario Ferretti, Radiocronista Rai

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 29/03/2005 alle 00:48
Riprendo, dopo lo stop a cui sono stato costretto...

Pacho ha scritto....
Comunque siamo ancora in un mondo dorato. Il grande balzo arriva allievo. Incominciano le scuole superiori e purtroppo molti genitori che assecondano i figli a lasciare o trascurare gli studi per dedicarsi tempo pieno all'attività agonistica.


Questo è un aspetto che accomuna tanti genitori, convinti di avere figli già qualcuno nello sport più in generale. Nello specifico del ciclismo, le consistenze di un simile detestabilissimo e grave atteggiamento, divengono più evidenti e tangibili, in considerazione dei tempi di allenamento (e potremmo aggiungere, fatica), guarda caso ulteriormente dilatati da "gemelli sferici solitamente molto fragili" che si spacciano per tecnici. Nel tuo riporto, Pacho, di tragedie col titolo di “Allenatori”, si evincono a iosa. Se nell’allenamento di un allievo, le cui gare sono contenute nelle due ore, si contemplano uscite, fra tempo di bici ed altro sulle quattro ore, ben si capisce perché tanta gente si possa bruciare e, magari, aggiungere il peggiorativo dell’abbandono scolastico. Anche da questo punto, sono portato a dire, per l’esperienza di campo, quanto l’allenamento, visto come un sacrificio e con esagerazioni di forza resistente tanto idiote quanto pericolose allo scopo del miglioramento, sia un motivo distruttore unico. La qualità dell’allenamento è fondamentale sempre, a livelli di embrioni del ciclismo come gli “allievi”, rappresenta un confine di cultura e, paradossalmente, di civiltà.

Cmq la cosa che più mi ha cambiato è stato il campionato italiano secondo anno alliavo: eravamo a Biella, ero in camera con Marzoli, quello della Lampre e mi ero qualificato arrivando 3 al regionale e 4 all'indicativa, sempre fregato naturalmente sul traguardo da Samuele che, sebben più giovane di me, aveva già uno spunto notevole. Cmq già allora senti strane voci in albergo, tipo ragazzi con flebo attaccate prima di andare a dormire. Al mattino partiamo, il percorso è duro ma ragazzini di 15 e 16 anni sono dei tori: come è possibile arrivare 3 ad un regionale, davanti gente come Riccò e poi non riuscire a mettere il naso fuori dal gruppo quel giorno?Per la cronaca quel campionato italiano lo vinse Marengo(che fine ha fatto?) davanti un certo Failli. Si notano Polpacci matematicamente improponibili per ragazzini di quell'età, che solo la palestra e il patrimonio genetico non possono formare.


Ai ragazzini deve essere insegnata, sempre, la relatività dei riferimenti agonistici, in particolare li si deve educare a concepire la competizione come un passo, una tappa di un apprendistato molto lungo ed uguale alle morfologie scolastiche, dove più che l’otto o il dieci, conta l’impossessarsi dello studio, la voglia e l’importanza di imparare. Ne consegue che ad un adolescente non si può far passare una 5a elementare, per un esame di meccanica razionale alla facoltà di ingegneria; in sostanza una vittoriuzza da allievo come un test importante, perché non lo è. E’ meglio una fuga sballata, un colpo di fantasia, una cura degli istinti nella pur importante assimilazione delle logiche, perché in questo modo si salvaguarda la crescita psicologica e mentale, ovvero un aspetto importante anche più delle gambe nello sport. Un allenatore che non distingue le singole diversità dei componenti del l suo gruppo e lavora a mo’ di catena di montaggio, non è un allenatore, è un dispregiativo, sempre!
Di qui, la giusta importanza riservata ad un test come un titolo regionale, diviene un fattore di prima valutazione su quel realismo che deve coinvolgere il tecnico. La conta dei titoli regionali è assurda, perché vale meno di una pipa di tabacco, tanto più in considerazione della Regione di riferimento, in questo caso l’Emilia Romagna, dove la metodologia delle corse (che ricordo bene per visione e scritti diretti), si è troppo spesso basata su una concezione dei valori in campo, che vedeva emergere prima delle fantasie, le consistenze delle caratteristiche dei singoli emergenti. Ne sono così uscite delle gare stantie, che avrebbero dovuto indicare come legittime le perplessità sulle valenze dei propri alfieri, nei contesti più completi della gara nazionale per eccellenza.
L’esasperazione agonistica poi, diffusa in maniera più o meno coinvolgente tutta l’Italia, ed indipendentemente dalla chimica, ha creato, negli sviluppi muscolari di taluni, delle abbreviazioni, oppure degli esagerati ritardi; in altre parole ha confuso, anche per la sempre stupida monotematicità delle esperienze sportive degli anni precedenti, una logica stereotipata dei muscoli. Non esiste una “matematica” del polpaccio, perché nessuno è uguale all’altro e sono magari diversissimi gli approcci allo sport. Un ragazzino che ha giocato a calcio, ha sviluppato un polpaccio diverso (più basso e più marcato) e si è dotato di muscoli che servono pure al ciclista come riserva per l’avvenire. Quindi, all’osservazione, è più che probabile si presenti diverso nelle gambe rispetto al coetaneo che ha solo pedalato, ma anche con questo non si spiega tutto, perché, ripeto, nessuno è uguale all’altro e persino l’evidenziazione delle vene varia da individuo ad individuo, per motivi indipendenti da un eventuale assunzione di chimica. Semmai, giocano fattori di stress agonistico sovradimensionati allo sforzo richiesto dall’agonismo di quella età. In questo quadro, tu, Pacho, eri arrivato male agli allievi, indipendentemente dai tuoi muscoli e dalle tue gambe abituate male fin dagli inizi, ma vedremo questo aspetto dopo.

Comunque poi passi juniores e lì arriva il bello: sono passato alla Vigorplant e grazie a Sergio, il direttore sportivo russo, credevo che grazie alla fatica e al sacrificio si possano ottenere i risultati. Arrivi alla prima gara con 7500 Km sulle gambe.


Hai fatto un nome che io considero all’antitesi della funzione che deve giocare un allenatore di ciclismo giovanile e che ha fatto della catena di montaggio, sulla base di concezioni sovietiche, un modus rivelatosi una primaria motivazione di uccisione di talenti, tanto bravi da giovani, quanto spenti quando si entra nel ciclismo.
Qual è il ciclismo? I professionisti!
Prima è solo apprendistato, con un riferimento di vari livelli, esattamente come la scuola. Nessuno giudica avvocato uno che si laurea in Legge col massimo dei voti. Deve sostenere altri esami poi. Un esempio che se fosse in testa a quegli stupidi che spendono follie per fare del professionismo di serie H fra gli juniores e poi di serie F fra gli under 23, porterebbe al ciclismo degli atleti di spessore decisamente superiore agli attuali, perché si fonderebbe su una massa maggiore e non sulla rarità di oggi. Emergono i talenti veri, ma anche fra questi, molti muoiono prima, ed è pure verissimo come la chimica abbia trasformato i cavalli motore e il complesso elettronico aggiuntivo, al punto di innalzare in tutti gli sport, dei mediocri a ranghi non loro. Avessi uno sponsor anomalo, votato ad uno spirito di reale volontà di ergersi ad esempio, mi farei una squadra di professionisti continental, subito, portando al salto, juniores che andrei a visionare di persona in giro per l’Italia e senza farmi suggestionare dal numero delle vittorie. Questo per farti capire quanto consideri in maniera diversa dal comune le categorie giovanili o meglio ancora da definire “pre-ciclismo”.
La fatica e il sacrificio di colui che tu hai menzionato, sviluppano lavori che ammazzano ragazzi nell’oceano del lattacido, li brucia senza le alternative di quel lavoro di qualità, che va fatto diversificato e con studi profondi. Gli allenamenti massacranti a quella età sono cretinate che uccidono. Fattene una ragione e se poi qualcuno, nonostante questo, dovesse arrivare, ricordati della legge delle eccezioni che confermano le regole. A ciò aggiungo che ho avuto atleti provenienti da quella assurda scuola: tutti uguali nella capacità di lavorare fuori soglia e tutti incapaci di possedere quella varietà di ritmi necessari nel mestiere o nell’arte del ciclismo.
Lo ripeto fino all’ossessione: per diventare ciclisti veri e non poveracci pedalatori, non sono la quantità, le ore in bicicletta è gli assurdi 7500 chilometri (da te riportati), a contare, ma la capacità di variare i lavori per migliorare le singole caratteristiche, ovvero alzando senza snaturare, le deboli, ed esaltando le punte.

Negli allenamenti invernali noti strane trasformazioni: tipo sverniciare in volata noti velocisti figli di ex velocisti che sono anche letteralmente piantati in salita; ragazzi che si ammalano in ritiro, stanno fermi 2 settimane e poi, dopo miracolosi ritiri solitari di 10 giorni, tornare in squadra ed andare come dei treni. Cmq mi ruppi il braccio e fortunatamente sono stato fermo più di due mesi. CI ho messo altrettanto per recuperare una forma accettabile. in una corsa dura in Piemonte un mio caro compagno di squadra si ritirò con i crampi ed io arrivai quarto dietro un mio compagno velocista, che stranamente in Piemonte vinceva sempre( forse perchè non c'erano mai i controlli?) La settimana dopo il mio compagno che si ritirò con i crampi vinse a Montecampione, al termine di una massacrante salita di 14 km:in una settimana dalle stalle alle stelle. riguardando l'ordine d'arrivo di quella gara, i primi hanno tutti appeso la bici al chiodo tranne forse Buccero, ora nei guai con la sua squadra.


L’allenamento non è una gara, staccare in salita qualcuno il martedì e poi prenderle la domenica è una delle tante a volte involontarie trasmissioni idiote che troppi allenatori di ciclismo indirizzano verso i ragazzi. In fase di preparazione antecedente una stagione agonistica, poi, questi metri sono ancora più assurdi. Quello che conta è il miglioramento che va letto non con la visione esterna, ma coi test. Le energie nervose vanno tutelate e risparmiate: servono in gara, non nelle “capronate” del martedì o del mercoledì, o del 25 gennaio o 7 febbraio. Negli esempi che hai riportato, ci può essere benissimo della chimica, ma anche delle ragioni più naturali. Io non accuso nessuno, ho le mie certezze personali, dettate da una conoscenza che s’è concretizzata nel vedere direttamente tanti cefali distruggere le possibilità agonistiche dei giovani. E se non sei uno con un percentile altissimo, è difficile emergere quando a monte ci sono delle assurdità.

COmunque la cosa bella è che chi dominava in quegli anni, nel 90% dei casi è poi sparito. In ritiro vedevi ragazzini di 18 anni che si facevano delle endovene. una volta stupidamente, trascinato dalla voglia di emulazione, mi feci iniettare unafiala di Tad, un disintossicante che loro si facevano cone l'acqua. Ebbi uno svarione e da allora mi promisi di non spararmi più in vena nulla di quella merda. La cosa brutta è che il medico della squadra, Guardascione, era una persona onesta, non ci dava assolutamente nulla di nocivo: però quasi tutti avevano il medico privato.


Queste sono altre porcherie degli pseudo-allenatori, quelli che anziché studiare e capire, hanno abdicato il ruolo ai santoni medici, ovvero a gente che non ha mai visto una bici, che non conosce quella fisiologia che è, invece, un patrimonio degli insegnanti di Educazione Fisica (guarda caso i “nemici”, di fatto, dei dopatori diretti ed indiretti) e che in virtù di una strapazzata laurea in medicina, han trovato in questi “piloti d’ammiraglia” e nei genitori incoscienti, il terreno fertile per arricchirsi di danaro, seminando morti o salute precaria.

Poi passi dilettante e lì sei fottuto: ero alla Sintofarm, direttore sportivo un certo Baccin. Il primo giorno in ritiro, senza che avessimo fatto gli esami del sangue ci da tre fogli pieni di vitamine da acquistare.Beh, credevo che fosse in buona fede. Poi,esci a fare allenamento e stai in mezzo ai " vecchi" e ti senti gasato. Al ritiro seguente, sebbene mi fossi allenato come una bestia per 20 giorni, prendi 3 minuti in salita da chi 20 giorni prima era unamerda assoluta, tipo da uno che vince sempre la freccia dei vini negli ultimi anni. Torni n appartamento dopo 210 km (a gennaio!!!!! e a 19 anni!!!) ed io ero paralizzato e vedi gente che fa le scale saltando 2 gradini alla volta per andare a far la doccia subito. A tavola, dopo 7 ore in bici, ti vedi dare 2 foglie di insalata e una mozzarellina. Poi scendi alla riunione e ti senti dire: " ogni lavoro comporta dei rischi. Voi avete scelto questo e dovrete affrontare dei rischi". Il giorno dopo gli ho portato la bici indietro e da allora mi vien la nasuea anche solo spostarmi con una graziella.


Hai fatto dei nomi che dicono tutto, ma, fortunatamente, non sono l’intero orizzonte del ciclismo (ci sono anche peggiori di loro, comunque). I ritiri o vivere in una specie di comunità separata, rappresentano una grande occasione per dei ragazzi nell’ultima fase dell’apprendistato ciclistico. Ma il tutto diviene tale se ad operare ci sono persone serie, non delle mezze cartucce che non capiscono una mazza di allenamento, che si creano dei dogmi tradottivi dei pronunciamenti dei santoni, che hanno la pretesa di insegnare col diploma di 5a elementare o di 3a media, che si permettono di usare siringhe e pastiglie spesso sulla base del sentito dire e che si vantano come pegno di distinguo e di qualità, per le vittorie ottenute. Sono successi che non contano un "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura", ma sono troppo perché lo possano capire. Strano che non abbiano aggiunto la dieta delle carote….
Ma l’ultimo spezzone quotato del tuo intervento, Pacho, lasciamelo dire, da una parte innalza la tua persona, perché hai avuto il coraggio e la cultura per abbandonare le “baccinate”, dall’altra mette una parola fine ad una distruzione che, in te, era iniziata da subito, indipendentemente dall’oceano chimico col quale ha dovuto fare i conti il tuo tratto nel ciclismo.
Ti dico subito che il Pacho ciclista (ti chiamo così anche se ho capito chi eri, ancor prima che tu scrivessi il tuo nome e cognome qui, tra l’altro siamo corregionali), non era né brocco, né campione, ma uno a cui è stata preclusa una dimostrazione reale. In altre parole un indefinibile. Volendo in ogni caso esprimere un parere: un talento medio-alto, in grado di poter fare una sua discreta carriera, ma con due componenti decisive, entrambe negative: la sfortuna di incontrare personaggi che non hanno saputo insegnargli come poter giocare a carte e la mancanza di un punch di cattiveria giovanile, quella che, per intenderci, ogni tanto porta un ragazzo a fare di testa sua, seguendo gli istinti. Un bravo ragazzo ligio alla razionalità, quindi ben poco artista, con una punta di sfortuna.
La vita poi, quella che conta di più, s’è rifatta con lui, dandogli una mente capace di rapportarlo al meglio verso altri confronti. Ed io l’applaudo con intensità, anche se non mi ha colpito con l’arte tipica dei profeti dello sport.

C’è un altro tuo intervento, vedo. Ti risponderò appena possibile. Ciao!

Morris

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 29/03/2005 alle 15:37
Morris volevo se possibile fare una precisazione: non ho scritto la mia esperienza per fare il martire, per giustificare qualcosa o qualcuno. HO scritto la mia esperienza perchè la cosa che mi rende triste è vedere che quando ex ciclisti ( o meglio, ragazzi ancora con una vita davanti) fanno delle confessioni (come il caso a "Striscia la notizia" o su qualche giornale) riguardo al doping, i ciclisti e gli addetti ai lavori lo insultano e lo denigrano. Si alza una barriera di omertà, complicità che è specchio dei tempi (..passami il termine, civili) che stiamo vivendo.Credo che lo sport sia lo specchio fedele dei valori che incarnano una società e la nostra purtroppo, fa davvero paura. E' inutile nascondere che la società capitalista in cui ci troviamo immersi fino al collo sfrutta il ciclismo, e naturalmente tutti gli altri sport, come vetrina per mostrare al grande pubblico i propri prodotti. Di conseguenza, al grande patron di una squadra non gliene frega un emerito c... se i suoi corridori si drogano: non gli importa la salute dei propri atleti (come all'amministratore delegato della Nike, della Fiat non gli importa nulla sulle condizioni lavorative dei propri lavoratori). Si preoccuperà invece dell'effetto negativo che un controllo anti-doping andato male potrà avere sulla propria azienda a livello di immagine, in una società in cui l'immagine e l'apparenza è divenuta la discriminante principale. Ci tengo a ripetertelo: il mio non è uno sfogo di un ex ciclista frustrato (questa è l'argomentazione che danno i professionisti al cospetto di una qualche confessione che miri ad intaccare lo status quo) che ha appena appeso la bicicletta al chiodo e senza più alcuna prospettiva, pieno di rabbia e rancore verso quel mondo. La mia vita oggi ha altre priorità: se ho scritto la mia esperienza è perchè non posso sopportare l'idea che nel ciclismo (e cosa molto più importante, nella vita), sempre più spesso vanno avanti i furbi. Se non fosse così non vedo il motivo per cui un ragazzo, già trovato drogato nelle categorie inferiori, sia data la possibiltà di passare professionista (così come nella vita di tutti i giorni, è permesso a chi è stato condannato per qualche reato, magari caduto in prescrizione, il diritto di governare un Paese).Odio le iporisie Morris, odio le falsità: se veramente non si volesse il doping, perchè l'unico patron che denuncia sistematicamente il doping, viene ripetutamente emarginato (oltre che querelato)? Sono stato fortunato Morris. Stai sicuro che la depressione post- ciclismo l'ho già passata tre anni orsono, ma oggi sono una persona che non serba rancore per quel mondo. Il ciclismo in tv lo guardo sempre, è come una malattia per me, amo seguirlo: ma forse con un po' più di accortezza, sapendo che tutto ciò che vedo non è forse così reale come si vuole far credere.Con stima, Francesco


Caro Pacho, so benissimo che il tuo intento non era quello di passare per martire, o cercare giustificazioni nel riportare un’esperienza comunque significativa, alla luce delle motivazioni che hai esposto sopra, condivisibilissime tra l’altro.
Ho scelto il solco del tuo riporto, per fare un discorso che da tempo avevo preannunciato sul forum, ma che, per un motivo o per l’altro, non avevo mai esternato. Mi scuso dunque per averti “usato”, ma l’ho fatto nella convinzione che la tua ellisse sia simile o praticamente uguale a quella di tanti altri, di cui purtroppo mancano le esposizioni scritte. Ed aver trovato questo aggancio, era troppo stimolante per me.
Ora, non per senso di colpa, ma per mera stima, voglio passare al resto della tua disamina, in questo caso a come hai inquadrato “il tuo riporto” nelle considerazioni più oggettive e sociologicamente ineccepibili di un doping collocato funzionalmente in una società che ha perso i valori, per sostituirli con l’effimero e lo spesso siamese assassino business.
Chi ti scrive, è un tipo che urla quanto la società capitalistica abbia bisogno dell’iniezione di forti elementi di socialismo, per portare, con la crescita reale dell’individuo, all’abbassamento dei rischi sui suoi difetti, all’allontanamento della guerra, oggi logica conclusione della frenesia; allo sviluppo della tolleranza, al finalmente trionfante lavoro per mantenere il genere umano su un pianeta che si avvia alla morte fisica. Studiare per riprendere il valore supremo della vita, prendendola nei suoi veri linguaggi e sgretolandone quell’odierno influsso, che vede al centro lo sfruttamento e l’idea del dominio, ancor più perfidi, perché fondati sulle mondezze dell’ipocrisia. La globalizzazione, parola meccanica ed assassina, concezione di un superuomo addirittura distante dall’elaborazione di Nietzsche, inversa al positivismo di Comte, distruttrice persino della giustificazione filosofica del capitalismo presente in Max Weber, neoplasia che investe l’intontimento scaturito dal progresso tecnologico, divenuto barbaro per l’inesistenza di una uguale crescita mentale del solo accennato protagonista uomo, arriva anche qui, su fatti e problemi limitati, a tessere la propria nefasta tela.
In questo quadro la collocazione che hai dato al tassello del tuo tratto, si proietta perfettamente sul tipo di nero che pulsa sul mosaico della nostra quotidianità. Quando dici che odi le ipocrisie, trovi nel lettore sottoscritto, l’applauso convinto e l’ottimismo che mi viene ogni volta che incontro un giovane con queste idee e convinzioni. Ed è per me un grido verso “il perché” penso ad una nuova sinistra, atta a fare della politica, sempre terreno dominante anche per chi sostiene illuso di non farla, la traiettoria per cambiare realmente, cacciando quella ipocrita odierna, incapace di distinguo e sì debole di contenuti, da farsi battere e dominare dalla più grossa marionetta mai apparsa ad ergersi vertice di un governo e ben rappresentata da corna, bandane e lifting. E’ la sinistra di uno che se dovessi ritrarre su un quadro, lo farei ricercando quelle grossissime cornici che lasciano intendere contenuti di grandioso valore e poi, sulla tela, lascerei un solo punto, a matita tra l’altro, mettendo nella legenda della mostra, il nome d’un essere che siede in Campidoglio….
Questo non è terreno o luogo per continuare, mi prenderei insulti da chi vuol leggere solo ruote e pedali, ma vada a te, il mio personale augurio che la tua fresca laurea divenga un vessillo ed uno strumento ulteriore, all’impegno più complessivo e non conformistico in questa società, per cambiarla e renderla finalmente umana. Te lo dice uno che proprio stamattina, s’è trovato involontariamente ad ascoltare, senza esser visto, due personaggi che, in un mare di belle parole sul sottoscritto, chiudevano l’interlocuzione con una firma dal sinistro suono dell’epitaffio: “è un intellettuale che ammalia nella sua pazzia”!
E proprio perché esser definiti pazzi nell’oggi, è meglio di una laurea honoris causa, il mio vuol essere il viatico migliore, affinché tu prosegua ad essere quello che sei, per scolpire altre variabili della passione e forgiarle nella volontà di imparare, riconoscere e generare.

Un caro saluto, Francesco.

Morris

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 1607
Registrato: Mar 2005

  postato il 29/03/2005 alle 16:22
il mio rammarico è solo quello di non aver incontrato persone come te quando correvo e, come me, moltissimo altri ragazzi. questo rammarico però è stato colmato oggi, perchè se è vero che lo sport è maestro di vita e in qualche modo una sua metafora, penso che oggi tutti noi abbiamo assistito ad una grande lezione. A presto, francesco
 
Edit Post Reply With Quote

Livello Mondiali




Posts: 136
Registrato: Feb 2005

  postato il 29/03/2005 alle 17:50
Oggi mi sono letto tutto il thread.
Bello, la mia prima reazione è che anche a me piacerebbe conoscere uno come Morris. Che abisso rispetto alle persone con cui ho a che fare in questo momento !

Come corridore condivido e comprendo quasi tutto quello che ha detto Pacho, sono con lui. Anche a me ha dato parecchio fastidio la classificazione arrogante che prevede solo fuoriclasse e brocchi (aranciata stai calmo !). Teniamo presente che se non corressero i
"mediocri" non si potrebbero neanche fare le corse per mancanza di "atleti". Io anche se non sono un fuoriclasse non mi sento affatto mediocre, per questo e perchè mi piace "il contatto dei gomiti in gruppo, le urla gli insulti e le spinte in volata, continuo a correre".
La mia priorità non è passare professionista, a questo punto credo non mi interesserebbe neanche più, non ne vale la pena (a parte qualche eccezione).

Aranciata non può accettare l'idea che "tutti sono dopati".
Io so che alcuni lo sono, tutti gli altri non li conosco!
Perciò non posso esprimermi. Morris, tu pensi che siano tutti drogati ?

La cosa che non condivido è l'idea che il Tad o altre cose si possano fare perchè il doping è ben altro. Se per correre devi prendere gli antidoloriferi sei già andato oltre.
Io posso dire di non avere mai preso neanche carnitina o creatina o caffeina che normalmente vengono utilizzate in grande quantità. Anche questo è chimica e non mi fido, anzi sono sicuro che sono dannosi e se ho male alle gambe per quel giorno non mi alleno. Ciao a tutti.

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Ottavio Bottecchia




Posts: 548
Registrato: Jul 2004

  postato il 29/03/2005 alle 18:09
Caro Pacho, inanziutto benvenuto su questo forum; spero solo che non scriverai solo su questo teahd e poi scomparirai...
Credo che Aranciata abbia ragione quando dice che tu adesso vedi un ciclismo imbottito di doping, ma credo che è un impressione dettata anche dalla rabbia dell'interuzione di un sogno, anche perchè da quanto ho letto sul primo post, non eri poi così brocco; credo che qualsiaisi persona al mondo reagirebbe come te, vedendosi spezzare un sogno nel quale si era già un pò dentro(perchè correre nei dilettanti, secondo me, è già un sogno)e vedendo altra gente che va direttamente nel sogno senza dormire(cioè senza faticare); ma forse avrest dovuto continuare a lottare, perchè primo o poi, quei "campioni" sarebbero stati bloccati; non è un caso infatti che quie "campioncini" non siano passati al professionsimo; non credi forse che qualche direttore tecnico li ha "beccati" e gli ha detto"io non dico niente a patto che tu appenda la bici al chiodo, senza, ovviamente, farti notare".
Per quanto riguarda Leo, le sua parole sputtanano il cilismo; e non ho nient'altro da dire, se non:


ed un ironico.

 

[Modificato il 29/03/2005 alle 18:31 by Admin]

____________________
http://www.bloggers.it/bici



 
Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 29/03/2005 alle 22:55
Ciao Canguro stai tranquillo, sono calmo, la polemica è chiusa.
Capisco che la mia può apparire come una classificazione sommaria che racchiude il panorama dei ciclisti in due categorie, fuoriclasse e brocchi, mi sono certamente espresso male.
La verità è che i fuoriclasse sono pochissimi, mentre io sono convinto che numerosi (e sottolineo numerosi) ragazzi passino al professionismo grazie alla forza di volontà unita al dono delle proprie qualità naturali, o magari anche grazie alla fortuna di avere incontrato buoni maestri, dei quali Morris ci ha spiegato l’importanza, ma non certo per il doping.
Che faccio, mi metto a pesarli col bilancino? Li divido in potenziali campioni, quasi campioni, campioncini, poco meno che campioncini?
Quantificare questa quota non credo sia possibile, ma penso che sia più consistente di quanto si creda, a mio avviso la maggioranza dei ragazzi che passano al professionismo.
Dopodichè viene la categoria dei mediocri, senza alcuna volontà di offendere, se ti piace possiamo chiamarla la categoria di "coloro che stanno nel mezzo", questo era ciò che intendevo con mediocri (e mi scuso ancora con Francesco e con te e con tutti i ragazzi che corrono per avere usato l’offensiva parola "brocco" che non rende giustizia ai vostri innegabili sacrifici).
Credo che in questa categoria, fatta di ragazzi privi di grandi doti naturali o rovinati da sciagurate metodologie di allenamento (Morris docet) abbia maggiori possibilità di proliferare il fenomeno doping.
Non ho dubbi sul fatto che l’uso del doping migliori le prestazioni, fino a portarle all’equivalenza con il valore medio della fascia superiore, consentendo il passaggio al professionismo a personaggi che non lo meritano, vorrei che fosse assodato che io non ho mai messo in discussione questo fatto, e comprendo la vostra santa rabbia davanti a questo fenomeno, fenomeno che produce due volte vittime, colpisce i ragazzi onesti, ai quali impedisce una carriera più o meno brillante all’interno del ciclismo professionistico, e colpisce i disonesti, il come è facilmente intuibile (tra l’altro l’unica cosa sacrosanta detta da Leo è che il doping stesso non è in sé una garanzia di successo).
Anche in questo caso non credo sia possibile quantificare la rilevanza della parte corrotta di questa categoria, né si può omogeneizzare ad essa tutto il movimento ciclistico.
C’è, è deleteria, va combattuta, chi non è d’accordo? Ma nessuno può permettersi di spacciare per vero il luogo comune ciclista=dopato (tu stesso affermi "Io so che alcuni lo sono, tutti gli altri non li conosco!", è quanto diceva Emiliano a proposito delle vacche nere di Hegel).
Detto ciò, dopo queste due fasce ne individuerei una terza, e non voglio usare il termine "brocco", sempre per rispetto verso chi corre, mi limito a dire che si tratta di corridori che nemmeno la chimica riuscirebbe ad elevare (ancora una volta mi rifaccio all’affermazione veritiera di Leo).
Ed è solamente la mia opinione.

La cosa che non condivido è l'idea che il Tad o altre cose si possano fare perchè il doping è ben altro. Se per correre devi prendere gli antidoloriferi sei già andato oltre.
Io posso dire di non avere mai preso neanche carnitina o creatina o caffeina che normalmente vengono utilizzate in grande quantità. Anche questo è chimica e non mi fido, anzi sono sicuro che sono dannosi e se ho male alle gambe per quel giorno non mi alleno.


Questo tuo comportamento dovrebbe essere la regola per tutti i dilettanti
Per i professionisti immagino che sia molto più difficile rispettarla, se non impossibile.
Ma i professionisti sono atleti "consumati", arrivati al termine del proprio percorso evolutivo, maturi, e credo che la fenomenologia del doping tra i professionisti segua percorsi differenti rispetto a quella dei dilettanti.
Come minimo sono differenti lo sviluppo fisico dell’atleta e le motivazioni che spingono verso la pratica dopante.

Ancora un grazie di cuore a Morris.

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Luison Bobet




Posts: 774
Registrato: Jan 2005

  postato il 29/03/2005 alle 23:56
Ciao Aranciata, ti ringrazio per le lusinghe che mi hai riservato, mi piacerebbe davvero parlare con te, magari durante una bella pedalata.
Volevo solo dirti che ognuno si fa un'idea delle cose sulla base dell'ambiente in cui vive, sicuramente saremo sfortunati io, pacho e canguro ad incontrare il marcio.
L'affermazione di canguro "Io so che alcuni lo sono, tutti gli altri non li conosco!", e' la stessa che posso fare io, cioe' il mio campione rappresentativo del mondo agonistico mi porta ad un'idea.

Penso, caro Aranciata, che sia un'utopia pensare che un dilettante possa correre senza pensare nemmeno all'uso di disintossicanti o simili....non so se immagini come arriveresti alla 10 tappa del giro...Ti assicuro che non ci arriveresti(almeno con i limiti di tempo massimo attuali..)

Comunque non pensare che io sia uno che diffama il ciclismo...odio i pentiti incapucciati di striscia la notizia o del raggio verde di Santoro(ricordi?), ho detto quello che hai letto solo per far capire a Pacho che non e' il solo ad aver visto un certo tipo di ambiente.

Ribadisco l'invito ad una pedalata insieme...io ho avuto la fortuna di conoscere al battaglione atleti ragazzi che praticavano il tuo rugby(nella benetton treviso, l'aquila, livorno), ragazzi davvero speciali.... tu non sarai mica l'unica pecora nera!!

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 30/03/2005 alle 12:09
Ciao Leo, è chiaro che le mie non erano lusinghe ma bacchettate e ti riconosco il grande pregio di sapere usare l’ironia.
Ti ringrazio per la proposta della pedalata ma non posso accettare, con rammarico, perchè penso che avresti tantissime cose interessanti da raccontare.
Ovviamente ciascuno si fa delle idee sulla base dell’ambiente in cui vive, però, se hai letto bene gli interventi correnti e passati di Pacho e Canguro, noterai che il loro incontro con il doping (degli altri) è basato su pochissime esperienze dirette (che non metto certo in discussione) e su tante voci, su tante illazioni che hanno un fortissimo potere suggestionante (riscontrabile anche nell’esperienza di Claudiodance, ex juniores, raccontata nel thread "doping, non facciamoci illusioni").
Per contro il "nostro" Tobia, corridore dilettante élite che sicuramente avrà assistito anch’egli a qualche episodio sporco, ci racconta il suo dispiacere per non poter correre nella categoria anche oltre i 25 anni (soglia per la partecipazione alle corse regionali), perchè, a fronte del mancato passaggio tra i professionisti, non avrebbe nessuna intenzione di entrare nel mondo dei cicloamatori o delle gran fondo, ambienti dove davvero il doping scorre a fiumi, a suo dire, come ad indicare che tra i dilettanti la realtà non è così omogenea e uniformata.
Può essere che tu ne sappia di più, e potresti raccontarci la tua esperienza in aperto contatto con il doping (praticato da te o dai tuoi compagni di squadra), e sarebbe interessante sentire la tua opinione sui rimedi che potrebbero contribuire ad arginare il doping, sia superficialmente in tempi brevi, sia più radicalmente in tempi lunghi.
Quanto ai disintossicanti non so cosa dirti, non so nemmeno se facciano parte dei prodotti dopanti e può anche essere che tu abbia ragione, prima di esprimere un giudizio definitivo dovrei saperne di più, del resto nella risposta data a Canguro anche io ho riconosciuto che per un professionista è impensabile fare a meno dell’aiuto di quella chimica che non è contemplata tra le liste di prodotti o pratiche vietate.

La captatio benevolentiae non ti riesce particolarmente bene, Leo, ma sei una persona che merita attenzione, ti avevo decisamente sottovalutato.
Ciao

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 30/03/2005 alle 12:09
Teniamo presente che se non corressero i "mediocri" non si potrebbero neanche fare le corse per mancanza di "atleti". Io anche se non sono un fuoriclasse non mi sento affatto mediocre


Ciao Canguro, penso che si sia capito che "sentirsi mediocri" nulla ha a che vedere con "essere ciclisti mediocri", il primo è uno stato d’animo, il secondo è un giudizio di carattere sportivo, qualitativo, il cui significato non può umiliare la grandezza dell’animo di una persona o il suo sacrificio nello sport.
Detto questo, passo a farti notare l’andamento del flusso dei ragazzi italiani passati al professionismo di vertice (squadre Pro-Tour, Continental professionali, più Androni, Flaminia e Amore & Vita), ripartito secondo l’anno di nascita:

15 ragazzi del 1978
26 ragazzi del 1979
17 ragazzi del 1980
13 ragazzi del 1981
15 ragazzi del 1982

Canguro, non mi sembrano grandi numeri.
Forse tra i ragazzi del 1979 potrebbe esserci qualche nome di troppo, ma per il resto trovo del tutto naturale che ogni anno sappia offrire almeno una dozzina di corridori capaci di passare al professionismo in virtù delle proprie doti naturali, del proprio sacrificio, dei buoni insegnamenti dei quali hanno avuto la fortuna di godere.
Non so che altro dire, se non che accetto certamente la presenza di corridori professionisti costruiti attraverso il doping nelle categorie giovanili, non accetto però l’idea lo siano tutti e nemmeno che siano la maggioranza, anzi direi che sono una minoranza (squallida).

Piuttosto è possibile che un dilettante, divenuto professionista in modo pulito, possa in seguito cadere nella trappola del doping, e il perchè penso sia facile da capire.
Ciao!

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Mondiali




Posts: 136
Registrato: Feb 2005

  postato il 31/03/2005 alle 11:55
Morris,
i tuoi posts mi hanno ridato stimoli che stavo perdendo.
Mi piacerebbe molto avere da te qualche consiglio "personalizzato"
su alimentazione, allenamento specifico, sensazioni ecc.
Se ritieni la cosa possibile, ti prego di inviarmi una mail.
In ogni caso grazie per il tuo impegno. Ciao

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 1553
Registrato: Jan 2005

  postato il 31/03/2005 alle 12:24
Originariamente inviato da pacho
Cmq la cosa che più mi ha cambiato è stato il campionato italiano secondo anno alliavo: eravamo a Biella, ero in camera con Marzoli, quello della Lampre e mi ero qualificato arrivando 3 al regionale e 4 all'indicativa, sempre fregato naturalmente sul traguardo da Samuele che, sebben più giovane di me, aveva già uno spunto notevole. Cmq già allora senti strane voci in albergo, tipo ragazzi con flebo attaccate prima di andare a dormire. Al mattino partiamo, il percorso è duro ma ragazzini di 15 e 16 anni sono dei tori: come è possibile arrivare 3 ad un regionale, davanti gente come Riccò e poi non riuscire a mettere il naso fuori dal gruppo quel giorno?Per la cronaca quel campionato italiano lo vinse Marengo(che fine ha fatto?) davanti un certo Failli.


caro pacho,ne ho dedotto hai la mia età perchè ti riferisci al campionato italiano allievi del 1999 in cui anche io ero 2anno allievo..
Marengo correva contro di me ma ogni tanto quattro parole le scambiavamo.
sono convinto che non prendesse un bel niente solo che ha fatto una preparazione da "under" al secondo anno allievo,tutto lì..
tra gli juniores è sparito,ha solamente vinto una corsa.
è vero che in piemonte come hai riportato tu non si facevano tanti controlli ma ti assicuro che noi piemontesi ce le beccavamo sempre quando uscivamo dai confini regionali,specie in lombardia....
Marengo nn so cosa faccia quest'anno,l'anno scorso però correva nella Progettociclismo di serravalle scrivia.
ti posso anche dire che il campione italiano allievi 1999 della corsa a punti,Daniele Vaira,a già smesso da due anni..
gli unici Piemontesi dell'83 che fanno ancora forte tra idilettanti sono Miculà Dematteis e Gianluca Massano che tra gli allievi non hanno certo brillato.

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 218
Registrato: Feb 2005

  postato il 31/03/2005 alle 14:22
Prima di tutto benvenuto Pacho, e ciao a tutti visto che è un po' che ho troppe cose da fare e diserto il forum... Per lo stesso motivo confesso di aver letto solo la prima la parte della discussione, e mi intrometto senza la competenza di tutti voi.
Sono d'accordo con te, Pacho, ma credo anche di capire le ragioni di Arnciata. Come Ararcia non sopporto quando sento gettare m.... sulla reputazione dello sport che amo, per di più come se fosse l'unica realtà inquinata in un mondo di estrema correttezza... Ma tieni anche presente, Arancia, che Pacho ha raccontato la sua storia. E in quanto sua storia non può che averla vissuta così intensamente. Non prentendo di capire i pensieri di nessuno, certamente sbaglierò, ma come avete detto è un sogno infranto, e quei frantumi necessariamente segnano, per lo meno la visione di quel sogno... Come te Arancia, credo ancora sempre e forse ingenuamente nel ciclismo, lo credo ogni volta che salgo sulla bici, lo credo x ogni corsa, lo credo adesso che scrivo...
Purtroppo l'ho già sentita altre volte la tua storia, Pacho, sempre straordinariamente simile a se stessa. E anche io trovo offensiva, e, perdonami arancia, stupida, la parola "brocchi". Non è una risposta, ha ragione Pacho. Ma io risposte non ne ho.
La rabbia di Pacho e quella di Aranciata x me sono la stessa.
Eppure io, con tanta rabbia, senza risposte, ci credo ancora...

 

[Modificato il 31/03/2005 alle 14:31 by Admin]


 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 31/03/2005 alle 18:33
Ciao Ruskita, certamente non hai torto e ho riconosciuto il mio eccesso.
Sono d’accordo con Morris, non possiamo sapere con certezza cosa fosse Pacho, era un indefinibile, forse anche un corridore di livello medio alto rovinato dall’ambiente particolare nel quale era capitato (circostanza sottolineata anche da Leo, e se hai il letto il mio secondo post avrai notato che prima ancora della reazione di Pacho avevo provveduto a raddrizzare almeno in parte il mio tiro, anche se lui evidentemente non se ne era accorto).
Spero che la polemica sia seppellita.

Voglio sottolineare questo post di Canguro:

Morris,
i tuoi posts mi hanno ridato stimoli che stavo perdendo.
Mi piacerebbe molto avere da te qualche consiglio "personalizzato"
su alimentazione, allenamento specifico, sensazioni ecc.
Se ritieni la cosa possibile, ti prego di inviarmi una mail.
In ogni caso grazie per il tuo impegno. Ciao


è una delle cose più belle che ho letto nel forum.
Un saluto a tutti.

 

____________________
Davide

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Federico Bahamontes




Posts: 392
Registrato: Feb 2005

  postato il 31/03/2005 alle 21:56
Originariamente inviato da pacho
... Purtroppo credo che il ciclismo, e lo sport in generale, sia lo specchio della società in cui viviamo tutti i giorni. Una vita dove l'inganno e il sotterfugio sono i valori etici e morali che permettono troppo spesso di raggiungere il successo, una vita dove le aziende applicano con disinvoltura bilanci truccati, documenti falsi e dove il potere precostituito, invece di condannare tutto questo, lo incentiva.


E' tutto molto vero. Nella vita, troppo spesso vanno avanti i furbi. Ma allora che fai? Ti chiudi in casa e non esci più?
Lo stesso principio è alla base del doping, su questo non ci piove... Molti vincono (o almeno provano a farlo) con il sotterfugio.. E allora che fai? Non segui più le corse? Non ami più questo meraviglioso sport? Guarda al ciclismo come a uno sport, non vederne solo i lati negativi. Riscopri il piacere di andare in bici, fosse pure su una graziella, perché il senso di libertà, di indipendenza e tutte quelle bellissime sensazioni che una bici ti sa trasmettere... è una cosa che rimane anche se al mondo vanno avanti i furbi (spesso, non sempre). Amo il ciclismo per quello che mi dà, eppure alle corse il gruppo lo vedo in partenza e vivo a pasta e carne...

 

____________________


Crono-Campione-Nazionale 2005 US ACLI

Attenzione!! Vieni a trovarmi su

http://www.cycling-checco.tk

 
E-Mail User Edit Post Reply With Quote Visit User's Homepage

Livello Fausto Coppi
Utente del mese Luglio 2009




Posts: 4217
Registrato: Oct 2003

  postato il 01/04/2005 alle 09:31
Ho il dovere di rispondere e devo completare gli interventi precedenti. Lo farò al più presto. Intanto voglio ringraziarvi sentitamente per le vostre belle parole che non so se merito.

A Canguro.
Se ti ho dato ulteriori stimoli a correre, ne sono contento e devo dire che mi hai commosso. Non è facile aiutare a distanza, senza conoscere il passato di un atleta, le sue abitudini ecc. però ci proverò, anche se non mi sognerei mai di definirmi allenatore. Premetto comunque che sarà difficile uscire dall'indicazione intinta di genericità, in ogni caso a livello di convinzinone e di psicologia, qualcosa posso fare. Intanto mantieniti sincronico ai tuoi valori interni e d'approccio che sono un bene inestimabile. Ricorda, lo sport è prima di tutto una sfida con se stessi, un palcoscenico del proprio miglioramento e deve essere, sempre, un divertimento, proprio perchè libera delle immanenze e dei richiami.

A presto!

Morris

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Tour




Posts: 229
Registrato: Apr 2005

  postato il 01/04/2005 alle 18:01
ciao pacho. ho letto il tuo intervento e tutto cio´ che ne ´e seguito. ti comprendo. io , da amatore, negli anni ´90, di storie come o quasi la tua, ne ho sentite varie. da parte di ex dilettanti che passavano agli amatori...(qualche volta ci allenavamo insieme, ergo non sto´ riportando il "sentito dire").percio´ ti capisco...e.. con tutto il rispetto...a chi crede che a pane e mortadella si va´ anche x essere solo col gruppo...l´ idealismo che non conosce il sellino...
auguri x tutto

 
Edit Post Reply With Quote

Livello Fausto Coppi




Posts: 6922
Registrato: Jul 2004

  postato il 01/04/2005 alle 20:58
Scusa Alu, è dimostrato che tra i cicloamatori e i granfondisti si nasconde la crema della crema dei dopati ex-dilettanti e ex-professionisti, e tu mi chiederesti di dare peso alle affermazioni di costoro?
Ciao!

 
Edit Post Reply With Quote
<<  1    2  >> Nuovo Thread  Nuova risposta   Nuovo sondaggio
 
Powered by Lux sulla base di XMB
Lux Forum vers. 1.6
1.5451820