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Parliamo di cinema (del passato e del presente)
Salvatore77 - 30/09/2008 alle 23:01

Prendo spunto da questo sondaggio apparso sul sito di Repubblica pert aprire un thread sul cinema. www.repubblica.it ROMA - Film da salvare. Film da custodire, patrimonio prezioso dell'arte e della memoria. Film da trasmettere alle generazioni future - i giovani di oggi, quelli di domani - per il valore estetico, culturale, o per la forza dei contenuti. In tutto, trenta titoli (più due scelti da Trovacinema) da non dimenticare, anche nel flusso continuo di notizie e di immagini di cui è fatto il nostro presente. E a decidere quali tra loro meritano di più di non finire nell'oblio saranno i nostri lettori, attraverso il sondaggio lanciato da Repubblica.it. 2001 Odissea nello spazio (S. Kubrick, 1968) 8 e ½ (F. Fellini, 1963) A qualcuno piace caldo (B. Wilder, 1959) Barry Lyndon (S. Kubrick, 1975) Cantando sotto la pioggia (S. Donen e G. Kelly, 1952) C'era una volta in America (S. Leone, 1984) Colazione da Tiffany (B. Edwards, 1961) Finalmente domenica! (F. Truffaut, 1983) Fino all'ultimo respiro (J.L. Godard, 1960) Germania anno zero (R. Rossellini, 1948) Gomorra (M. Garrone, 2008) Il grande caldo (F. Lang, 1953) Il posto delle fragole (I. Bergman, 1957) Il raggio verde (E. Rohmer, 1986) I soliti ignoti (M. Monicelli, 1958) Jules e Jim (F. Truffaut, 1962) La dolce vita (F. Fellini, 1960) La donna che visse due volte (A. Hitchcock, 1958) La grande illusione (J. Renoir, 1937) La notte di San Lorenzo (P. e V. Taviani, 1982) L'impero dei sensi (N. Oshima, 1976) Mulholland Drive (D. Lynch, 2001) Nel corso del tempo (W. Wenders, 1975) Pickpocket (R. Bresson, 1959) Quarto potere (O. Welles, 1941) Sciopero (S. Ejsenstejn, 1925) Sussurri e grida (I. Bergman, 1972) Taxi driver (M. Scorsese, 1976) Tempi moderni (C. Chaplin, 1936) Zabriskie Point (M. Antonioni, 1970) SCELTO DA TROVACINEMA: Il Padrino (F.F. Coppola, 1972) SCELTO DA TROVACINEMA: Le ali della libertà (F. Darabont, 1994) Credo che ci siano grandissime lacune e numerose forzature.


Bitossi - 01/10/2008 alle 16:52

E cosa ti aspetti da liste di questo genere? L'applicazione di metri classificatori all'esperienza artistica ha sempre generato mostri, quindi questa mi fa sorridere come mi fanno sorridere i listoni di Scaruffi o di altri. Anche se poi buona parte dei titoli prescelti sono effettivamente dei lavori importanti o dei capolavori... Soggettivamente, trovo indegno che non compaia un lavoro di Terrence Malick, e che invece ci sia "La notte di San Lorenzo", e magari anche "C'era una volta in America", o "Zabriskie Point" o "Finalmente domenica!". Nonostante poi generalmente Truffaut e Antonioni mi piacciano come autori e registi. Per altri potrà essere diverso, ma non esiste argomento che possa dimostrare che le mie scelte sono migliori o peggiori di quelle altrui. PS: su "Gomorra" mi astengo, perché... è l'unico che non ho visto! :D


Admin - 01/10/2008 alle 17:52

Bitox, qual è il tuo film preferito? Il mio (indipendentemente dalla lista, çvsd) è 2001: Odissea nello spazio. Più che un film, un'opera filosofica. Uhm... se dovessi fare una top3 ci aggiungerei The Blues Brothers e... boh, forse C'era una volta il West. Ovviamente la domanda sul film preferito è estesa a tutti :)


antonello64 - 01/10/2008 alle 18:44

Il Padrino 1 & 2 Il Signore degli Anelli (tutti, ma in versione estesa) C'era una volta il West Amadeus


Carrefour de l arbre - 01/10/2008 alle 19:22

"Arancia meccanica". Sembra ideato oggi, che visione geniale che ebbe Kubrick! "Jules e Jim". Un coraggio da leoni farlo uscire all'epoca. Splendido "I 400 colpi". Preferisco Jules e Jim, ma la scena finale è poesia pura. "il sorpasso". bellissimo. "Qualcuno volò sul nido del cuculo". A mio modo di vedere, quella di Nicholson è la migliore interpretazione di tutti i tempi.


desmoblu - 01/10/2008 alle 19:56

Ne dico alcuni assolutamente a caso: I soliti ignoti (ma anche l'audace colpo), la grande guerra, i film della pantera rosa, pulp fiction, blues brothers, man on the moon (carrey meritava l'oscar..), il settimo sigillo, les triplettes de belleville (un gioiello nel genere dell'animazione), carlito's way, arancia meccanica, apocalypse now (originale), il dittatore dello stato libero di bananas, zelig (sempre di allen), l'armata brancaleone, brancaleone alle crociate, fratello dove sei, il marchese del grillo, i film dei monty python, giù la testa, il buono il brutto il cattivo, uccellacci e uccellini, amarcord, gatto nero gatto bianco. Di italiani recenti (o abbastanza) m'è piaciuto dopo mezzanotte, poi ho apprezzato le rose del deserto ma a volte è forzato e poi è tronco. Ho scordato benigni, e dico non ci resta che piangere e il mostro (prima che s'intestardisse a fare il poeta...tra l'altro belle musiche di evan lurie). Ho scordato troisi, e dico il postino e il viaggio di capitan fracassa. Questi non sono necesssariamente i miei 'capolavori' (e difatti li ho scritti tutti con la lettera minuscola, a scanso di equivoci), sono i film che rivedo con piacere. Ma ne ho scordati di sicuro.


MDL - 01/10/2008 alle 19:59

MDL consiglia (su due piedi): il buono, il brutto e il cattivo fuga da new york apocalipse now ghostbuster full metal jacket scarface il gladiatore black hawk down ogni maledetta domenica ronin alì insider - dietro la verità heat - la sfida collateral miami vice michael clayton thank you for smoking lord of war qualsiasi cosa con totò

 

[Modificato il 01/10/2008 alle 20:03 by MDL]


Salvatore77 - 01/10/2008 alle 22:39

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] E cosa ti aspetti da liste di questo genere? :D [/quote] In effetti nessuna lista può rappresentare il meglio che il cinema ha prodotto in un secolo di storia, tanto meno una lista di una trentina di titoli, a mio avviso troppo ristretta per rappresentare qualsiasi cosa. Mi preme sottolineare che se io volessi tramandare qualcosa ai posteri, (che di fatto è il principio ispiratore del sondaggio di Repubblica) non avrei ignorato per esempio Steven Spielberg che comunque alla sua maniera ha rapprensentato al meglio un modo particolare di fare cinema. Due film di Truffaut e non c'è "I 400 colpi" mi sembra strano. "Colazione da Tiffany" di B. Edwards, non è un grande film, molto meglio Hollywood Party. Poi "Pulp Fiction" a mio avviso è un film da tramandare, assolutamente.


pacho - 01/10/2008 alle 22:52

ma che bello questo Traed! Per quanto mi riguarda, this is the best: "Scegliete la vita, scegliete un lavoro, scegliete una carriera, scegliete la famiglia, scegliete un maxitelevisore del c.azzo, scegliete una lavatrice, macchine, lettori cd e apriscatole elettrici. Scegliete la buona salute, il colesterolo basso e la polizza vita, scegliete un mutuo a interessi fissi, scegliete una prima casa, scegliete gli amici, scegliete una moda casual e le valigie in tinta, scegliete un salotto di tre pezzi a rate e ricopritelo con una stoffa del c.azzo, scegliete il fai da te e chiedetevi chi cacchio siete la domenica mattina, scegliete di sedervi sul divano a spappolarvi il cervello e lo spirito con i quiz mentre vi ingozzate di schifezze da mangiare. Alla fine scegliete di marcire, di tirare le cuoia in uno squallido ospizio ridotti a motivo di imbarazzo per gli stronzetti viziati ed egoisti che avete figliato per rimpiazzarvi, scegliete un futuro, scegliete la vita. Ma perché dovrei fare una cosa così? Io ho scelto di non scegliere la vita, ho scelto qualcos'altro, le ragioni? Non ci sono ragioni, chi ha bisogno di ragioni quando ha l'eroina?" (Rentonboy).

 

[Modificato il 01/10/2008 alle 22:55 by pacho]


Goodwood - 01/10/2008 alle 23:05

Ogni volta che leggo una classifica in campo cinematorgrafico e musicale mi domando sempre quale siano i criteri oggettivi utilizzati per poterne stabilire l'univocità assoluta... concordo pertanto con il commento di Bitossi. Premesso questo, sarebbero veramente tanti i lavori che nel corso degli anni mi hanno lasciato dentro qualcosa di significativo. Adoro Kubrick, anche se resto sempre dell'idea che alcuni suoi lavori siano sopravvalutati: l'apparente difficoltà e profondità che caratterizza le sue opere, porta tavolta a considerarle dei capolavori assoluti che in quanto tali devono restare in parte indecifrabili. Credo invece, che in alcune circostanze siano delle pellicole non riuscitissime, diciamo incomplete; e l'incomprensibilità ne è proprio una conseguenza. 2001 la considero tale: probabilmente ha voluto strafare arrichendo l'opera di significati, indubbiamente affascinanti, ma allo stesso tempo eccessivamente immaginari. in ogni caso resta pur sempre una chicca nel panorama cinematografico, considerando anche l'anno di uscita. Orizzonti di gloria, Spartacus e Shining li considero invece, per motivi diversi, i capolavori assoluti di Kubrick. Nella mia personale classifica, sullo stesso piano di Kubrick metto Sergio Leone e Michael Cimino... Di Leone non si può non citare la trilogia del dollaro, arrichita da quella perla che è C'era una volta il west. e poi il capolavoro assoluto, C'era una volta in america. per quanto riguarda Cimino, ha diretto il film al quale sono indubbiamente più legato, ovvero Il Cacciatore... l'apologia assoluta della cinematografia sul Vietnam ma non solo, dal momento che a differenza di altri film incentrati sulla vicenda vietnamita (Platoon, Apocalypse Now,Hamburger Hill su tutti) le scene di guerra vera e propria fanno da sfondo alla vicenda umana. Di Cimino poi non posso non citare L'anno del dregone, con Micky Rourke in uno stato di grazia mai più raggiunto. da ragazzo lo adoravo, poi purtroppo si è distrutto da solo.... Restano altre opere che non posso non citare: The Mission (reso fantastico anche dalla memorabile colonna sonora del maestro Morricone... la Gabriel's Oboe theme mette i brividi...), La grande fuga (l'avro visto non so quante volte), il primo Rocky, Il pianeta delle scimmie (il primo con Douglas protagonista, non la porcata che hanno girato qualche anno fa), Ben Hur (in assoluto il miglior film nel genere storico), Qualcuno volò sul nido del cuculo, Chinatown (Jack Nicholsnon inarrivabile per chiunque nelle parti del bastardo), Toro Scatenato. ma ce ne sarebbero tanti altri. Venendo al cinema di casa nostra, è indubbio che la miglior produzione appartiene al passato. Vedere che chi va per la maggiore ora è Muccino, Pieraccioni, Gabriel Garko, non può far altro che farmi aprrezzare sempre di più quanto è stato fatto negli anni 60 e 70. I soliti ignoti, profumo di donna, i giardini de finzi contini, c'eravamo tanto amati, il sorpasso, Fellini, Gassman, quella Venere scesa in terra che rispondeva al nome di Claudia Cardinale... quanto eravamo fenomenali in campo cinematografico...


aranciata_bottecchia - 01/10/2008 alle 23:17

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] "Colazione da Tiffany" di B. Edwards, non è un grande film[/quote] Lo trovo un film meraviglioso, lo amo. Holly Golightly che apre la porta del taxi e lascia andare libero il gatto sotto la pioggia, anima randagia come il personaggio della Hepburn. Mi piace moltissimo anche Victor/Victoria. Non ho controllato bene ma credo che nella lista non ci sia traccia di Kurosawa così come di Capra o di Hawks piuttosto che Bertolucci. E Jean Vigo? E Murnau? Qualche titolo a caso tra quelli che adoro alla morte: "Viale del tramonto" di Billy Wilder "Sfida infernale" di John Ford "Il terzo uomo" di Carol Reed "Il mucchio selvaggio" di Sam Peckinpah "La morte corre sul fiume" di Charles Laughton e Robert Mitchum "Cantando sotto la pioggia" di Stanley Donen e Gene Kelly "L'infernale Quinlan" di Orson Welles E tanti, troppi film di Hitchcock ("la finestra sul cortile" forse è il film dei film), di Kubrick, di Lynch, di Gilliam... Via, ci metto pure il mitico "Milano calibro 9" del leggendario Fernando Di Leo. Indimenticabile per chi come me era bambino in quel di porta Ticinese a Milano nei primi anni settanta.


pacho - 01/10/2008 alle 23:22

[quote][i]Originariamente inviato da aranciata_bottecchia [/i] Via, ci metto pure il mitico "Milano calibro 9" del leggendario Fernando Di Leo. Indimenticabile per chi come me era bambino in quel di porta Ticinese a Milano nei primi anni settanta. [/quote] Allora ci aggiungo Milano odia, la polizia non puó sparare! Da far impallidire arancia meccanica!:IoI


Salvatore77 - 01/10/2008 alle 23:22

In tema di film di guerra è strano che un fan di Kubrik non preferisca Full Metal Jacket, che a mio avviso è il film migliore di Kubrik, anche se apprezzo molto anche 2001... e Shining. Full Metal Jacket ha un primo tempo eccellente, che da solo vale un film intero. Arancia meccanica mi piace ma credo che sia più la storia affascinante (tratta da un libro di Anthony Burgess) che la regia, per cui non è tra i miei preferiti. PS: Charlton Heston era protagonista de "Il pianeta delle scimmie".


Bitossi - 01/10/2008 alle 23:42

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Bitox, qual è il tuo film preferito? Il mio (indipendentemente dalla lista, çvsd) è 2001: Odissea nello spazio. Più che un film, un'opera filosofica. Uhm... se dovessi fare una top3 ci aggiungerei The Blues Brothers e... boh, forse C'era una volta il West. Ovviamente la domanda sul film preferito è estesa a tutti :) [/quote] Il mio film preferito... dovrei dire che sono tanti! :D In effetti, ho una particolare predilezione anch'io per "2001...", mi procurai persino il racconto che ne stava all'origine (The sentinel di A.C. Clarke), e pure il romanzo, che fu scritto paradossalmente dopo il film. Poi, in ordine casuale: I vitelloni, La dolce vita, Amarcord, Bellissima, Roma città aperta, Ladri di biciclette, Mamma Roma, Orizzonti di gloria, Arancia meccanica, Apocalypse now, Mean streets, Quarto potere, Radio days, La rabbia giovane, La vita è meravigliosa, La grande illusione, Il settimo sigillo, Vampyr di Dreyer (altro grande dimenticato del "listone")...


MDL - 02/10/2008 alle 00:01

miiii...quarto potere...capolavoro assoluto :yes:


Goodwood - 02/10/2008 alle 00:29

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] In tema di film di guerra è strano che un fan di Kubrik non preferisca Full Metal Jacket, che a mio avviso è il film migliore di Kubrik, anche se apprezzo molto anche 2001... e Shining. Full Metal Jacket ha un primo tempo eccellente, che da solo vale un film intero. Arancia meccanica mi piace ma credo che sia più la storia affascinante (tratta da un libro di Anthony Burgess) che la regia, per cui non è tra i miei preferiti. PS: Charlton Heston era protagonista de "Il pianeta delle scimmie". [/quote] non sapevo a chi fosse riferito il post-scriptum... poi mi sono accorto del lapsus! Su FMJ, dici bene... un primo tempo da antologia, ma il secondo tempo non è altrettanto significativo. per questo motivo, credo che nel genere, Platoon, Apolacypse Now e Hamubrger Hill (ma potrei citare anche Good morning vietnam) rendano maggiormente l'idea di cosa sia stato il Vietnam. In ogni caso, parliamo sempre di opere di livello assoluto.


dietzen - 02/10/2008 alle 03:18

se è difficile stilare una classifica oggettiva lo è anche per farne una soggettiva, visto che i gusti magari cambiano a seconda di quando vedi il film, in quale periodo della vita ti trovi, eccetera. perchè è chiaro che se ad esempio vedi lost in translation o il meraviglioso mondo di amelie mentre sei in un periodo di innamoramento, per forza di cose film del genere ti emozionano di più. :) oggettivamente, penso che citizen kane sia il più grande film di sempre. soggettivamente, come emozioni, ovviamente la lista è lunga: i primi che mi vengono in mente sono trainspotting, l'odio, un mercoledì da leoni, apocalypse now e i tenembaum.


MDL - 02/10/2008 alle 07:40

[quote][i]Originariamente inviato da Goodwood [/i] Su FMJ, dici bene... un primo tempo da antologia, ma il secondo tempo non è altrettanto significativo. per questo motivo, credo che nel genere, Platoon, Apolacypse Now e Hamubrger Hill (ma potrei citare anche Good morning vietnam) rendano maggiormente l'idea di cosa sia stato il Vietnam. In ogni caso, parliamo sempre di opere di livello assoluto. [/quote] bha insomma... Il cinema ci ha propinato per decenni la roba a base di jungla-traps-imboscate. In realtà le grosse battaglie furono tutte urbane (vedi combattimenti di nha trang e saigon) o in villaggi e basi (offensiva del Tet, assedio di Khe Sanh) Ovvero la guerra come poi l'ha mostrata Kubrick....un cecchino che tiene in scacco una squadra di marine


Admin - 02/10/2008 alle 21:22

[quote][i]Originariamente inviato da MDL [/i] un cecchino che tiene in scacco una squadra di marine [/quote] E che cecchino. Credo che nella scena del suo disvelamento (che non rivelo ovviamente per chi non ha ancora visto il film) ci sia davvero tutto il cinema di Kubrick. Ps: Matteo, Michael Mann ti fa schifo, eh! :D


Admin - 02/10/2008 alle 21:30

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Vampyr di Dreyer (altro grande dimenticato del "listone")... [/quote] Di Dreyer mi prendo Dies Irae, un capolavoro da brividi. Poi stranamente per associazione mi viene da pensare a Bergman :D Il posto delle fragole è il mio eletto del maestro svedese. Anche la stramitica Corazzata Potëmkin è un film fenomenale, checché ne dica il Ragioniere :D Però mi ero volutamente fermato alla terna, perché sennò ci mettiamo dentro di tutto e di più, e allora si perdono un po' i confini. Però ciò non mi impedisce di concordare in pieno con Goodwood riguardo alla stagione della commedia all'italiana: che autori e interpreti fantastici... il mio preferito in assoluto? Ugo Tognazzi. Credo che in Romanzo popolare sia inarrivabile, anche più che ne La vita agra (ora il Bottecchia mi bacchetta per il "ne La" :D). Ma troppi se ne dimenticano: Ferreri e la sua Donna scimmia? (O il misconosciuto causticissimo El Cochecito :D)... Sordi Maestro di Vigevano o Scapolo o Marito o Vedovo? Poi volevo dire della scena più poetica del cinema italiano: secondo me è senza pari il momento in cui Totò/Jago esclama "Ah, straziante meravigliosa bellezza del creato!"... Ragazzi, Pasolini. "Oggi abbiamo perso un poeta, e badate, di poeti non ne nascono più di 3 o 4 in un secolo!" (Moravia, nell'orazione funebre per PPP). Parlando di poesia, infine, confesso il mio amore mai finito per Claudia Cardinale. In Il magnifico cornuto è a dir poco meravigliosa (ma anche ne L'udienza!), e poi duetta con un altro dei Tognazzi più smisurati di sempre... (in extremis ne cito un altro: Vogliamo i colonnelli!). Quindi Goodwood dovremo fare a turno per fidanzarci virtualmente con la Cardinale :)


aranciata_bottecchia - 02/10/2008 alle 21:46

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Anche la stramitica Corazzata Potëmkin è un film fenomenale, checché ne dica il Ragioniere [/quote] Dici Fantozzi e vengono subito in mente il Potemkin, ma anche Giovannona coscialunga o L'esorciccio (questi sì delle cagate pazzesche, diciamocelo). Ma c'è dell'altro. Negli ultimi giorni ho visto alcuni dei primi film di Ermanno Olmi che avevo registrato su fuori orario: "il tempo si è fermato", "il posto" e "i fidanzati". Devo dire che la saga di Fantozzi, almeno nei suoi primi episodi, sembra tremendamente la feroce parodia di un cinema autorale, di carattere sociologico, come quello del primo Olmi.


Zanarkelly - 02/10/2008 alle 22:37

Secondo me Fantozzi (il primo perchè gli altri poi si ripetono, anche i primi tre fanno veramente ridere) è in assoluto un film da rivalutare, perchè davvero dipinge in modo incredibilmente fedele, pur mantenendo il carattere di parodia, il modo di fare di un popolo, di un epoca, di un movimento sociale che stava allora nascendo. Villaggio poi sembra fatto apposta per incarnare quello spirito anni 60/70 di quasi-ribelle rassegnato; altro film in cui è grande è "Sistemo l'America e torno"


Carrefour de l arbre - 02/10/2008 alle 23:30

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Secondo me Fantozzi (il primo perchè gli altri poi si ripetono, anche i primi tre fanno veramente ridere) è in assoluto un film da rivalutare, perchè davvero dipinge in modo incredibilmente fedele, pur mantenendo il carattere di parodia, il modo di fare di un popolo, di un epoca, di un movimento sociale che stava allora nascendo. [/quote] sono d'accordo. Un altro film rilevante e a me caro è "il fascino discreto della borghesia" di Bunuel


Salvatore77 - 02/10/2008 alle 23:30

"Il posto delle fragole" è il migliore del regista svedese. Un altro film eccezionale, soprattutto se si pensa che è del 1931 è "M - Il mostro di Düsseldorf" di Fritz Lang. Il film è una sorta di thiller su un maniaco che uccideva i bambini interpretato da un giovanissimo e bravissimo Peter Lorre. Praticamente per tutto il film non si vede una scena di violenza vera e propria ma il fatto di lasciare tutto all'imaginazione dello spettatore rende ancora più inquietante questa magnifica pellicola. Peccato che non tutti lo conoscono.


MDL - 03/10/2008 alle 00:05

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ps: Matteo, Michael Mann ti fa schifo, eh! :D [/quote] da cosa l'hai capito? :Od:


Goodwood - 03/10/2008 alle 02:53

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] ... il mio preferito in assoluto? Ugo Tognazzi. Credo che in Romanzo popolare sia inarrivabile, anche più che ne La vita agra (ora il Bottecchia mi bacchetta per il "ne La" :D).[/quote] per non parlare della supercazzola con scappellamento di amici miei... e de La grande abbuffata... un grandissimo... ho visto che quasi tutti noi abiamo citato delle opere datate. premetto che sono il primo a non ritrovarmi più in un certo tipo dicinematografia attuale, in ogni caso negli ultimi anni sono stati prodotti diversi film che a mio avviso non sfigurano affatto se paragonati alle pellicole citate in questa discussione. su tutte direi I soliti sospetti... lo vidi al cinema e rimasi coinvolto come non mi capitava da anni. Alcuni lavori di Tarantino sono indubbiamente dei piccoli gioielli, che nel corso degli anni verranno sempre più mitizzati: Le iene e Pulp fiction su tutti. E non posso non citare Abel Ferrara. purtroppo meno apprezzato di quel che in realtà meriterebbe. Brothers e Il cattivo tenente le sue opere a mio avviso più riuscite.


lemond - 03/10/2008 alle 09:39

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Bitox, qual è il tuo film preferito? Il mio (indipendentemente dalla lista, çvsd) è 2001: Odissea nello spazio. Più che un film, un'opera filosofica. Ovviamente la domanda sul film preferito è estesa a tutti :) [/quote] Da giovane l'ò visto, mi pare sette volte [(lo volevo capire bene:D] e condivido che sia un'opera filosofica, però all'epoca la descrizione dell'infinito mi sembrava molto suggestiva. Ora però non sarei capace di rivederlo, perché troppo "lento" per i miei gusti (attuali).


lemond - 03/10/2008 alle 09:45

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] "Arancia meccanica". Sembra ideato oggi, che visione geniale che ebbe Kubrick! "Jules e Jim". Un coraggio da leoni farlo uscire all'epoca. Splendido "I 400 colpi". Preferisco Jules e Jim, ma la scena finale è poesia pura. "il sorpasso". bellissimo. "Qualcuno volò sul nido del cuculo". A mio modo di vedere, quella di Nicholson è la migliore interpretazione di tutti i tempi. [/quote] Tutti film [qualcuno scriverebbe films :D] che sono piacuti anche a me. Arancia meccanica ho provato a rivederlo qualche anno fa, ma non sono riuscito a proseguire per la troppa violenza. In ogni modo da giovane l'avevo apprezzato, così come tutti i film di S. Kubrik


lemond - 03/10/2008 alle 09:54

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [/quote] Poi stranamente per associazione mi viene da pensare a Bergman :D Il posto delle fragole è il mio eletto del maestro svedese. Anche la stramitica Corazzata Potëmkin è un film fenomenale, checché ne dica il Ragioniere :D [/quote] Per me viene prima Il settimo sigillo, mentre per Eisenstein la penso come il ragioniere: non sono proprio riuscito a finirlo, benché sia corto. Mentre ho visto alcune volte Ivan il Terribile e la Rivolta dei Boiardi in versione originale, con i sottotitoli in francese:).


lemond - 03/10/2008 alle 09:59

Mi sembra strano che nessuno abbia citato L. Bunuel (o mi sbaglio?)


Carrefour de l arbre - 03/10/2008 alle 19:43

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Mi sembra strano che nessuno abbia citato L. Bunuel (o mi sbaglio?) [/quote] Sbagli! :D Ho citato "il fascino discreta della borghesia", con quella surreale descrizione della borghesia, attuale anche ai giorni nostri. La scena delle manovre militari in giardino durante la cena è micidiale! :D


Zanarkelly - 03/10/2008 alle 22:29

Io devo confessare, comunque, a proposito di cinema che tutte le volte che mi sono approcciato ai classiconi, ai maestri, ai guru della pellicola sono semre, o quasi sempre, rimasto deluso. Una delle più grandi: Barry Lindon. Che palle! La più grande di tutte, comunque, è The New World di Malick; è stata forse l'unica volta che avrei voluto alzarmi e uscire dal cinema.


antonello64 - 04/10/2008 alle 00:01

non ho potuto fare a meno di notare due cose: 1) Il Padrino è piaciuto solo a me:hammer: 2) non è stato nominato nessun film di Charlie Chaplin:?


Zanarkelly - 04/10/2008 alle 01:00

Tra i film più recenti mi piacciono molto quelli di Lars Von Trier. Soprattutto Le onde del destino e Il grande capo.


Salvatore77 - 04/10/2008 alle 10:03

[quote][i]Originariamente inviato da antonello64 [/i] non ho potuto fare a meno di notare due cose: 1) Il Padrino è piaciuto solo a me:hammer: 2) non è stato nominato nessun film di Charlie Chaplin:? [/quote] Credo che il Padrino piaccia a molti ma essendo quasi scontato, credo che non se ne parli. A me della trilogia del Padrino, quello che piace di più è il secondo, grazie ai flashback sulla vita di Vito Corleone da giovane interpretato da De Niro. Della trilogia del Padrino esite una versione montata seguendo un criterio cronologico, a mio avviso inutile. Degna di nota è a mio avviso la versione originale, dove si intuisce il motivo per cui Robert De Niro ha vinto l'Oscar nel 1975 come miglior attore non protagonista. Sui film di Chaplin "Tempi Moderni" è il mio preferito ma anche "La febbre dell'oro è molto bello"


Goodwood - 04/10/2008 alle 12:47

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Credo che il Padrino piaccia a molti ma essendo quasi scontato, credo che non se ne parli. A me della trilogia del Padrino, quello che piace di più è il secondo, grazie ai flashback sulla vita di Vito Corleone da giovane interpretato da De Niro. Della trilogia del Padrino esite una versione montata seguendo un criterio cronologico, a mio avviso inutile. Degna di nota è a mio avviso la versione originale, dove si intuisce il motivo per cui Robert De Niro ha vinto l'Oscar nel 1975 come miglior attore non protagonista[/quote] non ho citato Il padrino proprio perchè è in parte scontato e dal momento che già antonello lo aveva citato. sul fatto che tutta la trilogia sia un capolavoro invece non concordo; il terzo capitolo si poteva evitare, non ha aggiunto assolutamente nulla alla saga dei Corleone. Nulla a che vedere con i primi due capitoli, anche perchè è l'unica opera della triloga che si discosta nettamente dal romanzo di Puzo. e per chi ha letto il romanzo, vedere Il Padrino parte III è un colpo al cuore...


lemond - 04/10/2008 alle 13:46

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Tra i film più recenti mi piacciono molto quelli di Lars Von Trier. Soprattutto Le onde del destino e Il grande capo. [/quote] Non ho visto Il Grande capo, ma se dovessi scegliere fra rivedere Le onde del destino o andare dal dentista, non avrei dubbi :D P.S. La prima volta ho retto per mezz'ora circa.


Bitossi - 04/10/2008 alle 13:58

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Io devo confessare, comunque, a proposito di cinema che tutte le volte che mi sono approcciato ai classiconi, ai maestri, ai guru della pellicola sono semre, o quasi sempre, rimasto deluso. Una delle più grandi: Barry Lindon. Che palle! La più grande di tutte, comunque, è The New World di Malick; è stata forse l'unica volta che avrei voluto alzarmi e uscire dal cinema. [/quote] Ehi... [i]de gustibus[/i]... però prima di "stroncare" (con quali argomenti, oltre alla rottura dei "gioielli"?) opere impiantate nell'immaginario di molti, mi pare ci vorrebbe un po' di cautela. Barry Lindon non sarà il miglior film di Kubrick, ma per me (e per molti) è un piccolo capolavoro filosofico e tecnico. Pessimistica riflessione sul denaro, sulla mobilità sociale, sull'essere e sull'apparire... Assolutamente straordinario poi dal punto di vista tecnico: basti pensare che venne usata solo luce naturale, anche negli interni... che dire di quelle fiammelle delle candele (il '700... secolo dei lumi!). E quei piani sequenza "rivelatori", che partendo dai protagonisti vanno a chiarire la natura che li circonda... A rendere inconciliabile il nostro disaccordo (si scherza, eh...), non mi piace Lars Von Trier, tranne forse per la piccola provocazione di "Idioti"... :Od::Od::Od:

 

[Modificato il 04/10/2008 alle 14:05 by Bitossi]


cancel58 - 04/10/2008 alle 17:42

bello questo 3D!:) Se mi metto a fare un elenco di tutti i film che mi sono piaciuti in cinquant'anni non la finisco più... A casaccio: La Commedia all'Italiana ( o commedia italiana): oltre ai titoli già citati ho una particolare predilezione per "Il gaucho", con un Gassman strepitoso. nessuno ha citato ancora pellicole di Rosi : quando vidi salvatore Giuliano e Il caso mattei per la prima volta mi emozionai. e Pietro Germi, allora?Il mio concittadino viene di solito dimenticato, eppure è il regista di grandi film: il cammino della speranza, il ferroviere, divorzio all'italiana, solo per citarne alcuni. Capitolo Moretti:Bianca resta il suo miglior film , per me un piccolo capolavoro. E, ancora ,Elio Petri e Volontè: un binomio che ci ha regalato "Indagine su un cittadino....." e "la classe operaia va in paradiso. Costa Gavras:Z l'orgia del potere, l'Amerikano, La Confessione. la Via lattea di Bunuel Casablanca ( quella marsigliese.....) Gli Intoccabili ( sono stato a Chicago alla Union Station: che emozione!) Toro scatenato (la musica di leoncavallo: quando la sento mi vengono i brividi) Qualcuno volò sul nido del cuculo (grandissimo Nicholson) sacco e vanzetti di Montaldo Peter Sellers e la pantera Rosa ( con Un grande herbert Lom) tutto Sergio leone ( C'era una volta in America!!!) Hurricane la febbre del'oro (piansi, la prima volta) e tempi moderni la battaglia di Algeri, di Pontecorvo A qualcuno piace caldo, Victor Victoria Spartacus C'eravamo tanto amati: imperdibile!la famiglia ( sempre di Scola) La stangata , Butch cassidy, La grande fuga, Amarcord effetto notte, Finalmente domenica Duel e altri film di Spielberg The Blues Brothers Marrakech express ........ per adesso mi fermo....


Carrefour de l arbre - 04/10/2008 alle 18:40

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Assolutamente straordinario poi dal punto di vista tecnico: basti pensare che venne usata solo luce naturale, anche negli interni... che dire di quelle fiammelle delle candele (il '700... secolo dei lumi!). [/quote] la leggenda vuole che gli obiettivi Zeiss usati per girare "Barry Lindon" fossero la ricompensa governativa a Kubrick per aver "girato" lo sbarco sulla luna. Quegli obiettivi, infatti, si diceva che fossero utilizzati sui satelliti.


Salvatore77 - 04/10/2008 alle 18:59

[quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] bello questo 3D!:) Se mi metto a fare un elenco di tutti i film che mi sono piaciuti in cinquant'anni non la finisco più... [/quote] Non preoccuparti, mettiti comodo e dicci tutto quello che vuoi, non abbiamo nessuna fretta.


cancel58 - 04/10/2008 alle 19:32

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] bello questo 3D!:) Se mi metto a fare un elenco di tutti i film che mi sono piaciuti in cinquant'anni non la finisco più... [/quote] Non preoccuparti, mettiti comodo e dicci tutto quello che vuoi, non abbiamo nessuna fretta. [/quote] :D:D


lemond - 05/10/2008 alle 10:55

[quote][i]Originariamente inviato da cancel58 [/i] La Commedia all'Italiana Capitolo Moretti:Bianca resta il suo miglior film , per me un piccolo capolavoro. la Via lattea di Bunuel ........ per adesso mi fermo.... [/quote] io aggiungerei In nome del popolo italiano Ecce Bombo L'Angelo sterminatore


cancel58 - 05/10/2008 alle 11:32

Anni ruggenti, forse la commedia migliore sul ventennio Una vita difficile Straziami ma di baci saziami la grande guerra( ma forse è già stato citato) Tutti a casa Di bunuel mi era piaciuto anche Bella di Giorno Di moretti dimenticavo caro diario, in particolare il terzo episodio


GiboSimoni - 05/10/2008 alle 12:57

Molti dei film da voi citati sono capolavori e mi piacciono molto. Per quanto mi riguarda non sono molto avezzo a film impegnati...mi piacciono molto le commedie che fanno ridere ma fanno anche riflettere tipo Amici Miei o Così è La Vita...ma anche altri film e ne vorrei citare due con cui sono cresciuto e che non smetterò mai di vedere ovvero Grosso Guaio a Chinatown e 1997 - Fuga Da New York


MDL - 05/10/2008 alle 13:05

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] 1997 - Fuga Da New York [/quote] grandissimo! :cincin: "...call me snake!"


Zanarkelly - 05/10/2008 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Ehi... [i]de gustibus[/i]... però prima di "stroncare" (con quali argomenti, oltre alla rottura dei "gioielli"?) opere impiantate nell'immaginario di molti, mi pare ci vorrebbe un po' di cautela. Barry Lindon non sarà il miglior film di Kubrick, ma per me (e per molti) è un piccolo capolavoro filosofico e tecnico. Pessimistica riflessione sul denaro, sulla mobilità sociale, sull'essere e sull'apparire... Assolutamente straordinario poi dal punto di vista tecnico: basti pensare che venne usata solo luce naturale, anche negli interni... che dire di quelle fiammelle delle candele (il '700... secolo dei lumi!). E quei piani sequenza "rivelatori", che partendo dai protagonisti vanno a chiarire la natura che li circonda... A rendere inconciliabile il nostro disaccordo (si scherza, eh...), non mi piace Lars Von Trier, tranne forse per la piccola provocazione di "Idioti"... :Od::Od::Od: [/quote] La mia non era una stroncatura; ovviamente era solo un parere personale. Dal punto di vista tecnico il film è sicuramente eccezionale per le luci, i costumi, la ricostruzione storica, ecc. (ho letto un po' di tempo fa un libro su Kubrik dove si parlava appunto delle straordinarie soluzioni tecniche che applicò nel girare questa pellicola) Gli argomenti che ho da portare per spiegare gli zebedei martoriati sono la mancanza quasi totale di sentimento trasmessomi da tale pellicola. E la cosa purtroppo l'ho riscontrata in tante opere dei maestri, opere o capolavori formalmente ineccepili, ma che non mi hanno trasmesso molto, probabilmente perchè non ho gli strumenti adatti per capirli


uffa - 05/10/2008 alle 23:59

2001 Odissea nello Strazio: du palle, scene interminabili di scimmie che saltano facendo U-U-U-U (i tifosi di calcio non esistevano ancora, è un anacronismo evidente). L'arte di rendere palloso un soggetto interessante. Nei panni del monolito nero avrei schiacciato Kubrick, a mo'di lapide!


lemond - 06/10/2008 alle 08:54

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] 2001 Odissea nello Strazio: du palle, scene interminabili di scimmie che saltano facendo U-U-U-U (i tifosi di calcio non esistevano ancora, è un anacronismo evidente). L'arte di rendere palloso un soggetto interessante. Nei panni del monolito nero avrei schiacciato Kubrick, a mo'di lapide! [/quote] Come avevo già scritto, sono d'accordo sulla lentezza, però, rispetto all'originale romanzo "La sentinella" riesce meglio a rendere, secondo me, la storia dell'uomo "ab ovo", ma soprattutto la sua ricerca continua ... E poi c'è quella scena da Giove a ... che allora mi richiamò alla mente Leopardi [e non mi pare poco :D].


Bitossi - 06/10/2008 alle 09:30

Già, e poi vogliamo finirla con la menata che se un prodotto multimediale non rispetta il ritmo di un videogioco o di un telefilm americano (ci hanno cambiato il gusto, inutile negarlo...), viene considerato "lento" e di conseguenza "palloso"? E comunque la lentezza fa bene (vedi bicicletta versus automobile, ecc.): :Od: [img]http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/754/9788882747541g.jpg [/img]


Salvatore77 - 06/10/2008 alle 09:31

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] 2001 Odissea nello Strazio: du palle, scene interminabili di scimmie che saltano facendo U-U-U-U (i tifosi di calcio non esistevano ancora, è un anacronismo evidente). L'arte di rendere palloso un soggetto interessante. Nei panni del monolito nero avrei schiacciato Kubrick, a mo'di lapide! [/quote] Tutto ciò mi fa molto male:(:(:(


Bitossi - 06/10/2008 alle 09:57

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Gli argomenti che ho da portare per spiegare gli zebedei martoriati sono la mancanza quasi totale di sentimento trasmessomi da tale pellicola... [/quote] Beh, visto che uno tra i significati reconditi del film può essere anche la critica alla freddezza e al formalismo di un certo periodo, allora anche per questo Barry Lyndon (restituiamo la "y" dimenticata) avrebbe raggiunto il suo scopo... :D In ogni caso per me il vero "sentimento" del film si svela nell'osservazione minuziosa della natura, silenziosa testimone delle misere umane gesta... :Od:


uffa - 06/10/2008 alle 11:51

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] 2001 Odissea nello Strazio: du palle, scene interminabili di scimmie che saltano facendo U-U-U-U (i tifosi di calcio non esistevano ancora, è un anacronismo evidente). L'arte di rendere palloso un soggetto interessante. Nei panni del monolito nero avrei schiacciato Kubrick, a mo'di lapide! [/quote] Tutto ciò mi fa molto male:(:(:( [/quote] Mi dispiace ti faccia male, provo ad addolcire la pillola, e intanto rispondo al Bitossi di poche righe sopra... Film come 'Orizzonti di gloria' o 'Momenti di gloria' sono basati sull'interazione tra persone e dialoghi, niente inseguimenti o sparatorie, però non sono 'lenti'. 'Lento' è un film che ti fa domandare "ma quanto dura questa scena, dargli un taglio no?". Secondo me un po' di forbice su 2001 non avrebbe fatto male, ecco tutto. Prendiamo 'The big kahuna', una stanza con tre persone, però non l'ho trovato così lento (eccettuato il pistolotto finale di De Vito, sforbiciabile a volontà). Trovo invece pallosissimi i film americani 'di azione' nei quali ad un primo tempo di solito buono fa da contraltare un inseguimento di almeno mezz'ora con esplosioni continue di auto(ma esplodono così facilmente :? ) Su 2001 l'ho messa giù dura per agitare un po'le acque della stagno :D Sondaggio: a quanti di voi mancano [i]da morire[/i] Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Manfredi, tanto per fare quattro nomi? :( Secondo sondaggio: quanti seppellirebbero Tarantino sotto il monolito nero (quello gioviano, non quello lunare...)?

 

[Modificato il 06/10/2008 alle 11:59 by uffa]


Zanarkelly - 06/10/2008 alle 12:10

Concordo in pieno su Tarantino. Anche lui è un regista sicuramente geniale, tecnicamente fantastico, non sbaglia una scena, talento straordinario. Però un film non si può fermare alla forma, alla citazione, all'inquadratura; anche la storia, la trama è molto importante. E le storie dei film di Tarantino, tranne qualche eccezione (Le Iene e un po' Pulp Fiction), sono storie del "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" (ops, mi è scappata)


Zanarkelly - 06/10/2008 alle 12:17

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Gli argomenti che ho da portare per spiegare gli zebedei martoriati sono la mancanza quasi totale di sentimento trasmessomi da tale pellicola... [/quote] Beh, visto che uno tra i significati reconditi del film può essere anche la critica alla freddezza e al formalismo di un certo periodo, allora anche per questo Barry Lyndon (restituiamo la "y" dimenticata) avrebbe raggiunto il suo scopo... :D In ogni caso per me il vero "sentimento" del film si svela nell'osservazione minuziosa della natura, silenziosa testimone delle misere umane gesta... :Od: [/quote] So che Kubrik fece di tutto per rendere "freddo" l'ambientazione di Barry Lyndon, come lo fece anche per altri suoi film. Però il mio discorso non era limitato a Kubrik: ho trovato molto spesso inespressivi tanti film dipinti come capolavori assoluti. E non è una questione legata solamente alla lentezza; un film può essere lento, ma trasmettermi comunque sentimenti forti (ad esempio: Ferro3 dove il protagonista non dice una parola in tutto il film). Guarda a caso il film di Kubrik che preferisco è quello dove, a detta del regista stesso, gli riuscì meno distaccato e freddo di quanto voleva: Full Metal Jacket


Bitossi - 06/10/2008 alle 13:06

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] ...ho trovato molto spesso inespressivi tanti film dipinti come capolavori assoluti. [/quote] Interessante questo riferimento all'espressività: mi fa venire in mente un esempio musicale, ed un famoso argomento del filosofo e musicologo Vladimir Jankélévitch. In "La Musica e l'Ineffabile" egli parla, a proposito di Faurè, Ravel e Satie di "espressivo-inespressivo": in questi autori, lontani dall'espressionismo notturno e dall'appassionato romantico, prevarrebbero "pudore e sobrietà". Un esempio jazzistico potrebbe essere Bill Evans, non a caso definito da molti rockettari "pianista da bar", "inespressivo", "nella sua musica non succede mai niente...", ecc. Quindi, non è che ormai, andato ai cani il gusto medio per la rappresentazione efficace (ci mettiamo anche la TV tra i "colpevoli"?), tendiamo un po' tutti a scambiare il rigore per freddezza, il "prendersi il tempo che ci vuole" per lentezza, il pudore artistico per inespressività? ;)


lemond - 06/10/2008 alle 13:45

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] [/quote] [/quote] Sondaggio: a quanti di voi mancano [i]da morire[/i] Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Manfredi, tanto per fare quattro nomi? :( [/quote] A me molto (aggiungendo Sordi), anche perché non mi sembra ci siano sostituti. Riesco a pensare soltanto, e in parte, a Carlo Verdone, Silvio Orlando e Nanni Moretti (ma fa pochissimi film).


lemond - 06/10/2008 alle 13:47

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] [/quote] Interessante questo riferimento all'espressività: mi fa venire in mente un esempio musicale, ed un famoso argomento del filosofo e musicologo Vladimir Jankélévitch. In "La Musica e l'Ineffabile" egli parla, a proposito di Faurè, Ravel e Satie di "espressivo-inespressivo": in questi autori, lontani dall'espressionismo notturno e dall'appassionato romantico, prevarrebbero "pudore e sobrietà". Un esempio jazzistico potrebbe essere Bill Evans, non a caso definito da molti rockettari "pianista da bar", "inespressivo", "nella sua musica non succede mai niente...", ecc. Quindi, non è che ormai, andato ai cani il gusto medio per la rappresentazione efficace (ci mettiamo anche la TV tra i "colpevoli"?), tendiamo un po' tutti a scambiare il rigore per freddezza, il "prendersi il tempo che ci vuole" per lentezza, il pudore artistico per inespressività? ;) [/quote]


lemond - 06/10/2008 alle 13:50

Il messaggio di sopra mi è partito troppo presto :OIO Volevo solo dire che ho capito poco di quanto hai scritto, perché io di musiva Jazz ad es. non capisco niente, però egualmente si intuisce che tu sei da :clap::clap::clap:


lemond - 06/10/2008 alle 14:12

A chi piace il genere :D, volevo segnalare Brian di Nazareth (io ho molto goduto nel vederlo). P.S. Se qualcuno ne volesse una copia in DVD, basta mi comunichi l'indirizzo ;)


Bitossi - 06/10/2008 alle 14:56

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Sondaggio: a quanti di voi mancano [i]da morire[/i] Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Manfredi, tanto per fare quattro nomi? :( [/quote] E questo quesito mi riporta ad un altro che mi faccio sovente: perché per vedere un "bel" film devo andare indietro di almeno 20 anni, perché se voglio ascoltare un disco che mi mandi in solluchero devo andare ancora più indietro, e se voglio un romanzo "coi fiocchi"... ecc. ecc. Primi segnali di demenza senile? :Od: Andando un po' OT, in Italia mi sembra poi persino peggio: senza scomodare uomini politici o personaggi pubblici... non sembra anche a voi che se ci si rivolge ad esempio ad un artigiano, dall'idraulico all'elettricista o al meccanico auto, se non si vuole che ritorni almeno tre volte, spesso senza risolvere il problema e dopo essersi fatto lautamente pagare, conviene rivolgersi a professionisti anziani (io cerco addirittura quelli in pensione)? Quando e come si è creata questa incompetenza diffusa? [i]Non ci sarà mica qualcosa che non funziona nel nostro sistema formativo?[/i] :Od::Od::Od: NB: non mi riferisco solo alla scuola...


Salvatore77 - 06/10/2008 alle 15:02

Per ciò che riguarda "2001 odissea nello spazio", credo che la lentezza della narrazione sia una scelta voluta. Il film è stato concepito dal regista in modo parallelo alle musiche che tutti conosciamo. Credo che la scelta di rallentare le scene e il montaggio, sia dovuto anche al fatto che lo spettatore si deve perdere nel film e deve avere il tempo di apprezzare tutto, inoltre credo che le scene sono tutte piene di scelte registiche molto azzeccate, non ritengo 2001 un film piatto. In ogni fotogramma secondo me c'è qualcosa da vedere e da apprezzare (oltre che da sentire). Il montaggio serrato non sempre aiuta un film a decollare. Un altro film molto lento (e lungo) è senz'altro "C'era una volta in America". Anche qui il regista, S. Leone, ha volutamente cercato di far attaccare il più possibile lo spettatore ai personaggi, in modo tale da percepire la sensazione del tempo che è passato e della nostalgia di come un'amicizia possa durare o infrangersi nel tempo. Poi ci sono i film-videoclip come "Lola Corre" che è girato e montato con un ritmo serrato, ma vista la storia serviva quel tipo di montaggio. In sintesi credo che ogni film ha un suo ritmo e un suo montaggio, anch'io preferisco film con un certo ritmo, ma la lentezza a volte aiuta. E' il caso di 2001, anche de "La donna che visse due volte" di Alfred Hitchcock, capolavoro assoluto.


Zanarkelly - 06/10/2008 alle 16:41

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Per ciò che riguarda "2001 odissea nello spazio", credo che la lentezza della narrazione sia una scelta voluta.[/quote] Sicuramente era una scelta voluta. I geni, quando girano un pacco, lo fanno volontariamente; è quello che li contraddistingue dai bidoni. Il fatto è che il pacco rimane! A parte gli scherzi, quello che trovo disdicevole non è tanto la lentezza, ma il fatto che il film fa fatica a trasmettere sentimenti. Ma per 2001, io lo posso capire: in questo caso forse Kubrik voleva rendere l'atmosfera rarefatta dello spazio; ma in un atmosfera rarefatta, si rarefaggono (come "particolare anatomico che, se rotto, simboleggia seccatura" si dice?!??) anche i sentimenti? Ma per gli altri film che ha fatto.... che scusa ha????


lemond - 06/10/2008 alle 18:21

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Sondaggio: a quanti di voi mancano [i]da morire[/i] Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Manfredi, tanto per fare quattro nomi? :( [/quote] E questo quesito mi riporta ad un altro che mi faccio sovente: perché per vedere un "bel" film devo andare indietro di almeno 20 anni, perché se voglio ascoltare un disco che mi mandi in solluchero devo andare ancora più indietro, e se voglio un romanzo "coi fiocchi"... ecc. ecc. Primi segnali di demenza senile? :Od: Andando un po' OT, in Italia mi sembra poi persino peggio: senza scomodare uomini politici o personaggi pubblici... non sembra anche a voi che se ci si rivolge ad esempio ad un artigiano, dall'idraulico all'elettricista o al meccanico auto, se non si vuole che ritorni almeno tre volte, spesso senza risolvere il problema e dopo essersi fatto lautamente pagare, conviene rivolgersi a professionisti anziani (io cerco addirittura quelli in pensione)? Quando e come si è creata questa incompetenza diffusa? [i]Non ci sarà mica qualcosa che non funziona nel nostro sistema formativo?[/i] :Od::Od::Od: NB: non mi riferisco solo alla scuola... [/quote] Nel secolo che sto vivendo impera ogni demagogia televisiva o altro (non importa) e questa confusione (secondo me) è il mondo dell'ideologia. A questo punto si può anche immaginare che potrebbe dire o rinventare un Cartesio nuovo e un po' ribelle: "In questo mare di idee vuote, dal papa, agli imam, a Bertinotti, io penso, dunque sono un imbecille". :Od:


Bitossi - 06/10/2008 alle 21:13

Il problema è, caro Lemond, che quando c'erano veramente le "ideologie", e di quelle belle toste, gli attori erano più bravi, i film erano più belli, c'era in giro grande musica, e romanzi che parlavano di me, di te, di noi... In più, anche il meccanico era quasi sempre capace di rimettere in sesto la mia vecchia Mini Minor... :Od:


uffa - 06/10/2008 alle 23:15

Si chiama 'complesso del buon tempo andato'. In gerarcologia indica il raggiungimento del proprio livello di incompetenza. Poiché ti accade con film, romanzi, sport, servizi pubblici etc etc allora l'incompetenza è relativa al vivere nell'ambiente contemporaneo: sei un disadattato! :D


pedalando - 07/10/2008 alle 00:07

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Trovo invece pallosissimi i film americani 'di azione' nei quali ad un primo tempo di solito buono fa da contraltare un inseguimento di almeno mezz'ora con esplosioni continue di auto(ma esplodono così facilmente :? ) [/quote] non si tratta di film d`azione ma l`inseguimento di Blues Brothers e` sbellicante pur essendo lungo (ed anche quello di BB2000 non e` male). Attingendo ai tempi del cazzeggio giovanile vi propongo un possibile argomento di discussione: la poesia di Pavese in "La messa e` finita" di Moretti (e se mi dite "ma perche` non parlavate di gnocca" avete ragione :D )


Bitossi - 07/10/2008 alle 00:56

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Si chiama 'complesso del buon tempo andato'. In gerarcologia indica il raggiungimento del proprio livello di incompetenza. Poiché ti accade con film, romanzi, sport, servizi pubblici etc etc allora l'incompetenza è relativa al vivere nell'ambiente contemporaneo: sei un disadattato! :D [/quote] Rimandato a settembre! (del 2009)... :Od: Infatti, secondo il famoso principio di Peter (VEDI QUI), il raggiungimento del proprio livello di incompetenza si accompagna generalmente a vacua soddisfazione per lo status raggiunto, a causa per esempio di promozioni automatiche o immeritate. Inoltre, comporta scarse capacità critiche e di intervento rispetto al presente... Invece, il mio atteggiamento si potrebbe assimilare alla [i]laudatio temporis acti[/i], che al massimo si può stigmatizzare quale sintomo precoce di rincoglionimento, o se si vuole quale forma primaria di conservatorismo.... :Od::Od::Od:


Goodwood - 07/10/2008 alle 01:05

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Sondaggio: a quanti di voi mancano [i]da morire[/i] Gassman, Tognazzi, Mastroianni, Manfredi, tanto per fare quattro nomi?[/quote] Ho citato Il Sorpasso, I soliti ignoti, Profumo di donna, c'ervamo tanto amati... quindi su Gassman la risposta è scontata. Idem per Tognazzi. Per quanto riguarda Manfredi, ha segnato in maniera netta e indelebile i miei anni da ragazzino con il suo Geppetto nel Pinocchio di Comencini.. impossibile dimenticarlo. Di Mastroianni ne riconosco l'indiscutibile valore, specie nelle commedie, ma l'ho apprezzato meno rispetto agli altri tre. Tra gli attori del presente, direi che l'unico che può essere accostato ai grandi della commedia all'italiana è il primo Verdone, tanto per intenderci quello di Bianco, rosso e verdone, di Un sacco bello e delle macchiette portate in tv sul finire degli anni 70. Degno del miglior Sordi.


lemond - 07/10/2008 alle 08:14

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Il problema è, caro Lemond, che quando c'erano veramente le "ideologie", e di quelle belle toste, gli attori erano più bravi, i film erano più belli, c'era in giro grande musica, e romanzi che parlavano di me, di te, di noi... In più, anche il meccanico era quasi sempre capace di rimettere in sesto la mia vecchia Mini Minor... :Od: [/quote] Siamo d'accordo, solo mi sembra un'associazione spuria (con l'ideologie belle toste), o forse no, perché può darsi che fossero un antitodo alla pigrizia della mente;).


lemond - 07/10/2008 alle 08:22

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] E comunque la lentezza fa bene (vedi bicicletta versus automobile, ecc.): :Od: [img]http://img2.libreriauniversitaria.it/BIT/754/9788882747541g.jpg [/img] [/quote] Che dici, mi consigli di leggere codesto libro o è troppo lento?:D In ogni modo un pregio di sicuro ce l'à: sostiene il contrario di quel grandissimo ignorante di Celentano che, se non canta, son dolori:Od: P.S. Nell'esempio, però non ci hai ... perché ad es. nel mio piccolo ho sempre vinto tutte le gare (fatte per divertimento) all'interno di Empoli con qualsiasi automobile. Ee poi è risaputo che la media in città dei veicoli a quattro ruote non supera, nelle ore diurne, i 5 km/h.


Carrefour de l arbre - 07/10/2008 alle 22:42

Ho visto da poco "Non è un paese per vecchi" dei Coen. Capisco che negli ultimi tempi non si siano visti dei gran capolavori, ma l'oscar come miglior film lascia un pò perplessi. La fotografia è splendida ma secondo me sono incappati in un errore tipicamente tarantiniano: hanno riempito il film di violenza gratuita (e perfettamente inutile), e anche la trama ha dei buchi. Non vorrei che anche loro, come Quentin, abbiano iniziato a mettersi dietro la macchina da presa con l'ottica del "siamo i migliori: guardate e adorate". Rispetto a certe loro produzioni ("Arizona Junior", "Il grande Lebowsky" e "Fratello, dove sei?") un bel passo indietro, insomma.


Bitossi - 07/10/2008 alle 23:14

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Nell'esempio, però non ci hai ... perché ad es. nel mio piccolo ho sempre vinto tutte le gare (fatte per divertimento) all'interno di Empoli con qualsiasi automobile. Ee poi è risaputo che la media in città dei veicoli a quattro ruote non supera, nelle ore diurne, i 5 km/h. [/quote] Infatti, anche questo mi sembra confermare il paradosso della lentezza (apparente) che supera ed è più efficiente dell'antiquato simbolo modernista di velocità ... :Od: E comunque anch'io, quando vado a lavorare in bici (11 km), ci metto mediamente 5 minuti in meno rispetto all'auto. Per Carrefour e per tornare IT: non ho ancora visto "Non è un paese..." ma ho letto il romanzo di Cormack McCarthy: ebbene, la violenza c'è già lì, e bella forte. Anche se il massimo per lo stesso autore si raggiunge in "Meridiano di sangue", che stranamente non è mai stato tradotto cinematograficamente... :D


Salvatore77 - 08/10/2008 alle 03:16

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Ho visto da poco "Non è un paese per vecchi" dei Coen. Capisco che negli ultimi tempi non si siano visti dei gran capolavori, ma l'oscar come miglior film lascia un pò perplessi. La fotografia è splendida ma secondo me sono incappati in un errore tipicamente tarantiniano: hanno riempito il film di violenza gratuita (e perfettamente inutile), e anche la trama ha dei buchi. Non vorrei che anche loro, come Quentin, abbiano iniziato a mettersi dietro la macchina da presa con l'ottica del "siamo i migliori: guardate e adorate". Rispetto a certe loro produzioni ("Arizona Junior", "Il grande Lebowsky" e "Fratello, dove sei?") un bel passo indietro, insomma. [/quote] "Non è un paese per vecchi" è una trasposizione abbastanza fedele del romanzo. In effetti la trama ha dei passaggi troppo frettolosi e il film da un lato è incline alla violenza, soprattutto nel personaggio di J. Bardem, dall'altro lato si sofferma molto sull'aspetto psicologico del film, dando l'impressione di un film discontinuo. A me è piaciuto molto anche se la vittoria agli Oscar con tre statuette pesanti (miglior film, miglior regia e migliore sceneggiatura non originale, oltre al miglior attore non protagonista) è sintomatico di una stagione cinematografica non particolarmente esaltante. Se lo paragoniamo con il vincitore dell'oscar come miglior film dell'anno prima (The Departed di M. Scorsese) è evidente che non c'è storia. Non credo che siano stati fatti passi in dietro dai f.lli Coen, magari il paragone con commedie come "Arizona Junior", "Il grande Lebowsky" e "Fratello, dove sei?" non tiene, soprattutto per il diverso genere di pellicole, ma se invece lo si paragona a "Sangue Facile", "Fargo" o "L'uomo che non c'era" si riconosce il marchio di fabbrica dei f.lli Coen in un certo tipo di film.


edo - 09/10/2008 alle 09:13

Non credo sia stato citato, ma vorrei segnalare (se mai ci fosse bisogno di farlo) Paris, Texas di Wenders (1984). Un film stupendo, fotografia splendida, personaggi perfetti ma soprattutto un finale di una commozione inaccettabile. Nonostante io sia del 1993, questo film, che ho visto ieri sera tra l'altro, è stato quello che, fra tutti i film che ho visto, mi ha lasciato più scosso subito dopo la fine.


tonyksoox - 09/10/2008 alle 20:21

[quote] Originariamente inviato da Carrefour de l arbre Ho visto da poco "Non è un paese per vecchi" dei Coen. Capisco che negli ultimi tempi non si siano visti dei gran capolavori, ma l'oscar come miglior film lascia un pò perplessi. [/quote] E' un bellissimo film che però ha delle crepe evidenti nella trama ed un finale che chiunque avrebbe potuto fare meglio per il resto penso che gli oscar se li sia meritato anche se come letto in precedenza per il fatto che non ci fossero altri bellissimi film quell'anno


tonyksoox - 09/10/2008 alle 20:24

Come film che io evidenzierei tra i più belli oltre i miei preferiti e già citati Shining(il più bello secondo tutti i canoni a mio avviso) , Arancia Meccanica, Qualcuno volò sul nido del cuculo, metterei sicuramente un film che io reputo bellissimo come Il silenzio degli innocenti


bianconiglio - 10/10/2008 alle 17:12

[quote][i]Originariamente inviato da edo [/i] Non credo sia stato citato, ma vorrei segnalare (se mai ci fosse bisogno di farlo) Paris, Texas di Wenders (1984). Un film stupendo, fotografia splendida, personaggi perfetti ma soprattutto un finale di una commozione inaccettabile. Nonostante io sia del 1993, questo film, che ho visto ieri sera tra l'altro, è stato quello che, fra tutti i film che ho visto, mi ha lasciato più scosso subito dopo la fine. [/quote] Grande film, si. Anche se qualcuno forse lo troverebbe un po' lento:D Volevo spezzare una lancia in favore di Tarantino. Ragazzi, il suo cinema si ispira ai fumetti (infatti i Pulp Fiction erano fumetti "neri" degli anni '50), o al cinema di serie B degli anni '70. La sua grandezza sta proprio nel riuscire a nobilitare questi generi, se usasse temi e dialoghi più profondi snaturerebbe il tutto. Non è Ingmar Bergman.


Carrefour de l arbre - 12/10/2008 alle 15:41

rivisto ieri sera "Sideways", storia di due amici e del loro viaggio per cantine e aziende viti-vinicole in giro per la California prima del matrimonio di uno dei due (e di cui l'altro farà da testimone). L'occasione serve ad entrambi per capire certi limiti di se stessi, prima del nefasto evento, senza tuttavia scadere nel banale o nel melodrammatico. Una bella e simpatica commedia: consigliato!


Abajia - 12/10/2008 alle 17:05

A proposito di film che parlano (anche) di vino. L'estate scorsa, su Sky, ne ho visto uno molto bello, [i]Un'ottima annata[/i] di Ridley Scott, con Russell Crowe nei panni del protagonista. Una storia davvero molto interessante, condita da paesaggi splendidi (in Provenza, bellissima) e musiche gradevoli. Ve lo consiglio.


desmoblu - 14/10/2008 alle 19:03

Morto il figlio di Depardieu, 37 anni, problemi di droga e alcolismo fin dall'adolescenza, anche lui attore. Tra l'altro qualche anno fa gli era stata amputata una gamba. E' morto di polmonite fulminante.


Carrefour de l arbre - 19/10/2008 alle 18:40

qualche giorno fa ho visto "una storia vera", il film [i]anomalo[/i] di Lynch. a me è piaciuto. Fotografia e colonna sonora veramente al top, con inquadrature di panorami mozzafiato. ve lo consiglio.


Salvatore77 - 19/10/2008 alle 20:00

"Una storia vera" di Lynch, in effetti è un film anomalo rispetto agli altri film di Lynch, infatti è un film normale. D. Lynch ha sempre puntato a stupire con le sue pellicole. Giusto per citare qualche film strano: Dune The Elephant Man Mulholland Drive Inland Empire (il più ambizioso) I miei preferiti di Lynch sono: Mulholland Drive The Elephant Man Velluto blu Eraserhead la mente che cancella Anche se (OT) Lynch lo apprezzo molto per la eccellente serie TV "Twin Peaks".


Carrefour de l arbre - 26/10/2008 alle 11:45

Ieri sera ho visto un film che avevo nel mirino da tempo, ma che per un motivo o per l'altro ho sempre lasciato da parte: "Man on the moon" di Forman. Che dire? Jim Carrey semplicemente strepitoso (purtroppo il primo film che vidi di Carrey fu Ace Ventura: da allora parto sempre un pò prevenuto, nonostante sia obiettivamente molto bravo ma forse un pò sottovalutato non solo dal sottoscritto), ma la storia lascia un pò a desiderare. Non so, ma ho avuto l'impressione che il film dovesse essere più lungo ma che in fase di montaggio la mannaia della produzione abbia effettuato tagli selvaggi. La figura di Kaufmann doveva e poteva essere maggiormente approfondita, soprattutto a livello psicologico.


Carrefour de l arbre - 02/11/2008 alle 22:08

visto "onora il padre e la madre". Molto, molto bello. Forse la trama destrutturata, alla Inarritu, per intenderci (21 grams, Babel), perde un pò per certe cadute di ritmo, ma già la storia è molto interessante; in più vale la pena vederlo per l'interpretazione di Seymour Hoffman, che si dimostra una volta ancora molto versatile, stavolta interpretando un perfido figlio e fratello disposto a tutto pur di risolvere i propri problemi economici. Straconsigliato.


desmoblu - 04/11/2008 alle 11:19

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Ieri sera ho visto un film che avevo nel mirino da tempo, ma che per un motivo o per l'altro ho sempre lasciato da parte: "Man on the moon" di Forman. Che dire? Jim Carrey semplicemente strepitoso (purtroppo il primo film che vidi di Carrey fu Ace Ventura: da allora parto sempre un pò prevenuto, nonostante sia obiettivamente molto bravo ma forse un pò sottovalutato non solo dal sottoscritto), ma la storia lascia un pò a desiderare. Non so, ma ho avuto l'impressione che il film dovesse essere più lungo ma che in fase di montaggio la mannaia della produzione abbia effettuato tagli selvaggi. La figura di Kaufmann doveva e poteva essere maggiormente approfondita, soprattutto a livello psicologico. [/quote] Si, concordo. Comunque Carrey è un grande attore, e non necessariamente comico. In tre film decisamente drammatici (Truman Show, Man on the Moon e Eternal sunshine of the spotless mind) ha dimostrato grandi qualità. Almeno in un'occasione avrebbe anche meritato un oscar, direi. Forse paga ovunque la sua militanza in film come gli ace e the mask..


Salvatore77 - 04/11/2008 alle 11:44

Carrey è un bravissimo attore ed è molto duttile, anche per le parti drammatiche. Il fatto che lui viene spesso ignorato per gli Oscar capita a lui ma sta capitando a molti attori bravi che meriterebbero la statuetta. Per esempio Johnny Depp a mio avviso è uno degli attori migliori in circolazione, ma lui non si presta tanto a fare dei film in funzione degli oscar. Sembra un pò brutto dirlo, ma per vincere gli oscar come miglior attore/attrice servono dei film adatti. Ultimamente stanno capitando due fenomeni paralleli, sia agli oscar che ai golden globe: 1. vengo premiati spesso attori e attrici che nella loto interpretazione si imbruttiscono (C. Theron, N. Kidman, F. Huffman); 2. vengono preferite le interpretazioni di personaggi famosi che alla fine diventano più imitazioni che interpretazioni vere e proprie e di esempi ne abbiamo tantissimi (Marion Cotillard, Cate Blanchett, Helen Mirren, Forest Whitaker, Philip Seymour Hoffman, Jamie Foxx) e questo secondo me è poco qualificante per la categoria. Preferisco J. Depp che si diverte ad interpretare le strampalate parti che gli propone Tim Burton e non i pesantissimi film che interpreta per esempio Sean Peen.


desmoblu - 04/11/2008 alle 12:07

Si...anche se ultimamente Depp lo sopporto molto poco...perchè non interpreta un personaggio, interpreta Depp [i]che interpreta[/i] un personaggio.. sempre le stesse espressioni, smorfie, tic.. è Depp, e lo capisci subito. Insomma: tende a schiacciare il personaggio. E secondo me ci vorrebbe un po' di equilibrio (facile a dirsi...) tra imitazione e interpreatazione. In certi film è stato davvero bravo...divertente in Fear&Loathing, molto 'calzato' ne La nona porta, poi ci metterei anche Blow e D.B. In altri sembra una caricatura di se stesso, è quasi irritante... (parere personale, eh)


barrylyndon - 04/11/2008 alle 12:33

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Ehi... [i]de gustibus[/i]... però prima di "stroncare" (con quali argomenti, oltre alla rottura dei "gioielli"?) opere impiantate nell'immaginario di molti, mi pare ci vorrebbe un po' di cautela. Barry Lindon non sarà il miglior film di Kubrick, ma per me (e per molti) è un piccolo capolavoro filosofico e tecnico. Pessimistica riflessione sul denaro, sulla mobilità sociale, sull'essere e sull'apparire... Assolutamente straordinario poi dal punto di vista tecnico: basti pensare che venne usata solo luce naturale, anche negli interni... che dire di quelle fiammelle delle candele (il '700... secolo dei lumi!). E quei piani sequenza "rivelatori", che partendo dai protagonisti vanno a chiarire la natura che li circonda... A rendere inconciliabile il nostro disaccordo (si scherza, eh...), non mi piace Lars Von Trier, tranne forse per la piccola provocazione di "Idioti"... :Od::Od::Od: [/quote] La mia non era una stroncatura; ovviamente era solo un parere personale. Dal punto di vista tecnico il film è sicuramente eccezionale per le luci, i costumi, la ricostruzione storica, ecc. (ho letto un po' di tempo fa un libro su Kubrik dove si parlava appunto delle straordinarie soluzioni tecniche che applicò nel girare questa pellicola) Gli argomenti che ho da portare per spiegare gli zebedei martoriati sono la mancanza quasi totale di sentimento trasmessomi da tale pellicola. E la cosa purtroppo l'ho riscontrata in tante opere dei maestri, opere o capolavori formalmente ineccepili, ma che non mi hanno trasmesso molto, probabilmente perchè non ho gli strumenti adatti per capirli [/quote] chi osa parlare male di Barry Lyndon????????:mad:e mo' mi in.....o:Od:


Salvatore77 - 04/11/2008 alle 12:53

Io ritengo Johnny Depp un attore molto eclettico. Forse lo si immagina nel solito personaggio di Jack Sparrow che di fatto è un'imitazione di Keith Richards dei Rolling Stones, ma per esempio in Sweeney Todd lo ritroviano cantante, a me piace molto negli horror come "La vera storia di Jack lo squartatore" e "Il mistero di Sleepy Hollow". Anche in Neverland e Donnie Brasco è molto bravo, come vedi sono tutte parti diverse tra loro. La sua interpretazione che prefertisco in assoluto è Ed Wood. Eccellente.


desmoblu - 04/11/2008 alle 16:50

Personalmente il Depp di Sweeney Todd o Sleepy Hollow è proprio quello che m'infastidisce.. perchè non si adatta al personaggio, ma adatta il personaggio a se stesso. Esempio: tra il Wonka di Wilder e quello di Depp scelgo tutta la vita il primo, perchè quello È Wonka, mentre l'altro è Depp che FA Wonka.


dietzen - 04/11/2008 alle 18:38

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Ieri sera ho visto un film che avevo nel mirino da tempo, ma che per un motivo o per l'altro ho sempre lasciato da parte: "Man on the moon" di Forman. Che dire? Jim Carrey semplicemente strepitoso (purtroppo il primo film che vidi di Carrey fu Ace Ventura: da allora parto sempre un pò prevenuto, nonostante sia obiettivamente molto bravo ma forse un pò sottovalutato non solo dal sottoscritto), ma la storia lascia un pò a desiderare. Non so, ma ho avuto l'impressione che il film dovesse essere più lungo ma che in fase di montaggio la mannaia della produzione abbia effettuato tagli selvaggi. La figura di Kaufmann doveva e poteva essere maggiormente approfondita, soprattutto a livello psicologico. [/quote] Si, concordo. Comunque Carrey è un grande attore, e non necessariamente comico. In tre film decisamente drammatici (Truman Show, Man on the Moon e Eternal sunshine of the spotless mind) ha dimostrato grandi qualità. Almeno in un'occasione avrebbe anche meritato un oscar, direi. Forse paga ovunque la sua militanza in film come gli ace e the mask.. [/quote] l'interpretazione di carrey in man on the moon è di quelle che valgono una carriera. e il fatto che non abbia vinto l'oscar dimostra come alla fine questi siano molto relativi...


desmoblu - 04/11/2008 alle 19:42

Come dicevano Renton e Sick Boy ;)


antonello64 - 05/11/2008 alle 00:23

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Comunque Carrey è un grande attore, e non necessariamente comico. [/quote] ne parli come se fosse disdicevole essere etichettati come attori comici, e forse hai ragione perchè c'è la tendenza a sottovalutare questa categoria. Io la penso esattamente all'opposto: normalmente ritengo l'attore comico superiore a quello drammatico, perchè in gran parte dei casi ha un'ecletticità che l'altro invece non possiede. E l'ecletticità è una qualità di non poco conto, quando si parla di recitazione.


Salvatore77 - 05/11/2008 alle 08:47

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Personalmente il Depp di Sweeney Todd o Sleepy Hollow è proprio quello che m'infastidisce.. perchè non si adatta al personaggio, ma adatta il personaggio a se stesso. Esempio: tra il Wonka di Wilder e quello di Depp scelgo tutta la vita il primo, perchè quello È Wonka, mentre l'altro è Depp che FA Wonka. [/quote] Anch'io preferisco G. Wilder, ma questo accade quasi sempre per i remake che l'originale è migliore della copia. Sulla questione Sweeney Todd o Sleepy Hollow non capisco che cosa intendi per "adatta il personaggio a se stesso". Per Sweeney Todd che è un film recentissimo diciamo che ci può stare anche se cantare non è mai stata una caratteristica di Depp e per questo apprezzo la sua capacità di mettersi in discussione in un campo che non è il suo (questo gli è valso una nomination agli Oscar). Per Sleepy Hollow non so. Nel 1999 non era ancora il J. Depp "personaggio" che conosciamo ora, diciamo quello che è nell'immaginario collettivo il J. Sparrow cioè il personaggio più conosciuto. Io credo invece che quel tipo di personaggio si adatti di più alle caratteristiche di attore per J. Depp, per questo in questi film mi è piaciuto.


desmoblu - 05/11/2008 alle 11:31

Beh, su Depp: in gran parte dei personaggi i tic sono i suoi, le movenze sono le sue, e questo danneggia il personaggio. Esempio: la classica faccia 'indurita', mandibola tirata guancia incavata...se te lo ritrovi in TUTTI i film comincia ad annoiare. In Blow, ad esempio, è una cosa che ha evitato.. ed è un'ottima interpretazione. Ripeto: secondo me ci vuole un certo equilibrio tra imitazione e interpretazione, altrimenti rischi di piegare ogni personaggio che interpreti a te stesso. Antonello: sono d'accordo, anche se io non farei distinzioni tra attori comici e drammatici ma tra attori bravi e meno bravi. Comunque in linea di massima l'attore comico è più versatile. Se devo tirare fuori un esempio sui milioni possibili dico Totò, che ha spaziato dalla marionetta a 'Uccellacci e uccellini' (e comunque una certa componente drammatica- o addirittura tragica- l'ha sempre avuta, anche nei film comici). In ogni caso il mio discorso su Carrey comico non era certo dispregiativo. Volevo solo dire che è un grande attore a prescindere (per rimanere in ambito De Curtis) dal genere in cui si applica. Con quelle interpretazioni è un po' difficile considerarlo come un bravo comico prestato al film drammatico, io lo considero un bravo attore che ha interpretato soprattutto ruoli comici. Tutto qui :)


Salvatore77 - 06/11/2008 alle 12:20

Ieri su Italia 1 alle 0.10 di notte ha fatto in prima visione TV (!) in terza serata Donnie Darko, uno dei pochi film di questo decennio mi ha solleticato un bel pò. Peccato che questo film ha avuto inizialmente problemi di distribuzione ed è approdato così tardi al grande pubblico (dal 2001 ad oggi).


Carrefour de l arbre - 09/11/2008 alle 20:55

Visto ieri l'iperpubblicizzato "tropa de elite". Premetto che a me non è piaciuto, perchè come film di denuncia scimmiotta pesantemente il meno noto ma più bello "city of god", perchè nelle scene di addestramento scimmiotta pesantemente "full metal jacket" e come ciligina sulla torta certe scene di violenza sono decisamente inutili. Anche la figura del capitano Nascimiento, voce narrante e protagonista del film, non è ben delineata. Insomma, molto fumo e qualcosa di arrosto, ma mi aspettavo di più.


Subsonico - 10/11/2008 alle 13:22

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Visto ieri l'iperpubblicizzato "tropa de elite". Premetto che a me non è piaciuto, perchè come film di denuncia scimmiotta pesantemente il meno noto ma più bello "city of god", perchè nelle scene di addestramento scimmiotta pesantemente "full metal jacket" e come ciligina sulla torta certe scene di violenza sono decisamente inutili. Anche la figura del capitano Nascimiento, voce narrante e protagonista del film, non è ben delineata. Insomma, molto fumo e qualcosa di arrosto, ma mi aspettavo di più. [/quote] Non l'ho visto, ma Quando vuoi fare un film di denuncia basato su una storia vera puoi uscire poco dai binari. Se il protagonista autore del libro ha detto agli sceneggiatori che il loro addestramento sembrava full metal jacket (cosa molto probabile, visto che quel film l'han visto TUTTI) non potevano esimersi dal rappresentarlo tale.. PS: Non sarà il grande cinema, ma ho appena scoperto che "Sensualità a Corte" diverrà un film!! NOOOOOOOOOOOOOOO..... :D


Salvatore77 - 29/11/2008 alle 10:06

Non leggete questo post se non avete visto questi film! Scritto da: Federico Cella alle 14:31 Quando il libro mi è arrivato in mano, più che a Psycho che ne dà il titolo - "La mamma è lui con la parrucca" - mi è subito venuto in mente "I soliti sospetti", cioè il bellissimo thriller che trova la sua compiutezza solo nel finale. Anzi, con il finale. Rovinato il quale il film di Brian Singer perde quasi tutto il suo gusto. E ovviamente c'è. Anzi, lo spoiler (il rivelare parti o totalità della trama, dall'inglese "to spoiler" che vuol dire "rovinare") della pellicola del '95 è il primo della prima sezione, ossia "L'assassino è il maggiordomo", del libro tratto dal blog Spoilerin'. Un libro di frasi brucianti che rovinano i finali di alcuni dei film più popolari. Un libro di quelli "da ridere", non certo un saggio, il tipico libro che uno direbbe "di quelli da regalare a Natale", se non fosse che è uscito non a caso proprio sotto Natale. E dunque non è il caso di dirlo. Oltre al divertimento di alcuni finali rivelati - ne sono raccolti circa 500 di quelli postati online - la pubblicazione ha la particolarità di nascere sul Web, come blog appunto, e poi di essere sfociata sulla carta stampata, per Rizzoli, proprio a seguito dell'incredibile successo ottenuto online. Successo che si spiega con poche righe prese dall'introduzione: "Immaginatevi la scena: uscite dal cinema e incrociate quelli che stanno entrando per la proiezione successiva. Per due secondi avete il potere assoluto di rovinare loro il piacere - e di violare il sacrosanto diritto - di godersi ogni secondo del film. Se in sala danno per esempio Il sesto senso, potete dire: Bruce Willis è morto e non lo sa. Naturalmente il film rimane sempre un thriller soprannaturale di ottima fattura che vale ogni centesimo del prezzo del biglietto. Ma quell'ineffabile ondata di stupore alla scena finale? Distrutta, negata per sempre". Sfogliando il libro ho scelto 20 finali tra quelli che più mi hanno divertito: qui potete leggerli e votarli in un sondaggio. Il terzo uomo (1949) È Orson Welles American Beauty (1999) Il vicino ex marine ha dubbi sulla sessualità di Kevin Spacey. Li risolve uccidendolo Fuga da Alcatraz (1979) Evade Attrazione fatale (1987) Glenn Close è dura da uccidere, ma ce la si fa Gesù di Nazareth (1977) Colpo di scena: risorge Kramer contro Kramer (1979) Vince Kramer. Poi ci ripensa e dà la vittoria all’altro Kramer. A tavolino Ratatouille (2007) In Francia non esistono norme HACCP: il sorcio apre un ristorante Philadelphia (1993) Non guarisce La storia infinita (1984) Finisce dopo circa un’ora e mezza Il settimo sigillo (1957) La Morte è forte a giocare a scacchi Il cacciatore (1978) Alla roulette russa De Niro ha culo, Christopher Walken no Il caimano (2006) Berlusconi viene condannato. Segno inequivocabile che si tratta di un’opera di fantasia The Doors (1991) Jim Morrison muore Il sorpasso (1962) Non gli riesce Gioventù bruciata (1955) James Dean vince la corsa clandestina e sopravvive. Nel film. Nella vita… Nuovo cinema Paradiso (1988) Chiude Titanic (1997) Affonda Romanzo criminale (2005) Muoiono tutti, tranne Accorsi. Peccato Ultimo tango a Parigi (1972) La tipa spara a Marlon Brando. Il prezzo di mercato del burro esplode incontrollato a causa dell’incremento della richiesta Hulk (2002) Si ritira nella foresta. Così alle brutte si mimetizza (fonte: http://www.corriere.it/) Viste le palesi incongruenze, io aggiungerei un commento: non sarebbe opportuno prima di scrivere un libro, almeno vederli i film?

 

[Modificato il 29/11/2008 alle 10:09 by Salvatore77]


Zanarkelly - 29/11/2008 alle 11:22

Però quella di "Gesù di Nazareth" è carina!:P


lemond - 29/11/2008 alle 13:24

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Però quella di "Gesù di Nazareth" è carina!:P [/quote] Non conosco questo film, non sarà invece Brian di Nazareth? P.S. Io fra tutti quelli proposti, ne scelgo un altro: "Vincitori e vinti" che dovrebbe (s.m.) essere fatto vedere il primo giorno di lezione in tutte le scuole.


Zanarkelly - 29/11/2008 alle 14:27

Oggi ho visto "Inside man" di Spike Lee. Grandissimo film! Questo e "Miracolo a Sant'Anna", il suo ultimo, sono senz'altro i suoi migliori lavori; penso che sia arrivato davvero alla maturazione come regista e artista. Pur essendosi apparentemente allontanato dai temi dei primi film (razzismo, conflitti sociali, ecc.), dimostra di saper raccontare magistralemente quello che vuole dire, senza però dimenticare tali temi.


Bitossi - 29/11/2008 alle 15:01

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Però quella di "Gesù di Nazareth" è carina!:P [/quote] Non conosco questo film, non sarà invece Brian di Nazareth? [/quote] No, no, è il famigerato film (1977) del tuo corregionale Zeffirelli... :Od::Od::Od: Continuando nel gioco, propongo alcune aggiunte (che magari nel libro ci sono già...): "Il giorno più lungo" - lo sbarco riesce "Salvate il soldato Ryan" - ce la fanno, Tom Hanks invece no... "Chi ucciderà Charley Warrick?" - nessuno "Il gladiatore" - Commodo c'ha un coltello nascosto "Regalo di Natale" - Abatantuono è fesso "Carlito's way" - ma non era meglio prendere un aereo? "Non è un paese per vecchi" - ammazzarlo subito l'ultimo sopravvissuto della sparatoria, no, eh? ...e potrei continuare! :D EDIT: volendo fare i precisini, il verbo inglese è "to spoil", da cui il sostantivo "spoiler" (chi o cosa rovina una sorpresa). Spoilerin' è quindi al massimo un neologismo continuativo, un po' come dire in italiano "rovineggiando"... :)

 

[Modificato il 29/11/2008 alle 15:33 by Bitossi]


uffa - 30/11/2008 alle 09:54

O, ma siete bastardi?! Mi è scappato l'occhio su tre righe e mi avete rovinato tre film! Salvatore77 e Bitossi: voto 0 - "elementi di materiale organico atti a galleggiare" :D


Salvatore77 - 30/11/2008 alle 13:13

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Non leggete questo post se non avete visto questi film! [/quote] Io l'avevo scritto all'inizio del post, se poi (Uffa) tu leggi i posts dal centro o dalla fine che ci posso fare:boh: Comunque Rosabella è la s....


Bitossi - 30/11/2008 alle 14:49

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Comunque Rosabella è la s.... [/quote] ...litta! ("Rosebud" nell'originale, ero tentato di proporre anche questa... :Od: ) PS: Filippo, quali film ti abbiamo "spoilerizzato"? :P

 

[Modificato il 30/11/2008 alle 14:54 by Bitossi]


uffa - 30/11/2008 alle 16:35

pensavo ci fosse prima la lista dei film incriminati, quando mi sono avvisto del dramma ho iniziato a rotellare in basso, ma lo sguardo è scappato... ripeto: cani! :D


uffa - 30/11/2008 alle 21:09

per non parlare della censura automatica di questo forum, degna del minculpop, che vi ha riqualificati in maniera alquanto imprecisa... Tanto per fare un esempio, mi avete sputtanato "Il terzo uomo"...


Salvatore77 - 30/11/2008 alle 22:08

Comunque il terzo uomo compare a metà film ed evidente di chi si tratta, visto che i titoli di testa elencano gli attori e uno importante non esce per metà pellicola.


Salvatore77 - 30/11/2008 alle 22:10

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Però quella di "Gesù di Nazareth" è carina!:P [/quote] Nel film di M. Scorsese "L'ultima tentazione di Cristo" invece...


Bitossi - 01/12/2008 alle 08:42

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Però quella di "Gesù di Nazareth" è carina!:P [/quote] Nel film di M. Scorsese "L'ultima tentazione di Cristo" invece... [/quote] [size=6][color=red]FILIPPO NON LEGGERE![/color][/size] :Od: ...forse si sposa con la Maddalena (ma è un sogno durante l'agonia?) Già che siamo su Scorsese... "Toro scatenato": - La Motta perde contro Ray Sugar Robinson :Od::Od::Od:


Salvatore77 - 02/12/2008 alle 03:11

Che dire invece del finale di Casablanca? Non poteva esserci un finale migliore?


lemond - 05/12/2008 alle 10:29

5 Dicembre 1974 muore Pietro Germi (n. a Genova nel 1914). Fu attore e regista neorealista (Il cammino della speranza. Nel nome della legge, Il ferroviere, L’uomo di paglia, Divorzio all’italiana, Signore e signori, etc.).


antonello64 - 05/12/2008 alle 21:14

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Già che siamo su Scorsese... "Toro scatenato": - La Motta perde contro Ray Sugar Robinson :Od::Od::Od: [/quote] La Motta con Robinson ha perso 5 volte su 6 :Od:


lemond - 06/12/2008 alle 13:47

6 Dicembre 1994 Gian Maria Volonte’ attore teatrale e cinamatografico, muore a 61anni


uffa - 07/12/2008 alle 09:56

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] ...[/quote] Lombardia, 2008 : Bitossi e Antonello prendono le botte da uffa. Nel senso di colpi portati con pugni e bastoni. Ops, vi ho svelato la fine di quest'anno! :D


Bitossi - 07/12/2008 alle 14:40

[quote][i]Originariamente inviato da uffa [/i] Lombardia, 2008...[/quote] Allora, il Lombardia 2008 è stato vinto da Cunego, quindi dov'è lo "spoiler"? Se invece ti riferisci a luogo ed anno del fatto, ti farei notare: 1) Antonello è abruzzese 2) Comunque rimangono poco più di 20 giorni per attuare il tuo criminoso intento... meglio sbrigarsi! :D Lascio con una nuova proposta di "spoiler": "Face/off": - i due peggiori attori della storia del cinema (Travolta e Cage) si scambiano i ruoli, e la cosa, stranamente, funziona... :Od:


desmoblu - 07/12/2008 alle 19:47

Rivisto 'ricomincio da tre'. E' davvero un bel film, punto.


Salvatore77 - 09/12/2008 alle 13:05

(Fonte: www.corriere.it) La pellicola ha vinto l'oscar, il golden globe e il leone d'oro a venezia L'Arcigay: «La Rai ha censurato il film Brokeback Mountain» La versione trasmessa su Rai2 lunedì è priva di alcune scene di amore gay ROMA - Un caso che farà discutere. E che farà nascere nuove polemiche sull'uso della censura nei programmi tv. Una scena di Brokeback mountain (Ansa) Anche se al momento a indignarsi è Aurelio Mancuso, presidente nazionale di Arcigay che chiede: «Vogliamo sapere chi ha deciso di trasmettere ieri sera su Rai Due i Segreti di Brokeback Mountain, film che ha vinto il Leone d'Oro del 2005, 3 Oscar, 4 Golden Globe, con vistosi tagli da censura anni '50. Chi si è permesso di pensare che il pubblico adulto non avrebbe potuto sopportare i baci e le effusioni tra due uomini?» LA PROTESTA - Ma la protesta del presidente nazionale nazionale di Arcigay nonm si ferma qui: «Chiediamo al Direttore di Rai Due e al Presidente della Rai di spiegare pubblicamente ciò che è avvenuto. Chiediamo alla Commissione di Vigilanza della Rai di intervenire, perchè il servizio pubblico televisivo non può in alcun modo favorire l'omofobia dilagante in questo paese. Chiediamo, infine - conclude Mancuso - che come gesto riparatore il film sia al più presto riprogrammato in versione integrale». Al momento non è ancora arrivata nessuna risposta dalla tv di Stato. _________________________________________ Censurare un film equivale a deturpare un'opera d'arte. Se la Rai non se la sentiva di far vedere il film, per di più in seconda serata, era meglio che non lo trasmetteva, invece di censurarlo.


desmoblu - 10/12/2008 alle 09:26

Infatti. A me personalmente non era piaciuto, la storia mi sembrava scialba e senza peso- tanto che mi son detto:'per vincere premi basta metterci delle scene omosessuali e fa subito impegnato'. Nulla contro le varie scelte o inclinazioni sessuali, ma la stessa storia con un uomo e una donna non avrebbe vinto nemmeno un telegatto bielorusso o coreano. Detto questo (e cioè un'opinione personale) non ha senso tagliare a quel modo. Come diceva Crozza: a quel punto\trasmettevi Bambi.


Salvatore77 - 10/12/2008 alle 12:09

La censura televisiva è molto frequente. Io mi ricordo "Il Sesto Senso" e "Casinò" di Scorsese. In entrambi i casi erano state tolte scene abbastanza brutte, ma se il regista ha concepito così il film perchè tagliuzzarlo? Non sarebbe opportuno metterlo sul tardi?


lemond - 10/12/2008 alle 14:18

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Infatti. A me personalmente non era piaciuto, la storia mi sembrava scialba e senza peso- tanto che mi son detto:'per vincere premi basta metterci delle scene omosessuali e fa subito impegnato'. Nulla contro le varie scelte o inclinazioni sessuali, ma la stessa storia con un uomo e una donna non avrebbe vinto nemmeno un telegatto bielorusso o coreano. Detto questo (e cioè un'opinione personale) non ha senso tagliare a quel modo. Come diceva Crozza: a quel punto\trasmettevi Bambi. [/quote] Per que che vale, anch'io la penso così [non rammento nemmeno se sono riuscito a vederlo fino in fondo :) ]


Subsonico - 10/12/2008 alle 15:44

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] La censura televisiva è molto frequente. Io mi ricordo "Il Sesto Senso" e "Casinò" di Scorsese. In entrambi i casi erano state tolte scene abbastanza brutte, ma se il regista ha concepito così il film perchè tagliuzzarlo? Non sarebbe opportuno metterlo sul tardi? [/quote] Credo sia un problema soprattutto di Raidue: "Il mistero di Sleepy Hollow" andò in onda integrale su Italia1, mentre sulla rai non apparve la scena in cui Jhonny Deep faceva l'autopsia di una donna (tra l'altro più grottesca che orrorifica)


Salvatore77 - 13/12/2008 alle 13:02

fonte: ilsecoloxix.ilsole24ore.com Golden Globe, “Gomorra” in lizza. Nomination per Heath Ledger Con cinque nomination ciascuno, comprese quelle per i migliori film drammatici, “The Curious Case fo Benjamin Button”, con Brad Pitt e Cate Blanchett, e “Frost/Nixon” dominano la lista dei candidati ai premi Golden Globe, i riconoscimenti assegnati annualmente dalla critica cinematografica ai migliori film e programmi televisivi della stagione. Considerati un trampolino di lancio in vista della notte degli Oscar, saranno assegnati l’11 gennaio. Fra i candidati c’è anche “Gomorra” di Matteo Garrone, tratto dal romanzo di Roberto Saviano, nominato nella categoria del miglior film in lingua straniera. Le altre opere che contenderanno il premio a “Gomorra” sono “La Banda Baader Meinhof” (Germania), “Everlasting moments” (Svezia/Danimarca), “Schermi d’amore” (Francia, “Valzer con Bashir” (Israele). A Copenaghen il film di Matteo Garrone aveva già fatto incetta degli Oscar europei. Domenico Procacci, patron della casa di produzione Fandango, non nasconde la propria soddisfazione: «C’erano 53 film candidati ed essere tra i primi cinque è già un bel risultato. Una soddisfazione, ma non una sorpresa. «Ci contavamo» ammette Procacci, secondo il quale la nomination «è un buon segnale anche per la candidatura agli Oscar», dove Gomorra rappresenta l’Italia. «Bisogna creare le condizioni perché il cinema italiano possa avere dei grandi risultati anche se è d’autore e non di cassetta» ha aggiunto Procacci «perché venga trasmesso in tv in orari accettabili e perché non si taglino proprio ora i fondi al cinema». Nell’elenco per il miglior film drammatico, considerato il più importante tra le nomination ai Golden Globe, compaiono anche “Revolutionary Road”, “Slumdog Millionaire” e “The Reader”. Anche “Doubt” ha raccolto cinque nomination.Tra le attrici, Meryl Streep ha ottenuto due nomination (per “Doubt” e “Mamma Mia!”), così come Kate Winslet (protagonista in “Revolutionary Road” e “The Reader”). Le nomination per i migliori attori sono andate a Leonardo DiCaprio (ancora per “Revolutionary Road”), Frank Langella (“Frost/Nixon”), Brad Pitt, (“Benjamin Button”), Sean Penn (“Milk”); e Mickey Rourke (“The Wrestler”).Heath Ledger, l’attore australiano trovato morto a New York lo scorso 22 gennaio, ha ottenuto una nomination postuma come attore non protagonista per “Il cavaliere oscuro”.


miky70 - 15/12/2008 alle 17:24

Ieri ho visto "Ultimatum alla Terra" Mah..... Vale la pena solo per Keanu!


Bitossi - 15/12/2008 alle 17:45

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ieri ho visto "Ultimatum alla Terra" Mah..... Vale la pena solo per Keanu! [/quote] Ma almeno dice "Klaatu barada nikto"? :Od:


Bitossi - 16/12/2008 alle 14:56

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ieri ho visto "Ultimatum alla Terra" Mah..... Vale la pena solo per Keanu! [/quote] Ma almeno dice "Klaatu barada nikto"? :Od: [/quote] [size=5][color=green]SPOILER[/color][/size] Ripensandoci, nell'originale del 1951 era soprattutto la donna "umana" a dire la frase (dietro "suggerimento" di Klaatu, l'alieno), per bloccare il robot... :D Comunque, lo dice anche nel remake? [size=5][color=green]END SPOILER[/color][/size] Così Uffa non si arrabbia... :Od:


Salvatore77 - 16/12/2008 alle 22:50

Zabriskie point: che palla:zzz::zzz::zzz:


Zanarkelly - 16/12/2008 alle 23:46

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Zabriskie point: che palla:zzz::zzz::zzz: [/quote] Non posso fare a meno di confermare l'acuto commento. PS: Spoiling: Salta tutto per aria!!!


Zanarkelly - 16/12/2008 alle 23:49

A proposito di spoiler: svelare il finale di Thelma e Louise, che si capisce praticamente da subito che finiranno male, può essere considerato come spoiling o no? A scanso di equivoci, io lo dico: si lanciano in un canyon con l'automobile.


Granfondista - 17/12/2008 alle 12:02

Ieri sera ho noleggiato "E VENNE IL GIORNO": che dire,un serio contendente di CLOVERFIELD per il titolo di ciofeca dell'anno!!! Come siamo lontani da Il Sesto senso...


W00DST0CK76 - 19/12/2008 alle 20:38

Oggi pomeriggio sono stato al cinema a vedere "Come Dio comanda", è un film che vi consiglio caldamente, intensa e celebrale trasposizione del romanzo di Ammaniti.


pedalando - 20/12/2008 alle 00:56

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Oggi pomeriggio sono stato al cinema a vedere "Come Dio comanda", è un film che vi consiglio caldamente, intensa e celebrale trasposizione del romanzo di Ammaniti. [/quote] ispira anche me ma ho paura di restare deluso come per "io non ho paura"...


Zanarkelly - 20/12/2008 alle 00:59

a me "io non ho paura" non era dispiaciuto. secondo me andava visto come una favola per bambini un po' amara.


pedalando - 20/12/2008 alle 15:00

intendevo dire che il libro era molto meglio. Ma e' un classico che il libro sia meglio del film...


Subsonico - 20/12/2008 alle 15:22

Anch'io ho visto "Come Dio Comanda" dopo aver letto il libro all'uscita (sono un fan di Ammaniti). I lettori del libro resteranno soddisfatti dalla fedeltà con la quale Salvadores ha riprodotto gli ambienti rappresentati nel libro, praticamente come immaginati. Per la prima volta osservo bene il Friuli: è una regione dagli scenari magici, non sembra Italia. Inoltre è riuscito a non cambiare la trama pur togliendo un personaggio importante (la mente del colpo) una situazione centrale (il colpo) ed il finale (più strappalacrime e meno sospeso). Bravissimi i 3 protagonisti: Elio Germano è molto nella parte e in certe scene fa pisciare sotto, Timi è davvero una bella scoperta e anche Alvaro Caleca lo risentiremo. E' molto bella soprattutto la colonna sonora, basata sulle variazioni di un pezzo post-rock degli emergenti Mokadelic con la collaborazione di Niccolò Fabi al piano, e una comparsata dei Tre Allegri Ragazzi Morti anche nel film ;)


W00DST0CK76 - 20/12/2008 alle 15:35

[quote] Inoltre è riuscito a non cambiare la trama pur togliendo un personaggio importante (la mente del colpo) una situazione centrale (il colpo) ed il finale (più strappalacrime e meno sospeso). [/quote] Ho apprezzato la volontà di Salvatores di soffermarsi soprattutto sul legame padre/figlio, sulla sua fisica e quasi animalesca primordialità. L'amore padre figlio diviene come unica ragione di sopravvivenza in un mondo che relega ai margini i protagonisti della storia. Oltre all'organizzatore del colpo al bancomat, completamente cancellato, manca anche la storia clandestina e tragicomica dell'assistente sociale, a voler mettere tutto però il film sarebbe dovuto durare 4 ore col rischio di diventare dispersivo.


Subsonico - 20/12/2008 alle 15:46

tutto sommato ci poteva stare, anche accennata: dopotutto il film dura poco (103 minuti), col libro originale sarebbe durato 2 ore tonde tonde.


lemond - 25/12/2008 alle 09:25

Ho visto "L'albero della vita" di Darren Aronofsky un film che mi ha molto colpito ed io mi fermo qui, in attesa di sapere altro dai cinefili. Grazie.


lemond - 25/12/2008 alle 09:41

25 Dicembre 1977 muore 88enne Charlie Chaplin attore (Tempi Moderni). Il fragile omino Charlot invece resterà immortale.


Carrefour de l arbre - 25/12/2008 alle 20:39

Ho visto, in questi giorni, tre film che ancora mi mancavano: Il Divo, La promessa dell'assassino, Vanilla Sky. Il Divo: personalmente, l' ho trovato lacunoso nella ricostruzione storica, in quanto manca completamente il crocevia di tutta la vita politica andreottiana, cioè la gestione del caso Moro. Così come per "romanzo criminale", quando era il momento di affondare il colpo ha prevalso il paraculismo più peloso. Anche Servillo, bravo ma come sua abitudine completamente inespressivo, in alcune scene sfiora il macchiettismo. Si poteva fare di più. La promessa dell'assassino: 'nzomma. Rispetto a "history of violence" Cronenberg fa un bel passo indietro. Bravissima come sempre, invece, Naomi Watts. Vanilla Sky: medaglia d'argento alla peggior seconda parte di film dai tempi del tarantiniano "dal tramonto all'alba". La prima parte è molto bella, con una colonna sonora monumentale (sigur ros, jeff buckley e chemical brothers su tutti), ma la seconda proprio no, fa cascare la braccia. La consideravo una lacuna, l'ho colmata ma spero di dimenticarlo alla veloce.


Salvatore77 - 26/12/2008 alle 09:49

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Vanilla Sky: medaglia d'argento alla peggior seconda parte di film dai tempi del tarantiniano "dal tramonto all'alba". La prima parte è molto bella, con una colonna sonora monumentale (sigur ros, jeff buckley e chemical brothers su tutti), ma la seconda proprio no, fa cascare la braccia. La consideravo una lacuna, l'ho colmata ma spero di dimenticarlo alla veloce. [/quote] Il film è un remake del film spagnolo Apri gli occhi del 1997, di A. Amenábar. Il film spagnolo è molto più bello, invece Vanilla Sky è un film davvero molto modesto. T. Cruise secondo me è fuori parte.


lemond - 28/12/2008 alle 07:49

28 Dicembre 1895 Nel Salone Indiano del Grand Cafe’, Bulevard des Capucines 14 a Parigi i fratelli Auguste e Louis Lumiere dànno la prima rappresentazione cinematografica pubblica.


lemond - 09/01/2009 alle 09:21

Ho visto in questi giorni due film di Denys Arcand: "Il declino dell'impero americano" e "L'Âge des ténèbres" tradotto in italiano come "L'età barbarica". Secondo me costui è il più grande sceneggiatore-regista del mondo e i suoi lungometraggi sono di una godibilità unica (superiore anche a Woody) e il pensiero è sempre eccitato, con le continue allegorie. Null'ultimo, stupende anche le, non so come definirle, parti cantate. P.S. Non parlo qui del suo capolavoro.


Carrefour de l arbre - 11/01/2009 alle 13:15

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Ho visto in questi giorni due film di Denys Arcand: "Il declino dell'impero americano" e "L'Âge des ténèbres" tradotto in italiano come "L'età barbarica". Secondo me costui è il più grande sceneggiatore-regista del mondo e i suoi lungometraggi sono di una godibilità unica (superiore anche a Woody) e il pensiero è sempre eccitato, con le continue allegorie. Null'ultimo, stupende anche le, non so come definirle, parti cantate. P.S. Non parlo qui del suo capolavoro. [/quote] questi sono effettivamente due gran film, ma "l'età barbarica" uscito (direi) lo scorso anno è una chiavica. Io invece ho visto Funny Games. Bisognerebbe ricordare a questi registi che di Stanley Kubrick, sofrtunatamente o fortunatamente che sia, ce n'è stato uno solo. Già la scelta del protagonista (Micheal Pitt) lascia a desiderare: quel faccino angelico non ha nulla a che vedere con la parte sostenuta, a differenza dell'altro attore che qualche espressione folle riesce ad inanellarla. Inoltre la lentezza del film, che dovrebbe essere una lenta tortura che il regista vuole sottoporre allo spettatore nel seguire le vicende della famiglia, fanno semplicemente venire il latte ai calcagni. Sono un estimatore di Naomi Watts ma Tim Roth in questo film la surclassa. Inutile e bocciatissimo


lemond - 11/01/2009 alle 15:47

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] . [/quote] questi sono effettivamente due gran film, ma "l'età barbarica" uscito (direi) lo scorso anno è una chiavica. [/quote] Dissento da quanto scrivi tu, anche se poi è difficile stabilire chi ha ragione e chi torto (ammesso, e non concesso, che possa esistere nel cinema una simile dicotomia). Per me "L'età barbarica" è un film stupendo: più allegorico degli altri due, mi ricorda Jesus di Montreal, anche se di quest'ultimo non ho memoria recente. Come si fa a non godere della rappresentazione che Denis fa della "civiltà" canadese (dopo gli ospedali, i centri sociali) che mette in piedi una struttura talmente "moderna" che serve solo a se stessa. Come non apprezzare l'assenza di ogni contatto famigliare prima della cura? Come non restare colpiti dall'incipit e dalla chiusa del cantante "un po' demoniaco", che rappresenta l'anima sognatrice ed anche artistica del protagonista. Come non restare ammaliati dalla scena finale con la vita che diventa un quadro (vita nuova)? Dimmelo te com'è possibile, perché io non ci riesco. :)


Carrefour de l arbre - 11/01/2009 alle 15:54

non so se ci stiamo sbagliando entrambi oppure se hai indicato un nome errato, ma dopo "il declino dell'impero americano" il sequel diretto (a distanza di 20 anni e passa!) è stato "le invasioni barbariche". L'età barbarica è uscito lo scorso anno e, rispetto ai primi due, è stato un brusco calo di qualità.


MDL - 11/01/2009 alle 16:03

bellissimo le invasioni barbariche..


lemond - 12/01/2009 alle 07:34

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] non so se ci stiamo sbagliando entrambi oppure se hai indicato un nome errato, ma dopo "il declino dell'impero americano" il sequel diretto (a distanza di 20 anni e passa!) è stato "le invasioni barbariche". L'età barbarica è uscito lo scorso anno e, rispetto ai primi due, è stato un brusco calo di qualità. [/quote] No, ti assicuro che non mi sono sbagliato, infatti l'ò scritto anche nel titolo originale: "L'Âge des ténèbres" ed è ad esso che mi riferivo nel messaggio precedente e dove non trovo nessun calo di qualità, anzi ... Seppur io non sia un "cinefilo" ma uno (uso un neologismo) *sceneggiaturofilo*, mi sembra che rispetto al "Declino ..." sia meno incentrato sulla sceneggiatura, ma anche su altro (immagini, sonoro, interpretazione, allegoria). Io ti consiglierei di rivederlo (magari all'altro film di D.A. "Jesus di Montreal" perché è mia opinione che vedere un film una sola volta non basti ad apprezzarlo per quanto vale.:cincin:


Salvatore77 - 22/01/2009 alle 19:16

Fonte: www.ilcorriere.it Nomination per gli Oscar, nessun italiano. Record per «Il curioso caso di Benjamin Button», con tredici candidature. Segue «The Millionaire», con dieci LOS ANGELES - Ecco le nomination per i premi Oscar. A contendersi il titolo di miglior film saranno «Il curioso caso di Benjamin Button» di David Fincher (trailer), «Il duello» di Ron Howard (trailer), «Milk» di Gus Van Sant (trailer), «The Reader» di Stephen Daldry (trailer) e «The Millionaire» di Danny Boyle (trailer). POLE POSITION - Record per «Il curioso caso di Benjamin Button», con 13 candidature. Il film, ispirato a un breve racconto di Francis Scott Fitzgerald del 1922, racconta la storia di un uomo (Brad Pitt, che concorre come miglior attore) che ringiovanisce invece di invecchiare. Dieci candidature per «The Millionaire», lanciatissimo dopo il successo ai Golden Globe, che narra l''improbabile vittoria di un ragazzo indiano poverissimo a un quiz televisivo. Otto nomination per «Il cavaliere oscuro», sequel di «Batman», e «Milk», film sul pioniere americano dei diritti civili degli omosessuali. «Wall-E», il capolavoro della Disney-Pixar, ne spunta ben sei. Nella categoria miglior film d'animazione concorrono «Kung Fu Panda», «Bolt» e appunto «Wall-E». L'81esima cerimonia degli Academy Awards è in programma la notte del 22 febbraio al Kodak Theatre di Los Angeles. NOMINATION PER LEDGER - Anche l'attore Heath Ledger, morto un anno fa a 28 anni, ha ricevuto una candidatura postuma nella categoria del miglior attore non protagonista per il film «Il cavaliere oscuro». In corsa per la statuetta di attore non protagonista ci saranno anche Josh Brolin per «Milk», Philip Seymour Hoffman per «Il dubbio», Robert Downey junior per «Tropic Tunder» e Micheal Shannon per «Revolutionary Road». Mickey Rourke nel film «The Wrestler» ATTORE PROTAGONISTA - Questa la cinquina dei candidati a miglior attore protagonista: Brad Pitt («Il curioso caso di Benjamin Button»), Sean Penn («Milk»), Mickey Rourke («The Wrestler», Leone d'oro a Venezia), Frank Langella («Il duello»), Richard Jenkins («L'ospite inatteso»). ATTRICE PROTAGONISTA - Il titolo di miglior attrice protagonista sarà conteso tra Meryl Streep («Il dubbio»), Kate Winslet («The Reader»), Anne Hathaway («Rachel sta per sposarsi»), Angelina Jolie («Changeling») e Melissa Leo («Frozen River»). Meryl Streep, 59 anni, detiene il record di tutti i tempi di candidature, 14, e ha conquistato la quindicesima; la Winslet porta il suo totale a sei. ATTRICE NON PROTAGONISTA - Per il titolo di miglior attrice non protagonista sono state scelte: Amy Adams («Il dubbio»), Penelope Cruz («Vicky Cristina Barcelona»), Viola Davis («Il dubbio»), Taraji P. Henson («Il curioso caso di Benjamin Button») e Marisa Tomei («The Wrestler»). MIGLIOR REGIA - Queste le nomination per la miglior regia: Danny Boyle («The Millionaire»), David Fincher («Il curioso caso di Benjamin Button»), Ron Howard («Il duello»), Stephen Daldry («The Reader»), Gus Van Sant («Milk»). FILM STRANIERO - Nessun italiano nelle nomination come miglior film straniero: ci sono «La classe» (Francia), «Valzer con Bashir» (Israele), «Departures» (Giappone), «Revanche» (Austria), «La banda Baader-Meinhof» (Germania). Nessun riconoscimento dunque per «Sette Anime» di Gabriele Muccino, unica opera italiana che aspirava agli Oscar. Essendo girato negli Usa in lingua inglese, avrebbe potuto concorrere in qualunque categoria. Escluso anche Will Smith, protagonista per la seconda volta di una pellicola di Muccino dopo «La ricerca della felicità». SCENEGGIATURA - Queste le candidature per la migliore sceneggiatura originale: Courtney Hunt («Frozen River»), Mike Leigh («Happy Go Lucky»), Martin McDonagh («In Bruges»), Dustin Lance Black («Milk»), Andrew Stanton, Jim Reardon, Pete Docter («Wall-E»). E per la migliore sceneggiatura adattata: Eric Roth, Robin Swicord («Il curioso caso di Benjamin Button»), John Patrick Shanley («Il dubbio»), Peter Morgan («Il duello»), David Hare («The Reader»), Simon Beaufoy («The Millionaire»).


Carrefour de l arbre - 25/01/2009 alle 22:31

rivisti sia L'età barbarica sia Broken Flowers 1)l'età barbarica: l'ho rivisto perchè mi sembrava strano essere così lontano da un utente come Lemond con il quale sono in sintonia su quasi tutto. Però confermo il giudizio: rispetto ai due film che l'hanno reso famoso ("il declino dell'impero americano" e "le invasioni barbariche") mi sembra l'opera più fiacca, sia come tema sia come ritmo. 2)Broken flowers: non c'è molto da dire: regista è Jarmusch e protagonista è Bill Murray. Serve altro? ;)


lemond - 27/01/2009 alle 08:03

Dispiace anche a me, ma che vuoi "de gustibus ..." Io invece ho rivisto, sempre di D. Arcand "Jesus di Montreal" che per me si conferma il più grande sceneggiatore del mondo (sulla regia non mi esprimo, perché me ne intendo poco o punto). Rappresentazione mitica e realtà diventano la metafora di quanto si pensa che sia storicamente accaduto: il cristo-attore muore e così può resuscitare gli altri, mentre il gruppo-chiesa pensa di non sciogliersi, ben gestito da un manager-papa in cerca di profitto che potrà ben sfuttare l'idea. Solo la modella-maddalena sembra allontanarsi ... mentre il mondo continua a scendere e salire le scale mobili ... del quotidiano. Anche i poveri riescono a ritagliarsi la propria fetta, commemorando il luogo della sua ultima predicazione.


lemond - 27/01/2009 alle 08:23

Ho visto anche "L'albero della vita" di D. Aronofsky e il cinemaniaco Gianni Canova, nel presentarlo, ha detto che questo film ha diviso in due gli spettatori e la critica. Io sono fra quelli che sono rimasti molto colpiti in senso favorevole, ma mi piacerebbe sentire anche altre opinioni.


SHORT ARM - 27/01/2009 alle 23:01

A proposito di Oscar (mancati), in questi giorni mi è capitato di affittare il dvd di GOMORRA. Avevo letto il libro ed essendomi molto piaciuto mi aspettavo chissà cosa. Una delle più grosse delusioni degli ultimi anni in fatto di cinema!! Ma che roba è? Voglio dire, se uno non legge il libro non si raccapezza nemmeno a pagare (non è che si capisca tutto leggendo il libro, però ci si "orienta" un po')! Mi domando come si possa pretendere che un film con molti sottotitoli ed una non-storia venga candidato agli Oscar! E non è che sono uno da Natale in India e commedie americane frivole eh; ho fatto una tesi di laurea su Inarritu ed i suoi (finora) tre film, di cui adoro 21 grammi ed anche Amores Perros (Babel molto meno). Quindi, tornando a Gomorra, ho avuto solo io l'impressione che sia stato tremendamente sopravvalutato dalla stampa italiana (e non solo, credo, europea sicuramente)? PS: oh, magari è tutto così confuso e non accade quasi nulla (e quel poco che accade è troppo diverso dal libro, ma vabbè, è un altra storia questa) per dare l'idea della camorra e del suo serpeggiare eh... Se qualcuno l'ha trovato geniale o solo bello mi illumini... ;)

 

[Modificato il 27/01/2009 alle 23:19 by SHORT ARM]


Admin - 28/01/2009 alle 04:40

Aspetto ancora di vederlo prima di lanciarmi in recensioni.


Bitossi - 28/01/2009 alle 10:48

[quote][i]Originariamente inviato da SHORT ARM [/i] A proposito di Oscar (mancati), in questi giorni mi è capitato di affittare il dvd di GOMORRA. Avevo letto il libro ed essendomi molto piaciuto mi aspettavo chissà cosa. Una delle più grosse delusioni degli ultimi anni in fatto di cinema!! Ma che roba è? Voglio dire, se uno non legge il libro non si raccapezza nemmeno a pagare (non è che si capisca tutto leggendo il libro, però ci si "orienta" un po')! Mi domando come si possa pretendere che un film con molti sottotitoli ed una non-storia venga candidato agli Oscar! E non è che sono uno da Natale in India e commedie americane frivole eh; ho fatto una tesi di laurea su Inarritu ed i suoi (finora) tre film, di cui adoro 21 grammi ed anche Amores Perros (Babel molto meno). Quindi, tornando a Gomorra, ho avuto solo io l'impressione che sia stato tremendamente sopravvalutato dalla stampa italiana (e non solo, credo, europea sicuramente)? PS: oh, magari è tutto così confuso e non accade quasi nulla (e quel poco che accade è troppo diverso dal libro, ma vabbè, è un altra storia questa) per dare l'idea della camorra e del suo serpeggiare eh... Se qualcuno l'ha trovato geniale o solo bello mi illumini... ;) [/quote] Invece a me è sembrato abbastanza interessante. La scelta stilistica della frammentazione parallela delle vicende non è certo una novità, e nel complesso mi sembra tenuta insieme abbastanza bene. Anch'io naturalmente ho letto il libro (dove per esempio la vicenda dei due "Scarface" adolescenti compare), ed ho forse il vantaggio di capire bene il napoletano, avendo trascorso diversi periodi anche lunghi da quelle parti. Come giustamente noti, la "coralità" della narrazione serve a mostrare la stratificazione di alcuni comportamenti e fenomeni nella società, dalla politica alla macro/micro economia, fino al vivere di tutti i giorni. Mica tanto nascosto, poi, il deciso richiamo alla tradizione "nobile" del cinema italiano, chiaramente quella neorealistica, da cui mutua alcune scelte: la coralità della storia appunto, gli attori presi dalla strada, il "pedinamento" dei protagonisti, la parziale improvvisazione di alcune scene. Visto che hai il DVD, ti consiglio di dare uno sguardo ai contributi speciali, se non l'hai già fatto, dove compare una mezz'ora di "making of" abbastanza gustosa, con i protagonisti che litigano per sostenere la parte dei killer... In definitiva, se pur non un capolavoro in senso stretto, mi pare uno tra i lavori più riusciti del cinema italiano degli ultimi anni; il fatto che non venga indicata apparentemente nessuna "via d'uscita" è abbastanza funzionale, secondo me, allo scopo di "scuotere" per domandarsi "che fare?", ed ha il notevole pregio di non fornire una scappatoia consolatoria o finto-amara come molta della commedia italiana degli ultimi 30/40 anni. PS: Per chi non ha visto il film, tutto sommato questo intervento non mi sembra uno "spoiler", no? :D


Subsonico - 28/01/2009 alle 11:58

Io direi che la scelta registica di Gomorra è molto utile. Essendo tutto girato a mo' di documentario, si evita il pathos e dunque l'identificazione coi personaggi, e ciò non permette a chi vede il film di affezionarsi in qualche modo ai camorristi nè agli altri personaggi. Ciò che resta, dopo aver visto il film è l'orrore di vivere queste situazioni come quotidianità.


lemond - 28/01/2009 alle 13:33

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da SHORT ARM [/i] [/quote] Invece a me è sembrato abbastanza interessante. La scelta stilistica della frammentazione parallela delle vicende non è certo una novità, e nel complesso mi sembra tenuta insieme abbastanza bene. Anch'io naturalmente ho letto il libro (dove per esempio la vicenda dei due "Scarface" adolescenti compare), ed ho forse il vantaggio di capire bene il napoletano, avendo trascorso diversi periodi anche lunghi da quelle parti. Come giustamente noti, la "coralità" della narrazione serve a mostrare la stratificazione di alcuni comportamenti e fenomeni nella società, dalla politica alla macro/micro economia, fino al vivere di tutti i giorni. Mica tanto nascosto, poi, il deciso richiamo alla tradizione "nobile" del cinema italiano, chiaramente quella neorealistica, da cui mutua alcune scelte: la coralità della storia appunto, gli attori presi dalla strada, il "pedinamento" dei protagonisti, la parziale improvvisazione di alcune scene. Visto che hai il DVD, ti consiglio di dare uno sguardo ai contributi speciali, se non l'hai già fatto, dove compare una mezz'ora di "making of" abbastanza gustosa, con i protagonisti che litigano per sostenere la parte dei killer... In definitiva, se pur non un capolavoro in senso stretto, mi pare uno tra i lavori più riusciti del cinema italiano degli ultimi anni; il fatto che non venga indicata apparentemente nessuna "via d'uscita" è abbastanza funzionale, secondo me, allo scopo di "scuotere" per domandarsi "che fare?", ed ha il notevole pregio di non fornire una scappatoia consolatoria o finto-amara come molta della commedia italiana degli ultimi 30/40 anni. [/quote] :clap: per Carrefour de l'arbre Io direi di far risolvere la "questione" fra noi al più grande "critico" cinematografico di questo forum *Lorenzo Bitossi*. Mi impegno a dire tutto il male possibile de "L'età barbarica" se a lui non è piaciuto :D ;):cool::) P.S. per Lorenzo, il "login" l'ò sistemato. Grazie.


Granfondista - 28/01/2009 alle 16:14

Ho visto Gomorra Domenica pomeriggio, senza aver letto il libro e senza averne mai parlato prima con qualcuno, per cui ero completamente "vergine":D:D Ovviamente all'inizio si fa un pò di fatica, poi appena ti rendi conto che sono più storie in parallelo (direi dopo circa 20 minuti) il resto fila via liscio. Devo precisare che, avendo un bimbo di 2 anni che non sta mai zitto un attimo:hammer::hammer: , ogni volta che guardo un dvd utilizzo sempre i sottotitoli, per cui per me non sono una distrazione ma un santissimo aiuto;):D


desmoblu - 28/01/2009 alle 16:36

Hehe...sui sottotitoli.. Io addirittura me li creo. A volte vedo dei doppiaggi terribili o molto 'liberi', quindi per molti film dall'inglese e dal francese mi tengo la lingua originale e passo qualche tempo a 'ridoppiarlo' nei ritagli di tempo.. Per questo in Gomorra non mi hanno dato fastidio..


Bitossi - 28/01/2009 alle 16:39

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Mi impegno a dire tutto il male possibile de "L'età barbarica" se a lui non è piaciuto :D ;):cool::) [/quote] Mi dispiace Lemond, ma di Arcand ho visto solo "Le invasioni..."; ultimamente non vado molto al cinema, e mi limito a qualche DVD al mese. E poi troppo onore, grazie... :Od: PS: a proposito di "Le invasioni barbariche"... sono l'unico che ha notato una vaga rassomiglianza con "Big fish" di Burton?


desmoblu - 28/01/2009 alle 16:46

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] PS: a proposito di "Le invasioni barbariche"... sono l'unico che ha notato una vaga rassomiglianza con "Big fish" di Burton? [/quote] No..però quando l'ho visto stavo praticamente dormendo, quindi non mi fidavo troppo delle impressioni..


Carrefour de l arbre - 28/01/2009 alle 18:27

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] PS: a proposito di "Le invasioni barbariche"... sono l'unico che ha notato una vaga rassomiglianza con "Big fish" di Burton? [/quote] nel finale, [SPOILER] con gli amici di tutta una vita ad accompagnarlo nell'utlimo viaggio? [SPOILER]


Bitossi - 28/01/2009 alle 19:49

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] PS: a proposito di "Le invasioni barbariche"... sono l'unico che ha notato una vaga rassomiglianza con "Big fish" di Burton? [/quote] nel finale, [SPOILER] con gli amici di tutta una vita ad accompagnarlo nell'utlimo viaggio? [SPOILER] [/quote] No, mi riferivo di più [b][SPOILER][/b] :Od: al rapporto conflittuale figlio/padre fanfarone; comunque anche al tema della morte e della fantasia... [b][/SPOILER][/b] :Od:


lemond - 29/01/2009 alle 07:21

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [/quote] Mi dispiace Lemond, ma di Arcand ho visto solo "Le invasioni..."; ultimamente non vado molto al cinema, e mi limito a qualche DVD al mese. PS: a proposito di "Le invasioni barbariche"... sono l'unico che ha notato una vaga rassomiglianza con "Big fish" di Burton? [/quote] Non so se l'ò visto o no, di sicuro non mi rammento niente, ma in ogni modo provvederò e poi ti saprò dire, anche se ormai non c'è più "suspense". P.S. Se mi dài l'indirizzo ti spedirò moooooooooolto volentieri: "Il declino ..." "Jesus di .. e "L'età barbarica" dei quali possiedo i dischi versatili digitali :D:D:D


SHORT ARM - 29/01/2009 alle 12:48

Su Gomorra non mi convince l'ottima analisi di Lorenzo. Amo i film con storie parallele, anche se forse più che una virtù sta diventando un'abitudine, quella di girarli così, ma in Gomorra mi lasciano perplesso (ripeto, specie per chi non ha letto il libro). Prendiamo "21 grammi" (che frase! :D ). Lì è tutto una storia parallela, non solo, ma un avanti-indietro-in mezzo nella storia, così il racconto dopo venti minuti di spaesamento del fruitore diventa chiaro ed i fili si intrecciano bene. Ma lì è una scelta registica. Gomorra poteva funzionare anche senza, a mio avviso, pur senza tralasciare quella caratteristica documentaristica che lo caratterizza. Secondo me (e qui vado suill'assurdo eh, vi avviso), se prendiamo una persona che non sa nulla del film nè di camorra capisce che sono racconti paralleli o intrecciati ma coglierà la situazione camorristica ma più in generale le storie, piccole e grandi, di criminalità organizzata? Ciò che voglio dire è che un film (un romanzo, un racconto) devono avere un senso ed un significato (rispettivamente: cosa mi stai raccontando? Perchè me lo racconti?). In Gomorra non l'ho colto, ma sarà un limite mio. In uscita, penso sarà molto interessante Lo strano caso di Benjamin Button. LA SCHEDA Il Film, tratto da una novella di Scott Fitzgerald, vede tornare nuovamente assieme David Fincher e Brad Pitt dopo Fight Club. Benjamin Button è un individuo molto particolare: nato con l'aspetto di un centenario, anziché invecchiare, ringiovanisce con il passare degli anni. Mi ricorda, letto così il plot, il romanzo "La freccia del tempo" di Martin Amis (sono OT? ma no...), dove le caratteristiche temporali sono stravolte un po' come qui (dalla morte ----> alla nascita -----> The End) Volevo dire che è un piacere discutere di cinema con voi, a presto!

 

[Modificato il 29/01/2009 alle 12:51 by SHORT ARM]


Bitossi - 29/01/2009 alle 14:27

[quote][i]Originariamente inviato da SHORT ARM [/i] Ciò che voglio dire è che un film (un romanzo, un racconto) devono avere un senso ed un significato (rispettivamente: cosa mi stai raccontando? Perchè me lo racconti?). [/quote] Huè, ma sei uno strutturalista? :Od: E' logico che ogni cosa si riveste di senso, a volte chiaro ed esplicitato, a volte volutamente o meno volutamente ambiguo, a volte semplicemente attribuito (buona parte della musica, a mio avviso, subisce attribuzioni di senso, spesso aldilà degli intenti dell'autore). Ora, premesso che il senso di Gomorra mi pare abbastanza facile da cogliere (e lo hai colto pure tu), non scomoderei al riguardo categorie come il postmodernismo, che fa della "miscela", dell'ambiguità e del meticciato uno dei suoi principi costituenti. Anzi, pur nel suo "parallelismo", la dimensione narrativa del film risulta piuttosto lineare. Molto più strani al riguardo i film di Iñarritu, o di Tarantino, tanto per fare degli esempi... Si vuole che il postmodernismo cinematografico abbia i suoi precursori in film come "Blade runner" e "Il cielo sopra Berlino", che narrano di dimensioni, soprattutto temporali ma a volte pure spaziali, diverse e incomunicanti. Nel film di Garrone invece la dimensione temporale e quella spaziale sono pressoché unitarie e sincroniche: le parallele corrono in linea retta, e contribuiscono a generare una risultante permeata di "coralità".


SHORT ARM - 29/01/2009 alle 15:05

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da SHORT ARM [/i] Ciò che voglio dire è che un film (un romanzo, un racconto) devono avere un senso ed un significato (rispettivamente: cosa mi stai raccontando? Perchè me lo racconti?). [/quote] Huè, ma sei uno strutturalista? :Od: [/quote] In effetti un pochino. E' che il mio prof. relatore tra l'altro della tesi, è strutturalista, fa studiare i manuali di Gerard Genette, complicato, a volte forzante e forzato, ma efficace. Quindi un po' di strutturalismo l'ho "assorbito" (e forse dovrei dire ahimè...) Non so se è un caso, quindi, ma di solito apprezzo più un film con più strati narrativi (o con tempo narrativo, o momento della narrazione "atipici") che un bel film linearissimo. Infatti Tarantino (ma non solo, anzi!) mi piace, non tanto perchè abbia inventato qualcosa (anzi, se vedi per es. Kill Bill moltissimo è "ispirato" ad altri registi e per vedere qualcosa simil Tarantino basta, che so, un primo Kubrick, con Rapina a mano armata. Ma anche altri predecessori) ma per la struttura dei suoi film. Mi piace di più il racconto, non tanto (non solo) la storia in sè, per capirci. 21 grammi (scusate la pedanteria) è una storia quasi banale ma strutturata in maniera tale da farti esplodere! Bellissimo a mio avviso! Una biografia come Citizen Kane è un capolavoro, ancora di più strutturata così com'è. Su Gomorra preferii il libro, ce ne faremo una ragione (o forse riaffitterò il DVD ;) ).


Salvatore77 - 29/01/2009 alle 21:01

Anch'io apprezzo più il Tarantino sceneggiatore del Tarantino regista. Diciamo che le doti di sceneggiatore si aprezzano molto in Pulp Fiction, film nel quale anche un semplice dialogo su un panino al formaggio diventa una scena importante. Il modo di raccontare in un film è molto importante. Si è fatto riferimento alla struttura narrativa di Quarto Potere, 21 grammi, ma io aggiungerei altri film come I Soliti Sospetti, Memento, Inland Empire, Mulholland Drive, Donnie Darko (naturalmente) che ognuno a modo suo hanno nella struttura narrativa quella marcia in più rispetto al racconto lineare o cronologico.


desmoblu - 29/01/2009 alle 21:19

Io trovo Tarantino molto sopravvalutato..soprattutto l'ultimo. Reservoir dogs o Pulp fiction, intendiamoci, erano e sono film stupendi...ma da quando ha cominciato a sbrodolarsi addosso è dura digerirlo. Non lo so, forse è colpa dei ragazzini che guardano Sin City e dicono: si vede il tocco di Tarantino, perchè Rodriguez.. Poi mi si dirà: citare e citarsi fino a scadere nel ridicolo è l'essenza del postmoderno, anche nel cinema, e quindi i film con Vitali, Ciceromacchio e Samantha Tetta sono davvero dei capolavori come dice Quentin, che dal canto suo è sempre più geniale. Sarà, però..


Carrefour de l arbre - 29/01/2009 alle 21:32

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Io trovo Tarantino molto sopravvalutato..soprattutto l'ultimo. Reservoir dogs o Pulp fiction, intendiamoci, erano e sono film stupendi...ma da quando ha cominciato a sbrodolarsi addosso è dura digerirlo. Non lo so, forse è colpa dei ragazzini che guardano Sin City e dicono: si vede il tocco di Tarantino, perchè Rodriguez.. Poi mi si dirà: citare e citarsi fino a scadere nel ridicolo è l'essenza del postmoderno, anche nel cinema, e quindi i film con Vitali, Ciceromacchio e Samantha Tetta sono davvero dei capolavori come dice Quentin, che dal canto suo è sempre più geniale. Sarà, però.. [/quote] straquoto a potenza il mod!


SHORT ARM - 29/01/2009 alle 23:06

Completamente d'accordo anch'io con the new moderator desmo ;) E anche con Salvatore77 ed i film che cita, quasi tutti visti ed amati. Io ho buttato lì un nome (Tarantino, molto in voga e molto sopravvalutato) e due film dalla costruzione anacronica (21 grammi e Citizen Kane) ma ce n'è a bizzeffe naturalmente. Per la cronaca, non è che i film con racconti cronologici mi facciano schifo eh (mi viene in mente Million Dollar Baby o Eyes wide shut per primi ma non ho apprezzato molto solo questi) però l'intreccio di storie, l'anacronia del racconto danno quella marcia in più cui allude Salvatore.

 

[Modificato il 29/01/2009 alle 23:12 by SHORT ARM]


Bitossi - 31/01/2009 alle 15:43

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Se mi dài l'indirizzo ti spedirò moooooooooolto volentieri: "Il declino ..." "Jesus di .. e "L'età barbarica" dei quali possiedo i dischi versatili digitali :D:D:D [/quote] Urka, che offerta generosa! Accetto, a patto di poter ricambiare con copie di altri DVD; quali mi farai sapere (magari qualche numero de "Le grandi salite"? :Od: ). Che faccio, ti mando il mio indirizzo tramite messaggio privato? :D


Admin - 05/02/2009 alle 19:19

Dato chel'ho rivisto (per la decima volta?) appena pochi giorni fa, mi piace qui segnalarvi un film non famosissimo ma veramente molto bello. Si tratta di Sangue vivo di Edoardo Winspeare, e vi garantisco che se non fosse davvero così bello, non ve lo consiglierei per pure ragioni campanilistiche. Del resto critici di vaglia hanno amato questo film e non perdono occasione per citarlo e ricordarlo (Morando Morandini, per esempio), o sono stati segnati per sempre dalla grande interpretazione di Pino Zimba (Mauro Gervasini, per cui è rimasto "il mitico" Pino Zimba anche dopo la morte, avvenuta l'anno scorso). Non anticipo niente della storia, ma faccio alcune doverose precisazioni: tutti gli attori sono in pratica presi dalla strada, e vi giuro che non è eresia parlare di neo-neorealismo (anzi, preferisco chiamarlo "verismo". Ovvero quella capacità di raccontare - attraverso una sceneggiatura fondata su dialoghi veri e non cinematografici - davvero la vita delle persone, non necessariamente trentenni borghesi in crisi, ma anche persone normalissime e umili. Un filone che in Italia era scomparso [i francesi hanno sempre avuto nomi di spicco in questo senso, gli ultimi a cui penso sono Guédiguian e Cantet], ma che in questi anni 2000 ha ripreso corpo e vita grazie ad autori come Paolo Sorrentino [con venature di grottesco] e Paolo Virzì [l'unico vero erede di Pietrangeli, Germi e Monicelli]). Il film è recitato interamente in dialetto salentino, coi sottotitoli. I protagonisti sono quelli che all'epoca (quasi 10 anni fa) formavano il gruppo di musica etnica Zoè. Poi Zimba uscì dal gruppo e fondò un suo ensemble (Zimbarìa) con vari familiari, continuando a far ballare moltitudini di persone al ritmo tradizionale della pizzica, mentre gli Zoè hanno proseguito su territori più (posso dire?) sperimentali, in un certo senso. Il disco con la colonna sonora del film è uno degli album italiani più belli degli ultimi 10 anni. Quindi non perdete tempo: procuratevi film e disco e poi mi direte! :cincin:


Admin - 05/02/2009 alle 19:29

Ps: il disco è Officina Zoè - Sangue vivo.


Bitossi - 05/02/2009 alle 21:19

Di Edoardo Winspeare conosco "Il miracolo", un piccolo gioellino del "realismo magico" tipico del regista salentino (Admin, è quasi paesano tuo, giusto?). Lo vidi in una serata speciale, con critico in sala ad introdurlo, e proprio dal critico sentii fare dei riferimenti (forse un po' tirati per i capelli) pure al cinema di Fellini, almeno in quel film, per quel che riguardava i "voli" estranei alla trama, di solito pedinando un personaggio minore. Non ho visto "Pizzicata" e "Sangue vivo", ma spero di potermeli procurare. Non ho capito se è mai uscito nelle sale "Galantuomini", il film terminato l'anno scorso.


miky70 - 05/02/2009 alle 23:37

Sabrina di Billy Wilder con William Holden, Humphrey Bogart, Audrey Hepburn Chissà perchè ma mi è sempre piaciuto molto. Sliding Doors con Gwineth Paltrow e John Hannah, l'adoro. 4 matrimoni e un funerale è un cult. Il sesto senso, la prima volta che l'ho visto mi ha angosciata letteralmente. Mi piacciono Danzel Washington e Will Smith. Credo che A Beautiful Mind sia il mio film preferito. Ma ci sono film a cui non penso e poi guardandoli nuovamente, mi fanno un effetto totalmente diverso rispetto a prima. Quando mi torneranno in mente altri film che ho amato, lo scriverò.


Admin - 06/02/2009 alle 00:00

@ Bitossi La mia personale classifica winspeariana è 1.Sangue vivo 2.Pizzicata 3.Il miracolo (per dirti che ti sei perso il meglio! :) ). Galantuomini non l'ho visto, ma è uscito in sala prima di Natale è non è nemmeno andato male. E mi pare che avesse vinto qualche premio importante al Festival di Roma. Ne Il miracolo c'era anche Pino Zimba, era il miracolato all'inizio del film, quello con la barba.


desmoblu - 08/02/2009 alle 09:22

Io ho rivisto Il Grande Lebowski e come sempre lo trovo geniale.


lemond - 10/02/2009 alle 10:36

Ho acquistato il DVD e visto ieri un film molto complicato "I re e la regina di A. Desplechin", il cui significato a me sembra sia, in sostanza: "Nulla è come sembra". Gradirei conoscere il parere (meno sintetico) di chi è più bravo di me. Grazie.


Salvatore77 - 13/02/2009 alle 08:44

Ho visto il film Next con N. Cage. Deboluccio, ha una buona idea di base ma sviluppata male. Alla fine resta solo uno dei tanti film d'azione.


lemond - 13/02/2009 alle 09:01

Prsentazione del film "Religiolus" http://oknotizie.virgilio.it:80/go.php?us=71f040b167c26db3


Salvatore77 - 22/02/2009 alle 10:18

(fonte: http://canali.kataweb.it) Guida tv alla notte degli Oscar di Annalisa D'Aprile Sarà Sky Cinema 1 a seguire, per l’intera notte tra domenica e lunedì 23 febbraio, la cerimonia di premiazione degli Academy Awards (in simulcast su Sky Cinema Hd). Da ormai cinque anni il canale satellitare si è aggiudicato l’esclusiva della diretta degli Oscar. Commentatori dell’evento dagli studi di Milano, il critico cinematografico Gianni Canova (in foto) e Francesco Castelnuovo, inviato di punta della scuderia SkyCinema. I collegamenti dal red carpet del Kodak Theatre di Los Angeles, sono affidati ad Alessandra Venezia impegnata nell’annuncio delle star che si avvicenderanno sul tappeto rosso. Dagli studi di Sky Tg24 invece, Martina Riva si occuperà della parte 'glamour della' cerimonia, dali commenti sulle mise delle star alle news di gossip. Poco prima dell’inizio della premiazione andrà in onda un’intervista all’attore australiano Hugh Jackman, che avrà il compito di condurre l’81ª edizione e proclamare i vincitori. E alle 21, prima del collegamento con il Kodak Theatre, su Sky Cinema1 andrà in onda Non è un paese per vecchi, pellicola dei fratelli Coen che nella scorsa edizione degli Academy Awards si è aggiudicata ben quattro statuette, come miglior film, miglior regia, sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista (Javier Bardem). Nel dettaglio, la scaletta della serata: Dalle 23:45 Gianni Canova e Francesco Castelnuovo presentano la Notte degli Oscar con servizi e collegamenti video con Alessandra Venezia dal Red Carpet. Da mezzanotte il pre-show in collegamento con Los Angeles: commenti sull’arrivo delle star e contributi su film e attori in corsa per l’Oscar. Dalle 2 il countdown con una speciale intervista a Hugh Jackman. Dalle 2,30 fino alle luci dell’alba, la diretta della cerimonia di consegna dei premi Oscar con i commenti di Canova e Castelnuovo dagli studi di Sky. E! Entertainment (canale 124 di Sky) avrà i riflettori puntati su tutto ciò che della serata degli Oscar è moda. Gli inviati Ryan Seacrest e Giuliana De Pandi, a partire dalle 24 (in replica lunedì 23), saranno sul tappeto rosso per commentare ed intervistare le stelle del cinema. E per quelli che si perderanno la diretta, lunedì 23 febbraio su Sky Cinema Hits andrà in onda, dalle 14.40, la replica dell’intera serata. Mentre alle 21.15 sarà la volta di uno speciale con Il meglio della Notte degli Oscar 2009. Repliche degli speciali anche martedì 24 a rotazioni su tutti canali Sky Cinema. La visione della premiazione sui siti web è interdetta in Italia dalla esclusiva Sky. (19 Febbraio 2009)


herbie - 26/02/2009 alle 11:32

mi rivolgo agli esperti di cinema del forum, ne vedo alcuni ottimi che scrivono qui sopra: avete per caso conoscenza di qualche libro o intervista in cui Kubrik si esprime sulla scena del duello in Barry Lindon? A me interesserebbe moltissimo perchè sono un convinto estimatore di due grandi e profondi conoscitori dell'animo umano che furono appunto Kubrik e Dostoevskij. Quella scena è costruita in maniera da richiamare con grande forza un'altra scena di duello contenuta nei "Demoni" dell'autore russo, quello fra Stavrogin e il figlio dell'oltraggiato Gaganov. L'episodio di Barry Lindon è quasi ricalcato su quello dostoevskiano, a partire dal carattere stesso dei personaggi e dalle implicazioni esistenziali delle loro vicende al di là dello svolgimento del duello in sè, che per altro è pressochè identico. Troppo simile per non essere un plagio voluto e volutamente espressivo. Non riesco a trovare niente in cui il regista abbia spiegato questa coraggiosa scelta, dal momento che non saranno mancate le occasioni in cui gli sarà stato fatto notare; potete aiutarmi? Ringrazio anticipatamente ;)


Bitossi - 26/02/2009 alle 14:36

In effetti pare che Kubrick non concesse molte interviste su Barry Lyndon e sul duello finale. Lo si afferma anche in questa: http://www.visual-memory.co.uk/amk/doc/interview.bl.html (in inglese), dove comunque non si fa riferimento a "I Demoni". Stasera darò un occhio alla monografia dei "Castori", e ti saprò dire... ;)


herbie - 26/02/2009 alle 16:30

grazie mille per l'intervista che non conoscevo. E' vero, non si fa menzione della cosa, anche se ci sono alcune osservazioni interessanti riguardo all'ambientazione. Ancora più interessante il fatto che la scena del duello non fosse contenuta nel romanzo di Thackeray cosa che non sapevo. In effetti c'è anche Shakespeare e Amleto nel personaggio di Lord Bullingdon, ma questo è stato fatto presente a Kubrik in altre occasioni. Tuttavia non trovo riferimenti a quella scena dei "Demoni" e questo mi pare strano.


Bitossi - 26/02/2009 alle 20:19

Dunque, la monografia dei Castori è di Enrico Ghezzi ( :Od: ), e anche lì niente riferimenti a Dostoevskij... In effetti le coincidenze sono notevoli, a partire dal colpo sparato a vuoto da Barry Lyndon (ne "I demoni" uno dei due sparava in aria, ora non ricordo chi...), fino alla "familiarità" dei duellanti. Boh, alla prima occasione chiederò al mio Kubrickologo di fiducia: mi ha persino regalato il DVD di "Fear and Desire", il primo lungometraggio di Kubrick, dei cui esiti il regista si pentì e che fece ritirare. Ti assicuro che è una persona di assoluta competenza, e se non ne sa niente lui...


miky70 - 03/03/2009 alle 14:54

Il Nome della Rosa, ancora bellissimo, ogni volta che lo vedo. Domenica ho riguardato Le streghe di Eastweeck. Jack Nicholson è un vero mito!!!! Ho letto di Kubrik..... Il finale di Odissea nello spazio cosa significa? Mi sono scervellata ma non l'ho mai capito? Ho pensato che fosse quel totem a dare la sapienza ai popoli. E' così anche secondo voi? Poi ho visto Mr. & Mrs. Smith.... Ma Angelina lavora solo se le mettono una pistola in mano e se prende a calci qualcuno? :cool:


Bitossi - 03/03/2009 alle 15:56

[quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ho letto di Kubrik..... Il finale di Odissea nello spazio cosa significa? [/quote] Secondo l'interpretazione "autentica" del libro scritto a posteriori (o meglio in contemporanea) da Arthur Clarke (mentre il film inizialmente si ispirava ad una novella dello stesso Clarke, "The sentinel") il tutto potrebbe essere spiegato dal punto di vista "alieno": e cioè entità extraterrestri ci controllano e ci guidano verso forme di vita "superiori". Il monolite non sarebbe altro che una sorta di trasmittente per poterci mettere in contatto con loro, una volta raggiunta la tecnologia (e la statura morale) per confrontarci con questo salto di qualità. Certo che il film, da vera opera d'arte, sfuma molto questa dimensione narrativa, offrendo ambiguità interessanti, come il rapporto uomo/macchina, e sfiorando anche implicazioni filosofiche notevoli (una sorta di "superomismo" nietzschiano, non a caso nella colonna sonora compare anche "Also sprach Zarathustra")... ;)


Abajia - 03/03/2009 alle 21:49

L'immagine dell'articolo in home ([i]Senza alcuna direzione[/i]) è del film [i]Into the wild[/i], come si vede. Colgo l'occasione per consigliarne a tutti la visione, è stupendo.


Salvatore77 - 03/03/2009 alle 22:05

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] L'immagine dell'articolo in home ([i]Senza alcuna direzione[/i]) è del film [i]Into the wild[/i], come si vede. Colgo l'occasione per consigliarne a tutti la visione, è stupendo. [/quote] Condivido. Molto bella anche la colonna sonora. Sean Penn dimostra di essere bravo sia come attore che alla regia.


Abajia - 03/03/2009 alle 23:27

Eh già, la colonna sonora è un vero tocco di classe. In alcuni brani, Vedder (per chi non lo conoscesse, è il leader dei Pearl Jam) ha davvero dato il meglio di sé (i testi in particolare sono bellissimi).


Abajia - 04/03/2009 alle 21:52

Per chi ha Sky cinema, stasera alle 22:45 su Sky cinema +24 (canale 303) c'è Into the Wild. ;)


W00DST0CK76 - 04/03/2009 alle 23:53

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] L'immagine dell'articolo in home ([i]Senza alcuna direzione[/i]) è del film [i]Into the wild[/i], come si vede. Colgo l'occasione per consigliarne a tutti la visione, è stupendo. [/quote] Io l'ho visto qualche mese fa e mi ha fatto venir voglia di mollare tutto e perdermi per il mondo, con bici se seguito però! Sono curioso di vedere The Wrestler, credo che in questo weekend andrò a vederlo al cinema.


herbie - 05/03/2009 alle 15:40

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da miky70 [/i] Ho letto di Kubrik..... Il finale di Odissea nello spazio cosa significa? [/quote] Secondo l'interpretazione "autentica" del libro scritto a posteriori (o meglio in contemporanea) da Arthur Clarke (mentre il film inizialmente si ispirava ad una novella dello stesso Clarke, "The sentinel") il tutto potrebbe essere spiegato dal punto di vista "alieno": e cioè entità extraterrestri ci controllano e ci guidano verso forme di vita "superiori". Il monolite non sarebbe altro che una sorta di trasmittente per poterci mettere in contatto con loro, una volta raggiunta la tecnologia (e la statura morale) per confrontarci con questo salto di qualità. Certo che il film, da vera opera d'arte, sfuma molto questa dimensione narrativa, offrendo ambiguità interessanti, come il rapporto uomo/macchina, e sfiorando anche implicazioni filosofiche notevoli (una sorta di "superomismo" nietzschiano, non a caso nella colonna sonora compare anche "Also sprach Zarathustra")... ;) [/quote] scusate se mi intrometto con un argomento un pò pesante. Da appassionato kubrikiano mi sono sentito chiamato in causa anche se ormai sul tema del finale di 2001:Odissea nello spazio si sono scritte pagine e pagine. Finora non ho trovato nessuno che abbia avuto il coraggio di affrontare l'argomento per via diretta, pur notando chiare allusioni. All'inizio del film la tribù fuggiasca degli uomini-scimmia sta languendo nella fame senza speranza quando compare il celeberrimo monolite. Un che di imponente, duro, liscio, impossibile da scalfire, ipenetrabile, sommamente serio con la sua ieratica, ancestrale incombenza. In due parole, l'epifenomeno del mistero, inteso come ciò che di per sè è impenetrabile, inconoscibile. Anche qualcosa di più, provenendo da una insondabile antichità, il mistero dei misteri. E qual è il più grande mistero per l'uomo, quella soglia che per la sua intelligenza rimane insuperabile? E di una soglia scurissima il monolite ha tutto l'aspetto. Non a caso la comparsa del monolite è accompagnata dal "Requiem" di Ligeti. Sembra quasi che Kubrik abbia letto i capitoli di "Essere e tempo" dedicati a quella dimensione fondante della coscienza dell'essere umano, l'unico "ente per cui ne va del proprio essere", l'unica presenza al mondo consapevole della possibilità di vivere o perire in funzione di ciò che in ogni instante può accadergli, dedicati all'"essere per la morte", al sapere della propria fine. Non a caso la "sapienza del monolite" guida l'uomo all'intelligenza e alla prevaricazione, insita nella lotta per la sopravvivenza. Perfino Hal 9000 arriva a confrontarsi con questo angoscioso sapere della propria fine (le scene in cui "spia" i discorsi degli astronauti chiusi nel modulo spaziale per carpirne le intenzioni sospettando che vogliano disattivarlo sono memorabili) e uccide gli astronauti della navicella. Il sapere della fine genera uno strano scacco della ragione, una specie di blocco del pensiero, una lacerazione del linguaggio, che può solo essere riallacciato altrimenti. Questo scacco della ragione, che da un lato spinge l'uomo, come per disperazione, a riattivare l'intelligenza, dall'altro "genera i mostri" della violenza e dell'omicidio. Nel finale, in un certo senso arrivando fino all'origine di questo sapere della fine, il protagonista è risucchiato in un mondo chiaramente "al di là" dello spazio e del tempo (in quello che potrebbe essere anche letta come la caduta nella fisica paradossale di un buco nero, argomento assai alla moda negli anni '60) e vede se stesso anziano e infine morente in quella luminosissima e allo stesso tempo gelida e lugubre stanza in stile barocco. Ho letto molti critici che fanno chiaramente allusione a questa lettura escatologica del film, ma ancora nessuno che parli di un'opera che vuole indagare sul rapporto con il sapere della propria fine. Veramente, capisco che l'argomento è assai pesante da introdurre in una discussione di un forum e me ne scuso ancora, mi piacerebbe condividere con qualcuno questa lettura di un film che tocca corde che poche altre opere toccano. Corde che si esprimono con grande fatica a parole. Il finale del film, però, dove l'allusione alla civiltà aliena è nettamente più sfumato rispetto al libro, a me sembra pieno di speranza.

 

[Modificato il 05/03/2009 alle 15:43 by herbie]


lemond - 05/03/2009 alle 16:50

Mi sembra che tu abbia scritto molto bene quello che ti ha colpito ed anch'io concordo che sia un film pieno di speranza, ma d'altra parte anche Bitossi "Certo che il film, da vera opera d'arte, sfuma molto questa dimensione narrativa, offrendo ambiguità interessanti, come il rapporto uomo/macchina, e sfiorando anche implicazioni filosofiche notevoli (una sorta di "superomismo" nietzschiano, non a caso nella colonna sonora compare anche "Also sprach Zarathustra")... aveva ben argomentato quest'aspetto. Di mio voglio aggiungere (cito a memoria e posso sbagliare, perché la decima ed ultima volta il film l'ò visto una trentina di anni fa) l'immagine del feto che appare nella scena finale, secondo me un inno all'uomo (forse super :) ) nuovo. :cincin:


Bitossi - 05/03/2009 alle 16:55

Al proposito ci sarebbe anche un curioso sito internet multilingue che pretende di "spiegare" il film: http://www.kubrick2001.com/ Niente di che, un po' ingenuamente didascalico, vagamente new-age, è quasi un giochino... Il sito è un po' pesante, in quanto realizzato con animazioni in Flash, e quindi necessita di una connessione abbastanza veloce (l'ADSL dovrebbe bastare...) ;)


Salvatore77 - 05/03/2009 alle 21:40

L'intenzione di dare una soluzione univoca a 2001 è abbastanza remota. Credo che il film sia stato concepito proprio con l'idea di lascare aperte tante porte e tante soluzioni. Diciamo che il finale più di tutte le altre parti del film forse non vuole significare assolutamente solo una cosa, naturalmente l'uomo è al centro del film e quindi un feto non può essere altro che un omaggio alla vita (umana). Per questo il monolite ovunque esso compaia rappresenta l'inizio della vita (umana) intelligente. Dal momento che compare innanzi ai primati si comprende che essi smettono di comportarsi come semplici animali ma cominciano ad essere gruppi contrapposti (quindi società) e farsi la guerra come fanno sempre gli umani. Quindi se la domanda è: cosa fà scaturire la vita? La risposta per molti è Dio, quindi il monolite è...:boh:


Bitossi - 06/03/2009 alle 10:05

[quote][i]Originariamente inviato da herbie [/i] ...Ho letto molti critici che fanno chiaramente allusione a questa lettura escatologica del film, ma ancora nessuno che parli di un'opera che vuole indagare sul rapporto con il sapere della propria fine. [/quote] Mah... il problema è che l'opera ci mette di fronte a così tanti simboli, allusioni, citazioni, possibilità, che risulta poi complicato o insostenibile basarne l'interpretazione su uno o pochi aspetti. Sicuramente il film parla [i]anche[/i] del "destino dell'uomo" in senso escatologico/spirituale, ma forse altrettanto (o di più?) in senso evoluzionistico/epistemologico. Così pure la giustissima possibilità adombrata da Salvatore, riguardo alla domanda su "Dio"... devo dire però che in questo senso il film sembra chiaramente indicare una strada laica, se vogliamo a-religiosa, sicuramente non creazionistica, e inserisce casomai una prospettiva demiurgica, ventilando la possibilità di un qualcosa/qualcuno (gli "extraterrestri"?) che ci guida e ci plasma. Al massimo si potrebbe fare riferimento al Brahma della filosofia induista... In ogni caso, ci sono dichiarazioni di Kubrick in tal senso, che non fanno dubitare dell'approccio laico alla questione. Comunque, come dicevo, il film è così pieno di riferimenti, che può diventare sterile esercizio intellettuale trovarli tutti... col rischio di non coglierne altri più manifesti e diretti. Per esempio, sollecitato da questa discussione, mi sono accorto da poco dello scarso peso che ho sempre attribuito al legame tra il titolo ("Odissea") e la vicenda di Ulisse (con HAL "monoculo" a fare la parte, in un certo senso rovesciata, di Polifemo...) :Od: Che dire, fra l'altro, della macchina che finisce per essere più "umana" degli umani, e che non a caso pronuncia le ultime parole del film, prima del suo famoso finale? In generale, in opere di questa portata, io mi attengo al principio della ricerca di "significanze" in luogo dei "significati". Le prime conducono a delle possibilità di [i]interpretazione[/i], i secondi alla necessità di [i]spiegazioni[/i], che giocoforza rischiano di apparire forzate e riduttive... ;)


Salvatore77 - 06/03/2009 alle 11:30

Sicuramente l'idea di un Dio creatore è "non" religiosa, nel senso di un'entità sovrannaturale, forse extraterrestre, sicuramente non terrestre, non è vista come entità che si prega. Il concetto base è secondo me che ci sia un creatore al di sopra di tutto, ma che si riferisce solo alla creazione dell'uomo inteso come intelligente. Infatti nel film c'era già la natura ma solo con l'avvento del monolite inizia la storia dell'uomo.


lemond - 06/03/2009 alle 14:37

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da herbie [/i] [/quote] Mah... il problema è che l'opera ci mette di fronte a così tanti simboli, allusioni, citazioni, possibilità, che risulta poi complicato o insostenibile basarne l'interpretazione su uno o pochi aspetti. Sicuramente il film parla [i]anche[/i] del "destino dell'uomo" in senso escatologico/spirituale, ma forse altrettanto (o di più?) in senso evoluzionistico/epistemologico. Così pure la giustissima possibilità adombrata da Salvatore, riguardo alla domanda su "Dio"... devo dire però che in questo senso il film sembra chiaramente indicare una strada laica, se vogliamo a-religiosa, sicuramente non creazionistica, e inserisce casomai una prospettiva demiurgica, ventilando la possibilità di un qualcosa/qualcuno (gli "extraterrestri"?) che ci guida e ci plasma. Al massimo si potrebbe fare riferimento al Brahma della filosofia induista... In ogni caso, ci sono dichiarazioni di Kubrick in tal senso, che non fanno dubitare dell'approccio laico alla questione. Comunque, come dicevo, il film è così pieno di riferimenti, che può diventare sterile esercizio intellettuale trovarli tutti... col rischio di non coglierne altri più manifesti e diretti. Per esempio, sollecitato da questa discussione, mi sono accorto da poco dello scarso peso che ho sempre attribuito al legame tra il titolo ("Odissea") e la vicenda di Ulisse (con HAL "monoculo" a fare la parte, in un certo senso rovesciata, di Polifemo...) :Od: Che dire, fra l'altro, della macchina che finisce per essere più "umana" degli umani, e che non a caso pronuncia le ultime parole del film, prima del suo famoso finale? In generale, in opere di questa portata, io mi attengo al principio della ricerca di "significanze" in luogo dei "significati". Le prime conducono a delle possibilità di [i]interpretazione[/i], i secondi alla necessità di [i]spiegazioni[/i], che giocoforza rischiano di apparire forzate e riduttive... ;) [/quote] Non so che dire, tranne che :clap::clap::clap: e forse c'è da aggiungere che, secondo me, hai sbagliato mestiere, anche se non so di preciso che fai :D


herbie - 06/03/2009 alle 19:10

vi ringrazio per le risposte sul tema che avevo introdotto. (con Bitossi sono ancora in attesa di una consulenza...) Piuttosto che di significato io parlerei di lettura in una certa chiave. Mi spiego, uno stesso orizzonte si può osservare da alture diverse descrivendo paesaggi diversi, un diverso allineamento delle colline circostanti, differenti rapporti tra gli oggetti del paesaggio. Confrontando le due visioni dello stesso orizzonte poi si ha un'immagine in 3d, a tutto tondo, ma è fondamentale che ciascun osservatore descriva le cose come le vede lui e osservando quell'orizzonte comune, escludendo ad es. ciò che sta alle sue spalle, che sarà utile per un'altro confronto, magari. E' giusto che si tenti una lettura di un'opera in una certa chiave. Così per 2001:Odissea nello spazio c'è la chiave esistenziale/escatologica che proponevo io, tenendo presente certamente che il film può essere letto anche nell'ottica di una profonda critica del positivismo scientifico-progressista, ad esempio, oppure facendo un discorso di storia del pensiero (la danza delle astronavi nello spazio a me richiama le armonie perfette delle Forme dell'iperuranio platonico ad es.). Tuttavia quando, osservata l'opera, si ha l'impressione complessiva che una chiave di lettura sia particolarmente pregnante poi l'esposizione è tutta orientata in quella direzione, andando a cercare ogni cosa che sia contemplata in quella linea di visione. Questo senza escludere le altre chiavi di lettura, ma è essenziale la coerenza di tutte le parti all'intero, come direbbe Donchisciotte, no? Ora, proprio questo nome di "odissea" e il richiamo al mito di Ulisse che morì andando oltre il confine dell'universo dà esattamente il senso del viaggio "ultimo", quello che nella mia lettura è il cuore del film, in questo modo una meditazione sullo strettissimo legame tra il sapere dell'essere mortale e la coscienza e l'intelligenza umane.


Carrefour de l arbre - 15/03/2009 alle 17:30

Ieri ho visto "L'uomo che non c'era" dei fratelli Coen. Cosa mi sono perso dal 2001 ad oggi! Veramente uno splendido film che fornisce parecchi spunti di riflessione "esistenziale". Thornton poi è bravissimo nella sua inespressività: inespressività che però è perfetta sul personaggio che deve interpretare, enigmatico e introverso. Di solito gli attori inespressivi sono inutili o addirittura perniciosi (la Bellucci, Brad Pitt...), ma in questo caso, come per gli attori dei film di Kaurismaki, sono perfetti per il ruolo. Ottimo e consigliato.


Salvatore77 - 16/03/2009 alle 21:08

"L'uomo che non c'era" è un bellissimo film. Una sorta di noir dei giorni nostri, con una fotografia eccezionale e un bianco e nero d'autore. Proprio come i film di una volta.


Salvatore77 - 22/03/2009 alle 21:32

Tutto Kill Bill in un minuto, è possibile... http://trovacinema.repubblica.it/multimedia/curiosita/Tutto-Kill-Bill-in-1-minuto/5252855/1/1


desmoblu - 23/03/2009 alle 08:36

Ho visto l'altra sera 'Gran Torino'. Davvero. Bello. Se leggete le recensioni, alcune (vedi il New Yorker) parlano di un'opera 'forse minore' ma interessante per una riflessione retrospettiva sui vari personaggi di Eastwood. Non tenetene conto. Non credo proprio che sia un film 'minore', è ricco di spunti, è girato bene, i dialoghi sono molto buoni, la trama anche, l'idea iniziale potrebbe essere uno spunto dei fratelli Coen, lo sviluppo è decisamente differente. Eastwood sa far divertire nella prima parte, nella seconda c'è una piega molto più 'tragica'. Tecnicamente regia e fotografia sono di alto livello, e mi spiace parlar bene di un film di cui 'tutti' parlano bene...ma è davvero bello, e ben fatto. Desmoblu consiglia.


lemond - 23/03/2009 alle 08:51

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Ho visto l'altra sera 'Gran Torino'. Davvero. Bello. e mi spiace parlar bene di un film di cui 'tutti' parlano bene...ma è davvero bello, e ben fatto. Desmoblu consiglia. [/quote] Con una battuta, si potrebbe parafrasare il tuo discorso: "Quando il mio pensiero trova compagnia, forse è venuto il momento di cambiare idea ;)". Ma in realtà, se è deleterio il conformismo, secondo me lo è ancora di più l'elitarismo.


Bitossi - 24/03/2009 alle 15:45

Volevo dire che ho finalmente trovato il tempo e il modo di vedere con calma "L'età barbarica" di Denis Arcand, che Lemond gentilmente mi ha inviato in DVD (a prop... sono ancora in debito!). Freghiamocene un po' degli "spoiler", termine per il quale, Lemond, dovremmo trovare un corrispettivo in italiano... va bene "rovinafilm"? :Od: Ovviamente in questo film Arcand prosegue la critica, mordace in alcuni casi, un po' più scontata in altri, alla "civiltà occidentale" e alle sue sovrastrutture, che finiscono per rendere una sorta di prigione (o addirittura uno stadio sportivo, il che rimanda chiaramente alle dittature sudamericane) il lavoro, la famiglia, i rapporti umani. Relazioni usurate da regole contraddittorie e da un uso distorto della comunicazione e della "mobilità" (il pendolarismo, universale deriva delle metropoli...), che rischiano di confinare la creatività, soprattutto per chi ha un'età di mezzo e gli strumenti critici per "sentire" queste contraddizioni, alla banale fantasia cinematografico/teatrale, ovviamente a sfondo alternativamente erotico o romantico... La ribellione è possibile solo a livello individuale, e spesso si limita alla riscoperta di valori del passato (il ritorno alla natura?) e alla ricerca di una vita forse più serena ma a forte rischio "noia"... Un quadro fosco, ed apparentemente senza speranze: anche la soluzione dell'isolamento secondo me è vista in una prospettiva critica, che però non traspare chiaramente, rendendo il finale del film un po' debole. In definitiva, non un capolavoro ma nemmeno una schifezza: il disagio descritto è sincero ed in alcuni casi pungente. A livello di direzione, per il poco che ho visto di Arcand, si conferma una vena caustica, che spesso centra il bersaglio; tra i difetti metterei una tendenza ad arruffare i piani e i toni della narrazione, qualche squilibrio e qualche semplicismo, oltre al fatto che il regista non si può certo definire uno "stilista". Curiosità: verso la fine, stavo pensando a come il film mi ricordasse il qualche modo, nelle fantasticherie del protagonista, "Luce dei miei occhi" di Giuseppe Piccioni, opera per altro non molto riuscita a mio avviso, quando il cantante Rufus Wainwright (solitario coreuta del film di Arcand) ha intonato la cantata "Luce degli occhi miei" (non credo sia quella di Pergolesi)... Infine, ho il sospetto che Arcand possa essere un appassionato del cinema italiano: la scena del torneo medievale non è presa pari pari da "Brancaleone alle crociate"? C'è persino l'oggetto che cade in testa a chi sta prevalendo, anche se in questo caso sul "cattivo"... :Od:

 

[Modificato il 24/03/2009 alle 15:48 by Bitossi]


lemond - 25/03/2009 alle 08:15

Scampato pericolo :Od: avevo detto che mi sarei rimangiato il mio entusiasmo, se la tua critica fosse stata "impietosa". Per quanto riguarda il finale a me è parso che anche la natura non ci possa salvare, tranne a chi piaccia la "natura morta" ;). In debito, secondo me, siamo noi utenti per i tuoi interventi e voterò per te questo mese nel concorso, perché, parafrasando Jannacci, dirò "la vita è più bella quando parla ..." :) P.S. Oggi ho imparato che significa "spoiler" :D


Bartoli - 30/03/2009 alle 23:02

Il secondo film dove partecipa Bartoli http://www.ermannox.it/home.html Nella colonna Interpreti sono il penultimo :D


Admin - 31/03/2009 alle 09:52

Ieri sera ho visto un film che consiglio (oddio, forse se n'è anche già parlato qui): Persepolis, di Marjane Satrapi. Mentre lo guardavo sono sprofondato in uno stato di malessere che non mi ha ancora abbandonato. Un ottimo catalizzatore, quel film, ma credo che ne parlerò nel thread della politica (o in "Sfogatevi"?...).


galibier98 - 02/04/2009 alle 15:49

se non li avete visti tre film visti ultimamente che consiglio: onora il padre e la madre di sidney lumet, la promessa dell'assassino di david cronenberg e paranoid park di gus van sant


Bitossi - 21/04/2009 alle 19:07

[quote][i]Originariamente inviato da herbie [/i] ...avete per caso conoscenza di qualche libro o intervista in cui Kubrik si esprime sulla scena del duello in Barry Lindon? A me interesserebbe moltissimo perchè sono un convinto estimatore di due grandi e profondi conoscitori dell'animo umano che furono appunto Kubrik e Dostoevskij. [/quote] Ciao Herbie, ritiro fuori questo argomento perché qualche giorno fa ho rivisto il mio amico "Kubrickologo", al quale ho chiesto lumi sulla questione dei duelli in Barry Lyndon e I Demoni. Anche lui concorda sul fatto che la somiglianza delle scene sia notevole, ma non ricorda di aver mai letto niente al riguardo; forse da qualche parte ricorda invece di aver letto dell'amore di Kubrick per Dostoevskij (mi farà sapere, gli pare nel volume di Michel Ciment dedicato al regista). Nel frattempo mi ha regalato il bel libro di interviste e articoli su Kubrick edito da Minimum Fax ("Non ho risposte semplici"): se non l'hai già, te lo consiglio. Anche lì, nisba sulla questione... :( Sempre se già non lo conosci, ho scoperto che c'è anche un sito piuttosto completo, in italiano e ben fatto, su Kubrick: http://www.archiviokubrick.it/ Comprende un sacco di materiale, che ho fatto in tempo ad esaminare solo in minima parte... ;)


UribeZubia - 25/04/2009 alle 02:40

Ho visto ieri sera Burn After Reading-A prova di spia dei fratelli Coen. Un film con John Malkovich,George Clooney e Brad Pitt sulla stupidita', in cui tutti e tre questi grandi attori riescono benissimo a recitare la parte degli stupidi (in particolare Pitt). Un film che evidenzia il cinismo la paranoia e l'avidita' sotto una superficie da commedia.:Od:


herbie - 30/04/2009 alle 23:12

grazie Bitossi, il sito è molto bello. Ho scoperto alcune cose interessanti, tipo la ricomparsa della soglia-monolito in altri film, che non avevo mai notato...comincio a pensare che Eyes Wide Shut sia un film molto avanti con i tempi e tocchi temi forse non ancora del tutto emersi, inizialmente lo avevo sottovalutato. La questione del duello è veramente strana, perchè una richiamo del genere ad un romanzo così importante non può non essere una situazione voluta dal regista (che sapeva bene che milioni di persone nel mondo hanno letto "I demoni" )ed è molto insolito che non venga fatto notare, anche perchè le due scene sono evidentemente piuttosto dense di pathos e rimangono facilmente impresse nella memoria del lettore e dello spettatore. Un'altra cosa che rimanda a Dostoevskij è il tono vocale dei drughi di Arancia Meccanica. Quella crudele leggerezza, una specie di scanzonato ed insolente nichilismo che sembra ispirato dal modo in cui nei "demoni" viene descritto il tono usuale di voce di Piotr Stepanovic...


Admin - 30/04/2009 alle 23:21

Ultimamente sto leggendo una biografia di Kubrick: "L'uomo dietro la leggenda" di Vincent LoBrutto. Sono appena arrivato al capitolo su 2001 :)


Salvatore77 - 03/05/2009 alle 17:02

fonte: www.corriere.it Angeli e demoni nella Capitale. Anteprima mondiale con Tom Hanks. Domani sera la prima proiezione del film ispirato al libro di Dan Brown. Sulla passerella rossa tutto il cast. L'anteprima mondiale tocca a Roma. Con tanto di passerella di superstar hollywoodiane. Perché lunedì sera all'Auditorium Parco della Musica si proietta «Angeli e demoni», il film diretto da Ron Howard e ispirato all'omonimo libro di Dan Brown, autore del «Codice da Vinci». In Italia uscirà nelle sale il 13 maggio, negli Usa, il 15. Per esigenze di sceneggiatura il film è stato trasformato in un sequel del «Codice», anche se nella realtà il libro è precedente al best seller che ha venduto milioni di copie. CAST - Protagonista ancora una volta Tom Hanks, anche lui sulla passerella romana domani sera, che torna nei panni dello scienziato Robert Langdon, reclutato dal Vaticano dopo la morte del Papa e il rapimento di quattro cardinali favoriti alla successione. Langdon-Hanks si muove attraverso la Cittá eterna alla scoperta di indizi legati ad una antica societá segreta, gli Illuminati. «Non è l'uomo in cui il Vaticano crede, è l'uomo di cui il Vaticano ha bisogno», ha spiegato Howard, anche lui domani a Roma per l'anteprima. Ewan McGregor interpreta, invece, il ruolo del Camerlengo, che gestisce la Santa Sede nell'interregno tra la morte del Pontefice e l'elezione del suo successore. «Sembra un uomo che farà il possibile per salvare la Chiesa dalla confraternita degli Illuminati e da tutto quello che rappresentano», ha spiegato l'attore parlando del suo personaggio. IL CODICE - Il film precedente, il «Codice Da Vinci», all'epoca ha incassato oltre 750 milioni di dollari nel mondo, facendo infuriare il Vaticano e alcuni cattolici per la trama, in cui si spiegava che Gesù era sposato con la Maddalena, da cui aveva avuto perfino dei figli, dando origine ad una stirpe mantenuta segreta per secoli. Non diversa sorte sembra toccare a questa seconda pellicola, che promette di attrarre nella Capitale frotte di visitatori. «Ho dato i permessi per le scene girate a Castel Sant'Angelo - ha ricordato Claudio Strinati, soprintendente del Polo Museale Romano - ma ho ricevuto la richiesta solo dal produttore». Strinati non si è stupito del no del Vaticano a eseguire le riprese all'interno di alcune chiese ed edifici religiosi romani, che ha costretto la troupe a girare parte delle scene nella reggia di Caserta. «È il gioco delle parti», ha commentato il soprintendente.


lemond - 04/05/2009 alle 09:10

Ho visto ieri "L'aria salata" (naturalmente in DVD, perché sono anni che non vado al cinema) e vi consiglio questo film molto ... diverso. Il confronto fra padre e figlio può aprire nuovi orizzonti a chi vuole cercare al di là degli "stereotipi".


Carrefour de l arbre - 04/05/2009 alle 21:54

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Ho visto ieri "L'aria salata" (naturalmente in DVD, perché sono anni che non vado al cinema) e vi consiglio questo film molto ... diverso. Il confronto fra padre e figlio può aprire nuovi orizzonti a chi vuole cercare al di là degli "stereotipi". [/quote] la parte finale è molto bella, sulle note di Anthony and The Johnsons. Io invece ho rivisto "Fratello dove sei?" dei Coen. Che genialata di film! Con un Clooney che, se avesse scelto di recitare in modo meno piacione nella fase iniziale della sua carriera, sarebbe uno degli attori più richiesti vista la sua verve e la sua versatilità: in questo riesce addirittura a fare ombra a Turturro!


Zanarkelly - 04/05/2009 alle 23:21

Stasera mi sono rivisto per l'ennesima volta "Kung Fu Hustler" o "Kung Fusion", che secondo me è un film eccezionale. Consiglio a tutti di vederlo, anche a chi non è appassionato di film di arti marziali, perchè trascende dal suo genere ed è una sintesi di genio assoluto. Unica avvertenza: guardate il dvd in lingua originale (cinese) con i sottotitoli, perchè gli inverecondi idioti che hanno distribuito il film in Italia hanno pensato bene di farlo doppiare in italiano a persone che parlano in gergo dialettale e soprattutto cambiano il senso di molte frasi, per interderci, tipo "Shaolin Soccer" (tra l'altro dello stesso regista e altro bel film) che era stato doppiato in romamnesco dai giocatori di Roma e Lazio (??!?!!?).


UribeZubia - 05/05/2009 alle 00:41

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Stasera mi sono rivisto per l'ennesima volta "Kung Fu Hustler" o "Kung Fusion", che secondo me è un film eccezionale. Consiglio a tutti di vederlo, anche a chi non è appassionato di film di arti marziali, perchè trascende dal suo genere ed è una sintesi di genio assoluto. Unica avvertenza: guardate il dvd in lingua originale (cinese) con i sottotitoli, perchè gli inverecondi idioti che hanno distribuito il film in Italia hanno pensato bene di farlo doppiare in italiano a persone che parlano in gergo dialettale e soprattutto cambiano il senso di molte frasi, per interderci, tipo "Shaolin Soccer" (tra l'altro dello stesso regista e altro bel film) che era stato doppiato in romamnesco dai giocatori di Roma e Lazio (??!?!!?). [/quote] Io invece me lo sono visto (purtroppo) nella versione doppiata in italiano e confermo che rende tutto il film veramente irritante e stupido. :hammer:


Zanarkelly - 05/05/2009 alle 12:16

[quote][i]Originariamente inviato da UribeZubia [/i] Io invece me lo sono visto (purtroppo) nella versione doppiata in italiano e confermo che rende tutto il film veramente irritante e stupido. :hammer: [/quote] Davvero! Non so cosa gli sia venuto in mente di fare un doppiaggio così idiota. Poi... intendiamoci: bisogna ammettere che un po' stupidino come film lo è, ma secondo me rimane comunque un mezzo capolavoro nel suo genere. Rispetto ad esempio a pipponi come "Hero", "La foresta dei pugnali volanti", ecc, questo, oltre ad essere girato in modo perfetto, ha una leggerezza ed una godibilità completamente diverse.


lemond - 05/05/2009 alle 13:25

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] [quote][i]Originariamente inviato da UribeZubia [/i] [/quote] Poi... intendiamoci: bisogna ammettere che un po' stupidino come film lo è, ma secondo me rimane comunque un mezzo capolavoro nel suo genere. Rispetto ad esempio a pipponi come "Hero", [/quote] A me invece Hero è piaciuto anche se non rammento i motivi, perché quando è più di una anno che non lo vedo, posso riguardare un film tranquillamente, perché tanto ... ;)


Zanarkelly - 05/05/2009 alle 18:42

Hero è sicuramente un film ben fatto, ben girato, fotografia perfetta, inquadrature fantastiche, però si prende troppo sul serio/serioso ed io, che non amo molto il genere epico/arti marziali, quando in un film che si propone come "serio" vedo gente che durante i combattimenti vola o fa movimenti contro le leggi della gravità, mi viene istintivamente da ridere. Se invece il film è comico o comunque più leggero, anche se poi il significato è molto simile, mi viene più facile apprezzarlo. Per farti un esempio: la differenza che c'è tra "Schindler's list" e "La vita è bella". Il primo è sicuramente un gran film, stupendamente eseguito, ma la poesia del secondo, anche se forse non è fatto bene come quello di Spielberg, è tutt'altra cosa.


lemond - 07/05/2009 alle 15:00

Le parole che non costano niente di Vania Lucia Gaito, da viaggionelsilenzio.ilcannocchiale.it In quanto a scuse, la Chiesa cattolica non le lesina di certo: si scusa con gli ebrei (dopo aver revocato la scomunica ai lefevbriani), si scusa con le vittime dei preti pedofili (guardandosi bene dal cacciarli dalle gerarchie ecclesiastiche), e, dulcis in fundo, si scusa con gli indigeni del Canada per la "deplorevole condotta" dei sacerdoti e delle suore all'interno delle scuole residenziali canadesi. Le scuse non solo non costano nulla e fanno fare bella figura, ma non cambiano neppure una virgola dello stato delle cose. Parole. Ecco: le scuse sono solo parole. Quanto ai fatti, c'è invece parecchio da dire. Intanto, la notizia dell'incontro di Ratzinger con Phil Fontaine, Grande Capo dell'Assemblea delle Prime Nazioni del Canada, e con l'Arcivescovo James Weisgerber, presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici del Canada, insieme ad altri leader e rappresentanti indigeni, sui giornali è passata quasi sotto silenzio. Argomento scomodo, si sa, meglio non sollevare clamore. Nel corso dell'incontro, Benedetto XVI ha ricordato, come sottolinea una nota del Vaticano "come fin dai primi giorni della sua presenza in Canada la Chiesa, soprattutto attraverso il suo personale missionario, abbia accompagnato da vicino le popolazioni indigene". Inoltre, il Papa ha "espresso il proprio dolore e l'angoscia provocati dalla deplorevole condotta di alcuni membri della Chiesa e ha mostrato la propria simpatia e solidarietà". L'arcivescovo James Weisgerber, inoltre, si è fatto portavoce delle difficoltà che gli indigeni canadesi vivono tuttora: "I popoli aborigeni continuano ad essere emarginati e impoveriti. Le loro necessità sociali, economiche e culturali sono oggi così urgenti che tutti i canadesi devono compiere nuovi e decisi sforzi per collaborare con le popolazioni indigene per assicurare loro rispetto, accettazione e uguaglianza". Nobilissimi sentimenti, nobilissime parole. Ma, di fronte ai fatti, si rivelano per quello che sono: parole e nient'altro. Vediamo di fare un po' di chiarezza. La "conquista del Canada" avvenne ad opera prima dei francesi e poi degli inglesi. I francesi arrivarono nel 1534, e dal 1615 arrivarono in Canada i primi missionari cattolici, che tentarono di convertire gli indigeni dei luoghi dove si stabilirono. La dominazione francese durò fino al 1763, quando, al culmine della guerra dei Sette Anni, il Canada passò sotto la dominazione della Gran Bretagna. E' importante sottolineare che, quando i francesi giunsero sul territorio canadese, lo trovarono abitato da popoli giunti lì molte migliaia di anni prima, che si dedicavano alla coltivazione, alla caccia al bisonte e vivevano in comunione con la terra. In base a quale principio, dunque, presero possesso, in nome del re Francesco I, del territorio canadese? Tutto comincia il 4 maggio 1493, con un Papa, Alessandro VI Borgia, e una bolla. La bolla è conosciuta come "Inter caetera Divinae", e con essa l'allora pontefice, in virtù della Donazione di Costantino (documento rivelatosi in seguito assolutamente ed incontrovertibilmente falso), "donava" a sua volta le terre scoperte da Colombo ai sovrani di Spagna e Portogallo, purchè si obbligassero a convertire i popoli indigeni alla religione cristiana. Un'altra bolla, emanata da Niccolò V nel 1455, autorizzava i popoli "civilizzatori" a invadere, ricercare, catturare, vincere e soggiogare i pagani, a schiavizzarli e a confiscare le loro proprietà. Del resto, le bolle trovavano legittimazione nel Deteuronomio: "Quando il Signore tuo Dio ti avrà introdotto nel paese che vai a prendere in possesso e ne avrà scacciate davanti a te molte nazioni [...] quando il Signore tuo Dio le avrà messe in tuo potere e tu le avrai sconfitte, tu le voterai allo sterminio; non farai con esse alleanza né farai loro grazia. Non ti imparenterai con loro, non darai le tue figlie ai loro figli e non prenderai le loro figlie per i tuoi figli, perché allontanerebbero i tuoi figli dal seguire me, per farli servire a dèi stranieri, e l'ira del Signore si accenderebbe contro di voi e ben presto vi distruggerebbe. Ma voi vi comporterete con loro così: demolirete i loro altari, spezzerete le loro stele, taglierete i loro pali sacri, brucerete nel fuoco i loro idoli. Tu infatti sei un popolo consacrato al Signore tuo Dio; il Signore tuo Dio ti ha scelto per essere il suo popolo privilegiato fra tutti i popoli che sono sulla terra." La sorte degli indigeni canadesi era quindi già scritta. Il potere religioso e quello politico-economico si allearono, come sempre accade, con due diversi obiettivi: il primo, quello politico-economico, mirava ad appropriarsi delle terre degli indiani canadesi per lo sfruttamento, soprattutto dei boschi, il secondo, quello religioso, mirava alla conversione (anche forzata) al cristianesimo. Per fare questo fu necessario approntare un'apposita commissione che affrontasse il problema dell'assimilazione degli indigeni. Nacque così la commissione Bagot, sostenuta dal Vaticano, che studiò il problema e indicò le linee guida di quello che sarebbe stato l'Indian Act, uno dei documenti più vergognosi che siano mai stati emessi. Con l'Indian Act, gli indigeni divenivano "cittadini di seconda classe", e potevano essere arrestati, imprigionati, privati dei loro beni e delle loro terre anche senza giustificazioni. Ma non bastava. L'obiettivo dell'assimilazione prevedeva anche che i bambini indiani, alle soglie dell'età scolare, venissero sottratti (spesso forzatamente) alle loro famiglie, per essere rinchiusi in quelle che vennero chiamate Scuole Residenziali, che nei fatti si rivelarano veri e propri lager. La tutela legale dei bambini indiani veniva tolta ai genitori e assegnata al direttore della scuola di cui facevano parte, che in pratica poteva disporre delle loro vite come voleva. E quello che accadde ai bambini indigeni canadesi ha un unico nome: genocidio. All'interno delle scuole residenziali, oltre il 60% delle quali era retta da religiosi cattolici, fu messo in opera il dictat alla base dell'Indian Act: l'assimilazione o l'annichilimento. E fu l'annichilimento, fin dal principio. Ai bambini veniva assegnato un numero, come nei campi di concentramento nazisti, e dovevano sottostare a regole rigidissime: era proibito parlare la propria lingua, era proibito qualsiasi contatto con la famiglia d'origine, era proibito professare la propria religione o dedicarsi ad attività "da indiani" come intagliare il legno, era proibito perfino ridere. La disciplina rigidissima mirava al totale annichilimento della volontà. I bambini furono torturati, picchiati, violentati e uccisi in modo terribile. Massacrati a calci e pugni, buttati fuori dalle finestre, impiccati, frustati fino alla morte, torturati e uccisi con scariche elettriche, passati di mano come merce sessuale, sodomizzati, sottoposti ad esperimenti medici terrificanti, forzatamente sterilizzati, deliberatamente esposti alla tubercolosi, costretti di fatto alla schiavitù e costantemente vittima del terrore. I loro cadaveri furono sepolti ovunque, nei dintorni delle scuole residenziali, o gettati nei boschi e nei dirupi. In pochissimi sopravvissero alle infamie e alle torture. Legittimate dal governo canadese, le scuole residenziali furono i lager del Canada, votati allo sterminio di un intero popolo, colpendo dove era più falice e soprattutto dove i risultati sarebbero stati decisivi: distruggendo i bambini. I pochi sopravvissuti oggi sono in gran parte sbandati, spesso suicidi, votati all'autodistruzione perchè quello che hanno loro inculcato era la loro indegnità a vivere, spesso dipendenti da alcol e droghe, nel migliore dei casi senza più radici certe e con un bagliaglio di ricordi terrificanti. Suonano dunque quasi beffarde, le parole di Giovanni Paolo II del 18 settembre 1984, quando rivolse un messaggio radiotelevisivo alle popolazioni indigene del Canada: "Sono al corrente della gratitudine che voi, popoli Indiano e Inuit, avete nei confronti dei missionari che hanno vissuto e sono morti tra di voi. Ciò che essi hanno fatto per voi è ben noto a tutta la Chiesa; è noto al mondo intero. Questi missionari hanno cercato di vivere la vostra stessa vita, di essere come voi per servirvi e per portarvi il Vangelo di salvezza di Gesù Cristo. [...] I missionari rimangono tra i vostri migliori amici, dedicano la loro vita al vostro servizio, perché predicano la parola di Dio." Il governo canadese ha chiesto scusa alle popolazioni indigene appena un anno fa. Alle vittime, il governo canadese ha offerto un risarcimento di 5 miliardi di dollari. L'ultima scuola residenziale fu chiusa nel 1996. Solo sulla West Coast canadese vivevano 2.000.000 di indigeni. Oggi sono poco più di 20.000. Le scuole residenziali hanno funzionato, lo sterminio ha avuto successo. Buona ultima, si dispiace anche la Chiesa cattolica, a cui non verranno chiesti risarcimenti, poichè il governo del Canada proibisce qualsiasi tentativo di rivalsa legale nei confronti degli esecutori materiali del genocidio: la Chiesa cattolica e la Chiesa Unita del Canada. A Ratzinger le scuse non costano quindi proprio nulla, e del resto il Vaticano si è ben guardato dall'assumersi responsabilità per quanto accaduto. Come nel caso dei preti pedofili, nel caso dei religiosi genocidiari si trattava di "casi isolati". Suscita tuttavia perplessità il comportamento di Ratzinger, soprattutto alla luce di quanto avvenuto a luglio del 2008. Vale la pena ricordarlo, considerando che anche in quel caso sui giornali è comparso ben poco. Lo scorso anno il Concilio Internazionale delle 13 Anziane Indigene, un organismo che si occupa della tutela delle diverse culture mondiali, chiese udienza a Benedetto XVI. Lo scopo delle Tredici Anziane era quello di consegnare al Papa una dichiarazione con la quale si chiedeva di recedere dalla bolla papale che ha dato origine alla colonizzazione delle terre indigene e dai documenti e bolle papali che dimostrano come il papato abbia svolto un ruolo preponderante nel genocidio nordamericano. L'udienza pubblica fu concessa con un permesso scritto, ma le Anziane si ritrovarono di fronte ad un palazzo vuoto: Ratzinger aveva improvvisamente deciso di ritirarsi a Castel Gandolfo "per riposare in previsione del viaggio in Australia". Comportamento quanto meno poco cortese. Senza contare l'atteggiamento delle forze dell'ordine nei confronti delle Tredici Anziane che, comunque, si erano riunite in preghiera a piazza San Pietro: quattro funzionari di polizia del Vaticano chiesero alle donne di interrompere la cerimonia di preghiera sostenendo che tali preghiere fossero in contraddizione con gli insegnamenti della Chiesa, affermando che il gruppo violava la politica del Concilio Vaticano II e accusando le Tredici Anziane di idolatria. A distanza di un anno, Ratzinger "ha sottolineato che gli atti di abuso non possono essere tollerati nella società. Ha pregato perché tutte le vittime sperimentino la guarigione e ha incoraggiato i Popoli delle Prime Nazioni ad andare avanti con rinnovata speranza" (Comunicato della Sala Stampa del Vaticano) ed ha espresso il proprio dolore. Tanto, le parole non costano niente.


lemond - 11/05/2009 alle 09:01

Ho visto "Lussuria" l'ultimo film di Ang Lee e mi pare migliore del suo film precedente (I Segreti di Brokeback Mountain). Però, per il mio modo di vedere, tutti i premi ricevuti vanno al di là dei meriti. Sarà perché le scene di sesso mi annoiano o perché da una "sceneggiatura" originale di 28 pagine (il libro) se ne è fatto un film di più di due ore, ma credo proprio che il tutto si potesse raccontare con un "corto" e cioè la scena nella quale l'attrice principale rivela al capo della resistenza il coinvolgimento che prova nei confronti della sua vittima-carnefice.


Carrefour de l arbre - 24/05/2009 alle 20:28

Ingannato dai nomi nel cast (andy garcia e kevin bacon) e da quella pippazza di sarah michelle gellar, mi sono convinto a noleggiare "The air I breathe". Non guardatelo se non sotto tortura: già le strutture ad incastro alla Inarritu iniziano a stancare, se poi le storie sono melense o banali il risultato è disastroso. Andy e Kevin, i soldi non sono tutto nella vita! :mad:


Subsonico - 04/06/2009 alle 11:06

qualcuno ha mai visto "la seconda guerra civile americana"?


Admin - 04/06/2009 alle 11:12

Al cinema, addirittura. Carino, ma troppo televisivo come realizzazione. Cmq degno, sì.


Tetzuo - 06/06/2009 alle 16:39

week end sulla trilogia della vendetta, ieri sera Old Boy di Park Chan-wook, stanotte Lady Vendetta, fra un po tocca a Mister Vendetta, se non li avete visti, consigliatissimi


UribeZubia - 06/06/2009 alle 17:50

[quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] week end sulla trilogia della vendetta, ieri sera Old Boy di Park Chan-wook, stanotte Lady Vendetta, fra un po tocca a Mister Vendetta, se non li avete visti, consigliatissimi [/quote] Li ho visti e confermo, da non perdere. :yes:


Salvatore77 - 06/06/2009 alle 19:56

Io ho visto solo Old Boy ed è un film abbastanza interessante. Da vedere.


Tetzuo - 06/06/2009 alle 21:01

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Io ho visto solo Old Boy ed è un film abbastanza interessante. Da vedere. [/quote] Lady Vendetta è ancora più folle, molto meno occidentale come tipo di narrazione, e soprattutto molto poetico il cammino verso la 'redenzione' della protagonista


UribeZubia - 06/06/2009 alle 23:56

[quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Io ho visto solo Old Boy ed è un film abbastanza interessante. Da vedere. [/quote] Lady Vendetta è ancora più folle, molto meno occidentale come tipo di narrazione, e soprattutto molto poetico il cammino verso la 'redenzione' della protagonista [/quote] Concordo, pero' io avrei visto per primo Mr. Vendetta - Sympathy for Mr. Vengeance, sia per una questione cronologica, sia perche' aiuta a calarsi nella trama degli altri due film.


Tetzuo - 07/06/2009 alle 13:30

stanotte l ho visto, interessante il diverso rapporto che hanno i protagonisti dei tre film con il rapimento, con la libertà e ovviamente con la vendetta ho concluso la nottata con Audition di Takeshi Miike...beh se non l'avete visto...fatelo!!


lemond - 07/06/2009 alle 13:59

Ringrazio tutti per i consigli, però a me (a occhio) mi pare che il genere non piaccia, mentre, già che ci sono volevo dirvi che ho visto per la terza/quarta volta il fim "I guerrieri" (altro titolo "gli eroi di Kelly) con Clint, Savalas e Sutherland (tre dei miei attori preferiti): un film molto ironico sulla guerra e sui militari :Od:


Tetzuo - 08/06/2009 alle 16:29

prima del mio ritorno al nord (in friuli) oggi pomeriggio mi sn goduto un bellissimo film, di cui tra l' latro dovrebbe uscire il remake (di vinterberg lo stesos regista dell'originale, e la cosa mi lascia abbastanza perplesso ma vabbè) si tratta di Festen, interessantissima pellicola sull'ipocrisia di una famiglia della borghesia danese. forse uno dei momenti interessanti del movimento denominato DOGMA 95


Salvatore77 - 08/06/2009 alle 20:03

Uno dei paradigma di dogma è la camera in presa diretta senza montaggio. Quando ho visto Festen, alla fine mi è venuto il mal di mare. Film noioso.


lemond - 09/06/2009 alle 12:38

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Uno dei paradigma di dogma è la camera in presa diretta senza montaggio. Quando ho visto Festen, alla fine mi è venuto il mal di mare. Film noioso. [/quote] E' vero che non è il massimo delo divertimento, però Festen è un film di grande spessore per la sceneggiatura, che è l'unica cosa che sono in grado di giudicare. Sul "mar di male" spero ti possa rispondere Lorenzo Bitossi ;)


Tetzuo - 10/06/2009 alle 13:56

sono un appassionato della camera a spalla, anche se so che i puristi storceranno il naso, ma è indubbio come l'effetto mal di mare sia notevole con festen,e può risultare sgradevole e fastidioso (anche se a mio avviso lo era di più p.e. in fragola e sangue), ma non puoi negare quanto sia interessante il tema del film e il modo in cui viene sviluppato Che poi Von Trier (o in questo caso vinterberg ma è palese la 'mano' di lars dietro la storia) cerchi sempre una diversa sperimentazione in ogni sua opera è innegabile, i risultati possono essere più o meno buoni. Possono piacere o far venire il 'mal di mare' daltronde da un anticonformista come lui ci aspettiamo questo...basta vedere le critiche che ha suscitato l'ultimo suo film 'antichrist' Si può rimanere abbagliati dalle quinte e dal piano sequenza di 'Rope' di Alfred Hitchcock, e apprezzare con palato interessato anche Festen di Thomas Vintrberg :cincin:


Subsonico - 10/06/2009 alle 21:27

Ieri sera ho visto un bel film su retequattro, "l'ultimo inquisitore"...mi è piaciuto molto, oltrechè per la storia torbida e appassionante, il modo alternativo di inquadrare la vita di un grande personaggio storico, e cioè non raccontare la sua vita ma come reagiva a ciò che avveniva intorno a lui. Non a caso il titolo è focalizzato sull'inquisitore, protagonista di una storia che fa molto riflettere...


Laura Idril - 10/06/2009 alle 21:29

Sub però il titolo orginale del film è "gli incubi di Goya".


Subsonico - 10/06/2009 alle 21:40

[quote][i]Originariamente inviato da Laura Idril [/i] Sub però il titolo orginale del film è "gli incubi di Goya". [/quote] ....è che sono fesso ed ho sempre fiducia in un cambiamento...e invece rieccoci, vedi "Kingdom of Heaven/Le crociate"


lemond - 11/06/2009 alle 07:18

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Ieri sera ho visto un bel film su retequattro, "l'ultimo inquisitore"...mi è piaciuto molto, oltrechè per la storia torbida e appassionante, il modo alternativo di inquadrare la vita di un grande personaggio storico, e cioè non raccontare la sua vita ma come reagiva a ciò che avveniva intorno a lui. Non a caso il titolo è focalizzato sull'inquisitore, protagonista di una storia che fa molto riflettere... [/quote] Infatti secondo me è più pertinente il titolo italiano che quello originale. La storia è focalizzata sull'inquisitore, interpretato dal, secondo me che però non me ne intendo, più grande attore spagnolo e su come in effetti la chiesa, attraverso i suoi rappresentanti, sia sempre stata (come ai giorni nostri) "simoniaca" :Od:


Laura Idril - 11/06/2009 alle 09:15

E' vero che la storia è incentrata sull'inquisitore, ma secondo me anche su Goya e anche sulla ragazza. Da questo punto di vista è davvero un film molto "corale".


Subsonico - 11/06/2009 alle 12:36

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Ieri sera ho visto un bel film su retequattro, "l'ultimo inquisitore"...mi è piaciuto molto, oltrechè per la storia torbida e appassionante, il modo alternativo di inquadrare la vita di un grande personaggio storico, e cioè non raccontare la sua vita ma come reagiva a ciò che avveniva intorno a lui. Non a caso il titolo è focalizzato sull'inquisitore, protagonista di una storia che fa molto riflettere... [/quote] Infatti secondo me è più pertinente il titolo italiano che quello originale. La storia è focalizzata sull'inquisitore, interpretato dal, secondo me che però non me ne intendo, più grande attore spagnolo e su come in effetti la chiesa, attraverso i suoi rappresentanti, sia sempre stata (come ai giorni nostri) "simoniaca" :Od: [/quote] Mica tanto! nel film si son presi i soldi e manco l'hanno liberata, la ragazza! :D


lemond - 13/06/2009 alle 10:46

“Il leone del deserto” e la stupidità della censura. Che paese è, un paese che ha paura di un film? di Valter Vecellio “Il leone del deserto”, il film di Mpustapha Akkad che racconta l’epopea di Omar Muktar e la resistenza della guerriglia libica all’occupazione dell’Italia fascista (un film direttamente finanziato e fortissimamente voluto dal colonnello-dittatore libico Gheddafi), è la prova, ennesima, di quanto sia e possa essere stupida la censura. Sempre. Realizzato nel 1979, proiettato nel 1980 negli Stati Uniti, nel 1982 a Parigi, nel luglio 1983 alla trentaquattresima Mostra internazionale del cinema non professionale, il film di Akkad in Italia non è mai stato proiettato, se non una volta – per quel che ci è dato sapere – nell’ambito del Mystfest di Rimini, diretto da Irene Bignardi. E l’altra sera da Sky. E’ stato vittima di un ostracismo, “Il leone del deserto”, tutto politico. Girato tra il 1979 e il 1980 da una troupe di attori, tecnici e comparse (circa ventimila persone) di varia nazionalità. Le sequenze del film sono state girate nel deserto, sugli altipiani della Libia e a Roma, negli stabilimenti di Cinecittà e al Centro sperimentale di cinematografia. Per girare gli esterni, Shabat e Anjullah, località sperdute nel Gebel cirenaico, sono state trasformate in un grande stabilimento cinematografico: 120 tende, dieci tonnellate di viveri, cinquemila cavalli sono alcune delle cifre che danno l’idea dell’impresa che, si dice, sia costata qualcosa come circa cinquanta miliardi di lire. Nel cast figurano Anthony Quinn (Omar Muktar), Oliver Reed (Rodolfo Graziani), Rod Steiger (Benito Mussolini), John Gielgud (Sharif el Gariani). Scenico, spettacolare, il film è indubbiamente un durissimo atto d’accusa nei confronti dell’Italia fascista. Gli americani, per esempio, si sono letteralmente flagellati nel raccontare la guerra in Vietnam; e non mancano le pellicole crude per quel che riguarda il conflitto in Irak. L’Italia ha un’altra “tradizione”. Un film come “Il leone del deserto” lo si è “semplicemente” censurato. Occhio non vede, cuore non duole. “Sono fatti accaduti 52 anni fa e che ancora oggi non trovano posto nei libri di scuola”, annotava sul “Messaggero” del 14 marzo 1983 Angelo Del Boca. “Fatti che ora Akkad ci ripropone, con la grande suggestione del technicolor, con l’efficacia del più potente mezzo di comunicazione. Dobbiamo per questo aver paura di un brandello della nostra storia? Dobbiamo tenerlo sepolto, nel brulichio dei vermi, insieme ad altri episodi della nostra storia coloniale, che è ancora una vicenda per iniziati o specialisti? O non potrebbe essere questa, invece, l’occasione per una chiara presa di coscienza collettiva di un fenomeno, come quello coloniale, che è ancora pieno di zone buie, di miti e di agiografiche visioni? Non potrebbe, questo modesto film di Akkad, fornire il pretesto per avviare quel dibattito storiografico che è sinora mancato?”. Può spiacere, e spiace, che dell’epopea di Muktar si sia appropriato un dittatore come Gheddafi. Muktar era nato a el Batuan, intorno al 1860 figlio di Muktar ben Omar e di Hargia Escia. Ha diciott’anni Muktar, quando il padre muore, durante un viaggio alla Mecca; Omar e il fratello Mohammed vengono inviati a Giarabub, per studiare presso quella scuola cranica. Omar vi rimane otto anni. Ha quarant’anni quando è nominato capo della zavia di el Gsur; due anni dopo è chiamato d’urgenza a Kufra, sono scoppiate le ostilità tra i francesi e le tribù dell’Uadai. Tornata la calma, Omar ottiene il permesso di tornare alla sua zavia di el Gsur, e si dedica all’insegnamento del Corano. Ha tre mogli, l’ultima delle quali è uccisa durante un combattimento nell’estate del 1927. Il suo acerrimo nemico Rodolfo Graziani così lo descrive nel suo diario: “Era dotato di intelligenza pronta e vivace, colto in materia religiosa; palesava carattere energico e irruente, disinteressato e intransigente; infine era rimasto molto religioso e povero, sebbene fosse stato uno dei personaggi più rilevanti della Senussia”; un giudizio sorprendentemente positivo e in netto contrasto con quanto lo stesso Graziani aveva scritto qualche pagina prima: “…Un beduino come gli altri, senza nessuna cultura e nessuna idea del vivere civile, fanatico e quanto mai ignorante; sapeva appena vergare la sua penna…”. Protagonista di una astuta guerriglia contro i soldati di Graziani, alla fine catturato, à impiccato e oggi è considerato uno degli eroi nazionali della Libia. “Il leone del deserto”, racconta Akkad, “tratta di avvenimenti recenti e , e tanti combattenti, compagni di lotta di Muktar, sono ancora in vita; li abbiamo incontrati e abbiamo avuto da loro informazioni e documenti utili; la selezione che abbiamo operato su tutti questi materiali e su queste testimonianze potrà far nascere delle critiche in quanto alcuni personaggi dell’epoca menzionati dagli intervistati non sono stati presentati nel film insieme all’eroe principale. La sceneggiatura del film tuttavia si basa sulle testimonianze di coloro che hanno combattuto a fianco di Omar Muktar e ci hanno fornito quindi notizie attendibili di una realtà non precisa…”. Nel suo “Cirenaica pacificata”; Graziani racconta il processo a Muktar: “Alle ore 17 del giorno 15, nel salone del palazzo Littorio, già sede del parlamento pirenaico, ebbe luogo il processo. E non a caso questo clamoroso dibattito fu celebrato colà. Volli che vi si tenesse per dimostrare chiaramente a tutti come la politica di compromessi di altri tempi era tramontata per sempre. Una folla compatta si metropolitani e di indigeni corse ad assistere all’interessante dibattimento; altri, che non avevano potuto trovare posto nell’aula, ne attesero fuori l’esito. Il tribunale era presieduto dal ten. col. Marinoni. Pubblico Ministero l’avv. cav. uff. Bedendo. Capitano Lontano, difensore. Omar Muktar ammise tutti i capi d’accusa, negando solo di aver direttamente ordinato sevizie sui nostri prigionieri in genere. Dopo l’arringa del P.M. e quella della difesa, il tribunale, riunitosi in camera di consiglio, avendo ritenuto Omar Muktar responsabile dei reati a lui ascritti, lo condannava alla pena della morte. Tradotta la sentenza al giudicato, questi disse: “Veniamo da Dio e a Dio ritorniamo”…”. La sentenza viene eseguita il giorno successivo. Ancora Graziani: “Il mattino del 16, alle 9, nella piana di Sarouk, presenti tutti i notabili confinati a Benina, e quelli bengasini, nonché molta popolazione convenuta dai campi vicini, ebbe luogo l’esecuzione capitale secondo gli usi locali. L’impressione prodotta fu profondissima. Assistettero non meno di ventimila persone. La salma, trasportata a Bendasi, fu inumata al cimitero dei Sabri. Con la scomparsa del capo della ribellione pirenaica una nuova vita si iniziava per la colonia che ardentemente aspirava alle opere di pace…”. Per la cronaca: al momento della cattura di Muktat, sul Gebel rimanevano ancora 714 armati, che successivamente – così si esprime Graziani – “vennero eliminati”: 280 uccisi, 136 confinati, 298 sottomessi. Il costo della repressione non può essere calcolato con esattezza, data la scarsità e la genericità delle cifre rese note. Secondo le valutazioni ufficiali italiane, la Cirenaica negli anni Venti aveva circa 225.000 abitanti, che nel censimento del 1931 risultarono ridotti a 142.000 più 18.500 italiani. Circa 20.000 arabi erano fuggiti in Egitto, gli altri 60.000 morirono per la fame, la fatica o le malattie nel corso della deportazione. Cifre, come si è detto approssimative; dati più credibili probabilmente sono sepolti negli archivi italiani, se solo si trovasse il coraggio di renderli noti. Il bestiame, che costituiva l’unica ricchezza della popolazione, venne massacrato scientificamente; si passò da oltre un milione di pecore e capre, a meno di centomila; da ottantamila cammelli a quindicimila; da ventiquattromila bovini a duemila. La società semi-nomade del Gebel fu così distrutta alle radici con un genocidio freddamente preparato e portato a termine sotto la copertura della censura e della propaganda fascista. “Il leone del deserto” racconta questa pagina non edificante della storia recente italiana; in un paese maturo non si avrebbe paura di un film del genere. Magari si organizzerebbe una rassegna che comincia, per esempio, con “L’altra razza” di Augusto Camerini; prosegue con “Fiamme abissine” e “Alima”, di Gino Cerruti; propone “Kiff Tebby” e “Il grande appello”, di Mario Camerini, “Lo squadrone bianco” di Augusto Genina; documentari dell’istituto Luce come “Sulle orme dei nostri pionieri” e “Il cammino degli eroi”; e il classico “Scipione l’Africano” di Carmine Gallone; e ospita infine il film di Akkad. Un paese maturo non ha paura della sua storia, anche quando è una brutta pagina di storia; la studia, la analizza, riflette, si confronta. Un paese che ha paura di un film, come l’Italia ha avuto paura de “Il leone del deserto”, che paese è?


pacho - 13/06/2009 alle 19:56

help. stasera mi tocca seratina cena e film. che culo. per il film ho due opzioni : 1) Ex drummer, che dovrebbe essere una sorta di trainspotting e che per questo me lo gusterei mucho 2) Martyrs, un film ultra splatter da quel che ho capito voi li avete visti, sapete darmi un parere? ciao


UribeZubia - 13/06/2009 alle 20:01

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] help. stasera mi tocca seratina cena e film. che culo. per il film ho due opzioni : 1) Ex drummer, che dovrebbe essere una sorta di trainspotting e che per questo me lo gusterei mucho 2) Martyrs, un film ultra splatter da quel che ho capito voi li avete visti, sapete darmi un parere? ciao [/quote] Ex-Drummer ,mi sono messo di buzzo buono a vederlo,con entusiasmo, poi dopo 10 minuti ho mollato. Ci riprovero' :Od: Martyrs non l'ho visto. ciao


pacho - 13/06/2009 alle 20:22

grazie! allora mi ascolterò Tu menti dei CCCP alla faccia dei Sid Vicious e dei punkomat così mi passa definitivamente la voglia di vederlo :D


Tetzuo - 14/06/2009 alle 12:17

ex drummer non l ho visto martys è molto carino, però ti deve piacere il genere, ci sn molte citazioni, sangue, violenza, a me è piaciuto :D


GiboSimoni - 19/06/2009 alle 08:56

ieri son riuscito a vedere il secondo film di Ale e Franz (mi fido di te) che a me piacciono moltissimo come comici. Devo dire che il film merita molto, parla del problema del lavoro e dell'amicizia, consiglio di vederlo però non è solo un film da ridere, ci sono scenette comiche però l'intento del film e anche altro...


Bitossi - 19/06/2009 alle 11:35

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] ieri son riuscito a vedere il secondo film di Ale e Franz (mi fido di te) che a me piacciono moltissimo come comici. Devo dire che il film merita molto, parla del problema del lavoro e dell'amicizia, consiglio di vederlo però non è solo un film da ridere, ci sono scenette comiche però l'intento del film e anche altro... [/quote] Eh eh eh... ho a che fare per lavoro con alcuni dei protagonisti "presi dal vero" di quel film, ovvero quelli che partecipano a una delle "gabole" più geniali! :Od:


GiboSimoni - 19/06/2009 alle 11:42

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] ieri son riuscito a vedere il secondo film di Ale e Franz (mi fido di te) che a me piacciono moltissimo come comici. Devo dire che il film merita molto, parla del problema del lavoro e dell'amicizia, consiglio di vederlo però non è solo un film da ridere, ci sono scenette comiche però l'intento del film e anche altro... [/quote] Eh eh eh... ho a che fare per lavoro con alcuni dei protagonisti "presi dal vero" di quel film, ovvero quelli che partecipano a una delle "gabole" più geniali! :Od: [/quote] Ti riferisci alla scena quella del campo nomade? Comunque in Italia come al solito film come questo diventano di nicchia e finiscono nell'anonimato, le boiate di Muccino, Moccia, Vaporidis e compagnia bella se ne parla all'infinito e vincono premi a destra e sinistra.


Tetzuo - 19/06/2009 alle 12:45

ieri ho guardato 'this is england' film inglese del 2006 ambientato nel 1983, su un gruppo di giovani 'disadatti' e sul movimento skinhead con alcune sue contapposizioni (gli sharp e il national front), finale drammatico...da vedere.


dietzen - 24/06/2009 alle 02:20

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] help. stasera mi tocca seratina cena e film. che culo. per il film ho due opzioni : 1) Ex drummer, che dovrebbe essere una sorta di trainspotting e che per questo me lo gusterei mucho 2) Martyrs, un film ultra splatter da quel che ho capito voi li avete visti, sapete darmi un parere? ciao [/quote] spero che poi tu lo abbia comunque visto ex drummer. è un film presuntuoso, ma bello.


dietzen - 24/06/2009 alle 02:35

[quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] ieri ho guardato 'this is england' film inglese del 2006 ambientato nel 1983, su un gruppo di giovani 'disadatti' e sul movimento skinhead con alcune sue contapposizioni (gli sharp e il national front), finale drammatico...da vedere. [/quote] altro film notevole, quoto tetzuo, da vedere.


Zanarkelly - 26/06/2009 alle 00:06

Ho finito da poco di riguardare inopinatamente "Vento di passioni" e mi sono chiesto se esiste sul forum una classifica dei peggiori polpettoni della storia del cinema. Lasciando perdere colossal storici tipo Ben Hur, I dieci comandamenti, ecc tra i mattoni più recenti la mia personale classifica è la seguente: 1. "Il paziente inglese" (che, devo dire, vince con distacco) 2. "Ritorno a Cold Mountain" (cosa volete!? Minghella non mi va giù) 3. "Vento di passioni" 4. "Titanic" 5. "Le regole della casa del sidro" Fate la vostra classifica. P.S.: @Tetzuo: secondo me Ex Drummer è una cagata pazzesca.


lemond - 26/06/2009 alle 07:13

Io non sarei di codesta idea, cioè di classificare i peggiori, per rispetto a chi lavora in quell' industria e poi è troppo facile sbagliare (anche da parte nostra). Farei un eccezione per i film "porno" perché mi sembrano tutti eguali, gli horror per "gusto personale" ed infine un unico film ... "La corazzata Potëmkin" :Od:


Salvatore77 - 26/06/2009 alle 09:18

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho finito da poco di riguardare inopinatamente "Vento di passioni" e mi sono chiesto se esiste sul forum una classifica dei peggiori polpettoni della storia del cinema. [/quote] Definisci meglio polpettoni, così riduco la mia lista da 100 a 5.


Zanarkelly - 26/06/2009 alle 09:28

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho finito da poco di riguardare inopinatamente "Vento di passioni" e mi sono chiesto se esiste sul forum una classifica dei peggiori polpettoni della storia del cinema. [/quote] Definisci meglio polpettoni, così riduco la mia lista da 100 a 5. [/quote] Anche la mia lista è molto più lunga; mi sono limitato a 5 per amore di sintesi. La migliore definizione di polpettone, secondo me, è "Il paziente inglese": filmone, sicuramente ben eseguito, grandi attori, ben recitato, colonna sonora epica, trama da saga letteraria, anche pluripremiato,... ma in sostanza un pacco che si fatica a guardarlo.


Bitossi - 27/06/2009 alle 10:10

Scrivo anch'io i miei 5 film "indigeribili", almeno tra i più recenti e tra quelli che ricordo: 1) Le onde del destino (Lars Von Trier) 2) Kika (Pedro Almodovar) 3) Malena (Giuseppe Tornatore) 4) Il quinto elemento (Luc Besson) 5) Leoni per agnelli (Robert Redford)


UribeZubia - 28/06/2009 alle 11:30

Visto ieri sera : Cover Boy-L'ultima rivoluzione. Un film italiano del 2007. Pur non essendo un estimatore del cinema italiano consiglio a tutti di vedere questo film, molto attuale nei temi che affronta (l'immigrazione e il lavoro precario), ben girato, tutt'altro che noioso.


lemond - 28/06/2009 alle 12:03

Ho visto "Ereditare il vento" La storia vera di un professore finito sotto processo, nel 1925, per aver insegnato la blasfema teoria dell'evoluzionismo di Darwin. Dramm. (113') Di D. Petrie. Con J. Lemmon, D. Wells (USA 1999). A me sembra che qui in Italia sia cambiato poco dall'anno di grazia :Od: 1925.


Zanarkelly - 06/07/2009 alle 02:58

Ho appena finito di guardare su un emittente locale il film "La Venticinquesima Ora", che non c'entra niente con il film di Spike Lee, ma è un film assolutamente eccezionale, che dipinge al meglio la follia che ha travolto l'Europa durante la seconda guerra mondiale. Racconta la storia di un contadino romeno, brav'uomo e un po' sempliciotto, interpretato da Anthony Quinn, che viene fatto arrestare come ebreo dal capo della polizia locale che aveva delle mire sulla moglie di lui, interpretata da Virna Lisi. L'uomo riesce poi a scappare, ma viene catturato e scambiato per ungherese e mandato a combattere per i tedeschi. Viene ricatturato e poi preso a modello del perfetto ariano e vengono scritti articoli e trattati di lui in uniforme SS. Poi riesce a far fuggire degli altri prigionieri, ma gli alleati lo arrestano come nazista e lo processano per essere stato il modello di ariano superuomo. Alla fine, dopo 9 anni in cui lui non ha mai capito niente di quello che gli capitava, riesce a ritornare dalla moglie e si ritrova con un figlio in più, nato da una violenza subita dalla moglie da parte di soldati russi. E' sicuramente un film molto semplice e un po' paternalistico, se vogliamo, ma visto con un po' di distacco è riuscito a farmi cogliere meglio di tanti capolavori la drammaticità, l'assurdità e la confusione delle vicende che sono successe in quei tempi. Peccato solo che certi film li facciano a quest'ora della notte.


Carrefour de l arbre - 07/07/2009 alle 22:00

Ho visto "il duello - nixon vs. frost" e devo dire che mi aspettavo molto di più. Gli attori mi sembrano validi e la storia regge fino ad un certo punto, e cioè fino a quando nella prevedibile favola dell'incosciente che riesce laddove nessuno scommetterebbe (già vista, al cinema), si innesta un repentino mutamento dello stile di Nixon, da cinico e avido spietato ad un personaggio che, da anziano, viene folgorato sulla via di Damasco riguardo ai suoi errori, e che peraltro non rende neppure giustizia alla bravura che questo Frost deve aver avuto nella realtà nell'estorcergli la "confessione". Bravi gli attori, splendida la protagonista femminile, ma a 3/4 film l'impianto della storia crolla miseramente sotto i colpi della perenne glassa paternalistica con cui gli americani farciscono i loro film mainstream.


Carrefour de l arbre - 12/07/2009 alle 20:13

1962: ci voleva veramente un coraggio da leoni per proporre all'Europa la storia di un triangolo consenziente. Truffaut questo coraggio non solo l'ha avuto, ma ha dipinto uno dei capolavori del cinema moderno: Jules e Jim.


lemond - 13/07/2009 alle 13:33

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] 1962: ci voleva veramente un coraggio da leoni per proporre all'Europa la storia di un triangolo consenziente. Truffaut questo coraggio non solo l'ha avuto, ma ha dipinto uno dei capolavori del cinema moderno: Jules e Jim. [/quote] L'ò visto molti anni fa e me lo ricordo poco, ma mi sembra di poter essere d'accordo con questo film ed, in genere, con tutta la filmografia del regista francese. :cincin:


Salvatore77 - 13/07/2009 alle 16:29

Jules e Jim è un film che a me piace molto perchè tratta un tema particolare con stile e classe. Probabilmente non è il mio preferito (I 400 colpi, Effetto Notte, Il ragazzo selvaggio, sono un gradino sopra) comunque resta il valore del film in senso assoluto.


Tetzuo - 13/07/2009 alle 18:31

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho finito da poco di riguardare inopinatamente "Vento di passioni" e mi sono chiesto se esiste sul forum una classifica dei peggiori polpettoni della storia del cinema. Lasciando perdere colossal storici tipo Ben Hur, I dieci comandamenti, ecc tra i mattoni più recenti la mia personale classifica è la seguente: 1. "Il paziente inglese" (che, devo dire, vince con distacco) 2. "Ritorno a Cold Mountain" (cosa volete!? Minghella non mi va giù) 3. "Vento di passioni" 4. "Titanic" 5. "Le regole della casa del sidro" Fate la vostra classifica. P.S.: @Tetzuo: secondo me Ex Drummer è una cagata pazzesca. [/quote] @pacho io ex drummer non l ho proprio visto, io parlavo di this is englanbdùùùù


Zanarkelly - 24/07/2009 alle 00:06

Ho guardato stasera "Louise-Michel": troppo bello. veramente ben fatto ed originale, oltre che divertente. Come direbbe qualcuno è oltremodo "anarco-insurrezzionalista" (che cagata di definizione!).


lemond - 24/07/2009 alle 10:38

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho guardato stasera "Louise-Michel": troppo bello. veramente ben fatto ed originale, oltre che divertente. [/quote] Mo' me lo segno :cincin:


Tetzuo - 24/07/2009 alle 11:30

stanotte ho visto 'detenuto in attesa di giudizio', di nanni Loy, con uno strepitoso alberto sordi, visto che nel thread sul doping si parla di carceri e giustizia..beh lo consiglio davvero...


lemond - 24/07/2009 alle 14:35

[quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] stanotte ho visto 'detenuto in attesa di giudizio', di nanni Loy, con uno strepitoso alberto sordi, visto che nel thread sul doping si parla di carceri e giustizia..beh lo consiglio davvero... [/quote] L'ài visto oggi per la prima volta?


lemond - 02/08/2009 alle 12:44

Ho rivisto quel capolavoro assoluto (per me) di Luchino Visconti "Il gattopardo". Si capisce la Sicilia di quei tempi ( ed oggi ;) ) come e più di esserci vissuti per anni. Un piccolo gioiello "Noi fummo i gattopardi, i leoni ... chi ci sostituirà saranno gli sciacalli, le iene. E tutti quanti, gattoparddi, leoni, sciacalli e pecoere continueranno a credersi il sale delle terra".


Zanarkelly - 19/08/2009 alle 14:04

Ho visto in questi giorni una bella commedia francese: "Giù al Nord" (in francese il titolo è diverso, ma non me lo ricordo). Film divertente sulle diversità e sui pregiudizi tra regioni diverse di uno stesso stato, fatto molto bene ed intelligente, senza volgarità, con grande ironia, insomma... molto alla francese. ... e mi è veuta una tristezza infinita a pensare a quello che è diventato adesso il cinema italiano e, soprattutto, la commedia all'italiana: in Italia non viene prodotta commedia o film comico che non abbiano come protagonisti burini conclamati o bifolchi scimmittanti SB o adolescenti con problemi esistenziali o adulti che si comportano come adolescenti con problemi esistenziali. Ho forse dimenticato qualche filone? Possibile che in Italia non si possa fare un film leggero senza per forza scadere in questi clichè? Ovviamente non dico di fare i film alla francese, però avevamo la grande tradizione della commedia all'italiana e non penso che le commedie di adesso ne siano la naturale evoluzione.


uffa - 19/08/2009 alle 14:44

Avevamo anche degli attori... Ora chi sarebbe in grado di tenere in piedi una "commedia all'italiana"?


Zanarkelly - 20/08/2009 alle 00:09

Non si può certo dire che gli attori abbondino: ormai sono tutte macchiette o comici di Zelig riciclati. Però secondo me la cosa grave è che mancano le idee e gli autori propinano sempre gli stessi clichè per andare sul sicuro: poi a forza di fare così, di non rischiare, di restare sempre negli schemi, finisce che la gente ed il pubblico si abitua alla commedia monogenere e allora tutti si aspetta il cinepanettone o il Pieraccioni o Aldo Giovanni e Giacomo, ecc. Ma il cinema è un'altra cosa...


Tetzuo - 20/08/2009 alle 08:38

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] stanotte ho visto 'detenuto in attesa di giudizio', di nanni Loy, con uno strepitoso alberto sordi, visto che nel thread sul doping si parla di carceri e giustizia..beh lo consiglio davvero... [/quote] L'ài visto oggi per la prima volta? [/quote] sì, è stata la prima volta ;) ma io sono giovane amico mio :cincin:


lemond - 20/08/2009 alle 10:08

[quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] [ ma io sono giovane amico mio :cincin: [/quote] Consolati, è una malattia che, prima o poi, passa :Od:


Tetzuo - 20/08/2009 alle 10:23

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Tetzuo [/i] [ ma io sono giovane amico mio :cincin: [/quote] Consolati, è una malattia che, prima o poi, passa :Od: [/quote] ahahahahahahahahahah :Od::Od:


Admin - 20/08/2009 alle 13:34

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Non si può certo dire che gli attori abbondino: ormai sono tutte macchiette o comici di Zelig riciclati. Però secondo me la cosa grave è che mancano le idee e gli autori propinano sempre gli stessi clichè per andare sul sicuro: poi a forza di fare così, di non rischiare, di restare sempre negli schemi, finisce che la gente ed il pubblico si abitua alla commedia monogenere e allora tutti si aspetta il cinepanettone o il Pieraccioni o Aldo Giovanni e Giacomo, ecc. Ma il cinema è un'altra cosa... [/quote] Concordo sulla nostalgia per quell'irripetibile stagione in cui Monicelli, Pietrangeli, Germi, Petri, Steno, Risi, Comencini (e ne dimentico diversi) sfornavano film densi e divertenti. Ma va detto che anche all'epoca, accanto a questi maestri, c'erano i Marino Girolami e i Lucio Fulci che sfornavano filmetti simpatici ma il più delle volte del tutto all'acqua di rose. E se da una parte i colonnelli della commedia all'italiana (Tognazzi, Gassman, Sordi, Mastroianni, Manfredi) offrivano prove rimaste scolpite nell'immaginario cinematografico mondiale, dall'altra c'erano pur sempre i Franco e Ciccio che, con tutto il rispetto e l'affetto del caso, recitavano un tanto al chilo in quei film. E i musicarelli dove li mettiamo? Vengono sempre dagli stessi anni. Sull'oggi, bisogna partire da un presupposto: ovvero mettersi l'anima in pace sul fatto che quella felicissima parentesi di cinema italiano è chiusa. Nel trentennio post II Guerra Mondiale abbiamo avuto, oltre ai grandi della commedia, i maestri del neorealismo (Visconti, Rossellini, De Sica) oltre ad autori monumentali e del tutto fuori dagli schemi (Fellini, Antonioni, Pasolini, Ferreri). Sperare che una simile stagione possa tornare è un esercizio assai arduo... Così come non avrebbe senso che i francesi sognassero un nuovo periodo d'oro della pittura con nuovi Monet, Manet, Cezanne, Renoir... Così come non ci sarà più un'età dell'oro del rock nel senso in cui la si intendeva intorno al 1967... Bisogna essere bravi a cercare le perle laddove spuntano. Dimenticare AG&G e Pieraccioni e tutto il filone figlio di Zelig (non che non possano venir fuori film divertenti anche da lì, intendiamoci), e concentrarsi su autori che riescono a dire con leggerezza anche cose importanti. Virzì e Sorrentino (ho visto pochi giorni fa Il Divo, eccellente), e anche Moretti (che però mi sa che invecchia più rapidamente dei colleghi: vedere Ecce Bombo o Io sono un autarchico per credere)... Insomma, la qualità c'è, manca la quantità. Vorrà dire che cercheremo nei vicini d'oltralpe quel che non c'è nella nostra cinematografia. O lo cercheremo ovunque possa essere cercato: in fondo rispetto a 50 anni fa abbiamo possibilità di visioni infinitamente più ampie.


lemond - 21/08/2009 alle 07:33

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [ Bisogna essere bravi a cercare le perle laddove spuntano. Dimenticare AG&G e Pieraccioni e tutto il filone figlio di Zelig (non che non possano venir fuori film divertenti anche da lì, intendiamoci), e concentrarsi su autori che riescono a dire con leggerezza anche cose importanti. Virzì e Sorrentino (ho visto pochi giorni fa Il Divo, eccellente), e anche Moretti (che però mi sa che invecchia più rapidamente dei colleghi: vedere Ecce Bombo o Io sono un autarchico per credere)... Insomma, la qualità c'è, manca la quantità. Vorrà dire che cercheremo nei vicini d'oltralpe quel che non c'è nella nostra cinematografia. O lo cercheremo ovunque possa essere cercato: in fondo rispetto a 50 anni fa abbiamo possibilità di visioni infinitamente più ampie. [/quote] Tutto molto giusto, salvo che il Divo sia un film divertente, così come non lo è "L'uomo che aveva picchiato la testa" (di Virzì, però interessante). Quanto a Moretti rimane un grandissimo attore (per quanto ne posso comprendere io), ma ormai ha perso le capacità di analizzare la società italiana, l'ultimo suo vero film secondo me è "Caro diario". Dopo ha fatto un film di siccesso, ma non *suo*.


UribeZubia - 08/09/2009 alle 19:32

Ieri sera ho visto L'Onda (Die Welle) del regista tedesco Dennis Gansel, un film del 2008. Il protagonista è l'attore tedesco Jurgen Vogel,che gia' aveva lavorato con la Von Trotta in Rosenstrasse. Da vedere assolutamente, soprattutto per l'argomento di cui tratta, il nazismo spiegato a degli studenti di un liceo. :yes:

 

[Modificato il 08/09/2009 alle 19:36 by UribeZubia]


lemond - 21/09/2009 alle 08:11

Katyn, chi vuole vedere questo film su DVD, mi spedisca il suo indirizzo Il caso Wajda. Il maestro censurato «Sono in molti ad avere interesse a che il mio film non sia proiettato, ad acquistarne i diritti per non farlo vedere». Le scomode verità del grande regista di “Katyn”. È appena tornato da Berlino, dove il suo Tatarak ha vinto il premio speciale della giuria per un’opera che «apre all’arte cinematografica nuove prospettive». «Pensi – dice sorridendo all’inviato di Tempi nei suoi studi a Varsavia – che il riconoscimento lo hanno dato ex-aequo a me e a un regista argentino poco più che trentenne al suo primo film». Lui, Andrzej Wajda, di anni ne ha ottantatré, e di regie alle spalle ne conta oltre tre dozzine. Ma ha ancora l’entusiasmo di un giovanotto e il gusto di usare la macchina da presa per continuare a raccontare le gioie e i dolori della vita, oggi come trent’anni fa, quando opere come L’uomo di marmo, L’uomo di ferro e Danton filtravano attraverso la cappa di piombo del socialismo reale e facevano sentire anche in Occidente la voce di un uomo libero, che non ha mai rinunciato a guardare la realtà coi suoi occhi rifiutando le lenti deformanti dell’ideologia. L’arrivo nelle sale italiane, dopo lunghe peripezie, di Katyn, il film sull’eccidio degli ufficiali polacchi perpetrato dai sovietici durante la Seconda guerra mondiale e a lungo attribuito ai nazisti tedeschi, è l’occasione per incontrare Wajda e parlare con lui di cinema. E di molto altro. Andrzej Wajda, cominciamo dalla pellicola che sta riproponendo il suo nome in Italia. Da dove nasce l’idea di fare un film sul massacro di Katyn? Un film su Katyn fino al 1989 sarebbe stato impossibile, perché secondo la versione ufficiale imposta dai sovietici il massacro di ventiduemila ufficiali dell’esercito polacco compiuto nel 1940 nei boschi di Katyn era stato opera dei tedeschi. In realtà in Polonia tutti sapevano che i colpevoli erano i russi, e nessuno era disposto a fare un film intriso di menzogna; così Katyn nella nostra storia rimaneva una ferita aperta. Perché allora non lo abbiamo fatto subito dopo il 1989? Perché sulla vicenda c’era stato come un blocco: mentre tutti gli altri episodi drammatici della Seconda guerra mondiale avevano trovato qualcuno che ne facesse materia di qualche racconto, su Katyn non c’era nulla. Così, realizzare una sceneggiatura è stato un lavoro lungo e difficile. Io ho continuato a leggere tutta la documentazione disponibile, soprattuto i diari delle donne che, come mia madre, avevano perso il marito nella strage. Oggi tutto quel che si vede nel film è rigorosamente basato sui documenti che io ho letto nel corso di anni di ricerche. Che cosa ha voluto dire allora per lei girare un film come questo? Ho sempre avuto in mente che un film su Katyn avrei potuto e dovuto farlo io: farlo ha voluto dire saldare un debito con mio padre e mia madre, far conoscere a tutti l’eccidio compiuto sugli uomini e la menzogna perpetrata nei confronti delle loro donne. Ci risulta, però, che l’opera abbia avuto qualche “problema di circolazione”. È vero? Guardi, in Polonia ha avuto oltre tre milioni di spettatori, posso dire di essere soddisfatto. Del resto era un’opera che la gente aspettava da sessant’anni. Il problema è che i diritti per la distribuzione all’estero sono stati assegnati alla televisione di Stato polacca, che non ha fatto nulla perché il film avesse una circolazione dignitosa: lo ritengono un film scomodo e non hanno voluto spingerlo. Pensi che nel rapporto della Televisione Polacca sulla società New Media Di-stribution, l’azienda che deve distribuire il film contemporaneamente sia in Russia sia negli Stati Uniti, ho visto una nota a margine scritta a mano che informa che «l’iniziativa potrà fallire per ragioni politiche». Tanti infatti hanno interesse a che il film non venga proiettato, e in molti paesi ci sono distributori che lo hanno acquistato per non farlo vedere. Viene mostrato solo in circuiti ristretti, nei cinema d’essai o in rassegne per un pubblico selezionato. Così si fa in modo che non incida, che non abbia un vero rilievo nella mentalità comune. Il caso più clamoroso, comunque, è quello della Russia. [... segue] [...] significa che è ancora possibile fare del cinema che non sia di evasione, ma che aiuti a guardare più profondamente le cose. Assolutamente sì. La differenza è che anni fa i temi prevalenti erano la politica e la società, oggi è l’uomo, i suoi drammi, i suoi desideri. E la morte, che ci aspetta dietro l’angolo, che non possiamo evitare.


Carrefour de l arbre - 21/09/2009 alle 18:49

Dopo aver visto in rapida successione "così fan tutti" (film francese, 2004) e "l'aria salata" (film italiano, 2006), Brunetta, se proprio proprio non ha ragione, ci passa comunque molto vicino.


lemond - 22/09/2009 alle 13:36

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Dopo aver visto in rapida successione "così fan tutti" (film francese, 2004) e "l'aria salata" (film italiano, 2006), Brunetta, se proprio proprio non ha ragione, ci passa comunque molto vicino. [/quote] Molto divertente il primo (l'ò visto tre volte) e bello il secondo, ma non riesco a rammentarmi come ci possano ertrare i "fannulloni"?


Nievole - 05/10/2009 alle 19:00

Ok, dopo gli ultimi post io sarò di certo il pesce fuor d'acqua :D Sabato ho visto Bastardi senza Gloria. Tarantino al suo massimo nell'arte di far cinema. La trama Due storie si incrociano: quella di un gruppo di soldati statunitensi di origini ebree che creano terrore tra i soldati nazisti, e quella della giovane Shosanna, che scampa al massacro della sua famiglia per mano delle SS. Non è il suo capolavoro, come invece sostiene Brad Pitt. Però è un gran bel film, e per quanto sia lungo (150') sembra manchi di qualcosa. Infatti ci sono diversi tagli nella pellicola, dovuti alla lunghezza che sarebbe stata davvero eccessiva altrimenti. Chi si aspetta un lungo tourbillon di violenza si deve ricredere: a parte pochi passaggi crudi, la vera cattiveria esce fuori dai dialoghi, lunghissimi e taglienti, che enfatizzano le scene principali del film. Altro punto di forza è il doppiaggio (che quasi non c'è), e sarebbe stato ancora più bello se il film fosse vissuto di soli sottotitoli: vengono usate 4 lungue (inglese, tedesco, francese, italiano), ma le parti in inglese e italiano non rendono giustizia perchè mischiate. Ma è da applausi il siparietto Pitt-Waltz in italiano! Il vero capolavoro, a mio parere, è il primo capitolo. In particolare i primi 3 minuti del film mi hanno tenuto davvero in estasi: Sergio Leone è battuto! Onore e gloria! Gli attori Ottima prova d'attore per Brad Pitt e Diane Kruger, che si innalzano dalla media (pure ottima) del cast. Ma la menzione particolare va per i 2 "nuovi": Cristoph Waltz e Melanie Laurent. Il primo è il mattatore del film: il suo ruolo resterà a lungo nella memoria di chi guarda l'opera di Tarantino. Non serve commentarlo, l'unico consiglio è andare a goderselo (del resto la palma d'oro di Cannes qualcosa varrà!). Anche la graziosa francese fa la sua bellissima figura: nelle scene in cui programma il suo personalissimo show è risoluta quanto emozionata, e la sua prova è ottima. Però contro quel Waltz... Insomma: nella mia personalissima classifica lo metterei al secondo posto aex equo, dietro PF ed assieme a Le Iene, ma davanti al secondo capitolo di Kill Bill che pure mi era veramente piaciuto tantissimo. Ad ogni modo è un ritorno alla grande dopo il fiasco di Deathproof.


W00DST0CK76 - 06/10/2009 alle 16:21

Grazie per la recensione Ale, vado a vederlo stasera.


Zanarkelly - 12/10/2009 alle 02:55

Ho visto alla televisione "Grindhouse" di Tarantino e, così a caldo, penso che abbia scalzato di prepotenza il primo della mia personale lista dei film più brutti della storia. Stanotte ci ragiono un po' e poi, a freddo, darò il giudizio definitivo.


Nievole - 12/10/2009 alle 15:34

L'ho sempre detto che era un flop :D Cmq più che rimuginarci, riguardalo tra un mesetto, e poi tra un'annetto (naturalmente ci dev'essere la voglia). Ogni volta ti risulterà meno indigesto, o almeno è l'effetto che ha fatto a me ieri sera. Va comunque inserito in un contesto di "cazzeggio" di un trienno (2003-2006, da Kill Bill al progetto Grindhouse) un pò alternativo.


shiraz - 12/10/2009 alle 16:39

Grindhouse lo vidi addirittura al cinema ... se non fossi stata con un gruppo di amici, mi sarei alzata e me ne sarei andata ben prima di metà film. capisco l'omaggio ai b-movies, ma è così lento e i dialoghi -eterni- femminili talmente sfiancanti che l'eccidio di kurt russell è un sollievo. Ale, io di rivederlo tra un mese, un anno, o in un'altra vita, non ci penso neanche!


Nievole - 12/10/2009 alle 17:09

Marta, io ho detto che dev'esserci la voglia ;) E cmq il film fa abbastanza schifo anche a me, non si scopre nulla. Comunque nel tuo lamento hai centrato il punto: la prima parte di film è una palla colossale, e le protagoniste delle noie assurde. Tarantino vuole portare Kurt Russel al ruolo di eroe che toglie di mezzo le rompipalle, e non fargli fare quello del semplice omicida pazzo scatenato. E ci riesce, facendo gridare "Deo gratias!" al pubblico nel momento dell'incidente fatale (per giunta irrobustendo la scena con 4 angolazioni diverse!). Così come la seconda parte, molto più viva e degna di nota della prima, ribalta i ruoli: le ragazze sono simpatiche, divertenti e abbastanza cazzimmate, e Kurt Russel torna al ruolo più consono, quello del killer pazzo e da affossare. O almeno è quello che ho estrapolato io :D


UribeZubia - 12/10/2009 alle 17:45

Io l'ho visto 2 volte e mi piace definirlo, nonostante la prolissita',il film piu' femminista degli ultimi anni. Infatti Tarantino distrugge i simboli del potere maschile attraverso le chiacchiere infinite tra amiche, e poi ridicolizzando il "macho" killer misogino. Questo è l'aspetto che io ho colto, pero', non essendo io propriamente un critico di cinema, potrei non averci capito niente. ;)


Nievole - 12/10/2009 alle 18:23

E' una possibilità ;) Trovo però diverso l'approccio tra le 2 parti del film: nella prima il femminismo non lo trovo, nella seconda posso provare a sforzarmi. Le prime ragazze sembrano dimostrarsi molto più scafate delle seconde a livello di conoscenza degli uomini, ma al contrario vengono derise e infinocchiate da Kurt Russel; cosa che alle seconde non succede, forse perchè (come il dialogo in auto potrebbe confermare) sono molto più maschiacci delle precedenti colleghe.


Carrefour de l arbre - 12/10/2009 alle 19:11

[quote][i]Originariamente inviato da shiraz [/i] Grindhouse lo vidi addirittura al cinema ... se non fossi stata con un gruppo di amici, mi sarei alzata e me ne sarei andata ben prima di metà film. capisco l'omaggio ai b-movies, ma è così lento e i dialoghi -eterni- femminili talmente sfiancanti che l'eccidio di kurt russell è un sollievo. Ale, io di rivederlo tra un mese, un anno, o in un'altra vita, non ci penso neanche! [/quote] ahahahahahahaha :D ! Questo weekend invece ho visto festen. Micidiale per come distrugge tutta la "simbologia" borghese, ha nella modalità "dogma95" (con cui è girato) il suo punto debole. Se fosse stato girato "normale", forse sarebbe stato meglio: ad ogni modo un gran film, che consiglio (la scena del primo brindisi è devastante! :D )


Zanarkelly - 12/10/2009 alle 23:48

Ci ho pensato su con calma; prima però sarebbe bene precisare che non amo particolarmente Tarantino. La maggior parte dei film cha ha fatto sono perfette esercitazioni di stile, infarcite di quelle citazioni che mandano in bisibilio i cinefili, che però devono sorreggere storie e trame per lo più ridicole; e quando le premesse sono queste, secondo me, è molto difficile che il risultato sia positivo. Io penso che la qualità del film non possa prescindere dalla trama e dai contenuti; il bravo regista è quello che riesce a confezionare un buon vestito per la storia che ha. Tarantino è senz'altro un regista eccezionale, che sa costruire magistralmente dei contenitori perfetti per i suoi film; il problema è quello che ci mette dentro. Se ci mette cacca, seppur ben diretto, il film sarà di cacca. Detto questo, senza scomodare giudizi di critici ben più titolati di me (e penso al celebre guidizio dato da Fantozzi alla Corazzata Potemkin), penso che Grindhouse sia veramente il più brutto film che abbia mai visto e scalza dal primo posto "Dal tramonto all'alba" (giusto perchè amo Tarantino). Non credo che sia una critica del macho americano o delle donne ciarliere, o che sia un film femminista o che voglia mettere in cattiva luce un certo tipo di maschilismo; per conto mio chi viene messo in cattiva luce è solo Tarantino (gran talento, ma in gran parte sprecato, secondo il mio personale parere). PS: secondo me ha voluto tirare per il culo il mondo e sentire le varie interpretazioni lo fa scompisciare dalle risate.


Nievole - 13/10/2009 alle 00:33

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ci ho pensato su con calma; prima però sarebbe bene precisare che non amo particolarmente Tarantino. La maggior parte dei film cha ha fatto sono perfette esercitazioni di stile, infarcite di quelle citazioni che mandano in bisibilio i cinefili, che però devono sorreggere storie e trame per lo più ridicole; e quando le premesse sono queste, secondo me, è molto difficile che il risultato sia positivo. Io penso che la qualità del film non possa prescindere dalla trama e dai contenuti; il bravo regista è quello che riesce a confezionare un buon vestito per la storia che ha. Tarantino è senz'altro un regista eccezionale, che sa costruire magistralmente dei contenitori perfetti per i suoi film; il problema è quello che ci mette dentro. Se ci mette cacca, seppur ben diretto, il film sarà di cacca. Detto questo, senza scomodare giudizi di critici ben più titolati di me (e penso al celebre guidizio dato da Fantozzi alla Corazzata Potemkin), penso che Grindhouse sia veramente il più brutto film che abbia mai visto e scalza dal primo posto "Dal tramonto all'alba" (giusto perchè amo Tarantino). Non credo che sia una critica del macho americano o delle donne ciarliere, o che sia un film femminista o che voglia mettere in cattiva luce un certo tipo di maschilismo; per conto mio chi viene messo in cattiva luce è solo Tarantino (gran talento, ma in gran parte sprecato, secondo il mio personale parere). PS: secondo me ha voluto tirare per il culo il mondo e sentire le varie interpretazioni lo fa scompisciare dalle risate. [/quote] Intanto ammetto che mi fa strano scrivere tutti questi post nello stesso thread, non sono uno che ama stare ore a scrivere e non ho il dono della buona scrittura, però il mio interesse per un certo tipo di cinema è tale che mi viene di getto di elucubrare le teorie anche più disparate. Detto questo come doveroso preambolo, torniamo a parlare di un brutto film (e qui siamo tutti d'accordo, è un film brutto che niente ha a che vedere con il cinema che amiamo) che aveva uno ed un solo scopo: intrattenere lo spettatore. Come anche "Dal tramonto all'alba". Quando si prende in esame Tarantino, non si deve partire dal presupposto che un suo film sia un capolavoro, ma che riesca ad intrattenere il pubblico. Ovviamente è un grande virtoso della macchina da presa, infarcisce di stile le inquadrature dei film e crea delle sceneggiature che nonostante la trama semplice (sciocca? misera? pessima?) spesso tramutano le lumache schifosette in escargò succulenti (perdonatemi per il paragone, non ho saputo fare di meglio). Ed io sono stato il primo a commettere l'errore di discutere la tesi di Zanarkelly ore fa: il film è brutto, punto e basta. Solo ho un viziaccio, che non mi fa scrivere abbastanza quanto vorrei: non riesco a farmi passare l'idea che ci sia qualcosa che ha una sola caratteristica (in questo caso il film brutto e basta), per me dev'essere brutto per determinati motivi. Anche Planet Terror (di Rodriguez, come Dal tramonto all'alba) potrebbe sembrarti(vi?) un film brutto, ma il suo compito è intrattenere e (parere di molti) ci riesce benissimo. Ah, certo: se non ritieni valida la mia affermazione non continuare nemmeno a leggere, de gustibus :) Ci riesce meno Deathproof (attenzione: ho detto meno, perchè per me il secondo tempo è buono quanto il primo è pessimo), ma solo perchè ha nel progetto un suo meccanismo che va capito. Non esiste il prendere per il culo il mondo, si parla di fare il proprio lavoro bene o meno bene. Entrambi esercizi di stile voluti e pensati in quel modo: tantochè fanno parte di un progetto, Grindhouse, di cui non ho voglia di dilungarmi tanto google basta ed avanza. In USA il progetto ha cozzato contro un diverso approccio del pubblico, in Italia il pubblico nemmeno sa cos'è una grindhouse (una variante potevano essere i vecchi Dylan Dog Horror Fest, ma si va fuori tema) ed i film si sono divisi mancando quindi di quella loro unione che avrebbe dato diverso risalto al tutto. Oh, mi sono stufato :) Gli opinionisti di Filmup gli danno 7 e per me è 2 punti troppo alto, ma si vede che sia io che voi ci capiamo meno :D


lemond - 13/10/2009 alle 07:51

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Questo weekend invece ho visto festen. Micidiale per come distrugge tutta la "simbologia" borghese, ha nella modalità "dogma95" (con cui è girato) il suo punto debole. Se fosse stato girato "normale", forse sarebbe stato meglio: ad ogni modo un gran film, che consiglio (la scena del primo brindisi è devastante! :D ) [/quote] Rammento di averlo visto alcuni anni fa: un pugno nello stomaco :cincin: P.S. Non so che significhi "dogma 95" :?


Bitossi - 13/10/2009 alle 12:46

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Non so che significhi "dogma 95" :? [/quote] E' un manifesto di regole cinematografiche (un decalogo) redatto da Lars Von Trier (uno dei miei registi non-preferiti) e da Thomas Vinterberg. Dal manifesto nasce quindi una "scuola" di registi che seguono le regole suddette. Mi paiono principi che si ispirano ad un approccio realista, condito con un bel po' di snobismo... Comunque, il "patto" è stato rotto nel 2005, e mi risulta che le regole suddette fossero state infrante molte volte nei film prodotti da tale corrente... Ecco qui il "manifesto" (notevole il voto di castità finale :Od: ): [i] "Io giuro di sottostare al seguente elenco di regole elaborate e confermate dal DOGMA 95": 1. Le riprese vanno girate sulle location. Non devono essere portate scenografie ed oggetti di scena (Se esistono delle necessità specifiche per la storia, va scelta una location adeguata alle esigenze). 2. Il suono non deve mai essere prodotto a parte dalle immagini e viceversa. (La musica non deve essere usata a meno che non sia presente quando il film venga girato). 3. La macchina da presa deve essere portata a mano. Ogni movimento o immobilità ottenibile con le riprese a mano è permesso. (Il film non deve svolgersi davanti alla macchina da presa; le riprese devono essere girate dove il film si svolge). 4. Il film deve essere a colori. Luci speciali non sono permesse. (Se c'è troppa poca luce per l'esposizione della scena, la scena va tagliata o si può fissare una sola luce alla macchina da presa stessa). 5. Lavori ottici e filtri non sono permessi. 6. Il film non deve contenere azione superficiale. (Omicidi, armi, etc.). 7. L'alienazione temporale e geografica non è permessa. (Questo per dire che il film ha luogo qui ed ora). 8. Non sono accettabili film di genere. 9. L'opera finale va trasferita su pellicola Academy 35mm, con il formato 4:3, non widescreen. (Originariamente si richiedeva di girare direttamente in Academy 35mm, ma la regola è stata cambiata per facilitare le produzioni a basso costo). 10. Il regista non deve essere accreditato. "Inoltre giuro come regista di astenermi dal gusto personale! Non sono più un artista. Giuro di astenermi dal creare un "opera", perché considero l'istante più importante del complesso. Il mio obiettivo supremo è di trarre fuori la verità dai miei personaggi e dalle mie ambientazioni. Io giuro di far ciò con tutti i mezzi possibili ed al costo di ogni buon gusto ed ogni considerazione estetica. Così io esprimo il mio VOTO DI CASTITÀ." Copenaghen, lunedì 13 marzo 1995 A nome del DOGMA 95 Lars von Trier, Thomas Vinterberg [/i]


dietzen - 13/10/2009 alle 13:45

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Comunque, il "patto" è stato rotto nel 2005, e mi risulta che le regole suddette fossero state infrante molte volte nei film prodotti da tale corrente... [/quote] a me ha sempre dato l'impressione di essere stata più una trovata pubblicitaria che altro... ;)


elisamorbidona - 14/10/2009 alle 11:46

questo manifesto mi pare importante perchè pone la domanda del fondamentale senso dell'arte: dove e come cercare il nesso bellezza e verità? Oppure seguono strade parallele? Ha senso provare a dire qualcosa in più della realtà delle cose senza l'uso del'argomentazione logica? Il realismo è l'unico accesso alla realtà?


Salvatore77 - 14/10/2009 alle 20:33

A me i film fatti stile Dogma 95 mi annoiano. Inoltre sembra una scelta per far fare parecchi passi in dietro all'arte del cinema. Se si analizza in dettaglio, praticamente il risultato deve essere lo stesso dei filmini fatti ai matrimoni o alle scampagnate. Credo che il cinema non sia questo.


elisamorbidona - 15/10/2009 alle 10:42

infatti è proprio questo il punto. Nel manifesto si annuncia una fede totale nella trasparenza direi estetica del reale. Del fenomeno in sè e per sè. Tanto più la cinepresa si impoverisce tanto più ciò che vi è nel mondo ha la possibilità di "risplendere", per così dire, di lasciar trasparire quel che ha di bello. Da qui l'idea di "diminuzione", di rinuncia dell'artista rispetto alle sue idee estetiche (la castità). Questa fede nelle cose che accadono di per se, non provocate da alcun disegno scenico o ideologico, naturalmente comporta un'idea di arte non tecnologica, non verbale, persino. Nel senso che si pensa che l'uomo non abbia un accesso migliore alla realtà di quello che già gli fornisce il suo corpo con i suoi sensi. Allora qui si pone appunto la questione del senso dell'arte, che nel manifesto di cui sopra, consisterebbe in un "ritrarsi" di fronte alle cose e agli eventi per lasciar sprigionare in pieno il loro essere. Ma non c'è una maniera più efficace di accedere alla natura delle cose e del mondo, ripresentandole con certe parole, con certi colori, attraverso il racconto di una storia inventata, in un certo senso usando un modo di raccontare, uno stile, una tecnica...un sistema di proporre la realtà che riesca a ad arrivare più vicino ad essa di come essa stessa si proponga di per se? Faccio l'esempio del ricordo di un profumo legato all'incontro di una persona, per esempio in un giardino di rose e viole...per ricrearne la sensazione fisica devo trovare la perfetta combinazione di essenze e miscelarle per bene con le giuste dosi, un piccolo errore nelle dosi e la magia della sensazione di quell'istante si perde. Ma se trovo le tre parole giuste che sanno rievocare la peculiarità di quello sguardo, della presenza fisica di quell'uomo in quel momento, ecco che ricompare anche il profumo del giardino, il colore del cielo, tono di rosso di quel tramonto ecc.ecc.. IN una parola faccio una poesia. Arrivo a dire qualcosa di molto preciso sulla realtà per così dire aggirando la realtà, usando altre parole che contengono addirittura un qualcosa di più rispetto a ciò che la realtà stessa (ad esempio con una foto del giardino) mi direbbe. Un esempio opposto, ma riferentesi alle stesse potenzialità espressive dell'arte, lo esprime bene una frase di Cezanne riportata da Merlau-Ponty nella "fenomenologia della percezione" (non vorrei averla già riporata in qualche altro 3d, ma comincio ad invecchiare se è così abbiate somma pazienza): " In "Peau de Chagrin" Balzac descrive una "tovaglia bianca come una coltre di neve caduta di fresco e sulla quale si elevavano simmetricamente le posate coronate da panini biondi". Per tutta la mia giovinezza ho voluto dipingere questa coltre di neve fresca...Ora so che si deve voler dipingere solo il "si elevano simmetricamente le posate" e il "panini biondi". Se dipingo il "coronati", sono spacciato, capite? E se veramente equilibro e sfumo le mie posate e i miei panini come dal vero, siate certi che ci saranno le corone, la neve, e un sacco di altre cose" - e il profumo inconfondibile di quella visione aggiungerei io... I firmatari del manifesto sembrerebbe che in questo "accesso artistico" al reale non credano. E questa direi che è LA questione del senso dell'arte che, appunto, quel documento pone in tutta la sua forza.

 

[Modificato il 15/10/2009 alle 10:49 by elisamorbidona]


Salvatore77 - 15/10/2009 alle 12:58

Diciamo che in un film io pongo l'attenzione a tante cose come montaggio, movimenti della macchina da presa, sonoro, la fotografia e tante altre ancora. Dogma annulla alcune di queste cose quindi annulla l'arte che c'è nell'arte, perchè ad esempio la fotografia di film come "L'uomo che non c'era", "Good night and good luck", "Schindler's list" rappresentano da sola l'arte nel fare la fotografia. Dogma 95 è un limite di tutte queste cose, per questo ritengo fare questi tipi di film rappresenta una forma d'arte essenziale ma parziale, che a me non piace molto.


Laura Idril - 16/10/2009 alle 12:40

[quote][i]Originariamente inviato da Maìno della Spinetta [/i] Ho rivisto spezzoni di questo film, nelle due versioni circolate, la prima con voce narrante, la seconda senza. Questo film è un capolavoro, in entrambe le versioni. Quale delle due versioni, e perché, vi gusta di più? Lancio l'argomento; intanto penso la mia. [/quote] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Credo che questa discussione sarà spostata in quella specifica sul cinema... Comunque, ottima questione. Secondo me la versione originale (quella con la voce narrante del 1982) è ormai entrata nell'immaginario collettivo, un po' come succede per Apocalypse now, a cui la versione "redux" aggiunge poco, anzi forse toglie. Ridley Scott pare odiasse la voce, la riteneva una mania dei tempi ed una intromissione della produzione, e la fece eliminare per il suo "Director's cut", uscito circa 10 anni dopo. Non si rese forse conto che però così il film perdeva molto del suo fascino "noir"... Un'altra differenza abbastanza sostanziale, ma più difficle da notare, è quella per cui anche il personaggio principale (Deckard, cioè Harrison Ford) nella versione successiva sembrerebbe poter essere un replicante (la cosa chiarisce pure alcune battute del film originale, anche mediante l'aggiunta della scena del sogno dell'unicorno). Se non sbaglio, infine, la mancanza della voce fuori campo ci fa perdere la mutata condizione della replicante che se ne va con Deckard (la scena degli spezzoni girati da Kubrick per Shining). Tutto sommato, a me sembra che sia uno dei pochi casi in cui l'intromissione nella sceneggiatura da parte della produzione non abbia creato un "mostro", anzi che abbia come detto contribuito al fascino del film... Il film viene indicato anche dal geografo e sociologio David Harvey nel suo "La crisi della modernità" (1989, ristampato da Il Saggiatore nel 2000, e poi da Net), insieme a "Il cielo sopra Berlino", come uno tra i primi e più chiari esempi di film post-moderno (soprattutto per quel che riguarda la sovrapposizione e la compresenza di "piani temporali" diversi - i replicanti creati "a tempo determinato", gli umani "a tempo indeterminato"...). ;) [/quote]


pedalando - 17/10/2009 alle 22:40

Blade runner e' in assoluto il mio film preferito. Pero' secondo me (ma guarda un po') l'ideale e' un misto fra le due versioni. Ovvero con la voce narrante ma con il finale di Director's cut.


lemond - 18/10/2009 alle 09:20

Sotto le stelle Recensione del film Agora (2009) a cura di Alessia Starace Meticolosa e sontuosa ricostruzione storica, Agora non è soltanto la storia di Ipazia di Alessandria, intellettuale perseguitata dai cristiani per il suo rifiuto di piegare la propria integrità alle loro mire politiche; è anche un’interessante esplorazione del legame tra religione e progresso, tra tolleranza, solidarietà umana e avanzamento scientifico. Quarto secolo dopo Cristo: nella città di Alessandria d’Egitto, santuario della scienza e della cultura del mondo antico, la filosofa e astronoma Ipazia, figlia del direttore della Biblioteca, trasmette i suoi insegnamenti ad un gruppo di allievi di diversa estrazione sociale e religiosa; persino al suo schiavo Davus è concesso di assistere alle lezioni, e di presentare i suoi modelli del sistema tolemaico. Nel frattempo, la città scivola inesorabilmente nell’agitazione: il numero di cristiani sta salendo vertiginosamente, e soprattutto gli umili e gli schiavi sono sedotti dalla parola di Gesù Cristo e dal carisma dei Parabolani, una sorta di setta monacale/ milizia che opera per la sottomissione del paganesimo (e del giudaismo) alla religione cristiana. Quando i cristiani marciano sull’agora, che era loro interdetta, così come il tempio e la Biblioteca, e i pagani cercano di scacciarli con le armi, il precipitare degli eventi è inevitabile. Meticolosa e sontuosa ricostruzione storica, Agora di Alejandro Amenábar non è soltanto la storia di Ipazia di Alessandria, intellettuale perseguitata dai cristiani per il suo rifiuto di piegare la propria integrità alle loro mire politiche; è anche un’interessante esplorazione del legame tra religione e progresso, tra tolleranza, solidarietà umana e avanzamento scientifico. Sebbene a tratti semplicistico e farraginoso (è difficile trovare naturali e credibili le conversazioni tra Ipazia e i suoi alunni quando confrontano i modelli di Tolomeo e Aristarco sulle fortificazioni della città), e non sempre fluido nella messa in scena, il film di Amenabar è apprezzabile per la sua compattezza concettuale e per la capacità del regista spagnolo di associare le scelte visive agli elementi di sceneggiatura in maniera spesso illuminante. Solo un paio di esempi fra i tanti: durante una lezione si legge un passo di Aristotele in cui si parla della naturale inferiorità intellettiva degli schiavi; poco dopo, Davus, pur segretamente innamorato di Ipazia, consacra il proprio passaggio nelle fila dei cristiani – ormai impegnati a esecrare il tempio e a bruciare le preziose pergamene della Biblioteca – distruggendo proprio una statua del grande filosofo. Il sovvertimento delle credenze e delle antiche tradizioni è indicato anche chiaramente da Amenábar nella stessa sequenza, con un lento e inesorabile ribaltamento dell’immagine. Insistito è anche l’uso di carrellate che, dalla baia di Alessandria, si allontanano dalla superficie terrestre: splendide immagini astronomiche che “ridimensionano” la portata degli eventi narrati, delle guerre di potere e dei conflitti religiosi, come se le umane questioni nella loro piccolezza fossero scrutate da un Dio, o dei, distante e indifferente che abita la serenità del cosmo. Sulla figura di Ipazia, interpretata da una Rachel Weisz i cui grandi occhi intelligenti sono una perfetta immagine della gloria della conoscenza, lo script di Amenábar eMateo Gil lavora molto di fantasia, in particolare in merito alle rivoluzionarie idee astronomiche le le vengono attribuite nel film; quanto all’elemento romantico (Ipazia è amata non solo da Davus, ma anche dal futuro prefetto di Alessandria, Orestes), esso è utilizzato con grande discrezione e sempre funzionale alla trama. Nonostante alcuni difetti, dunque, Agora è un film meritevole non solo per il grande sforzo tecnico e produttivo, ma anche per l’equanimità con cui affronta il tema attualissimo delle tensioni religiose, e per l’equilibrio e l’intelligenza con cui celebra, nella figura della martire pagana, l’inestimabile, irrinunciabile valore della libertà di pensiero.


Carrefour de l arbre - 18/10/2009 alle 20:04

Visto Syriana: bellissimo! Bellissimo perchè a mio modo di vedere è un bel ritratto di tutto ciò che riguarda il petrolio, sia da un punto di vista geopolitico/religioso che da un punto di vista economico/speculativo. Le scena che descrivono le fasi di costruzione di un Kamikaze partendo da un bravo e onesto ragazzo poi sono da manuale. Peccato solo che Clooney fosse decisamente fuori fase e Matt Damon un pò moscio; ottimo, invece William Hurt. Ve lo consiglio caldamente.


Salvatore77 - 19/10/2009 alle 21:15

[quote][i]Originariamente inviato da Nievole [/i] Sabato ho visto Bastardi senza Gloria. Tarantino al suo massimo nell'arte di far cinema. [/quote] L'ho visto è sono rimasto abbastanza deluso. Diciamo che il Tarantino-style non va bene per tutti i generi: il fatto che il film risente troppo del suo marchio di fabbrica credo sia un limite. Inoltre ho trovato fuori luogo la suddivisione in capitoli (ormai un vezzo inutile e ripetitivo), la trama è buona anche se verso la fine ci sono troppe incongruenze da rendere il film dal punto di vista della fantasia appena un gradino al di sotto di Kill Bill. Nel complesso è un film appena sufficiente, direi a livello di Jakie Brown.


Zanarkelly - 19/10/2009 alle 23:40

Ieri ho visto "Il matrimonio di Lorna": bel film, bel cinema, senza orpelli e molto essenziale, anche troppo forse, al punto di diventare un po' un pugno nello stomaco. Comunque, lo consiglio: uno sguardo molto amaro sul mondo e sui problemi dell'immigrazione, in questo caso in Belgio, ma penso possa essere applicato a tutti i paesi d'Europa. Piccola nota: tutti i traffici più illeciti ed ignobili sono gestiti da un italiano, con buona pace dell'adagio "italiani brava gente".


Admin - 10/11/2009 alle 01:11

Vi volevo segnalare un bellissimo film uscito in questi giorni, sta passando su Cult (canale 319 di Sky) ed è un instant movie che racconta la deriva ormai inarrestabile del nostro paese. Si chiama "In nome del popolo italiano".


lemond - 10/11/2009 alle 07:40

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Vi volevo segnalare un bellissimo film uscito in questi giorni, sta passando su Cult (canale 319 di Sky) ed è un instant movie che racconta la deriva ormai inarrestabile del nostro paese. Si chiama "In nome del popolo italiano". [/quote] Un capolavoro assoluto, con la ciliegina sulla torta, rappresentato dal "calcio", che Dino Risi riesce ad illustrare molto bene quello che rappresenta. ;)


Carrefour de l arbre - 08/12/2009 alle 18:21

Ho visto un vecchio film di Jim Jarmusch ("broken flower"), del 1991: si intitola "Night on earth" e descrive 5 viaggi in taxi, partendo da un tramonto losangelino per arrivare all'alba di helsinki, e del rapporto che intercorre tra il taxista e i suoi trasportati. Veramente bellissimo: tra gli altri, un Benigni non ancora inflazionato e paracu.lo e una Winona Rider giovanissima.


lemond - 14/12/2009 alle 10:46

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho visto in questi giorni una bella commedia francese: "Giù al Nord" (in francese il titolo è diverso, ma non me lo ricordo). Film divertente sulle diversità e sui pregiudizi tra regioni diverse di uno stesso stato, fatto molto bene ed intelligente, senza volgarità, con grande ironia, insomma... molto alla francese. [/quote] Per me invece è stata una delusione, mi sono divertito poco o punto e le diversità "volutamente fittizie" fra nord e sud, che si vorrebbero evidenziare, noi italiani non siamo in grado di comprenderle ed il tutto mi pare si riduca a far parlare i nordisti con l'apparecchio del dentista in bocca :D.


lemond - 14/12/2009 alle 11:33

[b] The king [/b] Con un congegno spietato e impeccabile il film testimonia, impassibile, il lento addensarsi della tragedia, di chi cerca il Padre-Eterno e, per trovarlo, non si ferma di fronte a nulla. Fra le righe 'The King' parla dell'America (e dell'Italia) profondamente bigotta, della cultura (Morattiana :) ) dei neofondamentalisti anti-Darwin. Ma lo fa senza parere, cercando di tratteggiare semplicemente i vari personaggi. Insomma un film da vedere, in specie, per chi qualche volta ha pensato che la religione sia amore e fraternità. :D P.S. Chi lo volesse vedere e non è abbonato a SkY (Cult), me lo faccia sapere. [b] [/b]


desmoblu - 17/12/2009 alle 14:19

Ho sentito un'intervista a De Sica (Christian: a proposito, i figli d'arte dovrebbero essere costretti a [i]fare altro[/i], v. Gassman) e giustificava la partecipazione ai cinepanettoni con un bel 'i cinepanettoni ti danno la possibilità economica di fare anche altri film, d'autore'. Ah, davvero. Così ho perso due minuti del mio tempo per cercare la filmografia di De Sica, per capire [i]quali[/i] fossero quelli d'autore. Partiamo dal 1983, anno fatidico (è quello del primo 'vacanze di natale'). 1983: Vacanze di Natale (C. Vanzina, da cui era già stato diretto in 'Viuuulentemente mia' e 'Sapore di mare'); Acqua e Sapone 1984: Mi faccia causa, Vacanze in America (Vanzina) 1985: I pompieri 1986: Yuppies, Yuppies 2 (Vanzina entrambi), Asilo di polizia, Grandi magazzini 1987: Montecarlo Gran Casinò (Vanzina), I pomperi 2, Bellifreschi 1988: Compagni di scuola 1989: Fratelli d'Italia (Parenti), Night club 1990: Vacanze di Natale '90, Il conte max (debutto alla regia) 1991: Vacanze di Natale '91 1992: Anni '90, Ricky e Barabba (attore e regista) 1993: Anni '90 parte II 1994: S.P.Q.R. (ps: in questo film e nei cinepanettoni si sprecano le pubblicità occulte all'attuale pres.del.cons.. è dal 1983 che..) 1995: Vacanze di Natale '95 (Parenti), Uomini uomini uomini 1996: Tre, A spasso nel tempo (Vanzina) 1997: A spasso nel tempo l'avventura continua (Vanzina) 1998: Simpatici & antipatici, Paparazzi (Parenti) 1999: Tifosi (Parenti) 2000: Bodyguards (Parenti) 2001: Merry Christmas (Parenti) 2002: Natale sul Nilo (Parenti) 2003: Natale in India (Parenti) 2004: Christmas in love (Parenti) 2005: The clan 2006: Natale a New York (Parenti) 2007: Natale in crociera (Parenti) 2008: Parlami di me (Brando De Sica, il figlio; il soggetto è di Maurizio Costanzo), Natale a Rio (Parenti) 2009: Natale a Beverly Hills (Parenti) Ora vorrei capire quali sono i film d'autore....


nino58 - 17/12/2009 alle 14:41

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Ho sentito un'intervista a De Sica (Christian: a proposito, i figli d'arte dovrebbero essere costretti a [i]fare altro[/i], v. Gassman) e giustificava la partecipazione ai cinepanettoni con un bel 'i cinepanettoni ti danno la possibilità economica di fare anche altri film, d'autore'. Ah, davvero. Così ho perso due minuti del mio tempo per cercare la filmografia di De Sica, per capire [i]quali[/i] fossero quelli d'autore. Partiamo dal 1983, anno fatidico (è quello del primo 'vacanze di natale'). 1983: Vacanze di Natale (C. Vanzina, da cui era già stato diretto in 'Viuuulentemente mia' e 'Sapore di mare'); Acqua e Sapone 1984: Mi faccia causa, Vacanze in America (Vanzina) 1985: I pompieri 1986: Yuppies, Yuppies 2 (Vanzina entrambi), Asilo di polizia, Grandi magazzini 1987: Montecarlo Gran Casinò (Vanzina), I pomperi 2, Bellifreschi 1988: Compagni di scuola 1989: Fratelli d'Italia (Parenti), Night club 1990: Vacanze di Natale '90, Il conte max (debutto alla regia) 1991: Vacanze di Natale '91 1992: Anni '90, Ricky e Barabba (attore e regista) 1993: Anni '90 parte II 1994: S.P.Q.R. (ps: in questo film e nei cinepanettoni si sprecano le pubblicità occulte all'attuale pres.del.cons.. è dal 1983 che..) 1995: Vacanze di Natale '95 (Parenti), Uomini uomini uomini 1996: Tre, A spasso nel tempo (Vanzina) 1997: A spasso nel tempo l'avventura continua (Vanzina) 1998: Simpatici & antipatici, Paparazzi (Parenti) 1999: Tifosi (Parenti) 2000: Bodyguards (Parenti) 2001: Merry Christmas (Parenti) 2002: Natale sul Nilo (Parenti) 2003: Natale in India (Parenti) 2004: Christmas in love (Parenti) 2005: The clan 2006: Natale a New York (Parenti) 2007: Natale in crociera (Parenti) 2008: Parlami di me (Brando De Sica, il figlio; il soggetto è di Maurizio Costanzo), Natale a Rio (Parenti) 2009: Natale a Beverly Hills (Parenti) Ora vorrei capire quali sono i film d'autore.... [/quote] Ammirevole il tuo spirito di ricerca. :Od:


alberto84 - 21/12/2009 alle 18:18

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] 2009: Natale a Beverly Hills (Parenti) [/quote] spero solo che non superi nella classifica dei botteghini l'era glaciale 3, se fosse così questo dimostrerebbe il livello culturale degli italiani.... Se proprio uno deve andare a vedere un film che faccia ridere gli consiglierei quello di checco zalone, almeno in questo film la risata è spontanea....


desmoblu - 21/12/2009 alle 19:27

Mah..gli ultimi film che mi hanno fatto ridere (tra gli italiani) sono Il mostro di Benigni, forse il primo del trio Aldo Giovanni etc e Aprile di Moretti ('ho voglia di litigare! adesso prendo un automobilista e mi faccio picchiare, mi faccio spaccare la faccia.."), ma vado a memoria, senza pensarci più di tanto. Tra quelli esteri (comici) ho rivisto molto volentieri Death at a funeral (da noi funeral party) e Fratello dove sei.


desmoblu - 23/12/2009 alle 15:33

Sono stato profetico.... [i]Riforma Urbani applicata alla commedia con De Sica. Rischi per i piccoli cinema[/i][b] «Natale a Beverly Hills» è film d'essai O almeno così lo riconosce la legge[/b][i] Le nuove norme e le scelte del ministero. Il riconoscimento anche a «Winx Club 2»[/i] MILANO — Nemmeno nei suoi sogni più azzardati Christian De Sica aveva osato tanto: il cinepanettone dichiarato ufficialmente «film d’essai». E non per un qualche colpo di mano dei fan del supertrash o una resa incondizionata del fronte unito Critici & Castigamatti, ma per «merito» della legge italiana sul cinema. Per aggirare i deprecati cedimenti ideologico-consociativi (leggi: favori ai fanigottoni del cinema sempre pronti a autofinanziarsi coi soldi dello Stato), la riforma dell’allora ministro della Cultura Urbani istituiva precisi parametri matematico-quantitativi per valutare i meriti di un film. Era il reference system che dava punti alla solidità produttiva, alla ricchezza del cast, al valore dei registi o dei direttori della fotografia, eccetera eccetera. Quei punteggi servivano, e servono, per ottenere finanziamenti «bipartisan» oppure per accedere alla qualifica di «film d’interesse culturale e nazionale». Naturalmente le domande si presentano prima che il film sia girato (per ottenere le sovvenzioni) o comunque prima dell’uscita (per avere la qualifica) e la commissione che li concede si riserva poi di confermarli «previa visione della copia campione». Ma salvo improbabili colpi di scena, nessuna qualifica viene mai revocata. Da qualche mese, poi, questa qualifica è diventata vitale per ottenere i tanto agognati «crediti d’imposta»: per ridare fiato all’industria del cinema senza ricadere nelle sovvenzioni d’antica memoria, sono stati introdotti dei meccanismi di riduzione fiscale (i crediti d’imposta, appunto) capaci di favorire il reimpiego di capitali nella produzione. Ma per evitare che diventassero finanziamenti indiscriminati (e quindi fuori legge), la Comunità europea ha imposto che ne potessero usufruire solo i film di qualità, quelli cioè dichiarati «di interesse culturale e nazionale». E qui si torna a «Natale a Beverly Hills», che ha chiesto e ottenuto la qualifica in questione per aver diritto ai sacrosanti crediti d’imposta ma che si è conquistato in sovrappiù una «qualifica di film d’essai» che per la legge Urbani spetta di diritto a tutti i film di interesse culturale e nazionale. E qui le cose si complicano. E in peggio. Perché diventare film d’essai vuol dire permettere al cinema che ti programma di ottenere quegli aiuti (fiscali e monetari) che sostengono gli esercenti più attenti e coraggiosi, quelli cioè che dovrebbero dare spazio ai film più difficili, controversi, stimolanti e culturalmente validi. Non certo a quelle megastrutture che magari riempiono tutte le sale con tre o quattro blockbuster e non si preoccupano di far quadrare le logiche del botteghino con quella della qualità. Invece «trasformando» in cinema d’essai anche i multiplex che proiettano opere come «Natale a Beverly Hills» (nella stessa riunione ha già ottenuto lo stesso riconoscimento «Winx Club 2») si finisce solo per sottrarre ulteriori finanziamenti a quei piccoli esercenti che, con un pubblico più attento alla qualità dei film che del pop corn, sono l’ultimo baluardo per la difesa di un cinema degno di questo nome. Altrimenti rischiano di diventare pura demagogia tutte le richieste di maggior efficienza e moralizzazione che la Politica rivolge a questo settore: se non si cambia al più presto questa legge, le occasioni per essere orgogliosi della nostra cinematografia diventeranno ogni giorno più esigue. Con o senza il marchio d’essai. P. Mereghetti- corriere.it


Carrefour de l arbre - 03/01/2010 alle 17:32

La notte di capodanno, dopo i festeggiamenti, io e un manipolo di irriducibili ci siamo concessi la visione de "I guerrieri della notte". Grandioso. Come giustamente faceva notare un mio amico, i film veramente tosti dell'era reaganiana non hanno avuto il "2": Cobretti, Over the top e appunto, I guerrieri della notte. Purtroppo Wall Street vacilla, visto che il 2 sta uscendo....


pacho - 03/01/2010 alle 17:59

l altra sera ho visto Avatar: da paura. il film piú antimperialista che abbia mai visto :) una volta procuratosi il film (per i mezzi, vedete voi) si possono scaricare i sottotitoli da www.opensubtitles.org (si fa partire il film con vlc e si trascinano i sottotitoli dentro). credo che in italia uscirá tra un bel po', quindi per adesso c'é solo in inglese. tra le ultime visioni che meritano, molto belli l ultimo di ken loach, looking for eric, pour elle di fred cavayé e ben x di nic balthazar. ho per le mani anche welcome di philippe lioret e precious: based on the novel push by sapphire di lee daniels..credo che me lo spari stasera. se qualcuno ha film da consigliare (sia nuovi che no), aspetto impaziente..dato che nella mia nuova cittá le cose piú sovversive che faccio sono suonare gli stiff little fingers con amplicatore e cuffia attaccati e travestirmi da socialdemocrats: che tristezza.

 

[Modificato il 03/01/2010 alle 18:06 by pacho]


Carrefour de l arbre - 03/01/2010 alle 19:16

io stasera vado a vedere Brothers, di cui mi hanno parlato un gran bene: ti saprò dire.


Admin - 03/01/2010 alle 20:34

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] dato che nella mia nuova cittá le cose piú sovversive che faccio sono suonare gli stiff little fingers con amplicatore e cuffia attaccati e travestirmi da socialdemocrats: che tristezza. [/quote] 'ndostài? Quando ho più tempo poi scrivo una riflessione suggeritami dal tuo post. ;)


W00DST0CK76 - 03/01/2010 alle 21:05

L'altro giorno ho visto "A serious man" dei fratelli Coen, gran bel film, grottesco e corrosivo con dialoghi gustosamente surreali, in particolare quelli dei rabbini a cui si rivolge lo stralunato protagonista. Ottima la scelta del tema musicale, "somebody to love" dei Jefferson Airplane.


Carrefour de l arbre - 03/01/2010 alle 22:06

Davvero? Ho sentito un solo parere su quello dei Coen: chi l'ha visto mi ha detto che anche loro sono ormai affetti dalla sindrome-Tarantino: ha giudicato il film un pò autoreferenziale, quasi che mettere la firma "f.lli Coen" sia garanzia di successo.....Però ne sento parlare un gran bene. Torno or ora invece dalla visione di Brothers. Il film è abbastanza bello, non lento come molti sostengono (a me piacciono anche i film di Kaurismaki, quindi nessun film per me sarà troppo lento!), certo il ritmo non è uniforme, ci sono momenti in cui ha dei bruschi rallentamenti. L'idea alla base del film è molto forte, splendida, ma non viene apporfondita come dovrebbe a mio avviso. Gyllenhaal sempre ottimo, Portman bene a sprazzi, Maguire secondo me non troppo adatto al ruolo. Da vedere, almeno per poterlo giudicare di persona.


Admin - 04/01/2010 alle 10:10

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] nessun film per me sarà troppo lento![/quote] Guardati Satantango e poi ne riparliamo :D


Bitossi - 04/01/2010 alle 10:32

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] nessun film per me sarà troppo lento![/quote] Guardati Satantango e poi ne riparliamo :D [/quote] ...oppure "Nostalghia" di Tarkovskij... :Od:


lemond - 04/01/2010 alle 10:40

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] nessun film per me sarà troppo lento![/quote] Guardati Satantango e poi ne riparliamo :D [/quote] ...oppure "Nostalghia" di Tarkovskij... :Od: [/quote] Mia figlia sta facendo la tesi su Werner Herzog, del quale ho visto un film solo (credo il meno lento) ed in effetti a velocità otto (tanto non c'erano che pochi diealoghi, sottotitolati) devo dire che scorreva abbastanza bene :D. Altro regista da consiliare è, secondo me, Otar Iosseliani :cincin:


Bitossi - 04/01/2010 alle 12:28

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] ...oppure "Nostalghia" di Tarkovskij... :Od: [/quote] Mia figlia sta facendo la tesi su Werner Herzog, del quale ho visto un film solo (credo il meno lento) ed in effetti a velocità otto (tanto non c'erano che pochi diealoghi, sottotitolati) devo dire che scorreva abbastanza bene :D. Altro regista da consiliare è, secondo me, Otar Iosseliani :cincin: [/quote] Ti assicuro, Carlo, che qualsiasi film di Herzog in confronto a "Nostalghia" è un videogioco: - Ricordo una ripresa quasi fissa di almeno 2 o 3 minuti su un cane addormentato... - Il protagonista ci mette [b]9 minuti[/b] per attraversare la vasca svuotata di Bagno Vignoni con una candela in mano... :( Se poi ci mettiamo la disgrazia di avere nel cast Domiziana Giordano... (il PSI all'epoca contava ancora tanto :Od: ) Alla fine del film avevo dovuto svegliare i due amici che erano con me, e parte degli altri spettatori (eravamo una decina in tutto nella sala). :yawn: E pensare che a me Tarkovskij piace... per dire, Andrei Rublev è lungo il doppio, ma me l'ero visto senza problemi; "L'infanzia di Ivan" e "Lo specchio" sono due grandi film; pure Solaris e Stalker sono da vedere... Riguardo a Ioseliani... ti riferisci a "Caccia alle farfalle", vero? :D Però guarda che il primo film (C'era una volta un merlo canterino) non era per niente male.


Subsonico - 04/01/2010 alle 12:58

Ieri sera mi sono letteralmente scompisciato nel vedere Brian di Nazareth: risate a parte, una tale summa di comicità (satira, giochi di parole, trivialità, assurdo e nosense) non l'avevo mai vista. Bravi davvero i Monty Phyton. Rimanendo sul comico-triviale, sto sentendo parlare un gran bene a ogni livello del film di Checco Zalone, che non ho visto. Pare che non sia troppo volgare e che stia facendo miracoli, del tipo che gente che non lo poteva sopportare lo è andato a vedere e si è ricreduto. L'autore è una garanzia (Gennaro Nunziante ha fatto la fortuna di Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo). Qualcuno l'ha visto?


Admin - 04/01/2010 alle 13:01

Di Ioseliani fatico a entrare nell'ottica grottesca. Non capisco Carlo su Herzog: è uno dei più grandi in assoluto, secondo me. Aguirre è un film clamorosissimo; Woyzeck molto bello; una chicca assoluta è Anche i nani hanno cominciato da piccoli, film sconvolgente. E tutta un'altra serie di film memorabili. L'enigma di Kaspar Hauser è un po' più lento, ma insomma, in generale siamo lontani dai picchi di Nostalghja citati da Lorenzo. Su Satantango, che dire. 9 minuti per attraversare la vasca? Ma vogliamo parlare dei tre quarti d'ora di una scena di un ballo nel film di Bela Tarr? E degli altri tre quarti d'ora in cui due personaggi camminano silenziosamente su un sentiero? TRE QUARTI D'ORA!!! (Il film dura 7 ore, mi pare). Quando lo vidi, in un Fuori Orario all night long, ricordo che sulla scena della passeggiata, ormai verso la fine del film, quando ero più vicino al suicidio che mai prima nella mia vita (erano tipo le 6 del mattino), scesi a comprare la Gazzetta, mi intrattenni con l'edicolante notturno, poi con calma tornai su a casa, e i due erano ancora lì, presi in questa ca22o di camminata!!! Qualche clip per credere: l'inizio del film (l'autore è molto onesto e dichiara sin da subito di che morte dovremo morire) Un pezzo del ballo (me lo ricordavo ben più lungo di così, ma già questo basta per farsi un'idea... comunque la musichetta resta in testa, non c'è che dire :D ) Un breve tratto della celebre camminata (se non ricordo male poi prosegue coi due che arrivano nelle campagne) Certo, il film ha un suo fascino, ciò è fuori discussione; ma Tarr chiede davvero troppo allo spettatore.


Admin - 04/01/2010 alle 13:16

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Rimanendo sul comico-triviale, sto sentendo parlare un gran bene a ogni livello del film di Checco Zalone, che non ho visto. Pare che non sia troppo volgare e che stia facendo miracoli, del tipo che gente che non lo poteva sopportare lo è andato a vedere e si è ricreduto. L'autore è una garanzia (Gennaro Nunziante ha fatto la fortuna di Emilio Solfrizzi e Antonio Stornaiolo). Qualcuno l'ha visto? [/quote] L'ho visto, pur non essendo tutto 'sto fan di Zalone (ma era una sera che si aveva bisogno di ridere, e sono andato al cinema). Ho riso molto in un paio di situazioni, per il resto ho trovato il film abbastanza deludente: recitato male, convenzionalissimo e a tratti molto stereotipato (uff, la coppia gay, ufffffffff), ma il vero problema per me era che guardavo Zalone e mi pareva di sentire Rocco Sanguellatte, che non ho bisogno di spiegarti chi è (e infatti la presenza di Nunziante spiega tutto, forse). Anche nelle canzoni, avvertivo l'eco di Piero Scamarcio. Non so, ma Nunziante in genere collabora con Zalone come autore? Cmq molto molto bellina la Michelini, per quanto largamente insufficiente la sua recitazione. Sull'effetto Zalone, indubbiamente è il suo momento e ciò rende molti indulgenti nei confronti del film. Diciamo che l'hype in questo caso ha un ruolo abbastanza pesante.


UribeZubia - 04/01/2010 alle 13:23

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Mia figlia sta facendo la tesi su Werner Herzog, del quale ho visto un film solo (credo il meno lento) ed in effetti a velocità otto (tanto non c'erano che pochi diealoghi, sottotitolati) devo dire che scorreva abbastanza bene :D. Altro regista da consiliare è, secondo me, Otar Iosseliani :cincin: [/quote] Di Otar Iosseliani consiglio a chi ancora non l'avesse visto [b]Giardini in autunno[/b], del 2006 dove mette alla berlina la mostruosita' del potere e delle classi abbienti, con un grande Michel Piccoli nei panni dell'anziana madre del protagonista.:D :cincin:

 

[Modificato il 04/01/2010 alle 13:28 by UribeZubia]


lemond - 04/01/2010 alle 13:45

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Di Ioseliani fatico a entrare nell'ottica grottesca. Non capisco Carlo su Herzog: è uno dei più grandi in assoluto, secondo me. [/quote] Anche secondo mia figlia, ma io non ne contesto la grandezza, bensì il fatto che non sia [b]anche [/b]divertente. Per me un film che mi annoia, può anche essere *stupendo*, ma io lo lascio guardare agli altri e, a sproposito, proprio in questi giorni ho visto l'ultimo Woody "Basta che funzioni", secondo me il ritorno :clap:, come ormai, purtroppo, non mi aspetto più da Moretti :mad: [b] [/b]


Bitossi - 04/01/2010 alle 14:26

Su Satantango: una di quelle imprese epiche che ancora non sono riuscito ad affrontare... (per la precisione il film dura 450') Su Herzog: oltre a non ritenerlo particolarmente lento (e poi c'è lentezza e lentezza: c'è quella "utile" e quella estetizzante o mal utilizzata), effettivamente anche a me sembra un grande del cinema, con pochissime cadute, almeno tra i film che ho visto (forse "Cobra verde" e "Grido di pietra"???). Superfilm: - Aguirre (naturalmente ho anche la colonna sonora dei Popol Vuh... ;)) - L'enigma di Kaspar Hauser - La ballata di Stroszek (forse il mio preferito) - Nosferatu - Woyzeck - Fitzcarraldo Il personaggio poi è interessantissimo: oltre all'attenzione per i deboli e diversi (vari documentari sull'handicap, e famoso l'uso dell'attore Bruno S.), ha fatto cose straordinarie come andare a piedi da Monaco all'Albania (a 15 anni!) o a Parigi per "salvare" la critica cinematografica Lotte Eisner, gravemente malata. EDIT: Checco Zalone è diventato un mio idolo unicamente per l'imitazione di Giovanni Allevi... http://www.youtube.com/watch?v=qvzplpt9o2o :Od:

 

[Modificato il 04/01/2010 alle 14:54 by Bitossi]


Admin - 04/01/2010 alle 15:00

Concordo, Lorenzo, Herzog è veramente un personaggio fuori dal comune. La realizzazione di Fitzcarraldo (ma anche di Aguirre) è di per se stessa un film, un'avventura incredibile. Ne emergono chiare tracce nell'imperdibile documentario "Il mio nemico più caro", dedicato a Kinski. (Credo che Carlo lo troverebbe *anche* divertente, e molto: ecco il mio consiglio per la visione!) Ps: avevo dimenticato Stroszek... Vergogna :)


lemond - 04/01/2010 alle 15:19

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Ne emergono chiare tracce nell'imperdibile documentario "Il mio nemico più caro", dedicato a Kinski. (Credo che Carlo lo troverebbe *anche* divertente, e molto: ecco il mio consiglio per la visione!) [/quote] Me lo farò dare da mia figlia. Grazie.


pacho - 04/01/2010 alle 15:22

sto inconerato sul litorale adriatico..comunque, dopo sta rassegna di film pesanti come il piombo...non é che avete qualcosa di umano da consigliare?(ancora non ho trovato Brothers). no, perche non vorrei fare come fantozzi che in un moto di ribellione rapisce l admin e lo costringe per 3 giorni a guardare giovannona coscia lunga, l esorciccio e la polizia si incazza. tanx.

 

[Modificato il 04/01/2010 alle 15:25 by pacho]


UribeZubia - 04/01/2010 alle 16:49

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] sto inconerato sul litorale adriatico..comunque, dopo sta rassegna di film pesanti come il piombo...non é che avete qualcosa di umano da consigliare?(ancora non ho trovato Brothers). no, perche non vorrei fare come fantozzi che in un moto di ribellione rapisce l admin e lo costringe per 3 giorni a guardare giovannona coscia lunga, l esorciccio e la polizia si incazza. tanx. [/quote] Se gia' non conosci la storia (credo sia il terzo film tratto dallo stesso romanzo) potresti guardare [b]Pelham 1-23 ostaggi in metropolitana[/b], con particolare attenzione ai dialoghi tra John Travolta e Denzel Washington. ;)


Carrefour de l arbre - 04/01/2010 alle 18:51

mazza oh, Kaurismaki fa dei film d'azione e non me ne ero accorto! :D


W00DST0CK76 - 04/01/2010 alle 22:09

[quote][i]Originariamente inviato da Subsonico [/i] Ieri sera mi sono letteralmente scompisciato nel vedere Brian di Nazareth: risate a parte, una tale summa di comicità (satira, giochi di parole, trivialità, assurdo e nosense) non l'avevo mai vista. Bravi davvero i Monty Phyton. [/quote] Ce l'ho in DVD ed è uno dei film più divertenti che abbia mai visto! La sequenza su Marco Pisellonio e la moglie Incontinentia Deretana è irresistibile :D


pacho - 05/01/2010 alle 16:01

ciao U.z. ieri ho visto Pelham 1-23 ostaggi in metropolitana..ti diró: gli ingredienti c'erano tutti, peró non mi é piaciuto un gran che..specilamente il finale molto hollywood. i dialoghi accennavano qualcosina ma poi rimanevano sempre a mezz'aria, senza portare il discorso alle estreme conseguenza. la pare che mi é piaciuto di piu é quando travolta dice al sindacto che la cittá avrebbe esultato nel caso in cui gli avesse fatto saltare le cervella


Salvatore77 - 06/01/2010 alle 10:20

Un paio di giorni fà, ho rivisto il film "Un pesce di nome Wanda", a mio avviso uno dei film più divertenti degli ultimi anni.


Bitossi - 06/01/2010 alle 14:17

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Un paio di giorni fà, ho rivisto il film "Un pesce di nome Wanda", a mio avviso uno dei film più divertenti degli ultimi anni. [/quote] Veramente è del 1988... :D


Salvatore77 - 06/01/2010 alle 15:28

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Un paio di giorni fà, ho rivisto il film "Un pesce di nome Wanda", a mio avviso uno dei film più divertenti degli ultimi anni. [/quote] Veramente è del 1988... :D [/quote] Appunto...:)


Bitossi - 06/01/2010 alle 15:56

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Un paio di giorni fà, ho rivisto il film "Un pesce di nome Wanda", a mio avviso uno dei film più divertenti degli ultimi anni. [/quote] Veramente è del 1988... :D [/quote] Appunto...:) [/quote] Allora possiamo dire degli ultimi decenni... :D [font=garamond][size=0](che spaccamaroni che sono...)[/size][/font]


Monsieur 40% - 06/01/2010 alle 17:19

Ho visto ieri sera Sherlock Holmes, e confermo l'amore smisurato che nutro verso Robert Downey Jr. Il film è altamente godibile, anche se alla fine m'ha scazzato il palese annuncio del sequel, che ovviamente non vedrò per partito preso (non al cinema, quantomeno).


pacho - 06/01/2010 alle 17:51

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ieri ho visto "Il matrimonio di Lorna": bel film, bel cinema, senza orpelli e molto essenziale, anche troppo forse, al punto di diventare un po' un pugno nello stomaco. Comunque, lo consiglio: uno sguardo molto amaro sul mondo e sui problemi dell'immigrazione, in questo caso in Belgio, ma penso possa essere applicato a tutti i paesi d'Europa. Piccola nota: tutti i traffici più illeciti ed ignobili sono gestiti da un italiano, con buona pace dell'adagio "italiani brava gente". [/quote] sul tema, merita molto Welcome di Philippe Lioret.


Subsonico - 08/01/2010 alle 12:50

Ieri sera su rete4 c'era "Ogni cosa è Illuminata" e mi sono letteralmente incollato allo schermo. Raramente ho riso tanto (nemmeno con Brian di Nazareth), forse perchè mi ricordava un po' le gaffes tipiche di noi occidentali quando andiamo nei paesi dell'est. Allo stesso tempo un film profondo e asciutto, in controtendenza con la norma che vuole che i film oggi debbano durare più di 2 ore (questo durava 106 minuti), con un irriconoscibile ed ancora non famoso Eugene Hutz (Gogol Bordello, nel film appare anche il gruppo come comitato di accoglienza) nella parte dell'ingenuo tamarro di città (tipicissimo dei paesi dell'est!) ed Elijah Wood che interpreta un'imperturbabile giovane ebreo collezionista alla ricerca delle origini della sua famiglia. Un film che riesce ancora a dare un senso alla prossima giornata della memoria, nonostante lo schifo (schifo, schifo) provato l'anno scorso.


W00DST0CK76 - 08/01/2010 alle 13:04

Ieri sera sono stato al cinema a vedere il nuovo film di Verdone "Io Loro e Lara", l'intenzione era quella di passare una serata in allegria senza troppe pretese, invece il film mi ha piacevolmente sorpreso, ben recitato (bravissima come sempre la Bonaiuto), con qualche gustosa gag, e non privo di contenuti, magari affrontati con leggerezza ma senza banalità. Una convincente commedia all'italiana, bravo Carlo!


dietzen - 08/01/2010 alle 18:14

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] nessun film per me sarà troppo lento![/quote] Guardati Satantango e poi ne riparliamo :D [/quote] ...oppure "Nostalghia" di Tarkovskij... :Od: [/quote] bè, date un'occhiata anche a 'madre e figlio' di sokurov, che fra l'altro ha l'indubbio vantaggio di durare circa 75'. in totale eh, non una scena sola. :D


dietzen - 08/01/2010 alle 18:18

[quote][i]Originariamente inviato da Monsieur 40% [/i] Ho visto ieri sera Sherlock Holmes, e confermo l'amore smisurato che nutro verso Robert Downey Jr. Il film è altamente godibile, anche se alla fine m'ha scazzato il palese annuncio del sequel, che ovviamente non vedrò per partito preso (non al cinema, quantomeno). [/quote] per i fan di sherlock holmes (ma anche solo per i fan della commedia) consiglio il poco conosciuto ma divertentissimo 'senza indizio', di una ventina d'anni fa, con holmes (michael caine) attore ubriacone e donnaiolo ingaggiato come specchietto per le allodole da watson (ben kingsley), vero genio investigativo della coppia.


lemond - 09/01/2010 alle 13:58

Ho visto ieri "Persepolis" e sul film non potrei che sottoscrivere quanto dicono tutti; invece vorrei chiedere il significato del titolo, perché non credo sia il vecchio nome di Teheram e su google non sono riuscito a colmare la mia ignoranza. Se qualcuno lo sapesse ... ;)


Bitossi - 09/01/2010 alle 14:12

Persepolis era la capitale del regno Persiano, distrutta da Alessandro Magno (credo che il film tratti di questo, no? Me lo procurerò...) Ora si chiama, in farsi, Takht-e Jamshid, e si trova nelle vicinanze della città di Shiraz, che dista forse 1.000 km da Teheran. Ci sono stato nel 1997, e credo sia uno tra i siti archeologici più interessanti al mondo, tra quelli che ho visto secondo forse solo a Pompei/Ercolano. Nei dintorni, su una vasta area, sono presenti diversi altri monumenti, come la tomba di Ciro, quella dove il nostro amato presidente Leone disse allo scià "abbiamo anche noi un Ciro... Ciro a Mergellina" (famoso ristorante di Napoli... :Od: )


GiboSimoni - 10/01/2010 alle 21:27

rivoglio su Italia uno il film Il Ragazzo del Pony Express :D


W00DST0CK76 - 10/01/2010 alle 21:37

Scherzi!? In quel film Jerry Calà anticipa di 20 anni lo scottante tema del precariato. Da rivalutare :D


GiboSimoni - 10/01/2010 alle 21:41

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Scherzi!? In quel film Jerry Calà anticipa di 20 anni lo scottante tema del precariato. Da rivalutare :D [/quote] l'ho visto una volta sola, nel lontano 2001 in un pomeriggio di agosto di domenica da allora non l'ho più visto però me lo ricordo bene, è un film che fa parte di tutti quei film italiani degli anni 80 che facevan passare 2 ore di divertimento e interesse e che le cagate di oggi, li rendono ancora più belli :) comunque hai ragione ha anticipato il tema del precariato laureati che non riescono a fare quello per cui hanno studiato anni e anni


Carrefour de l arbre - 11/01/2010 alle 21:21

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ieri ho visto "Il matrimonio di Lorna": bel film, bel cinema, senza orpelli e molto essenziale, anche troppo forse, al punto di diventare un po' un pugno nello stomaco. Comunque, lo consiglio: uno sguardo molto amaro sul mondo e sui problemi dell'immigrazione, in questo caso in Belgio, ma penso possa essere applicato a tutti i paesi d'Europa. Piccola nota: tutti i traffici più illeciti ed ignobili sono gestiti da un italiano, con buona pace dell'adagio "italiani brava gente". [/quote] sul tema, merita molto Welcome di Philippe Lioret. [/quote] incuriosito, sono andato a vederlo ieri sera. A me è piaciuto molto, sia per la storia (a tratti un pò inverosimile, ma ci sta) sia per la regia. Dopo i film anni 60, il cinema francese ha sempre surclassato quello italiano


Zanarkelly - 12/01/2010 alle 00:06

"Welcome" è parecchio che sto cercando di scaricarlo, ma non riuscivo a trovarlo; adesso forse l'ho trovato. Film un po' particolari come questo sono difficili da reperire e si trovano praticamente solo con Emule, dove velocità di download e qualità sono spesso scadenti. Invece stasera ho visto "Kolja", che non mi era mai capitato di vedere: veramente un bel film, umano e che non scade nel retorico, nonostante con un bambino di 5 anni nel cast ce lo si possa aspettare. Tra l'altro la recitazione del bambino è fenomenale! Lo sfascio dell'impero sovietico e dell'apparato comunista sullo sfondo è dipinto in modo magistrale.


pacho - 12/01/2010 alle 00:18

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ieri ho visto "Il matrimonio di Lorna": bel film, bel cinema, senza orpelli e molto essenziale, anche troppo forse, al punto di diventare un po' un pugno nello stomaco. Comunque, lo consiglio: uno sguardo molto amaro sul mondo e sui problemi dell'immigrazione, in questo caso in Belgio, ma penso possa essere applicato a tutti i paesi d'Europa. Piccola nota: tutti i traffici più illeciti ed ignobili sono gestiti da un italiano, con buona pace dell'adagio "italiani brava gente". [/quote] sul tema, merita molto Welcome di Philippe Lioret. [/quote] incuriosito, sono andato a vederlo ieri sera. A me è piaciuto molto, sia per la storia (a tratti un pò inverosimile, ma ci sta) sia per la regia. Dopo i film anni 60, il cinema francese ha sempre surclassato quello italiano [/quote] Ola vecio. se non sbaglio un bel po di tempo fa davi delle cariche, giustamente, a funny games. Volevo ricordarti solo adesso, dato che non ho piu tempo nemmeno per suonare gli stiff little fingers, che quello che hai visto era un rifacimento dell'originale che invece é del 97 ed é di Haneke: diciamo che non é cosi brutto come la copia rifatta. comqune, sempre sul genere brrrrrrrivido, uno che mi ha proprio fatto cacare addosso (specialmente appena chiusi gli occhi una volta andato a letto) é Spoorloos. Anche qui, la versione originale della fine degli anni 80 (credo si tratti di un film belga, olandese o giu di li) e non il rifacimento yenkee. salud.


pacho - 12/01/2010 alle 00:23

ah, é un po che ci penso dopo che nel mio odio marchigiano un giorno mi sono letto le leggendarie imprese del comandante Chang. Ebbene, esiste qualche film che assuma il punto di vista vietcong(non mi frega che siano bravi o cattivi..anzi, meglio che siano cattivi dato che poi han fatto un cul.o a 4 ante all "esercito piu potente del mondo")? no poerche mi son accorto che anche i film critici statunitensi al massimo raccontano la storia dei dissidenti o di chi faceva la parte del polizziotto buono. aspetto una risposta per passare due ore di sollazzo


Bitossi - 12/01/2010 alle 11:38

Mi sa che capiti male... ci saranno sicuramente dei film vietnamiti, ma credo sia abbastanza impossibile trovarli da noi. Paradossalmente, un film americano che riesce almeno in parte a darci conto delle vicissitudini e dell'umanità del "nemico" è il retorico, patriottico e alquanto militarista "We were soldiers" con Mel Gibson. Le scene nei sotterranei mostrano i vietnamiti con un certo senso di "parità", invece di dipingerli come scimmie isteriche, clichè in cui cadono anche film cinematograficamente di gran lunga superiori, come ad esempio "Il cacciatore". Un altro film abbastanza singolare è "Bullet in the head" di John Woo, dove alcuni sbandati di Hong kong fuggono a Saigon ed hanno a che fare con i Vietcong... ma è più che altro un film di "malavita"... Altri, non me ne vengono in mente. Invece, un altro bel libro è "Memorie di un Vietcong" di Truong Nhu Tang (Piemme Edizioni). ;)


Admin - 12/01/2010 alle 15:42

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] invece di dipingerli come scimmie isteriche, clichè in cui cadono anche film cinematograficamente di gran lunga superiori, come ad esempio "Il cacciatore".[/quote] Ma non per esempio in Full Metal Jacket, che è l'unico film che mi ha brutalmente messo di fronte - col geniale stratagemma del cecchino - a un'immedesimazione col vietcong. (Non dico di più per non rovinare la visione a chi non avesse visto il film).


Carrefour de l arbre - 12/01/2010 alle 20:15

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] ah, é un po che ci penso dopo che nel mio odio marchigiano un giorno mi sono letto le leggendarie imprese del comandante Chang. Ebbene, esiste qualche film che assuma il punto di vista vietcong(non mi frega che siano bravi o cattivi..anzi, meglio che siano cattivi dato che poi han fatto un cul.o a 4 ante all "esercito piu potente del mondo")? no poerche mi son accorto che anche i film critici statunitensi al massimo raccontano la storia dei dissidenti o di chi faceva la parte del polizziotto buono. aspetto una risposta per passare due ore di sollazzo [/quote] Non è ambientato in Vietnam, ma "Flags of your fathers" e "Lettere da Iwo Jima" di Clint (io ho il terrore di "Invictus", dopo qualche accenno di melassa in "Gran Torino") narrano della battaglia del monte Suribachi, con "flags..." che fa vedere la battaglia dalla parte americana e "Lettere..." che la narra dalla parte giapponese. @pacho. Io ho visto il pessimo "Funny games" del 2007, di Haneke, che però realizzò anche il primo "Funny games" del 1997: questo mi manca. Com'è?


Admin - 12/01/2010 alle 20:38

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] il primo "Funny games" del 1997: questo mi manca. Com'è? [/quote] Angosciante, molto bello.


pacho - 12/01/2010 alle 21:10

non so se fosse l'effetto delle sostenze psicotrope..ma a me era piaciuto. comunque lo ribadisco, beccati spoorloos credo dell'88. grazie a tutti per le dritte sui film vietconghesi.sto provvedendo al reperimento.


dietzen - 13/01/2010 alle 00:26

haneke mi piace soprattutto per la riflessione sul cinema e sull'immagine in genere che quasi sempre c'è nei suoi film, ma lo trovo troppo freddo. visto che si parla di austria, consiglio vivamente - a chi piace ad esempio todd solondz - hundstage (canicola) di ulrich seidl. quanto a spoorloos, bel film in effetti, quanto il remake americano stentava. peraltro anche in questo caso il regista è il medesimo (non ricordo il nome). un altro regista olandese di thriller che mi viene in mente è dick maas, niente di eccezionale, ma a chi piace il genere dovrebbe gradire l'ascensore (e in minor misura amsterdamned).


Bitossi - 13/01/2010 alle 00:50

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Persepolis era la capitale del regno Persiano, distrutta da Alessandro Magno [b](credo che il film tratti di questo, no? Me lo procurerò...)[/b] [/quote] Procurato... ed ho scoperto che del film non sapevo niente, neppure che fosse un'animazione (e che fosse tratto da un fumetto). Strano, me l'ero perso completamente, nonostante gli svariati premi ricevuti. Di solito sono più informato! Pensavo proprio, dal titolo, che fosse una specie di "Alexander"... :doh: E pure voi, ditemelo, no? :Od: Per il momento ho visto solo l'inizio, e mi pare veramente interessante, con quella grafica tradizionale in 2D e quel bianco e nero (tranne la prima sequenza) che fa tanto neorealismo. A questo punto mi sono informato, ed ho scoperto che nell'originale francese le voci di figlia e madre sono quelle di Chiara Mastroianni e della madre Catherine Deneuve (Paola Cortellesi e Licia Maglietta in quella italiana, con Castellitto a doppiare il padre). Però ora capisco anche la domanda di Lemond riguardo al perché del titolo... :?


lemond - 13/01/2010 alle 07:01

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Però ora capisco anche la domanda di Lemond riguardo al perché del titolo... :? [/quote] E tu di solito rispondi senza capire :D


pacho - 14/01/2010 alle 03:18

appena visto il Grande Sogno: bel film! ok, c'é la parte un po mielosa ma per il resto gira bene. consigliato


W00DST0CK76 - 14/01/2010 alle 11:06

Grazie per la dritta, raccoglierò il consiglio al più presto Pacho!


GiboSimoni - 14/01/2010 alle 11:09

cosa mi dite della serie di film fantascientifici Mad Max di Mel Gibson?


Subsonico - 14/01/2010 alle 13:24

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] cosa mi dite della serie di film fantascientifici Mad Max di Mel Gibson? [/quote] ho visto il primo ed è molto di quell'epoca lì (prende Carpenter), direi bello. Il secondo l'ho visto tanto tempo fa, non ricordo granchè ma è fedele al primo anche se comincia con le menate apocalittiche, il terzo è più hollywoodiano ma non l'ho visto per intero


Laura Idril - 17/01/2010 alle 20:28

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] l altra sera ho visto Avatar: da paura. il film piú antimperialista che abbia mai visto :) [/quote] Appena tornata da Avatar: quoto tutto! Spettacolare.


lemond - 18/01/2010 alle 08:18

Visto ieri questo film, davvero bello (per me) E' un film che si può definire bello o buono, ma il termine migliore è il contrario dell'oTTIMO, di chi è cioè tETRAGONO nelle sue certezze (che siano dIPIETRISTE, sTALINISTE, mUSULMANE o cATTOLICHE). Non ci sono risposte, solo domande e tante (è' un film che si basa sulla sceneggiatura). Neppure certezze per lo spettatore, solo la voglia di condurlo in un viaggio nei meandri della coscienza umana in cui tutti noi ci potremmo trovare, a dover lottare contro le nostre convinzioni più profonde. C'è anche il riferimento alla tv, in specie quella italiana, in cui l'opinione pubblica è fomentata dal pettegolezzo, e propende, come ogni curva (nord o sud è lo stesso) per la colpevolezza o per l'innocenza a spada tratta. P.S. Mi scuso per riferimenti all'oTTIMO etc. scritto in questo modo, che quasi nessuno in questo forum è in grado di comprendere. Ma ho copiato quanto ho spedito anche per altri e non mi sembrava giusto modificarlo, perché poi basta che lo leggiate in maniera normale. :cincin:


lemond - 18/01/2010 alle 09:57

Mi ero dimenticato di mettere il titolo: "Il dubbio". :hammer:


pacho - 18/01/2010 alle 11:04

ti sei dimenticato di inserire le certezze liberiste, della ineluttabilità del mercato e del fascino discreto della borghesia.ossia le tue.


W00DST0CK76 - 18/01/2010 alle 13:07

Signori, atteniamoci al titolo del 3D per favore.


Subsonico - 18/01/2010 alle 13:33

[quote][i]Originariamente inviato da W00DST0CK76 [/i] Signori, atteniamoci al titolo del 3D per favore. [/quote] Il liberismo è una terra straniera :D


alberto84 - 18/01/2010 alle 21:35

qualcuno di voi è andato a vedere Avatar? vorrei avere dei giudizi per vedere se andarlo a vedere o no....


lemond - 19/01/2010 alle 14:28

[quote][i]Originariamente inviato da alberto84 [/i] qualcuno di voi è andato a vedere Avatar? vorrei avere dei giudizi per vedere se andarlo a vedere o no.... [/quote] A me non piace questo genere, però ... http://www.liquida.it/giampaolo-visetti/ ;)


alberto84 - 19/01/2010 alle 15:01

Dall'articolo però dicono solo che in cina l'hanno ritirato per propaganda politica, però ha fatto il reord di incassi...


pacho - 19/01/2010 alle 15:51

ha chiesto se il film sia bello, non se i cinesi sono cattivi. ....;):drink::):(:D:cool::yes::cincin: .....:hippy:...:pss: :clap::hippy::podio::gluglu::grr::gruppo:w bettino:bll::help::O--


Salvatore77 - 19/01/2010 alle 20:43

[quote][i]Originariamente inviato da alberto84 [/i] qualcuno di voi è andato a vedere Avatar? vorrei avere dei giudizi per vedere se andarlo a vedere o no.... [/quote] Io non andrei a vederlo.


Carrefour de l arbre - 19/01/2010 alle 21:02

Venerdì notte ho finalmente visto "la moglie del soldato". Erano anni che volevo vederlo, attirato dalla bellissima colonna sonora. Posso dire ciò che disse, con l'estremo dono della sintesi, il mitico Fantozzi? La trama non sarebbe male ma un rapitore che al secondo giorno lo sgrolla al rapito mi ha fatto ridere per un quarto d'ora. Non parliamo poi dei dialoghi, quasi esilaranti....insomma, per me è stata una sorpresa in negativo. Fortunatamente, come Fantozzi che si concedeva un paio di giorni con la filmografia della Fenech, domenica sera è arrivato lui. Rambo. Il primo. Il fascista buono contro i fascisti cattivi. Sempre grandissimo!


pacho - 19/01/2010 alle 21:07

[quote][i]Originariamente inviato da alberto84 [/i] qualcuno di voi è andato a vedere Avatar? vorrei avere dei giudizi per vedere se andarlo a vedere o no.... [/quote] non ti fidare mai di chi ti da consigli. ci sono brutti personaggi in giro.


pacho - 19/01/2010 alle 21:08

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da alberto84 [/i] qualcuno di voi è andato a vedere Avatar? vorrei avere dei giudizi per vedere se andarlo a vedere o no.... [/quote] Io non andrei a vederlo. [/quote] sono senza parole. per tutto il resto c'è il bannomat.


lemond - 20/01/2010 alle 15:11

[b] Emmatar [/b] http://video.corriere.it/?vxSiteId=404a0ad6-6216-4e10-abfe-f4f6959487fd&vxChannel=Dall%20Italia&vxClipId=2524_adce534a-05c3-11df-a1d7-00144f02aabe&vxBitrate=300 [b] [/b]


forzainter - 20/01/2010 alle 17:59

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Rambo. Il primo. Il fascista buono contro i fascisti cattivi. Sempre grandissimo! [/quote] Uno dei miei film preferiti Il 2-3 ecc erano meno belli (a parte qualche frase a effetto tipo " Rambo dacci la posizione che ti veniamo a prendere " " Sono io che vengo a prenderti.. " o nel 3 " Chi credi mai che sia quell'uomo ? Dio ? " " Dio avrebbe pietà lui no " ) troppi esplosivi. Rambo 1 invece era diverso , una vera sceneggiatura , mezzi meno importanti (infatti incasso' piu' di dieci volte quello che era costato..) , il mito (piu' che in Rocky) , poche frasi ma emblematiche Poi c'era un accusa sul modo in cui erano stati trattati i reduci dal Vietnam al ritorno in America


pacho - 24/01/2010 alle 15:27

appena finito di vedere "Louise-Michel" nella mia domenica a base di cazzeggio totale con la morosa via per un po (speriamo che torni che ormai la casa é a condizione punkabbestia), scorte di birra pronta e chiterretta accessa per suonare sui pretenders (brrrrrrrrividi). la liberté!!! comuqnue: grandissimo film!


UribeZubia - 24/01/2010 alle 16:39

Visto ieri sera Nemico Pubblico-Public Enemies di quel grande regista che è Michael Mann. Grande prova di Johnny Depp e una bellissima fotografia. Assolutamente da non perdere !


nino58 - 25/01/2010 alle 08:21

Ieri ho visto, per la prima volta, "Stromboli" (1950) di Rossellini. La scena in presa diretta della tonnara è incredibile ed oggi quasi impossibile nonostante la raffinatezza dei mezzi tecnici e per la quasi scomparsa dei tonni.


Garda Bike - 25/01/2010 alle 17:14

Ho visto Avatar venerdi sera, gran bel film. :yes::yes:


Zanarkelly - 26/01/2010 alle 23:45

Ho visto stasera "Il Grande Sogno" e non mi è piaciuto per niente: mi è sembrata una storia raccontata da qualcuno che si fosse trovato in mezzo a tutto il movimento del '68 quasi per caso, come se non avesse capito una cippa di quello che gli capitava intorno. Nota positiva: l'interpretazione di Argentero. Questo ragazzo è veramente bravo e se si pensa (se possiamo essere un po' razzisti) che viene dal Grande Fratello, la cosa è già di per sè incredibile. L'avevo visto recitare molto bene anche in una commediola carina di un po' di tempo fa "Diverso da chi?" e mi aveva stupito.


pacho - 27/01/2010 alle 00:01

ciao, a mio avviso era un po' quello l'intento del film, ossia raccontare la storia dal punto di vista del poliziotto emigrato dal sud chenon é assolutamente politicizzato e che si trova immerso in una cosa di cui effettivamente non ne capisce una cippa (credo che sia una cosa autobiografica di Placido). Secondo me ha il pregio, rispetto a molti altri film, che in definitiva non implica che ci sia una polizia buona o una polizia cattiva, ma che il compito costitutivo delle forze dell'ordine, sia il mantenimento dell'ordine punto e basta. Se le istanze rivendicative fuoriescono dall'ordine costituito, sono mazzate, e non c'é generale buono o cattivo che tenga. Inoltre, particolare non da sottovalutare, non é portatore dell'odioso messaggio completamtne revisionista che vi sia stato un movimento buono - quello hippy e colorato - e uno cattivo - autonomo e incazzato. Per me questa á una cosa positiva. Poi che Placido non abbia ancora capito dopo 30 anni cosa fosse il movimento ci puó pure stare..e si evince dalle sue dichiarazioni rilasciate a venezia in cui sosteneve che lui nel 68 si opponeva a un gruppo rivoluzionario che praticava la lotta armata..quando quel gruppo nasce in relatá nel 1971. Peró nella sua ignoranza porta un punto di vista non preconcetto e non "dalla parte del politiamente corretto." oh, poi puó darsi che non ci abbia capito una mazza io. Peró, ecco, non mi aspettavo certo da Placido un film con il portato teorico de La Cinese di Godard! Secondo me, assumendo quel punto di vista dello sbirro spaesato ha compiuto la miglior cosa che potesse fare. Quindi, mettiamola cosí: é come se il film "Lavorare con Lentezza" di Guido Chiesa fosse stato raccontato assumendo la prospettiva dell'appuntato Lionello (un grandissimo Mazzotta, il protagonista di Paz!). Boh, secondo me é molto meglio quella prospettiva che la prospettiva dell'illuminato o dell'organico del Pci che che sosteneva sempe e comunuqe che il "movimento fosse la feccia" (parole, tra l'altro, del professor Asor Rosa, queste ultime). ti saluto.

 

[Modificato il 27/01/2010 alle 00:09 by pacho]


Zanarkelly - 27/01/2010 alle 00:35

L'intento autobiografico c'era di sicuro ed infatti si capisce che il regista si sbilancia apertamente verso il punto di vista dello sbirro spaesato. Ma quello che mi ha un po' deluso è proprio il fatto che tutta l'ambientazione mi sembra un po' spaesata: a mio avviso non è riuscito a far quadrare i personaggi con lo sfondo. Non si è capito fino a che punto il '68 faceva da sfondo alla storia d'amore o se era il contrario. Poi di sicuro non mi aspettavo da Placido un'analisi sociologica dettagliata del movimento.


lemond - 27/01/2010 alle 12:34

"Io, loro e Lara" di Carlo Verdone: una commedia cattolica di Gianfranco Cercone Un luogo comune vuole che la commedia sia sottovalutata dalla critica cinematografica. Ora: la commedia non è un genere minore; ha classici esempi, teatrali e cinematografici, talmente noti che non è nemmeno il caso di ricordarli. Ma c'è commedia e commedia. E anche in quel sottogenere, tanto prolifico e longevo, che è la commedia all'italiana, esistono fortissimi dislivelli qualitativi, che la critica è tenuta a riconoscere. Alla commedia all'italiana appartiene certamente l'ultimo film di Carlo Verdone: "Io, loro e Lara". Sta ottenendo in questi giorni un grande successo di pubblico, e il plauso di una parte almeno della critica. Eppure, a mio parere, non è tra i più brillanti esempi del genere. E cercherò di dimostrare perché. Uno dei procedimenti tipici della commedia è la deformazione caricaturale dei personaggi. Un difetto - che sia l'avarizia, che sia la vanità, che sia la petulanza - non resta soltanto un elemento della loro personalità, ma diventa la loro ossessione dominante, tanto da dar luogo a dei tipi: l'Avaro, il Vanaglorioso, il Brontolone, e così via. Ma si sa che una buona caricatura, malgrado la deformazione, mantiene ben riconoscibile il soggetto raffigurato, che anzi dovrebbe balzare ai nostri occhi, per così dire, più vero del vero. Il personaggio, pur semplificato, dovrebbe mantenere quel tanto di complessità e di contraddizioni, che ci ricordino che, dopo tutto, è un essere umano. Ora, il film di Verdone, come è giusto, fa largo impiego di caricature. Ma sono caricature così elementari e marchiane, che non lasciano nessuna sensazione di verità. Prendiamo, ad esempio, uno dei personaggi comprimari: una psicanalista. E' così presentata: una ragazza distesa sul lettino, nel suo studio, le confessa piangente di aver dato fuoco alle tende del suo salotto, e poi anche a sua madre. Ma lei non si scompone: quel giorno è nervosa per ragioni personali; l'ora della seduta è terminata; e così, malgrado quella dichiarazione madornale, congeda la paziente con quattro parole sbrigative. Verdone vuol dirci che quella psicanalista, oltreché cinica, è malata di nervi più ancora dei suoi pazienti. Lo spunto non è decisamente inedito. Ma quel che è grave è che viene "spiattellato" senza la minima finezza. E a me non sembra pedestre osservare che una dottoressa così schiettamente disinteressata ai suoi pazienti, non può esistere, se non altro perché li avrebbe già persi tutti da un pezzo. E' soltanto un esempio, tra i numerosi che il film potrebbe fornire. In "Io, loro e Lara" c'è un'assistente sociale, a prima vista rigorosa, ma che perde la testa in modo ridicolo quando si invaghisce di un prete; un bancario cocainomane, che tira su col naso ogni minuto, e lascia sbuffi di polvere bianca sui risvolti dell'abito; un anziano che si sposa con la giovane badante, agghindandosi con un parrucchino ridicolo e colto da una incoercibile frenesia sessuale. Insomma, il film è un carosello di maschere, nelle quali non si ritrova mai quel gusto dell'osservazione psicologica, magari perfida, ma sottile, che è dei buoni autori di caricature. Eppure nel passato Verdone, soprattutto nei personaggi interpretati da lui stesso, un talento di caricaturista lo aveva dimostrato. Come mai questa volta tanta approssimazione? Una ragione forse c'è. Ed è che la libera osservazione degli altri è stata sostituita da un'ideologia, sia pure rudimentale. Il protagonista del film è un prete in crisi, appena tornato dalla sua missione in Africa. Le autorità ecclesiastiche gli suggeriscono saggiamente di riunirsi per qualche tempo alla sua famiglia. E qui scopre i congiunti in preda ai demoni del sesso, del denaro e della droga. Cinici ed egoisti, e allo stesso tempo esauriti e disperati. In tanto buio, l'unico barlume di luce è Lara, una giovane moldava; che, è vero, si esibisce nuda su Internet, ma coltiva almeno un sogno "giusto": riunirsi con suo figlio, al momento affidato ai servizi sociali, e inserirsi in una famiglia vera, calda e solidale. Alla fine, il prete si riconcilia con la propria vocazione, e torna felice alla sua missione in Africa, in un mondo più povero, ma moralmente più sano. Insomma, l'ideologia del film è inequivocabilmente cattolica. Ne dico male per questo? Nient'affatto. Il cinema italiano e non solo, ha anche una alta tradizione cattolica. Un nome per tutti, fulgido: Federico Fellini. Ma come c'è commedia e commedia, c'è cattolicesimo e cattolicesimo. E nel film di Verdone, alla grossolanità della forma corrisponde la grossolanità del contenuto.


pacho - 02/02/2010 alle 23:46

stasera l'immoralitá di massimo pirri. vedremo


Andrea_Web - 03/02/2010 alle 10:50

Stasera andrò a RI-vedere Avatar, proverò la soluzione non in 3D.


robby - 05/02/2010 alle 08:07

[quote][i]Originariamente inviato da UribeZubia [/i] Visto ieri sera Nemico Pubblico-Public Enemies di quel grande regista che è Michael Mann. Grande prova di Johnny Depp e una bellissima fotografia. Assolutamente da non perdere ! [/quote] straquotissimo, bel film e solito bravissimo Depp


Andrea_Web - 08/02/2010 alle 13:07

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Stasera andrò a RI-vedere Avatar, proverò la soluzione non in 3D. [/quote] Sabato ho visto per la 3^ volta Avatar (due volte in 3D una in 2D) e devo dire che mi è piaciuto un casino. Era dai tempi di Balla coi lupi che un film di questo genere non non mi emozionava così.


lemond - 11/02/2010 alle 08:10

"Baciami ancora" di Gabriele Muccino e il fenomeno dei film-sermone di Gianfranco Cercone "Baciami ancora" di Muccino e "Avatar" di James Cameron, hanno una caratteristica in comune, che condividono del resto con molti film popolari. Si basano cioè su un'idea del bene e del male semplice, che consente rapidamente agli spettatori di comprendere quali sono i personaggi che sbagliano, e perché; e quali sono invece quelli che hanno ragione. In "Avatar" il bene è la difesa dell'ambiente naturale e dei diritti umani (che sono trasfigurati fantasticamente nella difesa di un pianeta immaginario e dei diritti degli extraterrestri); il male è la guerra, che distrugge l'ambiente e conculca quei diritti. In "Baciami ancora", il bene e il male sono altrettanto ben scanditi e riconoscibili, ma di tutt'altro genere. Il campo di interesse del film è qui rigorosamente circoscritto alla vita privata di un gruppo di personaggi: uomini e donne sui quarant'anni, la cui vita è segnata da una grande storia d'amore, culminata quasi sempre in un matrimonio. Ma attenzione: una storia d'amore, ora in crisi o interrotta. Perché gli amanti, o i coniugi, di "Baciami ancora" si sono separati, o sono lì lì per lasciarsi? Ecco un primo dato significativo: non accade mai perché l'amore si è esaurito. I grandi amori, nel film di Muccino, di per sé non finirebbero mai. Se finiscono, è perché vengono commessi degli errori. Per esempio, in un caso, un uomo, alla nascita del figlio, è fuggito verso lidi esotici, perché, come confessa, ha avuto paura di assumersi le sue responsabilità. In un secondo caso, il matrimonio è stato ferito da una serie di tradimenti, dovuti in primo luogo al marito, che non ha saputo rinunciare alla libertà sessuale della sua gioventù. Insomma, la colpa è degli uomini, che, secondo l'esplicita diagnosi dell'autore, sono immaturi, non avrebbero pienamente completato la transizione dall'adolescenza all'età adulta. In un terzo caso però è la moglie che fugge dal marito, burbero e cupamente geloso; invaghita di un ragazzo che fa l'artista, ed è dolce e sensibile. Ma si sa, a volte il diavolo assume sembianze seducenti, che si dissolvono una volta che siamo caduti in tentazione. Ed ecco che il ragazzo tanto sensibile, quando scopre che la donna è rimasta incinta di lui, si rivela un mostro di volgarità e di egoismo. E la donna troverà rifugio da quel marito tanto scontroso, che non ha smesso di amarla nemmeno per un minuto. A questo punto, siamo in grado di indicare dov'è il bene e dov'è il male in "Baciami ancora". Il bene è la maturità, che si esprime in un solo modo: il matrimonio, la fedeltà, la formazione di una famiglia; il male è invece l'adolescenza protratta, che porta al vagabondaggio sessuale e alla solitudine. Se nel finale si ricompongono le famiglie felici (riunite - moglie, marito e figli - sul lettone matrimoniale o baciate dal sole in un pic-nic in campagna), lo scapolo, che per stupidità o per follia, non ha saputo unire la propria vita con quella della donna che pure lo amava, si spara miseramente nella cameretta della sua casa, dove ancora convive con la madre. (E i suoi amici si rassegnano subito alla sua morte, che ritengono, in definitiva, logica e naturale). E per gli spettatori che non avessero ancora colto la morale del film, provvede a illustrargliela in conclusione una voce fuori campo: "Muore chi non ha messo radici". Parole che suonano di cattivo auspicio per un altro personaggio, partito da solo, con lo zaino sulle spalle, per un paese africano. Intendiamoci: Gabriele Muccino è un regista abile, e il racconto di "Baciami ancora" può catturarci. Ciò non toglie che il suo sia un sermone sceneggiato, che fa eco al sermone esplicitamente clericale di Carlo Verdone, nella commedia "Io, loro e Lara" - anche quello a sostegno del valore della famiglia. Qualche giorno fa, si è inaugurato presso la sede radicale di Roma, un cineforum. Per l'occasione, Marco Bellocchio è venuto a dibattere con il pubblico sul suo film: "L'ora di religione". Ha detto fra l'altro che avrebbe intenzione di girare un film sull'Italia di oggi, che comprenderebbe un episodio ispirato al caso di Eluana Englaro. Ma, ha aggiunto, non sarà facile trovare i soldi per realizzarlo, perché, rispetto al 2002 - l'anno in cui la Rai avevo coprodotto quel film anticlericale che è "L'ora di religione" - da allora, ha detto testualmente Bellocchio, il clima si è "incattivito". Non voglio tirare conclusioni troppo sbrigative. Ma in questo inizio di 2010, si possono cogliere i segni di un vento di restaurazione sul cinema italiano, che può destare preoccupazione.


elisamorbidona - 11/02/2010 alle 16:16

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] lo scapolo, che per stupidità o per follia, non ha saputo unire la propria vita con quella della donna che pure lo amava, si spara miseramente nella cameretta della sua casa, dove ancora convive con la madre. Non voglio tirare conclusioni troppo sbrigative. Ma in questo inizio di 2010, si possono cogliere i segni di un vento di restaurazione sul cinema italiano, che può destare preoccupazione. [/quote] ho visto anch'io questo film e devo dire che la definizione del film-sermone per "baciami ancora" non è del tutto fuori luogo, più che altro per la trama che a mio parere è stata piegata ad alcune forzature abbastanza poco realistiche, tipo il doppio caso contemporaneo di due gravidanze non volute e del tutto casuali che favoriscono il ricongiungimento di due coppie. Nella realtà succede che anche dove le due persone sentano il desiderio di ricongiungersi ormai la somma delle cose che gioco-forza si pongono in mezzo diventa un muro involontariamente autoeretto troppo difficile da abbattere. Siamo stati abituati a quarant'anni di film americani più o meno d'azione riversati in gran numero sulla massa di fruitori di cinema dove è assolutamente impossibile che buoni e cattivi, male e bene, possano leggermente sovrapporsi (e dove per il bene è accettabile qualunque violenza) che faccio fatica tutto sommato a scandalizzarmi per uno con personaggi molto caleidoscopici quanto a comportamenti e intenzioni ma dove il bene viene effettivamente indicato "a senso unico" nella riconciliazione tra coppie in crisi. Ho riportato la frase in questione perchè non è fedele a ciò che è narrato nel film. Lo scapolo in questione vive in uno stato di dipendenza da psicofarmaci ormai da anni che i personaggi che gli ruotano intorno non cessano mai di ricordargli e fargli pesare. Egli è innamorato della moglie dell'amico partito per un lungo viaggio in India (insieme a lui) dopo il matrimonio, l'amico ha definitivamente rinunciato alla relazione con la moglie che per tutto il film continua a ritenere insopportabile, nonstante egli stesso sia molto cambiato e voglia assolutamente riconciliarsi con il figlio lasciato a pochi mesi e rivisto dopo 10 anni. Il "problema" non sta nell'essere scapolo insoddisfatto, come potrebbe sembrare dalla recensione sopra riportata, ma nel fatto che la donna amata rifiuti di accoglierlo in casa come convivente (non come marito!) nonstante i due stiano benissimo insieme (come illustrato in varie scene del film). La ragione di ciò è ancora legato all'instabilità psichica dello "scapolo", che perfino la donna amata non cessa di rinfacciargli non appena egli perda la calma. Le "ragioni" del suicidio non risiedono quindi nello status di "scapolo impenitente" come viene sottilmente suggerito nella recensione, ma: 1) nella forte instabilità di umore instaurata (piuttosto che curata) dalla terapia farmacologica; 2)nel rifiuto assurdo della donna amata (e di amore ricambiato, tanto che nelle varie situazioni in cui stanno insieme tutto va benissimo fino a che lo "scapolo impenitente" non chiede di poter vivere con loro) e iper-protettivo nei confronti del figlio di accettare il personaggio in questione come convivente; ragioni tutt'altro che clerically-correct mi pare. Piuttosto il fulcro del film mi sembra un'altro: la possibilità che non tutto il male fatto possa e debba essere scontato fino alla fine, che il "peccato" possa essere anche perdonato, come sembrerebbe suggerire una strana scena, del tutto non necessaria nell'economia della trama, di un grosso crocifisso trasportato e issato da uno dei personaggi, inserita a commento di una frase forte che asseriva tutto il contrario. Questo sì un concetto assai clerically-correct, in effetti. Le scene centrali del film svolgono proprio questo tema. Nell'era del giustizialismo per i piccoli (noi appassionati di ciclismo ne sappiamo qualcosa) e del tutto è possibile e sanncito dalla legge per i potenti, non mi sembra poco. Non si può certo dire che il film di Muccino sia una pellicola rivoluzionaria, ma almeno non contribuisce ad alimentare la cultura del taglione, del " io non perdono nemmeno le virgole" oggi ampiamente inculcata e cavalcata dai venditori di odio.

 

[Modificato il 11/02/2010 alle 16:43 by elisamorbidona]


nino58 - 11/02/2010 alle 17:13

Bellissimo commento, Elisa.


elisamorbidona - 11/02/2010 alle 17:37

grazie Nino. Se hai visto il film non dubito che sapresti metterne in risalto dei risvolti umani che non ho colto. Perchè non ci dici anche la tua?


nino58 - 11/02/2010 alle 21:34

[quote][i]Originariamente inviato da elisamorbidona [/i] grazie Nino. Se hai visto il film non dubito che sapresti metterne in risalto dei risvolti umani che non ho colto. Perchè non ci dici anche la tua? [/quote] Perchè non ho visto il film. Però ho apprezzato il tuo commento (che è anche una recensione).:)


Zanarkelly - 12/02/2010 alle 14:27

Ieri sera ho visto Avatar in 3D. Impressionante soprattutto l'esperienza del 3D, anche se con tutta quell'azione e gli effetti speciali sono uscito dal cinema che mi sembrava di essere ubriaco. Bella anche la storia, abbastanza particolare, anche se la questione del legame con la natura del popolo potrebbe essere sviluppata un po' meglio. Comunque molto, molto antimperialista; se lo distribuiscono nei "paesi canaglia", si sollevano sull'onda dell'entusiasmo.


lemond - 13/02/2010 alle 08:29

Anch'io non ho visto e non credo che vedrò mai più un film di Muccino, dopo il per me "orrido" Ultimo bacio. Però ringrazio Elisa per il suo bell'intervento.


27luglio - 17/02/2010 alle 08:58

[quote] Bitox, qual è il tuo film preferito? Il mio (indipendentemente dalla lista, çvsd) è 2001: Odissea nello spazio. Più che un film, un'opera filosofica. Uhm... se dovessi fare una top3 ci aggiungerei The Blues Brothers e... boh, forse C'era una volta il West. Ovviamente la domanda sul film preferito è estesa a tutti[/quote] Leggo solo ora questa (bellissima) discussione,riprendendo la domanda iniziale metto i miei, quelli che adoro maggiormente sono: qualcuno volo' sul nido del cuculo taxi driver arancia meccanica hana-bi gran torino Sul secondo gradino: pulp fiction,trainspotting,la leggenda del re pescatore, le ali della liberta',big fish,into the wild,full metal jacket,il dottor stranamore,una storia vera,amarcord,underground,il grande lebowski,fight club,la mosca,casino,quei bravi ragazzi,eternal sunshine of the spotless mind(evito il titolo italiano),film rosso,carlito's way,scarface,heat la sfida, la sottile linea rossa, blues brothers,fargo... questi sono quelli che mi vengono in mente ora. Poi un citazione a parte per fantozzi, in questo caso la parola geniale penso non sia per nulla esagerata, a prescindere da quanto possa far ridere o meno. Tra gli indigeribili per me il vincitore, a mani basse, e' inland empire. In generale non amo molto il troppo filosofico, il troppo simbolico,il troppo criptico, ad esempio di film di kubrick ne ho visti una decina, gli unici che non mi sono piaciuti molto sono eyes wide shut e (nel suo insieme) proprio 2001. Nel primo post viene citato fino all'ultimo respiro che spesso salta fuori in classifiche di questo genere, qualcuno sa spiegarmi cosa ha di speciale questo film? [quote] Non capisco Carlo su Herzog: è uno dei più grandi in assoluto, secondo me. Aguirre è un film clamorosissimo; Woyzeck molto bello; una chicca assoluta è Anche i nani hanno cominciato da piccoli, film sconvolgente. E tutta un'altra serie di film memorabili. L'enigma di Kaspar Hauser è un po' più lento, ma insomma, in generale siamo lontani dai picchi di Nostalghja citati da Lorenzo. [/quote] Ho visto aguirre l'altro ieri, non mi e' sembrato cosi' lento, e poi le parti in cui il regista indugia di piu' sono quelle quasi documentaristiche che coinvolgono lo spettatore nell'ambiente in cui si svolge il film. Ultimamente sto cercando di colmare le mie lacune cinematografiche piu' clamorose, ad esempio ho visto da poco mostri sacri come il posto delle fragole, sentieri selvaggi, l'infernale quinlan, il fascino discreto della borghesia, nel programma c'erano anche tarr,sokulov e tarkovskij(o come cavolo si scrive), dopo aver letto i vostri commenti mi sa che me li risparmio... o perlomeno evito satantango.:P


nino58 - 17/02/2010 alle 09:56

Il film preferito senz'alto "L'albero degli zoccoli" di Olmi, nella versione originale in trevigliese. Poi, tutti a pari merito, Blues Brothers , Qualcuno volò ...., Full Metal Jacket, Animal House, il Vangelo secondo Matteo, i tulipani di Harlem.


lemond - 17/02/2010 alle 13:26

Probabilmente l'ò già scritto, ma "melius abundare quam deficere" ed allora posso elencare i film che mi sono piaciuti di più (per "genere") Drammatico-ironico: "Le invasioni barbariche" e "Train de vie" ironico-esistenziale: quasi tutto Woody politico-ironico-esistenziale: Moretti, fino a Bianca comico: "Amici miei" "La cena dei cretini" "Brian di Nazaret" storico: "Vincitori e vinti" fantascienza-filosofia: "2001 ..." religione: Il film di Bellocchio, che mi sembra si chiami "L'ora di religione" e "Il dubbio" Altri, per il momento, non mi vengono in mente.


pacho - 17/02/2010 alle 14:34

bei gusti 27luglio.D'accordo su tutto. aggiungerei solo Sbatti il mostro in prima pagina, Milano odia la polizia non puo sparare e Children of men ieri sera ho visto El Metodo! davvero carino


Bitossi - 20/02/2010 alle 12:50

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Ho visto ieri "Persepolis" e sul film non potrei che sottoscrivere quanto dicono tutti; invece vorrei chiedere il significato del titolo, perché non credo sia il vecchio nome di Teheram e su google non sono riuscito a colmare la mia ignoranza. Se qualcuno lo sapesse ... ;) [/quote] Oh, là, finalmente sono riuscito a vedermelo per intero. Gran bel film, e non solo d'animazione. Che riconferma come lo sguardo dei piccoli sia sempre il più sincero... Con semplicità infatti, ci porta a conoscenza, all'interno di un grande affresco storico/drammatico che abbiamo vissuto solo di rimbalzo, di quello che poi succede nella vita "normale" delle persone, anche aldilà della feroce repressione politica. Molto vero in questo senso, anche in base ad una mia esperienza personale: basta andare in Iran sia pure come semplice viaggiatore/turista, come mi è capitato, per rendersi conto della veridicità di alcuni aspetti sociali addirittura imbarazzanti per un occidentale. Si rischia veramente di essere redarguiti (o magari interrogati, naturalmente se si è donne) per una copia del "Venerdì" di Repubblica dimenticata nel bagaglio (troppe donne nude!), ancor peggio per eventuali dadi, mazzi di carte, ecc.; le donne, anche le turiste, sono veramente oggetto di continui appunti sul vestire (e di richiami a "sistemarsi"); non si può stringere loro la mano né tantomeno avere altri contatti fisici in pubblico; ogni forma di divertimento occidentale è apparentemente vietata, salvo poi ovviamente potersela procurare, con qualche rischio, "sottobanco". E quindi, se si riesce ad entrare un minimo in contatto con la popolazione locale, e soprattutto con le donne, le storie che si ascoltano sono quasi sempre le stesse raccontate nel film: feste interrotte dal sopraggiungere delle milizie "civili", con conseguente cambio di abiti; parabole satellitari nascoste sotto terra o in cantina (molto apprezzati i film italiani, in particolare quelli con Marcello Mastroianni... :D); vino distillato di nascosto, ecc. In generale, oltre alla terrificante ed ottusa repressione politico/religiosa che sta massacrando fisicamente e culturalmente uno tra i luoghi più interessanti del mondo fin dall'antichità (da qui probabilmente il titolo), il film rende bene quel "male di vivere" a cui una situazione del genere può portare, nelle menti più libere, e la conseguente voglia o necessità di andarsene...


Admin - 20/02/2010 alle 13:10

Quoto tutto il discorso di Lorenzo. Anche a me il film è piaciuto proprio tanto, anche per la chiarezza con cui evidenzia la distanza tra un popolo (e per estensione, la massa dei musulmani) e una casta di governanti corrotti che hanno imposto dall'alto una regressione sociale intollerabile. Basti pensare alla libertà di cui godevano le donne poco più di 30 anni fa anche nel mondo arabo, basti pensare al fatto che i concetti di integralismo e guerra santa sono stati introdotti solo negli ultimissimi decenni.


lemond - 20/02/2010 alle 13:49

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Quoto tutto il discorso di Lorenzo. Anche a me il film è piaciuto proprio tanto, anche per la chiarezza con cui evidenzia la distanza tra un popolo (e per estensione, la massa dei musulmani) e una casta di governanti corrotti che hanno imposto dall'alto una regressione sociale intollerabile. Basti pensare alla libertà di cui godevano le donne poco più di 30 anni fa anche nel mondo arabo, basti pensare al fatto che i concetti di integralismo e guerra santa sono stati introdotti solo negli ultimissimi decenni. [/quote] Io starei attento invece ad assimilare popolo ed islam, perché quest'ultimo è quasi sempre oppressione e se c'è stata talvolta (però io non so né dove, né quando) libertà per le donne islamiche, credo che sia un'eccezione molto, ma molto tale. :mad: Ad. es. anche nell'ultimo libro che ho letto al riguardo "La mano di fatima" di I. Falcones, che è chiaramente dalla parte dei moriscos in Spagna nei primmi anni del 1500, il ritratto che fa delle donne, secondo i dettamei della religione, è quello della suprema sottomissione al maschio. Se vuoi un esempio più recente, anche se la religione è diversa (ma di poco) il caso sempre di "spagnoli" espulsi in quegli anni (ebrei-Sefarditi) che possiamo ritrovare cinque secoli dopo nel film "Dirsi addio". Ma la condizione della donna è ... :mad:


Carrefour de l arbre - 21/02/2010 alle 12:52

Venerdì sera mi sono riguardato "ricomincio da tre" con troisi e lello arena. Quando qualcuno si sente di cattivo umore dovrebbe fare un uso smodato di tutta la filmografia di Troisi!


lemond - 21/02/2010 alle 13:33

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Venerdì sera mi sono riguardato "ricomincio da tre" con troisi e lello arena. Quando qualcuno si sente di cattivo umore dovrebbe fare un uso smodato di tutta la filmografia di Troisi! [/quote] Ad eccezione del "Postino di Neruda" splendido film, ma ... ;)


W00DST0CK76 - 22/02/2010 alle 20:14

[quote][i]Originariamente inviato da Carrefour de l arbre [/i] Venerdì sera mi sono riguardato "ricomincio da tre" con troisi e lello arena. Quando qualcuno si sente di cattivo umore dovrebbe fare un uso smodato di tutta la filmografia di Troisi! [/quote] Non posso non essere d'accordo, "ricomincio da tre" in particolare è il mio preferito!


pacho - 22/02/2010 alle 20:19

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Io starei attento invece ad assimilare popolo ed islam, perché quest'ultimo è quasi sempre oppressione e se c'è stata talvolta (però io non so né dove, né quando) libertà per le donne islamiche, credo che sia un'eccezione molto, ma molto tale. [/quote] sei imbarazzante, giudice dei miei stivali


W00DST0CK76 - 22/02/2010 alle 20:28

Stai buono pacho, tieni a posto i tuoi stivali, visto il clima ti serviranno ancora per qualche settimana, e non te la prendere anche tu coi giudici :Od:


Bitossi - 23/02/2010 alle 13:39

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] sei imbarazzante, giudice dei miei stivali [/quote] Pacho, abbiamo capito che Lemond non ti sta simpatico... mo' basta però! :Od: Anche perché, come vedi, Carlo non risponde, e quindi rischia di fare una figura migliore ... ;)


lemond - 23/02/2010 alle 13:47

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] [quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] sei imbarazzante, giudice dei miei stivali [/quote] Pacho, abbiamo capito che Lemond non ti sta simpatico... mo' basta però! :Od: Anche perché, come vedi, Carlo non risponde, e quindi rischia di fare una figura migliore ... ;) [/quote] Ops ;), come credo tu sappia, leggo tutti i tuoi messaggi (al pari di quelli di Morris e di tanti altri, ad es, Salvatore che di questa discussione è l'ideatore :clap: ), mentre sono ormai molti mesi che, come dissi a suo tempo, per me costui non esiste. :cincin:


desmoblu - 23/02/2010 alle 14:43

Non possiamo giudicare l'Islam con un metro 'occidentale'. La libertà per le donne è esistita eccome, ed anche per le popolazioni di religione musulmane. Spesso si sono instaurate teocrazie opprimenti, è vero, ma dall'alto di cosa possiamo giudicarle NOI, col vaticano e l'api e l'udc? Senza contare che il cattolicesimo prevede gerarchie, l'islam no: il clero per loro non dovrebbe esistere, è una deviazione. Generalizzare è come confondere stalinismo e comunismo. Del resto se si guarda alla cultura sufi ci si rende conto di quanto può essere 'civile' la cultura islamica.


forzainter - 27/02/2010 alle 15:21

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ho visto in questi giorni una bella commedia francese: "Giù al Nord" (in francese il titolo è diverso, ma non me lo ricordo). Film divertente sulle diversità e sui pregiudizi tra regioni diverse di uno stesso stato, fatto molto bene ed intelligente, senza volgarità, con grande ironia, insomma... molto alla francese. [/quote] Per me invece è stata una delusione, mi sono divertito poco o punto e le diversità "volutamente fittizie" fra nord e sud, che si vorrebbero evidenziare, noi italiani non siamo in grado di comprenderle ed il tutto mi pare si riduca a far parlare i nordisti con l'apparecchio del dentista in bocca :D. [/quote] L'ho visto oggi (ma era da tempo che lo volevo vedere) Film molto bello Purtroppo l'ho visto in Italiano (maledetto torren!) L'ideale era in francese , se no con il doppiaggio perde un po Faranno anche la versione italiano con Bisio che va al sud (e quella americana con will Smith) L'attore non protagonista è anche il registra , sceneggiatore del film (il piu' visto della storia del cinema francese) Da vedere


lemond - 28/02/2010 alle 07:54

"Lourdes" di Jessica Hausner: un miracolo senza Dio? di Gianfranco Cercone Il film "Lourdes" della regista austriaca Jessica Hausner ha ricevuto molti premi importanti; e fra gli altri, due premi contraddittori: il premio Signis, attribuito da un'organizzazione cattolica internazionale per il cinema; e il premio Brain, attribuito dall'Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti. I giurati del premio Signis hanno ritenuto "Lourdes" un film fortemente allusivo a un "intervento divino"; mentre i giurati del premio Brian hanno apprezzato "l'approccio razionalista al tema del miracolo". Il film racconta con minuzia un pellegrinaggio a Lourdes, organizzato per invalidi e malati gravi: dalla mensa in albergo, alla gita nelle grotte, alla messa nel santuario, fino alla festa d'addio: tutto organizzato con cura dalle suore e dalle ragazze volontarie che le affiancano. Nel corso del viaggio, sembra verificarsi un miracolo: una ragazza tetraplegica, una notte, nella sua camera d'albergo, prima muove le braccia, poi si alza in piedi dal letto. In un primo momento, si può pensare che la giovane stia soltanto sognando. E invece no, la guarigione, progressiva, si manifesta anche durante le ore diurne, ed è attestata, sia pure all'inizio con scetticismo, dai medici. Il film vuol dirci allora che la Madonna di Lourdes fa davvero i miracoli? Per rispondere, consideriamo, tanto per cominciare, come la Madonna appare nel film: perlopiù attraverso alcune statuette di plastica tutte uguali, vendute in ingenti quantitativi in un negozio di souvenir di Lourdes. Una di queste statuette viene posata sul comodino della camera d'albergo che la ragazza tetraplegica divide con la madre anziana. E sotto la luce fredda, al neon, della camera, su quel comodino scuro e spoglio, quella Madonnina di plastica, con gli occhi convenzionalmente rovesciati verso il cielo, rende quella camera ancora più fredda e più anonima. L'organizzazione del pellegrinaggio, dicevo, è inappuntabile. E le suore predicano con fervore ai malati di aspirare alla guarigione dello spirito, prima ancora che a quella del corpo. Ma quell'organizzazione tanto efficiente, ha qualcosa di impersonale e di meccanico. Quella predicazione tanto astratta sembra incapace di raggiungere e di confortare anche solo per un attimo il dolore intimo dei malati. E a un certo punto, prima del "miracolo", la ragazza tetraplegica, per disperazione e per rifiuto contro tutto ciò che la circonda, nel bel mezzo della hall dell'albergo, cade in una specie di sonno catatonico, con un filo di saliva che le cola dalle labbra. Come mai allora, in un contesto simile, accade un miracolo? Il film tenta di spiegarlo? Va detto che fanno parte degli accompagnatori dei malati, alcuni soldati dell'ordine dei Cavalieri di Malta. Le volontarie dell'organizzazione, con uno spirito sovversivo non si sa quanto consapevole, in certi momenti trascurano i pazienti per andare dietro a loro. E si dà il caso che uno dei militari rivolga in più occasioni alla ragazza tetraplegica alcune parole gentili, che almeno una volta suonano come un esplicito corteggiamento. La ragazza ne è manifestamente felice. Il miracolo allora non lo fa la Madonna, ma lo fa il soldato? Attenzione: "Lourdes" è un film allusivo, che attraverso un'esposizione accurata dei fatti - dei fatti esterni, ma anche di ciò che accade nell'interiorità dei personaggi, della protagonista in particolare - lascia libero lo spettatore di trarre le proprie personali conclusioni. Certo però che tra un coro di religiosi che invocano una felicità tutta ultraterrena, e predicano un Amore con la a maiuscola che sembra incapace di unire davvero le persone - i malati appariranno invidiosi della guarigione di una ragazza che oltretutto non è per nulla una fervente cattolica - la possibilità di un amore concreto tra due persone, una prospettiva di felicità terrena per chi che sembrava dovesse esserne per sempre escluso, hanno un impatto dirompente; un impatto, forse, salvifico.


Donchisciotte - 28/02/2010 alle 22:49

Ho appena visto su Sky, "L'onda". Bellissimo, l'infelicità umana e le sue conseguenze terrificanti, non l'ho visto tanto come una dimostrazione sociologica sulla nascita di una dittatura ma di come l'infelicità, la solitudine possano portare a qualsiasi cosa, a una ricerca di appartenenza che non si ferma. La resistente, nel film, non a caso, è una ragazza amata e sostanzialmente realizzata. Film bellissimo.


Granfondista - 02/03/2010 alle 09:56

Ieri sera ho rivisto (ormai ho perso il conto) "Lo chiamavano Trinità":è incredibile come certi film riescano ancora a farti ridere come fosse la prima volta. Anzi, sapendoli a memoria inizi a ridere ancora prima che venga pronunciata la battuta:crazy:


lemond - 03/03/2010 alle 08:58

Non sapevo che Stanley Kramer fosse il regista di due film che mi hanno emozionato ed avvinto tutte le volte che li ho visti/rivisti. Mi riferisco a "Vincitori e vinti" e "Indovina chi viene a cena". :clap: Entrambi sono lungometraggi imperniati sulla sceneggiatura e sull'interpretazione. Gli attori sono grandissimi (me ne sono accorto anch'io che sono una frana nello specifico). ;) P.S. Il secondo l'ò rivisto ieri su Sky cinema classic.


Zanarkelly - 04/03/2010 alle 18:26

Ho visto ieri "Invictus": ve lo consiglio vivamente. Bel film, ben recitato e ben diretto. Clint ultimamente non ne sbaglia un; pur essendo sempre un pochino didascalico, come suo solito, riesce a fare una bellissima celebrazione di Mandela, senza che risulti una evidentissima celebrazione. Mi è piaciuto molto. Morgan Freeman, inoltre, più che recitare, si è proprio trasformato fisicamente in Nelson Mandela. Bello anche il lato sportivo del film con il racconto della Coppa del Mondo di Rugby 1995. Ci sono delle scene di gioco che sono veramente ben fatte. Ho bellissimi ricordi di quella Coppa del Mondo, soprattutto della finale, perchè la vittoria del Sud Africa mi fece vincere una bella sommetta nell'unica scommessa che ho fatto in vita mia (100.000 lire con la vittoria data 8 a 1; fate un po' voi i conti! a quell'epoca ero studentesso, fuori sede, senza un tolino in tasca; mi sono pagato vacanze estive e 3 mesi di affitto). Ricordo in particolare la marcatura dei Bocks su Lomu e alcuni placcaggi di una violenza inaudita ed i supplementari con lo stadio che cantava all'unisono, ecc, ecc. Tutto questo nel film è riportato in modo molto fedele.


Salvatore77 - 04/03/2010 alle 19:48

Dal 1990 in poi non ricordo nemmeno un film di Clit Eastwood che non mi sia piaciuto.


Zanarkelly - 04/03/2010 alle 23:22

Ha sempre fatto film molto belli e godibili, ultimamente sono molto di spessore, specialmente "Lettere da Iwo Jima"; bello anche "Gran Torino", anche se secondo me non è quel capolavoro assoluto come tanti dicono. Mi è piaciuto di più "Mistic river". Quello che a volte mi lascia un po' perplesso del suo modo di fare cinema è che a volte è tutto troppo "chiaro", troppo "spiegato"; però.... ce ne fossero! La troppa "chiarezza" è una caratteristica che hanno un po' tutti i film americani: non esiste il non detto, il sottinteso, il dubbio. Dev'essere tutto comprensibile e visibile in ogni passaggio. Questa cosa si comprende benissimo se si guardano il film "Nikita" di Luc Besson e "Nome in codice: Nina", remake americano girato tre anni dopo; la storia è la stessa, ma nel primo, girato in Europa da un francese, nonostante sia un film di azione, molti aspetti dei personaggi e molte sfumature sono lasciate all'interpretazione e alla sensibilità di chi guarda; nel secondo è tutto spiattellato sullo schermo, punto e basta. Non c'è niente da capire o sfumatura da cogliere. Ovviamente questo è un caso limite; il cinema di Clint è di ben altro spessore, sia chiaro.


lemond - 05/03/2010 alle 08:37

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ricordo in particolare la marcatura dei Bocks su Lomu e alcuni placcaggi di una violenza inaudita ed i supplementari con lo stadio che cantava all'unisono, ecc, ecc. Tutto questo nel film è riportato in modo molto fedele. [/quote] Il non vedere Lomu, che per me è stato il più grande, diventare campione del mondo fu invece una grande delusione. So che il rugby è uno "sport di squadra", ma per me contano anche le individualità e per questo motivo il gioco degli "Spingboks" non l'ò mai apprezzato molto.


Zanarkelly - 05/03/2010 alle 09:30

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Ricordo in particolare la marcatura dei Bocks su Lomu e alcuni placcaggi di una violenza inaudita ed i supplementari con lo stadio che cantava all'unisono, ecc, ecc. Tutto questo nel film è riportato in modo molto fedele. [/quote] Il non vedere Lomu, che per me è stato il più grande, diventare campione del mondo fu invece una grande delusione. So che il rugby è uno "sport di squadra", ma per me contano anche le individualità e per questo motivo il gioco degli "Spingboks" non l'ò mai apprezzato molto. [/quote] Lomu è stato un grandissimo, ma in generale quegli All Blacks sono stati forse una delle squadre più forti di tutti i tempi; sicuramente erano superiori a quel Sud Africa. In quella finale, però, furono contrastati dal gioco di squadra degli Springbocks, che riuscirono ad annullare letteralmente Lomu in campo. Poi ci fu anche un po' di sfortuna, perchè se non ricordo male la Nuova Zelanda sbagliò un paio di calci, mentre il calciatore del Sud Africa fece tutto in modo perfetto. E comunque non si può dire che non ci fossero delle individualità anche negli Springbocks: Van der Westhuizen secondo me è stato il mediano di mischia più forte di tutti i tempi. In ogni caso per varie ragioni è stato giusto che finisse per vincere il Sud Africa. Due su tutte: se non avesse vinto Clint non avrebbe fatto il film e io non avrei vinto gli 800 mila lire che mi diedero respiro in quel periodo da studente squattrinato.


Admin - 05/03/2010 alle 10:25

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] In ogni caso per varie ragioni è stato giusto che finisse per vincere il Sud Africa. Due su tutte: se non avesse vinto Clint non avrebbe fatto il film e io non avrei vinto gli 800 mila lire che mi diedero respiro in quel periodo da studente squattrinato. [/quote] Non fa una piega :D


lemond - 05/03/2010 alle 11:08

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] E comunque non si può dire che non ci fossero delle individualità anche negli Springbocks: Van der Westhuizen secondo me è stato il mediano di mischia più forte di tutti i tempi. [b]Non rammento il caso particolare, mi esprimevo sul fatto che i "Tutti neri" hanno espresso quasi sempre un gioco che poteva mettere in luce i singoli, più del Sud Africa [/b] In ogni caso per varie ragioni è stato giusto che finisse per vincere il Sud Africa. Due su tutte: se non avesse vinto Clint non avrebbe fatto il film e io non avrei vinto gli 800 mila lire che mi diedero respiro in quel periodo da studente squattrinato. [/quote] [b]Tutto è bene quel che finisce bene, e l'ultimo chiuda la porta. ;) :cincin: [/b]


Salvatore77 - 07/03/2010 alle 18:32

Oggi ci sarà la premiazione degli oscar. Secondo me Avatar non vincerà le due statuette più prestigiose (miglior film e miglior regia) ma raccoglierà quasi tutti gli oscar "tecnici". Staremo a vedere.


Laura Idril - 07/03/2010 alle 20:18

Molti giudici dell'Accademy non hanno nascosto la loro simpatia per il film UP, vedremo.


Salvatore77 - 07/03/2010 alle 21:17

Io mi aspetto invece una doppietta (miglior film e miglior regia) del film The Hurt Locker.


Andrea_Web - 08/03/2010 alle 08:23

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Io mi aspetto invece una doppietta (miglior film e miglior regia) del film The Hurt Locker. [/quote] A me non è piaciuto per niente! Ma gli oscar non li decreto io!


Granfondista - 08/03/2010 alle 08:49

Premesso che non ho visto "The Hurt Locker" per cui il mio giudizio non è completo.Ieri(complice l'assenza di moglie e figlio:D) sono andato a vedere Avatar:già a metà film ho avuto la netta sensazione che non avrebbe raccolto i premi migliori a causa della sua chiara impostazione antimilitarista e antimperialista, troppo "antiamericano" per vincere la statuetta del miglior film. Parere personale: Bellissimo!!!


Zanarkelly - 09/03/2010 alle 01:37

Stasera, moglie uscita per festeggiare la festa della donna, mi sono sparato in rapida sequenza "Inglourious Basterds" e "The Hurt Locker". Il primo mi ha abbastanza deluso, il classico esercizio di stile e di citazioni tarantiniano, ma ben povero come sostanza: spettacolare comunque l'interpretazione di Cristoph Waltz, grandissimo. Il secondo è un gran bel film, forse un po' tanto americano, ma bello abbastanza da reinventare il genere bellico. Speriamo solo che non ci maciullino i cabasisi con un nuovo telefilm sull'ennesima squadra speciale americana: dopo CSI, NCIS, e altri, mancava solo EOD (Explosive Ordnance Disposal) la squadra artificieri. Comunque penso che l'Oscar sia meritato per il film.


Andrea_Web - 09/03/2010 alle 09:37

[quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Stasera, moglie uscita per festeggiare la festa della donna, mi sono sparato in rapida sequenza "Inglourious Basterds" e "The Hurt Locker". Il primo mi ha abbastanza deluso, il classico esercizio di stile e di citazioni tarantiniano, ma ben povero come sostanza: spettacolare comunque l'interpretazione di Cristoph Waltz, grandissimo. Il secondo è un gran bel film, forse un po' tanto americano, ma bello abbastanza da reinventare il genere bellico. Speriamo solo che non ci maciullino i cabasisi con un nuovo telefilm sull'ennesima squadra speciale americana: dopo CSI, NCIS, e altri, mancava solo EOD (Explosive Ordnance Disposal) la squadra artificieri. Comunque penso che l'Oscar sia meritato per il film. [/quote] Son l'unica persona sulla terra a cui The Hurt Locker ha fatto letteralmente andare di corpo? :Od:


lemond - 09/03/2010 alle 13:54

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Stasera, moglie uscita per festeggiare la festa della donna, mi sono sparato in rapida sequenza "Inglourious Basterds" e "The Hurt Locker". Il primo mi ha abbastanza deluso, il classico esercizio di stile e di citazioni tarantiniano, ma ben povero come sostanza: spettacolare comunque l'interpretazione di Cristoph Waltz, grandissimo. Il secondo è un gran bel film, forse un po' tanto americano, ma bello abbastanza da reinventare il genere bellico. Speriamo solo che non ci maciullino i cabasisi con un nuovo telefilm sull'ennesima squadra speciale americana: dopo CSI, NCIS, e altri, mancava solo EOD (Explosive Ordnance Disposal) la squadra artificieri. Comunque penso che l'Oscar sia meritato per il film. [/quote] Son l'unica persona sulla terra a cui The Hurt Locker ha fatto letteralmente andare di corpo? :Od: [/quote] Esagerato ;), a me non è piaciuto, come sono convito non apprezzerei Avatar, perché a me interessa in particolar modo la sceneggiatura e sono indifferente (o peggio) agli "effetti speciali". Codesto film, per dire come ero entusiasta, l'ò visto, mentre giocavo al solitario (però ancora non l'ò terminato, credo che mi manchi una mezz'ora. :cincin:


Andrea_Web - 09/03/2010 alle 13:57

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Stasera, moglie uscita per festeggiare la festa della donna, mi sono sparato in rapida sequenza "Inglourious Basterds" e "The Hurt Locker". Il primo mi ha abbastanza deluso, il classico esercizio di stile e di citazioni tarantiniano, ma ben povero come sostanza: spettacolare comunque l'interpretazione di Cristoph Waltz, grandissimo. Il secondo è un gran bel film, forse un po' tanto americano, ma bello abbastanza da reinventare il genere bellico. Speriamo solo che non ci maciullino i cabasisi con un nuovo telefilm sull'ennesima squadra speciale americana: dopo CSI, NCIS, e altri, mancava solo EOD (Explosive Ordnance Disposal) la squadra artificieri. Comunque penso che l'Oscar sia meritato per il film. [/quote] Son l'unica persona sulla terra a cui The Hurt Locker ha fatto letteralmente andare di corpo? :Od: [/quote] Esagerato ;), a me non è piaciuto, [b] come sono convito non apprezzerei Avatar[/b], perché a me interessa in particolar modo la sceneggiatura e sono indifferente (o peggio) agli "effetti speciali". Codesto film, per dire come ero entusiasta, l'ò visto, mentre giocavo al solitario (però ancora non l'ò terminato, credo che mi manchi una mezz'ora. :cincin: [/quote] Forse devo smentirti... Avatar l'ho visto due volte in 3D e una in 2D... :Od:


lemond - 09/03/2010 alle 14:40

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] Forse devo smentirti... Avatar l'ho visto due volte in 3D e una in 2D... :Od: [/quote] "De gustibus non disputandum est", o, come traduceva un mio allievo "Sui gusti non si sputa!" :D


lemond - 10/03/2010 alle 10:56

"Invictus” di Clint Eastwood: una lezione sulla tolleranza e sul perdono di Gianfranco Cercone I film popolari hanno a volte qualcosa in comune con una lezione scolastica. Una lezione tenuta a una classe con cui si deve faticare a tenere desta l’attenzione; a cui si deve spiegare tutto, senza confidare in tante conoscenze già acquisite; evidenziando con precisione i passaggi fondamentali di un racconto o di un ragionamento; e magari semplificando un po’ problemi complessi. Clint Eastwood è un regista che ha fatto film originali e a tutti gli effetti d’autore. A volte è invece un maestro del cinema popolare. (Ma a scanso di equivoci: parlo di cinema popolare senza nessun sussiego, con pieno rispetto). L’ultimo film di Clint Eastwood, “Invictus”, rientra in questa seconda categoria della sua produzione. E infatti ha qualcosa di una lezione. Una lezione su un tema storico: Nelson Mandela, neo-eletto presidente del Sudafrica, alle prese con un problema di politica interna, solo apparentemente marginale, e che, come vedremo, riguarda gli Springbox, la squadra nazionale di rugby del Sudafrica. Ora, se da un punto di vista storico la lezione sia veritiera, non è argomento su cui debba pronunciarsi il critico cinematografico. Ma la lezione di Eastwood ha anche un contenuto più generale: come dovrebbe essere governata una democrazia, in base a quali principi. E, di conseguenza, come dovrebbe essere, come dovrebbe agire un grande leader democratico. Coerentemente con questa intenzione, il Nelson Mandela del film non è un personaggio realistico, con quei chiaroscuri cioè che ci danno il senso di un personaggio vero; è un leader ideale, tutta virtù, e per questo in piena luce, come certe icone di santi. E’ un uomo reso saggio dalla sofferenza subita a lungo in carcere; che ama profondamente il suo paese e tutto il suo popolo; e per il bene comune non ha timore di prendere posizioni contrarie a quelle delle persone che più lo amano e dello stesso partito che lo sostiene. In “Invictus” l’oggetto del contendere è, appunto, la squadra di rugby nazionale. I neri, per la prima volta al governo, vorrebbero scioglierla d’autorità, perché è una squadra composta quasi esclusivamente da bianchi, e per la quale i bianchi hanno sempre tifato. Ai loro occhi, è un simbolo dell’apartheid. Ma Mandela interviene al congresso del suo partito per scongiurare quella decisione. Non sarebbe una meschina vendetta? Non agirebbero i neri proprio come i bianchi avrebbero supposto? Non fomenterebbero inutilmente l’odio dei bianchi? E invece: se egli promuovesse quella squadra; ricevesse ufficialmente il capitano, con tutti gli onori; mandasse la squadra in giro per il paese, anche nei più poveri e nei più sperduti villaggi; assistesse alle partite allo stadio, non contribuirebbe a riconciliare un popolo diviso da decenni di politica di discriminazione? E il film lascia intendere che se alla fine gli Springbox riuscirono a vincere la coppa del mondo (come accadde nel 1995), battendo la temibilissima squadra neozelandese degli All Blacks, fu perché la consapevolezza che tutto il paese, e non più soltanto una fazione, tifava per loro, gli diede lo slancio ideale necessario (“l’ispirazione”, viene detto nel film). Troppa profusione di virtù avrebbe potuto riuscire stucchevole. E per scongiurare questo rischio, Eastwood è ricorso a varie risorse del suo notevolissimo mestiere. In “Invictus” c’è un certo umorismo (per esempio nel gruppo delle guardie del corpo di Mandela, bianchi e neri, costretti a convivere per decisione del presidente, in più occasioni, si punzecchiano a vicenda). E c’è la suspense, che caratterizza tutti i film sulle competizioni sportive, dove la vittoria finale degli eroi si fa attendere spasmodicamente, fino all’ultimo minuto. Ma lo spettacolo è qui al servizio di una lezione. Una lezione, efficace e toccante, sulle virtù civili della tolleranza e del perdono. da Radicali.it Nota mia, cosa diversa dall'(in)tolleranza e dal "perdonismo" cattolico apostolico romano.


Granfondista - 10/03/2010 alle 15:43

[quote][i]Originariamente inviato da Andrea_Web [/i] [quote][i]Originariamente inviato da Zanarkelly [/i] Stasera, moglie uscita per festeggiare la festa della donna, mi sono sparato in rapida sequenza "Inglourious Basterds" e "The Hurt Locker". Il primo mi ha abbastanza deluso, il classico esercizio di stile e di citazioni tarantiniano, ma ben povero come sostanza: spettacolare comunque l'interpretazione di Cristoph Waltz, grandissimo. Il secondo è un gran bel film, forse un po' tanto americano, ma bello abbastanza da reinventare il genere bellico. Speriamo solo che non ci maciullino i cabasisi con un nuovo telefilm sull'ennesima squadra speciale americana: dopo CSI, NCIS, e altri, mancava solo EOD (Explosive Ordnance Disposal) la squadra artificieri. Comunque penso che l'Oscar sia meritato per il film. [/quote] Son l'unica persona sulla terra a cui The Hurt Locker ha fatto letteralmente andare di corpo? :Od: [/quote] Siamo in due:ieri sera su Sky ho resistito 1 ora prima di cambiare canale. Sono sempre più convinto che la decisione di assegnargli l'oscar sia stata una sorta di "punizione" verso Cameron, anche perchè si tratta di un film uscito a Ottobre 2008 e di logica andava premiato la scorsa edizione.


pacho - 14/03/2010 alle 20:48

HELP! cordon blu contorniati da crocchette di patate con una spruzzatina di noce moscata sul piatto. Birrone temperatura -2 da 66 gia aperta. Morosa via fino martedi. ambiente per il film ottimo direi. E qui l'aiuto dei compagni di cinema di cicloweb é d'obbligo: allora, ho questi film. voi che dite? mi sapete dare qualche parere su qualcuno di questi? -Amreeka -Los Abrazos Rotos -The Vicious Kind -In the Loop -Year of the dragon -Surveillance -Precious -Limits of control -Jacob's Ladder -Ghosts...of the Civil Dead -Ballast -Daybreakers -Irreversible ps: i titoli son quelli originale perche il mio capo,pardon la mia morosa, non vuole che scarichi emule quindi son costretti a vedere le versioni originali. ps: l'altro giorno ho visto A Prophet: assolutametne da vedere. so che state cazzeggiando anceh voi su cicloweb, quindi date una mano ad aspiranti pantofolai imbirruti.


Laura Idril - 14/03/2010 alle 20:59

prova con Precious per vedere se merita gli oscar che ha vinto :D


pacho - 14/03/2010 alle 21:08

Grazie! se ha vinto l'Oscar é giá escluso di diritto:D


Laura Idril - 14/03/2010 alle 21:09

Ne ha vinti + d'uno mi sa :D


Carrefour de l arbre - 14/03/2010 alle 22:17

I capi sono sempre stro.nzi :D i titoli letti così non mi dicono nulla, ma io con gli inglese ho sempre fatto a schiaffi (prendendole sempre di brutto). Però ho rivisto "city of god" e se non l'hai visto te lo consiglio. Molto crudo, a volte un pò romanzato ma crudelmente cinico, non esiste lieto fine.


rizz23 - 14/03/2010 alle 23:25

Ballast è strano e cupo, cupissimo. Niente di indimenticabile. The Limits of control è Jarmusch al massimo dell'intellettualismo e dell'estetica. Coi pro (molti) e i contro (qualcuno).


Bitossi - 14/03/2010 alle 23:48

Conosco questi: -Los Abrazos Rotos (è "Gli abbracci spezzati" di Almodovar) -Year of the dragon (dovrebbe essere il poliziesco del 1985 con Rourke) -Precious -Limits of control (Jarmush) -Jacob's Ladder (se non ricordo male, un film quasi interessante sui ricordi di un reduce dal Vietnam, in italiano "Allucinazione perversa") -Daybreakers (film di vampiri) -Irreversible (assolutamente da evitare, svolgimento "al contrario", come "Memento"; violenza inutile, la Bellucci in stile Sodoma ai minimi storici, se mai ha avuto dei massimi...)


pacho - 14/03/2010 alle 23:59

tanx. vi ringrazio. bitossi, compiacendomi delle tue visioni, mi potresti dire puer un tuo parere?:D ps:city of god gia visto, bellissimo. poi ho visto anche uno molto simile su una squadra speciale di pulotti brasiliani di cui ora non mi ricordo il titolo che non era prorprio malaccio

 

[Modificato il 15/03/2010 alle 00:01 by pacho]


Salvatore77 - 15/03/2010 alle 07:18

Vi suggerisco un sito: www.imdb.com vale a dire il più fornito database sul cinema al mondo. Inserendo il titolo originale del film è abbastanza agevole trovare anche il titolo italiano ma anche tutte le altre informazioni (attori, regista, anno, durata, premi ecc...).


lemond - 15/03/2010 alle 08:42

Il Caimano vs L'Onda Sono sempre stato un "fan" di Moretti, ma se devo confrontare i due film, non ho dubbi: il primo è condizionato dal fatto vero dal quale parte e solo se si potessero togliere le parti che riguardano il P.d.C. si potrebbe vedere un altro film, molto migliore. Nell'altro invece, pur seguendo (la sceneggiatura) con fedeltà quanto accaduto ad un insegnante Californiano, si riesce ad evidenziare quanto sta accadendo in questo momento in Italia. La manipolazione dei mezzi di informazione, la delusione della "prima repubblica", la crisi economica, la disoccupazione, l’aumento dell’ingiustizia sociale, la manipolazione dei mezzi di informazione, l'invenzione del regionalismo, legato alla xenofobia sono le sementi che hanno fecondato il "campo" per l'entrata del BerlusKa. :mad:


rizz23 - 15/03/2010 alle 11:46

[quote][i]Originariamente inviato da Salvatore77 [/i] Vi suggerisco un sito: www.imdb.com vale a dire il più fornito database sul cinema al mondo. Inserendo il titolo originale del film è abbastanza agevole trovare anche il titolo italiano ma anche tutte le altre informazioni (attori, regista, anno, durata, premi ecc...). [/quote] sì, assolutamente imprescindibile


Bitossi - 15/03/2010 alle 18:30

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] tanx. vi ringrazio. bitossi, compiacendomi delle tue visioni, mi potresti dire puer un tuo parere?:D ps:city of god gia visto, bellissimo. poi ho visto anche uno molto simile su una squadra speciale di pulotti brasiliani di cui ora non mi ricordo il titolo che non era prorprio malaccio [/quote] Be', su alcuni mi sono già espresso... :D Su altri, ti hanno già detto altri interventi. Non mi esprimo su Almodovar, che mi sta sulle balle, tranne qualche rara eccezione, e sarei di parte. Il film vampiresco futuribile in effetti non l'ho visto, anche perché è uscito in Italia la settimana scorsa, e ne ho solo letto; ma anche in questo caso mi sembra si stia seguendo un po' una moda (Io sono leggenda...), come qualche anno fa per il filone dei morti che non sapevano di esserlo (Il sesto senso e decine di altri film... :P) Guardati "Allucinazione perversa", che mi aveva (quasi) colpito per la sua miscela di horror psicologico, Vietnam, thriller, anche se il regista non è il massimo, e il finale non sorprende più di tanto... Poi, il film di Rourke mi sembra strano tu non l'abbia visto; senza infamia né lode, poliziesco misogino e sinofobo ma stavolta con un grande regista (Cimino). Confermo il consiglio di stare alla larga dal film con la Bellucci... :Od: PS: il film brasileiro che non ti ricordi è Tropa de elite?


Carrefour de l arbre - 15/03/2010 alle 19:16

secondo me è tropa de elite, molto bello anche quello


lemond - 17/03/2010 alle 09:17

Visto e registrato, questo film dimostra che per i "clericali" più di un secolo è trascorso invano. :mad: Chi volesse avere il dvd, può farmi conoscere il suo indirizzo. I “fatti di gente per bene” sono quelli che, con il “caso Murri”, turbarono anni fa l’opinione pubblica dell’Italia di Zanardelli e di Giolitti. Ebbero inizio il 2 settembre del 1902, quando in una casa patrizia di Bologna fu trovato ucciso con tredici pugnalate il conte Francesco Bonmartini, veneto e clericale. Si pensò ad un delitto per rapina, ma nove giorni dopo il suocero, Augusto Murri, medico di fama internazionale e libero pensatore, si presentava alla polizia e diceva che responsabile di quella morte era suo figlio Tullio, avvocato e consigliere comunale socialista, che a causa della sorella Linda aveva avuto un violentissimo alterco con il cognato e alla fine era stato costretto ad ucciderlo per legittima difesa. Prima però che Tullio si costituisse venivano arrestati una sua amante, Rosina Bonetti, un suo amico, il dottor Pio Naldi, e la stessa Linda, sospettati di aver avuto tutti delle responsabilità in quel delitto. Responsabilità che sembrarono confermate più tardi dall’arresto di un amante di Linda (il dottor Carlo Secchi, assistente del Prof. Murri) e che una parte dell’opinione pubblica, eccitata dalla stampa clericale cui, alla vigilia delle elezioni, non parve vero di mettere in stato di accusa liberi pensatori e socialisti, considerò subito come prove irrefutabili. Erano invece soprattutto degli indizi; al processo, comunque, che si celebrò nel 1905 a Torino, la pubblica accusa li sostenne, sostenendo contemporaneamente la tesi dell’omicidio premeditato compiuto da Tullio Murri su istigazione della sorella e con la complicità degli altri. E la giuria popolare, aderendo a questa tesi, condannò Tullio e Linda a 30 anni. Il verdetto emesso in un clima fazioso che indignò gli stranieri (il Times scrisse che la giustizia, in Italia, aveva fornito “uno spettacolo di cui il paese non poteva certo andar glorioso”), suscitò accese polemiche fra innocentisti e colpevolisti, e non vi mise fine neanche la grazia che il Re concesse a Linda solo un anno dopo la sentenza, e a Tullio una decina d’anni più tardi. Per raccontarci questo “caso”, Mauro Bolognini aveva due strade da seguire: la cronaca dal vero, da desumersi attraverso gli atti processuali, oppure una sua interpretazione a favore o contro i Murri, sorreggendola con l’analisi psicologica dei personaggi e l’illustrazione, se non certa, comunque plausibile dei loro moventi. Insieme con Sergio Bazzini, autore del soggetto e suo collaboratore nella sceneggiatura, egli ha scelto la prima strada, ricostruendo tutto quello che il processo ha mostrato e spingendo l’obiettività fino ad esporre persino le versioni contrastanti date dagli imputati via via che mutavano la loro linea difensiva (l’omicidio, ad esempio, che prima Tullio ammette d’aver compiuto personalmente e la cui responsabilità invece fa ricadere dopo su altri) e proponendo anche situazioni che, per un verso, potrebbero lasciar sospettare Linda di complicità nel delitto e, per un altro verso, potrebbero anche farla ritenere estranea ed ignara. Con una voluta ambiguità di proposte narrative che solo in un elemento assume contorni netti, quello che dà rilievo al peso avuto in tutta la vicenda dal giudice Stanzani, teso non solo a provare a tutti i costi la responsabilità di Tullio e Linda, ma a coinvolgervi anche il prof. Murri che egli, come clericale, avversava in quanto esponente di una “democrazia laica, naturalistica, ateistica, massonica, imbevuta di positivismo e di antropologia “. È l’azione di questo giudice che serve a mettere in moto l’ingranaggio processuale, è la sua faziosità che, unita a qualche riferimento ad avvenimenti di contorno, oltre a dosare la progressione dei fatti, serve a chiarire il clima troppo infuocato in cui si svolsero, facendose ne forse anche determinare. Qui la cronaca, pur restando oggettiva, si veste di calore e induce Bolognini a guardare ai personaggi con una pietà che, attenuando il distacco, mette l’accento su quella fatalità delle cose e della vita che può trasformare in vittime anche degli eventuali colpevoli. Pur continuando, però, a non addentrarsi mai nelle loro ragioni, nei loro sentimenti e in tutta quella temperie di passioni e di vizi che i protagonisti reali della vicenda probabilmente possedevano e che, anche se accolti attraverso i moduli di una ricostruzione cronistica, avrebbero forse potuto trasformarli in personaggi di solida statura drammatica. Comunque, anche se nel film questi personaggi volutamente non ci sono, la riproposta, tutta dall’esterno, delle “persone” vere, o verosimili, che sono stati nella realtà è spesso convincente. Certo, attorno, manca il clima politico dell’epoca e mancano, oppure sono accennati troppo di sfuggita, i suoi conflitti ideologici e le sue polemiche, ma il rigore di quella rievocazione è meditato e anche là dove sembrerebbe troppo freddo, lo investe implicitamente di note liriche quel senso di fatalità con cui, giova ripeterlo, l’autore ha interpretato se non i fatti obiettivamente esposti e le loro ragioni immediate – politiche, storiche, sociali – almeno le loro ragioni più vaste e esistenziali. Con una sapienza stilistica che scrive pagine d’effetto non solo mediante il gusto prezioso con cui son rappresentati i personaggi (visualizzati spesso quasi attraverso giochi di specchi e scoperti riferimenti pittorici), ma anche con il sussidio di una fotografia (di Ennio Guarnieri) che, in linea con quello che Bolognini era già riuscito a suggerirci nella Viaccia, ripropone la Bologna principio di secolo, ancora vagamente ottocentesca, in aloni quasi da dagherrotipia, dando ai panorami, alle strade, ai monumenti, alle cose, sapori volutamente indefiniti e abbacinati: da acquerelli sbiaditi sotto la patina del tempo. Su questa linea, i toni un po’ romantici delle musiche di Ennio Morricone fanno il resto: mettendo l’accento, anche quando l’azione vi sorvola, sulle turbate passioni dei vari personaggi. Cui dà volto uno stuolo di interpreti di seria fama. Catherine Deneuve è, con tutta l’ambiguità necessaria, ma anche con fragile dolcezza, Linda Murri; Giancarlo Giannini è Tullio, esatto nelle contraddizioni e nei furori, negli sgomenti e nelle esitazioni, Fernando Rey è, con autorità e mestizia, il prof. Murri, straziato, ma con dignità, di fronte alla rovina della sua famiglia, Marcel Bozzuffi è il settario giudice Stanzani, duro, impietoso, Tina Aumont è Rosa Bonetti, l’amante di Tullio, Ettore Manni è Carlo Secchi, l’amante di Linda, Corrado Pani è Pio Naldi. Da ricordare anche, di sfondo, Rina Morelli, la moglie del Prof. Murri e Laura Betti, un’ex amante vendicativa e livorosa di Secchi. Da Il Tempo, 2 ottobre 1974


pacho - 17/03/2010 alle 11:56

grazie delle dritte signor B. :Od: si é tropa de elite. boh, comuqnue a me non aveva sorpreso piu di tanto.


Zanarkelly - 24/03/2010 alle 00:26

Ieri ho visto due bei film: "Tetro - Segreti di famiglia" e "Tutta colpa di Giuda". Il primo è di Francis Ford Coppola: drammatico e molto, come si dice, introspettivo. Ricorda un po' Almodovar, ma meno leggero e meno banale (lasciatemelo dire: non sono un estimatore di Pedro). Bella l'interpretazione di Vincent Gallo. Bello anche il colpo di scena finale, molto melodrammatico; varei quasi la tentazione di raccontarvelo. Il secondo è un bel film italiano, girato nel carcere di Torino (anche se è un carcere molto edulcorato, temo) con veri detenuti come attori. E' una bella riflessione sulla religione e sul significato di sacrificio, pena ed espiazione. Mi è piaciuto. Fantastica la parte del fidanzato attore della protagonista; una macchietta dell'intellettuale col finto "spleen" che mi fa morire.


pacho - 01/04/2010 alle 14:11

il primo film contro la caccia.sembra bello. qui il trailer http://www.youtube.com/watch?v=zoqkVGeFnyY


Bartoli - 15/04/2010 alle 14:59

Addio Raimondo Vianello :(


forzainter - 15/04/2010 alle 18:35

Addio oltre ad un grande artista anche ad un grande sportivo Grande appassionato di calcio e ciclismo


GiboSimoni - 15/04/2010 alle 20:27

addio raimondo un signore un gigante buono :(


Alanford - 15/04/2010 alle 20:52

Mi ha fatto compagnia fin da quando ero bambino, un attore e un comico fra i più amati, ma sopratutto un grande uomo, mai volgare e sempre disponibile! Lo ricordo ancora nei panni del ciclista Birocci...ciao Raimondo!


Admin - 15/04/2010 alle 22:03

Delizioso, sì. :clap::clap::clap:


lemond - 16/04/2010 alle 08:58

Veramente divertente il filmato e un grazie a Raimondo per la sua esistenza, che rammento di aver cominciato ad apprezzare in "Uno, due e tre" ai primordi della Rai (in coppia con l'altrettanto grande Ugo Tognazzi). Se ci fossero ancora trasmissioni così non avrei smesso di vedere i programmi (specifici) televisivi da circa vent'anni. :OIO


Bitossi - 16/04/2010 alle 09:55

Evabbe', si sa che chi ci lascia è sempre bello, bravo e simpatico... e in questo caso le lodi postume sono assolutamente in linea con il reale talento e l'ironia del personaggio. A funerali ancora da celebrare, tutto sommato penso che l'atteggiamento più giusto sarebbe il silenzio, o al massimo un breve messaggio formale, lasciando eventuali considerazioni critiche a tempi successivi. Ma in questo caso mi sento di contravvenire alla "regola", proprio per l'indubbio talento e simpatia del personaggio: non mi è neppure passato per la mente di farlo ad esempio per Mike Bongiorno, personaggio molto più discutibile e molto meno "dotato", nel cui caso sarei stato probabilmente molto più pesante... Talento, eleganza, bravura... ma a me l'umorismo "grigio" (per dire un nero sbiadito) e la sottile vena surreale di Vianello non hanno mai strappato nemmeno un sorriso, né mi hanno mai portato a riflettere su alcunché. Probabilmente perché non ne ho vissuto in pieno la fase pionieristica (anche se ne ho qualche sbiadito ricordo), e invece maggiormente, seppur distrattamente, quella che mi viene da definire "adesione all'estetica berlusconiana". Parliamoci chiaro, non credo di aver mai visto più di 5 minuti consecutivi di un suo programma, a parte i dopotappa del giro 1994. Semplicemente mi annoiavano, mi riportavano ad un'idea di famiglia e di rapporti sociali che non mi appartengono, ad una funzione acritica ed anodina dell'intrattenimento. Sorvolo poi sull'adesione politica esplicita, dichiarata usando lo stesso mezzo che lo aveva reso popolare, alla "estetica" di cui sopra... Lo so che il momento non è il più appropriato, ma credo che altrimenti queste cose non le avrei scritte mai più. Comunque, onore al talento, e che riposi in pace...


lemond - 16/04/2010 alle 10:28

[quote][i]Originariamente inviato da Bitossi [/i] Talento, eleganza, bravura... ma a me l'umorismo "grigio" (per dire un nero sbiadito) e la sottile vena surreale di Vianello non hanno mai strappato nemmeno un sorriso, né mi hanno mai portato a riflettere su alcunché. Probabilmente perché non ne ho vissuto in pieno la fase pionieristica (anche se ne ho qualche sbiadito ricordo), e invece maggiormente, seppur distrattamente, quella che mi viene da definire "adesione all'estetica berlusconiana". Comunque, onore al talento, e che riposi in pace... [/quote] E' probabile che tu abbia, almeno in parte, ragione e cerco di spiegarmi. Per quel che ho sempre visto io, Raimondo era un comico delle piccole cose, non ha mai avuto obiettivi maggiori, però mi sembra strano che non ti abbia mai ... Per quanto riguarda il poi, è difficile giudicare, perché quello che tu chiami giustamente *l'estetica ...* ha inquinato tutti i campi e se si guarda da questo spiraglio, si rischia di trovare solo il vuoto assoluto. :mad:


desmoblu - 16/04/2010 alle 14:14

Ma ci sono anche gradazioni e scale. I Vianello, insieme a Mike, Ambra che raccontava le barzellette su Occhetto=Stalin=satana e Berlusconi=Dio a 'non è la rai', la Zanicchi... hanno fatto marcatamente propaganda pro fi/p2/pdl. Questo non posso dimenticarlo. Comunque concordo in pieno con Bitosii.


lemond - 16/04/2010 alle 14:36

[quote][i]Originariamente inviato da desmoblu [/i] Ma ci sono anche gradazioni e scale. I Vianello, insieme a Mike, Ambra che raccontava le barzellette su Occhetto=Stalin=satana e Berlusconi=Dio a 'non è la rai', la Zanicchi... hanno fatto marcatamente propaganda pro fi/p2/pdl. Questo non posso dimenticarlo. Comunque concordo in pieno con Bitosii. [/quote] Io sì, perché le trasmissioni di canale cinque, rete quattro o italia uno non le ho più viste chissà da quanti anni (l'ultima mi sembra sia stata un "Maurizio Costanzo" con uno sconosciuto che si chiamava Sgarbi), ma non per motivi ideologici (che non mi appartengono, perché non li capisco), ma per il semplice fatto che non ho mai sopportato la pubbblicità. ;)


Carrefour de l arbre - 19/04/2010 alle 21:20

Ho passato un weekend decisamente cinematografico. Venerdì sera sono stato a vedere "l'uomo nell'ombra" di Polanski e ieri mi sono rivisto "lolita" di Kubrick. L'uomo nell'ombra mi è piaciuto, pur con qualche se e qualche ma. La fotografia del film è splendida, Ewan McGregor è ottimo (purtroppo? Per me rimarrà sempre l'inimitabile Renton e un pò mi spiace vederlo alle prese con ruoli seri), ma il film è pregno di lentezze che mi spiego solo con la volontà di riempire un pò le due ore di film. La storia comunque merita perchè non è banale, peccato un pò per Pierce Brosnan che secondo me non era l'attore ideale per il ruolo. "lolita" invece è il solito capolavoro di Kubrick e quindi c'è poco da dire, se non la conferma che Peter Sellers rimane il mio attore preferito di sempre: sinistro e un pò inquietante nel ruolo di Quilby, devastante nella sua invadenza nel ruolo del poliziotto, forse un pò debole nel personaggio dello psicologo. Ma, come ne "il dottor stranamore", lui da solo fa girare l'intero film. Peccato per il finale, che ho sempre ritenuto un pò banale (viceversa, l'inizio del film - che poi sarebbe il finale naturale - è monumentale, con quella assurda partita a ping pong)


febbra - 24/04/2010 alle 13:46

Posso consigliare un po' di films? 1 44 Inch Chest (noir inglese con Ray Winstone, gran bell'attore) 2 Powder Blue (l'ultimo di Patrick Swayze, con una Jessica Biel spettacolare) 3 Transsiberian (avvincente thriller con Ben Kingsley e Woody Harrelson) 4 The shipping news - Ombre dal profondo (con un Kevin Spacey introspettivo) 5 Kingpin (uno dei primi film dei fratelli Farrelly, molto divertente) 6 The dead girl (thriller a incastri con storie parallele, fatto veramente bene) 7 Lantana (thriller - proprio così - sul significato dell'amore) 8 Chasing sleep - L'insonne (a mio avviso, l'evoluzione di Mulholland Drive) 9 Snow Cake (film delicatissimo e struggente, con una Sigourney Weaver da Oscar) 10 La guerra degli Anto' (un capolavoro del cinema italiano, ormai cult). Buona visione. :hippy:


lemond - 06/05/2010 alle 12:25

\"Agorà\" di Alejandro Amenabar: Ipazia, scienziata, radicale e martire di Gianfranco Cercone Benedetto Croce, come si ricorda spesso, riteneva che la Storia fosse sempre storia contemporanea. E cioè: chi scrive di Storia è necessariamente dominato dai problemi e dal modo di pensare del suo tempo. E\' un\'osservazione che vale certamente anche per i film storici, tanto più che a loro abitualmente non si richiede un rispetto rigoroso della verità; e tra invenzioni romanzesche che colmano le lacune dei documenti e licenze poetiche, si possono infiltrare nel racconto con particolare evidenza aspetti della realtà dei nostri giorni. \"Agorà\", dello spagnolo Alejandro Amenabar, è un film storico, che racconta la tragica vicenda della filosofa e scienziata del IV secolo dopo Cristo, Ipazia, di Alessandria d\'Egitto. Tragica perché come è noto - anzi, in effetti, come è poco noto, dal momento che la sua storia non si studia a scuola, e non mi risulta che siano stati fatti in precedenza film su di lei - insomma, Ipazia è stata trucidata dai cristiani, su istigazione del vescovo Cirillo (che fu fatto santo). Ipazia era figlia del direttore della celebre biblioteca di Alessandria; di famiglia pagana; dedita all\'insegnamento e alla ricerca filosofica e astronomica. Per la sua laicità, si ritrovò bersaglio della persecuzione dei cristiani; e una loro setta particolarmente fanatica, i parabolani, la fece letteralmente a pezzi. Perchè l\'autore del film, Amenabar, ha voluto raccontarci la sua storia? In primo luogo, certo, per un lodevole intento divulgativo. Intentio tutt\'altro che stravagante, dal momento che i problemi del presente che echeggiano in questa storia del passato sono numerosi. Il più evidente fra tutti: il conflitto tra la ricerca scientifica, e i dogmi religiosi, patrocinati e imposti dalle autorità ecclesiastiche. (Nel film Ipazia viene immaginata scoprire argomenti a sostegno della concezione eliocentrica dell\'universo. Teoria che, sappiamo, sarà oggetto della violenta censura della Chiesa, in effetti parecchi secolo dopo, con Galileo Galilei.) (segue)


lemond - 06/05/2010 alle 12:26

E poi ci si ritrova il tema dei diritti e dell'indipendenza delle donne. Ipazia, anche se nella città di Alessandria non aveva alcuna carica politica, perché le donne non potevano averne, non rinunciava a dire la sua sulle vicende pubbliche; stimata per la sua saggezza, era consultata nelle riunioni istituzionali. E per non tradire la propria vocazione filosofica e scientifica, non si sposò, malgrado avesse ottimi pretendenti. (Perché un marito le avrebbe chiesto di rinunciare alla sua professione.) Tutte ragioni che fomentarono l'odio dei cristiani contro di lei. Della questione femminile, nel film viene evidenziata l'attualità attraverso il modo con cui viene realizzato il martirio di Ipazia: non attraverso lo smembramento del corpo, come raccontano gli storici, ma attraverso la lapidazione: che per uno spettatore di oggi è una chiara allusione a certi paesi islamici. C'è poi nel film un altro richiamo al presente, forse più sottile. Il prefetto di Alessandria - dunque, l'autorità laica della città - nato ed istruito come pagano, si converte al Cristianesimo, probabilmente per ragioni di opportunità politica. Quando nella città scoppiano le sommosse dei cristiani - che, fra l'altro, saccheggiano la biblioteca di Alessandria, organizzano un linciaggio contro gli ebrei e altre aggressioni contro i pagani - Ipazia, che non vuole che si risponda all'intolleranza con l'intolleranza, come pure accade, consiglia però il prefetto di far rispettare la legge, e dunque di arrestare i responsabili delle violenze. Ma il prefetto, che cerca una conciliazione con i cristiani, non le dà ascolto. E come si conclude il suo percorso? Di cedimento in cedimento, si ritrova a prosternarsi in ginocchio davanti al vescovo di Cirene, Sinesio: formalmente come atto di sottomissione a Cristo, ma in effetti sottomettendosi alla Chiesa cattolica. Così il vescovo Cirillo conquista il potere ad Alessandria; e la sua vittoria viene sancita dal martirio di Ipazia. Cosa ha voluto dirci con questo Amenabar? Che con il fondamentalismo religioso non si devono fare compromessi. Perché, tentando di ammansire il mostro, si finisce per esserne sbranati. Insomma, "Agorà" vale allo stesso tempo come lezione di Storia e come monito per il presente. E se i personaggi e i fondali storici restano a volte schematici, non sempre prendono vita, è perché valgono soprattutto come esempi, come punti di appoggio, di una perorazione molto seria e appassionata. Versione audio: http://www.radioradicale.it/scheda/302596


Carrefour de l arbre - 09/05/2010 alle 11:49

Questa settimana ho visto due film. Al cinema ho visto "perdona e dimentica" di Todd Solondz (come sempre i distributori italiani si distinguono per i loro discutibili translate dall'inglese all'italiano, degno del peggior google: il titolo originale è "Life during wartime"): a me non ha entusiasmato granchè. Fondamentalmente non c'è trama, peccato, perchè i personaggi (ottimi tutti) sono tutti caratterizzati al massimo. Anche la fotografia è ai massimi livelli ma, ripeto, sono uscito dal cinema chiedendomi qual'era il filo conduttore del film. Santa biblioteca pubblica mi proponeva invece "Bubble" di Soderbergh: questo è veramente bello o, perlomeno, a me è piaciuto molto. Molto breve, atmosfere crepuscolari, dialoghi rarefatti, senso di sconfitta che invade tutto il film e i suoi protagonisti (non professionisti e bravi tutti). Siccome piove sempre sul bagnato, i protagonisti diluviano le loro già ampiamente sfigate vite. Sembrava che kaurismaki e soderbergh si fossero incontrati facendo una gara a chi ce l'ha più corto.


desmoblu - 09/05/2010 alle 12:20

[D r a q u i l a] (correte a vederlo, e a rivederlo e a rivederlo)


plata - 14/05/2010 alle 09:12

L'altra sera avevo voglia di vedere un film. Non so perchè mi è venuto in mente The Truman Show, visto solo una volta, in classe alle medie. Figuriamoci che ricordo. Me lo sono scaricato e guardato con gusto. Proprio bello, ma bello bello. Un Jim Carrey in grande spolvero che ho apprezzato molto in questa veste non comica, perchè ammetto di non essere un grande estimatore della sua comicità. Ne preferisco altre. Del film critico qualche esagerazione, soprattutto nella parte finale, a livello di epicizzazione dei personaggi (il produttore che si chiama Cristo e che si comporta da Dio) ma in fin dei conti sono le uniche cose che non mi sono piaciute.


lemond - 14/05/2010 alle 12:31

Ipazia, o della laicità (*di Michele Martelli 10 maggio 2010 da Micromega) *Agorà*, il film del regista spagnolo Alejandro Amenábar, che racconta la tragedia di Ipazia d'Alessandria, è davvero scioccante. Anche per chi su Ipazia ha già letto qualche libro. Perché la potenza delle immagini in celluloide è in grado di suscitare sentimenti, pensieri ed emozioni di una rapidità e intensità tale che nessuna parola scritta può eguagliare. Uscito dalla sala, non puoi non continuare a riflettere sulle vicende narrate nel film. E magari a *immaginare *in che mondo vivremmo se avesse vinto Ipazia, e non l'episcopo Cirillo. Eh sì, perché la storia di Ipazia si colloca in un periodo di svolta storica, tra il IV e il V secolo d.C., dei cui effetti deleteri, nonostante le moderne Rivoluzioni e l'Illuminismo, il liberalismo e la democrazia, non ci siamo ancora completamente liberati. Quali le questioni centrali? Quelle che ancora oggi oppongono in gran parte clericalismo e laicità. E cioè: a) il rapporto tra Stato e Chiesa; b) l'autonomia della ragione dalla fede; c) l'eguaglianza giuridica uomo-donna. Tra il IV e il V secolo, come noto, prima Costantino legittima il cristianesimo, e poi Teodosio I, con l'editto di Tessalonica (380), lo eleva a religione ufficiale dell'impero. La Chiesa si fa Chiesa di Stato. Inizia la caccia alle eresie. I culti pagani sono vietati per legge. Le sacche di resistenza sono gradualmente soppresse. In questo clima si consuma la tragedia di Alessandria descritta in *Agorà*. Da un lato il vescovo Cirillo, dall'altro Oreste, il prefetto augustale, governatore di Alessandria. Nel primo grande conflitto tra Stato e Chiesa, Cirillo vince, Oreste perde. (segue)


lemond - 14/05/2010 alle 12:37

Non si inginocchia davanti al Libro Sacro brandito da Cirillo come una spada, ma poi si sottomette e infine si dimette. Tutto il potere va al vescovo. I dignitari imperiali costretti a convertirsi. Gli ebrei "deicidi" scacciati. I templi pagani abbattuti, incendiati o trasformati in chiese cristiane. Scompare quel che restava della città-polis greco-alessandrina, simboleggiata nel titolo del film, l'*agorà*, ossia la metaforica "piazza" della *politèia*, dove si fa politica, si discute, vota e decide. Cirillo impone la sua dittatura politico-religiosa, ferocemente repressiva e oscurantista. Quante volte, vien da chiedersi, nella storia dell'Europa imperatori, uomini di Stato, governanti e primi ministri si inginocchieranno davanti a papi, vescovi e cardinali? Di schiene piegate di politici pullula la storia occidentale, fino ai ripetuti e ostentati baciamani di Berlusconi a Benedetto XVI. Il quale, in forme e modi diversi da Cirillo, adeguati ai nostri tempi, a che cosa mira con la sua strategia del «reingresso di Dio nella sfera pubblica» se non a perseguirne gli stessi scopi: la sottomissione della politica alla religione, dello Stato alla Chiesa? Ma dietro Oreste c'era Ipazia. Che non era soltanto l'ultima grande filosofa e scienziata antica, dedita alla matematica e all'astronomia, alla direzione della più rinomata scuola di studi accademici della sua epoca. Era anche un'intellettuale che faceva un uso pubblico della ragione. Possedeva, come si vede nel film di Amenábar, e si legge nel bel libro di Gemma Beretta (*Ipazia d'Alessandria*, Editori Riuniti, 1993, purtroppo fuori commercio), la virtù greca della *parrhesìa*, cioè la capacità di parlare e agire in pubblico, nella sfera pubblica, e in particolare tra i dignitari e i potenti della città, per discuterne le scelte e le decisioni. «Se non è il cristianesimo, qual è il tuo criterio di giudizio», le chiedono malevoli i funzionari imperiali. «La filosofia», risponde Ipazia, ossia la ragione, la libertà e l'autonomia della ragione da ogni credo, dottrina e dogma religioso. La risposta di Ipazia, che precorre quella famosa di Kant alla domanda *Che cos'è l'illuminismo?*, è di una modernità straordinaria. Non solo infatti la laicità dello Stato, ma il pensare e il vivere civile dipendono dall'autonomia della ragione, di ciascuno e di tutti, e dal suo uso pubblico e critico contro ogni forma di autoritarismo e assolutismo. (segue)


lemond - 14/05/2010 alle 12:41

Il contrario delle ambizioni teocratiche di Cirillo alessandrino, fanatico e violento assertore dell'assolutezza della Verità e del potere clericale, come poi sosterranno tanti futuri papi e vescovi cirillici, fino ai tempi nostri. Se avesse vinto Ipazia, facile e felice profezia, non avremmo avuto il caso Galilei. E nemmeno il caso Darwin. Né Crociate, Inquisizione, guerre di religione e Concordati. La fede sarebbe rimasta una questione privata dei fedeli. Separata dalle loro libere scelte politiche. Ipazia studiava e ricercava, parlava e agiva «senza vergognarsi di essere donna». Donna che conta, tra uomini che contano. Anzi, a loro superiore per conoscenza e saggezza. Come osava? Cirillo, malato di misoginia come Paolo di Tarso, non poteva che odiarla. La donna? Un essere inferiore e peccaminoso, l'Eva tentatrice, alleata di Satana. Da zittire e sottomettere al maschio, prima e vera immagine di Dio. O da eliminare. Per Cirillo, ad eccezione della Vergine Maria *theotòkos*, Mater Dei (fu santificato per la formulazione di questo dogma), l'inferiorità della donna è un dato naturale, indiscutibile. Come lo è nella dottrina e nella struttura della Chiesa. Nella teologia femminista circola la "leggenda di S. Bernardo": «Si racconta che stesse pregando davanti all'altare della Madonna. Improvvisamente Maria apre la bocca e comincia a parlare. "Taci, taci!" grida disperato S. Bernardo, "le donne non possono parlare in chiesa"» (riportato in nota da Beretta, pp. 266-267). Né in chiesa né fuori, in verità. Perciò Ipazia doveva scomparire. «Sia lapidata a morte!», forse disse Cirillo. Certo, fu il mandante morale dell'assassinio. Su cui il regista del film stende un velo di pietà. Inventando Davos, lo schiavo innamorato, e l'epilogo del soffocamento. Altro dicono le fonti: tirata giù dal carro dai parabalani inferociti, fu denudata e scarnificata viva «con i cocci», gli furono cavati gli occhi, poi fu «fatta a pezzi membro a membro», e infine i resti vennero bruciati al Cinerone. Come i preziosi libri della biblioteca alessandrina del Serapeo. Fanatismo religioso, disprezzo del libero pensiero e rogo di libri proibiti, talvolta con i loro autori, sono stati una costante della passata storia della Chiesa. Che, pur messa alle corde dal moderno processo di secolarizzazione, tuttora continua però a ritenersi, come il suo santo Cirillo, depositaria della Verità di Dio. In un calendario laico, Ipazia sarebbe la prima martire e santa Nota mia: infatti, chi vuole, può andare a vedere nel *Calendario laico* il posto che occupa. :cincin:


danilodiluca87 - 24/05/2010 alle 20:52

un grande applauso ad un grande attore....UN GRANDE MOLISANO....che è nato a 10 km da casa miaaaaaaa....ELIOOOOOOOOO GERMANOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO:D:D:D:D


lemond - 25/05/2010 alle 07:53

Se si va per regioni, allora segnalo "La prima cosa bella" del livornese Virzì. Se qualcuno lo volesse, quando mi riportano le copie che ho prestato, potrei spedirle a chi ... :cincin:


Admin - 25/05/2010 alle 14:43

(Se qualcuno non ha visto il film e non vuole spoiler, si astenga dalla visione del filmato). Poco fa ho risentito questa musica magica nel servizio Rai degli highlights dello Zoncolan. E mi sono fiondato a ricercare la fantastica sequenza in cui l'avevo sentita per la prima volta. Ogni volta è un'emozione, anche se la visione sul computer perde tanto rispetto al grande schermo (o anche alla tv)... Michael Mann, un gigante. Non esiste un cinema allo stesso tempo spettacolare e denso quanto il suo! :clap::clap::clap:


Abajia - 25/05/2010 alle 15:09

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Poco fa ho risentito questa musica magica nel servizio Rai degli highlights dello Zoncolan.[/quote] Io la sento tutti i giorni, mia madre ce l'ha come suoneria al cellulare. :D Certe volte, quando sono a Roma, la metto ad alto volume - chissenefrega dei vicini! - mentre sono sotto la doccia. Un intreccio di note da occhi chiusi.


GiboSimoni - 29/05/2010 alle 19:57

è morto Dennis Hopper con il suo Easy Rider ci son cresciuto! :(


pacho - 30/05/2010 alle 13:26

col piede rotto mi sto passando in rassegna tutto lo scibile filmico. ieri sera é stata la volta di [b] Die Welle (l'Onda)[/b], un film tedesco passato sotto silenzio, per la sua "pericolositá". Una ficata pazzesca: dovrebbe essere obbligatorio in qualsiasi programma scolastico e diffondere le copie clandestinamente nei circoli giovanili di tutto il paese. da Repubblica COME SI DIVENTA NAZISTI: "DIE WELLE", "L’ONDA". L’esperimento del professor Ron Jones nel liceo Cubberley di Palo Alto - il film di Dennis Gansel. di Curzio Maltese, mercoledì 26 novembre 2008. TORINO S’intitola L’Onda, ma non parla di studenti e rivolta. Racconta piuttosto il contrario, le conseguenze di una deliberata estrema obbedienza di un gruppo di ragazzi al loro professore. E’ una storia vera che ha ispirato un libro di successo e ora un film tedesco in concorso al Festival di Torino: Die Welle, L’Onda. La trama è fedelissima al fatto reale, l’esperimento ideato dal professor Ron Jones nel liceo Cubberley di Palo Alto, California, nel 1967. Lo scopo era di capire come si diventa nazisti. «La domanda degli studenti è stata: come ha potuto il popolo tedesco tollerare, anzi aderire in massa al totalitarismo, accettare i campi di sterminio, obbedire ciecamente a Hitler?» scrive Jones nel suo diario. La lezione di storia naturale si rivela inadeguata. Gli studenti prendono un’aria annoiata, del genere: «Ok, abbiamo capito, oggi da noi non potrebbe succedere». Il professore allora propone un esperimento. Per qualche giorno i ragazzi dovranno sottomettersi alla sua autorità, chiamarlo «signor professore» e seguire le lezioni con la testa dritta e il petto all’infuori. La risposta degli studenti è dapprima divertita, poi entusiasta. Sono loro stessi a proporre i sistemi per rendere compatto e disciplinato il gruppo. Si danno un nome, l’Onda con un logo e un saluto: una mano tesa all’altezza del cuore. Quindi una divisa, jeans e camicia bianca, per diventare tutti uguali. Si alzano in piedi all’ingresso del signor professore, compiono esercizi ginnici, urlano slogan ad alta voce: «La forza è nella comunità». Il professor Jones è stupito del suo successo e anche affascinato. (SEGUE)


pacho - 30/05/2010 alle 13:27

SEGUE DA SOPRA Confida alla moglie: «In un certo senso, ho scoperto un metodo di insegnamento che funziona. I ragazzi imparano in fretta e alla grande. E’ assurdo, ma prima non avevano neppure posti fissi in classe, e ora che non c’è più libertà stanno seduti ai loro posti, rispondono a tutte le domande e si aiutano a vicenda». Dopo i primi giorni, compaiono alcuni effetti collaterali. Gli studenti isolano e denunciano i compagni che esprimono dubbi. Gli alunni delle altre classi si dividono, alcuni chiedono di far parte dell’Onda, altri sono disgustati e reclamano la fine dell’esperimento. Scoppiano le prime violenze. Un mattino Jones viene affiancato da un suo studente che si qualifica come guardia del corpo. Capisce che l’esperimento gli è completamente sfuggito di mano, ha creato un nucleo perfetto di nazisti, ma è troppo tardi. Si corre verso l’epilogo, dal gioco al massacro. La storia vera racchiusa nel diario di Ron Jones, il bel libro di Morton Ruhe ("Die Welle") divenuto un classico della letteratura per ragazzi, e il notevole film di Dennis Gansel presentato a Torino, hanno in comune una doppia lettura. Una antropologica, il bisogno primordiale della scimmia umana di sottoporsi al comando di un capo. Un bisogno tanto più emergente nell’età della crisi, nell’adolescenza in cui non si sa chi si è e quindi si può diventare qualsiasi cosa. L’altra lettura è l’attualità. A metà dell’esperimento il professore il protagonista del film, ambientato nella Germania di oggi, scrive sulla lavagna, sotto dettatura degli studenti, l’elenco delle cause che possono portare a un regime. Nell’ordine: la globalizzazione, la crisi economica, la disoccupazione, l’aumento dell’ingiustizia sociale, la manipolazione dei mezzi di informazione, la delusione della politica democratica, il ritorno del nazionalismo e la xenofobia. Sono le sementi che negli anni Venti hanno fecondato il terreno del fascismo e del nazismo in Europa. Sono gli stessi problemi, qui e ora. All’uscita in Germania, nella primavera scorsa, Die Welle ha scatenato un prevedibile fiume di polemiche. "Der Spiegel" l’ha definito uno dei film più importanti degli ultimi anni, perché racconta l’eterno fascino del totalitarismo. Un fascino reale e in definitiva anche semplice da capire, quasi naturale, per quanto negato da un eccesso di politicamente corretto. "Die Welt" ha opposto l’opinione che i meccanismi totalitari, così inesorabili sulla pellicola, troverebbero oggi enormi resistenze nella realtà. Una parte della stampa ha mosso un’obiezione etica: i giovani neonazisti dell’Onda, nel loro solidarismo, possono risultare al pubblico delle sale assai più simpatici e normali degli studenti anarcoidi degli altri corsi. L’obiezione sarebbe giustificata, se non fosse che nella realtà funziona quasi sempre così. Fra molte brave persone del Nord, per rimanere dalle nostre parti, i protagonisti delle ronde padane risultano assai più vicini degli intellettualoidi difensori di Rom e immigrati. Ron Jones, la cui vita è stata sconvolta per sempre dal gioco dell’Onda, ha scritto: «L’esperimento ha funzionato perché molti di quei ragazzi erano smarriti, non avevano una famiglia, non avevano una comunità, non avevano un senso di appartenenza. E a un certo punto è arrivato qualcuno a dirgli: io posso darvi tutto questo».


lemond - 01/07/2010 alle 07:27

Ho visto ieri Gran Torino, un film esistenziale "latu senso", ove sono racchiuse compassione, umanesimo e moralità laicista. Quello che mi ha colpito di più è proprio la presa in giro della confessione cattolica, dove il protagonista la prima e unica volta che si accosta a questo "sacramento", racconta al prete solo le quisquilie e non certo i pesanti macigni che hanno acompagnato negli anni la sua esistenza. ;) Bella anche la figura del prete, che riconosce di non aver capito niente della vita e della morte, prima del sacrificio dell'ateo polacco, "cristo in croce vero", a differenza dell'icona fittizia (come il Che) per credini e creduloni. :mad:


GiboSimoni - 01/07/2010 alle 20:47

Vorrei consigliare un film italiano del 1997, che quasi nessuno conosce, ma che andrebbe visto molto meglio di tanti filmetti che si fanno ora. Il film si chiama In Barca a Vela Contromano ed è interpretato da Valerio Mastandrea, Antonio Catania e Maurizio Mattioli, parla della malasanità ma poi si allarga a discorsi sui i valori ecc.


pacho - 01/07/2010 alle 21:44

lo vidi 10 anni fa quel film! ho un bel ricordo:) gibo, dai un occhio a "tutti giú per terra", sempre con v.mastandrea


EugeRambler - 01/07/2010 alle 22:20

Stasera ho visto [b]Basilicata coast to coast[/b]. Davvero apprezzabile.


W00DST0CK76 - 02/07/2010 alle 00:35

Anch'io ho apprezzato molto il film di Papaleo, realizzato con pochi mezzi ma fatto molto bene.


W00DST0CK76 - 02/07/2010 alle 00:37

[quote][i]Originariamente inviato da pacho [/i] dai un occhio a "tutti giú per terra", sempre con v.mastandrea [/quote] Bellissimo film, da riscoprire, il dialogo finale col padre è da antologia.

 

[Modificato il 02/07/2010 alle 00:39 by W00DST0CK76]


pacho - 02/07/2010 alle 02:06

quando ero in terza liceo ho fatto quindici giorni di fuga rintanandomi in biblioteca a vedere quel film: un manifesto contro il lavoro,che da allora cerco di perseguire con grande celeritá :D


matter85 - 02/07/2010 alle 02:44

concordo, basilicata coast to coast all' inizio sembra una gran cagata,ma invece più va avanti e più stupisce in positivo.Non e' nenache banale,Papaleo ha fatto un ottimo lavoro.E anche tutti giù per terra è davvero un discreto film,godibile.


Admin - 02/07/2010 alle 10:16

Tutti giù per terra, uno dei film della "nostra" generazione. Tutto molto bello, a partire da Anita Caprioli :P (ma anche la colonna sonora merita assai) Ieri sera ho visto Vincere di Bellocchio, film ottimo con un Filippo Timi grandioso. Una delle migliori uscite italiane degli ultimi anni, anche la Mezzogiorno recita meglio del solito. Bellocchio è un autore che a un certo punto della carriera è diventato di un pesante quasi insostenibile (quando si accostò troppo allo psichiatra Fagioli che gli scrisse diversi film), ma le sue ultime prove sono tutte notevoli, da Buongiorno, notte a La Balia a L'ora di religione, e mi dimentico certamente qualcosa. Vincere è comunque una spanna sopra, consiglio caldamente.


Subsonico - 02/07/2010 alle 13:31

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Tutti giù per terra, uno dei film della "nostra" generazione. Tutto molto bello, a partire da Anita Caprioli :P (ma anche la colonna sonora merita assai) [/quote] cavoli, io un film della mia generazione ancora non l'ho trovato, sai? aiutatemi..


lemond - 02/07/2010 alle 14:07

[quote][i]Originariamente inviato da Admin [/i] Tutti giù per terra, uno dei film della "nostra" generazione. Tutto molto bello, a partire da Anita Caprioli :P (ma anche la colonna sonora merita assai) Ieri sera ho visto Vincere di Bellocchio, film ottimo con un Filippo Timi grandioso. Una delle migliori uscite italiane degli ultimi anni, anche la Mezzogiorno recita meglio del solito. Bellocchio è un autore che a un certo punto della carriera è diventato di un pesante quasi insostenibile (quando si accostò troppo allo psichiatra Fagioli che gli scrisse diversi film), ma le sue ultime prove sono tutte notevoli, da Buongiorno, notte a La Balia a L'ora di religione, e mi dimentico certamente qualcosa. Vincere è comunque una spanna sopra, consiglio caldamente. [/quote] Ho visto anch'io proprio in questi giorni "Tutti giù per terra", ma non condivido il tuo "ottimo" giudizio. A me è parso un film abbastanza divertente, ma nulla di più. Per quanto riguarda "Vincere" da quanto ne so è molto triste e quindi non fa per me. :Od:


Admin - 02/07/2010 alle 16:12

Ma il suo essere "molto bello" è legato al fattore generazionale, mi rendo conto che il valore assoluto del film non sia certo "ottimo". Su Vincere: secondo me la sequenza col filmato originale del Duce che parla in controcampo alla strepitosa parodia che ne fa Timi verso la fine del film, vale da sola il "prezzo del biglietto", o in termini nostri, il prezzo di guardare un film "triste". Ma quel momento è sadicamente, amaramente divertentissimo, e ci dice tanto - ovviamente - sull'Italia di oggi.


Subsonico - 02/07/2010 alle 23:03

Ragazzi ho appena visto un capolavoro del cinema italiano..."O' zappatore" di e con Mario Merola. Da vedere, rivedere e cantare


GiboSimoni - 14/07/2010 alle 20:15

dopo un paio di settimane, passate a veder film di nicchia però con un certo contenuto, ora sto rivedendo per l'ennessima volta, film famosi ma con un contenuto comunque alto, ovvero i primi tre film di Aldo Giovanni e Giacomo, e in questi giorni in particolar modo Così è la Vita un film che mi fece rimanere male la prima volta che lo vidi, mi fece ridere poco e niente, poi rivedendolo piùù volte capìì il vero senso, ed è un gran film con grandi significati e che fa comunque ridere anche se con un risvolto piuttosto amaro, poi con le musiche dei negrita sottofondo è ancora più bello..


lemond - 15/07/2010 alle 09:18

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] dopo un paio di settimane, passate a veder film di nicchia però con un certo contenuto, ora sto rivedendo per l'ennessima volta, film famosi ma con un contenuto comunque alto, ovvero i primi tre film di Aldo Giovanni e Giacomo, e in questi giorni in particolar modo Così è la Vita un film che mi fece rimanere male la prima volta che lo vidi, mi fece ridere poco e niente, poi rivedendolo piùù volte capìì il vero senso, ed è un gran film con grandi significati e che fa comunque ridere anche se con un risvolto piuttosto amaro, poi con le musiche dei negrita sottofondo è ancora più bello.. [/quote] Hai detto bene, i primi di A.G.G. perché poi :mad: :OIO :mad:


GiboSimoni - 18/07/2010 alle 21:58

che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba?


Granfondista - 19/07/2010 alle 10:13

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba? [/quote] A me è piaciuto, soprattutto l'interpretazione di Massimo Dapporto.


nino58 - 19/07/2010 alle 12:10

[quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba? [/quote] A parte l'inverosimile finale, abbastanza buono.


Bitossi - 19/07/2010 alle 13:19

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba? [/quote] A parte l'inverosimile finale, abbastanza buono. [/quote] Eh eh... il figlio di Dino Risi ha voluto metterci una botta di "metafisico" (per la serie: vorrei ma non posso... :Od: ) Sul tema, ricordo "Marcia trionfale", di Bellocchio (1976), con Michele Placido e Franco Nero... ;)


GiboSimoni - 19/07/2010 alle 19:03

[quote][i]Originariamente inviato da nino58 [/i] [quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba? [/quote] A parte l'inverosimile finale, abbastanza buono. [/quote] Si, il finale mi ha lasciato male ed è un pò da sfigati potevano concludere sempre drammaticamente ma in altro modo [quote][i]Originariamente inviato da Granfondista [/i] [quote][i]Originariamente inviato da GiboSimoni [/i] che ne pensate di Soldati 365 giorni all'alba? [/quote] A me è piaciuto, soprattutto l'interpretazione di Massimo Dapporto. [/quote] forse è la cosa migliore del film, un interpretazioen magistrale di quello che purtroppo molte persone nella realtà hanno avuto, ovvero l'ufficiale megalomane e bastardo


Carrefour de l arbre - 20/07/2010 alle 19:10

Ieri sera ho rivisto, in tv e in prima serata (roba da matti), uno dei migliori film italiani degli ultimi anni: "La ragazza del lago", con un Servillo forse ancora più bravo della sua pur splendida intepretazione ne "Le conseguenze dell'amore". L'incipit è spiazzante, e le musiche sono bellissime (Theo Teardo, mi pare)


Abajia - 12/08/2010 alle 02:03

Di opere cinematografiche firmate Woody Allen ne ho guardate poche e sinceramente non ricordo quali, però qualche sera fa ho avuto modo di imbattermi in "Basta che funzioni" ("Whatever works"): film brillante, snello, veloce e acuto. Un intelligente quadretto di vita (dal particolare - notevole) che si allarga ad una bella fotografia dell'odierno contesto sociale (al generale).


lemond - 12/08/2010 alle 08:14

[quote][i]Originariamente inviato da Abajia [/i] Di opere cinematografiche firmate Woody Allen ne ho guardate poche e sinceramente non ricordo quali, però qualche sera fa ho avuto modo di imbattermi in "Basta che funzioni" ("Whatever works"): film brillante, snello, veloce e acuto. Un intelligente quadretto di vita (dal particolare - notevole) che si allarga ad una bella fotografia dell'odierno contesto sociale (al generale). [/quote] Andrea/Aby cerca di rimediare al più presto e guardati tutti i film del più prolifico/geniale regista di tutti i tempi. :cincin: P.S. In particoklare, puoi cominciare da "Provaci ancora Sam" "Io e Annie" "Manhattan" "Hannah e le sue sorelle" (In quest'ultimo si ride, secondo me, come mai in nessun altro) "Un'altra donna" "Settembre" "Interiors". Dopo che avrai fatto questi compiti, se ne riparla. :cincin:


Abajia - 13/08/2010 alle 01:39

[quote][i]Originariamente inviato da lemond [/i] Dopo che avrai fatto questi compiti, se ne riparla. [/quote] Fossero tutti così, i compiti! :D In ogni caso, rimane ovviamente il mio giudizio ampiamente positivo per quel che riguarda "Whatever works", pure in caso di eventuali paralleli con altre opere di Allen. Ne riparleremo, allora! :)


lemond - 07/09/2010 alle 13:58

Ieri ho visto l'ottimo film (ma a me di O... non riesco a scriverlo, mi sono piaciuti tutti, tranne uno) Mine Vaganti. Non ho capito però il motivo per cui Ilaria Occhini aveva sposato il fratello "sbagliato". Forse era "gay" anche lui?